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Autore: heliodor    21/07/2021    0 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Andiamo via

 
Quando la grossa pietra che sosteneva l’arco dell’ingresso toccò terra sbriciolandosi, una nuvola di detriti invase il cortile.
Valya sentì il soffio del pietrisco schiaffeggiarle la guancia mentre con il braccio cercava di proteggersi. Per un attimo si ritrovò di nuovo al buio, come poco prima quando aveva lottato contro Patyna.
Restò immobile con gli occhi chiusi e una mano sulla bocca per proteggersi dalla polvere, aspettando che la nuvola di polvere si depositasse un poco e le mostrasse qualche dettaglio in più.
Vedeva ancora i soldati muoversi simili a ombre che vagavano inquiete.
Anche io devo sembrare solo uno spettro, si disse.
Non si fidava a camminare in mezzo ai soldati col rischio di venire attaccati, ma l’ingresso era crollato proprio dove aveva lasciato Ros, Nykka e Shi’Larra.
“Valya” disse una voce.
Dalla nebbia apparve prima il corpo e poi il viso di una donna. Anche se ricoperto di sangue e polvere appiccicata, riconobbe i lineamenti decisi di Hadena.
La strega aveva una ferita alla spalla e un taglio sul braccio destro, ma camminava sicura e senza esitare andò da lei.
“Credevo che Patyna ti avesse uccisa” disse.
Valya indicò il corpo della strega ancora disteso nella polvere.
Hadena le gettò una rapida occhiata e poi tornò a guardarla. “Tu come stai?”
“Bene” disse. “La spada mi ha protetta. Un poco.”
La strega annuì e guardò verso l’ingresso. “Dovremo attraversare mezzo cortile per arrivarci. Sei pronta?”
Valya annuì.
“Uccidi quelli che ti attaccano” disse mettendosi a camminare. “Non badare al fatto che sia amico o nemico. Queste persone sembrano impazzite.”
Valya era d’accordo con lei, ma stava accadendo qualcosa di nuovo. I soldati che incrociavano si limitarono a guardarle e proseguirono oltre. Un soldato con una ferita alla guancia si guardava attorno con espressione smarrita, come se non avesse idea di come fosse finito lì e per quale motivo.
“Comandante?” disse uno stregone avvicinandosi.
Hadena gli puntò contro il braccio con un dardo magico pronto a colpire. “Non è il momento adatto, Kriv.”
Lo stregone arretrò di un passo. “Non intendo attaccarti. Voglio solo capire che cosa è successo.”
“Non lo ricordi? Vi siete massacrati tra di voi.”
Kriv scosse la testa affranto. “Non capisco. Ho come la sensazione di aver dormito a lungo e di aver fatto un brutto sogno, ma non ricordo altro.”
Hadena si accigliò. “Ora non ho tempo. Raccogli tutti quelli che hanno un mantello e portali all’ingresso. C’è stato un crollo e potrebbe essere necessario scavare tra le macerie.”
Kriv annuì e si allontanò barcollando.
“Non sono riuscita a fermare quei due che stavano colpendo l’ingresso” disse Hadena quando ripresero a camminare. “Il sangue di quelli che sono morti ricadrà su di me.”
“Tutti hanno visto ciò che hai fatto” disse Valya per confortarla. “Nessuno ti può incolpare per quello che è successo.”
“Patyna era piena di risentimento verso voi Talmist, ma non capisco che cosa sia successo agli altri. Tu cosa ne pensi?”
“Ne so quanto te.”
Vicino all’ingresso era spuntata una montagna al posto dell’arco che lo sormontava. Qualcuno stava già scavando tra le macerie e si udivano delle urla provenire da sotto le pietre.
Ros e gli altri potrebbero trovarsi lì sotto, si disse. Non so se potrei sopportare la visione dei loro corpi, se li dovessero estrarre.
Hadena fece un passo avanti. “Ascoltatemi” disse urlando. “Dobbiamo organizzare dei gruppi. Alcuni dovranno scavare e altri dovranno portare via i detriti. Un terzo gruppo dovrà curare i feriti.”
“Valya” disse Nykka raggiungendola.
Valya sussultò alla sua vista. “Nykka. Non eri qui quando è crollato tutto.”
La strega annuì con vigore. “Ci siamo allontanati.”
Valya la guardò speranzosa.
“Shi’Larra e Toralmir stanno bene” disse Nykka.
“E Ros?” chiese preoccupata.
“Ha preso una pietra in testa, ma sta bene. Credo.”
“Portami da loro” disse.
Ros era disteso su di una stuoia, la testa fasciata. Aveva gli occhi chiuse e l’espressione sofferente. Shi’Larra era accanto a lui e stava controllando la ferita.
“Ros” esclamò piazzandosi davanti alle gambe distese del ragazzo. “Come sta? Può sentire?”
Shi’Larra fece per dire qualcosa ma Ros emise un debole lamento.
“Ros” esclamò Valya.
“Urlare” disse Ros.
“Come?”
“Finiscila di urlare” disse con voce impastata. “Ho un mal di testa terribile.”
Il cuore di Valya rallentò i battiti. Si rivolse a Shi’Larra. “Cos’è successo?”
La ragazza arrossì e scosse la testa.
“Ora non possiamo parlarne” disse Nykka. “Ma sono accadute delle cose.”
“L’ho visto” disse Valya. “I soldati si sono combattuti nel cortile. Sembravano impazziti.”
Nykka annuì. “Non erano impazziti.”
Ros si lamentò. “Non qui” disse. “Ne riparliamo dopo.”
Toralmir sopraggiunse in quel momento. “Ha ragione” disse. “Meglio non parlarne qui.”
Valya si accigliò. “C’è qualcosa che dovrei sapere?”
Nykka scosse la testa. “Ne parleremo più tardi. Mi spiace, non posso dirti altro. Nemmeno io so che cosa sia accaduto con esattezza.”
Valya sospirò e si accovacciò vicino a Ros. “Come hai fatto a prendere una pietra in testa?” chiese divertita.
Ros aprì gli occhi. “Ero distratto.”
“Almeno non sei morto” disse con tono allegro.
“Valya.”
“Sì?”
“Tu stai bene? Sei ferita?”
Valya ricordò il colpo ricevuto alla spalla e quello al fianco. “Credo di poter resistere.”
Toralmir si sporse verso di lei. “Fammi vedere quelle ferite.”
“Ci sono altri che hanno bisogno di cure più di me.”
“Non è il momento di essere stupide” disse Hadena con tono di rimprovero. “Dopo quello che è accaduto, non puoi concederti di essere ferita.”
Valya si accigliò.
“Hai ucciso il comandante di questa armata” proseguì la strega. “Posso anche approvarlo perché Patyna era diventata irragionevole e minacciava tutti noi. Quello che è accaduto ne è una dimostrazione, penso. Ma, come ti ho detto, hai ucciso la comandante e di sicuro qualcuno ci avrà fatto caso.”
“Che cosa succederà?” chiese Ros con un filo di voce.
“Non lo so” disse Hadena. “Ma è sempre meglio essere preparati alla peggiore eventualità concepibile.”
Valya alzò la testa verso il cortile. Quelli che non erano feriti o che riuscivano a restare in piedi, stavano aiutando quelli che erano a terra. I soldati avevano ricavato delle barelle dalle coperte di lana e stavano sgombrando i feriti portandoli vicino alle mura per creare dei corridoi dove far passare i guaritori.
Non ce ne sono molti, si disse osservando i due che si aggiravano tra i feriti chinandosi per esaminarli.
Ros avrebbe dovuto essere uno di loro ma era a terra e non poteva fare molto per il momento. Toralmir invece le stava esaminando la ferita alla spalla.
“Strano” disse l’erudito. “Sembrava brutta vista da lontano e hai perso parecchio sangue, ma si sta già chiudendo. E quella al fianco è soltanto un graffio.”
Valya si allontanò di un passo. “Te l’ho detto che non era grave. Adesso occupati di Ros e degli altri feriti.”
“Il tuo amico sta bene, per ora” disse guardando verso la spianata dove i soldati stavano ancora affluendo. “Vado a cercare Ofor per organizzare il lavoro da fare con lui.”
Lo guardò allontanarsi prima di tornare dagli altri. Hadena era sparita senza dire dove andava lasciandoli da soli.
“Adesso ditemi che cosa è accaduto” disse a Nykka.
La strega strinse le labbra. “Ho promesso di mantenere il silenzio.”
“C’è stata una strage” disse Valya. “E nessuno sa il motivo. E poi all’improvviso, hanno smesso di combattersi.” Guardò Shi’Larra. “Ed è iniziato tutto quando lei si è addormentata.”
“Meditavo” disse la ragazza.
“È uguale” ribatté. “Ho rischiato la vita per proteggervi. Merito una spiegazione.”
Nykka fece spallucce. “Toralmir e Ros sanno spiegarlo meglio.”
Ros però stava dormendo e l’erudito era andato via.
Valya si rivolse a Shi’Larra. “Hai detto un nome. Quamara. È lei che ha fatto tutto questo?”
Shi’Larra scosse la testa. “È complicato da spiegare.”
“Provaci. Non sono stupida.”
“Io credo” disse la ragazza. “Che Quamara sia un demone. O qualcosa del genere.”
“Un demone” esclamò Valya a voce alta. Si guardò attorno sperando che nessuno dei soldati l’avesse sentita. Nessuno era girato dalla sua parte ma non poteva escluderlo. “Un demone” ripeté a voce più bassa. “Ti ha fatto fare tutto questo?” chiese indicando il cortile ancora disseminato di cadaveri.
Shi’Larra si strinse nelle spalle. “Io non lo so, Valya Keltel” piagnucolò. “Non so davvero niente. Non ho mai saputo niente e credo di sapere anche meno di prima.”
“Dannazione” esclamò. “Ma devi avere una spiegazione, no? Come ha fatto a far combattere tra di loro quei soldati? Ne conoscevo alcuni ed erano compagni, amici. E all’improvviso si sono scannati tra di loro. È assurdo.”
“Non lo so.”
“Ma devi” disse disperata. “E se accadesse di nuovo? La prossima volta potrei essere io a cercare di uccidervi.”
“Non succederà” disse Shi’Larra.
“Come fai a dirlo?”
“Lo so.”
Valya emise un sospiro di rassegnazione.
Hadena tornò con l’espressione perplessa. “Farissa è morta” disse. “E anche Bafon.”
“No” esclamò Nykka trasalendo.
Bafon, pensò Valya. Faceva parte del gruppo di Aramil Stanner. Lui e Hadena erano amici.
“Mi dispiace” disse.
La strega annuì. “Anche a me. Mi avrebbe fatto comodo avere il suo consiglio, ma dovrò farne a meno. Insieme a lui sono morti quasi tutti i comandanti, tranne Yov e Saber. Adesso sono io la strega di rango più elevato, quindi spetterebbe a me guidare questa armata. Solo che non so cosa fare e ci sono cinquantamila rinnegati che stanno venendo qui.”
“Andiamo via” disse Ros con un filo di voce.
Hadena lo guardò perplessa.
“Andiamo via e bruciamo tutto” ripeté Ros.

 
  
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