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Autore: Angel TR    22/07/2021    1 recensioni
Io non so l'amore è guerra o pace
Litfiba - Regina di Cuori
Raccolta disomogenea di drabble, flashfic, one-shot e roba varia che riguardano Lili e Asuka. Partecipa alle seguenti Challenge:
"Drabble, drabble e ancora Drabble" indetta da Harriet Strimmell su efp
"Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP
"Things you said" indetta da Juriaka sul forum di Efp
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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6. "L'ho trovato scontato, non potevo lasciarmelo sfuggire!"
11. "Dovremmo approfittare di questa bella giornata di sole!"
34. "Arrivo, dammi il tempo di cambiarmi."
15. "Se non esistessi, bisognerebbe inventarti."

La moda ai tempi del Covid

Driiin!
«Pacco per Emilie Rochefort. Causa norme di sicurezza per il covid, ve lo lascio sul pianerottolo!»
«Va bene, lo ritiro io a nome suo.»
Una settimana dopo
Driiin!

«Pacco per Emilie Rochefort. Ve lo lascio sul pianerottolo.»
«Ok.»

Tre settimane dopo
Driiin!

«Signo', sapete già.»

"Pacco" non cominciava nemmeno a descrivere la pila di scatoli accampati fuori la porta che Asuka Kazama osservava con un sopracciglio inarcato. Era… cosa? La millesima volta che Lili ordinava online da quando era iniziato il lockdown? Ormai persino il corriere la conosceva e l'apostrofava come se fossero vecchi amici.
Sbuffando, Asuka sciabattò fuori la porta e spinse la pila con il piede, nella vana speranza che si trascinasse magicamente da sola nell'appartamento. Quando vide che, ovviamente, l'incantesimo non si era realizzato, roteò gli occhi e, giungendo le mani a coppa ai lati della bocca, chiamò a gran voce: «Oca bionda! Vieni a prendere la tua robaccia!»
La voce di Lili rispose con dieci secondi di ritardo, in affanno. «Arrivo! Dammi il tempo di cambiarmi!»
Asuka corrucciò le sopracciglia e gettò uno sguardo incredulo all'interno. «Cambiarti? Dove devi andare, finta bionda? Siamo chiuse dentro, ricordi?» ribatté.
No, ma davvero: il governo giapponese avrebbe dovuto offrirle qualche seduta dallo psicologo appena quell'inferno fosse finito. Avevano idea di cosa significasse stare chiusi dentro casa con Lili ventiquattr'ore su ventiquattro? Parlava persino nel sonno, lei, il tè giapponese che puzzava – quello monegasco no, come se il tè monegasco fosse paragonabile… ma Asuka era pietosa e la lasciava vivere nella sua immaginazione; il casinò monegasco con le vallette in tiro, le mutande con il buco di Victoria's Secret e il Torneo rimandato causa pandemia.
«Eccomi!» annunciò Lili, richiamando la sua attenzione.
Asuka batté due volte gli occhi. «Oca bionda, ma cosa ti sei messa?»
Lili fece il suo ingresso – o, meglio, la sua uscita – avanzando verso di lei come se stesse sfilando per Versace collezione "A Casa-mi-sto", sicura di sé, incrociando le gambe slanciate e inchiodando i suoi occhi con uno sguardo ammiccante.
Asuka sospirò, semplicemente troppo stanca per commentare.
«Ho indossato un bell'abito da cocktail, adatto alla stagione. Dovremmo approfittare di questa bella giornata di sole, non trovi?» cinguettò, soddisfatta, come se fosse tutto normale.
Asuka l'osservò come se le fossero spuntate due teste. «Certo, chiaro. Abbiamo tantissime opzioni, scegli! Dove vorresti andare: nel soggiorno o nella cucina, oca bionda?»
Lili le gettò un'occhiata da sopra la spalla, come se non avesse colto il sarcasmo di cui erano intrise le parole di Asuka. «Gradirei recarmi nelle mie stanze dopo questa fruttuosa giornata di shopping, grazie» concluse. Si chinò teatralmente per prendere la prima scatoletta in cima alla pila, urtando Asuka con il sedere. «Oops, non l'ho fatto apposta» fece, malefica, prima di sfilare dentro con il pacco orgogliosamente teso tra le mani, nemmeno stesse trasportando la torcia delle Olimpiadi.
«Ma tutta questa roba a cosa ti serve, di grazia? A scendere a buttare la spazzatura?» chiese piccata Asuka, ansimando per il peso dei pacchi tra le braccia.
Finalmente le si liberò la visuale quando Lili l'aiutò a portare un altro scatolo dentro. La bionda inclinò la testa come se quella fosse un'affermazione perfettamente sensata. «Ma certo! È un mese che la butto con gli stessi panni addosso, cosa credi che penseranno i vicini? E poi ho trovato tutto scontato, non potevo lasciarmelo sfuggire! C'è qualcosa anche per te, Asuká. Ammettilo: se non esistessi, bisognerebbe inverntarmi!»

  
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