Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: Harry Fine    24/07/2021    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Runaan stava seriamente iniziando a stufarsi di quel continuo bisticciare. Appena lui, Iselen, Alistair e Duncan si erano avvicinati al tavolo del consiglio di guerra, avevano trovato il re discutere con uno shem di mezza età decisamente alto ed imponente dall'aria decisa. E stavano andando avanti da quasi mezz’ora.
I capelli dell'uomo, che si era rivelato essere Loghain, Teyrn di Guaren, erano di un testardo colore nero e lunghi fino alle spalle. Nonostante l'età, aveva poche rughe molto sottili, gli occhi erano blu e aveva tratti spigolosi e severi, esaltati dal naso dritto e austero. E sembrava essere piuttosto facile farlo arrabbiare.

《Cailan, affidarsi agli Chevalier orlesiani è una pessima idea. Io e i tuoi genitori abbiamo rischiato la vita per liberare il Ferelden dal loro impero e ora proprio tu stai aprendo I nostri confini per permettergli di tornare di nuovo qui.》 Sbraitò.
Il re aveva alzato gli occhi al cielo. 《Quello è successo anni fa, Loghain. E adesso la situazione non riguarda più Ferelden e Orlais. Se davvero abbiamo davanti un Flagello, dobbiamo preoccuparci tutti. Inoltre, il re qui sono io e io decido.》

L'altro indurì ancora di più lo sguardo. 《Sono felice che tuo padre e tua madre non siano qui per vedere il loro unico figlio commettere un simile errore. Per di più, dopo aver deciso di combattere in prima fila e non aspettare i rinforzi di Arle Eamon. Il tuo desiderio di gloria sarà la tua rovina, Cailan.》
Il giovane re sbuffò, chiaramente seccato da tutti quei rimproveri, ma tornò a concentrarsi sulla mappa che aveva davanti. 《Rivediamo di nuovo la strategia allora, giusto per esserne sicuri.》

L'uomo parve calmarsi un poco e annuì, indicando un punto sulla mappa. 《Tu e i custodi grigi attirerete l’attenzione della prole Oscura caricando da davanti il grosso dell'orda, mentre io e le mie truppe li attaccheremo dal fianco appena riceveremo il segnale dato dalla torre di Ishal. In questa maniera taglieremo la strada alle loro truppe, mandandole in confusione e dividendole, e potremo eliminarli più facilmente. Dovremo mandare qualcuno lassù ad accendere una pira per darci il segnale. È un compito vitale per la vittoria.》
《Chi dovremmo inviare?》 Domandò Cailan. 

《Non sarà necessario mandare nessuno, vostra altezza.》 Si intromise il terzo uomo al tavolo, un tipo anziano con delle lunghe vesti da mago rosse, la testa pelata e un tono di voce untuoso. 《Con la magia noi maghi potremo evocare una luce abbastanza potente da dare il segnale senza correre altri rischi.》
《Non ci affideremo alla magia per dare un avviso tanto cruciale. Voi maghi avete il compito di proteggere i fianchi del nostro esercito e guarire i soldati, niente di più.》 Lo rimbrottò il giovane uomo accanto a lui, uno shem sulla trentina con una pesante armatura da templare e lo sguardo tagliente.


Il Dalish notò Iselen stringere il bastone con più forza, ma il re si intromise. 《Dobbiamo inviare il meglio per compiere questo ruolo. Inviate Alistair e i due nuovi custodi grigi su alla torre. In questo modo avremo la certezza che andrà tutto bene.》

I tre ragazzi sentirono improvvisamente gli occhi di tutti i presenti puntati addosso: inghiottirono pesantemente. Il piano si basava tutto sul segnale dato al momento giusto da quella torre: se qualcosa fosse andato storto, la battaglia sarebbe stata persa e con essa probabilmente anche tutto il Ferelden.
Persino Runaan doveva ammettere di essere nervoso di fronte ad una tale prospettiva. Lui nemmeno voleva essere lì e ora si ritrovava ad essere l'ago della bilancia insieme ad Alistair ed Iselen. I Numi avevano proprio deciso dj prenderlo per i fondelli.

《Ti fidi troppo di questi custodi grigi, Cailan. Sei davvero convinto che questi tre ragazzini siano in grado di farcela?》 Chiese Loghain, squadrandoli con aria torva. 
Runaan sostenne il suo sguardo, ma il re sbuffò per l'ennesima volta. 《Ora basta con tutta questa sfiducia, Loghain. I custodi sono eroi. Combattono i Flagelli fin da quando sono iniziati, hanno salvato il Thedas ogni volta che un nuovo Flagello ci ha minacciati e sono certo che siano capaci abbastanza da accendere un fuoco.》

《Vostra maestà, siate prudente. Se dovesse comparire l’arcidemone, le cose non andranno lisce come sperate.》 Lo avvertì Duncan. 
Loghain annuì, lo sguardo torvo che non era mutato. Chiaramente non si fidava del loro ordine, o delle intenzioni del suo re. O di nessuno in generale.


L’elfo Dalish lo guardò allontanarsi attentamente. Iselen gli aveva detto un paio di cose sul suo conto: non solo era il Teyrn di Guaren, ma era stato anche il migliore amico del defunto re Maric, aveva partecipato alla guerra della liberazione, vincendo una grossa battaglia con un silo gruppetto di uomini, era un grande stratega e padre dell'attuale regina del Ferelden, Anora. Insomma, uno shem importante. 
Però c'era qualcosa che non andava. Non era pratico delle strategie degli shemlen, ma l'istinto gli diceva che quell'uomo aveva un piano ben preciso in mente. Peccato che non avesse idea di quale fosse.

Emise un sospiro esasperato, mentre Alistair parlava con Duncan, che stava rifiutando le proposte del ragazzo di seguirlo sul campo di battaglia e di lasciare ad Iselen e a lui il compito di accendere il segnale.
Il custode più giovane sembrava seriamente preoccupato, continuava a gesticolare frenetico e parlava a voce alta, ma quello più anziano fu inamovibile. E ormai non c'era più tempo per parlare.
Il sole stava rapidamente tramontando dietro le colline e l'esercito aveva iniziato a schierarsi nella vallata e sui ponti, preparandosi. Re Cailan era davanti a tutti e Duncan si sbrigò a raggiungerlo. Attorno a loro, a parte i soldati del regno e i mercenari, c'erano molte persone in armatura blu e argento dall'aria fiera: nani, elfi, umani, tutti armati di spade, archi, magli, coltelli e bastoni magici, tutti pronti alla lotta.


E quando scese la notte, tutti i presenti poterono vedere un altro esercito schierarsi lungo la linea degli alberi. Un esercito simile ad una marea nera, composta da mostri putrescenti coperti di armature rugginose e con in mano armi scure come il loro sangue.
Ci fu un momento di assoluto silenzio, poi uno di loro, un grosso Hurlock con un elmo ornato da immense corna, emise un urlo di guerra terrificante.
La prole oscura si mosse come una valanga, travolgendo ogni cosa, ma ad un ordine di Cailan una pioggia di frecce infuocate si abbattè sui mostri, ma quelli continuarono ad avanzare senza badare alle perdite, resistendo anche alla carica dei Mabari che gli venne lanciata addosso.

Anzi, uno delle creature più grosse, un Ogre, un colosso massiccio di oltre quattro metri dalla pelle violacea e le enormi corna, afferrò una gigantesca pietra dal terreno e la lanciò come un fuscello, facendo crollare un pezzo delle mura della fortezza. E dopo quella seguirono un'altra decina di macigni, incendiati a mezz'aria, che appiccarono il fuoco a varie baliste delle retrovie al momento dello schianto.
La situazione divenne caotica in pochi istanti: i due eserciti iniziarono a scontrarsi corpo a corpo, mentre i macigni continuavano a bersagliare le mura, appiccando incendi e costringendo gli arcieri sopra i ponti a spostarsi per non venire schiacciati.


Iselen, Runaan e Alistair corsero rapidi attraverso uno dei ponti, una barriera luminosa eretta attorno per evitare i detriti ardenti, ma l’esercito nemico stava travolgendo tutto con violenza, infilzando chiunque gli passasse a tiro e senza curarsi delle perdite subite.
L'armatura dorata del re era l'unica macchia colorata che spiccava in quel marasma, ma la situazione stava volgendo al peggio per l'esercito del Ferelden: il sovrano e Duncan avevano ucciso vari prole oscura, ma stavano venendo circondati e tantissimi dei loro uomini giacevano morti nel fango.

I tre giovani custodi cercarono di non concentrarsi su quella scena, specialmente Alistair, che era già impallidito vedendo il suo mentore in difficoltà, perché la situazione stava rapidamente volgendo a loro svantaggio anche lassù.
Non sapevano come, ma tantissimi prole oscura avevano invaso la strada per arrivare alla torre di Ishal e ora stavano attaccando con le loro malefiche spade ogni singola persona che gli passasse abbastanza vicina.

Il Dalish trapassò due genlock con delle frecce, mentre Alistair decapitava un Hurlock con un colpo di spada, la barriera di Iselen che li proteggeva dai dardi nemici, ma non sarebbero riusciti ad andare avanti così.

Svariati soldati giacevano a terra, trapassati o malamente mutilati, il loro sangue stava rischiando di far inciampare il ramato e il dalish, e il mago era troppo impegnato ad impedire che una pioggia di frecce li riducesse a spiedini per aiutarli.
Runaan Notò Alistair rifilare un calcio ad un genlock, trapassandolo subito dopo, ma tutti i loro sforzi sembravano inutili: per ogni prole oscura caduto, altri due venivano fuori per sostituirlo. 
《Fenehidis Lasa! Come fanno ad essercene già così tanti?!》 Urlò, mentre il profilo della torre di Ishal si avvicinava sempre di più.

Iselen, subito dietro di lui, si stava facendo la stessa domanda. Sentiva il mana danzare dentro di lui, mandandogli scariche di adrenalina nel cervello e alimentando lo scudo che li proteggeva, mentre cercava un modo per sbarazzarsi dei nemici più vicini il più in fretta possibile.
I suoi due alleati ne avevano fatti fuori parecchi, ma non era abbastanza: continuavano ad arrivare, instancabili, senza pensare ai loro simili uccisi, e ormai gli erano alle costole.

Vide la loro destinazione avvicinarsi oltre le chiome degli alberi e allora ebbe un'idea: il Velo tremò intensamente mentre inviava una potentissima scossa di energia in più alla sua barriera.
La superficie scintillante si tese a dismisura, per poi esplodere in un'onda d'urto luminosa che spedì moltissimi prole oscura a gambe all'aria, alcuni con tutte le ossa rotte e altri accecati, facili prede per le frecce di Runaan e la spada di Alistair.


Si fecero strada così fino ad arrivare al portone della torre, appena in tempo per vedere due umani uscirne fuori, feriti, ma vivi. Uno era un tipo minuto e pallido come un cencio che reggeva un arco con mani tremanti, l’altro invece era un mago dalla pelle olivastra e un grosso taglio all'attaccatura dei capelli.
Avevano entrambi l'aria di chi aveva corso per un bel pezzo e l'arciere si voltò a guardarli con occhi spiritati. 《Tornate indietro! Hanno invaso la torre! Non c'è modo! Moriremo tutti!》
《Non è possibile. Dobbiamo entrare lì, a qualunque costo! Senza il segnale la battaglia sarà perduta.》 Rispose Alistair, mentre i due maghi stringevano i loro bastoni.

《No! Ci hanno massacrati! È già tutto perduto! Moriremo se torneremo lì dentro!》 Strillò lui.
《Smettila di lagnarti. Se vogliamo sopravvivere, avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Compreso il tuo.》 Lo freddò Iselen, e l’altro mago annuì, d'accordo con lui.


L'arciere impallidì ancora di più, sembrava seriamente sul punto di farsela addosso, ma Runaan lo agguantò per il bavero, fissandolo con i suoi grandi occhi verdi. 《Ascoltami bene, Shemlen. Qui stiamo tutti combattendo per salvarci la pelle, e non abbiamo tempo per preoccuparvi dei vigliacchi come te. Quindi, muovi le chiappe e dacci una mano!》 
Quello inghiottì pesantemente, più spaventato di prima, ma impugnò l’arco, mentre il secondo mago si diceva pronto a ricominciare a combattere.


***


L’interno della torre era già stato messo a soqquadro: dovevano esserci dei tunnel sotto le fondamenta che avevano permesso alla prole oscura di entrare in massa senza che nessuno potesse rendersene conto.
《Questa situazione non mi piace. La battaglia è iniziata da poco, come fanno ad essere entrati in tale numero qui dentro!?》 Chiese Alistair.
《Beh, siete voi quello che voleva combattere.》 Rispose Iselen, il bastone alzato per illuminare l'area circostante, disseminata di cadaveri dei soldati di guardia. C’erano varie teste ficcate su delle picche e l'aria era impregnata della puzza di sangue e prole Oscura.
《Giusto, in effetti non ci annoieremo se la situazione sarà questa fino ad arrivare in cima.》 Ridacchiò nervosamente il ramato, mentre si guardava intorno circospetto, temendo qualche nemico nelle ombre.


Runaan avanzò per primo, ma sentì qualcosa, una strana sensazione che lo spinse a girarsi verso destra e un coro di strilli striduli attaccò le sue orecchie, mentre un gruppo di agili prole Oscura dai musi allungati e le orecchie appuntite saltava fuori dalle ombre e provava a morderlo.
Lui ne evitò uno per un pelo, mentre una fiammata del secondo mago lo abbrustoliva tra urla strazianti, come se la puzza non fosse già abbastanza tremenda.

Alistair e l'arciere codardo ne abbatterono altri tre, Iselen invece, avvolto da una intensa aura blu, ne fece fuori due evocando enormi spuntoni di ghiaccio dal terreno, e lui fece fuori l'ultimo con una freccia in gola, troncando sul nascere un altro di quei terrificanti strilli. 
《Shriek. Quanto odio quelle urla.》 Rabbrividì il custode dai capelli ramati, mentre tutti e cinque correvano su per le scale a rotta di collo, pronti a combattere ancora. Se c'era già una tale resistenza ai piani inferiori, ai superiori non poteva che peggiorare.


Quando giunsero all’ultimo piano erano coperti di sangue nerastro, ansimanti e madidi di sudore. Avevano dovuto uccidere decine di quei mostri e avevano perso la cognizione del tempo. Neanche volevano pensare a cosa stesse succedendo nella valle mentre loro erano bloccati lì!
《Forza. Ci siamo quasi.》 Ansimò Iselen, gli occhi scuri determinati nonostante il volto provato. Aveva guarito tutti i suoi compagni varie volte e stava iniziando ad esaurire il mana, ma non aveva intenzione di mollare!


Gli altri quattro annuirono, entrando di corsa nell'ennesimo corridoio infestato dai prole oscura. Stavolta, non gli diedero nemmeno tempo di reagire: Runaan e l'arciere vigliacco scoccarono frecce senza sosta, mentre Iselen e l'altro mago gettarono lampi di ghiaccio e fuoco tutto attorno a loro, travolgendo ogni creatura che osasse muoversi, fino a quando una scarica elettrica nera non li travolse in pieno, facendoli crollare per terra a contorcersi per il dolore.

Alistair si riprese per primo e un incantesimo curativo gli risiede energia. Scorse una coppia di prole Oscura diversi da tutti quelli che avevano visto fino ad allora: erano altissimi e sottili come scheletri, le bocche irte di denti affilati, vestiti di stracci e dalle teste calve. Fluttuavano sopra tutti gli altri loro simili, come se li stessero guidando sul campo di battaglia, le dita circondate da aloni luminosi.
《Emissari!》 Urlò il ragazzo tentando di rimettersi in piedi, mentre Iselen alzava a fatica una barriera appena in tempo per evitare che un'altra folgore li travolgesse.

Tratenne un conato di vomito. Quella era chiaramente magia, ma non aveva mai sentito nulla di simile: l’Oblio non aveva reagito quando era stata evocata, percepiva solo una sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco. Era qualcosa di innaturale e corrotto, per quanto affascinante. Che fosse nata anche quella dal Flagello?


I due Emissari emisero altri versi striduli, irritati per il fallimento del loro attacco, mentre una schiera di Genlock cercava di sfondare la barriera con le loro armi rudimentali.
Il Dalish ne ammazzò due con delle frecce, complice la flessibilità dello scudo, ma Iselen stava esaurendo le forze, non avrebbe potuto continuare a proteggerli per sempre, e anche lui stava iniziando a perdere le energie e la pazienza. Aveva la vista appannata a causa della scossa e i muscoli irrigiditi.
《Fenehidis Lasa! Fate qualcosa Shemlen!》 Urlò a nessuno in particolare. La barriera stava iniziando a ricoprirsi di crepe sotto gli attacchi magici degli Emissari, ma poi Alistair chiuse gli occhi, concentrandosi, e Runaan sentì qualcosa di strano.

Nell'aria si diffuse un odore quasi elettrico e sia la barriera che le folgori nere si interruppero di colpo, mentre Iselen e l'altro mago si portavano le mani alla testa in un moto improvviso di vertigine.
I due mostri emisero dei versi frustrati e confusi, ma stavolta fu Runaan ad attaccare per primo. Afferrando i due pugnali da caccia che teneva alla cintura, si avventò su quello sulla destra, piantandoglieli fino all'elsa nel torace prima che potesse reagire, e Alistair trapassò il secondo nello stomaco, per poi sistemare i Genlock rimasti insieme all'arciere. 


《Che… che diavolo era quella!?》 Ansimò l'elfo dalla pelle scura, guardando il ramato con occhi sbarrati. 《Hai usato un'aura Antimagia!?》
L'altro si strinse nelle spalle. 《Ehm… si? Diciamo che quando Duncan mi ha reclutato nei custodi stavo venendo addestrato per diventare un Templare?》

Il più basso si fece immediatamente indietro, il bastone tenuto in avanti in un istintivo segno di difesa, un lampo di paura negli occhi, ma cercò di recuperare un contegno quando sentì uno scalpiccio confuso di passi pesanti. 《Ne arrivano altri.》
Gli altri quattro annuirono e, loro malgrado, impugnarono nuovamente le armi per ricominciare la lotta: ormai mancava troppo poco alla meta per fermarsi.


Stavolta furono loro a prendere la prole oscura in contropiede, andandogli incontro a testa bassa e non dandogli il tempo di attaccare, scaricandogli addosso tutto quello che avevano e attraversando il corridoio come furie.

Giunsero in una stanza che conteneva un gigantesco camino colmo di legna pronta ad essere accesa. Quello doveva essere il loro segnale.
Peccato che un ruggito terrificante mandò all'aria la loro convinzione di avercela fatta: un Ogre più grosso di qualunque altro dei suoi simili sfondò la parete con una spallata, le enormi fauci che grondavano sangue e gli occhi biancastri puntati verso di loro.

《Ogre! Spostatevi!》 Urlò Alistair, mentre tutti si buttavano a terra per sfuggire alla carica della belva.
Runaan scoccò una freccia diretta verso la sua schiena, mentre l'altro arciere faceva lo stesso mirando alla nuca, ma quello le scacciò come se fossero state delle zanzare, prima di iniziare a correre verso l'elfo biondo.
Una spessa coltre gelata si formò attorno ai suoi piedi, permettendo al Dalish di scansarsi, ma l’Ogre si liberò con uno strattone e ruggì con ancora più veemenza quando una palla di fuoco lo colpì al centro del petto.


《Lo fate solo arrabbiare così! Concentrate gli attacchi, Dobbiamo farlo crollare!》 Urlò Runaan, ripensando a come erano soliti abbattere gli orsi nel suo Clan. 《Mirate alle gambe!》
Alistair annuì, pallido di fatica, ma agguerrito come prima, attaccando con la spada il polpaccio della creatura e tagliando legamenti e muscoli, ma la sua pelle violacea dura come roccia opponeva resistenza e il guerriero fu costretto a spostarsi per evitare di essere schiacciato da un mastodontico pugno.

Dei grossi tentacoli di pietra si alzarono dal terreno, trapassandogli i polpacci, ma il mostro continuò a dimenarsi come se niente fosse, afferrando il secondo arciere, troppo vicino per scansarsi.
L’uomo aveva tentato di colpirlo agli occhi con le sue frecce, ma ora si dibatteva terrorizzato nella presa del prole oscura, prima di essere sbattuto ripetutamente con violenza sul pavimento.
Ci fu un orrido rumore di ossa rotte e una fontana di sangue zampillò dal corpo, che venne lanciato via senza sforzi mentre L’Ogre si liberava dalla trappola di Iselen, ruggendo ancora.


Stava barcollando a causa delle ferite, gli arti inferiori erano stati rovinati da vari buchi e squarci che avevano reciso muscoli e danneggiato i tendini, e Alistair e Runaan corsero l’occasione per piantargli la spada e i coltelli nella carne viva, ma anche quella era robusta come cuoio e le loro lame non riuscirono a squarciarla adeguatamente.
Il dalish emise un ringhio frustrato, ma venne interrotto quando una delle massicce braccia del mostro lo spedì a vari metri di distanza, facendogli sputare un grumo di sangue al momento.
Vide decine di stelle danzargli davanti agli occhi e sentì un forte dolore alla schiena e al petto, ma provò ugualmente a tirarsi su. I due maghi e il guerriero stavano ancora combattendo il prole oscura: il colosso era stato debilitato, ma era ancora troppo pericoloso. Tutti loro erano esausti e soprattutto stavano perdendo troppo tempo! Non si sarebbe preso la colpa della distruzione dell'intero Ferelden!

Si rimise in piedi a fatica, sentendo una sensazione piacevole e fresca, mentre una luce curativa lo avvolgeva da capo a piedi, rimarginando le ferite e restituendogli le energie perdute.
Ringraziò con un cenno Iselen e studiò la creatura. Le sue gambe ormai erano ridotte a grumi di carne sanguinolenta, aveva varie escoriazioni sulle braccia e una grossa bruciatura sul petto, ma non aveva ancora intenzione di demordere. Dovevano indebolirlo ancora e soprattutto in fretta se volevano batterlo.


Approfittando delle nuove energie ricevute, corse verso l'ogre, impegnato a rispondere agli assalti di Alistair, issandosi sul suo fianco e piantandoci dentro i coltelli.

La creatura ruggì, cercando di scrollarselo di dosso, ma la spada del ramato riuscì finalmente ad aprire un grosso squarcio sotto l'ascella, rilasciando fiotti di sangue nero e facendo ringhiare il prole oscura di dolore. Il suo braccio ricadde inutile lungo il fianco, rallentandolo, ma non si diede per vinto: anzi, partì furioso alla carica per travolgere il guerriero.
L'elfo si tenne in equilibrio a fatica per non finire per terra, quel coso era troppo veloce per essere così grosso, però Alistair fu abbastanza svelto da levarsi dai piedi. Il secondo mago non fu altrettanto pronto di riflessi purtroppo.

L'intera massa dell'Ogre lo travolse in pieno, mandandogli in frantumi le ossa nello schianto e facendolo atterrare dall’altro lato della stanza, immobile e con gli arti piegati in angolazioni innaturali. Non si rialzò.


Il Dalish ne approfittò. Dandosi uno slancio con tutta la forza che aveva, si tirò su e affondò di nuovo le proprie lame nella pelle e salì sopra la sua spalla. Saltò giù subito dopo, piantando i coltelli nella schiena del mostro e usando tutto il proprio peso per aprirci due lunghissimi tagli.
Fiotti di sangue denso e nero gli sporcarono faccia e capelli, ma lui si tenne stretto fino a quando non venne sbalzato via dai movimenti convulsi del prole oscura, che stava ruggendo furibondo nel tentativo ormai inutile di uccidere chiunque fosse attorno a lui.

Runaan atterrò dolorante sul pavimento, sentendo in bocca il sapore del proprio sangue, certo di essersi rotto qualche costola, ma sentì un tonfo fragoroso vide con soddisfazione che anche il mostro finalmente era crollato lungo disteso, le fauci spalancate mentre cercava di rimettersi in piedi sulle sue gambe distrutte.
Iselen era poco lontano, accasciato contro il bastone, il volto provato e i denti digrignati per lo sforzo. Alistair invece si stava puntellando a fatica sulle braccia per rialzarsi in piedi, un grosso livido gonfio sulla guancia e il labbro spaccato, ma anche lui sembrava a posto. Anzi, si stava avvicinando all'Ogre.

Anche lui si rialzò, afferrando di nuovo i pugnali e mettendosi con il guerriero sopra le spalle del mostro. Sentì un ghigno soddisfatto ornargli la faccia ed entrambi conficcarono le lame nella nuca, dove la pelle era meno spessa e specialmente dove la spina dorsale si connetteva al cranio.  《Bellanaris Din'an Heem.》 Sibilò in elfico. “Ti ammazzo".

Il gigantesco corpo sotto di loro fu scosso da uno spasmo che troncò sul nascere l'ennesimo ruggito, pesanti schizzi di sangue nero zampillarono dalle vene recise. La sua enorme testa si girò un attimo verso di loro, per poi ricadere morta a terra.


《Creatore, questo si che era tosto.》 Ansimò Alistair. 《E voi avete fatto uno splendido lavoro!》
《Io credo sia il caso di accendere questo segnale prima di perdersi in chiacchiere.》 Lo stroncò Iselen, che si stava ancora reggendo al bastone magico.

Il ramato annuì, correndo a prendere una torcia dalla parete e la lanciò sulla catasta di legna, che si accese subito, e poi crollò finalmente a sedere, esausto. 《Preghiamo che Loghain e i suoi possano aiutare Duncan e gli altri.》
《Io spero solo che questa battaglia sia finita. Non ho più forze.》 Borbottò Runaan, anche lui crollato sul pavimento per la fatica, ignorando il sangue e la sporcizia. Non aveva mai combattuto così tanto e così a lungo. E soprattutto le sue solite prede non erano mostri dal sangue velenoso grandi come un aravel!

Peccato che quel giorno i Numi, il Destino o chiunque fosse, non avevano intenzione di dargli retta. Sentì il fragore di gran numero di passi pesanti avvicinarsi rapidamente alla stanza, e dai versi che emettevano i loro proprietari, non erano loro amici.

《Maledizione.》 Sibilò l’elfo dalla pelle scura, tirandosi su a fatica. Non aveva più forze, In quelle condizioni non avrebbe potuto guarire nemmeno un taglio, figuriamoci affrontare altri mostri. Però puntò ugualmente la sua arma contro l’entrata, rimanendo testardamente in piedi. Anche se esausto, aveva tutte le intenzioni di vendere cara la pelle.
Aveva fatto una promessa a Solona e Neria: le avrebbe liberate da quella maledetta Torre e le avrebbe portate in salvo. Sarebbero state libere. E Non aveva intenzione di morire prima di esserci riuscito!


La prole oscura entrò dentro proprio quando anche Runaan e Alistair si rimisero in piedi: il primo ammazzò un Hurlock con una freccia dritta nel cuore, mentre Alistair infilzò un Genlock di sorpresa, però vennero travolti in poco tempo.
Iselen fu ferito a una gamba e buttato a terra da uno Shirek, la bocca irta di zanne a pochi centimetri dalla sua faccia, ma riuscì a liberarsi evocando una lama di ghiaccio dal palmo della mano e piantandola nel suo ventre, alzandosi ancora e attingendo dall’Oblio in un ultimo disperato tentativo.
I suoi occhi divennero azzurri per un attimo, mentre una scarica di energia nuova lo attraversava e una familiare sensazione di calma e potere lo avvvolgeva. Una tempesta di neve comparve dal nulla, travolgendo i suoi nemici di sorpresa con la furia dei suoi venti. Molti prole oscura crollarono a terra congelati, altri ancora vennero spazzati via dalle correnti d'aria, ma molti continuarono la loro corsa.

L’elfo Dalish arrivò in suo aiuto, trafiggendone due di corsa e riuscendo a decapitare un altro Shriek. Era anche lui allo stremo delle forze e continuava a maledire tutto quello che era successo da quando aveva trovato quello specchio, ma ora che era in ballo, non aveva intenzione di farsi uccidere facilmente da quei cosi! Riuscì ad ucciderne un altro piantandogli un coltello nella testa, però una freccia lo colse di sorpresa proprio in mezzo alle scapole, facendogli sputare sangue. Le sue gambe si fecero molli e lui cadde nuovamente a terra per il dolore, la ferita che inviava scosse dolore a tutto il suo corpo.

Alistair era in una situazione simile: era crollato in ginocchio coperto di ferite, l'armatura ammaccata e sporca di sangue e l’aria di chi non ce la faceva davvero più. Era circondato da cadaveri di prole oscura, ma ce n'erano altri pronti a saltargli addosso e il suo scudo giaceva distrutto poco lontano. Ora gli restava solo la spada per difendersi.


Il mago tentò di pensare ad una soluzione, di farsi venire in mente una formula, un trucco, qualsiasi cosa pur di tirarli fuori da quella torre, ma non gli venne in mente nulla. Aveva già usato le sue ultime energie, quel poco potere che ancora sentiva scorrere dentro di lui stava prendendo forma nella tempesta gelida: stava mietendo vittime anche in quel momento, ma non avrebbe retto per molto. Ormai il suo corpo era pesante, sentiva il sangue scendere copioso dalla ferita e soprattutto era circondato da ogni parte.
Per un secondo ebbe un'idea folle. Provare ad adoperare il potere del suo sangue per distruggerli tutti, come aveva visto fare a Jowan nella torre. Poteva sentire il suo potere, sarebbe bastato attingervi, ma non aveva mai usato la magia proibita. Sarebbe riuscito a controllarla?


La prole oscura dovette notare la sua esitazione, perché iniziò a farsi avanti, i loro versi simili ad una grottesca risata, ma poi uno schianto assordante lo fece voltare tutti verso l'alto e il tetto esplose in un inferno di fiamme. Una pioggia di detriti incandescenti precipitò su di loro, mentre una gigantesca zampa squamosa sfondava Il soffitto. La zampa di un Drago.

Iselen crollò in ginocchio. Se quel Drago era lo stesso che aveva visto nella visione durante l'Unione, significava che era l'arcidemone a capo dei prole oscura. E significava anche che la battaglia sarebbe stata persa comunque, con o senza l'aiuto di Loghain.
Solo che a smentirlo ci pensò proprio la creatura. Con un guizzo, le fauci possenti dilaniarono il tetto e una cascata di fuoco scese rapidissima su tutti i mostri presenti, riducendoli in cenere in pochi secondi.


L'elfo non aveva idea di che cosa stesse succedendo. Perché un Arcidemone attaccava le sue stesse truppe? Ma poi si rese conto che quella che aveva davanti non era la creatura corrotta e putrescente che aveva visto quando aveva bevuto il sangue.
Le squame erano viola e nere e brillavano come gemme grazie al fuoco nella stanza. La sua forma maestosa si stagliava in tutta la sua abnorme massa, con le ali spiegate e ruggendo feroce. Era un vero Alto Drago in tutta la sua terrificante bellezza. E Runaan e Alistair giacevano svenuti vicino alle sue zampe.


Iselen tentò di avvicinarsi per guarirli, la gamba ormai insensibile, ma il Drago si girò verso di lui, come se lo avesse percepito, puntando i suoi enormi occhi gialli proprio su di lui e sollevando gli artigli.
Il mago si aspettò di essere ridotto a brandelli, nello stato in cui si trovava non avrebbe nemmeno potuto creare una nevicata, ma invece la morsa ferrea del Drago lo strinse e lo strappò via da terra senza ferirlo, facendogli sgranare gli occhi mentre la fortezza diventava sempre più piccola sotto di lui, il rumore ritmico delle enormi ali che copriva quello della battaglia ancora in corso.

E notò di non essere l’unico in quella situazione: Runaan e Alistair erano ben stretti nell'altra zampa, ancora svenuti ed entrambi gravemente feriti, ma vivi. Ed era stato un Drago a salvare loro la vita!
《Gra… zie.》 Mormorò, rivolto alla creatura, prima di crollare svenuto a sua volta.


***


Duncan non sapeva da quanto stesse combattendo. Fin dall’inizio della battaglia aveva fatto in modo di proteggere Cailan, falciando un prole oscura dopo l’altro e rivolgendo fugaci sguardi verso la torre si Ishal, pregando che Alistair, Iselen e Runaan fossero ancora vivi e riuscissero a dare il segnale.

Il re combatteva accanto a lui, l’armatura dorata sporca di sangue e lo spadone ancora piantato nella testa di un Hurlock, ma il custode sentì una presenza gigantesca avvicinarsi.
Si voltò appena in tempo per vedere un enorme Ogre caricare verso di loro, usando le possenti braccia per spazzare via prole oscura e soldati sulla strada come fuscelli. Provò a colpirlo con la spada, ma una manata lo spedì a vari metri di distanza, facendolo atterrare doloramente sul terreno fangoso.

Rialzò la testa, lo sguardo appannato e la bocca piena del suo stesso sangue, giusto in tempo per vedere il mostro afferrare il re. Lui si dibattè terrorizzato, cercando di liberarsi, ma le enormi dita si chiusero attorno a lui.
La sua armatura si piegò come carta, sfondando il petto e i polmoni del giovane sovrano e facendogli sputare un grumo rosso vivo.

L'ogre gettò via il cadavere come spazzatura, facendolo atterrare a pochi metri da lui. Il custode, sbarrando gli occhi, si rimise di nuovo in piedi e corse verso il mostro con tutte le forze che aveva, cogliendolo di sorpresa e trapassandogli il petto con le sue lame ancora e ancora, sollevando spruzzi di sangue nero e facendolo ruggire di dolore, mentre la sua enorme massa crollava a terra senza vita.

Duncan ansimò pesantemente, i polmoni in fiamme e le orecchie piene dei suoni della battaglia, delle urla dei suoi compagni d'armi, e si avvicinò al re, il figlio della persona che lo aveva aiutato tanti anni prima, il primo che avesse mai creduto davvero lui, ma comprese in fretta che non c'era più niente da fare. Il collo era spezzato e lo sguardo vacuo e fisso.
Si guardò intorno, sperando di vedere Loghain, i suoi rinforzi, chiunque affinché corressero in loro soccorso, ma non c'era nessuno. Solo una marea di prole Oscura che stava uccidendo tutti i poveri soldati rimasti in vita.


Si voltò, ormai esausto, verso la torre di Ishal. La sommità bruciava, l'unica luce rimasta ad illuminare la notte, e gli parve di scorgere una gigantesca figura alata allontanarsi nel cielo e in qualche modo si sentì in pace. In qualche modo sapeva che quella creatura aveva salvato le sue reclute. 
《Ora tocca a voi.》 Mormorò, prima che la scure di un Hurlock si piantasse nel suo cranio.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Harry Fine