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Autore: Little Firestar84    24/07/2021    12 recensioni
I Makimura ed i Kaibara: famiglie nemiche da secoli, due imperi economici che dall'antichità si fronteggiavano, prima nei campi di battaglia, poi nei mercati finanziari.
Non rifuggono alla lotta nemmeno i due giovani rampolli delle famiglie: Kaori Makimura e Ryo Saeba Kaibara, figliastro di Shin, patriarca della famiglia Kaibara, cresciuto per ereditare la multinazionale del patrigno.
Scherzi, battute più o meno crudeli, piccole e grandi cattiverie:fin dalla più giovane età, i due non si sono mai fatti mancare niente.... incluso un matrimonio improvvisato dopo una nottata ad altissimo tasso alcolico ed erotico! E se la bella Kaori credeva che dopo la sua fuga nella notte Ryo avesse fatto annullare il matrimonio, scoprirà, alle sue stesse nozze, con il magnate dei media Uragami, che non è così... e che Ryo non ha alcuna intenzione di lasciar andare così sua moglie!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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“Ryo, ma cosa…. Tu… ” Appena rientrata a casa del fratello dopo una giornata di lavoro dove, la mente colma di pensieri riguardanti Ryo, aveva portato a termine poco o nulla, stanca e con il morale a terra, Kaori rimase sconvolta non appena vide chi si trovava davanti a lei, seduto mollamente a cavalcioni di una sedia davanti alla porta d’ingresso. Mentre si sentiva tremare e le parole le uscivano dalle labbra come un borbottio sussurrato, guardò Ryo fisso negli occhi, che la studiava sornione come se tutto nel mondo fosse a posto, oppure lei fosse la cosa migliore e più bella che gli fosse mai capitata in tutta la sua vita. “Come hai fatto a trovarmi?”

“Kaori, desidererei rammentarti che tuo fratello ha sposato la mia migliore amica…” lui sogghignò, incrociando le braccia sullo schienale della sedia. “E tu è proprio a casa loro che sei venuta a nasconderti. Davvero credevi che nessuno di loro sarebbe venuto a dirmi quanto era triste senza di me la mia mogliettina?”

“A volte detesto come tu ed i tuoi amici fate comunella!” Lei sbuffò; marciò oltre, verso la camera degli ospiti, camminandogli accanto a passo spedito, senza degnarlo di ulteriori attenzioni. Ryo si alzò in piedi e la seguì, rimanendole dietro senza tuttavia avvicinarsi troppo o toccarla, conscio di essere responsabile della rabbia della donna con le sue bugie e le sue mezze verità.

“No, non i miei amici. Il problema,” ammise lui, passandosi una mano nei capelli. “tu ce l’hai con me. Anche perché tu a loro piaci, e pure tanto, come io piaccio a tuo fratello, dato che è stato Maki a darmi la casa libera per poter parlare con te in tutta tranquillità e ragionare su cosa è successo.”

Kaori rimase in silenzio, un silenzio carico di tensione, di detti e non detti che parlava da sé; logico che fosse arrabbiata- ma non sapeva se avercela con Ryo, per averle nascosto i suoi affari, o con sé stessa, per essersi permessa di cadere vittima di quell’incantesimo d’amore.

“Ho annullato la vendita della proprietà di Rapponigi.” Le disse all’improvviso, abbassando gli occhi, le mani in tasca. Stupita, certa che ormai fosse stato tutto deciso, Kaori si voltò verso di lui, e notò per la prima volta quanto Ryo sembrasse quasi un ragazzino, indifeso e ferito. I vestiti erano sgualciti, quasi ci avesse dormito dentro, e aveva l’aria stanca- non si era nemmeno fatto la barba.  Ryo fece un passo verso di lei, offrendole il palmo della mano destra, sorridente. “Voglio venderla… a te. Tutto quello che ti chiedo è una moneta da cento yen.” 

“Tu… vuoi vendermi una proprietà. Invece di donarmela.” La donna alzò il sopracciglio, indecisa se credere a cosa il cuore che batteva martellante nel petto le suggeriva o se seguire la ragione e non cadere vittima delle macchinazioni del magnate. “Cos’è, hai intenzione di cambiare in corsa il nostro accordo post-matrimoniale?”

“Proprio così, Kaori!” Le rispose, facendo un ulteriore passo verso di lei, il viso rilassato e felice, ma che sembrava trasmettere tenerezza e bisogno. “Ho intenzione di rivenderti ogni bene e proprietà dei Makimura alla modica cifra di cinquecento yen l’uno, a patto che tu voglia essere ancora mia moglie.” Il modo in cui la sua voce la accarezzò, il calore che le trasmetteva, e la scelta del verbo - volere, non dovere stavolta - non mancò di impressionare la donna, che arrossì, emozionata, rinfrancata nell’animo alla prospettiva di poter avere quello che desiderava… e di non essersi sbagliata.  Ryo non era il diavolo che aveva sempre creduto, ma un angelo, un po’ sui generis, ma soprattutto era uno che non sapeva come comportarsi con il suo prossimo, specie con lei… ma era un brav’uomo, e quello che aveva fatto, lo aveva fatto per lei.

“E se io non fossi interessata a riavere quelle proprietà?” Gli domandò, ammiccante, conscia che non avrebbe avuto bisogno di conquistarlo, perché Ryo era già suo, come lei apparteneva a lui, anima e corpo. “O ad essere tua moglie?”

“Allora le donerei tutte a tuo fratello, o a tuo nipote, e farei di tutto per poterti conquistare, anche rinunciare al mio nome, al mio patrimonio se fosse necessario!” Le rispose, secco e deciso, gli occhi che la supplicavano di riprenderlo, dargli un’altra possibilità. Il cuore di Kaori tremò nel petto, mai lo aveva visto così bisognoso, supplichevole. Aperto. “Non mi importa di questa stupida lotta che va avanti da più tempo della guerra delle due rose, io ti amo da anni Kaori, da quando eri quella ragazzina impertinente che quando la prendevo in giro mi rispondeva per le rime, quella ragazza che difendeva i più deboli dai bulli e non si lasciava dettare regole da niente e nessuno. La mia vita senza di te non ha senso… ti prego Kaori, fammi l’onore di voler rimanere mia moglie… dammi un’altra possibilità, come hai fatto quella sera, quando abbiamo scommesso su di noi.” 

“Oh tu…. maledizione Ryo, avrei voluto dirtelo io per prima!” Kaori ricacciò indietro le lacrime e tirò su col naso, lasciando che Ryo prendesse la mano nella sua, e gli sorrise, ridacchiando dolce. “Immagino di non avere molta scelta, e che mi toccherà rimanere tua moglie!” 

“Intanto perché non me lo dici per bene, moglie?” Sorridente, le fece l’occhiolino; arrossendo, Kaori nascose il viso nel petto di lui, e lo guardò negli occhi. Lui la fissò incantato da quelle pozze color nocciola, lucenti, brillanti, piene di vita e brio: non era cambiata, era la stessa di tanti anni prima, la stessa ragazzina che lo aveva stregato anche se lui all’epoca non aveva capito bene il perché. 

“Tu, Ryo Saeba, mi hai conquistata!” Gli disse, timida ed innocente, ma chiaramente felice. “Ti amo così tanto… e non desidero altro che tu sia la mia famiglia, per sempre.”

Ridendo come un ragazzino, Ryo la prese tra le braccia, e la sollevò; mentre volteggiavano, ridevano, si baciavano, si sorridevano, e continuarono a piroettare così fino a che non inciamparono nel divano, cadendoci sopra in una posizione molto invitante, con la giovane donna letteralmente spiaccicata contro il solido torace di lui. 

“Oddio, chissà cosa diranno le nostra madri adesso…” Lei scherzò. Braccia incrociate, si puntellò sui gomiti, allungandosi per lasciare un bacio giocoso sul naso di lui, che giocava con una ciocca di capelli ramati della sua adorata moglie. “Come minimo avranno un collasso!”

“Oh, saranno troppo prese dal badare ai nipotini per ricordarsi che c’era stato un tempo in cui le nostre famiglie si erano fatte la guerra… anzi, magari se la faranno pure di più, per cercare di capire chi possa essere la nonna preferita, anche se non sono certo che Carmen accetterà di buon grado questo titolo. Quasi me la vedo che scoppia a piangere dicendo che non è vecchia!” Ryo scoppiò a ridere, un sorriso che gli raggiungeva gli occhi, poi, una volta calmatosi, prese a guardarla allusivo, mentre spostava la mano verso sud, infilandola sotto la vestito blu che Kaori aveva indossato quel giorno per uscire. “Allora moglie, che ne dici, ti va di provare la teoria del fate l’amore non fate la guerra e mettere in cantiere un erede?”

“Sul divano di mio fratello? Nemmeno morta, Ryo!” Ridacchiò lei. Gli diede un altro veloce bacio, stavolta a fior di labbra, e poi si accoccolò contro di lui, godendo del modo in cui la mano di Ryo le massaggiava il braccio, riscaldando il suo intero essere. Rimasero a lungo accoccolati così, godendosi il silenzio e la pace, ed erano quasi addormentati quando Kaori ricordò improvvisamente una cosa.  “Sai, non ti ho mai chiesto come mai eravamo ancora sposati, o perché i documenti dell’annullamento non erano mai arrivati al tribunale..”

“Beh, semplice!” Ryo ridacchiò, facendole l’occhiolino. “Non abbiamo mai avuto l’annullamento perché non  ho mai presentato i documenti… appena ho letto cosa fossero li ho strappati e li ho bruciati! Cosa credi, io ero pazzo di te da anni, Kaori, e non avevo la benché minima intenzione di rinunciare al nostro matrimonio… o credi che sia stato un caso che mi sia messo a collezionare dipinti antichi e che sia andato proprio alla tua compagnia assicurativa per mettere al sicuro il mio investimento? E comunque, tu non ti sei mai presa la briga di controllare se io li avessi firmati, quindi mi sa che sotto, sotto pure tu volevi rimanere mia moglie!”

“Non so se sia stato un gesto romantico o stupido…comprare le proprietà della mia famiglia, acquistare tutti quei quadri... tutti quei soldi solo per potermi rivolgere la parola… non sarebbe stato più semplice parlarmi direttamente e dirmi che ti piacevo?” Lei gli diede un colpetto nello sterno, ridendo, ma subito dopo si incupì leggermente, anche se tuttavia un leggero rossore si era posato sulle sue guance, come petali di una rosa. “Ryo… mi spiace di essere scappata quella notte. Io… mi sono spaventata. Non mi ero mai sentita così prima di allora, era quasi… totalizzante. E poi ho agito d’impulso, sul momento non ho voluto capire che comprare quelle proprietà era il tuo modo di mettere al sicuro il patrimonio della mia famiglia. dalla mia famiglia.”

“Non importa, Kaori… e poi ti capisco. Anche io ho avuto paura, non mi ero mai sentito così con nessuna… forse per questo non sapevo bene come comportarmi, ed invece che essere onesto ti ho nascosto cosa stavo facendo. L’importante però  è che siamo arrivati qui, ora, non credi?” Le rispose. Prendendo le dita di Kaori nella sua mano, le portò alle labbra, posandovi un delicato bacio. “Ti andrebbe di risposarmi? Stavolta facendo le cose per bene… niente giudici al tavolo del Black jack, ma i nostri amici e le nostre famiglie, vere promesse, e magari pure la luna di miele. Non siamo obbligati ad andare lontano, potremmo passare due settimane immersi nel verde di Amami, solo noi due, da soli, niente telefoni, niente staff… ho anche una spiaggia privata, una piccola distesa di sabbia rosa contornata da vegetazione su cui si affaccia una meravigliosa cascata ed un lago...potremmo fare il bagno nudi, fare l’amore nell’acqua, sulla sabbia… contro un albero magari! ”

“Ryo!” Arrossendo, gli diede uno scappellotto, mentre lui ridacchiava come un ragazzino sciocco. Kaori sospirò, alzando gli occhi al cielo, eppure, non riusciva a smettere di sorridere. “In realtà, visto il disastro che ho combinato alle mie due precedenti nozze non penso che sia molto intelligente organizzare un altro matrimonio, ma dato che insisti così tanto, forse un tentativo per te potrei farlo… forse!”

“Beh, intanto che ci pensi permettimi di farti il regalo di nozze!” Ryo scoppiò a ridere, facendole l’occhiolino. Si allungò dietro al divano, afferrando un pacco avvolto in carta marrone. Kaori lo prese, titubante, dalle sua mani, e lo scartò con estenuante delicatezza, ed il fiato le mancò in gola quando vide cosa conteneva.

Donna in camicia.

Ryo le aveva regalato il loro quadro, quello che lui aveva sempre ritenuto che la rispecchiasse alla perfezione, il quadro di cui lei gli aveva parlato la loro prima volta insieme, e che lui aveva poi acquistato per la sua collezione personale per quel semplice motivo, perché l’aveva ascoltata, e aveva dato peso a ciò che lei diceva.

E adesso, ne faceva dono a lei.

“Oh, Ryo…” con le lacrime agli occhi, tirando su col naso nemmeno fosse una bambina, mentre la tela cadeva a terra, lei gli gettò le braccia al collo, divorando la sua bocca con famelici baci che Ryo fu ben felice di ricambiare, sorridendole sulle labbra mentre le mani la tenevano stretta al suo corpo virile, desiderose di non lasciarla andare, mai più, per nessun motivo al mondo. Proprio come a lungo aveva desiderato, finalmente aveva il tesoro che aveva bramato per anni, il cuore di Kaori - e Kaori aveva il suo. Possedeva tutto di lui. Il suo corpo, la sua anima, la sua mente. Fino a che avessero avuto respiro.

 

Un anno dopo…

Era finalmente arrivata la primavera, e le vie di Tokyo erano colme di turisti provenienti da tutto il mondo, giunti per assaporare la fioritura dei ciliegi. Era il festival dell’Hanami, il periodo dell’anno preferito da Kaori, aveva da poco compiuto gli anni (come anche Ryo, il cui compleanno cadeva pochi giorni prima del suo), ed era circondata da persone che la amavano davvero, apprezzandola per chi era e non per cosa potesse rappresentare per loro.

C:\Users\eli\Google Drive\city hunter\Grafica\gossip magazine cover.jpgKaori si guardò intorno, seduta sulla verde erba del parco cittadino, i petali rosa che le cadevano sul capo, leggeri come la prima neve; Ryo e Hide erano appoggiati alla balaustra di un ponticello, facendo vedere al nipotino di Kaori le ochette che nuotavano spensierate nel piccolo torrente e afferravano i pezzetti di pane che il bambino ed il padre lanciavano loro. Come se avesse avvertito lo sguardo della moglie su di sé, Ryo si voltò, e rimasero incatenati l’uno all’altra per lunghi e interminabili momenti di pace interiore, che trasmettevano a chiunque vedesse l’enormità del loro amore, quanto si amassero e adorassero. 

Ryo le sorrise, abbassando leggermente gli occhi sul ventre di Kaori: ormai mancavano solo più un paio di mesi all’arrivo della piccola Midori, che avrebbe portato il nome della nonna paterna di Ryo, nelle loro vite.

Con emozione, Kaori si portò una mano sulle labbra, mentre gli occhi le brillavano per la gioia: al prossimo festival dell’Hanami anche loro, come i loro amici, come suo fratello, sarebbero stati genitori… Mick e Kazue avevano avuto una bambina, che avevano deciso, simpaticamente, di chiamare Gabriella, e anche Miki ora era madre, anche se suo figlio, Masato, era solo un neonato.

Quei tre pargoli sarebbero stati presto raggiunti da un quarto, ed i padri già bisticciavano e si punzecchiavano chiedendosi se crescendo qualcuno di loro si sarebbe innamorato. Kaori non poteva saperlo, nessuno poteva prevedere il futuro, ma era certa che avrebbe permesso a sua figlia di scegliersi da sola la sua strada, il suo destino… ed il suo amore, nessuno l’avrebbe usata come suo zio  e sua amdre avevano fatto con lei. 

Mani sul grembo, la donna sospirò. Lei e Ryo stavano gradualmente ricostruendo i rapporti con le loro famiglie d’origine, specie con certi soggetti in particolare… il primo passo era stato avere un vero matrimonio, con tanto di prete, nella deliziosa cappella di Okutama, fuori Tokyo, dove anche Miki si era sposata. Ryo aveva indossato uno smoking,  lei un abito bianco -disegnato in esclusiva per lei dall’amica Eriko-  che più classico non poteva essere, per la gioia di sua madre. Avevano perfino venduto l’esclusiva nientepopodimeno che all’Intelligencer, dietro la promessa che la somma ricevuta non sarebbe andata a loro ma ad un ente di beneficenza. I Kaibara, i Makimura ma anche i Saeba avevano partecipato alla cerimonia, che si era svolta senza intoppi, e adesso che un erede di entrambe le dinastie era in arrivo, erano tutti più sereni. Anche la madre di Ryo era divenuta più accondiscendente, nonostante  Kaori fosse certa che lei vedesse quel bebè come solo un Kaibara, anche se buona parte del merito era di Hide, che dopo aver parlato con Ryo e appreso appieno i sacrifici che lei aveva fatto, e i sotterfugi messi in atto dalla loro famiglia, aveva deciso di prendere maggiormente in mano la situazione e dedicarsi agli affari dei Makimura, congiuntamente a Kaori e Ryo.

“Ehi, tutto bene?” Ryo le domandò, sedendosi accanto a lei e poggiandole un braccio attorno alle spalle, mentre le dava un delicato bacio sul collo; Kaori, riportata al loro bellissimo presente, non poté fare altro che acconsentire, sorridente. “Beh, rilassati adesso finché puoi… se penso che domenica abbiamo  a pranzo tutte e due le nostre famiglie mi vengono i brividi…”

“Già… se tuo padre batte ancora una volta mio fratello a scacchi mi sa che scorrerà il sangue!” Kaori scoppiò a ridere, mentre il ciondolo antico che portava al collo catturò i raggi del sole, risplendendo.  Ryo lo prese tra le dita e lo guardò, giocherellandoci, pensieroso: era stato Shin a regalarlo a Kaori, e Sonia le aveva raccontato la storia di quel monile, che aveva scoperto curiosando tra vecchi archivi e raccolte di antichi racconti. Alla fine, la giovane aveva avuto ragione, e aveva scoperto la storia di Himari Makimura. Unica figlia femmina di Kazuo Makimura, promessa, innamorata e ricambiata del loro vicino, Shinichi Kaibara. Un vecchio molto benestante si era però innamorato della ragazza, ed il padre di lei non aveva esitato a rompere il fidanzamento della figlia, vendendola al miglior offerente… Shinichi aveva giurato amore eterno alla bella Himari, a cui aveva donato quel ciondolo, e sempiterno odio al padre di lei, un odio che si sarebbe dovuto mantenere per tutte le generazioni a venire. 

Alla fine, però, l’amore aveva trionfato, ed i clan Makimura e Kaibara si erano ritrovati finalmente uniti, secoli dopo quel primo giuramento infranto; la guerra era finita, ed un giorno, le proprietà che erano state dei Makimura sarebbero passate ai figli di Kaori, con l’eccezione di quelle che lei aveva donato al fratello: Hide si era allontanato dalla famiglia per seguire la sua strada, ma Kaori desiderava che comprendesse che, agli occhi del padre, erano stati tutti uguali… lui li aveva amati allo stesso modo, e forse se non fosse mancato prematuramente, avrebbe potuto decidere meglio di chi avrebbe dovuto amministrare i beni di famiglia nel tempo.

Intanto, però, lei adesso aveva le mani occupate con il loro presente, e la gioia che la loro famiglia le donava, giorno dopo giorno, e presto a riempiere le sue giornate ci avrebbe pensato sua- loro- figlia.

E chissà cos’altro avrebbe riservato loro la vita… dopotutto, Kaori non si era mai immaginata quello scenario, che si potessero innamorare, sposare, lasciare e tornare insieme… poco più di due anni prima era stata intenta ad organizzare la cerimonia perfetta con l’uomo ideale, e la vita invece le aveva riservato quella sorpresa, facendole scoprire come l’unico uomo con cui non credesse possibile avere un futuro fosse in realtà quello giusto…

Accoccolandosi contro il petto di Ryo, Kaori si disse che non vedeva l’ora di vivere quel viaggio con lui, giorno per giorno.

 

[nota: la fan-art di City Hunter inserita all’interno della storia è di @pound_poundy, su twitter]

   
 
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