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Autore: Feisty Pants    25/07/2021    1 recensioni
La banda è ormai fuori dalla banca di Spagna e cerca di ricominciare a vivere in piena tranquillità spostandosi da un luogo a un altro. Alicia Sierra, Cesar Gandia e la polizia segreta, però, cercheranno in tutti i modi di trovare i Dalì per porre fine a una guerra che ormai stava durando troppo tempo. I veri protagonisti, questa volta, saranno i sentimenti, le emozioni e le storie personali di ogni membro della banda obbligato a fare i conti con i fantasmi e tesori della propria vita.
(Alcuni elementi della trama originali sono stati modificati. Nairobi, infatti, è ancora viva e il professore è riuscito a portare fuori la banda dalla banca di Spagna senza aver incontrato Alicia Sierra)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, FemSlash | Personaggi: Il professore, Nairobi, Rio, Tokyo
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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CAPITOLO 16
AXEL

 
Nuova tappa, quasi un mese dopo…

I Dalì avevano completamente modificato la tratta, riuscendo così ad allontanarsi dalle grinfie della Sierra che aspettava il primo errore per stanarli di nuovo. Quel periodo di parziale tranquillità aveva permesso a tutti di fermarsi e pensare al da farsi. Rio e Tokyo si abituavano ai nuovi ritmi da genitori, con qualche momento di sclero della donna che bisognava aiutare. Denver e Stoccolma immaginavano come organizzare il proprio futuro, che casa costruire, come usare i soldi e se iscrivere Cincinnati all’asilo. Helsinki sognava di poter rivedere la propria famiglia e incontrarsi da qualche parte con Palermo, nella speranza di concordare una nuova meta comune. Raquel e Sergio, oltre a pensare al piano, si dedicavano del tempo anche per loro stessi e per i propri obiettivi, scegliendo di riprendere Paula e offrirle la miglior opportunità possibile, ma erano Bogotà e Nairobi ad avere il piano più complesso da organizzare.

I due avevano deciso di sposarsi velocemente, in presenza degli amici più cari in modo da godersi gli istanti di serenità per poi vedersi colleghi combattenti resi marito e moglie. I due non sapevano ancora dove andare, sicuramente insieme a Rio e Tokyo, ma non avevano idea del luogo. Nell’attesa, però, tutta la squadra si era messa all’opera per organizzare al meglio l’evento con un minimo di eleganza.

Il giorno prima delle nozze, infatti, Tokyo e Stoccolma avevano cercato un abito da sposa in internet grazie all’aiuto di Rio che era addirittura riuscire a trovarne uno perfetto per Nairobi, visto che mostrava alcune caratteristiche peculiari riconducibili alla tradizione gitana. Helsinki si era dato alla cucina, riscoprendosi un ottimo cuoco e traendone soddisfazione. Lisbona studiava delle strategie per rendere il matrimonio legale a tutti gli effetti una volta usciti da quell’orribile situazione e aveva organizzato il rito in ogni minimo dettaglio. Il professore, invece, oltre a occuparsi della musica, era riuscito a trovare Axel, concordando con i genitori adottivi. I due erano inizialmente titubanti ma, come avevano dichiarato anche alla polizia, speravano che Axel potesse rivedere la madre biologica, vista la sua profonda ferita.

Erano ormai le 18.00 e tutti avevano deciso di prendersi una pausa per rifocillarsi vista la fatica di quel giorno di preparativi. Tokyo entra nella propria camera da letto, lasciandosi cadere sul letto per poi mettersi seduta e appoggiare la testa al muro. Rio entra in stanza dopo aver fatto una doccia, con gli addominali scolpiti in bella vista.

“Si ma sei proprio stronzo però eh!” afferma Tokyo, gustandosi quella meravigliosa visione.

“Ti eccito?” chiede lui, contraendo il muscolo del braccio e muovendo il bicipite.

“Guarda, lo vorrei tantissimo, ma la teppistella deve mangiare. Passamela dai…” comunica Tokyo, facendo segno al fidanzato di prendere in braccio la piccola nel suo lettino e portargliela.

Rio non se lo fa ripetere due volte e solleva con estrema cura la piccolina che, durante quel mese, era riuscita a prendere un po’ più di forze.

“Chi è la bimba più bella del mondo?” dice lui, mettendosi la bambina tra le braccia e facendole le facce.

“Oh no ci risiamo” constata Tokyo, alzando gli occhi al cielo e portandosi una mano sul volto.

“Tu non dovrai mai avere un ragazzo capito? Starai con il tuo papà per tutta la vita!” continua lui con lo sguardo innamorato per quella creaturina dai folti capelli neri.

“Ok bodyguard, ora dammela che se no mi esplodono le tette” si inserisce Tokyo tendendo le braccia verso di lui, con la solita delicatezza verbale di sempre.

Rio consegna la bambina alle cure della madre, per poi sdraiarsi accanto a lei e osservare Nieves poppare con voracità, mentre Tokyo le accarezza delicatamente il capo.

“Sei brava sai? Tu che non ci credevi…” aggiunge Rio, guardando la ragazza con occhi lucidi e colmi d’amore.

“Ho ancora tanto da imparare…” risponde Tokyo senza prendersi il merito, abbozzando un sorriso.

“Quando usciremo di qui vivremo una vita meravigliosa. In un giardino enorme, vicini a Nairobi e Bogotà e ai loro cinquantasette bambini” sogna in grande il piccolo informatico, scoppiando a ridere di gusto.

“Beh conoscendo Nairobi immagino che ne metterà al mondo come minimo altri due” aggiunge Tokyo divertita, sapendo in realtà quanto l’amica del cuore desiderasse la maternità.

“Appena usciamo di qui voglio sposarti Tokyo. Su una barca, solo io e te. Saremo felici, proprio come lo siamo ora” conclude lui, avvicinandosi alla donna e baciandole le labbra con delicatezza, per poi guardare Nieves che mangiava.

Tokyo appoggia la testa al petto di Rio, per poi socchiudere gli occhi e rilassarsi avvolta nell’amore della sua famiglia.

“Nairobi, seguimi” dice il professore, prendendo in disparte la sposa e accompagnandola in un luogo isolato rispetto all’abitazione.

“Che cosa stai facendo prof?!” chiede lei dubbiosa, trascinata a forza dall’uomo che si stava mostrando particolarmente agitato. Era da tempo che stava organizzando quel piano e ora non vedeva l’ora di osservare la reazione dell’amica.

“Entra lì dentro!” ordina Sergio, indicando una casetta in legno posta in mezzo ad un bosco vicino all’abitazione segreta. Nairobi entra nella baita misteriosa, per poi spalancare gli occhi e avvertire un tuffo al cuore.

Davanti a sé c’era il sogno della sua vita. Davanti a sé c’era il suo obiettivo. Davanti a sé c’era il suo cuore. Davanti a sé c’era un bambino: un semplice bambino dai riccioli neri che lei conosceva bene.

“Axel!” riesce a sussurrare lei incredula, mentre si porta una mano sul polmone reduce di una battaglia combattuta proprio per lui, avvertendo delle fitte di dolore che però sopporta con piacere.

Il bambino sorride alla madre, fissando gli occhi neri su di lei e cercando di memorizzarne la fisionomia.

Nairobi è costretta a sedersi su una sedia, avvertendo la testa girare e il respiro farsi più pesante.

“Nairobi…” comunica il professore, entrando nel luogo e posandole una mano sulla spalla.

“Per un giorno così importante come quello di domani, sono riuscito a fissare un accordo con la famiglia di Axel. Ora vi lascio soli ma ci tengo a dirti che il bambino potrà rimanere qui fino a domani, per poi tornare in un luogo sicuro” spiega il professore, per poi mettersi in disparte e lasciare che siano gli altri a parlare.

“Buongiorno Nairobi…” saluta la donna posta di fronte a lei, stringendole la mano. Nairobi risponde al gesto educatamente, grata a quei due signori per essersi presi cura di Axel.

“Axel è un bambino meraviglioso. Educato, simpatico, creativo e soprattutto bravissimo a cucinare” spiega ancora la mamma adottiva per smorzare la tensione.

“Sì, amo la cucina!” conferma Axel sorridendo e saltando felice sul posto.

“Volevamo solo dirle che noi abbiamo sempre spiegato ad Axel che lei è una mamma meravigliosa e che presto sarebbe tornata a prenderlo. Abbiamo raccontato a lui la vostra storia, le vostre fatiche e i vostri valori. Non abbiamo mai avuto paura di lei e dei suoi gesti, in quanto il terrorismo della Sierra ci ha mostrato che i buoni e i cattivi non sempre combaciano con le cariche pubbliche che vengono affidate. Axel non vedeva  l’ora di rivederla… e vorremmo ora lasciarvi soli” comunica il padre adottivo, senza il minimo timore per la ex rapinatrice. Nairobi pensa di essere in un sogno, in una realtà inventata dove tutto ciò che desiderava si stava finalmente palesando. Per un attimo la gitana crede di essere morta, visto che immaginava l’aldilà come un prato fiorito dove tutto sarebbe andato bene e Axel l’avrebbe salutata da lontano, con un sorriso stampato sulle labbra.

Eppure tutto ciò che stava accadendo era vero e, per la prima volta nella sua vita, aveva avuto la fortuna di incontrare una coppia di sposi onesti che, nell’anzianità, avevano offerto amore a suo figlio senza cancellargli il bisogno di ritrovare la vera mamma.

“Io non so come ringraziarvi! Perché state facendo tutto questo per me?!” chiede allora Nairobi con le lacrime agli occhi, alzandosi in piedi e stringendo le mani a quei due sconosciuti che le stavano migliorando la vita.

“Perché Axel è un bambino stupendo e questo significa che anche la sua mamma deve essere tale. Inoltre noi non ne possiamo più della Sierra e di tutte le cattiverie. Sicuramente anche voi non vi siete comportati benissimo, ma abbiamo seguito le faccende e abbiamo riflesso in voi quel coraggio che spesso manca alle persone… il coraggio di ragionare, fissarsi sui veri valori e non rispondere sempre immediatamente alle richieste dello stato e del mondo” conclude la donna, per poi posare le mani sulle spalle di Axel per terminare il discorso.

“Abbiamo stipulato un accordo con il professore. Axel resterà con noi finché non sarete al sicuro, poi potrà venire con te per sempre” si aggiunge anche l’uomo dalla barba grigia, appoggiando una mano su quella della moglie.

“Io non so come ringraziarvi! Io, io…” inizia a dire Nairobi non riuscendo a credere alla situazione, intrecciando le dita delle mani ed appoggiandoci sopra il mento.

“Pensavo che la mia vita fosse un disastro e che automaticamente anche quella di Axel avesse preso una cattiva piega, visto le prime famiglie adottive che ha avuto. Voi siete la dimostrazione dell’amore vero e da come mi parlate non posso che reputarmi fortunata, nell’avervi avuti come angeli custodi di mio figlio. Vi ringrazio di cuore e giuro che troverò un modo, al termine di tutto, per continuare a vederci in modo da dare continuità anche ad Axel” finisce di dire Nairobi, alzandosi in piedi con le lacrime agli occhi.

“Noi abbiamo un solo figlio nostro e ci siamo poi dedicati a crescere tanti bambini aiutando i genitori naturali a restaurare un rapporto con loro. Non ci siamo mai sostituiti a lei, ma nutriamo un profondo affetto verso questo meraviglioso bambino. Per questo saremo felici di potersi rivedere” ringrazia la donna, dando una pacca sulle spalle ad Axel, per poi ricevere un abbraccio inaspettato da Nairobi che non riusciva a smettere di ringraziare.

Dopo alcuni minuti, Axel e Nairobi rimangono soli, finalmente, dopo tantissimo tempo. La donna lo osserva in ogni minimo particolare. I capelli ricci e mori che facevano di lui un ragazzino energico e ribelle, gli occhi profondi e neri come la pece, la carnagione leggermente più scura, i lineamenti gitani, un simpatico neo sullo zigomo sinistro e un sorriso smagliante. Quel bambino era la fotocopia di Nairobi perché di quel mostro di Enrique non aveva preso nemmeno un tratto. Nairobi non si impone, non gli apre le braccia nell’attesa di un abbraccio come si vede nei film, perché è consapevole di dover recuperare il tempo perduto e far rinascere nel bambino l’amore per la sua mamma.

“So che avrai tante domande e che forse ora non ti fidi di me, ma ti prometto che mi impegnerò tantissimo” esordisce lei, a qualche passo da lui.

“Potremmo iniziare cucinando insieme!” risponde lui sorridendo immediatamente.

“Che cosa ti piace cucinare?” chiede allora lei incuriosita.

“Dipende… soprattutto i cibi spagnoli! La paella, i churros…” inizia a dire lui, sognando nel proprio mondo di pietanze.

“I miei piatti preferiti! Sai che non sono capace di farli però? Mi insegnerai tu?” chiede allora lei, con la sensibilità e la dolcezza che solo una donna con un’indole educativa riesce ad avere.

“Ti sposi domani giusto?” cambia argomento lui, facendosi cupo in volto.

“Sì…” risponde lei, leggermente intimorita dalla novità. Axel avrebbe potuto sentirsi messo da parte di fronte a un matrimonio e Nairobi temeva il peggio.

“Io ho visto un uomo quando ero dalla cattiva… un uomo che si chiamava Enrique” illustra il bambino con estrema serietà ed immobilità facciale.

“Lui mi trattava un po’ male. Alicia poi mi ha detto che lui era mio padre ma che non mi avrebbe voluto nella sua vita” racconta Axel, triste per la situazione.

“Enrique mi ha ingannata purtroppo. Io ho dovuto crescerti da sola e ho commesso quell’errore che ci ha separati. Non tutte le persone sono pronte a fare i genitori sai? Enrique non lo era… mentre io desideravo solo te. Per questo ti dico che i rapporti non sono costruiti sulla parentela. Tu ami la famiglia che ti ha cresciuto in questi anni e io amo molto l’uomo che sposerò domani. Lui ci sarà per te e diventerà il tuo papà, se vorrai, perché ti donerà un amore che Enrique non potrà mai darti” lo consola Nairobi, accorciando le distanze ed accarezzando il braccio del bambino per poi prenderlo per mano.

“Io voglio tanto stare con te, mamma…” risponde lui con delicatezza, pronunciando con una certa intensità il nome più bello del mondo che non vedeva l’ora di dedicare a qualcuno.

Nairobi avverte l’ennesimo tuffo al cuore, mentre le sue orecchie assorbono il suono melodioso della parola mamma: la parola più potente del vocabolario mondiale. La donna sorride al ricciolino e, inaspettatamente, accoglie un suo abbraccio che la coglie di sorpresa. Nairobi stringe tra le braccia il suo bambino, sperando di non svegliarsi mai da quella realtà che pareva un sogno.

Risentire il sangue del suo sangue dopo tutti quegli anni si rivela un’emozione indescrivibile, capace di penetrarle nella pelle e curare ogni piccola parte di quel corpo distrutto.

Il giorno seguente…

“Nairobi, Bogotà… siete pronti?” chiede il professore davanti ai due sposi all’inizio della cerimonia, ricevendo un loro cenno della testa per cominciare il rito.

È così che Nairobi ritrova la sua felicità, legata per sempre all’uomo che non avrebbe mai sperato di incontrare e circondata dall’amore della sua grande famiglia dei Dalì e dal piccolo Axel, tornato finalmente a casa.

Ma se in quel giardino di quella grande casa si stava ricominciando a vivere costruendo le basi di un futuro di pace che ognuno desiderava ardentemente, in un’altra base segreta si stava celebrando una vittoria illegale e ingiusta.

“Oh che dolci…” afferma Alicia Sierra, mentre ascolta la cerimonia grazie a dei dispositivi tecnologici.

Quella donna diabolica li aveva trovati di nuovo.

Quella falsa madre senza istinto materno stava utilizzando tutte le proprie energie per rovinare la vita a delle persone innocenti.

Quel demonio li aveva in pugno per la seconda volta.

La ex ispettrice aveva sfruttato un bambino per i suoi sporchi operati.

Axel, infatti, osservava le nozze con disinvoltura e con una dolce serenità che poche volte aveva assaporato nella sua giovane vita, senza sapere di essere nuovamente la pedina del losco lavoro di un’altra persona.

I genitori affidatari di Axel desideravano per lui un futuro roseo, portandolo a Nairobi e allontanandosi fieri ed emozionati nell’aver unito una famiglia distrutta. I due sicuramente non si aspettavano di vivere con un bambino a cui era stato apposto un microfono in corpo.

“Che facciamo? Andiamo ad attaccare?” chiede uno dei suoi luridi scagnozzi, localizzando la posizione.

“No… non sono così cattiva dai. È giusto che oggi si godano questo giorno di festa, visto che sarà l’ultimo” ride lei con un sorrisetto malefico, per poi addentare l’ennesima stringa di liquirizia.
  
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