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Autore: pokas    27/07/2021    1 recensioni
Un padre amorevole, dopo una vita piena di fatiche lascia ai suoi due figli tutta ciò che ha: un boschetto che circonda lo sua casa.
I due fratelli faranno buon uso degli insegnamenti del padre? A quale prezzo conquisteranno la felicità? Scopriamolo!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'l'aiuola dei più piccoli'
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C'era una volta, in un bosco lontano, una famiglia di madre, padre e due figli.
Entrambi i piccoli crebbero forti e sani, impararono dal padre l'arte del taglialegna e lo aiutarono durante l'autunno, per prepararsi bene al freddo invernale che era alle porte.
Nonostante la buona volontà, i due ragazzi non poterono alleggerire il carico di lavoro del padre, che poverino sguainava l'ascia notte e giorno.
Una sera, stanco e con il freddo che iniziava a farsi sentire, l'ascia gli scivolò di mano e lo costrinse a letto ferito ad una gamba.
Era una situazione difficile, a volte insostenibile per la povera donna, che non avendo più il denaro che il marito guadagnava, decise di andare nella grande città per procurarsi una fatica, o piuttosto, per accalappiare un altro uomo meno acciaccato al quale rubare tempo e denaro.
 
Non potendo comperare le medicine al padre, i ragazzi si impegnarono a vendere la legna che gli restava, sperando di chiamare un dottore in tempo.
Ahimè, fu troppo tardi, ma prima di lasciare i suoi figli adorati, il taglialegna li fece avvicinare al suo letto e disse "tutto questo bosco, cinquecento passi in ogni direzione, sarà il vostro futuro, più ne avrete cura e più florido sarà il domani" diede un bacio ad entrambi e si raccomandò che seguissero i suoi insegnamenti.
 
Passarono gli anni e i due fratelli crebbero, si divisero la casa paterna costruendo saldi muri e con essa si divisero anche il terreno.
"La parte ad est è tua, quella ad ovest è la mia. Tutto è diviso equamente, e con tutta questa legna da tagliare non patiremo la fame" disse il più grande. 
Lui voleva abbattere alcuni alberi per rendere la sua metà di casa una dimora degna di un principe. Il minore invece si limitò a godere dell'aria fresca e del canto degli uccelli, non pretendeva più di ciò che aveva, come aveva fatto suo padre prima di lui e dal quale aveva imparato questo e altro.
 
Quando giunse l'inverno, il fratello maggiore abbatté altri alberi per scaldarsi mentre il minore passava le giornate a raccogliere legnetti, pigne, ghiande e tutto ciò che la natura aveva da donargli.
Il maggiore vendette chili di legna, mentre il minore si trascinava dietro un carretto con poca legna e qualche scultura che si destreggiava ad intagliare.
Entrambi stavano seguendo le orme del padre, il più grande aveva appreso le leggi del commercio, il più piccolo sapeva che il bello pagava più del necessario in una città già riscaldata come quella.
 
Entrambi si poterono permettere il calore di un fuoco e una bella cena calda.  Così fu per tutti gli inverni a seguire.
 
Con gli anni nella vita dei due fratelli ci fu spazio anche per l'amore.
Le due donne, chi più entusiasta e chi meno, si trasferirono nella casa in legno nel bel mezzo del bosco.
Ciò comportò più spese e quindi più legna da vendere. Il fratello maggiore, per far fare la bella vita alla moglie, abbatteva più alberi del necessario ogni inverno, il fratello minore invece, dedicava alla moglie canzoni, passeggiate nel bosco, mazzi di fiori selvatici, ma non poteva donarle né bei vestiti, né gioielli.
 
Le coppie vissero felici finchè il fratello maggiore si rese conto che gli alberi diminuivano e quindi smise di riempire la sua donna di doni costosi, sperando che il suo amore sincero potesse bastarle.
Il povero uomo non comprese però di aver preso lo stesso abbaglio del padre, di aver scelto la donna sbagliata con cui vivere, così quando la donna se ne andò, lui rimase solo con la sua fredda legna.
 
Gli andava bene, poteva rivendere i gioielli o quel poco che la moglie aveva lasciato in casa sua, ma le disgrazie non vengono mai da sole. Quella notte una tempesta impetuosa si abbatté in quella zona, fu talmente irruenta che il terreno si gonfiò d'acqua e trascinò via con se i ceppi morti e una parte della casa del fratello maggiore.
 
Disperato e senza casa andò a bussare alla porta del fratello. Varcata la soglia rimase impressionato dall'ordine e la modesta ricchezza che si era costruito, per non parlare della dolce moglie e del figlio che aspettavano.
"Come hai fatto? In tutti questi anni hai costruito tanto ed abbattuto poco, mentre io ho lavorato sodo, ma non mi è rimasto più nulla"
"è qui che ti sbagli fratello mio, io ho faticato il doppio di te, ma non l'ho dato a vedere. Ogni autunno coglievo i semi e in primavera piantavo il doppio degli alberi che abbattevo in inverno. Lavoravo per far crescere le piante più fragili, per proteggerle dal freddo, come faceva nostro padre. Forse tu eri troppo concentrato a lavorare di braccia, ma io osservavo in silenzio con quanta cura dava vita agli alberi che poi avrebbero sostenuto il tetto sopra la sua testa, o il terreno sotto i suoi piedi" gli disse il fratello minore.
 
Infatti, ciò che il fratello più grande ignorava, era che le passeggiate non erano solo di relax, ma servivano a scegliere la zona nuova per le giovani piante o per controllare la loro crescita. Il fratello più piccolo se ne prendeva cura consapevole che le radici delle piante erano le uniche capaci di tenere salda la terra ed evitare frane o inondazioni, come quella che aveva portato via una parte della casa del fratello.
 
Fu così che da quel giorno il bosco riprese vita, le piante abbattute venivano sostituite dal doppio di piante giovani e forti, e i due fratelli smisero di costruire muri, per fare spazio alle porte.
 
   
 
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