Anime & Manga > Jujutsu Kaisen
Ricorda la storia  |      
Autore: XShade_Shinra    28/07/2021    1 recensioni
Itadori si fermò davanti al banco di Junpei e anche a lui porse una scatola: al suo interno c’erano ben dieci cioccolatini a forma di cuore, con sopra delle decorazioni con del cioccolato di colore più scuro a formare dei graziosi ghirigori o motivi geometrici.
[ ItaJun ]
[ Fanfiction partecipante alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul Mancini sul forum di EFP ]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fushiguro Megumi, Itadori Yuji, Kugisaki Nobara, Yoshino Junpei
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Honmei choko
Itadori si fermò davanti al banco di Junpei e anche a lui porse una scatola: al suo interno c’erano ben dieci cioccolatini a forma di cuore, con sopra delle decorazioni con del cioccolato di colore più scuro a formare dei graziosi ghirigori o motivi geometrici.

[ItaJun]
Fanfiction partecipante alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul Mancini sul forum di EFP
 


Titolo: Honmei choko
Autore: XShade-Shinra
Fandom: Jujutsu Kaisen
Personaggi: Yuuji Itadori, Junpei Yoshino, Nobara Kugisaki, Megumi Fushiguro
Pairing: ItaJun
Genere: Commedia, Fluff 
Rating: Giallo
Avvisi: Shounen-ai, What if, Canon Divergence: Everyone Lives/Nobody Dies
Prompt: #45. "Ha un sapore orribile!"
Capitoli: Oneshot
Wordcount: 1700 parole
Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
Note: La "Honmei choko" è la cioccolata che in occasione di San Valentino/del White Day si regala alla persona per la quale si provano profondi sentimenti, le altre cioccolate vengono dette "Giri choco" (cioccolata dell'obbligo) e "Tomo-choko" (cioccolata dell'amico). Ed ecco qui un'altra Oneshot Itajun. Spero di riuscire a scrivere qualcosa di un po' più lungo prima o poi, ma non è questo il giorno!
Dedicata a Rota, che se si meritava un rating NSFW con un prompt così, ma il fluff ha prevalso! XD
Buona lettura a tutti! 
 

 
Honmei choko
 

14 Febbraio

Itadori era in ritardo, come sempre, ma anche il professor Gojou lo era, come sempre, quindi non è che ci fosse tutto quel gran problema.

Nobara, Megumi e Junpei sedevano già ai propri posti nell’aula per la prima ora di lezione e trasalirono allo sbattere della porta scorrevole contro lo stipite.

«Eccomi!». Itadori irruppe nella stanza con un sorriso radioso e la voce troppo alta di almeno due ottave per essere primo mattino.

Nobara gemette e continuò a scorrere la bacheca di Instagram, Fushiguro corrucciò l’espressione e gli rispose con un verso strascicato senza staccare gli occhi dalla tiepida giornata incorniciata dalla finestra.

Junpei, invece, si girò verso di lui e gli sorrise composto. «Itadori, siediti prima che arrivi il professore o ti sgriderà di nuovo...».

«Tranquillo, mi perdonerà almeno per oggi!». Il ragazzo aveva con sé il proprio zaino, ancora più gonfio del solito. Lo poggiò sul proprio banco e tirò fuori da esso quattro scatolette.

«Nobara! A te piacciono con ripieno alla fragola vero?».

«Che vai blaterando… Oh!». Gli occhi di della ragazza brillarono come gioielli. Si alzò di scatto e prese il pacchetto che Itadori le stava porgendo. La scatoletta aveva la base rosa ed era coperta con del cellophane trasparente chiuso da un fiocco in pendant con la confezione; all’interno vi erano sei cioccolatini al latte a forma quadrata. Di colpo, la ragazza si fece seria e i suoi occhi viaggiarono per un momento a Junpei. «Itadori, mi dispiace, ma non posso accettarli».  

Il ragazzo rise. «Ah, non preoccuparti, Kugisaki! Li ho fatti per tutti!».  

«Per tutti?».

«Certo!». Itadori mostrò le altre scatole e posò sul banco di Megumi quella blu scuro. «Al caffè, poco dolci!».

«Grazie...». Anche Megumi era piuttosto stupito. «Non sapevo ti dilettassi in cucina».

Itadori poggiò sulla cattedra un pacchetto celeste, con dei cioccolatini bianchi dai quali spuntavano dei pezzetti di mandorla. «Me lo ha insegnato mio nonno».

Nobara ridacchiò. «Io non credevo nemmeno ti ricordassi di San Valentino! Hai un lato romantico!».

Itadori la udì a stento. Si fermò davanti al banco di Junpei e anche a lui porse una scatola. La sua era un po’ più grande delle altre, rossa e chiusa dal cellophane iridescente e un fiocco scarlatto più gonfio e soffice.

Junpei lo prese con mani gentili: al suo interno c’erano ben dieci cioccolatini a forma di cuore, con sopra delle decorazioni con del cioccolato di colore più scuro a formare dei graziosi ghirigori o motivi geometrici.

Itadori si portò la mano al retro del collo. «Fondente al sessanta per cento e topping al settanta. Ti piace, vero?».

«Sì, sono i miei preferiti». Junpei sorrise. «Grazie, Itadori».

L’altro arrossì e spostò il peso da un piede all’altro. «Figurati, li ho fatti con piacere». Si schiarì la gola con un colpetto di tosse e tornò in tutta fretta al proprio zaino. «Scusate, vado a portare gli altri ai senpai! Torno tra poco!».

Nobara e Fushiguro fissarono Itadori che se la dava a gambe proprio nel momento clou di un’impeccabile dichiarazione, sconvolti.

Era da mesi che quei due giocavano a un eterno struggersi fatto di intensi sguardi, sorrisi complici, un leggero sfiorarsi e zero rispetto dello spazio personale. Itadori era riuscito a creare l’occasione perfetta e non l’aveva sfruttata! Che idiota!

Megumi si portò una mano alla fronte. «Per quanto ancora dovremo sopportare quei due, Kugisaki?».

Nobara sospirò e aprì la propria confezione. «Spero poco o giuro che li prendo a martellate in testa finché non rinsaviscono». Si girò per parlare con Junpei, ma le venne la nausea: il ragazzo sorrideva in maniera stupida e aveva delle malcelate lacrime a pizzicargli gli angoli degli occhi mentre ancora fissava il regalo. Ma si può essere così ciechi, Itadori?! Per il momento si sarebbe contenuta e avrebbe affogato i propri dispiaceri nel cibo.

Crunch!

Però! I cioccolatini erano davvero ottimi!


***


14 Marzo

«Bleargh! Ha un sapore orribile!». Kugisaki mosse la testa in un’espressione schifata e mise le braccia a croce davanti a sé. «Nemmeno questo va bene, Junpei!».

«Ok, ci riprovo…».

Junpei vestiva un grembiule verde acqua e teneva i capelli legati in una bassa e piccola coda di cavallo, il lungo ciuffo tenuto a bada da delle forcine. Davanti a lui, un campo di battaglia. La cucina del campus della scuola era sporca come se Junpei ci avesse sgozzato una maledizione dal sangue al cioccolato fondente ottantacinque per cento e interiora di peperoncino, menta, zenzero, sale grosso, limone, arancia, ciliegia, zucchero, latte e chissà cos'altro.

«Eppure ho assaggiato le prelibatezze di tua madre, Junpei!». Nobara continuava a scuotere la testa. «A quanto pare essere bravi ai fornelli non è ereditario».

Junpei fece spallucce e si mise a far sciogliere nel pentolino un’altra stecca di cioccolato fondente. Non si sarebbe arreso!

«Perché non li compri direttamente al market o in qualche pasticceria?». La ragazza poggiò il fianco contro il lato del bancone di lavoro, attenta a non sporcare la divisa scolastica di cioccolato.

Lui abbassó lo sguardo. «Non sarebbe la stessa cosa… Voglio farli io, come lui ha fatto per me».

Nobara fece roteare gli occhi e approfittò dell’attenzione di Junpei verso la regolazione del fuoco per rubare uno dei cioccolatino con ripieno ai frutti di bosco che aveva fatto lui poco prima. Trattenne a stento un mugolio di piacere. Erano tutti così buoni! Deliziosi! «Vedrai che se continui a provare ti verranno squisiti, prima o poi». Ah, sfruttare le doti culinarie di Junpei fingendo che i cioccolatini fossero disgustosi era davvero una mossa da stronzi, ma Nobara aveva dovuto passare un altro mese a vedere i suoi due compagni continuare a dar sfoggio di goffi tentativi di approccio. Insomma, glielo dovevano, in qualche modo.

«Che succede, Nobara?».

La voce di Megumi alle proprie spalle fece venire un colpo alla ragazza. Si girò di scatto, sfoggiando un sorriso sporco di cioccolata. «Fu-Fushiguro!».

Anche Junpei si girò verso di lui. «Ciao, Fushiguro. Sto facendo dei cioccolatini...».

«Lo vedo...». Il tavolo era pieno di formine di ogni tipo e altrettanti cioccolatini dai gusti più ricercati. «Devi averne ricevuto molti a San Valentino, se ne hai così tanti da rendere...».

Junpei arrossì. «In realtà non mi stanno venendo granché bene, per fortuna Nobara mi sta facendo da assaggiatore».

Megumi guardò in tralice la ragazza e afferrò un cioccolatino grigio dalla forma tonda, pareva proprio una perla.

Lo mise in bocca e gli si sciolse sulla lingua, liberando un sapore da fargli andare in visibilio le papille gustative. Aprì gli occhi di scatto. «Ma è b–».

Nobara gli tappò la bocca con entrambe le mani. «Terribile, vero? Ma quello è uno dei primi! Poi è migliorato!». Nobara lo fissò con occhi severi e poi lo liberò. «Piuttosto, tu e Itadori non rientravate tardi?». La sua domanda in realtà sarebbe dovuta essere: “Piuttosto, non ti avevo detto di portare Itadori fuori, cosicché voi due non vi impicciaste nel mio giorno di sgarro dalla dieta?!”.

«Guarda che è l’una, a che ora dovevamo tornare?».

Né Nobara, né Junpei si erano accorti che si fosse fatto così tardi. Ci voleva tempo tra lo sciogliere il cioccolato, metterlo in posa nella formina, aspettare che raffreddasse e occuparsi del topping. E ne aveva fatto davvero parecchi…

«Dunque anche...».

Itadori comparve in cucina come una furia. «Ehi! Spuntino di mezzanotte? Nobara, poi non ti lamentare se… Oh! Cioccolatini!». Nessuno riuscì a fermare Itadori dall’assaggiare una piramide spolverata di cocco. «Per la miseria! Ma è ottimo!».

Tutta l’ansia che attanagliava lo stomaco di Junpei esplose come una bolla di sapone. Erano ottimi?! Ma se Nobara... Ah.

Capito l’inganno, Junpei scoccò uno sguardo di fuoco alla compagna di classe, la quale decise per una ritirata strategica, dunque si mise in bocca cinque cioccolatini e, ancora con le guance tonde come un criceto, sollevò il pollice per Junpei, afferrò Megumi per il polso e i due svanirono dietro la porta, chiudendosela alle spalle.

Itadori e Junpei ignorarono la rocambolesca uscita di scena dei due.

Il cuoco si diede doppiamente dello stupido: come aveva fatto a fidarsi di Nobara?! e, soprattutto, come aveva potuto avere così tanta ansia di fare bella figura?! Dopotutto, Itadori aveva mangiato delle dita mummificate, i suoi cioccolatini non potevano essere peggio di quello schifo! «Li ho fatti io, per il white day, sono contento ti piacciano».

«Wow, Junpei… Sei davvero molto popolare!». Itadori rise o almeno si sforzò di farlo. «Se ne avanzasse qualcuno...».

«In realtà, puoi averli tutti».

Itadori sbatté più volte le palpebre. Junpei stava raccogliendo tutti i cioccolatini sparsi tra bancone da lavoro, tavolo e frigo su di un bel piatto, creando un’invitante pila. Alla sommità di essa posò un fiocco fatto con delle lamine di cioccolato, creato in precedenza. Con mani un po’ tremanti, poggiò il piatto sul tavolino accanto all’altro per paura che cadesse tutto in terra. «Grazie per i dolci di San Valentino, ti prego, accetta il mio regalo».

Itadori sorrise, gli occhi umidi dalla commozione. «Non me lo aspettavo… Grazie, Jun...».

Prese dalla pila un cioccolatino bianco a forma rettangolare e lo mise tra i denti da uno spigolo. «Lo dividiamo?». A ogni sillaba il dolce ballava tra le sue labbra piene.

Junpei sorrise di rimando e si gettò tra le braccia dell’altro, perdendosi in un bacio così dolce da fargli girare la testa, anelato dalla prima volta in cui aveva incontrato Itadori.

Finito il cioccolatino, Itadori allungò la mano per prenderene un altro da condividere, ma dovette liberare le proprie labbra da quelle dell’altro, con uno schiocco umido che riecheggiò per la cucina. «Jun… non c’è odore di bruciato?».

«Il pentolinooo!».


Dal buco della serratura, Nobara osservava i due alle prese con il cioccolato flambé – in effetti quello mancava...

Itadori e Junpei avevano aspettato troppo tempo per una cosa che volevano entrambi, che due stupidi.

«Domani mi faranno entrambi da portaborse a Shinjuku mentre faccio shopping, così mi ripagheranno per essere stata un perfetto cupido».

Megumi, seduto in terra accanto a lei, con la schiena contro la porta, sospirò. «L’hai fatto solo per mangiare a scrocco...».

Nobara si limitò a guardarlo male, poi continuò a spiare i suoi amici, che ridevano come due scemi per il fondo della pentola completamente bruciato.

No, non lo aveva fatto solo per quello… ❤



Fine
XShade-Shinra

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Jujutsu Kaisen / Vai alla pagina dell'autore: XShade_Shinra