[Canon divergence] ~ [ItaFushi] [YutaMaki] [SatoSugu]
Itadori e Fushiguro non riescono a esprimere i loro sentimenti, così Gojo e Geto organizzano una recita liberamente ispirata a "La Bella e la Bestia" (più o meno) che li costringa ad affrontarli. Coinvolgono anche gli altri studenti. Panda ne approfitta per dare una spinta anche ad altre due persone restie a dichiararsi il loro amore.
«Non riesco a credere che abbiano permesso loro di farlo sul serio» commentò Maki. «Il preside o il signor Nanami avrebbero dovuto fermare questa follia!»
«Ehm, non so il preside, ma… Nanami sta recitando.»
Itadori fece loro cenno di avvicinarsi e, stavolta, tutti si precipitarono accanto a lui. Fushiguro non riuscì a credere a ciò che videro i suoi occhi.
Gojo e Geto erano sul palco, vestiti con pomposi abiti da aristocratici e assurdi cappelli pieni di piume colorate. Accanto a loro, Nanami, vestito con un completo azzurro, annuiva alle loro parole con la stessa energia vitale di un cadavere. Dovevano averlo minacciato con qualcosa di terribile per convincerlo a recitare con loro.

[Kento Nanami/Shoko Ieiri, menzioni di altri] Questa è la sorellina sozza di Paperplane, e la prima che è nata nella mia testa. Si incastra a pettine con l'altra storia, ripercorrendo le tappe dei fatidici anni che vanno dal 2006 al 2010, ma in questo caso il focus è principalmente su Nanami e Shoko e il loro rapporto di compagni di scuola con benefici, e come muta con le esperienze, alcune triviali, altre estremamente drammatiche, che accompagnano la crescita dei ragazzi. Riferimento a problemi di salute mentale.

“Guarda, la tua amica è davvero carina. Ma… forse fa un po’ paura. È…è il modo in cui si pone. Forse, se sorridesse un po’ di più, le cose sarebbero più semplici.”
Silenzio.
Maki lo guardò, ghiacciandolo con uno sguardo che bastava da solo a far sparire l’ossigeno dalla stanza.
Nobara trattenne a stento una risata.
“Mi piaci. O sei sorprendentemente coraggioso, o idiota. La linea è sottile.”
[Yuta x Maki – AU]

[ OkkoGo | 1.5k | spoiler dalla fase finale del manga ]
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Ma, in questo momento, quegli occhi celesti paiono, più che vivaci frammenti di cielo estivo, diamanti puri, duri, autorevoli, rigidi d’una serietà che pochi avrebbero immaginato appartenergli. Una serietà che lo spaventa.
Perché Yuta non si morde la lingua nell’ammetterlo, di avere paura, a differenza di qualcuno.
«Non c’è nessun altro che possa farlo, Yuta.» Priva della veemenza della sua vis ironica, la voce di Satoru è poco più che un irrequieto sussurro, che a malapena copre i tamburi di guerra che risuonano in lontananza fin nelle orecchie di Yuta.

Neighbourhood AU (potete trovarmi anche su wattpad come -wxterfovntain)
Megumi Fushiguro decide di trasferirsi, non sapendo che questa decisione lo porterà a vivere il periodo migliore - e allo stesso tempo più strano - della sua vita.

Inumaki amava quei giorni grigi, quando l'aria si impregnava del profumo di tè caldo e il dormitorio sembrava avvolto in un torpore sonnolento.
Era in quei momenti che accendeva il forno.
Cucinare era il suo rifugio personale.
Fin da bambino, aveva scoperto che impastare zucchero e farina era un modo per cullare la pace interiore: un linguaggio muto e innocuo, incapace di ferire.
Mentre le sue parole uscivano come lame affilate, i dolci diventavano la sua replica gentile al caos del mondo — torte soffici, biscotti croccanti, pani dolci lievitati, ognuno una tacita promessa di serenità.

[Scritta per il compleanno di Nini ♥]
A Gojo piaceva farsi i fatti degli altri.
Quando aveva sentito Panda spettegolare con Inumaki circa una possibile cotta di Maki per Yuta non aveva potuto fare a meno di interessarsi (e dopotutto, Yuta era pur sempre un suo lontano parente quindi era assolutamente giustificato a mettere il naso negli affari amorosi della propria famiglia, no?).
Per cui quando quella mattina, mentre si gustava un dolce (“troppo dolce”, a detta di Megumi) bubble tea al gusto di cocco e mango, Gojo udí urla e baccano provenire dal cortile della scuola, non aveva potuto fare altro che fermarsi e indagare.

Nobara, Yuuji e Megumi vedono Yuuta ad un appuntamento con Inumaki. Sfortuna che Yuuta stia insieme a Maki.
[Writober 2025 di Fanwriter.it - Prompt: Established Relationship - Yuuta/Maki/Toge]

Il volto di lei era sfocato. La sua voce lontana. Lei lo chiamava con sillabe distorte e pronunciava un nome che non riusciva a riconoscere come proprio.
Yuuta, il suo nome era Yuuta. Era stato un bambino, un ragazzo, ed ora, a diciassette anni con una vita nuova e persone nuove attorno a lui, non riusciva a pensare di essere davvero sempre stato qualcuno, sempre esistito.
[Writober 2025 di Fanwriter.it - Prompt: Memory loss]

[ItaFushi][Fluff!Alert]
Itadori sapeva di andare contro le regole dell'Istituto, ma aveva un gatto tra le braccia e doveva portarlo in salvo.
Sapeva già che avrebbe fatto parte della loro famiglia ed era pronto a pagarne le conseguenze, così come lo era Fushiguro che l'ha accolto nella sua camera.
Non erano pronti, però, a realizzare ciò che provavano l'uno per l'altro.

La prima cosa che fa Fushiguro Toji appena dopo il suo ritorno nel mondo dei viventi è cercare il superminimarket più vicino.
Esce fuori dal negozio per sedersi sul marciapiede, con il silenzioso jingle del sensore delle porte automatiche che risuona nelle sue orecchie. Rimane seduto lì per un attimo, stranamente insensibile a tutto mentre una corrente fredda passa attraverso la strada poco illuminata. Si prende un istante per alzare con sguardo assente il lembo della sua maglietta e non prova niente quando rivolge lo sguardo giù per trovare la contorta pelle in rilievo sul suo stomaco, che si rivolge a spirale sulla parte del suo addome dove ci sarebbe dovuto essere un cratere. Si mette una mano sulla tempia, con un mal di testa lancinante ma incapace lo stesso di mascherare il sogno pre-morte di un Megumi bello che cresciuto.
Non sei un Zen’in, uh?
“Huh. Quel teppistello di merda m'ha veramente ammazzato”
L’osservazione colpì soltanto la fredda aria della notte e le sue stesse orecchie. Si lasciò andare in stasi per un istante prima di scolarsi il resto della sua terza lattina di Asahi.
O: Toji si ritrovare per una seconda in vita.

[Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2026 indetti sul forum Ferisce la penna]
Todo raggiunse Fushiguro con un'unica falcata. Schioccò i pugni, mentre il ragazzo si ostinava a sfidarlo con lo sguardo. Evidentemente non gli era bastata la lezione che gli aveva inflitto al loro primo incontro.
«Hai qualcosa in contrario alla profonda amicizia che unisce me e Yuji?» chiese. Strinse la mano destra intorno al tessuto della sua maglia e se la strappò di dosso. «Se pensi di essere più degno di me a essere il suo migliore amico, dimostra di aver migliorato i tuoi gusti in fatto di donne!»
Fushiguro inarcò un sopracciglio. Poi sospirò, alzandosi in piedi.
«Stai facendo tutto da solo» disse, con una calma che gli fece ribollire il sangue nelle vene. «E non credo ti convenga perdere tempo con me, no?»

[Erotic!Alert][ItaFushi but Unckuna]
Che vita noiosa quella di un demone che sa di poter avere tutto con un solo schiocco di dita.
Ora che voleva Itadori tutto per sé – dentro e fuori – non poteva e non riusciva a farsene una ragione.
Così, quella sera che il vino era sceso giù fin oltre l’ombelico, aveva deciso di divertirsi con lui. Di sussurrargli all’orecchio delle cose malefiche, maliziose, cattive ed eccitanti.
Sukuna sapeva far tremare la terra sotto i piedi, sarebbe riuscito a far tremare anche quella povera testolina.

[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Un momento ispirato alle scene post-credit dell'anime, in cui Nobara, Megumi e Itadori festeggiano il ritorno di quest'ultimo e tutto va bene – più o meno.
"«Scusate, ragazzi» disse, unendo le mani e chinando il capo di fronte a loro. «Mi controllerò meglio, d'ora in poi. Ma sono davvero felice di essere tornato da voi» aggiunse, rivolgendo loro un sorriso a trentadue denti.
Nobara distolse lo sguardo, il volto leggermente arrossato, e borbottò una risposta a metà tra il lusingato e l'infastidito."
{Accenni Itadori/Fushiguro}

Una voce nella testa le aveva detto di averlo trovato: quel ricordo disperatamente inseguito navigando nell’ignoto di innumerevoli altri ricordi. Per un istante pensò quasi di gioire, ma per quello che avrebbe sentito poi, per come l’aveva preannunciato la voce grave ma vagamente desolata della sua maestra, non c’era niente di cui gioire.
[Terza e ultima parte di Crisantemo ]