Videogiochi > The Sims
Segui la storia  |       
Autore: MelaniaTs    29/07/2021    0 recensioni
Raccolte di storie provenienti da The sims mobile e the sims FreePlay
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Sim
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mel Iris ha intrapreso una storia con Giuseppe. È iniziato tutto come sempre per gioco, si sono concessi l'uno all'altro e come è giusto che sia capita che da una relazione possano nascere dei figli.

Petunia il nome scelto da Mel per sua figlia è stata luce, la prima figlia dei due è stata una grande gioia per sua madre. Nata come lei sotto il segno dei pesci, viene al mondo il 18 marzo, subito si nota la sua bellezza. Bellezza cresciuta attimo dopo attimo, il giorno dopo sgambetta come un bebè dai ricci capelli fulvi, eredità sicuramente paterna e anche il giorno dopo ancora cresce lei frequentando il college Argento. Vivace e gioviale fino a quando il 21 marzo finalmente non diventa una giovane adolescente bellissima. Corti capelli fulvi, tanta grinta e tanta ingenuità! Da qui parte la sua storia, la storia di Petunia raccontata direttamente da lei...

 

 

 

...Fin dalla mia nascita sono stata molto amata. Nonostante i miei genitori non stessero insieme nel vero senso della parola, avevano saputo darmi tanto amore. Per me era normale che papà non vivesse a casa con noi, ci ero abituata, cresciuta così. Anche quando sono diventata bambina e sono andata al collage argento mi era chiara una cosa, la mia non era una situazione strana o diversa. Tutti noi bambini di Simsland avevamo situazioni analoghe, con padri e madri che restavano giovani per tanto, che fossero per la maggior parte dei casi separati e che come nella mia situazione, uno dei due fosse anche sposato. Lo avevo saputo una volta grande che la zia Maria in realtà era la moglie del papà e non una sorella. Ma andava bene così perché le volevo bene come volevo bene a Nicola e Irene, in realtà miei fratellastri maggiori. Andavo d'accordo con loro due e papà mi amava, come aveva iniziato ad amare anche Naricssus e Poppy nati a una settimana di distanza da me. Loro due erano la mia vita, ero stata la loro sorella maggiore e con entrambi avevo giocato all'aeroplano. Questo significava che erano passati dieci giorni  dalla mia nascita e mamma riteneva che ero pronta per entrare a far parte del mondo di Simsland, per ora la mia vita si concentrava solo su di me e su Honey, una mia carissima compagna. Non ero uscita oltre le mura di casa e non avevo frequentato altro che il collage Argento. Invece adesso andavo a visitare l'abitazione di  una della famiglia più 'In' di Simsland: i Virgo. 

Avevo indossato un vestito alla coreana rosa, la gonna era corta e le ballerine erano basse. 

La prima impressione che ebbi alla festa fu: quanta gente c'è qui! La seconda: quanto sono fighi tutti. Ero rimasta ammaliata, era una casa stupenda tra i monti di Simsland, immersa nel verde e con lo scrosciare del fiume in sottofondo nonostante fossimo in tanti e nonostante ci fosse musica. 

Mi lasciai trasportare dagli invitati imitandoli in ciò che facevano partecipavo ai drink e restavo affascinata da tutte le belle persone che mi passavano davanti. Mamma diceva che era normale, poiché ormai ero adulta, che guardassi uomini e donne con occhi diversi. 

"Chi è lui?" Chiesi colpita da un uomo. 

"Scorpio Virgo." Mi disse una donna che scoprii essere Angy Virgo, la matriarca in persona. "Sta lontana da lui però, come primo amore potrebbe farti soffrire." 

"Cosa?!..." le sorrisi arrossendo per poi abbassare lo sguardo. "Però è carino." Ammisi, anche se qualcosa dentro di me mi invitò ad andare via. Allontanarmi perché quell'uomo era pericoloso. 

Uscii all'aperto e vedendo un fuocolare circolare andai a sedermi tirando fuori tutta l'aria che avevo trattenuto. Per essere la mia prima festa era andata bene. Adesso però ero stanca.

"Petunia Flower." Mi sentii chiamare. 

Sussultai. Chi poteva mai essere, non mi ero presentata a nessuno. Troppo timida ancora, così lentamente mi voltai e notai che un ragazzo alto e biondo stava prendendo posto attorno al fuoco proprio come me. 

 

 

 

Lo fissai attentamente, fisico massiccio, lineamenti perfetti, occhi blu e capelli biondi. Mi ritrassi leggermene mettendo un metro almeno di distanza tra di noi. "Taurus Virgo... eri il rappresentante al nostro college fino a due anni fa." Adesso era cresciuto, si notava dai lineamenti e dalla barba in viso che non era più un bambino. 

"Sai chi sono Petunia." Affermò con un sorriso.

Ovvio che lo sapevo, era stato rappresentante, era stato uno dei ragazzi più belli del collage e ancora adesso nei corridoi della scuola lo ricordavano. Anche io ovvio, ma non me ne facevo una colpa. Ero sicura che sul 100% delle alunne tutte, nessuna esclusa, si fosse presa una cotta per lui. Anche i ragazzi e le bambine, per non parlare delle prof. Ne ero certa, ne più e ne meno. Per questo non me ne facevo una colpa! 

"Eri sempre il rappresentante..." iniziai.

"Sono passati due anni!" Mi accennò. 

Feci una smorfia, perché scorreva così veloce e frenetico il tempo a Simsland? 

"E tu ti ricordi di me che non sono mai stata altro che una persona di contorno. Bravo Taurus Virgo." Gli dissi rispondendo gli a tono. Se volevo non farmi sopraffare dovevo tirar fuori le unghie. 

Lui rise alla mia risposta. "Ho i miei motivi." 

Storsi le labbra. "Sarebbero?" Ero più piccola di lui, sicuramente non gli avevo mai passato i compiti.

"Mi piacevi! Anche adesso, sei diventata tanto più bella di come ti ricordavo." Disse schietto.

 

 

 

Restai basita ad ascoltarlo, avevo il viso in fiamme e mi guardavo intorno. Dov'era la mamma? 

"Tua madre è andata via con quell'uomo. Giuseppe giusto?" 

Annuii... era ora di muovere i primi passi giusto. Ma potevano portarmi anche via con loro! Iniziai a gesticolare cercando di cambiare argomento.

"Cosa fai adesso? Lavori?" 

Annuì. "Sono un tecnico di laboratorio." 

"Wow! Complimenti, ma si è sempre visto bravo negli sport e nello studio." Affermai.

"Tu non lo eri? Cosa fai adesso?" Mi chiese.

"Io devo ancora prendere il diploma. Ho iniziato a lavorare al bar nella zona verde, ma miro a diventare uno degli chef di Simsland." Risposi orgogliosa. 

"Ah! Quindi cucinare è la tua passione. Scommetto che è anche un tuo hobbies." 

Scossi la testa ridendo. "No, il mio hobby è fare la sciocca fingendo di essere un influenser." 

Lui mi guardò stupito e rise a ruota. "Non ti prendi sul serio noto."

"Non ho nulla di speciale io." Risposi.

"Non è vero!" Affermò lui avvicinandosi a me. "Non è vero!" 

Sgranai gli occhi, era vicinissimo e notai subito che era seminudo. Mi coprii il volto per mascherare il rossore e l'imbarazzo. "Coprirti tutto."

Lui si guardò e rise. "Sono coperto! Lo stile di questa camicia è questo altrimenti le ali non funzionano." 

"Per l'amore del cielo. Sei a torso nudo!" Lo ripresi ancora non riuscendo a far meno di ridere questa volta. 

"Stai ridendo!" Disse lui scostandomi le mani dal viso, aveva anch'egli un sorriso stampato in volto. 

Annuii. "È meglio che vada ora, la festa si terrà per le lunghe e mamma non c'è più." Gli dissi, tremavo dentro, dovevo scappare me lo sentivo.

"Vai già via? La festa durerà tutta notte." Mi disse 

Sorrisi. "E io domani dovrò lavorare!" Affermai alzandomi.

Lui fece altrettanto e mi prese per mano. "Posso venire a trovarti domani mattina?" Chiese.

Al lavoro?! No, non poteva sarebbe stata una distrazione. "A mezzogiorno, quando stacco se proprio lo vuoi." Gli dissi titubante. 

Al che mi sorrise e senza che potessi far nulla mi diede un lieve bacio sulle labbra. "A domani Petunia Flower."

"Do-do... domani, sì. Ciao Taurus!" Dissi allontanandomi e scappando letteralmente dallo chalet. 

Andai a dormire agitata dopo aver discusso con la mamma perché mi avevano lasciata sola. 

"L'ho fatto per farti conoscere gente." Aveva detto. Ma io ero andata in panico, non conoscevo nessuno.

Anzi no! Avevo rivisto il ragazzo della porta accanto, amato da tutti, lodato dai professori e con una ragazza diversa ogni settimana se non ogni giorno. Lui aveva sempre avuto tutto ed era sempre stato bellissimo. Appunto tutte se ne erano innamorate a scuola.

Ma io ormai non ero più una studentessa, avevo la vita vera e dovevo portarla avanti. Così con questi presupposti andai a dormire serena.

Il giorno dopo lavorai al bar tutta la mattina, senza alcun intoppo. Qualche cliente che venne a prendere la colazione lo riconobbi della festa di sole poche ore prima. Avevano le facce stanche ma i sorrisi ancora in volto, segno che si erano divertiti.

A mezzogiorno staccai dal mio turno non restando delusa dal non aver rivisto Taurus. Non mi ero illusa poiché sapevo quante ammiratrici avesse, sicuramente dopo che ero andata via aveva conosciuto qualche altra bella ragazza disposa a fargli compagnia. 

Tolta la divisa uscii al fresco sole di mezzogiorno e mi avvia canticchiando a casa. Fin quando non mi sentii afferrare. 

Mi voltai trovandomi di fronte Taurus Virgo. Da dove era uscito? 

"Non mi senti chiamarti Petunia?" Mi chiese 

Scossi leggermente la testa. Non lo avevo sentito realmente, quindi.

"Buongiorno Taurus." Lo salutai 

Lui assentì col capo. "Sì, è un buongiorno adesso. Vieni torniamo dentro e prendiamo qualcosa al bar." Disse invitandomi a seguirlo. Feci spallucce e lo seguii sorridendo rassegnata, al bar facevano un ottimo caffè e se pagava lui tanto meglio. 

"Sono stato di parola. Ho aspettavo che finissi il turno." 

Entrai nel locale sorridendogli intanto che lui ci provava spudoratamente con dei complimenti. Devo ammettere che andarono anche a segno. Quando entrammo mi lasciò la scelta del tavolo e una volta seduti bevemmo del caffè lamazoom che usammo anche per brindare a noi. 

"Perché?" Chiesi.

"Perché ritrovarsi dopo tutto questo tempo è stata una fortuna." Disse lui ammiccante. 

Non poterti che assentire brindando con lui e continuando a parlare del più e del meno. Gli chiesi di se stesso e della sua famiglia e gli parlai dei miei fratelli dicendogli che a giorni sicuramente sarebbero cresciuti anche loro. 

Quando fu ora di lasciarlo andare Taurus mi chiese di potermi accompagnare e lo trovai assurdo rifiutare. Era una persona piacevole e riuscivamo a parlare di più cose.

Così una volta a casa lo invitai a pranzo e preparai uno spuntino anche per lui intanto che giocava con i miei fratelli che sembravano attirati da lui come le api col miele. Anche durante il pranzo, Poppy si sedette sulle sue gambe senza alcuna remora. 

Taurus però aveva così tanta pazienza che lo lasciò fare, quel ragazzo stava scoccando tante frecce a suo favore e neanche lo immaginava.

"Tua madre farà altri figli?" Mi chiese.

"Non lo so. Sicuramente ha ancora la culla e conti facendo dovrebbe avere ventotto anni al momento. Non è vecchia no?" Chiesi con una smorfia. 

Lui scosse la testa e rise. "Non si è mai vecchi per queste cose." Ammiccò. 

Risi sconsolata anche io. Dovevo stare attenta perché poi lanciava le sue frecciatine e non riuscivo a seguirlo quando si spingeva in quel modo. 

"Sei rossa in viso." Mi disse.

"Ti ricordo che sono cresciuta da poco!" Ammisi. "Non sono così..." gesticolai con le mani. "Maliziosa?!" 

"Eh già! Sei cresciuta da poco! Fortunato il tuo primo amore quindi." Mi disse diretto. 

Arrossii. "Senti..." arrancai.

Lui si alzò alzando la mano per fermarmi. "Pensaci! Ne riparliamo, ci sei alla festa di piopio?" 

Annuii. "Sono la figlia del proprietario di casa, ovvio che ci sarò." Dissi impacciata. "Però..." 

"Però cosa?" Chiese lui. 

Tirai su lo sguardo. "Per essere il primo può andare..." dissi rossa in viso. "Sappiamo com'è Simsland, non siamo padroni delle nostre vite e almeno la prima volta vorrei fosse mia. Tu sei una scelta niente male e ti conosco." Ammisi. 

"Anche adesso?" Mi chiese lui serio.

Chinai lo sguardo sui miei fratelli. "Ci sono loro." 

"Ma è la tua prima volta, farò piano e non ci sentiranno." Mi sussurrò prendendomi la mano. 

Lo osservai pensando che sarei stata una delle tante. Ma mi andava bene così, almeno il primo sarebbe stato qualcuno che conoscevo e che mi piaceva. Annuii e sospirai.

"Portiamo la culla fuori dalla stanza però... al momento è vuota." Gli dissi. 

Mamma mi aveva spiegato che per avere un figlio c'era bisogno di una culla nella stanza da letto, era quindi il caso di portarla fuori. 

"Ok! Fammi strada e ti seguo Tunia." Disse

"Ehi! Così mi chiama solo il mio papi." Lo ammonii oltrepassando la cucina e aprendo la porta della camera da letto. 

"Ho sentito i tuoi fratelli chiamarti così. Mi piace!" Mi disse. 

Feci per lamentarmi, ma lui me lo impedì baciandomi a tradimento e chiudendo la porta alle nostre spalle. 

Quello era anche il mio primo bacio. Mi avvinghiai al suo collo e lo ricambiai, mi piaceva quel bacio e rispondevo ad ogni suo gesto. Anche se era lui a condurre mi lasciava tutto il tempo per potermi abbandonare. E lo feci, perché ero sicura di aver dimenticato qualcosa, tutto sicuramente. Ormai ignoravo la presenza dei miei fratelli oltre la stanza.
 

Fu così che diventai una delle amanti di Taurus Virgo. Me ne vergognavo? No, assolutamente! Perché per quanto sapessi che non ci sarebbe stato futuro, nel bene e nel male sapevo chi avevo di fronte a me. La sua fama appunto lo precedeva e Taurus era stato un amante gentile... la prima volta! Perché le successive invece era stato molto esigente e passionale e non me ne vergognavo ma mi piaceva ciò che mi faceva e le sensazioni che mi faceva provare. 

Eravamo chiusi in quella stanza con tutto il mondo fuori, ma non sentivo nulla. Né i miei fratelli, né mia madre o gli altri coinquilini, Sun e suo figlio Moon per l'esattezza. 

L'unica cosa a distrarre entrambi ad un certo punto fu un lieve vagito. "I miei fratelli!" Sobbalzai dal letto.

Lui mi afferrò per la vita è mi riportò al suo fianco baciandomi il collo. "Lasciali, ci penserà tua madre." 

Mi lasciai coccolare da lui fino a quando il verso non si alzò forte nella stanza. Non più un lieve vagito, bensì un gemito lagnoso che si alzò nella stanza. Entrambi ci staccammo e ci tirammo su! Io di istinto subito mi coprii, lui invece si guardava intorno.

"La culla..." Disse lui ingoiando un po' di saliva. 

"...non l'abbiamo tolta..." sussurrai. 

Intanto il pianto del bambino si alzava nella stanza. Sgranai gli occhi! Mi ero distratta e stavo per pagarne le conseguenze. Un figlio uguale a responsabilità e pensieri. Un figlio equivaleva a crescerli da soli a Simsland, un figlio significava infine il salto d'età. 

Sei pronta a diventare grande? Mi aveva detto la mamma qualche giorno prima. Le avevo risposto di sì, diciassette anni non era essere grandi come lei. Ma adesso? Un figlio, una nuova crescita. Diciotto anni! 

"Fai qualcosa." Dissi a Taurus.

"C-cosa?" Mi chiese lui. Sembrava smarrito tanto quanto me. 

"Come cosa? Sei più grande di me, vivi da più tempo a Simsland...." Lo guardai con sfida arricciando la bocca. "Hai più esperienza di me."

Lui mi guardò avvicinando il viso al mio. "I figli sono un'esperienza che mi manca. Poi abbiamo solo pochi mesi di differenza..." mi disse quasi annoiato. 

Mi allontanai e aggiustandomi il lenzuolo alla bell'e meglio mi alzai raggiungendo la culla. Che facesse quello che voleva, per me se ne poteva andare, avevo altre priorità e altri pensieri. Cosa avrebbero detto mamma e papà? Li avrei delusi entrambi? Avevo fatto entrare io Taurus nella mia vita e nella mia stanza. 

Sicuramente non potevo più pensare di lavorare come barista, i soldi non li sarebbero serviti per me e il piccolo. Il mio sogno era diventare una chef, forse era giunto il momento di passare al ristorante in centro e dare una mano alla realizzazione del sogno. Lo diceva sempre papà, dovevo muovere i miei passi da sola per realizzarmi ed effettivamente di fronte a me c'era qualcosa che avevo fatto io da sola, cioè senza i miei genitori. Senza Taurus sarebbe stato impossibile anche solo pensare di fare un figlio.

Sospirai e lentamente mi avvicinai alla culla, alle mie spalle avvertivo Taurus stesso che stava alzandosi. Sinceramente non sapevo cosa dirgli, non gli avrei chiesto di scusarmi e non avrei dato colpe a lui solo perché entrambi sapevamo della culla in stanza. Poi il pianto del bambino mi distraeva abbastanza da noi due in quel momento. 

Arrivata sulla cesta allungai il collo per vedere dentro. Sgranai gli occhi sorpresa! C'era veramente un bambino, piangeva e sgambettava, richiamava la mia attenzione ed era così piccolo che la prima sensazione che mi venne fu di doverlo proteggere. 

"È bellissima." Sussurrò Taurus alle mie spalle. 

Sollevai la testa per osservarlo. "Cos... dove?" 

"Ho occhio Tunia! È una bambina." Disse lui con un sorriso. "La mia bambina." Disse poi più sicuro di se. 

Feci una smorfia. Sua? Guardai nella cesta osservando il fagotto che si sbracciava nello scialle di cotone. "In realtà sarebbe mia!" Gli dissi ricordandogli che i bambini restavano nella casa di nascita lì a Simsland. Allungai le braccia verso di lei scostandole lo scialle, sotto era senza nulla addosso. Eppure al mio tocco sembrava essersi ricomposto, lo osservai bene e feci una smorfia. 

"Avevo ragione io! È una bimba." Disse sornione Taurus. 

"Vuoi prenderla in braccio?" Gli chiesi.

"Non posso... sai che non posso." Mi disse con una sorta di amarezza nella voce.

Mi voltai verso di lui, poi ancora guardai il bebè. E se nel prenderlo in braccio si sarebbe rotto? Mi feci forza, Taurus aveva uno sguardo tra l'estasiato e il malinconico. Dovevo prendere la piccola in braccio, sia per me che per lui. Le riassettai quindi lo scialle e senza indugiare troppo o farmi paranoie la presi. Era così leggera e gracile, era... mia figlia! 

Pensai in quel momento mentre i nostri occhi si incontravano. Occhi blu, come quelli di Taurus! Quella era la mia bambina, la mia bellissima bimba. "Guardala che bella." Dissi emozionata mentre la piccola prendeva con forza il mio dito e lo stringeva. 

Lui annuì. "Stupenda." Sussurrò prendendomi per le spalle. 

"Nostra figlia." Affermai cullando la piccola. Ero felice, non lo avrei mai creduto ma ero felice. 

"Tua figlia Petunia." Ammise lui amareggiato. 

Al che restai sorpresa dalla sua affermazione. "Taurus... è vero, resterà qui e avrà il mio nome. Ma è anche tua. Lei è..." ci pensai un attimo. Lei era la prima figlia di Taurus Virgo, quindi doveva chiamarsi per forza di cose. "Spica! Tua figlia." 

"Spica?!" Chiese palesando la sua sorpresa. 

Annuii posando la piccola e mi voltai per poterlo guardare bene in viso. Era fermo dinanzi a me... "Nudo! Sei ancora nudo." Dissi coprendomi il viso. 

"Andiamo Tunia, sei seria!" Mi canzonò divertito. 

Scostai le mani rossa in viso. "Oltre quella porta c'è la mia famiglia, hanno sentito la bambina e tu... resti nudo e impassibile."

"Andiamo!" Affermò sicuro di se. "Hanno appunto sentito la piccola, non  entreranno." 

Sospirai, forse aveva ragione. Se avessero voluto già sarebbero entrati. "Sappi che potrai sempre venire a casa e incontrare Spica." Gli dissi, nonostante la prima reazione sembrava gli dispiacesse non poter prendere in braccio Spica, aveva esultato quando l'aveva vista infine, non era scappato dalla stanza. Mi era rimasto accanto. 

"Verrò!" Mi disse sorridendomi.

Assentii comprendendo che quella era la situazione imbarazzante cui mi sarei trovata con o senza la bambina. Non sapevo cosa dire,  ne come comportarmi. Dovevo ringraziarlo? Aspettare che andasse via. 

Restai ferma in silenzio aspettando un suo passo che non tardò ad arrivare. Mi sollevò di peso e mi portò a letto. "Cosa fai?" Chiesi.

"La culla è occupata. Adesso si che possiamo divertirci." Mi disse divertito prendendo a carezzarmi. 

Lo guardai sorpresa, poi mugugnando chiusi gli occhi. Ma si!

 

Fui travolta! Dalla presenza di Taurus nella mia vita e da quella di Spica. Mamma aveva preso abbastanza bene la nascita di Spica, anzi l'adorava. Diceva che i nipoti erano meglio dei figli ed ora che Narcissus e Poppy erano adolescenti potevo comprenderla. 

"Crescerà così presto anche Spica?" Chiesi alla mamma.

"Oggi inizierà a sgambettare e domani sarà come i tuoi fratelli oggi...."

Mi voltai verso mamma. "Solo due giorni?" Chiesi, cioè neanche. Solo il pomeriggio prima avevo avuto in braccio Spica e entro breve già mi avrebbe sgambettato. Non ero pronta?! 

"Tre giorni." Mi rispose secca mamma. "Domani i tuoi fratelli saranno dei giovani uomini." 

Sospirai. Così poco tempo avevo per abituarmi a Spica e poi vederla andare via? 

"Per questo ci hai avuti tanti di noi?" 

"I tuoi fratelli ci è voluto più tempo. Ma si Petunia, volevo non foste soli, credo chiederò più avanti a tuo padre di darti una sorella." 

Ingoiai il groppo. "Posso far venire a casa Taurus?" Chiesi.

"Certo, casa mia è casa tua e se a lui fa piacere perché no." 

"Ne approfitto che la culla è ancora occupata." Ammisi. 

Mamma rise e mi abbracciò. "Fai bene tesoro. Fai bene!" 

"Ho avuto il lavoro al ristorante grazie allo zio Sun, per ora farò l'assistente dello chef." La informai, forse un giorno avrei sostituito lo zio Sun al ristorante.

"Taurus?!" Disse la mamma. "Lui che lavoro fa?" 

"È un tecnico di laboratorio." La informai mentre scrivevo il messaggio. 

-Questa sera Spica diventa bebè. Mi raggiungi e aspettiamo insieme?-

La risposta arrivò fulminea. -Vengo direttamente da lavoro.-

Così fu! Passammo il resto della giornata insieme, a chiacchierare e fare l'amore. Taurus parlava con i ragazzi e si divertisca con loro ed io ero sempre più sconsolata. 

"Domani saranno nostri coetanei." Gli dissi 

"Non sei contenta?" Mi chiese 

"Si e no! È triste, guarda Spica è così piccola ma tra un po' muoverà già i primi passi." Gli risposi.

"Potrà venire quindi verso di me." Affermò lui.

Ripensai di nuovo alla sua espressione il giorno precedente. "Ti ama anche se non può stare con te." Lo rincuorai. 

"E tu?" Mi chiese. 

"Anche io la amo. Non me l'aspettavo!" Affermai.

Parve deluso, ma subito si riprese. Mi porse un blocco e attese che lo prendessi. 

"Ho scritto una storia, leggila e dimmi cosa ne pensi." 

Mi illuminai in volto. "Adoro leggere. Lo farò, promesso." Dissi andando a preparare da mangiare per entrambi. 

Alla sera Spica crebbe, rivelandosi una bella bambina con i ricci rossi e gli occhi azzurri. "Ha i miei capelli."

"E i miei occhi!" Terminò lui orgoglioso. 

"È bellissima e questo non cambia." Gli dissi giocando con la piccola.

"Devo chiedere alla mamma. Sai, credo che una volta adolescente possiamo anche aspettare a farla diventare adulta." Mi disse Taurus. 

Lo guardai sbigottita, potevamo aspettare? Potevamo goderci la bambina un po' di più? 

"Ti farò sapere. Adesso che ne dici se andiamo in camera?" Mi chiese.

"Scherzi? La culla è vuota." Gli ricordai. 

"E chi se ne importa. Sarà bello come Spica!" Mi disse mordendomi il mento.

Sorrisi civettuola. "Questa volta però voglio la pancia. Così poi non mi toccherai più!" Dissi divertita. 

"Staremo a vedere... staremo a vedere..." mi disse baciandomi. Al che capitolai, la culla non si era neanche svuotata che stavo per riempirla di nuovo. 

"Invecchierai... avrai ventuno anni." Cercai di ricordargli.

"E dai Tunia." Mi implorò. 

Sospirai. La pancia, volevo una normale pancia gravida. 

Pensavo mentre Taurus mi amava e mi faceva sua. Al mattino quando mi svegliai come avevo desiderato mi ero ritrovata una bellissima pancia da pregnante. Adoravo Simsland perché i propri desideri il più delle volte venivano esauditi. Mi sollevai in silenzio dal letto e mi riserbai verso la culla, alla ricerca del mio ultimo genito, questa volta era forse un maschio.  

"Taurus sveglia, vieni a vedere il piccolo." Lo chiamai. 

Lui annoiato si girò nelle lenzuola. "Non piange... altri cinque minuti." Mi disse.

"Ma dai dormiglione, non sei curioso?" Gli dissi. 

Lui rise e si sollevò. "Sì... andiamo, conosciamo nostro figlio."

In cuor mio speravo che fosse un maschio, in cuor mio rimasi anche delusa nello scoprire che era un'altra bimba. "Sapevo già come chiamarlo se fosse stato maschio. Aldebaran." Gli rivelai. 

"Dai Tunia! È perfetto così uguale." Mi disse lui baciandomi. "Dalle un nome." 

Ci avevo pensato e tanto a un nome, uno che mi convincesse. Alla fine le diedi un nome che mi ricordasse quanto fosse splendida. Pleiades, come l'ammasso stellare della costellazione del toro. 

Ma ci avrei provato ad avere un maschio, se Taurus me lo permetteva un terzo figlio pensando a un maschio lo avrei voluto. 

"Ti va questa sera di venire da me?" Mi chiese lui.

Lo guardai. "E le bambine?" 

"Tua madre è qui no? Poi lo sai che non possono uscire dalla casa se non sono adulte." Mi ricordò.

Feci una smorfia. "Guardami! Ho la pancia, sono grassa." Gli dissi

"Sei bellissima invece, bellissima e perfetta Tunia." Mi disse baciandomi. 

Taurus aveva questa particolarità, sapeva farmi sentire unica a trecentosessanta gradi. Solo due persone mi amavano così e quelle persone erano i miei genitori. 

Poteva un'altra persona con cui non avevo legami di sangue, riuscire a farmi stare così bene? Non lo sapevo, temevo sempre che ci fosse un tranello pronto ad attendermi. In fondo ero pur sempre una ragazzina ingenua, anche se avevo ormai raggiunto i diciannove anni grazie alla nascita di Pleiades. 

La serata a casa Virgo era stata perfetta, per la prima volta ero andata lì che non c'era un party e non era così caotica come mi era apparsa l'ultima volta. Taurus mi aveva portato al cerchio di fuoco ed avevamo parlato tutta sera.

"Una volta bambina possiamo non far crescere subito Spica, anche Pleiades, potrebbe rimanere bebè qualche giorno." Mi spiegò lui.

"Sarebbe bellissimo, resteranno bambine per un po'." Affermai. 

"Vorrei poter stare con loro e stringerle in un abbraccio." Mi rivelò lui.

Mi sentii in colpa, ancora! Scoprirai e lo baciai. Potevo chiedergli un altro figlio? 

"Più avanti... potremo provare a fare un maschietto." Buttai lì. 

Lui rise. "Facciamo che domani tu e le bambine vi trasferite al rifugio in montagna. È una casa che usiamo poco, poi con calma una volta lì facciamo il nostro maschietto." 

Feci una smorfia divertita. "Quindi è un sì?" 

"Si Tunia, ho solo una piccola richiesta." Rispose divertito.

"Che sia l'ultimo? Lo sarà. Te lo giuro, ti dirò. Se sarà un'altra femmina poi la chiamerò come una delle sorelle March. Perché se sono femmine basta la terza." Ammisi.

"In realtà volevo chiederti di restarmi fedele sempre... ma fa come ritieni meglio." Mi disse lui divertito. 

Fedeltà! Lo ero, diamine gli ero fedele. Vero la nostra storia era iniziata da poco. Ma ormai non riuscivo ad immaginarmi senza di lui, fedele a lui e solo sua anima e corpo. "Ti sarò sempre fedele Taurus." Ammisi baciandolo. 

Lui mi sorrise e mi strinse. "Hai letto la mia storia?" 

"Non ancora." Risposi con una smorfia divertita. 

Lui mi diede un buffetto e mi carezzò la pancia. "Andiamo su che è meglio!" Mi rispose prendendomi la mano guidandomi. 

Avrei fatto tutto ciò che mi chiedeva, quello che mi risultava difficile era il pensiero di abbandonare la casa materna in realtà. Ma ci avrei pensato il giorno dopo. 

Al mattino dopo a casa trovai i miei fratelli intenti a fare sport praticamente in mutande.

Spica era a far colazione aiutata da mamma e Pleiades dormiva nella sua culletta. 

Mia madre comprese che c'era qualcosa che non andava. 

"Cosa ti cruccia?" Chiese 

"Taurus vorrebbe che lasciassi la casa materna." Ammisi 

"Beh nonostante sta diventando amico dei tuoi fratelli... Si sente in imbarazzo qui forse. Ci sono pur sempre io, poi c'è Dyonisos e tu hai le tue bambine e infine c'è anche Moon." 

"Mamma a fine settimana Moon si sposa con Lupetta." Le ricordai, non era lui il problema. 

"Lo so! Ma questa non è casa sua e l'imbarazzo ci sta Petunia. Come anche che tu non voglia lasciarci, parlatene." 

"Andrei a vivere da sola con le bambine. Che per la cronaca abbiamo deciso di non far crescere subito, come te con Dyonisos." Le raccontai. "Credi sarò in grado io da sola." 

"Petunia le bimbe saranno autonome. Tu credi di riuscire a fare questo nuovo passo." 

Osservai mia madre poi mia figlia Spica che camminando mi venne incontro. La presi in braccio e la solleticai un po'. 

Chissà a cosa stava pensando.

Stetti con lei tutto il tempo fino a quando non avvertii il bip. Spica mi fissò ed io controllai la luce sul palmo della sua piccola mano. -Vuoi che Spica cresca?- 

Ecco! Dovevo rispondere si o no, adesso comprendevo come funzionava. Però.. per Taurus, per permettergli di crescere con le bambine lo avrei fatto. Avrei acconsentito affinché Spica diventasse una ragazzina. 

"Domattina tocca a Pleiades." Dissi pensando che sì! Potevo tenermi la piccola ancora un po' infante. 

Spica era curiosa in giro per casa e guardava ammirata gli zii giganti, ascoltava le sciocchezze che si dicevano (sulle ragazze) e seguiva passo passo ogni loro gesto. 

Ad un certo punto compresi che qualcosa non andava. Mio fratello Poopy continuava a girare per casa in mutande e...

"Pop's! Ti prego adesso Spica e grande, potresti coprirti in modo decente? Anche tu Narcissus, metti un pantalone." 

"Sei seria Tunia?" Mi disse Narcissus.

"Più seria della mamma che dice che non puoi portare una ragazza diversa ogni sera credo." Rispose Poppy.

Uomini nudi e ragazze di indubbia morale?! 

"Tranquilli! Tanto domani mi trasferisco nel rifugio di Taurus fino a quando non trovo casa." Dissi ai due.

Avevo deciso, dovevo andare via. Come diceva la mamma: un altro passo. 

"Visto? Non è stato difficile." Mi disse mamma con un sorriso complice.

Con i miei fratelli? Nulla era mai difficile...

 

Le giornate trascorsero rapide, lèssi finalmente il libro di Taurus. Più che un libro sembrava una novella dove la protagonista somigliava in tutto e per tutto a me! Ero in pratica io. Quando glielo rivelai Taurus mi ricordo che non era uno scrittore, quindi sì! Quelle poche righe erano dedicate a me e mi diceva cosa provava nei miei confronti. Quella notte facemmo di nuovo l'amore e concepimmo anche la nostra ultima figlia. Lily Beth! Avevo deciso sarebbe stata l'ultima perché non volevo più sperare nel l'arrivo di un maschietto che non sarebbe venuto.

A Taurus sembrava che le cose andassero bene così, era quasi sempre al rifugio e ci beavamo nel guardare le nostre bimbe bebè crescere. Avevamo deciso di prolungare il loro stato di una settimana. 

"Le facciamo crescere dopo il matrimonio di Moon e Lupetta." Sì quello era stato il tempo che ci eravamo imposti. 

Non potevamo fare loro la violenza di non farle crescere e farle vivere in un loop temporaneo che non si erano cercate. 

In quei giorni avevamo capito due cose fondamentali, le tre sorelle sarebbero state molto unite, proprio come le sorelle March. Come loro avevano anche carattere, entrambe diverse le une dalle altre, Spica faceva da brava sorella maggiore e pensava a mettere sempre il maschiaccio Lily Beth in riga. Pleiades che tranquilla cercava di emulare sempre me o Taurus. 

"È tutto così perfetto!" Pensai la notte del matrimonio di Moon. Le bambine si erano scatenate alla festa, quella più stanca ero però io. 

Pochi giorni e non avrebbero più avuto bisogno di noi.

"Potrebbe esserlo ancora di più Tunia." Mi disse Taurus mentre metteva a letto le piccoline. 

Spica nel suo angolino già aveva sciolto i codini e si era accoccolata nel letto. Delle tre era l'unica ad aver preso il mio stesso colore di capelli. 

"Non lo faccio un maschio." Dissi sicura.

"Assolutamente, adesso voglio pensare a noi." Mi rispose con un sorriso complice. "Sposiamoci anche noi Tunia." 

"A-anche noi?..." la frase restò lì in sospeso. Sposarlo? Certo che sì, lo volevo. "Sì, sì sposiamoci." 

"Settimana prossima. Diamo tempo a tua madre di riposare e ci sposiamo." 

"Così presto?" Chiesi 

"Non vuoi?" 

Gli sorrisi. "Va bene anche domani Taurus."

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Sims / Vai alla pagina dell'autore: MelaniaTs