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Autore: My Pride    30/07/2021    2 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Little robin getting grounded Titolo: Little Robin getting grounded
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1267 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life, Commedia

Avvertimenti: What if?
Solo i fiori sanno: 8. Calla: amicizia e stima sincera

Quella volta in cui: "Personaggio A è segregato e riceve la visita di un personaggio a cui è legato sentimentalmente"


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Seduto sulla cassapanca posta sotto la finestra della propria camera, e con un blocco da disegno abbandonato sulle gambe, Damian non aveva fatto altro che starsene con la fronte schiacciata contro il vetro.
    Da quando aveva cominciato ad osservare la neve che cadeva placida là fuori, aveva perso la cognizione del tempo e aveva finito con l'annoiarsi, e a nulla era valso provare a disegnare qualcosa come suo solito. Tutta quella situazione aveva dell'assurdo, se proprio doveva essere sincero con se stesso. E tutto perché aveva agito di testa propria durante una missione. Sì, d'accordo, avrebbe potuto ascoltare invece di gettarsi a capofitto come suo solito, ma alla fine i rapinatori erano stati fermati e la refurtiva recuperata, no? Suo padre avrebbe anche potuto chiudere un occhio, anziché metterlo in punizione per la trilionesima volta.
    A quel pensiero, Damian sbuffò e lanciò il blocco sulla scrivania lì accanto, alzandosi per andare a prendere posto sul tappeto, dove carezzò la grande testa dell'alano piacevolmente acciambellato lì davanti. Quella punizione non era per niente giusta. Robin era il partner di Batman, non la sua spalla. C'era una sottile differenza tra le due cose, ma suo padre si rifiutava di capirlo e non gli permetteva mai di agire come preferiva, usando come scusa il fatto che non ragionasse e che avesse ancora bisogno di imparare la pazienza. Oh, gliel'aveva data lui la pazienza. Non appena il padre si era ritirato nelle sue stanze, non aveva perso l'occasione per filarsela dalla propria camera da letto, attraversando il giardino fino al muro di cinta sul quale si era arrampicato con facilità; non aveva avuto alcun intoppo, almeno finché le difese perimetrali non erano scattate e lui non era caduto col sedere sulla neve, imprecando nel rendersi conto che suo padre se l'era aspettato e che lo attendeva proprio dietro un albero. Il risultato? Si era guadagnato un'altra settimana di punizione. E lui continuava a vederla come una completa ingiustizia.
    Fu un picchiettare alla finestra a distrarlo dai suoi pensieri, e quando si voltò non parve meravigliarsi di chi ci fosse oltre il vetro, con il mantello che si muoveva placido nella lieve brezza e piccoli fiocchi di neve che si impigliavano nelle lunghe ciocche scure. Cercò di non darlo a vedere, ma in cuor suo sorrise alla vista. Jonathan Samuel Kent. Superboy. Il ragazzo d'acciaio. Arrivava sempre nel posto giusto al momento giusto. Damian raggiunse nuovamente la finestra con un salto, senza perdere ulteriormente tempo per farlo entrare alla svelta ed evitare che il calore del camino si disperdesse a causa della corrente fredda che fece il suo ingresso insieme a Jon.
    «Che ci fai qui?» domandò Damian, provando comunque a mantenere il suo solito cipiglio distaccato. La verità era che avere la compagnia di Jon non gli dispiaceva affatto e, anche senza dirlo esplicitamente a parole, l'altro lo sapeva fin troppo bene. Per questo sorrise, librandosi in volo ancora per un attimo prima di poggiare la suola delle sue converse sul parquet.
    «Un uccellino mi ha detto che eri in punizione», cantilenò divertito, carezzando il grosso muso di Tito che, sentendolo, si era alzato per andare a salutarlo, con la lunga e poderosa coda che si muoveva a destra e a sinistra più che contenta.
    Damian roteò gli occhi, sia a quelle parole sia alla vista. «Drake deve cominciare a tenere la bocca chiusa».
    «Non ho mai detto che sia stato Tim, D».
    «Jon... Drake passa metà del tempo insieme a tuo fratello e non perde mai occasione per infastidirmi, in un modo o in un altro. È elementare che tu l'abbia sentito da lui».
    Jon sorrise un po' colpevole, carezzando il cane un'ultima volta dietro le orecchie prima di volare al fianco dell'amico. «D'accordo, forse è stato lui», replicò divertito. «Ma non ha detto il perché, se la cosa ti consola».
    «Mhnr», rimbeccò Damian, facendogli cenno di seguirlo verso il letto. Non lo consolava affatto, ma almeno Drake non aveva la bocca così larga come aveva creduto. «So già che vuoi chiedermelo, quindi sappi che è una faccenda tra Batman e Robin. Secondo mio padre devo sempre e solo obbedire come un bravo bambino... sono stato addestrato sin dalla nascita, dovrebbe cominciare a fidarsi un po' di più delle mie capacità», borbottò risentito, lasciandosi cadere seduto sul materasso per cominciare a spiegare a Jon cos'era successo per filo e per segno, dalla missione all'essere stato beccato mentre sgattaiolava via, sentendo il bisogno di sfogarsi con lui per quella situazione.
    Era l'unico che avrebbe potuto capirlo, forse perché entrambi vivevano una vita sospesa su due mondi diametralmente opposti e fare confessioni del genere con lui diventava facile come respirare. In quell'anno e mezzo in cui si erano conosciuti, Jon non l'aveva mai giudicato, nemmeno quando aveva scoperto del suo passato turbolento e del male che aveva fatto; certo, all'inizio andare d'accordo era stato come andare continuamente sulle montagne russe, ma adesso poteva tranquillamente dire che avrebbe affidato nelle mani di Jon persino la propria vita. Era sempre stato un amico sincero e disponeva della sua completa e totale fiducia, e non era semplice da ottenere. Motivo per cui, quando concluse, si dispiacque a sua volta nel vedere l'espressione un po' delusa che si era dipinta sul volto dell'amico.
    «Quindi questo vuol dire...»
    «...che le nostre missioni saranno sospese per qualche tempo, già. Almeno finché a mio padre non passa l'incazzatura».
    «Gh. Questo significa che fino ai tuoi ventun anni dovrò badare alla nostra Fortezza tutto da solo?» domandò con una lieve nota ilare, e Damian gli lanciò un'occhiataccia, assottigliando le palpebre.
    «Non sei divertente, J», esordì, facendolo ridere.
    «Oh, dai, un po' era divertente. Insomma, tuo padre è Batman! Lui è sempre arrabbiato».
    A quelle parole si osservarono entrambi per un lungo attimo, senza dire una parola e col silenzio che aleggiava tra loro. Si sentivano solo gli sbadigli di Tito, tornato acciambellato sul tappeto, e il fuoco scoppiettante nel camino. Almeno finché Damian non si lasciò scappare uno sbuffo ilare, distogliendo per primo lo sguardo da quei profondi occhi azzurri. Ah, accidenti a lui... in un modo o nell'altro, riusciva sempre a riportargli in parte il buon umore.
    «D'accordo. Questa era buona», concesse. Difficilmente si lasciava andare, ma con Jon gli veniva abbastanza naturale. E per un momento parve valutare cosa dire, ma le parole gli uscirono dalle labbra senza che potesse controllarle. «Grazie, Jon. Mi serviva un po' di compagnia», ammise, e il sorriso di Jon divenne raggiante.
    «Ehi... è per questo che servono gli amici».
    Pur roteando un po' gli occhi a quel dire, lasciò correre e lo invitò a prendere posto sul materasso, poggiando la schiena contro la testata del letto dopo essersi allungato verso il comodino per prendere il portatile. 
«Devi tornare subito a Metropolis?» domandò distratto, vedendo con la coda dell'occhio Jon scuotere brevemente il capo.
    «No, se dico a mio padre che resto qui».
    «Marshmallow e cioccolata calda davanti ad un film?» propose mentre prendeva l'interfono per comunicarlo a Pennyworth, e non ci volle più di un millisecondo prima che la risposta di Jon arrivasse rapida come un fulmine.
    «Ci sto, ma il film lo scelgo io!» esclamò senza nascondere la sua euforia, prendendo posto accanto a lui dopo essersi sfilato le scarpe, senza notare che stavolta era stato il sorriso di Damian ad allargarsi.
    Quella punizione sarebbe stata decisamente lunga, ma la presenza di Jon sarebbe riuscita a renderla meno noiosa. 





_Note inconcludenti dell'autrice
Bene, altro prompt nato grazie alla challenge indetta da MissChiara. Le cose si fanno piuttosto divertenti quando bisogna sviluppare una situazione di partenza, perché non si sa mai come va a finire ;)
Anche qui, comunque sia, Damian e Jon alla fin fine sono due ragazzini, intorno ai 11/12 anni e 14/15 anni.
Volevo concentrarmi più sul loro rapporto di amicizi che altro, e devo ammettere comunque che il fatto che Damian finisca in punizione una volta sì e l'altra pure mi diverte. Visto che difficilmente ascolta Bruce (e quando lo fa finisce comunque per agire di testa sua), situazioni del genere potrebbero verificrsi tranquillamente senza problemi. Motivo per cui anche questa fic si è praticamente scritta da sola
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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