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Autore: God_Eden_Imperial    30/07/2021    0 recensioni
Dal testo:
“Grazie, se non ci fossi tu sarei perso”
“Già. Non dimenticarlo mai”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gilbert stava lottando con la cravatta da ormai una mezz’ora bella piena. Non riusciva a sistemarla, non voleva proprio mettersi come voleva lui e alla fine si arrese, sbuffando.
Quella sera i Baskerville avrebbero partecipato ad una festa e, se non fosse riuscito a legarsi quella dannata cravatta, avrebbe fatto tardi e Leo lo avrebbe sgridato.
“Basta! Mi arrendo!”
Esclamò esasperato, osservando poi la sua figura riflessa nello specchio a forma intera della sua camera.
Si mise a sistemarsi alcune ciocche di capelli ribelli, passandole dietro l’orecchio, sussultando quando due braccia magre gli avvolsero la vita, abbracciandolo da dietro.
“Vince! Sei tu, mi hai spaventato”
Disse, colto di sorpresa. Era così preso dal suo aspetto che non aveva sentito il fratello entrare e avvicinarsi a lui di soppiatto.
“Non sei ancora pronto? Leo ci sta aspettando. Manchi solo tu”
“Mi dispiace, ma questa dannata cravatta non vuole mettersi stasera”
Si lamentò Gilbert tornando a lottare contro l’indumento, facendo ridere Vincent che gli allontanò le mani, offrendosi di aiutarlo intanto che andava a sistemare la cravatta in maniera impeccabile.
Il maggiore lo lasciò fare, sorridendo.
“Grazie, se non ci fossi tu sarei perso”
“Già. Non dimenticarlo mai”
Lo prese in giro il più piccolo sistemandogli il colletto della camicia e la giacca scura.
“Ecco fatto! Ora sei pronto”
Asserì senza staccarsi da lui. Alzò il viso verso quello di Gilbert e i loro occhi si incontrarono. Il silenzio calò nella stanza; si poteva sentire solo il ticchettio dell’orologio.
Improvvisamente accadde qualcosa che nessuno dei due, Vincent in primis, si sarebbe mai aspettato. Gilbert gli avvolse il bacino con il braccio per tirarlo più vicino e si abbassò quel poco per far incontrare le loro labbra in un veloce bacio a stampo. Quel semplice, piccolo gesto, bastò per accendere un campanellino d’allarme nella mente del più piccolo che, capendo cosa fosse appena accaduto, si ritrovò ad arrossire vistosamente. Spalancò gli occhi per la sorpresa e guardò il fratello col fiato sospeso.
“G-Gil?”
Balbettò e non poté dire altro che si ritrovò ad essere nuovamente baciato. Il secondo fu come il primo: veloce eppure intenso.
“Gil…co-cosa-“
Venne interrotto nuovamente quando Gilbert gli prese il viso nella mano e lo baciò per la terza volta. Stavolta fu diverso dalle precedenti. Durò di più e il contatto fu più profondo.
Il corpo di Vincent si era irrigidito al contrario dell’altro che, invece, era rilassato mentre continuava a baciarlo.
Le loro labbra combaciavano perfettamente in una danza lenta e appassionata. Il cuore del più piccolo martellava nel petto e poté giurare che sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro. Gilbert poteva sentirlo visto quanto erano vicini e sorrise nel bacio, non intenzionato a staccarsi tanto presto.
Vincent, dal canto suo, iniziò a rilassarsi a sua volta, ricambiando felicemente e allungando le mani verso il viso di Gilbert per accarezzargli le guance, scendendo poi lungo il collo, sulle spalle, fino a stringere la stoffa della giacca tra le dita. Non appena incontrò la parte dove mancava il braccio sinistro, una scossa violenta lo riportò alla realtà.
“Non ho bisogno del braccio che ti ha ferito!”
Quelle parole che Gilebrt aveva rivolto al suo adorato ex padroncino, lo trafissero come una lama infuocata, facendogli molto male.
Il suo amato fratello si era fatto distruggere il braccio da Raven per Oz, aveva sempre fatto tutto per Oz e adesso si metteva a baciarlo, guarda caso, proprio qualche sera dopo che quel ragazzino era scomparso assieme alla sua preziosa Alice.
Un attacco di gelosia lo pervase dalla testa ai piedi e, riacquistando lucidità, spinse via Gilbert, sorprendendolo.
Ancora rosso in viso, si passò il braccio sulle gote, guardandolo severamente.
“Quello cos’era?!”
Chiese cercando di controllare il più possibile la voce che uscì comunque tremante. Il maggiore stava per rispondere quando qualcuno bussò alla porta.
“Ehi voi due, è ora di andare. Datevi una mossa!”
Era Charlotte. Vincent la avvertì che stavano arrivando e, lanciando prima un’occhiataccia a Gilbert, uscì dalla stanza, lasciandolo nuovamente da solo.

Leo era curiosamente di buon’umore. Era la prima volta dalla morte di Elliot e Vincent ne fu felice. Si era affezionato al suo padroncino e gli fece piacere vederlo con un sorriso sulle labbra mentre si sistemava i capelli per un’ultima volta.
“E’ molto elegante padrone”
“Beh, anche tu”
Rispose Leo rivolgendogli un sorriso che venne subito ricambiato.
Erano arrivati al luogo in cui si stava già svolgendo la festa e tutti attendevano l’imminente arrivo del nuovo Glen con entusiasmo. Erano oltre il portone che li avrebbe condotti al salone dove gli invitati avrebbero applaudito Leo. Vincent, ovviamente, era al suo fianco. Ad affiancarlo ci sarebbe dovuta essere Charlotte ma non si era ancora fatta viva. Senza di lei non potevano fare la loro entrata teatrale.
Si volse verso il corridoio, sperando di scorgerla, trasalendo nel sentire la voce di Gilbert accanto a sé. Alzando il viso, se lo trovò vicino.
“Direi che siamo pronti, padrone”
Disse e Leo, rimasto sorpreso quanto Vincent, fece un sorrisetto di scherno.
“Gilbert, ma che sorpresa. Finalmente mi degni della tua presenza. Molto bene, spero di non restarne deluso”
“Non accadrà, può starne certo”
Rispose il ragazzo più grande con un sorriso, volgendo poi lo sguardo sul fratellino che scostò subito il viso per non guardarlo.
Ce l’aveva ancora con lui per quello che era accaduto in camera.
Non esiste che io venga trattato come un sostituto di quel moccioso! Non di nuovo…
Pensò e il suo sguardo si rattristì, cosa che non passò inosservato a Leo che si fece improvvisamente serio, rivolgendo poi una veloce occhiataccia a Gilbert, senza dire nulla.
Tossendo per riavere su di sé l’attenzione di Vincent, annunciò ad entrambi che era pronto per fare il suo ingresso.
I due servitori lo seguirono, restando a pochi passi di distanza dal loro padrone che entrava nel salone. Pullulava di invitati; non appena posarono gli occhi sul nuovo Glen, si levarono appalusi e congratulazioni e questo fece sorridere nuovamente Leo che guardò Vincent. Il ragazzo più grande gli fece cenno di buttarsi nella mischia, cosa che fece, mettendosi a parlare con alcuni uomini dell’alta società, ora affiancato da Charlotte e la piccola Lily.
Vincent guardò il suo padrone senza smettere di sorridere, sentendosi poi trascinare via da Gilbert senza poter fare o dire nulla per liberarsi.
Il maggiore lo portò fuori in terrazza. Era tarda sera e la luna piena brillava nel cielo stellato della notte. Le luci di Reveille si potevano ammirare perfettamente da quella villa e Vincent per un momento si perse ad ammirare il panorama, finché la voce di Gilbert non lo riportò alla realtà.
“E’ bello, vero?”
Vincent si chiuse nelle spalle, spostando il viso altrove.
“Certo”
Rispose solamente e Gilbert lo guardò con un’espressione dispiaciuta.
“Senti…riguardo quello che è successo prima…io-“
“Non c’è bisogno che tu dica nulla. Tanto so già cosa vuoi dirmi: è stato un errore, i fratelli non dovrebbero fare certe cose, in realtà pensavo ad Oz dato che mi sono fatto divorare il braccio da un Chain solo per lui!
“Vince”
“Tanto non sarebbe la prima volta che nomini quel ragazzino in una conversazione, anche quando non c’entra niente! Ho capito perfettamente come stanno le cose e non mi lascerò usare nuovamente da te!”
“Vincent”
“Non sarò più un sostituto, quindi ti consiglio di cercarti qualcun altro”
“Vincent!”
“Cosa?! Lo so di avere ragione e non mi scuserò per aver detto la verità!”
Gilbert sussultò per il tono di voce usato dal più piccolo che gli rivolse una gelida occhiata. Era la prima volta che accadeva e anche Vincent se ne sorprese, ma ormai era troppo tardi; lo aveva detto e non aveva intenzione di rimangiarsi le parole.
Rimasero a guardarsi negli occhi. Nessuno dei due disse nulla per una manciata di secondi. Ad interrompere quel silenzio ci pensò Lily che li raggiunse.
“Ehi Vincent! Glen-sama ti sta cercando, faresti meglio a raggiungerlo”
Esclamò zittendosi a sua volta percependo la pesante atmosfera che si era creata.
“Ehm…va tutto bene?”
“Sì, benissimo”
Rispose Vincent rivolgendole un sorriso, chiedendole di avvertire Leo che lo avrebbe raggiunto subito. La ragazzina guardò dapprima lui poi Gilbert che teneva gli occhi puntati sul fratellino. Acconsentì soltanto, rientrando nel salone.
Vincent sospirò, tornando a rivolgersi al maggiore.
“Scusa, devo andare”
Disse secco avviandosi nella stessa direzione presa da Lily, fermandosi quando si sentì afferrare da Gilbert che gli prese il polso, costringendolo a voltarsi nuovamente verso di lui.
“Aspetta! Per favore…”
Vincent non lo guardava, tenendo lo sguardo abbassato, attendendo il continuo.
Il suo cuore doleva; non riusciva a restare arrabbiato con Gilbert, nemmeno volendolo con tutto se stesso e non gli piaceva litigare con lui, lo detestava. Ma la gelosia aveva preso il sopravvento ed era stato inevitabile.
“Mi dispiace, non volevo ferirti. Non stavo pensando ad Oz”
“Non mentire!”
“Non lo sto facendo! Ascoltami, è la verità”
“Come posso crederti?!”
Esclamò tenendo lo sguardo rivolto verso il pavimento per nascondere le lacrime che gli stavano riempiendo gli occhi, minacciando di rigargli le guance arrossate.
Gilbert sussultò, non sapendo come rispondere e si sentì spregevole. Da quando aveva ricordato, sentiva di essersi avvicinato maggiormente al suo fratellino. Voleva sistemare il loro rapporto ma, come sempre, aveva rovinato tutto.
“Hai ragione”
Sussurrò infine, sorprendendo Vincent.
“Sono proprio un’idiota…ti chiedo scusa”
Aggiunse stringendolo in un forte abbraccio, o almeno provandoci. Avere un solo braccio rendeva quella dimostrazione d’affetto difficile da dimostrare come avrebbe voluto.
Vincent sentì il cuore fare una capriola e non riuscì più a trattenere le lacrime che presero a bagnargli il viso intanto che si stringeva a Gilbert.
“Gil…”
“Ti voglio bene, Vince, dico davvero. Credimi, ti prego”
“Anche io ti voglio bene, Nii-san”
Balbettò tra i singhiozzi mentre affondava il viso nel petto del fratello, cercando di calmarsi. Gilbert sorrise addolcito, continuando di stringerlo a sé fino a sentirlo rilassarsi.
“Davvero…non pensavi a Oz?”
“Davvero”
“Ma…allora…”
“Perché l’ho fatto?”
Chiese al posto di Vincent che annuì piano, asciugandosi i rimasugli delle lacrime con l’aiuto di Gilbert che gli accarezzò la guancia con il pollice, facendolo sorridere come un bambino.
“L’ho fatto perché-“
“Vincent”
La voce di Leo lo interruppe. Voltandosi entrambi verso il loro nuovo padrone, lo videro con le braccia incrociate al petto e con lo sguardo severo rivolto verso il suo servitore preferito.
“Cosa stai facendo?! Vieni con me, forza!”
Vincent non se lo fece ripetere e, staccandosi a malavoglia da Gilbert, lo raggiunse, rivolgendo un piccolo sorriso a suo fratello prima di seguire Leo fin dentro il salone.
Gilbert rimase immobile, sussultando quando il nuovo Glen gli lanciò un’occhiata torva, scomparendo successivamente tra la folla.
Il ragazzo sospirò, appoggiandosi al balcone per poter ammirare ancora un po’ il paesaggio sottostante, ripensando al bacio che si era scambiato con Vincent.
Involontariamente si portò una mano sulle labbra, sorridendo. Ormai il vociare che proveniva dalla villa arrivava ovattato alle sue orecchie. Sentiva solo il dolce sapore della bocca di Vincent.
“L’ho fatto perché ti amo”
   
 
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