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Autore: LadyHeather83    30/07/2021    2 recensioni
Marinette, a causa di un errore, ha dovuto rinunciare ad essere la guardiana dell Miracle Box.
E la notizia, della perdita di memoria della ragazza, rimbalzerà tra i corridoi della scuola, arrivando alle orecchie di Adrien.
Un dubbio assale la mente del ragazzo, che sia proprio lei la sua lady?
ATTENZIONE!!! Contiene spoiler sulla quarta stagione
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ricordati di me

*

Capitolo 23

*

Ancora qualche blocco e sarebbero potuti uscire da lì.

Marinette acquistava ricordi su ricordi e la lanterna che teneva stretta nella mano destra si riempiva sempre di più lasciando ormai pochi spazi liberi.

Entrava e usciva da quelle stanze, dai suoi cassettini della memoria, a volte con il sorriso sulle labbra, a volte con gli occhi colmi di lacrime.

Come per l’ultima porta chiusasi dietro di lei.

“Che c’è milady? Ricordo triste?” Le domandò notando la sua espressione rabbuiata.

Certo che era un brutto momento, aveva praticamente buttato il suo attuale ragazzo tra le braccia di Kagami pur di vederlo felice.

Con lei non sarebbe stata la stessa cosa, apparentemente non avevano niente in comune, Marinette non era brava come lei a fare le cose e soprattutto non era forte e decisa come invece lo era Kagami.

Lei balbettava ed era sempre distratta, sarebbe stata una palla al piede per Adrien, se mai fosse riuscita a confessargli ciò che provava per lui e Adrien avesse accettato lei come una possibile compagna.

“No, è…è che mi sembri manchi qualcosa…una strana sensazione…non so spiegartelo.” Anche quello era il motivo per cui in quel momento aveva gli occhi lucidi.

Chat Noir notò che oltre al blocco senza porta c’erano meno di una decina ancora da aprire e da scoprire che cosa ci potesse essere al loro interno.

Casette colorate collocate sopra a delle scale, altre sulla cima di alberi di pesco, messi in obliquo…se quella collocazione è frutto della mente di Marinette, una ragazza apparentemente tranquilla, non immaginava che cosa ci potesse essere nella sua di testa.

Sogghignò portandosi un dito sulle labbra cercando di trattenere quella risatina.

“Perché ridi?” Sgamato subito.

Impossibile non farlo, anche se Marinette gli stava dando le spalle in quel momento aveva percepito l’aria vibrare in maniera strana.

Chat Noir sospirò “Non ti si può nascondere proprio niente…comunque ridevo da solo.”

“Fa ridere anche me…in due sarà più divertente, a meno che…” Marinette assottigliò gli occhi in maniera sospettosa “…non stessi pensando qualcosa su di me!”

Chat Noir scattò come un soldatino a quella frecciatina “Ma…ma no, no, cosa vai a pensare…” Si grattò la testa in modo imbarazzata scompigliando la chioma bionda “…stavo solo riflettendo su come si presenterebbe la mia testa se provassi ad entrare.”

“Sicuramente sarebbe allestita a mo’ di circo…ne sono sicura!”

“Mi credi un pagliaccio?” Chiese seriamente facendo scomparire il sorriso sulle sue labbra.

“No, intendevo che sei una persona divertente e che adoro le tue battute. Sei un ragazzo solare, che cosa ci potrebbe essere di così strano? Hai visto la mia, contorta e piena di insidie.”

“Ho anch’io momenti no, non credere perché sorrido sempre che dentro di me non succeda niente, anzi…cerco sempre di mascherare il dolore…”

Marinette gli appoggiò la mano sopra la sua “Lo sai che non me non hai bisogno di fingere niente, se vuoi ridere…ridi, se hai bisogno di piangere…fallo. Supereremo assieme le avversità.”

Quando era con Marinette ad Adrien non serviva rivolgerle sorrisi finti o di circostanza come se fosse davanti un obiettivo fotografico e mostrare al mondo quello che volevano vedere soltanto.

Con lei poteva mettersi completamente a nudo e lasciarsi andare, non lo avrebbe giudicato.

“Lo so, milady.”

*

Su-Han camminava in lungo e in largo con circospezione guardandosi i piedi mentre teneva le mani incrociate dietro la schiena.

Era preoccupato e lo si poteva notare dalla sua espressione pensierosa.

“Cosa ti turba?” Gli chiese lo stregone mentre cambiava la benda bianca sulla fronte di Marinette con una più fresca.

Sembrava avesse la febbre e il suo respiro si era fatto affannoso.

“E’ normale che stia male?”

“Si, sta facendo uno sforzo enorme e il carico di informazioni che sta ricevendo in poco tempo non aiuta…in pratica le si sta sovraccaricando il cervello.” Spiegò strizzando l’acqua in eccesso dal fazzoletto nel catino che era quasi vuoto “…però se ti può consolare là dentro non si sta accorgendo di nulla…”

“Ne sei sicuro?”

“Guarda che ne ho eseguite più di un centinaio di questi riti, potrò saperlo con assoluta certezza o no?” Berciò spazientito lo stregone.

Su-Hau sussultò non aveva nessuna intenzione di mancargli di rispetto, il guardiano non aveva esperienza in merito ed era la prima volta che assistiva a questo tipo di rito.

Di solito chi rinunciava ad essere guardiano della miracle box accettava la sua condizione e non si era mai trovato a dover fare marcia indietro, pensava che questo non fosse possibile.

Ma Marinette era giovane e Adrien era un ragazzo determinato, non se ne sarebbe andato di lì se prima la ragazza non avrebbe riavuto indietro quello a cui era stata costretta a rinunciare.

Non gli importava di ritornare ad essere Lady Bug e Chat Noir, gli interessava solo che Marinette ritornasse ad avere i suoi ricordi.

“Mi scusi!” Esclamò facendogli una riverenza. “Posso fare una domanda?”

“Certo!” Annuì anche con il capo.

“C’è un modo per aprire quel cassetto senza più la sua porta?”

“Un modo c’è sempre…”

“Chat Noir potrebbe usare il suo cataclisma per buttare giù la parete!”

“NO!” Si alzò in piedi urlando “NEL MODO PIU’ ASSOLUTO! Se lo facesse distruggerebbe per sempre quel ricordo e Marinette non si sveglierebbe mai più rimanendo intrappolata dentro in un’altra dimensione!”

Su-Han spalancò la bocca dallo stupore.

“Quell’incosciente!” Digrignò i denti sperando che a Chat Noir non gli venisse in mente quella malsana idea.

*

“Senti, milady…mi è venuta in mente un’idea geniale per aprire il blocco senza la porta…”

Chat Noir ebbe tutta la sua attenzione dopo aver pronunciato quella frase.

“Userò il mio cataclisma per buttare giù la parete!” Disse convinto.

Stavano salendo delle scale in obliquo e Marinette dovette attaccarsi forte a lui quando queste iniziarono a muoversi per spostarsi inavvertitamente verso un’altra destinazione.

“Era il tuo modo per dirmi di non fare niente?” Chiese in tono ironica facendo divertire Marinette che scoppiò a ridere.

“La useremo come ultima spiaggia…non credo che distruggere una parete sia il modo migliore per entrare, potresti provocare l’effetto contrario, ovvero disintegrare tutto il blocco.”

“Sono sicuro che avrai un’idea migliore della mia” Disse portandosi le mani dietro la nuca.

“Diciamo che al momento ho la testa in confusione…però manca ancora un po'…quello lo voglio lasciare per ultimo…chissà…” Alzò le spalle “…magari sparisce da solo.” Marinette sfoggiò il suo miglior sorriso.

Sapeva che quel blocco non poteva sparire da solo, lo stregone era stato molto chiaro in merito, ogni singolo ricordo doveva essere rivissuto per alimentare la lanterna che le avrebbe permesso di uscire da lì.

*

Marinette si sentiva più leggera.

Era stato bello ritrovare finalmente tutti i suoi ricordi perduti, rivivere quei momenti, anche se alcuni sarebbe stato meglio cancellarli definitivamente, ma purtroppo non aveva potuto, rendendosi conto anche delle scelte sbagliate che aveva fatto in precedenza.

Dopo aver ispezionato l’ultimo cassetto posto in cima ad un albero dalla chioma verde e vaporosa, questo sparì come tutti gli altri assieme alla scala che l’aveva portata fino lassù, e dopo qualche altro secondo anche l’arbusto.

Marinette cadde tra le braccia di Chat Noir.

“Hai messo su peso, milady!”

Di tutta risposta ricevette un colpo col suo bastone argentato.

Ahio! Che male!” Si lamentò lui tenendosi la parte lesa.

“Così impari, gattino

“Scusami, non lo farò mai più.”

Il tutto era una tecnica per distrarla dalla loro prossima tappa. L’ultima tappa quella con la U maiuscola.

Osservarono quella lanterna ormai piena, le rimaneva solo un minuscolo spazio libero.

Pulsava come se stesse aspettando l’ultima sfera per sprigionare la sua energia.

“Sai…è davvero inquietante quella…cosa” La indicò con un dito artigliato.

“Questa…cosa…ci farà uscire da qui.”

“Parla per te, a me basta usare il kawatama!”

“Vorresti dire che mi lasceresti qui da sola?”

“Intendo che se anche tu dovessi rimanere intrappolata qui, io rimarrei al tuo fianco, non posso immaginare una vita senza di te, Marinette.” Per la prima volta da quando erano là dentro l’aveva chiamata per nome riempiendo il cuore della sua ragazza che gli buttò letteralmente le braccia al collo impossessandosi avidamente delle sue labbra.

“Ti amo, Adrien” Nonostante la maschera di Chat Noir, Marinette non aveva resistito a non chiamarlo per nome.

Durante quel viaggio, la corvina si era resa conto di quanto amore avesse per lui, un amore che traspariva dalle pagine del suo diario, ma rivivere quei momenti non era di certo la stessa cosa che leggerli in poche righe scritte anche di fretta.

“Ti amo anch’io, Marinette.”

L’abbraccio che si scambiarono sembrava quasi interminabile e nessuno dei due accennava a staccarsi per primo.

“Lo dovremo fare prima o poi!” Gli sussurrò all’orecchio facendogli venire la pelle d’oca intendendo ben altro.

“C-cosa?” Voleva esserne sicuro.

“Cercare un modo per aprire quel blocco di cemento bianco ruvido.” Si staccò di controvoglia da lui e con circospezione lo circumnavigò cercando di trovare qualcosa di utile per buttare giù quel muro invalicabile.

Un vento forte li investì all’improvviso facendogli chiudere gli occhi.

Marinette lì aprì a fatica e vide un vortice poco lontano risucchiare il bianco di quel luogo lasciando al suo posto solo il nero.

“Fatti venire un’idea, milady e alla svelta, se il blocco viene risucchiato, non potrai più uscire.” Disse Chat Noir balzando sopra il blocco per osservare meglio la scena.

Marinette si stava spremendo le meningi ripercorrendo mentalmente i ricordi appena vissuti mettendoli a confronto con le pagine del diario.

“Presto, Marinette! O userò il mio cataclisma sulle pareti” La incitò.

“Distruggeresti tutto!”

“Ho un’idea, tu eri la portatrice del miraculous della creazione, prova a ricreare la porta che è andata perduta.”

“Non ho più i miei poteri, non posso!”

Chat Noir le mise le mani artigliate sopra le spalle “Cercalo dentro di te quel potere!”

Marinette annuì e provò a disegnare una porta delineando un profilo sulla parete.

“Non funziona così…”

Marinette…hai una vaga idea di quale ricordo manchi?”

“Ci stavo pensando…ma è difficile così sotto pressione!” Marinette si stava per far travolgere dalle sue emozioni.

“Una volta mi hai fatto una domanda…chi fosse Chat Blanc…tra i tuoi ricordi lo hai visto per caso?”

“N-no, non mi pare…” Balbettò cercando quell’unica frase apparsa nel suo diario in merito.

“Occhi color ghiaccio, vestito di bianco candido e sguardo letale…”

Una porta si materializzò all’istante quando a Marinette venne in mente quella frase.

La ragazza la aprì e senza pensarci due volte prese Chat Noir per un polso e lo trascinò lì dentro prima che il blocco venisse risucchiato dal nulla.

*

Continua

 

 

  
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