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Autore: NightWatcher96    30/07/2021    3 recensioni
Katsuki ed Eijiro sono sempre i primi a pensare a quale scherzo tirare su Izuku, solo che l'ultimo non è che va proprio come previsto. Anzi, c'è pure una piccola sorpresa!
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Kaminari Denki, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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Angolo della Quirkless

E' incredibile quante idee possono nascere da un video su Youtube. Mi è venuto in mente così questa pazza long shot. Strano che non sia Hurt Confort, direte. Ma sì, cambiare è giusto ogni tanto! Enjoy!



 

Izuku Midoriya era un ragazzo molto semplice, gentile e avrebbe fatto qualunque cosa per vedere un sorriso o semplicemente per regalare una gioia, che fosse stato il suo Katsuki o un amico o anche un civile. Aveva sua madre, un Quirk importantissimo passatogli dal suo mentore All Might, il suo ragazzo biondo e tantissimi amici. 

Non avrebbe potuto desiderar di meglio.

L’unica cosa che non apprezzava era qualche scherzo di pessimo gusto, soprattutto quando non sapeva come reagire e diventava paonazzo, con gli occhi lucidi e incapace di formulare parole di senso compiuto.

Erano rare, tuttavia, queste occasioni in cui si sentiva un perfetto stupido e di voler sprofondare otto metri nel terreno.

Izuku guardò nuovamente il suo cellulare: erano quasi le sedici e trenta e sebbene fosse in pieno Luglio il cielo si era talmente oscurato e l’aria rinfrescata da sembrar imminente la fine del mondo. 

Era uscito per una commissione e si era lasciato attorniare dai suoi fan, la maggior parte ragazze e qualche bambino che gli aveva chiesto, o meglio urlato, di venir preso e messo a cavalcioni sulle spalle. Un qualcosa di venti minuti si era trasformato in circa un’oretta e mezza.

Scosse il capo, raggiunto il cancelletto dell’appartamento dove conviveva da tre anni con Kacchan e salì frettolosamente i dieci gradini per raggiungere prima il pergolato dove avevano un tavolino con delle sedie in plastica bianca, fiori sparsi qui e lì e la porta d’ingresso accanto a un bellissimo lucernario tutto decorato a mano.

Erano fiori in stile acquerello con una rondine dal piumaggio azzurrato. Quando si accendeva la luce il pergolato sembrava immerso come in una sfumatura acquatica meravigliosa.

“Ehi, Midoriya!”.

Deku per poco non inciampò nei suoi stessi piedi, spaventato dalla voce improvvisa. Non aveva notato Eijiro seduto sull’altalena che si stagliava contro la tenda da sole calata giù, visto che la mattinata era stata piuttosto afosa. 

“O… oh, ciao Kirishima-kun” si affrettò ad aggiungere.  “Da quanto sei qui?”. 

“Giusto qualche minuto. Ho provato a chiamare Bakugo ma non mi ha risposto”.

“Eppure dovrebbe essere in casa, la porta non è chiusa a quattro mandate” rivelò il verdino, infilando e rigirando una sola volta la chiave nella tasca del suo pantaloncino di jeans. Entrò, facendo cenno al rosso di seguirlo. “Kacchan dovrebbe essere nel suo studio. Io intanto vado a sistemare la spesa. Fai come se fossi a casa tua”.

“Grazie” rispose gentile Eijiro, salendo al piano superiore.

Sentì dei mormorii in camera da letto e si trascinò canticchiando lì, bussando un paio di volte. Ricevette un mormorio stufato che non comprese ma entrò, richiudendo subito la porta dietro di lui. Kacchan era seduto sul letto, parlando a cellulare. Gli fece cenno di sedersi accanto a lui con un cenno della mano, per poi salutare e concludere.

Abbandonò il cellulare rosso sul comodino alla sua destra.

“Beh, non mi avevi risposto” iniziò casualmente Eijiro.

“Ero impegnato in una conversazione con Bastardo a Metà. Dobbiamo abbiamo una riunione per i bilanci dell’ultimo trimestre sul crimine di Kamino e Musutafu” spiegò svogliatamente. “Ti avrei richiamato”.

“Oh, non fa nulla” cinguettò l’altro, distendendosi sul letto. “Ho incontrato Midoriya prima, stava sistemando la spesa”.

Kacchan lo guardò senza alcuna espressione. Il rosso si girò a pancia in giù, le mani raccolte per sostenere il suo mento e un’espressione molto divertita, tanto da fargli brillare gli occhi.

“Vuoi farlo veramente con me?”.

Kacchan sogghignò, mal trattenendo una risata. Ovvio, non aspettava altro.

“Allora cominciamo, no?” riprese Eijiro, sentendo dei passi avvicinarsi con una certa fretta. “Sta arrivando”.

Prima che Katsuki potesse rispondere, la porta si aprì cigolando e una massa di spettinati capelli smeraldini fece la sua comparsa. Izuku entrò con un sorriso genuino, tuttavia morì leggermente di fronte al fatto che Eijiro fosse disteso sul suo posto, accanto al suo ragazzo con una mano sui suoi addominali.

“Andiamo a prenderci qualcosa di fresco, ragazzi?” provò, sforzandosi di mantenersi neutrale.

“Comincia a scendere” tagliò corto Katsuki e l’altro, dopo un primo attimo di smarrimento per quelle parole taglienti, obbedì.

“Poverino. Già mi dispiace per lui” ridacchiò il rosso.

“Lascialo perdere. E’ troppo idiota per accorgersene”.

E mentre si perdevano in risate piuttosto contagiose, Izuku aveva incassato le ultime due frasi, rimanendo bloccato sulle scale con un’espressione stupita. Che cosa stava succedendo? 

Preferì non pensarci troppo e scese al piano inferiore, pronto per servire della menta fresca e qualche dolce preso a un piccolo panificio. Erano dango non troppo dolci, con farina di cocco, crema di fagioli Atsuki e spolvero di cacao. Probabilmente erano una vera delizia. Izuku non era un grande fan dei dolci, si limitava a un pezzetto di cioccolato ogni tanto.

Dopo interminabili minuti, un po’ ansiosi per Izuku, scesero sia Katsuki sia Eijiro e si accomodarono direttamente al tavolino del pergolato, visto che non era venuto ancora a piovere e tirava un bel venticello.

“Grazie per l’ospitalità” sorrise Eijiro, accomodandosi vicino a Katsuki.

“Non c’è di che. Rimani a cena?”.

“Sì, rimane a cena” rispose immediatamente Katsuki con un enorme ghigno sulle labbra. Fece drappeggiare un braccio intorno al collo dell'amico. "Cerca di cucinare decentemente!".

Il verdino era semplicemente stordito, non si capacitava di vedere tutto quello scenario senza il minimo ritegno nei suoi confronti. Era stato cieco in tutti questi anni? Forse veramente Kacchan custodiva una certa reazione con Eijiro?

No. Katsuki Bakugo non era il tipo di ragazzo capace di fare queste cose. Era burbero, un po' stronzo a volte, sconsiderato e sboccato ma non tradiva la fiducia. Né i sentimenti.

Sospirò impercettibilmente, lo sguardo perso a fissare distrattamente i dolcetti. Non aveva fame, era solo dubbioso.

"Non hai preso la soda?".

Izuku scattò fuori dai suoi pensieri come se fosse stato investito da una secchiata di acqua gelida. Per un momento guardò Katsuki che aveva parlato e negò piano.

"Vado a prenderla io" sbuffò il biondo, alzandosi. "Sei inutile come la merda".

Il verdino incassò quelle fredde parole, rivolgendo gli occhi scioccati a quello stesso biondo che con le mani in tasca stava marciando verso la cucina. L'immagine di Kacchan con la divisa nera delle medie per un momento di sovrappose a quella che stava vedendo.

Fece distrattamente caso allo sguardo un po' in colpa che gli rivolse Eijiro.

"Ti aiuto, Kacchan!" esclamò il rosso, seguendolo.

E di nuovo Izuku sobbalzò: solo lui poteva chiamarlo Kacchan, perché il suo ragazzo gli permetteva tanta confidenza? Gli occhi gli divennero lucidi, la visuale di essere rimasto solo gli si annebbiò un po'. No, non poteva piangere. Forse aveva fatto qualcosa che a Katsuki non era piaciuto, altrimenti non se lo spiegava.

Izuku tirò su con il naso, improvvisamente deciso e si alzò, pronto per essere d'aiuto. Appena varcò la soglia della cucina quello che vide lo gelò letteralmente sul posto.

Kacchan stava baciando Eijiro teneramente, le braccia avvolte intorno ai suoi fianchi, le mani sul sedere e un ginocchio tra il cavallo. Red Riot era schiacciato contro il top della cucina, il frigo ancora un po' aperto e la soda abbandonata sul tavolo.

No, non poteva essere. Si rifiutava di crederlo! Di vederlo! Perché? Perché di punto in bianco si sentiva l'estraneo della situazione? Perché Katsuki Bakugo stava baciando Eijiro Kirishima con una dolcezza incredibile? 

Le lacrime che aveva trattenuto iniziarono ad appesantirgli le palprebre. Deku non capiva pù nulla, sentiva solo una sensazione rovente nel petto, proprio sotto allo sterno e una acida risalirgli l'esofago.

Le gambe gli tremavano e le sue guance erano diventate pallide me anche bollenti. Uno strato di sudore freddo gli imperlava la fronte, le ciocche dei capelli si appiccicavano al suo viso sempre più modellato dal vero dolore.

Il cuore batteva rabbioso nel suo petto, la stanza iniziava a vorticare e sentiva l'adrenalina impazzargli in tutto il corpo.

Perché? 

Perché non riusciva a dire nulla? A piantare uno schiaffo sulla faccia di Kacchan che lo stava guardando con un'espressione a dir poco compiaciuta e si staccava dal viso di Eijiro avvicinandosi con le mani in tasca.

Si divertivano a vederlo così, in quello stato pietoso? 

"Deku, ma che cazzo guardi con quell'espressione?" gli disse Katsuki, con l'indice gli punzecchiò duramente la fronte.

"E' divertente, hai ragione Baku-bro!" cinguettò Eijiro mal celando le risate.

"Sai cosa è impagabile in questo momento?" chiese Katsuki, un ghigno mellifluo sulle labbra che ancora brillavano della saliva di Eijiro. "La tua faccia".

Izuku tremava, sentiva il corpo pesante, un malessere sempre più possente. La mente gli era totalmente annebbiata che non riusciva a capire, vedeva solo quei due parlargli con voce muta.

"Credo che sia abbastanza. Poverino, sembra che abbia visto un fantasma" sorrise bonariamente il rosso.

"Oi, guarda che era uno scherzo!" esclamò a gran voce Kacchan, stringendolo al petto e portandogli il mento sulla zazzera di capelli.

Izuku non si mosse, non disse nulla. 

Con le pochissime forze che aveva si staccò e incapace di fare una corsa al bagno si voltò e vomitò della semplice acqua e bile. Il suo stomaco era sottosopra, aveva una terribile nausea e il suo cuore sembrava pronto ad esplodere di lì a poco.

Katsuki ed Eijiro si scambiarono uno sguardo preoccupato. 

"Izuku" provò il biondo, cercando il suo sguardo.

Il verdino finalmente lo guardò con occhi grandi e pieni di lacrime che colavano sul viso pallido e lentigginoso. Erano due pozze fiammeggianti e addolorate.

"U... uno scherzo...?" ripetè con voce più flebile. 

"Sì. Non l'avevi capito? Ho fatto venire Eijiro fin qui solo per farti uno scherzo" tentò di smorzare il biondo, con un sorrisetto.

Izuku aprì la bocca per dire qualcosa ma prese nuovamente a rigettare e a tossire. Il focoso decise di prenderlo tra le braccia per portarlo sul divano ma la mano con una cicatrice lo fermò.

"Non... toccarmi...!" sibilò rabbioso.

"Che? Stai male, che cazzo fai questi discorsi?!" bofonchiò il biondo, tuttavia stupito da una simile reazione.

"Sì, Izuku. Guarda che era solo uno scherzo. Era solo per prenderti un po' in giro" diede man forte Eijiro, bonariamente dispiaciuto.

Il verdino si allontanò di qualche passo, andando a sedersi al tavolo del pergolato, con le mani piantate in faccia e il respiro pesante. Il malessere non se ne era andato, era sempre peggio, ora percepiva le orecchie ronzare e macchie nere danzavano davanti agli occhi. Il cuore era ancora più veloce. Tutto il suo corpo era appiccicoso di freddo sudore.

Era un principio di svenimento, lo sapeva.

Kacchan gli andò a sedersi vicino, accarezzandogli i capelli.

"Non mi toccare!" gemette il verdino, anche se non si mosse da quella posizione. 

"Senti, era solo uno scherzo. Come te lo devo dire? Conviviamo da tre anni, abbiamo una relazione che cammina da ben sette. Ti pare che mi vado a scopare qualcuno così vistosamente e dinanzi a te?" spiegò Katsuki serio.

"Ma..." biascicò il verdino. 

"La reazione è stata un po' troppo esagerata. Andiamo! Quasi svenire per un bacetto innocuo? E poi lo sai che io bacio molto meglio di così".

Eijiro si sedette di fronte ai due con un bicchiere d'acqua. Si sentiva in colpa, pensava che Izuku avrebbe fatto la solita faccia paonazza e invece ora iniziava a rendersi conto che vedere il proprio compagno baciare un altro era stato come se il mondo creato in svariati anni si fosse sbriciolato.

Lo capiva. Se avesse visto il suo Denki fare altrettanto si sarebbe sentito male.

Kacchan portò il bicchiere verso di sè, fece appoggiare la testa del verdino contro la sua spalla e lo aiutò a bere. Era pallido come un cadavere.

"Va meglio?" domandò il rosso.

"Grazie... Eijiro-kun..." sospirò il verdino. "Non fatemi mai più uno scherzo del genere. La prossima volta potrei reagire con un Saint Louis Smash e credo che dei voi rimarrebbero solo le ossa".

Katsuki ed Eijiro sentirono correre lungo la schiena dei brividi possenti.

"Anche se non potrei farlo per i prossimi otto mesi".

Un sorriso si levò sulle labbra del verdino che pian piano iniziava a calmarsi, prendendo un altro sorso d'acqua. Eijiro fu il primo a recepire il significato di quelle parole e con bocca e occhi spalancati fissò Katsuki che era rimasto letteralmente congelato sul posto.

"Ci sono rimasto molto male, è vero, ma già da prima non mi sentivo granché bene. Sono uscito prima dal lavoro proprio perché avevo avuto una forte nausea" continuò il verdino, portandosi una mano sulla pancia.

Si staccò da Katsuki e si sedette in modo eretto, si passò poi una mano tra i capelli e sorrise smagliante. Quando passò lo sguardo addolcito su Katsuki non potè fare a meno di ridacchiare. Il biondo era in catalessi, incapace di muovere un solo muscolo.

"Beh, era uno scherzo!" esclamò il verdino.

Eijiro si ritrasse, ora veramente in confusione. Izuku se la stava ridendo genuinamente mentre Kacchan riprendeva un po' di colore. 

"Non sei... incinto... allora...?" biascicò il biondo, nonostante i suoi occhi fossero ampi e vitrei di lacrime non versate.

"Tu che cosa dici?" rimarcò felice il verdino.

"Izuku, scusa... ma non riesco a seguirti. Mi sembri troppo felice per uno che ha ammesso di non aspettare un bambino" ammise Eijiro, la cui espressione era tra lo sconcertato, il disagio e un po' di tristezza.

Il verdino sospirò, era stanco di quegli scherzi: si infilò la mano in tasca e tirò fuori un test di gravidanza che lo appoggiò al centro del tavolo. Non disse nulla, aspettò che Eijiro lo guardasse per poi illuminarsi e fissasse Kacchan con una gioia incontenibile.

"E' esattamente un mese, oggi". 

Quando Kacchan prese con mano tremante il test e lo lesse spostò lo sguardo a Izuku con un'espressione indecifrabile.

"Diventerò... papà?" espirò, mal celando il labbro che tremava di goia. "Non mi stai prendendo in giro?".

Izuku, tuttavia si rabbuiò e divenne serio. "Volevo dirtelo in un'occasione migliore ma dopo che voi due mi avete tirato quel brutto scherzo, ho pensato che mi sarei vendicato in questo modo".

"Beh, sei stato scioccante, lo ammetto" ridacchiò Eijiro. 

"Idiota! E me lo vieni a dire così?!" scattò improvvisamente Kacchan, mentre gli afferrava le spalle e lo stringeva al petto. I capelli gli oscuravano gli occhi ma stava piangendo silenziosamente. "Izuku, diventerò papà veramente?".

"Sì, Kacchan. Diventeremo genitori" sussurrò dolcemente il verdino. 

Il biondo lo travolse con un bacio famelico, tante parole non vennero dette in quel frangente ma le più belle sensazioni allontanarono i sentimenti oscuri provati poco fa. 

"Non pensavo che quello scherzo ti avrebbe fatto quasi collassare" si scusò il biondo, ancora a mordere le sue piccole labbra.

"Sai che la mia paura più grande è che tutto questo finisca. Io ti amo, ci siamo uniti e non ce la farei ad andare senza di te" ammise Izuku, senza guardarlo. "Pensavo che ti fosse chiaro. Io accetto, sebbene di malavoglia, un tuo scherzo... ma non su queste cose".

"Baku-bro, però dai, che ha ragione Izuku! Anche io ero un po' contrario però mi sento in colpa per averti assecondato lo stesso" seguitò Eijiro, che intanto stava ammirando ancora il test di gravidanza. "Congratulazioni, ragazzi! Sono felicissimo per voi!".

"Poi anche tu dovrai darci la notizia!" commentò felice Kacchan, ripresosi. Teneva la testa di Izuku premuta contro il suo petto e gli accarezzava i capelli. "A proposito quand'è che ti sposi?".

Eijiro arrossì e sbuffò allo stesso tempo. "Non posso credere che tu l'abbia dimenticato! E' sabato prossimo!".

"Kacchan! Ma davvero lo hai dimenticato?" squittì Izuku, staccatosi con foga. 

Il biondo tuttavia sogghignò, no che non aveva dimenticato il matrimonio dei suoi migliori amici, solo che era così contento che Izuku gli avesse dato quella bellissima notizia!

"Il test è veramente positivo?" domandò con una punta di scetticismo. "E' veramente mio il bambino?".

Eijiro si alzò con il test in mano poco prima che Katsuki volasse letteralmente verso i gradini della scala per un potente Detroit Smash dato quasi al trenta per cento. 

La cosa più terrificante era che Deku sorrideva sì ma le sopracciglia erano contratte in una feroce espressione di chi avrebbe letteralmente ucciso. Eijiro si appiattì contro una colonna portante, sperando che l'avrebbe passata liscia.

"Ma che cazzo fai? Potevi ammazzarmi!" ringhiò il biondo, rialzandosi con un piccolo squarcio contro la guancia sinistra. "Guarda qui! Sanguina pure! Ma qual è il tuo problema?".

"Razza di cretino! Secondo te mi concedevo a qualcun altro per fare un figlio? Sei un tale idiota, Katsuki Bakugo! Il test è positivo e-". Deku fu improvvisamente sopraffatto da una vertigine e un senso di acido che però non lo fece creare una nuova pozza di vomito in terra. 

Eijiro lo afferrò prontamente, facendogli da scudo con il petto. 

"G... grazie, Eijiro-kun..." sussurrò il verdino, sorridendo. "L'One for All è molto forte e usarlo ora come ora è un problema".

"La prossima volta lo schiaffeggerò per te, va bene?" sorrise il rosso, aiutandolo a farlo accomodare verso una delle tre sedie rimaste miracolosamente integre. "Eh... credo che vi servirà una nuova sedia e un nuovo tavolo".

Kacchan sbuffò, con il pugno si strofinava il rivoletto di sangue che si era insinuato verso il labbro inferiore. Deku era inquietante quando usava l'One for All in quel modo e nonostante anni di duri allenamenti e si lasciava sorprendere come un pivello del cazzo.

Sorrise genuinamente poi lo strinse in un abbraccio protettivo. Era solo così felice che il suo desiderio più segreto si fosse avverato.

"La prossima volta che mi architetterete un così bastardo scherzo userò il mio nuovo Air Force Smash" fece sapere Izuku, nuovamente con quel sorriso dal ghigno infernale. 

Un brivido corse lungo la schiena dei due amici: quei proiettili d'aria avrebbero letteralmente trapassato un corpo mandandolo in mille pezzi.

Impararono, mentre il temporale iniziava a diffondersi su tutto il creato in un turbinio di vento, pioggia, lampi e tuoni, che Izuku non era il bersaglio più adatto per uno scherzo di quel calibro. 

Passarono il pomeriggio a scusarsi, aveva un suo perché tuttavia era meraviglioso vederli tutti così uniti.

Ora Kacchan era certo che avrebbe dovuto dare il meglio di sè per proteggere il suo compagno da tutti, perfino dalle sue idee balorde. 

"Deku!" chiamò improvvisamente, mentre sogghignava.

"Kacchan?".

"Voglio dieci figli!".

Izuku per poco non inciampò con il vassoio di stuzzichini che aveva deciso di servire un po' prima della cena. Dopotutto Eijiro sarebbe rimasto no? Quest'ultimo afferrò prontamente il supporto di plastica nera, salvandolo da morte certa.

"Ma che cazzo, Kacchan!" scattò il verdino. "Non sono una macchina per sfornare bambini!".

"Tu dici? Perchè mi basta infilare il mio cazzo nel tuo c-".

"Dai!" esclamò Izuku, rosso in viso. 

Risero tutti e tre. In fondo era un bellissimo modo per alleggerire la tensione che si era andata a creare. Mentre rideva, Kacchan non poteva fare a meno di guardare teneramente il viso di Deku che sembrava luminosissimo: se lo avesse perso non sapeva che cosa avrebbe fatto per sopravvivere. 

Era già stato fortunato che si era ritrovato a legare con un compagno meraviglioso come Izuku Midoriya e non era stato facile farsi accettare da sua suocera Inko e non aveva tutti i torti. Dopotutto era accettare il bullo che aveva reso d'inferno la sua vita e un po' la capiva quella donna piagnucolona. 

"Se Izuku è felice, allora non posso che assecondarlo" gli aveva detto con il solito fazzoletto vicino agli occhi lucidi. "Però, Katsuki, voglio che tu te ne prenda cura e mi dimostri che sei cambiato e sei all'altezza di mio figlio!".

Quelle parole lo avevano colpito ma aveva fatto una promessa a se stesso e a quella donna: non avrebbe più fatto del male a Izuku e lo avrebbe amato e protetto sempre.

-Sono stato un vero idiota- pensò, tornato dai suoi ricordi. Era più cupo, più tetro anche se continuava a guardare Deku parlare con Eijiro toccandosi di tanto in tanto la pancia. -Non avrei dovuto giocare sulla nostra fiducia nel rapporto-.

Ora che ci rifletteva, prendendo un sorso d'acqua, era stato un vero idiota a ideare uno scherzo così squallido. Quell'espressione scioccata, poi ferita e infine vuota ancora la rivedeva nella sua mente e conoscendosi difficilmente l'avrebbe rimossa.

Non era stato affatto bello. 

Strinse la mano sul bicchiere, fece altrettanto con i denti celati sotto le labbra perfettamente in una linea orizzontale. La sua espressione furiosa e determinata si rifletteva nell'acqua che per metà riempiva la stoviglia.

"Baku-bro?".

Guardò Eijiro che lo fissava preoccupato. 

"Non è che ci stai ripensando al bambino?".

Sussultò. Per un frangente ne fu sbigottito, incredulo che quei fiumi di pensieri gli avessero modellato il volto in un'espressione che aveva fatto presagire una simile domanda. Spostò gli occhi su Izuku che era altrettanto perplesso. 

"No, Capelli di Merda. Non ci ho ripensato. Come potrei? E' mio figlio, dopotutto!" rispose con un sorriso molto rassicurante. Prese un sorso d'acqua poi fece cenno con un dito a Izuku di avvicinarglisi. Lo tirò per un polso seduto sul suo grembo e lo abbracciò teneramente. "Scusami, Izuku. Non volevo farti passare l'inferno".

"Kacchan, dico davvero. Va tutto bene. E poi vi ho già minacciati abbastanza, no?" commentò ironico il verdino.

Eijiro annuì con un sorriso spaurito prima di venir interrotto da un trillo del cellulare rosso fuoco che portava sempre nella tasca posteriore dei pantaloni.

"Oh, è Denki!" disse felicemente. Accettò la chiamata e mise in vivavoce.

"Dove cazzo sei?".

Izuku e Katsuki contrassero le labbra in una risata silenziosa: quando si incazzava, Denki faceva proprio paura!

"Baby, calmati! Sono a casa di Baku-bro e Izuku!".

"Perché non me lo hai detto che venivo anche io a trovarli? Aspetta, ma sei in vivavoce? Perché sento un rimbombo!".

"Sì, sono in vivavoce. Perché non li saluti?".

Eijiro puntò verso i due compagni il cellulare.

"Ehi, ragazzi! Come va?".

"Tutto bene, Fulminato! Non devi preoccuparti che il tuo Red Riot è qui per cenare con noi. Piove troppo forte per fartelo venire tutto bagnato. Poi i tuoi fulmini lo farebbero fare corto circuito e non mi sembra il caso prima del matrimonio" commentò Katsuki.

Si levò una risata contagiosa dall'altoparlante del cellulare, Deku si lasciò travolgere, Eijiro era tutto rosso in viso e Kacchan incalzava a proposito del sesso e cose varie. 

"Ma non parliamo di me! Denki, qui c'è da festeggiare!" cinguettò Eijiro. 

"Per il nostro matrimonio, certo!".

"Sì, ma non solo per quello! Intendo dire che Baku-bro e Izuku hanno un annuncio speciale da dare!".

"Quale?".

"Aspetto un bambino, Denki-kun! E oggi ho compiuto il primo mese!" esplose raggiante Izuku, sorridendo con la mano intrecciata in quella di Kacchan sul suo piatto ventre.

"Non ci credo! Veramente? Allora devo assolutamente raggiungervi! Ho l'auto qui, posso venire? Mi aspettate per la cena?".

"Ovvio che puoi venire. Però piove troppo e non vorrei che l'auto facesse giochetti" rispose Kacchan, un po' preoccupato. 

"Dai, lo sai che sono troppo forte al volante!".

Era vero, Denki era veramente un portento come pilota e spesso quando c'era bisogno di un intervento speciale era lui a guidare per portare i Pro Hero al punto segnalato. 

"Ti aspettiamo, Fulminato. Fai presto o Izuku si mangerà tutto il katsudon e il mapo tofu!" sogghignò Kacchan.

"Mi stai dicendo che sono grasso?".

"No. Ma potresti diventarlo!".

Eijiro si mise a ridere a quella scenetta tragicomica e nel mentre salutava Denki che sicuramente era già saltato in auto, pensava a quando avrebbe avuto anche lui un erede. 

Tutto sommato quello scherzo non era andato così male…

 

The End

  
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