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Autore: jewelish    31/08/2009    3 recensioni
Mettere in discussione le proprie certezze, le proprie convinzioni solo per ammettere di aver sbagliato, di essere innamorati è molto difficile. Se poi a doverlo fare è l'orgogliosa Caposcuola di Grifondoro Lily Evans, la cosa diventa quasi impossibile.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi appartengono a J. K. Rowling, la storia è scritta per puro diletto personale e non a scopo di lucro.

 

 

 

 

Ice into your eyes

 

 

 

 

L'amore più bello è un calcolo sbagliato, un'eccezione che conferma la regola, quella cosa per cui avevi usato la parola mai.

 

 

 

 

 

 

Era sempre stata sicura che di James Potter non le sarebbe mai importato niente. Quella convinzione era stata il pilastro portante della sua vita di sedicenne vissuta.

Lei e James Potter non avrebbero mai condiviso niente di più che insulti e sentimenti negativi. Non sarebbero mai stati amici. Avrebbe continuato ad odiare i suoi tentativi di prenderla in giro mentre le chiedeva di uscire. Avrebbe continuato ad odiare quel suo modo arrogante di scompigliarsi i capelli. Avrebbe continuato ad odiare quella sua aria di superiorità.

Quindi, logicamente, ora doveva essere strafelice che James Potter stesse ormai da un mese con la sua ragazza, che non la tormentasse più, che non facesse altro che ripetere quanto fosse innamorato della bella, intelligente, gentile, Prefetto Christine McRes.

Doveva essere felice se finalmente aveva gettato la spugna e non le avrebbe chiesto più di uscire.

Ovvio.

E allora perché si trovava a piangere in un cubicolo del bagno di Mirtilla Malcontenta?

 

 

 

La Sala Grande quella mattina era ricoperta di nuvole, e come ogni giorno, gremita e rumorosa. Il fatto che a colazione arrivasse anche la posta, non faceva altro che aumentare la confusione. E il mal di testa di Lily Evans che, di mattina soprattutto, avrebbe voluto solo silenzio per riprendersi dal risveglio.

- Basta io non ce la faccio più -, sussurrò Mary al suo ragazzo, Sirius Black. – La vedi com’è? Sta sempre per i fatti suoi, non parla, mangia pochissimo e si tuffa in classe. E non credere che la situazione migliori in dormitorio! Si mette il… -

- …pigiama e va a dormire Mary. Si lo so. Me lo dici ogni mattina. -, rispose Sirius stanco. Il fatto che Lily Evans fosse la migliore amica della sua ragazza, non implicava che dovesse sapere tutto di lei. Ma, in effetti, vederla così giù, non gli piaceva. Anche se all’inizio non andavano proprio d’accordo, in quell’ultimo anno aveva imparato a conoscere la Caposcuola Evans, e a capire che dietro il ghiaccio, c’era qualcosa.

Erano seduti vicini, ma Lily era di fronte a loro e troppo persa nei suoi pensieri, per poter sentire Mary, che continuava imperterrita a parlare della situazione con Sirius.

- Ti prego, fa’ qualcosa! -, lo implorò.

- Mary, io non so perché Lily sta così. Non ne ha parlato né con te, né con Remus, quindi non conoscendo il problema, non posso fare molto per aiutarla. -, le spiegò con calma.

- Lo sappiamo qual è il problema, solo che lei si ostina a negarlo. –

 

In quel momento Lily si alzò dal tavolo e uscì dalla Sala Grande per andare a lezione. O meglio aveva deciso di uscire quando James e Christine erano entrati e si erano seduti a Corvonero, la Casa della ragazza.

Aveva già abbastanza mal di testa senza dover sopportare la vista dei piccioni in amore che tubavano, e non valeva la pena rodersi il fegato di prima mattina.

 

Quando la incrociarono, James la salutò gentilmente e lei borbottò un – Buongiorno – accennato, frenando quello che voleva dire veramente.

Avada Kedavra magari.

Quando James andò a Grifondoro a salutare Sirius, Mary non lo salutò e il suo migliore amico lo accolse con un acido, - Hai finito di dare spettacolo? –

In effetti, pochi gli perdonavano quel tradimento. Abbandonare il tavolo dei Grifondoro per una ragazza. Lui però rispose allegramente, -Aiuto la collaborazione tra le Case – e poi si girò verso Mary. – Cosa ti ho fatto questa volta? –

La ragazza lo fulminò. – Mi chiedo perché devi prendere in giro Christine. –

- Io non la prendo in giro -, replicò il moro scandalizzato.

- Ah sì? Perché vuoi dirmi che tutto questo amore ti è nato in un mese vero Potter? –

 

Bingo. Quando cominciava a chiamarlo per cognome diventava peggio di…di nessuno, si costrinse a pensare. Lily Evans doveva rimanere fuori dai suoi pensieri. Stava con Christine e le piaceva un sacco. L’Evans era solo una piccola bambina capricciosa. Che poi non capiva Mary quali problemi si ponesse. Non è che Lily si stesse tagliando le vene per la sua storia con la Corvonero. Anzi la vedeva sempre abbastanza tranquilla e pacata.

 

***

 

La lezione di Trasfigurazione quel giorno era abbastanza interessante ma qualcun altro volava decisamente su altre onde. E no, non erano i Malandrini.

Lily non aveva decisamente voglia di studiare.

Erano passate due settimane da quando si era ritrovata nel bagno di Mirtilla a piangere, e solo una settimana prima era riuscita ad ammettere il perché.

James Potter le mancava come l’aria.

 

Era stato difficile solo pensarci, e non era riuscita ancora a dirlo ad alta voce. Ma la consapevolezza di essere innamorata di quel ragazzo, la mandava fuori dai gangheri. Perché sapeva perfettamente che la cosa non era fattibile. Sì, lui in passato le aveva chiesto di uscire, ma lei aveva sempre declinato, a volte gentilmente altre no, scatenando l’ira della fauna femminile di Hogwarts.

E ora che stava seriamente con quella Corvonero, se n’era accorta.

 

Ci accorgiamo di tenere a qualcosa, solo quando la perdiamo no?

 

- Evans? –

 

Eppure lei avrebbe voluto provarci…

 

- Signorina Evans! –

L’urlo della professoressa McGranitt la fece saltare sulla sedia. – Oh, sei tra noi allora. Dimmi sei riuscita a trasfigurare quella teiera in un puntaspilli? -, le chiese un po’ acidamente. Era risaputo che non le piaceva riprendere qualcuno della sua Casa.

 

Lily recitò l’incantesimo, che le riuscì alla perfezione come al solito.

Ottimo Caposcuola Evans si disse. Ancora una volta la tua freddezza ti ha aiutato nelle questioni scolastiche e ti ha incasinato in quelle private.

Era inutile, non riusciva proprio a concentrarsi quel giorno.

- Mi scusi Professoressa -, chiese con voce un po’ tremante. – Posso uscire? Non mi sento molto bene –

La McGranitt la guardò un po’ stupita. Non le era mai successo che Lily Evans le chiedesse di abbandonare una sua lezione, perciò si affrettò a darle il permesso.

La ragazza fece segno a Mary di non preoccuparsi, e uscì, senza sapere che un paio di occhi marroni la seguirono fin quando non si richiuse la porta alle spalle.

 

***

La Sala Comune di Grifondoro era parecchio affollata quella sera. Mary entrò come una furia e andò subito alla poltrona dei Malandrini a cercare Sirius Black.

 

Il suo ragazzo pensò con orgoglio.

 

Dopo averlo salutato, con tanti baci e moine per addolcirlo un po’, gli fece una strana e difficile richiesta.

 

- Sirius -, disse facendo gli occhi dolci, - mi daresti la vostra mappa? –

A quelle parole tutti i Malandrini si girarono per guardarla preoccupati.

Mary sapeva che quel cimelio era intoccabile e se lo chiedeva doveva essere successo qualcosa di importante.

- A che ti serve -, le rispose Sirius, osservandola attentamente.

- Devo cercare una persona -, disse lei, evasiva.

- Okay. Chi devi cercare? -, le chiese Remus Lupin.

- Ehm…ecco… -, abbassò e si torturò le mani per un po’ creando seria preoccupazione in Sirius che cominciava a non capirci più niente. Poi Mary cercò lo sguardo di James, sperando che fosse distratto, ma invece la guardava con più interesse degli altri, e da come aveva stretto gli occhi, sembrava aver capito chi fosse la persona da cercare.

- Si tratta della Evans, vero? -, disse il ragazzo con calma.

- Si -, ammise Mary. – E’ da oggi a lezione della McGranitt che non la vedo. Dopo di quella non ho avuto altre classi con lei, per questo sono andata a cercarla, ma non l’ho trovata da nessuna parte. Sospetto che abbia saltato le lezioni del pomeriggio.-, concluse tutto d’un fiato.

- In effetti, non c’era a Pozioni -, rispose James.

- Ecco lo vedi? -, esclamò Mary preoccupata. – Quando mai, Lily ha saltato una lezione? Pozioni per di più! Vi prego datemi la mappa! –

 

James non ci pensò due volte e la prese in tutta fretta. Considerando lo scambio d’opinioni che avevano avuto quel pomeriggio, era meglio cercarla. Non era stato molto carino con lei.

Stava per recitare Giuro solennemente di non avere buone intenzioni, quando Remus intervenne.

- Lascia perdere, non serve. Lily è entrata proprio ora. –

Tutti si girarono verso il buco dell’entrata e fecero per chiamarla, ma Lily era strana. Si girò un attimo verso di loro, e poi andò subito in dormitorio a testa bassa, e con gli occhi stranamente lucidi.

- Remus -, disse Mary preoccupata. – non ci starà ricadendo di nuovo? –

- Non credo. L’avevamo convinta che le cose che pensava non erano vere. A meno che… -, e guardò James – tu ne sai qualcosa? –

Il ragazzo da sempre fin troppo sincero annuì lentamente. – Okay, confido che capiate che ho detto queste cose in un momento di rabbia e che non le penso minimamente -, cominciò facendo scattare da subito un campanello nella testa di Remus. – Pomeriggio l’ho vista vicino ai bagni. E vi giuro che l’ho salutata gentilmente. Ma lei non ha nemmeno risposto! E quando per scherzare le ho detto che se continua così resterà una zitella sola a vita, mi ha guardato shockata e si è chiusa in bagno. –

 

Finito di parlare, osservò bene le espressioni dei suoi amici. Sirius sembrava sconsolato; Peter a quanto pare stava facendo altro; Mary e Remus avevano invece l’aria di volerlo uccidere.

- Dieci punti per la tua idiozia Capitano Potter -, gli disse Mary sarcastica. – Sei un idiota, e spero con vivacità che tu ne sia consapevole. Ora Remus, spiega perché abbiamo trovato Lily sull’orlo del suicidio un paio di mesi fa, e io vado da lei. –

 

James sgranò gli occhi. – Suicidio? –

Remus abbassò la testa lentamente, come se stesse decidendo se quella fosse una cosa da raccontare o no. – Lily ha passato un periodaccio un paio di mesi fa. -, cominciò a dire lentamente. - Non so se lo sai, ma la sua famiglia si è salvata due volte dagli attacchi dei Mangiamorte per mera fortuna, e sua sorella non le rivolge la parola da anni perché la considera strana a causa del suo essere strega. In realtà io so che è solo invidia. Diciamo che Lily si è sentita sola e abbandonata. Certo stava con me e Mary, ma sentiva bisogno di qualcos’altro. Beh più che altro credeva di essere sola al mondo. Un giorno io e Mary siamo andati a trovarla in camera sua e…beh era svenuta. Aveva preso tanti di quei farmaci babbani, che nemmeno io so come ho fatto a farla riprendere -.

 

James lo guardava sconvolto. Lily aveva passato tutte quelle cose e lui non ne sapeva niente? - Perché non me l’avete detto? –

- Stavi con Christine già al tempo, e non abbiamo voluto darti altri problemi. Lily poi quando stavo venendo a chiamarti mi ha pregato di non farlo. –

- Capisco. –

- No, Jamie non capisci -, gli rispose Remus tristemente. – La solitudine è un qualcosa che fortunatamente per te non hai mai provato. Lily sembrava stare meglio, ma in questi ultimi giorni si è lasciata un po’ andare e non riesco a capire perché. –

 

- Te lo dico io perché. Non le va di vedermi con Christine. E non lo dico come vanto personale o altro, ma so che è così. Mi evita continuamente, non mi guarda mai, e nemmeno si mette ad urlare se mi vede fare cretinate nei corridoi. Non so perché, ma non le va giù che stia con lei –

 

- Non sai perché? -, borbottò Sirius. – Siete degli idioti tutti e due, ecco perché –

 

***

 

 

L'amore è come un fulmine, non si sa dove cade finché non è caduto.

(Henri Lacordaire)

 

 

 

Da quanto non piangeva così? Forse da quando aveva capito che per i Mezzosangue non c’era posto nel mondo magico; o quando i suoi genitori erano stati attaccati per la prima volta dai Mangiamorte; o forse da quando aveva capito che non avrebbe più parlato con sua sorella.

Erano tutti motivi più che seri.

Lei non piangeva per le stupidaggini. Lei non piangeva per i ragazzi.

L’aver capito di provare qualcosa di forte per James Potter l’aveva ridotta a pezzi completamente, perché significava che si era comportata da sciocca per sei anni e mezzo.

Aveva visto come Potter abbracciava Christine e la cosa l’aveva completamente distrutta: metteva così tanto affetto in tutti i suoi gesti…

Sentì qualcuno bussare alla sua porta, ma oltre ad un flebile, - Mary stai tranquilla -, non disse niente, né aprì.

Essere Caposcuola le conferiva privilegi che gli altri ragazzi non si sognavano nemmeno. Come avere una stanza privata, fortunatamente. Non avrebbe sopportato che qualcuno la vedesse in quelle condizioni di nuovo. Era bastata già una volta con Mary e Remus. E non le andava di ripetere l’esperienza. Però si sentiva sola. E ancora una volta l’affetto dei suoi amici non le bastava.

Avrebbe voluto avere accanto sua madre in quel momento, per poter tornare la bambina che andava a farsi consolare sulle sue ginocchia. Ma questa volta non era un ginocchio sbucciato a fare male, e sua madre non era lì con lei.

 

L’ho perso l’ho perso, l’ho perso, era il mantra che continuava a ripetersi.

E si addormentò così quella sera Lily Evans. Con le guancie bagnate di lacrime troppo amare, e il cuore pesante.

 

***

 

Ancora una volta, Mary si trovava a chiedersi se la sua migliore amica sarebbe scesa a colazione. Sirius era in coma ancora, e quindi non si poteva contare su di lui. Forse avrebbe dovuto portare qualcosa in camera a Lily.

- Smettila di tormentarti, perché è arrivata -, borbottò Sirius, vedendo la sua ragazza guardare continuamente la porta d’ingresso della Sala Grande.

E, per una volta, aveva ragione. Lily era appena entrata, con quel portamento freddo e autoritario che la caratterizzava.

- Buongiorno Liluccia -, la salutò Sirius quando lei si lanciò su una panca vicino a loro.

- Caffè -, implorò solo la ragazza. Mary rise e glielo porse un po’ sorpresa dall’improvviso risveglio del suo ragazzo e dall’apparente buon umore di Lily.

- Mary scusa se ieri non ti ho aperto-, mormorò la Rossa con aria colpevole, - ma ero stanca e avevo voglia di dormire. - Mary annuì e fece finta di crederle.

- Sirius chi cerchi? -, gli chiese Lily poi, vedendo il Malandrino girarsi ogni due secondi.

- James -, rispose l’altro senza pensare.

 

Sbam

Il primo calcio che la sua ragazza gli tirava negli stinchi.

Si voltò vero di lei per protestare, ma la vide con una faccia così tirata che ebbe quasi paura.

 

- Caposcuola Evans? -, la chiamò una voce. E con orrore puro, Mary e Sirius videro che si trattava di Christine McRes. Quella giornata stava cominciando decisamente con il piede sbagliato.

- Si? -, rispose Lily con la solita gentilezza che la caratterizzava.

- La Professoressa McGranitt mi ha detto di dirti di andare nel suo ufficio prima delle lezioni. -, disse quella con un po’ di timidezza.

- Va bene, grazie Christine -, le sorrise Lily.

 

Alla fine dei conti non poteva avercela con lei solo perché stava con James Potter.

 

 

Mary la guardava un po’ preoccupata ma Lily la rassicurò con un sorriso.

- La Mc ha un intuito meraviglioso -, commentò Sirius sarcasticamente, beccandosi il secondo calcio della giornata.

Lily rise, capendo cosa stesse succedendo sotto il tavolo. – Mary non uccidere Sirius perché parla di Potter. Io vado dalla Professoressa, ci vediamo a lezione. Ciao -, e si alzò in fretta per uscire dalla Sala Grande.

Nemmeno a farlo di proposito incontrò James che stava andando al tavolo di Grifondoro, e fingendo di dover cercare una cosa nella cartella, passò dritta senza salutare.

 

- E tu cosa ci fai qui? -, gli chiese Sirius sorpreso. – Non fai colazione con la tua bella? –

- Quale bella? -, rispose James distratto, sedendosi accanto al suo migliore amico per mangiare qualcosa.

- La tua ragazza. Christine quella ragazza magra, mora e Prefetto di Corvonero. –

- Ah…Mi ha lasciato -, spiegò il ragazzo senza troppa tristezza, mentre metteva delle uova nel piatto.

 

- Cosa? -, esclamò Mary sorpresa. – E quando? –

- Ieri sera dopo cena. Sostiene che in realtà non sono veramente interessato a lei…e non fare quella faccia -, aggiunse rivolto a Sirius.

- Che faccia? –

- Quella da “Io te l’avevo detto”, cagnaccio. –

- Oh andiamo Jamie. L’ha capito anche lei che in realtà ti piace un’altra. –

James sbuffò. – Come il resto della scuola, mi sa. -, pensò ad alta voce. – A proposito, per caso sapete dove stava andando? –

 

Mary sapeva che Lily in quel periodo non aveva proprio voglia di vedere Potter, per questo cercò una scusa.

- Ha detto di dover andare in dormitorio a prendere un libro. -, inventò sul momento.

- Ma che diamine stai blaterando? -, esclamò Sirius, mentre Mary si passava una mano sugli occhi in un gesto di autentica disperazione. –E’ passata Christine prima a dirle che la voleva la McGranitt! –

- Christine?-, chiese James, un po’ sbigottito.

- Già. –

- Okay, allora vado a cercarla. Devo dirle un paio di cose. – e uscì dalla Sala Grande per cercare Lily.

 

Quando James si fu allontanato, Mary si girò verso Sirius come se fosse una bambola assassina, con lo sguardo che mandava lampi.

- Stasera – vai – in- bianco –

 

***

 

- Prego signorina Evans, si sieda -, le disse la McGranitt gentilmente.

- Grazie. Professoressa immagino che io sia qui per ieri -, rispose Lily, maledicendosi per non essere nemmeno andata in infermeria a farsi fare una giustificazione -, ma stavo veramente poco bene…-.

- Signorina Evans sono sicura che nell’ultimo periodo lei non sia al massimo delle sue forze ma ieri non era fisico, il malessere che la turbava -, poi vedendo lo sguardo confuso di Lily, spiegò – Mirtilla Malcontenta non è un fantasma molto discreto. –

 

Quelle parole la fecero arrossire come un pomodoro. Mirtilla era sicuramente andata a cantare ai quattro venti che ultimamente la Caposcuola Evans si rifugiava nel suo bagno a piangere. Abbassò gli occhi, incapace di dire qualsiasi cosa.

- Lily, so che è un periodo difficile, per te specialmente. Con Tu-Sai-Chi, la guerra, la tua situazione familiare, non è facile restare serena -, la consolò con tono materno. – Ma tu devi sforzarti di essere concentrata. Quando uscirai da scuola potrai essere di molto aiuto al mondo magico, ma solo se sarai nel pieno delle tue forze. Presto, il Professor Silente parlerà a determinati ragazzi, inclusa te, di un suo progetto, e io sono sicura che ti ci butterai a capofitto.-, continuò con un sorriso orgoglioso. – Non devi disperare mai, perché per ogni momento buio, per ogni porta che ti sbatteranno in faccia, ci sarà sempre dietro l’angolo qualcuno, anche inaspettato, pronto a starti vicino e ad aiutarti. -, le disse in tono materno. - Ora vai, è quasi ora di lezione cara. –

Lily annuì e prima di aprire la porta richiamò la sua professoressa. – Grazie-, le disse con un sorriso.

 

***

 

James era poggiato al muro di fronte all’ufficio della McGranitt. Sapeva che Lily era ancora dentro perché aveva…origliato. Decisamente poco nobile, ma molto utile per sapere se Lily fosse ancora con la Professoressa.

Quando la Caposcuola Evans uscì, restò un attimo interdetta. La professoressa aveva fatto tutto quel discorso su angoli bui e porte, e lei dietro la porta chi trovava?

Ma James Potter ovviamente.

Mormorò un –Ciao - quasi imbarazzato e tirò dritta per la sua strada, senza nemmeno chiedersi perché il ragazzo fosse lì.

- Lily aspetta! -, la voce dietro di lei la fece bloccare, quasi contro la sua volontà perché non aveva nessuna voglia di ascoltarlo.

- Potter ho fretta devo andare a lezione… -, cominciò a dire, ma James scosse la testa.

- No, ora aspetti e parliamo, perché sono quasi due mesi che mi rivolgi appena la parola e vorrei capire perché. –

- Potter non sei sempre al centro dei miei pensieri -, replicò Lily, un po’ irritata.

- E allora spiegami perché ti comporti così! –

- Così come? Non mi sembra che prima, io e te avessimo tutta questa grand’amicizia – Era un colpo basso, lo sapeva, ma non poteva lasciare intravedere nemmeno un po’ di quello che sentiva veramente o, sapeva, che sarebbe crollato tutto.

- Io proprio non ti capisco! Perché diamine non vuoi ammetterlo! – James aveva alzato la voce, un po’ per la frustrazione e un po’ per la rabbia. Rabbia per quel sentimento che lei doveva contrastare a tutti i costi.

- Ammettere cosa? –, mormorò Lily, abbassando gli occhi. Il discorso stava prendendo decisamente una brutta piega per lei.

James le si avvicinò un po’ e le prese una mano tra le sue. – Ammettere che tra me e te c’è molto più di quello che sembra. Ammettere che in realtà non mi odi quanto sostieni di odiarmi. Ammettere che dietro tutto quel ghiaccio, c’è una ragazza con dei sentimenti. Ammettere che per me vorresti essere Lily, e non solo Evans. –

 

Lily si sentì smascherata e fece un passo indietro, per recuperare le distanze e il controllo che stava perdendo. – Ti sbagli. Io sono quella che vedi. Quindi non sperare che questa tua pseudo dichiarazione possa servire a farmi cambiare idea. Io sono semplicemente Lily Evans e basta. –, la durezza nel suo tono fece tentennare James.

 

Solo per un attimo.

 

- Non è vero -, le disse avvicinandosi. – Sei Evans quando ti comporti da Caposcuola fredda e imparziale, sei Evans quando mi metti in punizione, sei Evans quando ti comporti come se non te ne fregasse niente di me. –

- Non dire idiozie… -, cercò di ribattere Lily con debolezza. Ma lui non l’ascoltò e continuò ad avvicinarsi.

- E sei anche Lily. Sei Lily quando scherzi con le tue amiche, quando ridi, quando ti lasci andare; sei Lily quando piangi, o quando mi urli addosso. –

La ragazza dovette ammettere che le cose stavano come diceva James. La Caposcuola Evans, era la sua maschera di diamante, il ghiaccio che aveva costruito intorno al suo cuore per non far avvicinare nessuno. Lily, invece era la ragazza fragile che voleva solamente vivere felice.

- Per me sei diventata Lily quando ti ho vista dormire per la prima volta. Ti eri addormentata in Sala Comune con un librone in mano. Ed eri serena. Avevi le guancie rosse per il fuoco e i capelli spettinati -, continuò a dire con un sorriso dolce e nostalgico, prendendole la mano destra per stringerla nella sua.

 

Lily abbassò gli occhi, consapevole di essere stata scoperta.

- E la sai una cosa? Io ti amo -, le confessò con semplicità, facendole sgranare gli occhi. – E so che anche tu provi qualcosa del genere per me. Da quando sto con Christine non stai bene, sei sempre triste ed è anche per questo che lei mi ha lasciato. Sostiene che nel mio cuore c’è posto per una sola ragazza, e quella ragazza non è lei. Ma sai qual è il problema? Fin quando non lo ammetterai con te stessa, che l’unico modo per stare bene è stare con me, non me la sento di rischiare. Ti darei il mio cuore su un piatto d’argento se non fossi sicuro che lo pugnaleresti solo per paura di mostrarti come sei. –

 

Lily era inebetita. E ghiacciata. Quelle parole erano così vere. Era stato l’unico a capirla.

Da un certo punto di vista le faceva quasi paura.

 

James le lasciò la mano, facendole provare una strana sensazione di freddo, là dove prima le loro dita erano intrecciate. – Tocca a te ora. Decidi cosa fare. –

E se ne andò così. Senza le solite scenate o polemiche.

Solo dopo qualche istante, quando ancora il rumore delle scarpe del ragazzo era udibile, Lily si accorse delle lacrime che le rigavano il volto.

 

***

 

- Dove vai? -, chiese Sirius con un mugolio di protesta quando la sua ragazza interruppe il fantastico bacio che le stava dando.

Mary sorrise a vederlo così imbronciato. – Da Lily. Devo parlare un po’ con lei –

- Non mi piace che passi tutto il tuo tempo con la Evans -, disse Sirius scherzando. – Non vorrei che in realtà ci fosse qualcosa di saffico tra di voi –

- Certo, non lo sai? -, gli resse il gioco, lei. – Ora però vado, ci vediamo a cena, va bene? –

- Okay. Vedi di capire come sta -, le rispose con serietà. – Se questa situazione ridicola non si risolve giuro che li metto entrambi sotto Imperius –

 

 

Arrivata in camera di Lily, Mary si sedette sul letto e chiese alla sua migliore amica cosa fosse successo dopo che James l’aveva seguita.

- Tu come fai a sapere che mi ha seguita? –

- Sirius ha detto a James dove cercarti. –

Lily strinse gli occhi a fessure. – E a quella mente illuminata del tuo ragazzo non è passato per la testa che volevo starmene per i fatti miei? -, sbraitò.

- Non ho fatto in tempo a dirglielo -, si scusò Mary. – Comunque ora parla. Allora, che è successo? –

Lily fece un respiro profondo e cominciò a raccontare. Della McGranitt, di Potter che l’aspettava fuori, del suo discorso, della sua bella dichiarazione e di come se n’era andato.

 

- Va bene, Lily la domanda è una, ora -, concluse Mary con raziocinio. – James ci ha azzeccato? Sei innamorata di lui? –

 

Lei non rispose subito, ma guardò verso la finestra e cominciò a fare uno strano discorso.

- Quando sono triste, o turbata per qualcosa, io guardo il cielo e sto meglio. Qualsiasi cosa mi capiti, guardare il cielo mi rasserena. O meglio, è così più o meno dal secondo anno. All’inizio credevo che fosse per quell’azzurro sconfinato che sa tanto di libertà. Però poi mi sono resa conto che funzionava anche quando l’acqua veniva giù con i secchi. -, spiegò con un sorrisetto sarcastico. – Quando mi sono chiesta perché guardare il cielo mi trasmettesse calma e serenità, mi sono resa conto di una cosa. Da quando sono entrata nel mondo magico ho sempre associato il cielo al…volo. Librarsi in alto e volare, senza pensare a niente e ogni preoccupazione sparisce. Ho sempre creduto che fosse una cosa magnifica, anche se non ho abbastanza fegato da salire su quei dannati aggeggi. E poi, ogni maledetta volta che guardo fuori dalla finestra, vedo James Potter che scorrazza come un matto su quella sua scopa infernale -, continuò quasi con timidezza e riluttanza. – Quindi sono arrivata alla conclusione che non sia né il cielo, né l’azzurro a farmi stare meglio. Ma Potter. Per quanto possa essere antipatico, sbruffone, pieno di sé e una piaga per la società, è anche una costante della mia vita. E’ una sicurezza. Quindi -, concluse guardando Mary negli occhi – mi hai chiesto se sono innamorata di Potter, giusto?  Ora come ora ti rispondo di no. Perché credo sia qualcosa di molto più forte.

 

***

Gli avrebbe parlato.

Gli avrebbe confessato ogni cosa.

Gli avrebbe detto che aveva ragione, che era stato l’unico a capire che dietro la barriera di ghiaccio che si era costruita, era nascosta la piccola, dolce, tenera Lily Evans.

Avrebbe potuto anche dirgli che era schifosamente innamorata di lui. No quello no. Era troppo sdolcinato.

 

Stava andando al lago. Aveva chiesto a Sirius dove fosse il suo compare, e lui le aveva detto che stava studiando vicino al lago. Arrivata sulla sponda, si guardò in giro per cercare una massa di capelli informi e spettinati.

E lo vide.

Era poggiato al tronco di un albero e stava facendo i compiti, probabilmente di Artimanzia perché si grattava la testa con la matita e sembrava confuso. Quella materia era peggio della matematica babbana, pensò Lily.

A vederlo così faceva quasi tenerezza.

Si avvicinò in silenzio e lui era troppo concentrato per accorgersene.

- Serve una mano? -, chiese sorridendo.

James sobbalzò quando vide Lily Evans davanti a lui, che gli sorrideva e gli proponeva aiuto per i compiti.

- Lily! Che ci fai qui? -, disse alzandosi in fretta da terra.

- Veramente ti stavo…cercando. Dovevo parlarti, ma credo che al momento tu sia alquanto impegnato -, rispose indicando il libro e le varie pergamene sparpagliate a terra.

- Maledetta Artimanzia, e maledetto me quando ho deciso di seguirla -, borbottò. – Poco male, mi serve una pausa. Allora cosa ho fatto? -, chiese un po’ timoroso.

- Scusa? –

- No dico, cosa ho combinato? Ti giuro che qualsiasi cosa sia non volevo e che cercherò di rimediare, ma non mi mettere in punizione questa settimana perchè c’è l’ultima partita con Serpeverde e… -.

- Perché credi che ti voglia punire? -, chiese lei un po’ divertita.

- Beh, di solito quando mi cerchi è per urlarmi addosso o per mettermi in punizione. -, spiegò lui. – Beh in questo caso potrebbe essere anche per il discorso che abbiamo fatto, ma non ci spero più di tanto…Cosa? E’ per quello che mi cercavi? -, esclamò quando Lily annuì alle sue parole.

- Già. Volevo parlarti di…quello. –

- Oh -, fece James un po’ sconvolto. – Beh, non mi aspettavo che avresti deciso così velocemente –

- Nemmeno io, se la cosa può consolarti –rispose Lily facendolo ridere.

Insieme si sedettero sulla sponda del Lago Nero e stettero un po’ in silenzio fin quando Lily non cominciò a parlare.

- Prima di tutto, scusa se stamattina sono stata poco gentile. –

- Non c’è problema -, disse lui in fretta.

- Okay. Mettiamola così, avevi ragione praticamente su tutto e mi sono spaventata un po’. E’ che per me non è facile legarmi alle persone. Dopo Severus…Beh difficilmente riesco a fidarmi. Di te, poi…Però hai ragione. Devo dare una possibilità a questa cosa che c’è tra di noi. Non è giusto negarla né per me, né per te che hai penato per anni solo per uscire con me. Quindi Potter, chiedimelo. –

- Cosa? -, rispose James ancora intontito dalle parole di Lily.

- Di uscire con te –

James fece un sorriso malandrino, e gonfiando il petto le fece la classica proposta. – Evans, vieni con me a Hogsmeade il prossimo week-end? –

Lily rise a vederlo così allegro e annuì. – Certamente Potter, - e calcò sul cognome. –Ti farò l’onore di uscire con te. –

 

Sempre ridendo, James le passò il braccio destro attorno alle spalle e la strinse a sé. – Wow, che soddisfazione. Dopo sette anni non mi sembra quasi vero. –

Lily sorrise e si strinse di più a lui. – Okay Potter… -

- James –

- Okay, James, oggi voglio fare il tuo genio della lampada. Quindi hai tre desideri da esprimere. Uno è già andato via, perché vengo con te a Hogsmeade -, le disse con finta serietà. – Te ne restano altri due.-

James sorrise furbamente senza che lei lo vedesse. Era una Malandrino e c’era un motivo. Poi lei gli faceva queste proposte…

– Voglio che urli qui James Potter è il più figo di Hogwarts

Lily rise e con le guancie un po’ rosse per l’imbarazzo, ma si alzò. – Vuoi farmela pagare per tutte le volte che ti ho urlato che non sarei mai uscita con te vero? -, gli fece l’occhiolino e urlò, - JAMES POTTER E’ IL PIU’ FIGO DI TUTTA HOGWARTS! –

 

Un sacco di persone la guardarono scandalizzate, e altre shockate. Lily tornò a sedersi e rise come una matta, imbarazzata ma divertita – Tienitelo bene in mente perché non succederà più -, lo avvisò fintamente severa.

- Ho un altro desiderio -, sussurrò sibillino. – Potrei farti dire che sono il più sexy mago del mondo o che ce l’ho più…-

- Non ti azzardare e poi niente desideri uguali due volte -, lo interruppe prima che potesse finire la frase oscena, facendolo ridere. – Ma sei un genio fasullo allora! –

- Si abbastanza -, concordò Lily, prima di scoppiare a ridere con lui.

 

Ah, le risate. Lily ne sentiva proprio la mancanza.

James si avvicinò a lei e le sussurrò all’orecchio, - Ne manca ancora uno –

Un po’ rossa, Lily annuì. – Qual è il tuo terzo desiderio?-, chiese a bassa voce.

 

James le sorrise e si avvicinò fino a sfiorarle il naso con il suo. –Indovina… -

 

Piano, le sfiorò le labbra con le sue, in un contatto lieve e labile. Che però non bastò a nessuno dei due. Appena James si staccò, Lily capì che non le era bastato e lo attirò di nuovo a sé per baciarlo con un trasporto che non credeva possibile. James, inizialmente un po’ sconvolto, rispose subito al bacio, e le passò le braccia intorno alla vita per stringerla di più, ignorando il resto del mondo e il fatto che a quell’ora il giardino di Hogwarts fosse pressoché pieno.

 

 

Lily pensò che non gli aveva detto tutte le cose che si era prefissata, ma era sicura che avrebbe avuto tutto il tempo del mondo.

 

La gente che passava di lì, credeva di avere le allucinazioni.

James Potter e Lily Evans, insieme?

 

Mary, li vide dal portone d’ingresso e sorrise compiaciuta.

Finalmente quei due sarebbero stati felici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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