I
personaggi appartengono a J. K. Rowling, la storia è scritta per puro diletto
personale e non a scopo di lucro.
Ice into your eyes
L'amore più bello è un calcolo sbagliato,
un'eccezione che conferma la regola, quella cosa per cui avevi usato la parola
mai.
Era sempre stata
sicura che di James Potter non le sarebbe mai importato niente. Quella
convinzione era stata il pilastro portante della sua vita di sedicenne vissuta.
Lei e James
Potter non avrebbero mai condiviso niente di più che insulti e sentimenti
negativi. Non sarebbero mai stati amici. Avrebbe continuato ad odiare i
suoi tentativi di prenderla in giro mentre le chiedeva di uscire. Avrebbe
continuato ad odiare quel suo modo arrogante di scompigliarsi i capelli. Avrebbe
continuato ad odiare quella sua aria di superiorità.
Quindi, logicamente,
ora doveva essere strafelice che James Potter stesse ormai da un mese
con la sua ragazza, che non la tormentasse più, che non facesse altro che
ripetere quanto fosse innamorato della bella, intelligente, gentile, Prefetto
Christine McRes.
Doveva essere felice
se finalmente aveva gettato la spugna e non le avrebbe chiesto più di
uscire.
Ovvio.
E allora perché si
trovava a piangere in un cubicolo del bagno di Mirtilla Malcontenta?
- Basta io non ce la
faccio più -, sussurrò Mary al suo ragazzo, Sirius Black. – La vedi com’è? Sta
sempre per i fatti suoi, non parla, mangia pochissimo e si tuffa in classe. E
non credere che la situazione migliori in dormitorio! Si mette il…
-
- …pigiama e va a
dormire Mary. Si lo so. Me lo dici ogni mattina. -, rispose Sirius stanco. Il
fatto che Lily Evans fosse la migliore amica della sua ragazza, non implicava
che dovesse sapere tutto di lei. Ma, in effetti, vederla così giù, non gli
piaceva. Anche se all’inizio non andavano proprio d’accordo, in quell’ultimo
anno aveva imparato a conoscere
Erano seduti vicini,
ma Lily era di fronte a loro e troppo persa nei suoi pensieri, per poter sentire
Mary, che continuava imperterrita a parlare della situazione con
Sirius.
- Ti prego, fa’
qualcosa! -, lo implorò.
- Mary, io non so
perché Lily sta così. Non ne ha parlato né con te, né con Remus, quindi non
conoscendo il problema, non posso fare molto per aiutarla. -, le spiegò con
calma.
- Lo sappiamo qual è
il problema, solo che lei si ostina a negarlo. –
In quel momento Lily
si alzò dal tavolo e uscì dalla Sala Grande per andare a lezione. O meglio aveva
deciso di uscire quando James e Christine erano entrati e si erano seduti a
Corvonero,
Aveva già abbastanza
mal di testa senza dover sopportare la vista dei piccioni in amore che tubavano,
e non valeva la pena rodersi il fegato di prima mattina.
Quando la
incrociarono, James la salutò gentilmente e lei borbottò un – Buongiorno –
accennato, frenando quello che voleva dire veramente.
Avada Kedavra
magari.
Quando James andò a
Grifondoro a salutare Sirius, Mary non lo salutò e il suo migliore amico lo
accolse con un acido, - Hai finito di dare spettacolo? –
In effetti, pochi gli
perdonavano quel tradimento. Abbandonare il tavolo dei Grifondoro per una
ragazza. Lui però rispose allegramente, -Aiuto la collaborazione tra le Case – e
poi si girò verso Mary. – Cosa ti ho fatto questa volta? –
La ragazza lo fulminò.
– Mi chiedo perché devi prendere in giro Christine. –
- Io non la prendo in
giro -, replicò il moro scandalizzato.
- Ah sì? Perché vuoi
dirmi che tutto questo amore ti è nato in un mese vero Potter?
–
Bingo. Quando
cominciava a chiamarlo per cognome diventava peggio di…di nessuno, si costrinse
a pensare. Lily Evans doveva rimanere fuori dai suoi pensieri. Stava con
Christine e le piaceva un sacco. L’Evans era solo una piccola bambina
capricciosa. Che poi non capiva Mary quali problemi si ponesse. Non è che Lily
si stesse tagliando le vene per la sua storia con
***
La lezione di
Trasfigurazione quel giorno era abbastanza interessante ma qualcun altro volava
decisamente su altre onde. E no, non erano i Malandrini.
Lily non aveva
decisamente voglia di studiare.
Erano passate due
settimane da quando si era ritrovata nel bagno di Mirtilla a piangere, e solo
una settimana prima era riuscita ad ammettere il perché.
James Potter le mancava
come l’aria.
Era stato difficile
solo pensarci, e non era riuscita ancora a dirlo ad alta voce. Ma la
consapevolezza di essere innamorata di quel ragazzo, la mandava fuori dai
gangheri. Perché sapeva perfettamente che la cosa non era fattibile. Sì, lui in
passato le aveva chiesto di uscire, ma lei aveva sempre declinato, a volte
gentilmente altre no, scatenando l’ira della fauna femminile di
Hogwarts.
E ora che stava
seriamente con quella Corvonero, se n’era accorta.
Ci accorgiamo di
tenere a qualcosa, solo quando la perdiamo no?
- Evans?
–
Eppure lei avrebbe
voluto provarci…
- Signorina Evans!
–
L’urlo della
professoressa McGranitt la fece saltare sulla sedia. – Oh, sei tra noi allora.
Dimmi sei riuscita a trasfigurare quella teiera in un puntaspilli? -, le chiese
un po’ acidamente. Era risaputo che non le piaceva riprendere qualcuno della sua
Casa.
Lily recitò
l’incantesimo, che le riuscì alla perfezione come al
solito.
Ottimo Caposcuola
Evans si disse. Ancora una volta la tua freddezza ti ha aiutato nelle
questioni scolastiche e ti ha incasinato in quelle
private.
Era inutile, non
riusciva proprio a concentrarsi quel giorno.
- Mi scusi
Professoressa -, chiese con voce un po’ tremante. – Posso uscire? Non mi sento
molto bene –
La ragazza fece segno
a Mary di non preoccuparsi, e uscì, senza sapere che un paio di occhi marroni la
seguirono fin quando non si richiuse la porta alle spalle.
***
Il suo ragazzo
pensò con orgoglio.
Dopo averlo salutato,
con tanti baci e moine per addolcirlo un po’, gli fece una strana e difficile
richiesta.
- Sirius -, disse
facendo gli occhi dolci, - mi daresti la vostra mappa? –
A quelle parole tutti
i Malandrini si girarono per guardarla preoccupati.
Mary sapeva che quel
cimelio era intoccabile e se lo chiedeva doveva essere successo qualcosa di
importante.
- A che ti serve -, le
rispose Sirius, osservandola attentamente.
- Devo cercare una
persona -, disse lei, evasiva.
- Okay. Chi devi
cercare? -, le chiese Remus Lupin.
- Ehm…ecco… -, abbassò
e si torturò le mani per un po’ creando seria preoccupazione in Sirius che
cominciava a non capirci più niente. Poi Mary cercò lo sguardo di James,
sperando che fosse distratto, ma invece la guardava con più interesse degli
altri, e da come aveva stretto gli occhi, sembrava aver capito chi fosse la
persona da cercare.
- Si tratta della
Evans, vero? -, disse il ragazzo con calma.
- Si -, ammise Mary. –
E’ da oggi a lezione della McGranitt che non la vedo. Dopo di quella non ho
avuto altre classi con lei, per questo sono andata a cercarla, ma non l’ho
trovata da nessuna parte. Sospetto che abbia saltato le lezioni del
pomeriggio.-, concluse tutto d’un fiato.
- In effetti, non
c’era a Pozioni -, rispose James.
- Ecco lo vedi? -,
esclamò Mary preoccupata. – Quando mai, Lily ha saltato una lezione? Pozioni per
di più! Vi prego datemi la mappa! –
James non ci pensò due
volte e la prese in tutta fretta. Considerando lo scambio d’opinioni che avevano
avuto quel pomeriggio, era meglio cercarla. Non era stato molto carino con
lei.
Stava per recitare
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni, quando Remus
intervenne.
- Lascia perdere, non
serve. Lily è entrata proprio ora. –
Tutti si girarono
verso il buco dell’entrata e fecero per chiamarla, ma Lily era strana. Si girò
un attimo verso di loro, e poi andò subito in dormitorio a testa bassa, e con
gli occhi stranamente lucidi.
- Remus -, disse Mary
preoccupata. – non ci starà ricadendo di nuovo? –
- Non credo. L’avevamo
convinta che le cose che pensava non erano vere. A meno che… -, e guardò James –
tu ne sai qualcosa? –
Il ragazzo da sempre
fin troppo sincero annuì lentamente. – Okay, confido che capiate che ho detto
queste cose in un momento di rabbia e che non le penso minimamente -, cominciò
facendo scattare da subito un campanello nella testa di Remus. – Pomeriggio l’ho
vista vicino ai bagni. E vi giuro che l’ho salutata gentilmente. Ma lei non ha
nemmeno risposto! E quando per scherzare le ho detto che se continua così
resterà una zitella sola a vita, mi ha guardato shockata e si è chiusa in bagno.
–
Finito di parlare,
osservò bene le espressioni dei suoi amici. Sirius sembrava sconsolato; Peter a
quanto pare stava facendo altro; Mary e Remus avevano invece l’aria di volerlo
uccidere.
- Dieci punti per la
tua idiozia Capitano Potter -, gli disse Mary sarcastica. – Sei un idiota, e
spero con vivacità che tu ne sia consapevole. Ora Remus, spiega perché abbiamo
trovato Lily sull’orlo del suicidio un paio di mesi fa, e io vado da lei.
–
James sgranò gli
occhi. – Suicidio? –
Remus abbassò la testa
lentamente, come se stesse decidendo se quella fosse una cosa da raccontare o
no. – Lily ha passato un periodaccio un paio di mesi fa. -, cominciò a dire
lentamente. - Non so se lo sai, ma la sua famiglia si è salvata due volte dagli
attacchi dei Mangiamorte per mera fortuna, e sua sorella non le rivolge la
parola da anni perché la considera strana a causa del suo essere strega. In
realtà io so che è solo invidia. Diciamo che Lily si è sentita sola e
abbandonata. Certo stava con me e Mary, ma sentiva bisogno di qualcos’altro. Beh
più che altro credeva di essere sola al mondo. Un giorno io e Mary siamo andati
a trovarla in camera sua e…beh era svenuta. Aveva preso tanti di quei farmaci
babbani, che nemmeno io so come ho fatto a farla riprendere
-.
James lo guardava
sconvolto. Lily aveva passato tutte quelle cose e lui non ne sapeva niente? -
Perché non me l’avete detto? –
- Stavi con Christine
già al tempo, e non abbiamo voluto darti altri problemi. Lily poi quando stavo
venendo a chiamarti mi ha pregato di non farlo. –
- Capisco.
–
- No, Jamie non
capisci -, gli rispose Remus tristemente. – La solitudine è un qualcosa che
fortunatamente per te non hai mai provato. Lily sembrava stare meglio, ma in
questi ultimi giorni si è lasciata un po’ andare e non riesco a capire perché.
–
- Te lo dico io
perché. Non le va di vedermi con Christine. E non lo dico come vanto personale o
altro, ma so che è così. Mi evita continuamente, non mi guarda mai, e nemmeno si
mette ad urlare se mi vede fare cretinate nei corridoi. Non so perché, ma non le
va giù che stia con lei –
- Non sai perché? -,
borbottò Sirius. – Siete degli idioti tutti e due, ecco perché
–
***
L'amore è come un fulmine, non si sa dove cade
finché non è caduto.
(Henri
Lacordaire)
Da quanto non piangeva
così? Forse da quando aveva capito che per i Mezzosangue non c’era posto nel
mondo magico; o quando i suoi genitori erano stati attaccati per la prima volta
dai Mangiamorte; o forse da quando aveva capito che non avrebbe più parlato con
sua sorella.
Erano tutti motivi più
che seri.
Lei non piangeva per
le stupidaggini. Lei non piangeva per i ragazzi.
L’aver capito di
provare qualcosa di forte per James Potter l’aveva ridotta a pezzi
completamente, perché significava che si era comportata da sciocca per sei anni
e mezzo.
Aveva visto come
Potter abbracciava Christine e la cosa l’aveva completamente distrutta: metteva
così tanto affetto in tutti i suoi gesti…
Sentì qualcuno bussare
alla sua porta, ma oltre ad un flebile, - Mary stai tranquilla -, non disse
niente, né aprì.
Essere Caposcuola le
conferiva privilegi che gli altri ragazzi non si sognavano nemmeno. Come avere
una stanza privata, fortunatamente. Non avrebbe sopportato che qualcuno la
vedesse in quelle condizioni di nuovo. Era bastata già una volta con Mary e
Remus. E non le andava di ripetere l’esperienza. Però si sentiva sola. E ancora
una volta l’affetto dei suoi amici non le bastava.
Avrebbe voluto avere
accanto sua madre in quel momento, per poter tornare la bambina che andava a
farsi consolare sulle sue ginocchia. Ma questa volta non era un ginocchio
sbucciato a fare male, e sua madre non era lì con lei.
L’ho perso l’ho perso,
l’ho perso, era il mantra che continuava a ripetersi.
E si addormentò così
quella sera Lily Evans. Con le guancie bagnate di lacrime troppo amare, e il
cuore pesante.
***
Ancora una volta, Mary
si trovava a chiedersi se la sua migliore amica sarebbe scesa a colazione.
Sirius era in coma ancora, e quindi non si poteva contare su di lui. Forse
avrebbe dovuto portare qualcosa in camera a Lily.
- Smettila di
tormentarti, perché è arrivata -, borbottò Sirius, vedendo la sua ragazza
guardare continuamente la porta d’ingresso della Sala
Grande.
E, per una volta,
aveva ragione. Lily era appena entrata, con quel portamento freddo e autoritario
che la caratterizzava.
- Buongiorno Liluccia
-, la salutò Sirius quando lei si lanciò su una panca vicino a
loro.
- Caffè -, implorò
solo la ragazza. Mary rise e glielo porse un po’ sorpresa dall’improvviso
risveglio del suo ragazzo e dall’apparente buon umore di Lily.
- Mary scusa se ieri
non ti ho aperto-, mormorò
- Sirius chi cerchi?
-, gli chiese Lily poi, vedendo il Malandrino girarsi ogni due
secondi.
- James -, rispose
l’altro senza pensare.
Sbam
Il primo calcio che la
sua ragazza gli tirava negli stinchi.
Si voltò vero di lei
per protestare, ma la vide con una faccia così tirata che ebbe quasi
paura.
- Caposcuola Evans? -,
la chiamò una voce. E con orrore puro, Mary e Sirius videro che si trattava di
Christine McRes. Quella giornata stava cominciando decisamente con il piede
sbagliato.
- Si? -, rispose Lily
con la solita gentilezza che la caratterizzava.
-
- Va bene, grazie
Christine -, le sorrise Lily.
Alla fine dei conti non
poteva avercela con lei solo perché stava con James
Potter.
Mary la guardava un
po’ preoccupata ma Lily la rassicurò con un sorriso.
-
Lily rise, capendo
cosa stesse succedendo sotto il tavolo. – Mary non uccidere Sirius perché parla
di Potter. Io vado dalla Professoressa, ci vediamo a lezione. Ciao -, e si alzò
in fretta per uscire dalla Sala Grande.
Nemmeno a farlo di
proposito incontrò James che stava andando al tavolo di Grifondoro, e fingendo
di dover cercare una cosa nella cartella, passò dritta senza
salutare.
- E tu cosa ci fai
qui? -, gli chiese Sirius sorpreso. – Non fai colazione con la tua bella?
–
- Quale bella? -,
rispose James distratto, sedendosi accanto al suo migliore amico per mangiare
qualcosa.
- La tua ragazza.
Christine quella ragazza magra, mora e Prefetto di Corvonero.
–
- Ah…Mi ha lasciato -,
spiegò il ragazzo senza troppa tristezza, mentre metteva delle uova nel
piatto.
- Cosa? -, esclamò
Mary sorpresa. – E quando? –
- Ieri sera dopo cena.
Sostiene che in realtà non sono veramente interessato a lei…e non fare quella
faccia -, aggiunse rivolto a Sirius.
- Che faccia?
–
- Quella da “Io te
l’avevo detto”, cagnaccio. –
- Oh andiamo Jamie.
L’ha capito anche lei che in realtà ti piace un’altra. –
James sbuffò. – Come
il resto della scuola, mi sa. -, pensò ad alta voce. – A proposito, per caso
sapete dove stava andando? –
Mary sapeva che Lily
in quel periodo non aveva proprio voglia di vedere Potter, per questo cercò una
scusa.
- Ha detto di dover
andare in dormitorio a prendere un libro. -, inventò sul
momento.
- Ma che diamine stai
blaterando? -, esclamò Sirius, mentre Mary si passava una mano sugli occhi in un
gesto di autentica disperazione. –E’ passata Christine prima a dirle che la
voleva
- Christine?-, chiese
James, un po’ sbigottito.
- Già.
–
- Okay, allora vado a
cercarla. Devo dirle un paio di cose. – e uscì dalla Sala Grande per cercare
Lily.
Quando James si fu
allontanato, Mary si girò verso Sirius come se fosse una bambola assassina, con
lo sguardo che mandava lampi.
- Stasera – vai – in-
bianco –
***
- Prego signorina
Evans, si sieda -, le disse
- Grazie.
Professoressa immagino che io sia qui per ieri -, rispose Lily, maledicendosi
per non essere nemmeno andata in infermeria a farsi fare una giustificazione -,
ma stavo veramente poco bene…-.
- Signorina Evans sono
sicura che nell’ultimo periodo lei non sia al massimo delle sue forze ma ieri
non era fisico, il malessere che la turbava -, poi vedendo lo sguardo confuso di
Lily, spiegò – Mirtilla Malcontenta non è un fantasma molto discreto.
–
Quelle parole la
fecero arrossire come un pomodoro. Mirtilla era sicuramente andata a cantare ai
quattro venti che ultimamente
- Lily, so che è un
periodo difficile, per te specialmente. Con Tu-Sai-Chi, la guerra, la tua
situazione familiare, non è facile restare serena -, la consolò con tono
materno. – Ma tu devi sforzarti di essere concentrata. Quando uscirai da scuola
potrai essere di molto aiuto al mondo magico, ma solo se sarai nel pieno delle
tue forze. Presto, il Professor Silente parlerà a determinati ragazzi, inclusa
te, di un suo progetto, e io sono sicura che ti ci butterai a capofitto.-,
continuò con un sorriso orgoglioso. – Non devi disperare mai, perché per ogni
momento buio, per ogni porta che ti sbatteranno in faccia, ci sarà sempre dietro
l’angolo qualcuno, anche inaspettato, pronto a starti vicino e ad aiutarti. -,
le disse in tono materno. - Ora vai, è quasi ora di lezione cara.
–
Lily annuì e prima di
aprire la porta richiamò la sua professoressa. – Grazie-, le disse con un
sorriso.
***
James era poggiato al
muro di fronte all’ufficio della McGranitt. Sapeva che Lily era ancora dentro
perché aveva…origliato. Decisamente poco nobile, ma molto utile per sapere se
Lily fosse ancora con
Quando
Ma James Potter
ovviamente.
Mormorò un –Ciao -
quasi imbarazzato e tirò dritta per la sua strada, senza nemmeno chiedersi
perché il ragazzo fosse lì.
- Lily aspetta! -, la
voce dietro di lei la fece bloccare, quasi contro la sua volontà perché non
aveva nessuna voglia di ascoltarlo.
- Potter ho fretta
devo andare a lezione… -, cominciò a dire, ma James scosse la
testa.
- No, ora aspetti e
parliamo, perché sono quasi due mesi che mi rivolgi appena la parola e vorrei
capire perché. –
- Potter non sei
sempre al centro dei miei pensieri -, replicò Lily, un po’ irritata.
- E allora spiegami
perché ti comporti così! –
- Così come? Non mi
sembra che prima, io e te avessimo tutta questa grand’amicizia – Era un colpo
basso, lo sapeva, ma non poteva lasciare intravedere nemmeno un po’ di quello
che sentiva veramente o, sapeva, che sarebbe crollato
tutto.
- Io proprio non ti
capisco! Perché diamine non vuoi ammetterlo! – James aveva alzato la voce, un
po’ per la frustrazione e un po’ per la rabbia. Rabbia per quel sentimento che
lei doveva contrastare a tutti i costi.
- Ammettere cosa? –,
mormorò Lily, abbassando gli occhi. Il discorso stava prendendo decisamente una
brutta piega per lei.
James le si avvicinò
un po’ e le prese una mano tra le sue. – Ammettere che tra me e te c’è molto più
di quello che sembra. Ammettere che in realtà non mi odi quanto sostieni di
odiarmi. Ammettere che dietro tutto quel ghiaccio, c’è una ragazza con dei
sentimenti. Ammettere che per me vorresti essere Lily, e non solo Evans.
–
Lily si sentì
smascherata e fece un passo indietro, per recuperare le distanze e il controllo
che stava perdendo. – Ti sbagli. Io sono quella che vedi. Quindi non sperare che
questa tua pseudo dichiarazione possa servire a farmi cambiare idea. Io sono
semplicemente Lily Evans e basta. –, la durezza nel suo tono fece tentennare
James.
Solo per un
attimo.
- Non è vero -, le
disse avvicinandosi. – Sei Evans quando ti comporti da Caposcuola fredda e
imparziale, sei Evans quando mi metti in punizione, sei Evans quando ti comporti
come se non te ne fregasse niente di me. –
- Non dire idiozie… -,
cercò di ribattere Lily con debolezza. Ma lui non l’ascoltò e continuò ad
avvicinarsi.
- E sei anche Lily.
Sei Lily quando scherzi con le tue amiche, quando ridi, quando ti lasci andare;
sei Lily quando piangi, o quando mi urli addosso. –
La ragazza dovette
ammettere che le cose stavano come diceva James.
- Per me sei diventata
Lily quando ti ho vista dormire per la prima volta. Ti eri addormentata in Sala
Comune con un librone in mano. Ed eri serena. Avevi le guancie rosse per il
fuoco e i capelli spettinati -, continuò a dire con un sorriso dolce e
nostalgico, prendendole la mano destra per stringerla nella
sua.
Lily abbassò gli
occhi, consapevole di essere stata scoperta.
- E la sai una cosa?
Io ti amo -, le confessò con semplicità, facendole sgranare gli occhi. – E so
che anche tu provi qualcosa del genere per me. Da quando sto con Christine non
stai bene, sei sempre triste ed è anche per questo che lei mi ha lasciato.
Sostiene che nel mio cuore c’è posto per una sola ragazza, e quella ragazza non
è lei. Ma sai qual è il problema? Fin quando non lo ammetterai con te stessa,
che l’unico modo per stare bene è stare con me, non me la sento di rischiare. Ti
darei il mio cuore su un piatto d’argento se non fossi sicuro che lo
pugnaleresti solo per paura di mostrarti come sei. –
Lily era inebetita. E
ghiacciata. Quelle parole erano così vere. Era stato l’unico a
capirla.
Da un certo punto di
vista le faceva quasi paura.
James le lasciò la
mano, facendole provare una strana sensazione di freddo, là dove prima le loro
dita erano intrecciate. – Tocca a te ora. Decidi cosa fare.
–
E se ne andò così.
Senza le solite scenate o polemiche.
Solo dopo qualche
istante, quando ancora il rumore delle scarpe del ragazzo era udibile, Lily si
accorse delle lacrime che le rigavano il volto.
***
- Dove vai? -, chiese
Sirius con un mugolio di protesta quando la sua ragazza interruppe il fantastico
bacio che le stava dando.
Mary sorrise a vederlo
così imbronciato. – Da Lily. Devo parlare un po’ con lei –
- Non mi piace che
passi tutto il tuo tempo con
- Certo, non lo sai?
-, gli resse il gioco, lei. – Ora però vado, ci vediamo a cena, va bene?
–
- Okay. Vedi di capire
come sta -, le rispose con serietà. – Se questa situazione ridicola non si
risolve giuro che li metto entrambi sotto Imperius –
Arrivata in camera di
Lily, Mary si sedette sul letto e chiese alla sua migliore amica cosa fosse
successo dopo che James l’aveva seguita.
- Tu come fai a sapere
che mi ha seguita? –
- Sirius ha detto a
James dove cercarti. –
Lily strinse gli occhi
a fessure. – E a quella mente illuminata del tuo ragazzo non è passato per la
testa che volevo starmene per i fatti miei? -, sbraitò.
- Non ho fatto in
tempo a dirglielo -, si scusò Mary. – Comunque ora parla. Allora, che è
successo? –
Lily fece un respiro
profondo e cominciò a raccontare. Della McGranitt, di Potter che l’aspettava
fuori, del suo discorso, della sua bella dichiarazione e di come se n’era
andato.
- Va bene, Lily la
domanda è una, ora -, concluse Mary con raziocinio. – James ci ha azzeccato? Sei
innamorata di lui? –
Lei non rispose
subito, ma guardò verso la finestra e cominciò a fare uno strano
discorso.
- Quando sono triste,
o turbata per qualcosa, io guardo il cielo e sto meglio. Qualsiasi cosa mi
capiti, guardare il cielo mi rasserena. O meglio, è così più o meno dal secondo
anno. All’inizio credevo che fosse per quell’azzurro sconfinato che sa tanto di
libertà. Però poi mi sono resa conto che funzionava anche quando l’acqua veniva
giù con i secchi. -, spiegò con un sorrisetto sarcastico. – Quando mi sono
chiesta perché guardare il cielo mi trasmettesse calma e serenità, mi sono resa
conto di una cosa. Da quando sono entrata nel mondo magico ho sempre associato
il cielo al…volo. Librarsi in alto e volare, senza pensare a niente e ogni
preoccupazione sparisce. Ho sempre creduto che fosse una cosa magnifica, anche
se non ho abbastanza fegato da salire su quei dannati aggeggi. E poi, ogni
maledetta volta che guardo fuori dalla finestra, vedo James Potter che scorrazza
come un matto su quella sua scopa infernale -, continuò quasi con timidezza e
riluttanza. – Quindi sono arrivata alla conclusione che non sia né il cielo, né
l’azzurro a farmi stare meglio. Ma Potter. Per quanto possa essere antipatico,
sbruffone, pieno di sé e una piaga per la società, è anche una costante della
mia vita. E’ una sicurezza. Quindi -, concluse guardando Mary negli occhi – mi
hai chiesto se sono innamorata di Potter, giusto? Ora come ora ti rispondo di no. Perché
credo sia qualcosa di molto più forte.
***
Gli avrebbe
parlato.
Gli avrebbe confessato
ogni cosa.
Gli avrebbe detto che
aveva ragione, che era stato l’unico a capire che dietro la barriera di ghiaccio
che si era costruita, era nascosta la piccola, dolce, tenera Lily
Evans.
Avrebbe potuto anche
dirgli che era schifosamente innamorata di lui. No quello no. Era troppo
sdolcinato.
Stava andando al lago.
Aveva chiesto a Sirius dove fosse il suo compare, e lui le aveva detto che stava
studiando vicino al lago. Arrivata sulla sponda, si guardò in giro per cercare
una massa di capelli informi e spettinati.
E lo vide.
Era poggiato al tronco
di un albero e stava facendo i compiti, probabilmente di Artimanzia perché si
grattava la testa con la matita e sembrava confuso. Quella materia era peggio
della matematica babbana, pensò Lily.
A vederlo così faceva
quasi tenerezza.
Si avvicinò in
silenzio e lui era troppo concentrato per accorgersene.
- Serve una mano? -,
chiese sorridendo.
James sobbalzò quando
vide Lily Evans davanti a lui, che gli sorrideva e gli proponeva aiuto per i
compiti.
- Lily! Che ci fai
qui? -, disse alzandosi in fretta da terra.
- Veramente ti
stavo…cercando. Dovevo parlarti, ma credo che al momento tu sia alquanto
impegnato -, rispose indicando il libro e le varie pergamene sparpagliate a
terra.
- Maledetta
Artimanzia, e maledetto me quando ho deciso di seguirla -, borbottò. – Poco
male, mi serve una pausa. Allora cosa ho fatto? -, chiese un po’
timoroso.
- Scusa?
–
- No dico, cosa ho
combinato? Ti giuro che qualsiasi cosa sia non volevo e che cercherò di
rimediare, ma non mi mettere in punizione questa settimana perchè c’è l’ultima
partita con Serpeverde e… -.
- Perché credi che ti
voglia punire? -, chiese lei un po’ divertita.
- Beh, di solito
quando mi cerchi è per urlarmi addosso o per mettermi in punizione. -, spiegò
lui. – Beh in questo caso potrebbe essere anche per il discorso che abbiamo
fatto, ma non ci spero più di tanto…Cosa? E’ per quello che mi cercavi? -,
esclamò quando Lily annuì alle sue parole.
- Già. Volevo parlarti
di…quello. –
- Oh -, fece James un
po’ sconvolto. – Beh, non mi aspettavo che avresti deciso così velocemente
–
- Nemmeno io, se la
cosa può consolarti –rispose Lily facendolo ridere.
Insieme si sedettero
sulla sponda del Lago Nero e stettero un po’ in silenzio fin quando Lily non
cominciò a parlare.
- Prima di tutto,
scusa se stamattina sono stata poco gentile. –
- Non c’è problema -,
disse lui in fretta.
- Okay. Mettiamola
così, avevi ragione praticamente su tutto e mi sono spaventata un po’. E’ che
per me non è facile legarmi alle persone. Dopo Severus…Beh difficilmente riesco
a fidarmi. Di te, poi…Però hai ragione. Devo dare una possibilità a questa cosa
che c’è tra di noi. Non è giusto negarla né per me, né per te che hai penato per
anni solo per uscire con me. Quindi Potter, chiedimelo. –
- Cosa? -, rispose
James ancora intontito dalle parole di Lily.
- Di uscire con te
–
James fece un sorriso
malandrino, e gonfiando il petto le fece la classica proposta. – Evans,
vieni con me a Hogsmeade il prossimo week-end? –
Lily rise a vederlo
così allegro e annuì. – Certamente Potter, - e calcò sul cognome. –Ti
farò l’onore di uscire con te. –
Sempre ridendo, James
le passò il braccio destro attorno alle spalle e la strinse a sé. – Wow, che
soddisfazione. Dopo sette anni non mi sembra quasi vero. –
Lily sorrise e si
strinse di più a lui. – Okay Potter… -
- James
–
- Okay,
James, oggi voglio fare il tuo genio della lampada. Quindi hai tre
desideri da esprimere. Uno è già andato via, perché vengo con te a Hogsmeade -,
le disse con finta serietà. – Te ne restano altri due.-
James sorrise
furbamente senza che lei lo vedesse. Era una Malandrino e c’era un motivo. Poi
lei gli faceva queste proposte…
– Voglio che urli qui
James Potter è il più figo di Hogwarts –
Lily rise e con le
guancie un po’ rosse per l’imbarazzo, ma si alzò. – Vuoi farmela pagare per
tutte le volte che ti ho urlato che non sarei mai uscita con te vero? -, gli
fece l’occhiolino e urlò, - JAMES POTTER E’ IL PIU’ FIGO DI TUTTA HOGWARTS!
–
Un sacco di persone la
guardarono scandalizzate, e altre shockate. Lily tornò a sedersi e rise come una
matta, imbarazzata ma divertita – Tienitelo bene in mente perché non succederà
più -, lo avvisò fintamente severa.
- Ho un altro
desiderio -, sussurrò sibillino. – Potrei farti dire che sono il più sexy mago
del mondo o che ce l’ho più…-
- Non ti azzardare e
poi niente desideri uguali due volte -, lo interruppe prima che potesse finire
la frase oscena, facendolo ridere. – Ma sei un genio fasullo allora!
–
- Si abbastanza -,
concordò Lily, prima di scoppiare a ridere con lui.
Ah, le risate. Lily ne
sentiva proprio la mancanza.
James si avvicinò a
lei e le sussurrò all’orecchio, - Ne manca ancora uno –
Un po’ rossa, Lily
annuì. – Qual è il tuo terzo desiderio?-, chiese a bassa
voce.
James le sorrise e si
avvicinò fino a sfiorarle il naso con il suo. –Indovina… -
Piano, le sfiorò le
labbra con le sue, in un contatto lieve e labile. Che però non bastò a nessuno
dei due. Appena James si staccò, Lily capì che non le era bastato e lo attirò di
nuovo a sé per baciarlo con un trasporto che non credeva possibile. James,
inizialmente un po’ sconvolto, rispose subito al bacio, e le passò le braccia
intorno alla vita per stringerla di più, ignorando il resto del mondo e il fatto
che a quell’ora il giardino di Hogwarts fosse pressoché
pieno.
Lily pensò che non gli
aveva detto tutte le cose che si era prefissata, ma era sicura che avrebbe avuto
tutto il tempo del mondo.
La gente che passava
di lì, credeva di avere le allucinazioni.
James
Potter e Lily Evans, insieme?
Mary, li vide dal
portone d’ingresso e sorrise compiaciuta.
Finalmente quei due
sarebbero stati felici.
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