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Autore: himotion    31/08/2009    4 recensioni
cit: ❝ - Sei mia e di nessun’altro. – le sussurrò piuttosto malizioso all’orecchio.
- E se.. tu non fossi la mia unica ossessione?– gli rispose ansimante.
- Oh, questa sarebbe una grossa perdita.. – ritornò al collo, mentre il suo respiro aumentava sempre più. [...] Una magnifica tortura. La migliore tra tutte.
Spero vi possa piacere, buona lettura! - myblindedeyes´.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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You’re My Obsession;




“You're my obsession
My fetish My religion
My confusion My confession
The one I want tonight
You're My obsession
The question and conclusion
You are You are You are
My fetish You are.”






Camminava ormai a fatica lungo quella scala, percorsa talmente tante volte, da poterla percorrere anche ad occhi chiusi.
Ogni gradino che scendeva era un passo in meno che la separava da Lui.
Era diventato una droga, irrinunciabile ma che faceva terribilmente male assaporarla.
Era un veleno, scorreva lento nelle vene fino arrivare al cervello ed inebriarlo con il suo profumo.
Sapeva quanto ne andava pazza.
Era così sadico, bastardo e stronzo a livelli assurdi, ma sapeva benissimo che anche questi erano fattori che facevano perdere la ragione e li sfruttava.
Oh si, li sfruttava eccome. Ogni ordine, ogni parola, ogni singolo movimento la faceva pendere dalle sue labbra.
Da perfetto menefreghista se intendeva avere una cosa, la otteneva.
Con la forza o con l’inganno, per Lui era indifferente.
Un Dio mascalzone e malvagio dagli occhi glaciali, capaci di stregare e paralizzare chiunque; i capelli biondi, lucenti sotto la lune della luna testimone di mille e mille notti brave, esattamente come quella sera, gemella di tutte le altre; la pelle morbida come un angelo e lo sguardo pungente.
Ah quello sguardo com’era perfetto.
Il sorriso pervertito, impossibile da evitare.
Le labbra sinuose, quante volte le aveva toccate, baciate, sfiorate con la sua stessa bocca? Il corpo irresistibile, scolpito, snello e meraviglioso al tocco.
Lo desiderava, lo voleva, lo esigeva.
Non poteva, solo Lui aveva la facoltà di farlo.
Era lui che comandava e solo Lui poteva pretendere.
La scalinata era infinita confronto all’attesa che l’aspettava.
Dannatamente proibito era quello che stava facendo.
Quello che aveva fatto per settimane, mesi. Non poteva resistergli. Era un’ossessione, una fottuta ossessione.
Finalmente l’ultimo gradino. Scese e si guardò attorno. Quante volte si era fissata di non tornarci più? L’inferno, non era il suo posto.
Preferiva il purgatorio, dato che ormai il paradiso le era negato.
Aveva già peccato. Un peccato capitale. La lussuria. Sì, si era concessa il lusso di regalarsi a Lui.
Si era concessa al ragazzo bramato da tutte, ma nessuna sapeva chi era veramente. Per Bell era ormai impossibile scappare.
Era ormai giunta nelle viscere dei suoi peccati e non poteva tornare indietro. Durante il giorno miriadi di occhi la fissavano, ormai erano tutti a conoscenza della sua inespugnabile colpa.
I Grifondoro la disprezzavano, i Serpeverde la deridevano. Non aveva scampo. Era prigioniera della sua stessa ossessione, del suo stesso peccato, della sua droga e del suo veleno.
Quella sera non si guardò nemmeno attorno non poteva sopportare altri giudizi, nessuno sapeva con chi aveva a che fare. Nessuno sapeva come Draco Malfoy riuscisse a manipolare tutti, soprattutto lei.
Percorse il lungo ed interminabile corridoio e raggiunse il muro. Lo sfiorò con l’indice e chiuse gli occhi.
Pronunciò la parola d’ordine senza farsi notare, riaprì gli occhi e s’inoltrò al centro dell’inferno.
-Ti stavo aspettando. – la sua voce, penetrante e leziosa, la precedette.
Una volta dentro alla Sala Comune dei Serpeverde era in trappola. Ancora una volta si era spinta oltre il limite, consapevole.
Lui era seduto piuttosto comodamente sul divano in pelle nera, anch’esso testimone di enormi peccati. Non era minimamente preoccupato di sentirsi sporco. Perché in effetti Lui non lo era.
Faceva quello che amava fare. Si alzò lentamente con un gesto estremamente invitante e si avvicinò calmo verso Bell.
-Sapevo che saresti tornata. Ti prefissi sempre di resistermi, ma non ce la fai mai. – sussurrò compiaciuto all’orecchio della ragazza, scostando una ciocca di lunghi capelli mossi.
Posò la sua mano sul collo e iniziò a respirare profondamente il profumo della ragazza, come se l’avesse voluta assaggiare assaggiare.
- Gelsomini. – sussurrò roco.
- C-come sempre.. – cercò di rispondere la ragazza, ma il suo tono era pressoché un bisbiglio confuso.
- Sono mesi che ti presenti qui e ancora hai paura? Credevo riuscisti a controllare le emozioni.. – continuava tranquillo a respirare sul collo di Bell, prima da una parte, poi dall’altra con una calma fuori dal normale, ma la sua particolarità in queste situazioni.
Come faceva a chiederle di controllare le sue emozioni, sapeva che era fragile, sennò non era al suo servizio, ogni sera.
- N-non.. ho paura. – non voleva lasciarsi andare.
“Ormai sei giunta fin qua giù, che senso ha trattenerti?” le chiese la sua coscienza e aveva ‘vagamente’ ragione.
- Non mi mentire. Ti conosco. – imperterrito le cinse i fianchi e la portò a se in un gesto non molto garbato. Bell si fece sfuggire un gemito.
- Non fare così, mi da fastidio. Non ti ho nemmeno toccata. – cominciava ad arrabbiarsi e non era un ottima mossa durante i loro incontri.
- Allora, cosa mi dici Bell? – come se volesse parlare in quel momento. Lo faceva apposta, le piaceva farla aspettare, rendeva tutto più complicato e doloroso per lei. E lo sapeva benissimo.
- N-niente.. –
- Smettila di balbettare. – e le strinse i fianchi, un altro gemito le sfuggì – farò finta di niente ancora per poco. Smettila o sarò costretto ad arrabbiarmi. Come stanno i tuoi amichetti?-
Si riferiva a Harry, Ron ed Hermione. Erano i suoi migliori amici, ignari di tutto, specialmente Hermione.
Era un colpo allo stomaco ogni volta che glielo chiedeva sapeva che le dava fastidio, ma si divertiva a trattarla così.
- Bene. – riuscì a controllare la sua paura per la prima volta quella sera.Anche se il tono non era del tutto convincente.
- Vedo che cominci a capire.. – questa volta il suo respiro si era spostato sulle sue labbra. Bell cercò di avvicinarsi ma lui si allontanò.
- No. Non così presto. – sorrise beffardo. Odiava quel sorriso ma allo stesso momento lo adorava – Devi aspettare ancora un po’. Non c’è fretta.– e i suoi occhi argentei incrociarono quelli smeraldo della ragazza.
“Non c’è fretta, dice lui.” ci mancava solo la coscienza che le ridesse in testa.
“Hai sentito Bell? Non c’è fretta.” Due contro uno, magnifico.
In tanto il ragazzo le volteggiava intorno, come al loro primo incontro, divertito e pensoso. Stava meditando su come fare impazzire questa volta la povera Bell, l’attesa non bastava.
Doveva essere cruciale, amaro e infinitamente soddisfacente per Lui. Si fermò esattamente dietro di lei e scostò i capelli mori dalla spalla e dal collo.
Riprese a respirare questa volta ansante sul collo di lei. Bell chiuse gli occhi e cercò di non pensare. Non era affatto facile.
- Quando mi spiegherai perché il tuo profumo sa di gelsomino? – chiese canzonatorio.
- Quando tu smetterai di trattarmi come una deficiente. –
- Siamo agitate vedo. Non avrai mica il ciclo. –
“E certo..”
- No. Stai tranquillo. - rispose un po’ scocciata.
- Meglio così. – finalmente le lasciò lievi baci sul collo, tracciando linee immaginarie.
Fece per girarsi ma la fermò stringendole forte i fianchi, di nuovo.
- Ho detto non così presto. – la sua voce si tinse di lieve rabbia.
Così lo lasciò continuare il suo lavoro. Sebbene avesse paura e ripensamenti, le piaceva. In effetti era piuttosto masochista Bell. Soffriva ma continuava a cercarlo, in tutti i modi fino al punto di ritrovarsi quasi ogni sera nel dormitorio dei Serpeverde, di nascosto.
Le sue mani salirono, dai fianchi seguirono il corpo a lato, si sollevarono e si portarono sulle braccia accarezzandole lievemente.
La ragazza ebbe un brivido. Draco non protestò, evidentemente era uno dei tanti, se pur ridicolamente piccolo, sfizi che si era prefissato di ottenere.
Le mani del ragazzo trovarono il collo e lo sfiorarono con tocchi delicati. Ritornarono giù, percorrendo ancora le braccia e fermandosi nuovamente sui fianchi della ragazza, stringendoli avidamente.
Altro brivido, altro gemito. Respirò sul suo collo, il soffio era caldo ed eccitante, come sempre. Le sue dita affusolate ripresero a muoversi, questa volta lungo il ventre piatto della ragazza.
Si ritrovava anche allora un burattino nelle sue mani, non riusciva a resistergli. Le prese un polso e la voltò furiosamente. Non era la prima volta che si comportava così.
E solitamente era segno di estremo desiderio, evidentemente non aveva trovato nessun’altra che riuscisse a soddisfarlo, quindi si sfogava su di lei, sempre pronta a tornare sui propri passi e ricadere.
Le afferrò entrambe le mani e la spinse senza alcuna delicatezza al muro. Secondo Lui era terribilmente provocante vederla legata, impotente ad un muro. Gliel’aveva ripetuto tante volte..
Un nuovo gemito uscì dalla bocca della ragazza quando sbatté alla parete.
- Sai che mi piace vederti al muro, senza che tu possa fare qualcosa, sai quanto sia eccitante guardarti così.. Ma farò del mio meglio per trattenermi. – sussurrò con tutta la bastardaggine che aveva in corpo il biondo. Bell non rispose.
Mentre le teneva stretto i polsi con una mano alla parete, con l’altra scivolò lungo il fianco, bramosa. Arrivato alla vita, alzò la camicia e fece addentrare la mano sotto l’indumento della ragazza.
Le accarezzò la pelle, di nuovo il suo anello era gelido al tocco, rabbrividì e chiuse nuovamente gli occhi. Il suo viso si avvicinò a quello della ragazza.
Draco le lasciò qualche morso qua e là sulla guancia fino ad arrivare alla mascella. Giunse alla bocca e le morse il labbro inferiore, come era abituata a fare lei, tanto tempo fa.
Senza nemmeno accorgersene aveva mollato la presa ai polsi e la mano si era spostata dolcemente sul volto della ragazza. Si lasciò andare.
Ghermì con una presa veloce la cravatta del ragazzo e lo tirò ancora più a se. L’altra mano affondò nei lisci capelli platino di Draco. Quest’ultimo decise di mettere da parte i morsicati e di passare ad altro.
Le sue labbra si muovevano frenetiche in quelle di Bell, ogni secondo più vogliose, desiderose e ingorde. La sua lingua ruvida cercava quella della ragazza e una volta trovata la inseguì sempre più smaniosa. Una volta che iniziava non riusciva a controllarsi.
In men che non si dica, Draco la trasportò ansioso al dormitorio.
- Se qualcuno ci vede? – ormai era una domanda di rito, stupidamente inutile.
- Quante volte te lo devo dire? Non entra mai nessuno quando lo dico io. – la adagiò impetuoso al letto baldacchino.
Il dormitorio era sempre lo stesso, non che cambiasse intendiamoci. Tende drappeggianti di colore verde, con ornamenti argento. Tappeti dello stesso colore e la luce era tenuamente di colore smeraldo.
– Blaise è troppo occupato per fatti suoi – sorrise compiaciuto – Avrà trovato qualche ragazzina del primo anno da perseguitare. –
Durante la ‘chiacchierata’ Draco salì sul letto, portandosi sopra la ragazza, immobile sotto di Lui.
– Tiger e Goyle eseguono i miei ordini alla lettera e se gli dico di andare in giardino con il temporale loro ci vanno. – una risata fragorosa tuonò nella stanza – e infine, Theodore avrà trovato qualche impiego intelligente anche se di sera. Ora però, basta parlare. Sono stufo. -
“E’ stanco di parlare, hai sentito?” altre risate le riempirono la mente.
Le sue mani tornarono a rovistare sotto la camicetta di Bell, alzandola. Una volta scoperto il ventre della ragazza, Draco scivolò giù iniziando a baciare ogni centimetro della pelle.
Le sue dita affusolate accarezzavano i fianchi, provocando un brivido ad ogni passaggio. Si trovava sotto mani esperte, era consapevole.
- Ti stai divertendo.. – sospirò all’altezza dell’ombelico.
La mano della ragazza si alzò e si aggrappò ai capelli biondi. Non poteva comandare, non doveva. Gli occhi argento vivo del sadico ragazzo si posarono sul volto di Bell. Sorrise beffardo per poi ritornare al ventre. Altri baci e le sue mani si fiondarono sui bottoni della camicia.
Uno ad uno, con crescente aggressività le asole si schiudevano al passaggio delle sue dita. Aprì la camicetta e si avvicinò al collo, mordendolo. Un gridolino uscì dalle sottili labbra di Bell, lo sentì sorridere soddisfatto.
Scese con la bocca sul petto, fino all’aggancio del reggiseno, fin troppo ingombrante per i suoi gusti. Le sfilò l’indumento e la fece scivolare sopra di Lui. Con le mani tremanti gli sciolse la cravatta, gettandola a fianco del letto. E si fermò.
- Beh.. ? – chiese lui canzonatorio – siamo agitate? – sorrise beffardo.
Le dita chiare di Bell, cercarono tutto il coraggio e iniziarono a sbottonare la camicia di Lui che già a suo modo, risaltava l’incantevole corpo del biondo.
Ecco il corpo tanto desiderato, lì sotto i suoi occhi, sotto di lei. Un corpo perfetto, un Dio depravato dai capelli platino e gli occhi di ghiaccio.
Inconsapevolmente sorrise e la sua divinità la fece nuovamente scivolare sotto il suo peso. Draco la stava portando al limite della pazzia.
Le sfilò i pantaloni e sulle gote della ragazza crebbe uno strano imbarazzo. Lui continuava a stuzzicarla, lasciando lievi baci ovunque. Il suo respiro accelerava a poco a poco. Non riusciva a resistere, doveva possederlo, subito. Slacciò i pantaloni del biondo che la aiutò a farli scorrere via.
A dividerli era rimasta solo la biancheria.
- Sei mia e di nessun’altro. – le sussurrò piuttosto malizioso all’orecchio.
- E se.. tu non fossi la mia unica ossessione?– gli rispose ansimante.




You can kiss me with your torture
Tie me up to golden chains
Leave me beggin' undercover
Wrong or right It's all role play
Let us make a thousand mistakes
We will never learn.






- Oh, questa sarebbe una grossa perdita.. – ritornò al collo, mentre il suo respiro aumentava sempre più – Non apparterrai a nessun’altro al di fuori di me. – era un ordine sebbene suonasse come uno dei dieci comandamenti. Non rubare, non desiderare la donna d’altri, non credere a nessun’altro Dio all’infuori di me..
Presuntuoso? Egoista? Era tutto quello di cui andava matta Bell. Al solo pensiero di appartenergli sentiva il petto infiammarsi.
I suoi denti si chiudevano al contatto della pelle della ragazza, in morsi malefici e dannatamente eccitanti. I suoi baci avevano un’impetuosità inaudita, quasi assomiglianti a una tortura.
Una magnifica tortura. La migliore tra tutte.
Le sue mani abili, accarezzavano l’intero corpo di Bell, desiderose di possederlo al più presto. Rotearono dietro la schiena, vezzeggiarono le spalle e la scapola, giungendo al laccio del reggiseno.
Le dita maestre lo slacciarlo e lo sfilarono con lieta furia. Le labbra si spostarono e si posarono sulla clavicola di lei fino ad arrivare allo sterno.
Anche qui, morse la candida pelle di Bell e il suo sangue ribolliva nelle vene, quasi a farla scoppiare, le strappò diversi gemiti e l’eccitazione saliva. Era al centro dell’inferno e le fiamme la stavano circondando.
Le mani si spostarono, sfiorarono i fianco ed altri brividi apparvero sulla schiena di lei. Una si fermò, mentre l’altra procedette, sopra gli slip e lungo la gamba.
- Questo è l’inferno Bell. Queste fiamme non sono nulla in confronto a quella che verrà adesso. Preparati a bruciare di piacere. –
- Che Dio pervertito. – sussurrò, quasi le mancasse la voce.
- E’ per questo che sei qui. E’ per questo che ti ostini a tornare ogni volta. Perché sono il tuo Dio pervertito. – ansimò.
La mano ferma sul fianco la viziava di piccoli brividi nel frattempo, poi si decise ad afferrare il lembo di pizzo e a scostarlo, senza sfilarlo. Il fianco era completamente scoperto, libero da ogni intruso.
- Questi dannati pizzi, coprono sempre troppe cose. – sorrise beffardo.
- Potrei dire la stessa cosa di quegl’ingombranti boxer. –
- E allora cosa aspetti a liberartene? – la provocò.
Le fiamme erano sempre più alte, sempre più ardenti e sempre più vicine.
Fece scivolare lo slip, si sollevò per permettere alla ragazza di sfilarlo. Ed ora era il suo momento.
Bell, sollevò le mani fino ad adesso rimaste immobili tra l’oro sbiadito dei suoi soffici capelli e le fece correre lungo il busto assaporandolo, goccia a goccia. Si portò sopra a Draco con una mossa lesta che la fece fare.
Altro sfizio che intendeva ottenere. Il suo corpo perfetto e asciutto giaceva impassibile sotto di lei. Era il momento di avvolgere quel Dio nelle sue stesse fiamme.
Dapprima gli accarezzò il petto scolpito, lievemente, scoprendo che fosse leggermente bagnato. Avvicinò gli occhi smeraldo agli interminabili argentei del biondo.
Iniziò a mordergli le labbra mentre sorrideva soddisfatto. Posò completamente le sue labbra e iniziò a farsi spazio con le sue. Aveva atteso abbastanza, era il momento di farlo dannare insieme a lei. Le mani affusolate di Lui si posarono ancora sul fianco, facendo movimenti lineari e portando il corpo a se.
La lingua di Bell si addentrò e cominciò a inseguire la sua. Gli stringeva i filamenti biondi con rabbia, non avrebbe dovuto aspettare così tanto.
Si allontanò lasciandolo spiazzato e non completamente soddisfatto.
- Ora sei tu che dovrai bruciare all’inferno insieme a me. -
Continuò scendendo, baciando lo sterno e finalmente anche lui gemette. Non sarebbe durata ancora per molto la sua rivincita, entro poco tempo si sarebbe vendicato.
Le dita candide afferrarono il boxer e lo fecero cadere ‘inavvertitamente’ a fianco del letto, vicino al resto degli indumenti. Ora l’inferno sarebbe stato più accogliente e passionale. Come previsto, la sua vendetta sarebbe arrivata presto.
Afferrandole i polsi e posizionandoli sopra la sua testa, la fece tornare sotto il suo peso, opprimendola.
- Non prenderti troppe libertà my lady. -
La sua presa era simile a catene, catene che l’avrebbero legata e tenuta prigioniera di quella notte di lussuria.
Le mani affusolate ripercorsero il corpo di lei, arrivando alla gambe. Le strinse con violenza e le schiuse. Finalmente le fiamme si avventarono su di lei, facendola bruciare da capo a piedi. Le vene, il petto, la mente.
Ogni cosa bruciava.
I movimenti erano profondi e senza traccia di dolcezza. La sua ossessione la stava divorando. Non capiva più niente, le fiamme si erano impadronite di lei totalmente. Entrambi gemevano, senza sosta.
Prigionieri di un peccato senza perdono.


If you want me to listen whisper
If you want me run just walk
Wrap your name in lace and leather
I can hear you
You don't need to talk
Let us make a thousand mistakes
'Cause we will never learn.



Stremata, era abbandonata sotto le coperte di quel letto verde e argento. Il suo corpo combaciava a quello del biondo, che le accarezzava il viso. Dormiva, forse la ragazza? Nel frattempo Lui si godeva tanta purezza, sporcata con quel peccato tanto bramato da entrambi.
Le fiamme si erano placate, ma nella mente ancorato rimaneva il ricordo di quella notte. Bell si voltò e guardò in volto il viso angelico e diabolico di Draco. Avrebbe sussurrato il suo nome, sarebbe ritornata in quel dormitorio macchiata del peccato altre dieci, cento, mille volte.
Sentiva il suo respiro, ora regolare, sfiorargli le guance. Non c’era bisogno di parlare, i loro occhi, talmente differenti ma allo stesso tempo uguali, comunicavano senza bisogno della voce. Bell avrebbe fatto altri errori, ma li avrebbe fatti inevitabilmente con Lui, non avrebbero mai imparato.
Lei e il suo Dio pervertito.


..To be continued..



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Canzone “My Obsession – Cinema Bizarre.”
Per chi la volesse ascoltare qui c’è un video.
http://www.youtube.com/watch?v=37vqAAzxYhI
Appena l’ho ascoltata ho pensato fosse la colonna sonora di questa FF.
Lenta e Coinvolgente.
Traduzione se interessa è qui, anche se il testo è semplice.Grazie a chi ha letto questa one-shot, il capitolo è estrapolato da un’altra mia fanfic, purtroppo però è stata cancellata e ora è in attesa di essere modificata e ripubblicata in tempi più propizi.


Traduzione Canzone: http://escapetothestars.forumcommunity.net/?t=32133205.
  
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