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Autore: Calum_201    02/08/2021    0 recensioni
Hermione e Draco si ritrovano a un ballo della scuola all'ultimo anno. Entrambi pronti ad andare avanti, a dimenticare.
Quando i loro occhi si incontrano, capiscono che è tutto inutile.
Gli sguardi sono stati i primi a incontrarsi, quella sera, come alcuni mesi prima. Dicendosi segreti che nessuno dovrà mai sapere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Le mani sfiorano i fianchi stretti. I volti non si guardano. Osservano chi sta intorno. Sono pronti a fermare chiunque si avvicini ad interrompere quel momento di Amore.

Non riescono a stare lontani, è troppo tardi per i loro sentimenti, i loro sguardi, i loro pensieri.

Le mani di lui si posano finalmente alla base della schiena. Sente le sue dita sfiorarla, quasi avesse paura di stringere troppo. Le braccia la circondano, sono coperte da una camicia blu perlato, a maniche lunghe. Non può vedere il suo marchio quella sera. Lo bacerebbe, quel ragazzo, e gli direbbe che non è importante. Che non è colpa sua.

Si stringono. In mezzo a quella grande sala. Il soffitto magico riprende un temporale. Le note del pianoforte rallentano i movimenti, i loro battiti che ora vanno all'unisono.

Lei sta con le mani intorno al collo di lui, la guancia premuta sulla sua spalla. Ha paura. Paura che tutto quello finisca. Come è giá successo. E come è molto probabile che risucceda.

Ma mentre sente il delicato profumo del ragazzo, mentre accarezza i capelli candidi, lunghi, che ormai potrebbero essere legati con un piccolo nastro, pensa che sia impossibile che tutto quello finisca. Loro sono lí, insieme. Niente sembra piú giusto. Niente sembra piú sbagliato.

Chi è che oserebbe, chi è che vorrebbe, però spezzare quel perfetto equilibrio tra opposti? Chi vorrebbe sperare che quell'abbraccio cosí sofferto, non duri per sempre?

Chi non vorrebbe, che fossero finalmente felici?

La fine della guerra, non ha portato solo la gioia del termine di quel clima di paura, ma ha anche portato insicurezze, nostalgie, terrore.

E loro, piú di tutti gli altri, lo sanno.

Lo sapevano all'inizio di agosto, quando per caso si sono incrociati. Entrambi soli, entrambi che cercavano silenzio, spazio, solitudine, ma per motivi diversi. Era bastato guardarsi negli occhi, e si erano capiti.

Questo è il nostro segreto.

Sembravano volersi dire. E entrambi lo avevano capito.

Ed era arrivato l'ultimo anno di scuola. Entrambi ai lati opposti della Sala Grande. A lanciarsi occhiate. Come a cercare una conferma di quanto si fossero sbagliati a sperare che l'altro tenesse il segreto di quell'incontro. E l'unica conferma che avevano avuto, era stata del fatto che entrambi sentissero il bisogno, quasi fisico, di guardarsi quella sera.

Erano andati avanti cosí, a cena, a pranzo o a colazione. Perfino durante le lezioni. Sempre in silenzio, senza voce, ma con gli occhi che spiegavano piú del necessario. E che capivano, piú del necessario.

Avevano inziato a conoscersi. Dentro le mura di quel castello, lei circondata da chiunque, lui solo come nessuno.

Opposti.

E quella notte. Quella notte si erano incontrati in quel corridoio, dopo che lei era scappata dalla cena, per chissà quale litigata con i suoi amici. E lui, senza neanche accorgersene, l'aveva seguita.

Lei, sentendo i passi alle sue spalle, si era voltata, trovandosi davanti lui. La guardava turbato, non sapendo cosa fare.

La ragazza si era quindi avvicinata, e lo aveva abbracciato. Lui, era rimasto pietrificato, sentendo lei piangere.

Si era seduto contro il muro, trascinando con sè la ragazza, tenendola tra le sue gambe, e circondandole il corpo con quelle braccia, senza toccarla davvero. Come se non ne fosse degno. E, in silenzio, l'aveva consolata senza dire una parola. Senza sfiorarla.

Nelle rimanenti settimane del mese, si erano cercati sempre piú spesso. E si erano baciati. Pioveva anche quella sera. Lucius Malfoy era appena stato giustiziato, e lui aveva bisogno di quel bacio. Ne avevano bisogno entrambi. Ed era successo, allo scoccare di un lampo, con il tuono in sottofondo.

Le mani sul volto di lei, i graffi sulla schiena di lui. Le dita incrociate strette, a farsi male. Gli occhi che non si erano detti niente, e si erano detti tutto. I corpi che si amavano.

Le incertezze non erano servite a frenarli, a scaldarsi.

Da quel giorno però, si era tutto raffreddato. Niente piú tocchi, niente baci o sguardi incrociati. Le occhiate avvenivano rapide, senza che l'uno si accorgesse dell'altro. Da lontano, senza potersi avvicinare. Con il peso delle responsabilitá, delle aspettative, delle etichette che gli altri avevano dato loro. Con il peso dei loro marchi che rifiutavano quei sentimenti forti.

Quella doveva essere per entrambi una serata tranquilla. Dopo due mesi di assenza e solitudine, avevano raggiunto una sorta di tranquillitá interna, poichè erano sicuri di poter dimenticare quello che era successo. Non c'era niente da rimpiangere, niente da desiderare ancora.

Eppure, non era andata cosí.

Lui era arrivato per primo, imponendosi di non cercarla tra la folla di studenti che eccitati arrivavano per quel ballo. Dopo poco piú di mezz'ora, si era complimentato con se stesso, mentre sorrideva per qualcosa detto da Zabini. La camicia gli faceva troppo caldo, nonostante fossero a fine dicembre.

Si era slacciato un bottone della camicia, poi un altro, facendo vagare lo sguardo per la sala, distratto. I capelli bianchi gli cadevano sugli occhi dandogli un'aria adolescenziale, lontana da quel ragazzo che un tempo voleva essere perfetto e impeccabile, che tentava di apparire uomo troppo presto.

Aveva portato gli occhi sul grande portone della Sala, venendo accecato. La ragazza stava al centro della grande porta. Si guardava intorno timida. I capelli raccolti in una coda alta, il vestito grigio perla, che arrivava con la gonna al pavimento, un fiocco legato sulla schiena circondava la vita sottile, la stoffa a coprire il seno con una scollatura a cuore. E una collana con un ciondolo a goccia, che brillava sul suo petto.

Una gamba lunga compariva dallo spacco laterale, dandole un'aria raffinata, e non volgare come avrebbe potuto apparire su altre donne.

Con un gesto pieno di insicurezza si era portata la lunga chioma lisciata sulla spalla, lo sguardo era concentrato a trovare qualcuno.

E i suoi occhi avevano incrociato lo sguardo di ghiaccio di Draco Malfoy. E niente era piú esistito intorno a loro.

Erano rimasti a guardarsi, per quelli che erano sembrati a tutti e due ore, giorni. Nessuno dei due aveva avuto la forza di distogliere lo sguardo. E Draco, ormai condannato a quel sentimento cosí forte, incatenato con il cuore a quella ragazza, si era diretto verso di lei. Le si era fermato davanti. E le aveva porto una mano.

Niente di piú semplice per far cadere in silenzio in pochi secondi tutta la sala.

Ma loro non se n'erano neanche accorti.

Hermione Grenger aveva sorriso. Draco aveva pensato di non aver mai visto niente di piú bello.

E lei aveva posato la sua mano piccola e delicata sulla sua.

Draco l'aveva condotta alla pista da ballo. E aveva sentito la tensione, e la paura di fare qualcosa di sbagliato.

E ora, uno davanti all'altro, abbattono quelle difese che ormai sono di carta.

Si ritrovano abbracciati l'uno all'altra. Lui la stringe in un momento, piú forte, abassa lo sguardo verso terra e prende un respiro profondo. Hermione lo sente tremare.

Allunga quindi una mano e gli accarezza la guancia, sfiorandolo. Gli occhi di ghiaccio sono subito su di lei, con il terrore, la sicurezza, di aver sbagliato tutto. Lei sorride, e lo bacia sulle labbra. Si stacca quasi subito. Lo sguardo di lui è confuso. Ma Draco di piega comunque avanti per avere un altro assaggio della ragazza.

Dio, quanto gli è mancata. Quei capelli, quegli occhi, quelle labbra e i baci che sanno dare. La sua dolcezza, il suo profumo. Tutto di lei gli sembra nuovo, come se fosse la prima volta che scopre quelle cose.

Ha bisogno di lei. E lei ha bisogno di lui.

Si amano troppo per restare lontani, ora lo sanno.

E quella sera non hanno intenzione di pensare ad altro, se non a loro due.

   
 
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