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Autore: Lunaharry66    02/08/2021    0 recensioni
(durante la lettura si consiglia l’ascolto di Rise Like a Phoenix- Conchita Wurst)
2.233 parole
/Lievi accenni di BakuTodoDeku/
(What if?
Solo pochi sono a conoscenza dell'identità di Dabi, durante uno scontro di cui quest’ultimo è il principale autore un altro personaggio ne verrà informato.)
future fic: , Katsuki, Izuku e Shouto sono dei giovani Pro Heros, ma la minaccia di Dabi incombe ancora sul paese.
Forse i danni sono più gravi di quello che sembrano e in questi casi a cedere non è soltanto il palazzo da dove è divampato l’incendio.
L’oblio che si apre ad ogni nuova ferita è più evidente delle scorse volte.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-note-

(durante la lettura si consiglia l’ascolto di Rise Like a Phoenix- Conchita Wurst)

2.233 parole

/Lievi accenni di BakuTodoDeku/

 

(What if? 

Solo pochi sono a conoscenza dell'identità di Dabi, durante uno scontro di cui quest’ultimo è il principale autore un altro personaggio ne verrà informato.)

 

future fic: , Katsuki, Izuku e Shouto sono dei giovani Pro Heros, ma la minaccia di Dabi incombe ancora sul paese.

Forse i danni sono più gravi di quello che sembrano e in questi casi a cedere non è soltanto il palazzo da dove è divampato l’incendio.

L’oblio che si apre ad ogni nuova ferita è più evidente delle scorse volte.






 

«- Siamo in diretta dall’area industriale della città, dove un incendio divampato dal palazzo più piccolo della zona si è diffuso per l’intero quartiere, provocando ingenti danni. Vari heros sono accorsi sul posto, ma l’esito positivo della tragedia è merito del hero Shouto, sparito in seguito al termine delle ricerche tra le macerie dei molti edifici.

Il villain responsabile dell’evento pare essere Dabi, losco criminale affiliato con più bande e nuovo  rivale di heros professionisti; non si hanno più tracce dell'attentatore, ma il capo della polizia ci ha concesso delle rapide dichiarazioni.

Si crede infatti che qualcuno abbia aiutato Dabi a fuggire, anche se  tutti i suoi complici sono stati arrestati poco dopo la fine dell’incendio principale. Probabilmente un civile è stato costretto a confondere le tracce del passaggio del ricercato, nonostante quest’ ipotesi  la polizia sospetta di un possibile infiltrato all’interno del team degli heroes,attendiamo sviluppi.

Linea allo studio.»

 

Anche i suoi vicini stanno ascoltando il notiziario, nessuno è immune alle catastrofi che colpiscono il mondo.

 

Ci sono momenti in cui Shouto cede, cede lui, il mondo e la stanza.

Ci sono momenti in cui apre la porta alle sue paure più profonde perché si dice che in questo modo potrà conoscerle meglio e non farsi trovare impreparato.

Shouto non si mente, è onesto almeno con se stesso.

Sa benissimo che l’oblio in cui scende lentamente e che conosce come la sua vita , è la sua vita, lo inghiottisce senza remore o ripensamenti, che non è clemente o comprensivo.

 

Lascia che esse lo circondino perché non ha la  forza di rialzarsi, sciacquare il viso con dell’acqua gelida e poi piangere tutta la notte.

Gli sembra di vedere le lacrime sul proprio volto da sempre, anche invisibili per non farsi notare da chi lo accompagna nel tragitto.

 

La schiena gli ricorda di essersi rotto almeno tre costole, che l’infermiera non volesse farlo andare via, ma che nel trambusto generale e alla vista di quei busti squarciati lo abbia dimenticato.

 

Shouto è bravissimo a scomparire, infilare una giacca e a percorrere tre chilometri a piedi e un'ora di metropolitana per arrivare a casa, nessuno che possa lontanamente pensare di essere nel sedile accanto a quello di un eroe ferito.

Eroe ferito?

Vorrebbe ridere dell’assurdità di quelle parole, ma con gli occhi serrati ricorda solamente tutto il sangue che aveva in viso, sulle mani che respingevano il villain.

 

Ha creato uno scudo di ghiaccio dopo essere letteralmente stato in aria per una decina di secondi, scaraventato lontano dai civili in pericolo a causa dell'impatto del villain contro l’asfalto.

Un villain alto quattro metri con una corazza che respingeva ogni singolo attacco sferrato.

Lo ha capito prima degli altri eroi con cui stava combattendo, ma troppo tardi per non far precipitare la situazione.

Le sue dita hanno sfiorato l’asfalto ridotto a brandelli come per accarezzarlo, per regalargli quella rassicurazione che agognava ma che non poteva ricevere.

Doveva donarla.

Si è aggrappato a un istante di pace, per un singolo attimo il mondo ha smesso di bruciare su stesso, e ha sprigionato più energia possibile.

 

Ha paura, un eroe non dovrebbe averne, anche se All Might e Midoriya conoscono bene questa emozione.

Ma Shouto è un osservatore, scruta le situazioni per far viaggiare la mente, quindi registra velocemente la differenza che c’è tra lui, uno squilibrato che porta sventure, e i simboli della pace.

 

Chiunque voglia ricoprine il ruolo deve saper avere un’aria pacifica, anche se probabilmente dentro si è agitati come il mare in tempesta. Bisogna aver avuto  un piccolo assaggio di quella meravigliosa sensazione.

Stretto tra le loro braccia, le stesse che ora saranno impegnate nel confortarsi a vicenda, gli è parso di raggiungere quell’ effimero momento che ogni essere anela con disperazione.

 

Ma lui ha l’ abitudine di seppellire quei momenti, troppo egoista per darli al mondo e frenetico nel non affezionarsi a certe persone.

Perchè prima o poi, cerca di ritardare quel giorno con tutto sé stesso, verrà lasciato solo, come è giusto che sia.

 

Loro, loro, non hanno ripensamenti, agiscono nella ragione e nell’interesse altrui.

Per questo non si lascia coinvolgere, nonostante le carezze e i sorrisi timidi che hanno trovato terreno fertile nel suo cuore non accennino ad appassire, liberandolo dal peso della felicità.

La leggera armonia che aveva tirato con fatica, ricacciando indietro le lacrime e stringendo i denti fino a perdere sangue dalle gengive sono vani, un mero colpo al paradiso in cui è stato erroneamente inserito.

Vuole essere il diavolo, un distruttore dell’ eden, per essere cacciato,denigrato e sepolto nelle memorie più buie della gente.

 

Vuole che gli altri abbiano un valido motivo per non stargli più affianco e gettarlo nelle fogne dove meriterebbe di marcire, in completa solitudine.

 

Dabi è…

Tutto ciò di sbagliato che potrebbe affiancare alla figura di un fratello maggiore, lo sono le cicatrici che gli costellano la schiena,la pelle del braccio rovinata dalle alte temperature.

 

Tende a distruggere con una facilità disarmante tutto quello che incontra sul suo cammino, ma Shouto sa che i danni non sono solamente strutturali.

 

E’ stato un sussurro nell’orecchio destro, di certo non una casualità,le labbra sfregiate piegate in un ghigno di scherno sopra il suo collo.

 

« - Ciao fratellino.»

Touya era la mano grande da stringere per attraversare la strada, gli occhi in cui specchiarsi e trovare l’affetto immenso  nei momenti bui e senza uscita, il pennello che tracciava i passi sulla sua tela vuota.

 

Dabi è il fuoco che lo brucia lasciandolo nudo e sbagliato, il calore che soffoca la vita e la voce che segna il destino con il suo tocco azzurro.

 

E’ ciò che lui non vuole essere, ma che scava nel profondo e ha intenzione di non far rimanere nulla, di strappare l’energia e la pace n degli altri per rubarne un pezzetto soltanto e poi soccombere alla sua stessa fine.

 

Shouto è il fuoco minore, colui che non brucia veramente perchè condizionato da blocchi e costrizioni che da gli altri non vengono percepiti.

 

Shouto è il ghiaccio che separa la vita dalla morte, un giudice che sceglie la pena per chi si ritrova a combattere contro di lui: la vita continuerà a scorrere indisturbata, piccoli incidenti di percorso che non toccano una cosa che è sopra ogni logica o ragionamento, solo se lui userà anche il lato sinistro, la luce che sconfigge il buio del ghiaccio.

 

Eppure lui questo fatto della contraddizione, il fuoco, suo padre, portatore di giustizia, il ghiaccio un ostacolo che frena il suo “vero potenziale” lo ha  vissuto da quando ne ha memoria.

 

A volte, chiuso nel silenzio armato che fischia e ovatta ogni altro rumore, ha pensato di essere lui il cattivo della storia, suo padre l’eroe che cerca di correggere un figlio sbagliato , debole, inutile.

In quei casi si dà uno schiaffo e sospira, impaurito.

 

Si dice che importi solamente quello che ognuno pensa di sé, ma se allora non hai un’idea del tuo essere, le persone sono autorizzate a pensare di tutto?

Se ti senti la nota sbagliata nello spartito perfetto, la figura che stona tra le braccia forti e potenti di un simbolo gioioso e di speranza, cosa rimane da fare?

 

Shouto, nel profondo, pensa di essere stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di crepe, tiene questo pensiero per se, lo coltiva e lo annaffia di convinzioni per non cedere a suo padre.

Per rimanere a galla, per sorridere quando è con loro.

 

Stare con loro, due perle pure e perfette, lui catrame nero e denso, richiede un periodo di preparazione.

Per stare bene, sentire il petto più leggero e la mente sgombra, riuscire a pensare senza divagare in discorsi lugubri e squilibrati.

Deve chiudere tutto in un punto lontano, perché non può permettere che la luce venga infangata dal mostro che cammina leggiadro nella sua mente, eccitato al solo pensiero di poter rovinare qualcosa di irraggiungibilmente magnifico.

 

Tiii . Tiii .  Tiii .  Tiii .Tiii. Tiii.

 

Il campanello suona da diversi minuti, lo ha ignorato deliberatamente nella speranza che almeno lui lo lasci in pace.

Che strano, proprio lui che non potrà mai provarla.

 

Le dita stringono forte la pelle rovinata, affondano per espiare le sue colpe e renderlo meno orribile quando si specchierà di nuovo.

 

-Bastardo, facci entrare!

Le perle possono diventare armi lucide e forgiate dal più esperto artigiano, in modo che possano ferire e proteggere.

Se loro sono armi gentili e raffinate, lui è un pugnale dal manico in gomma nera.

 

-Shouto! Sappiamo che sei qui, apri questa dannatissima porta!

Il canto ammaliatore dei violini spicca armonioso nell’orchestra che si muove a ritmo, lasciando dietro di sé scie da ignorare e spazzare via.

Se loro sono strumenti attenti e incantatori, lui è  scordato e fuori tempo.

 

Quel ritmo cadenzato e ammirevole con cui scivolano per il mondo lui non riesce proprio a coglierlo, è troppo lento per afferrare le loro mani e sporcarle con il suo dolore senza risposta.

 

-Ora la sfondo!

Non possono farlo: i suoi vicini, gli stessi del telegiornale, non approverebbero.

Perchè sfondare una porta, altra vittima del suo male,per recuperare dalla notte più profonda un eroe che tale non è?

Se loro sono angeli custodi che vegliano sul sonno delle persone, lui è uno spirito maligno che si infiltra tra i sogni e li tramuta in incubi.

 

Il suono della porta che cade è l’onda che piega le sue difese di cristallo.

 

« Il corpo a terra che gli è davanti è ferito quasi quanto lui proprio perchè hanno  lottato insieme in una danza anomala e magnetica.

Un paio di palpebre scure lo proteggono da uno sguardo che non riuscirebbe a sopportare perché non tratterebbe le lacrime di felicità.

Ah, la felicità. 

Gli sembra strano provarla senza di loro al suo fianco ma sotto le macerie di un palazzo e con le mani intrecciate a quelle di un assassino.

Quando erano bambini, lui e un Touya adolescente, intrecciavano  le dita per rimanere vicini e non perdersi tra le spire di confusione dove casa loro era l’occhio del ciclone.

Ora lo fa per non lasciare andare suo fratello, o quello che ne resta, rimanendo solo , vuoto e senza un appiglio al passato che lo ha reso imperfetto.

Una parte di lui, che urla e scalpita pur di esser presa in considerazione, vuole abbracciare Touya, colpire Dabi, medicare Touya e chiudere Dabi in prigione.

Probabilmente ha battuto la testa.

Si alza in piedi lentamente, le gambe che pretendono di accasciarsi al suolo e ricevendo una standing ovation dal resto del corpo, poggia una mano insanguinata sulla schiena di suo fratello.

Si alza in piedi lentamente, le gambe che pretendono di accasciarsi al suolo e ricevendo una standing ovation dal resto del corpo, poggia una mano insanguinata sulla schiena di Dabi.

E’ una precisazione che la sua mente scrive da sola senza chiedergli un parere,l’ultima parola che è un nome oscuro e intimamente vicino.

Nasconde un villain che ha cercato di ucciderlo più volte dietro un vicolo poco frequentato, raggiunge l'area distrutta e segue il consiglio delle gambe.

Un tonfo sordo è ciò che lo precede di accasciarsi a terra, sull’asfalto calpestato da milioni di persone.

Pre- cede.

Già, ha ceduto troppo presto, o forse troppo tardi»

 

-Ma cosa ti è saltato in mente?

Izuku lo circonda da dietro, stringe i capelli nelle dita e poi incastra le braccia sotto le sue ascelle.

Katsuki gli afferra il mento con le mani e  penetra nei suoi occhi spaiati impetuoso e preoccupato, una mano a sentire i battiti del polso, come per accertarsi di averlo veramente davanti.

Shouto non ha la forza di reagire, cede la stanza, cede lui e cedono le palpebre.

Le lacrime scivolano silenziose sugli zigomi e le carezze di Izuku le frenano dal farlo sprofondare lontano da loro.

Da loro.

Cerca di allontanarsi perchè non vuole rovinarli, ma allo stesso tempo si avvicina inconsapevolmente ai loro petti per impregnare nella memoria un ricordo come quello.

 

-Scusate.

La sua voce trema come l’anima che si agita nel muro di roccia che lui è, ma gli sbuffi tristi  di Izuku e quelli rabbiosi di Katsuki sono la chiave che spalanca la serratura grezza che costringe il suo cuore in una morsa.

 

Alcune persone possono aiutarlo a rimettersi in piedi, a non considerarsi un traditore.

Ancora Izuku.

 

-Quel bambino… Non è morto perchè qualcuno ha fermato l’emorragia congelando il fianco ferito.

 

« Posa una mano sul fianco martoriato del piccolo e rilascia un po’ di ghiaccio, sperando di non aver creato ulteriori complicazioni.

Stringerlo al petto mentre sono entrambi imprigionati sotte le macerie che prima costituivano la casa del bambino è l’unica azione con una parvenza di normalità che compie.

Poi accarezza quella schiena coperta da una magliettina in cotone e continua, ancora, ancora e ancora.

Un gesto spasmodico e insulso che però lo calma chiudendo gli occhi e circondando il bambino con le braccia.»

 

Non può comunicare ora i suoi tormenti, ma si lascia guidare fino alla cucina dove gli medicano meglio le ferite che l’infermiera aveva avuto il tempo di controllare.

 

Due persone possono spegnere il fuoco che brucia per donare un po’ di freschezza, ma per farlo hanno bisogno di qualcuno che sappia cedere e poi curare il mondo.

 

E sicuramente quel qualcuno è proprio lui.

Ne ha la conferma quando le loro labbra si incontrano appassionate e rinfrancate dall'essere ancora insieme.

 

Dall’essere ceduti e poi alzati.


-Angolo Autrice-
Non usavo l'Angolo Autrice da molto tempo e... 
Per scrivere questa storia, per me la migliore che abbia mai scritto, sono stati usati quasi tutti i pensieri deliranti formulati sotto la doccia, in autobus e in qualsiasi posto.
Spero che la storia e la canzone d'accompagnamento vi siano piaciute, nel caso o anche no, mi farebbe piacere ricevere una recensione, ma fate voi...
Con affetto,
Lunaharry66




 
   
 
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