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Autore: VigilanzaCostante    03/08/2021    2 recensioni
Quando Genya Sarif, sua mentore e insegnante, aveva deciso di partire alla ricerca di Grisha da arruolare, Ninfadora Tonks s’era offerta con talmente tanto entusiasmo che era inciampata sui suoi stessi piedi. Prima tappa: l'isola errante, la terra dei rossi di capelli e delle superstizioni. Qui incontra Charlie Weasley, un Kaelish anomalo, che sogna di andare a Ravka.
Charlie/Tonks, Grishaverse!AU, post "Rovina e Ascesa", pre "Sei di corvi".
| Storia scritta per il compleanno di Maqry
Genere: Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Nimphadora Tonks
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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NDA:
Questa storia è una Charlie/Tonks, Grishaverse!AU, ambientata quando Nina e Zoya vanno nell’Isola Errante per reclutare nuovi Grisha, quindi è precedente all’inizio di SoC e successiva alla trilogia.


 
 
A Maqry,
Che ha iniziato ad apprezzare Mal Oretsev solo quando ha abbracciato lo scopo di difenderlo, che sopporta pazientemente tutti i miei scleri, con cui ho molte divergenze sui personaggi di Harry Potter (tra cui Harry Potter stesso), ma qualche luminoso punto in comune.
Tanti auguri di buon compleanno!


 
Di Plasmamorfomagus e allevatori di volcra


Quando Genya Sarif, sua mentore e insegnante, aveva deciso di partire alla ricerca di Grisha da arruolare, Ninfadora Tonks s’era offerta con talmente tanto entusiasmo che era inciampata sui suoi stessi piedi. Nina Zenik, al suo fianco, era stata altrettanto veloce e decisa, e quindi le due Grisha anziane dovettero arrendersi: le due Colporalki erano troppo testarde e combattenti per essere fermate, e potevano risultare entrambe utili, nonostante la loro inesperienza. Nina conosceva tutte le lingue in modo fluente, mentre Tonks era la seconda Plasmaforme più brava in circolazione; dicevano fosse un talento naturale, che s’era manifestato sin dalla nascita con un cambio di capelli nella culla.
Non era stato facile stare al passo delle due insegnanti, per il semplice fatto che avevano sempre qualcosa da rimproverare loro. Nina era troppo esuberante, Ninfadora era troppo imbranata, e in generale erano entrambe pervase da un’energia elettrica, viva, che bruciava da dentro. Volevano rendersi utili, al di là dell’addestramento, al di là delle lezioni. Volevano diventare le guerriere che erano chiamate ad essere, per il proprio popolo.
«Vigilanza Costante, Ninfadora, te lo ripeto» continuava a rimbrottare Genya, l’occhio non coperto carico d’apprensione. Lei non l’ascoltava e la buttava sul ridere, e alla fine riusciva perfino a strapparle un sorriso. L’Isola errante era stata un buon punto di partenza, forse perché era quella che faceva loro meno paura. I Kaelish erano un popolo strano, superstizioso, ma non cattivo. Era facile aggirarli con false credenze e falsi miti, e non era stato complicato scovare quei pochi esseri umani dotati di potere.
Ma poi, Nina era sparita e tutto sembrò sprofondare nel caos. In quelle enormi distese di verde, in quei boschi che sembravano fatati, Ninfadora scoprì con riluttanza la paura, una paura che dormiva dentro di lei da quando era solo una bambina e non s’accorgeva neanche della guerra civile in corso, una paura che le fece sentire il bisogno di reprimere il suo potere.
Era così che vivevano i Grisha al di fuori di Ravka?

Era così che vivevano i Grisha al di fuori dell’Isola?
Se lo chiedeva in continuazione Charlie Weasley mentre ripensava ai racconti di suo padre su Ravka. Suo papà era un Kaelish anomalo, così lui e i suoi sei fratelli erano cresciuti con tutt’altri ideali. Non avevano paura del diverso, non avevano paura dell’altro, ma finirono al contrario a esserne profondamente incuriositi. Certo, sua mamma era una donna superstiziosa, ma non credeva che il sangue Grisha fosse curativo e bisognasse berlo per sopravvivere a qualsiasi malattia. Era macabro, a pensarci bene, ed era un po’ assurdo che tutti i suoi amici ne fossero così fortemente convinti.
Si vociferava che in quelle lande desolate fosse giunto un drappello di Grisha in incognito e Charlie, più di tutti i suoi fratelli, s’era impuntato di volerli conoscere. Voleva andare a Ravka, voleva partire con loro e scoprire quel paese in rinascita, che stava riabbracciando l’unione e che sembrava portatore di pace. Ma più di tutto, anche se ai suoi genitori non l’aveva detto, voleva scoprire se fossero rimasti dei volcra dopo la distruzione della Faglia d’Ombra. Quelle creature così mostruose, così misteriose, lo incuriosivano da quando il padre aveva tentato di disegnarle in una sera d’inverno, accanto al fuoco. Sembravano così umani, nella loro mostruosità, e Charlie s’era convinto che avessero un’anima.
Così li aveva cercati per giorni, aveva tentato di captare possibili stranezze intorno a lui, nei posti che di solito frequentava, e infine aveva notato una ragazza sguaiata chiedere informazioni in perfetto Kaelish. Charlie non avrebbe saputo dire chi fosse, ma sapeva che in lei scorreva sangue Grisha, lo sentiva.
Così aveva iniziato a seguirli, ignorando le preoccupazioni della madre e la curiosità camuffata del padre. Aveva rischiato più volte di farsi beccare, non era di certo esile come sua sorella Ginny, ma aveva imparato a non far sentire il rumore dei suoi passi. Devi imparare a farlo quando ami gli animali e tenti in tutti i modi di avvicinarli, ogni minimo rumore potrebbe spaventarli. Odiò l’associazione naturale che fece tra gli animali e i Grisha, ma scacciò presto via quei pensieri dalla sua testa. Le donne e gli uomini che aveva davanti erano tutto tranne che animaleschi. Erano dei guerrieri sotto mentite spoglie, e quella forza si notava lontano km.

×××

A beccarlo fu la ragazzina con i capelli corti. Era la più minuta e la più rumorosa, e si accorse della sua presenza per il semplice fatto che gli catapultò tra le braccia. Era arrossita leggermente prima di ricomporsi, e di guardarlo dall’alto in basso.
«Posso aiutarvi» aveva tentato di dire in un incerto ravkiano. Era da un po’ di anni che lo studiava, per prepararsi a partire.
«Chi sei?» era sospettosa, ma si vedeva che c’era una curiosità nei suoi occhi che lottava per uscire fuori.
«Voglio venire a Ravka con voi» nonostante le difficoltà con la lingua lo disse con solennità, sicuro di ciò che stava dicendo.
«Come fai a sapere che veniamo da Ravka? Noi… io, mi sono tradita in qualche modo? Se lo sai per colpa mia ti prego, non dirlo a quelle due donne laggiù perché se no rischio di essere lasciata qui in mezzo al nulla». Charlie rise e le sue lentiggini si dispersero per tutto il viso.
Prima di dargli il tempo di rispondere si precipitò a dire: «Non che questa sia un’ammissione, non ho mai ammesso davanti a te, Kaelish, di essere di Ravka. Questa conversazione non è mai avvenuta, chiaro?».
Fece per andarsene ma inciampò di nuovo, e Charlie la fermò con le sue braccia robuste.
«Non è colpa tua, io ho capito da solo. So molto di voi Grisha e voglio venire a Ravka con voi, voglio lavorare lì».
«Quindi non vuoi imbottigliare il mio sangue?».
«No!» Charlie stava iniziando a trovare sempre più assurda quella situazione, ma capì la paura della ragazzina.
«Okay, allora possiamo iniziare a ragionare, io sono Ninfadora, ma chiamami Tonks» lo disse sorridendo, e per un attimo Charlie credette di aver visto il colore dei suoi capelli mutare.

Inutile dire che Zoya e Genya s’infuriarono quando scoprirono che Tonks si stava portando appresso un Kaelish curioso, muscoloso e ben piazzato.
«Oh Ninfadora, non ti sei ricordata della vigilanza costante?».
«Vuoi fare la fine di Zenik?».
«Come fai a sapere le sue vere intenzioni?».
«Tu e la tua amica siete sempre state delle adolescenti irresponsabili».
«Però sembra carino, Zoya non trovi che sia carino?».
La travolsero con quel fiume di parole e accuse, e la Plasmaforme si stava iniziando a scaldare.
«Potete non chiamarmi Ninfadora? Punto primo. Punto secondo, abbiamo tanto paura di essere giudicati in quanto Grisha, e state giudicando questo ragazzo solo per il posto in cui è nato e per il fatto che invece non lo sia, un Grisha. Se vuole venire a Ravka con noi, che venga a Ravka con noi. Il re Lantsov saprà sfruttare la sua risorsa» e lo disse con coraggio, cercando di reprimere quella nota di insolenza che stava acquistando la sua voce. Voleva quasi impuntarsi e mettere il broncio, perché a lei piaceva quel ragazzo Kaelish, era simpatico e gentile, uno in gamba che poteva essere suo amico.
Charlie la scrutava a qualche metro di distanza, aveva compreso il suo discorso? Aveva parlato veloce e non sapevo quanto buono fosse il ravkiano del rosso. Ma i suoi occhi non serbavano rancore, quindi forse qualche parola in quel trambusto l’aveva colta.
Alla fine, non servì battere i piedi e insistere ancora, perché dopo una breve consultazione le due anziane Grisha presero la decisione giusta: Charlie poteva salire a bordo con loro.
 
«Quindi il tuo colore di capelli è rosa cicca?».
«Sì, ho dovuto modificarmi per sembrare meno stramba ai vostri occhi superstiziosi».
«Stramba lo sembravi pure con i capelli grigio topo, così stai meglio».
Tonks gli assestò un pugno sulla spalla, facendo la finta offesa. Quel ragazzo non la spaventava, anche se la sua gente avrebbe potuto uccidere il suo popolo. A volte la guardava con troppa curiosità quando usava i suoi poteri, ma era genuino nel suo voler sapere.
«Come mai vuoi venire a Ravka?».
«Voglio trovare i volcra sopravvissuti, e scoprire se esistono altre creature nate dalla magia oscura e salvarli».
Rimase stupita e aggrottò le sopracciglia: «Probabilmente però quello che cerchi non lo troverai facilmente, dovrai viaggiare».
Non viene a Ravka per restare.
Ma scacciò via quella sciocca paura e si appoggiò alla balaustra. Soffriva un po’ il mal di mare ma non voleva sembrare debole agli occhi dell’equipaggio. Agli occhi di Charlie Weasley.
«Potresti diventare un tracciatore, cercare degli amplificatori. Possiamo essere una squadra».


 
Quella tremenda paura, avuta dopo la scomparsa di Nina, s’era di nuovo acquattata in un angolo. Aveva preso il sopravvento la voglia di scoprire il mondo, di scoprire l’altro, di credere che esista qualcosa oltre l’odio dei Drüskelle o lo sfruttamento dei mercanti di Kerch. Che c’era un posto anche per i suoi capelli rosa cicca, per il suo volto capace di essere mutato, per la sua forza da soldato Spaccacuore. E magari, quel posto, era accanto al Kaelish dai lunghi, disordinati capelli rossi e un mare di lentiggini. Un mare che forse, non le sarebbe dispiaciuto navigare.
   
 
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