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Autore: fennec    03/08/2021    8 recensioni
"Quand’era stata la prima volta che aveva capito di essere donna?"
Questa one-shot affronta tematiche gender, spero di averlo fatto con la dovuta delicatezza e rispetto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sono Oscar François de Jarjayes
 
 
 


 
- Guarda, André, quei segni li avevamo fatti noi per misurare la nostra altezza, facevamo a gara a chi era più alto… Ai tempi ero ancora convinta di essere un maschio… -
 
Quand’era stata la prima volta che aveva capito di essere donna?
Di certo non aveva dovuto aspettare che suo padre con enorme ritardo e in modo, le spiaceva dirlo, terribilmente goffo e imbarazzato le balbettasse le ragioni per le quali, in sintesi, “Ecco tu sei nata femmina, ma io ti ho cresciuto da uomo perché avevo bisogno di un figlio maschio e non potevo più aspettare”.
A onor del vero, doveva aggiungere, non era successo proprio così. Era andata in soccorso del suo sventurato genitore che non sapeva proprio cosa dire: - Signor padre, io sono consapevole di quanto è successo al momento della mia nascita… -
- Chi te l’ha detto? – aveva sbottato spaventato, infuriato.
- Nessuno, signor Generale, l’ho capito da me. Ma so anche che voi siete un padre saggio e buono e ciò che avete deciso… beh, ecco l’avete deciso per il bene mio, vostro e dell’intero casato. E vi ringrazio, padre, per avermi concesso l’onore di essere cresciuta da voi, per avermi insegnato a sparare e a dar di scherma. Sono fiera di tutto ciò che ho imparato e il mio unico desiderio è che voi siate orgoglioso di me –
Doveva ammetterlo: si era preparata quel discorso da tempo. Sapeva che prima o poi suo padre avrebbe tentato di dirle la verità. E lei già ormai l’aveva accettata, la verità… Anzi la desiderava: era molto più libera delle sue sorelle, poteva fare cose che una donna non avrebbe nemmeno potuto lontanamente sognare.
Ma quand’era stata la prima volta che aveva capito di essere donna?
Le espressioni strane sul volto dei servitori quando le si rivolgevano usando il maschile? Le uscite di sicuro non casuali di Nanny, che la chiamava bambina mia o ma petite, guadagnandosi così una gelida occhiata di rimprovero da parte del Generale? Lo stupore che rasentava lo spavento sul viso di André quando si erano conosciuti? “Ma mi avevano detto che tu eri una bambina!”
Certo, mettendo insieme gli indizi e soprattutto ascoltando gli sfoghi e le lamentele di Nanny sulle scelte di suo padre - sfoghi e lamentele che immancabilmente esprimeva ad alta voce quando lei era nei paraggi - non era stato difficile capire che lei, Oscar François de Jarjayes, era una femmina.
Ma quand’era stata la prima volta che aveva capito di essere donna?
Non erano state soltanto le macchioline di sangue sulla biancheria intima e non era stato nemmeno André, che a un certo punto aveva iniziato a cambiar voce e ad avere dei peletti buffi sulle guance e sul mento.
Era successo prima, molto prima.
Forse tutto risaliva a quella fresca mattina di primavera, quando suo padre l’aveva portata a caccia.
- Guarda, Oscar, lo vedi quel cervo vicino a quel noce? Coraggio, figliolo, prendi bene la mira e sparagli. –
E lei aveva sparato.
- Bravo, Oscar, sono fiero di te. Ora sì che sei un uomo. –
E lei a stento era riuscita a trattenere le lacrime. Era stata silenziosa per tutto il resto della giornata e, con la scusa di non sentirsi molto bene, si era ritirata in camera sua pur di evitare di mangiare la sua prima preda.
“Se questo vuol dire essere un uomo…” aveva pensato “Beh, allora forse non voglio esserlo.”
Ma cosa voleva dire essere uomo?
Era da uomini uccidere un animale indifeso solo per divertimento? Quella di mangiarlo era solo una scusa, era ovvio, il cibo di certo a loro non mancava. E lei non era mai riuscita ad alzare gli occhi verso la testa impagliata del cervo che il Generale con grande orgoglio aveva subito esposto nella sala dei trofei: “Vedete? Tutto merito di mio figlio, che non ha ancora compiuto otto anni… non è straordinario?”
Cosa voleva dire essere uomo?
André era maschio e, in un certo senso, era un piccolo uomo.
E allora perché quando avevano trovato il cadavere di una lucertola sotto il porticato - doveva averla uccisa Nanny, non poteva sopportarle, ne aveva il terrore – invece che cacciarla via nell’erba, disgustato, André l’aveva presa con delicatezza e l’aveva sepolta poco distante appoggiandoci pure sopra delle margherite.
André sarebbe diventato un uomo, questo era certo, ma lei era convinta che non avrebbe mai ucciso una lucertola per divertimento, figuriamoci un cervo. André era forse meno uomo del Generale?
Allora cosa voleva dire essere uomo?
E cosa voleva dire essere donna?
Voleva dire spettegolare sul “miglior partito”, “figlio del marchese tal dei tali” come facevano le sue sorelle nelle fredde serate d’inverno? Riempire la casa di centrini ricamati a mano e agghindarsi di ninnoli e gioielli? O forse voleva dire riflettere con calma prima di parlare, come faceva sua madre, che aveva sempre una parola buona per tutti, piena di rispetto, saggezza e delicatezza? Sua madre, che di fronte agli scatti d’ira di suo padre trovava sempre una soluzione. Sua madre che, quando aveva la febbre, le rimboccava le coperte e le sfiorava la fronte con un panno fresco. Sua madre che come dama di compagnia della Regina, la accompagnava ovunque ed alle ore più impensabili, fino a svenire per la spossatezza.
Allora cosa voleva dire essere donna?
E quand’era stata la prima volta che aveva capito di essere donna, ma di voler vivere con le libertà che erano riservate solo agli uomini?
Forse una risposta non c’era.
O forse la risposta era nel suo stesso nome.
Oscar François de Jarjayes.
Una donna con un nome da uomo.
Una persona capace di gesti di estremo coraggio e ardore, ma al contempo di infinita dolcezza e bellezza.
Oscar François de Jarjayes.
Una donna cresciuta da uomo e considerata al pari di un uomo.
Oscar François de Jarjayes.
Una donna. Un uomo.
Un essere umano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eccomi qua, con una nuova fanfiction, spero vi sia piaciuta.
L’ispirazione per questa one-shot nasce da una riflessione fatta ad un orario improbabile sulla presa di coscienza, da parte di Oscar, del suo essere donna. L’argomento, naturalmente, si apre a tematiche delicate che spero di essere riuscita a trattare nel modo più rispettoso possibile.
Un ringraziamento particolare va a Sacrogral che con il suo secondo capitolo de “Il volo” mi ha offerto degli spunti interessanti per approfondire il tema della scoperta dell’identità di genere in Lady Oscar. Ringrazio infine chiunque abbia dedicato un po’ del suo tempo alla lettura di questa storia e chi sarà così gentile da lasciare una recensione.
Un caro saluto,
fennec
 
 
 
  
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