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Autore: _Trixie_    04/08/2021    0 recensioni
[Good Girls]
Cinque momenti della storia di Beth e Rio, dal primo incontro fino al finale della seconda stagione. Pov alternato.
[Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.]

 
IV
 


Dor (romeno) | Attendere con trepidazione lo squillo del telefono, guardare continuamente l’orologio in attesa di un appuntamento, avere l’impressione che il tempo che ci separa dalla persona che amiamo non passi mai. È il desiderio misto a gioia e malinconia di rivedere al più presto le persone di cui sentiamo la mancanza.


 
Beth non si considerava una persona impaziente. E non poteva nemmeno permettersi di esserlo, non con quattro figli e… Beh, con un marito come Dean, Beth di pazienza ne doveva avere molta. Troppa, secondo Annie. E Ruby. Beth scosse la testa, si schiarì la gola. E d’accordo, forse Annie e Ruby non avevano del tutto torto, solo… Non voleva pensarci. Non voleva mai pensare a Dean. O a quella barzelletta che era ormai il loro matrimonio.
Con un sospiro, Beth guardò fuori dalla porta del bagno, nella sua camera da letto, in direzione della sveglia sul comodino. Le undici e trentaquattro minuti. Era ancora presto. Tornò di fronte allo specchio, guardò il proprio riflesso. E arrossì violentemente, all’improvviso, il ricordo delle mani di Rio su di lei in quel bagno e del modo in cui le aveva baciato il collo e morso il lobo dell’orecchio e come l’aveva-
Si era tenuto il suo tanga. Non ci aveva nemmeno fatto caso, Beth, mentre usciva dal bagno di quel locale su gambe tremanti, il cuore che non voleva smetterla di battere irregolare nel suo petto, il rumore sordo del sangue nelle orecchie. E solo quando si era seduta in auto accanto a Dean si era accorta che Rio aveva tenuto il suo tanga – e aveva cercato di abbassare l’orlo del vestito per coprirsi e le sue dita avevano sfiorato le sue gambe lì, dove Rio l’aveva toccata poco prima, dove Rio aveva stretto e graffiato.
Beth respirò a fondo, cercando di pensare ad altro. Si sporse di nuovo verso la porta che dava sulla sua camera, controllò la sveglia sul comodino. Le undici e trentacinque minuti. Avevano un appuntamento quella sera. No, non un appuntamento. Un incontro, sì. Un incontro d’affari, lei e Rio. Doveva consegnarle la sua percentuale e Beth aveva preferito il parco, di notte, per evitare che sorgessero domande scomode tra i suoi dipendenti alla concessionaria.
Beth stese il mascara sulle ciglia dell’occhio destro, con attenzione. Di nuovo, controllò l’ora. Le undici e trentasei. Stese il mascara anche sull’altro occhio, lo sguardo fisso sul suo riflesso – e il suo petto premuto contro la schiena, il modo in cui l’aveva spinta contro il muro e- infastidita, Beth lasciò cadere il mascara nel lavandino, mordendosi il labbro inferiore.
Le undici e trentasette. Diventava insostenibile, a volte. La presa che lui aveva su di lei. Il modo in cui Beth non poteva smettere, per quanto ci provasse, di pensare a lui. Il modo in cui la sua mente tornava a Rio ancora e ancora, per quanto cercasse di allontanarsene, per quanto provasse a liberarsi di lui e del controllo che aveva su di lei.
Beth si mise il rossetto. Le undici e trentotto. E non era una persona impaziente. Solo… Voleva la sua percentuale. Voleva la sua metà. I suoi soldi. E voleva…
Beth chiuse gli occhi.
No. Non lo voleva. Era successo. Ed era successo una sola volta e non sarebbe successo mai più. Non poteva succedere di nuovo.
Le undici e trentanove.
Un ultimo sguardo al proprio riflesso nello specchio – e i denti di Rio sul suo collo, la mano di Rio tra le sue gambe, no, dannazione, Beth la doveva smettere. Uscì dal bagno e poi dalla sua camera da letto, attraverso la portafinestra che dava sul giardino. Prese l’auto, imponendosi di non sbattere la portiera solo per non svegliare i bambini – o Dean, e arrivò in anticipo al parco dell’appuntam- dell’incontro. Guardandosi intorno nel parcheggio vuoto notò la mancanza della jeep nera di Rio, ma decise comunque di raggiungere la loro panchina – le undici e quarantaquattro, incapace di rimanere ferma, senza fare nulla. E probabilmente avrebbe aspettato a lungo, conoscendo Rio e l’abitudine che aveva di non presentarsi mai all’orario stabilito, sempre al momento meno opportuno.
Perciò rimase a bocca aperta quando lo vide, da lontano, seduto su una panchina. Le undici e quarantacinque. Rio le fece un cenno di saluto con il capo e Beth sorrise.
E sperò di essere ancora abbastanza lontana da lui perché non lo notasse, perché Rio non notasse nulla, non l’improvvisa leggerezza dei suoi passi, non l’ingiustificata luce nei suoi occhi, non il sospiro di contentezza che le sfuggì nel vederlo.
Non poteva saperlo, Rio, di come riuscisse a tenerla legata a sé.
 
   
 
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