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Autore: deborahdonato4    04/08/2021    4 recensioni
Severus Piton è morto nella riserva delle barche, per mano di Voldemort e Nagini.
Ma allora perché si risveglia in un altro posto? Con una bambina che ha i suoi occhi?
Questa è la vita che, secondo me, Severus Piton si merita.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: Lily/Severus
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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  Severus Piton riaprì gli occhi con un sussulto. Brividi di paura gli correvano lungo la schiena, facendolo tremare davanti alla luce bianca. Una mano gli salì sulla gola liscia, dove riusciva a sentire le fauci del serpente Nagini, che gli perforavano la pelle e lo facevano inondare di sangue caldo, dal forte odore di ferro.
  L'ultima cosa che ricorda, però, non è la sua morte, così terribile, imprevedibile e dolorosa. Ma gli occhi verdi della sua amata Lily fissi nei suoi, che lo avevano cullato nei suoi ultimi istanti di vita.
  Piton richiuse gli occhi, sperando di riuscire a sottrarsi alla luce intensa almeno per qualche secondo. Sapeva quello che lo aspettava ora, ma temeva di perdere i suoi ricordi, i suoi pensieri sulla sua amata. Passò le dita leggere sul collo, sentendo il calore della luce. Non aveva mai immaginato che l'aldilà potesse essere così caldo. Non pensava di provare qualunque cosa, in effetti. E ora, dopo aver ripensato a Lily, notò che, oltre la sensazione di calore sul suo corpo, era presente anche un forte odore di biscotti al cioccolato.
  Piton aggrottò la fronte. Nell'aldilà c'erano i biscotti al cioccolato? Oltre un calore opprimente sulla pelle e una luce accecante?
  Riaprì cautamente gli occhi, che impiegarono qualche secondo ad abituarsi. Sopra la sua testa c'era un lampadario, nero, con una luce accesa. Spostò lo sguardo, lasciandolo scivolare lungo le pareti e scoprì di essere in una stanza, sdraiato su un letto matrimoniale ricoperto di soffici lenzuola nere con i cuscini rossi.
  Non era la sua casa a Spinner's End. Non era nemmeno la sua stanza al castello di Hogwarts. Non riconobbe nessuno dei fronzoli davanti alla grande finestra. Non aveva nemmeno dei quadri appesi o delle cornici posate sul cassettone di fronte a lui.
  Mentre cercava di capire cosa vi fosse raffigurato nella foto, Piton udì dei passi di corsa provenire dalla porta chiusa. Non ebbe il tempo di decidersi ad alzarsi che la porta si spalancò, facendogli saltare il cuore in gola. Una parte del suo cervello gli urlò nella testa di non preoccuparsi, perché i serpenti non possedevano piedi.
  «Sei sveglio?»
  La voce di una bambina, così simile a quella di Lily, lo fece sobbalzare, più della possibilità di ritrovarsi di fronte Nagini.
  «Mamma ha detto che devi svegliarti.» aggiunse la voce, con una nota divertita. «La colazione è già pronta. E ha detto di dirti che... che tra poco arriveranno gli altri e non puoi continuare a russare!»
  Con un'espressione perplessa, Piton si mise seduto, spostando lo sguardo verso la porta. Gli si seccò la gola. I suoi occhi neri ne incrociarono un altro paio simile, a mandorla, nel volto di una bambina di non più di sette anni. Nonostante gli occhi scuri, somigliava in modo impressionante a Lily, con il suo sorrisetto furbo e i capelli rosso scuro.
  «L-Lily?» balbettò Piton, sconvolto. Era la prima parola che pronunciava in quel luogo misterioso. La bambina di fronte a lui era la prova certa che si trovasse in paradiso. Era tornato ai tempi in cui l'aveva conosciuta?
  La piccola dai capelli rossi rise di gusto, scuotendo con forza la testa.
  «No, papà, sono Lucy. L U S I!» gridò, scandendo le lettere del suo nome, aggrottando la fronte non appena ebbe finito di parlare. Sembrò ripetere il suo nome tra sé prima di correggersi: «No, non era così. L U C Y!»
  Sorrise entusiasta per essere riuscita a correggere il proprio errore e tornò a guardare l'uomo, sbiancato dalle sue parole. Piton pensò di aver sbagliato: non si trovava in paradiso, bensì all'inferno. Chi altri poteva prendersi così gioco di lui? In quale universo poteva aver avuto una figlia di nome Lucy, dall'aspetto così simile a quello della sua Lily?
  «Dai, papà, sbrigati, la mamma ti aspetta!» esclamò Lucy, battendo le mani e corse via nel corridoio, con i piccoli piedi che battevano allegramente sul pavimento, lasciando Piton sul letto, più confuso che mai.
   
 
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