Serie TV > The White Queen
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Autore: Abby_da_Edoras    04/08/2021    3 recensioni
Questa storia, che si ispira molto liberamente all'ultimo episodio della serie TV "The White Princess", mi è venuta da un sogno, praticamente ho sognato tutta questa vicenda in una notte e non ho potuto fare a meno di scriverla, quindi se vi sembra una follia (come in effetti è!) prendetevela con il mio inconscio! E' la notte della vigilia dell'esecuzione di Edward Plantagenet e Perkin Warbeck (che per me è comunque Richard). I due giovani rinchiusi nella Torre non sanno cosa li aspetta ma... ecco che un uomo riesce a penetrare nella prigione e dichiara di essere lì per liberarli. L'uomo è al servizio di Sir Richard Pole e il suo vero scopo è salvare Teddy per ragioni, diciamo, anche personali, ma entrambi i ragazzi avranno salva la vita grazie a lui. E poi... il mio delirio prosegue, non so ancora per quanti capitoli, grazie a chi vorrà seguirmi!
Non cercate il personaggio di Erik nella serie TV, nel mio sogno è stato "traslato" direttamente da Erik il Rosso di Vikings e nemmeno io so il perché!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori di The White Princess.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Edward Plantagenet / Teddy, Margaret Pole / Margaret of York
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ottava parte

 

Here I am (Here I am)
Will you send me an angel?
Here I am (Here I am)
In the land of the morning star

Wise man said just raise your hand
And reach out for the spell
Find the door to the promised land
Just believe in yourself…

(“Send me an angel” – Scorpions)

 

Sir Richard e Maggie giunsero il giorno successivo al cottage. Dopo che la minaccia incombente della Regina era svanita, il gentiluomo non era più riuscito a trattenere la moglie che moriva dalla voglia di riabbracciare Edward. Così aveva inviato un messaggio comunicando il loro arrivo in mattinata, avrebbero pranzato tutti assieme, magari fatto una passeggiata nei boschi, e così Maggie si sarebbe tranquillizzata vedendo il fratello sano, salvo e felice.

Anzi, Sir Richard ebbe il vago sospetto che Maggie avrebbe trovato Edward fin troppo entusiasta della sua convivenza con Erik e si chiese se non avrebbe fatto meglio a preparare psicologicamente sua moglie a ciò che avrebbe potuto trovare al cottage…

In effetti, quella mattina Edward era davvero al massimo della gioia, si sentiva felice, emozionato e appagato come mai avrebbe immaginato di poter essere. Qualche volta, se si fermava a pensarci, non riusciva a credere che la sua vita fosse cambiata così tanto in poco più di un mese e finiva per temere che fosse tutto un sogno meraviglioso, che un giorno si sarebbe svegliato… e si sarebbe ritrovato di nuovo in quella prigione. Ma risvegliarsi in prigione sarebbe stato ancora peggio adesso che aveva conosciuto la felicità più pura e completa. Tante volte, nei lunghi anni trascorsi in prigione, era stato sul punto di perdere la speranza, di arrendersi, di lasciarsi andare, non ci sarebbe voluto molto, uomini più grandi e più forti di lui avevano perso il senno dopo anni in carcere. Se avesse scelto di lasciarsi andare sarebbe stato più facile, non avrebbe più pensato a niente, non si sarebbe ricordato neanche più il suo nome. Invece Edward aveva scelto di resistere, di lottare in quel suo modo ingenuo ma tenace, aveva scelto di avere fiducia in Maggie e di credere che, prima o poi, lei sarebbe riuscita a trovare un modo per farlo liberare. Era stato, per usare una parola che va di moda oggi, resiliente e adesso veniva ricompensato per non essersi mai arreso. Era libero, sebbene su di lui pendesse ancora una condanna a morte; viveva in un cottage immerso nei boschi come aveva desiderato da tanto tempo, a contatto con l’aria fresca e pulita della natura; sua sorella Maggie abitava a una mezz’ora di distanza e avrebbe potuto vederla quello stesso giorno e poi… e poi, la gioia più immensa e inaspettata, il suo cuore e i suoi sensi erano stati risvegliati dal vero amore, qualcosa a cui non aveva neanche mai pensato, prima perché era solo un bambino e poi perché, in prigione, sognava soltanto la libertà e il ritorno a casa.

Erik era diventato, in poche settimane, il suo punto di riferimento, la sua Stella Polare, la persona che lo proteggeva e l’uomo che amava, al centro del suo cuore. Con Erik aveva imparato cosa significhi amare veramente e sentirsi amato e accolto per ciò che si è, aveva scoperto sensazioni ed emozioni inimmaginabili e indescrivibili che lo facevano sentire perso e poi ritrovato, in pezzi e poi finalmente integro e completo. Sì, Edward era completamente, totalmente, irrimediabilmente e incondizionatamente innamorato e felice… e, com’era ovvio per lui, non vedeva l’ora di farlo sapere a Maggie, chissà come sarebbe stata contenta per lui!

Eh, già!

I coniugi Pole, dunque, giunsero al cottage dove vivevano Erik e Edward verso le undici del mattino e, per fortuna, pur essendo fine ottobre, era una bella giornata d’autunno, fresca e frizzante ma anche luminosa. *

Maggie era raggiante e, non appena scese dalla carrozza, si precipitò ad abbracciare Edward che la aspettava davanti al cottage, con Erik qualche passo indietro.

“Teddy! Che bellezza, finalmente ti rivedo, mi sembra un sogno!” esclamò la giovane donna, piangendo di gioia e stringendo il fratello tra le braccia.

“Anche tu mi sei mancata, Maggie” rispose Edward. “Stai bene?”

“Certo, sto benissimo adesso che ti vedo sano e salvo!” Maggie era talmente commossa ed emozionata che non riusciva a trattenersi, abbracciava Teddy, gli accarezzava il viso, lo guardava come per sincerarsi che fosse davvero lì, che fosse davvero al sicuro, poi di nuovo lo abbracciava forte. “Sei così… si vede che stai bene, non speravo che ti riprendessi così velocemente fuori da quella prigione e invece tu mi hai sorpresa ancora una volta. E’ meraviglioso vederti così felice, rilassato e in salute, è un sogno che si avvera per me!”

Sir Richard, suo malgrado, si stava commuovendo un po’ pure lui vedendo la moglie tanto felice e scambiò uno sguardo pieno di gratitudine con Erik, sapendo benissimo che era solo merito suo se Edward era non solo libero e al sicuro, ma anche felice e pieno di vita.

“Sono tanto contento di rivederti, Maggie. Ma non hai portato il mio nipotino?” domandò Edward, guardando verso la carrozza e sorvolando allegramente sul fatto che il bimbo si chiamasse Henry. In effetti, quella cosa non gli andava ancora giù e preferiva non pensare al nome del nipote!

Maggie non fece molto caso all’omissione intenzionale del fratello, era troppo felice di vederlo così raggiante e di sentire che si preoccupava anche per il bambino, che avrebbe desiderato incontrarlo.

“Avevo pensato di portare anche lui, in effetti, ma poi ho preferito lasciarlo con la balia almeno per oggi” spiegò la giovane donna. “Ieri, quando la Regina è arrivata all’improvviso e ha fatto perquisire tutta la casa, Henry si è spaventato e innervosito e ho scelto di lasciarlo riposare. Comunque lo vedrai presto, no? Adesso la nostra tenuta è sicura, le guardie reali non hanno trovato niente e tu potrai venire ad abitare con noi quando vorrai, anche subito.”

Edward lanciò uno sguardo a Erik, che mostrò un certo disagio.

“Veramente, Maggie, ecco… io ho deciso che preferisco non venire a vivere con te e con la tua famiglia” disse il ragazzo. “Questo posto è meraviglioso, mi piace vivere in mezzo alla natura e sento questo cottage come se fosse la mia vera casa, insieme a Erik.”

Maggie fece un passo indietro, perplessa, come se non avesse capito bene.

“Di cosa stai parlando, Edward? Hai sempre detto che volevi tornare a casa e aspettavamo soltanto il giorno in cui avremmo potuto vivere di nuovo insieme, liberi e felici, senza più temere niente e nessuno. Perché hai cambiato idea? Non capisco.”

“Mi dispiace che tu ci sia rimasta male e… no, non ho cambiato idea, però le cose sono diverse ora. E’ vero, io dicevo sempre di voler tornare a casa, ma la casa di Sir Richard non è la mia, è la sua casa e la tua e quella di vostro figlio” cercò di chiarire Edward, facendo ancora più confusione (ma Erik e anche Sir Richard capivano benissimo dove volesse andare a parare…). “Io verrò a trovarti tutte le volte che vorrai e anche tu verrai qui, ci potremo vedere ogni giorno se vogliamo, ma… ecco, è questa che sento come casa mia ed è qui che voglio abitare, insieme a Erik.”

Era la seconda volta che il ragazzo sottolineava il fatto di voler vivere insieme a Erik e, alla seconda, anche Maggie cominciò a comprendere. Intanto, sia Erik sia Sir Richard mostravano chiari segni di nervosismo. Ecco che la bomba stava per scoppiare…

“Cosa intendi quando dici di voler vivere insieme a Erik?” chiese Maggie, sospettosa.

“Che voglio abitare con lui, che voglio stare con lui, che viviamo insieme come te e Sir Richard” rispose con entusiasmo Edward. “Erik dice che mi ama, ha detto che mi ha sempre amato, già quando veniva a scortarti in prigione per farmi visita mi aveva notato e mi pensava sempre… lui mi protegge, si occupa di me, fa tutto quello che mi può rendere felice e mi tratta come se davvero fossi un Principe! E anch’io ho capito che mi sono innamorato di lui, per questo voglio vivere con Erik, voglio che stiamo insieme per tutta la vita!”

Erik aveva l’aria di chi vorrebbe prendere una pala e sotterrarsi, Sir Richard pensò di intervenire in qualche modo, ma non fece in tempo perché Maggie reagì sconvolta e traumatizzata come ci si poteva ragionevolmente aspettare…

“Edward, ma di che stai parlando? La libertà ti ha forse dato alla testa? Innamorato di Erik? Lui ti ama? Volete vivere insieme? Ma che razza di storia è questa?” esclamò, sconcertata.

Il ragazzo, però, era sconcertato quanto lei per la reazione così veemente!

“Ma… perché fai così, Maggie? Non c’è niente di male, ci vedremo lo stesso, anche tutti i giorni. E io voglio che porti il mio nipotino… sì, insomma, Henry, a trovarmi qui a casa nostra, voglio che veda la mia nuova stanza e i sentieri nel bosco in cui vado con Erik” replicò, con gli occhi sgranati per la sorpresa e chiaramente deluso perché la sorella non condivideva il suo entusiasmo. “Lo so che volevi che abitassimo insieme, ma anche tu adesso hai una famiglia tua e io ho Erik.”

“Cosa vorrebbe dire che tu hai Erik?” protestò di nuovo Maggie. Poi, vedendo che il fratello pareva non capire il suo dissenso, decise di rivolgersi direttamente al Capitano delle Guardie. “Cosa hai fatto a Edward, cosa gli hai messo in testa? Ora capisco tante cose, ecco perché dicevi di non volere nessuna ricompensa… te l’eri già presa a nostra insaputa. Come hai potuto, non ti vergogni? Sapevi che Edward era particolarmente fragile e suggestionabile, ti sei approfittato del suo bisogno di affetto, non è così?”

Sir Richard pensò che fosse il momento di intervenire.

“Maggie, ora stai esagerando, non sappiamo come siano andate realmente le cose, magari lascia che Erik ti spieghi…” iniziò, ma a sorpresa fu proprio il Capitano ad interrompere la sua difesa.

“No, mio Signore, non prendete le mie difese, Lady Margaret ha ragione ad essere arrabbiata con me” disse in tono calmo e pacato. “E’ vero che mi sono spinto fin troppo avanti con Edward, ero così felice di averlo con me che non ho pensato a cosa stessi facendo e a come, seppure involontariamente, lo stessi condizionando. Posso affermare comunque che non ho mai fatto niente che lui non volesse e che, anzi, ho cercato di convincerlo a staccarsi da me e a venire a vivere con voi. Tuttora penso che sarebbe la cosa migliore per lui.”

Poi Erik continuò rivolgendosi direttamente al ragazzo.

“Edward, sapevo che non era una buona idea quella di vivere con me e ho provato a dirtelo” gli spiegò, con la solita dolcezza. “Non ho insistito troppo perché tu ti sei sentito rifiutato, come se fossi io a non volerti con me, ma la verità è che tu devi abitare con tua sorella e la sua famiglia, è quello il tuo posto. Pensa anche a questo: tra poco sarà novembre, cadrà la neve, in questo cottage farà freddo e non ci sarà niente di emozionante o avventuroso nel vivere qui, sarà peggio della prigione in cui ti trovavi. Potresti ammalarti e io non me lo perdonerei mai. Del resto, in inverno nemmeno io abito qui, Sir Richard mi mette a disposizione un’altra piccola casa più vicina alla tenuta. Potrai incontrarmi ugualmente, quando non sarò impegnato al servizio di Sir Richard, ma la cosa migliore è che tu abiti con Lady Margaret.”

Il giovane Conte di Warwick era esterrefatto e si sentiva come se tutto il suo mondo, i suoi sogni, la felicità che aveva appena iniziato ad assaporare cadessero in pezzi attorno a lui. Che stava succedendo? Perché Maggie si era così arrabbiata con lui e, peggio ancora, con Erik? Perché Erik non voleva vivere con lui? I suoi occhi si riempirono di lacrime mentre contemplava la caduta di tutti i progetti che aveva fatto solo poche ore prima… e pensare che era stato così emozionato all’idea di condividere la sua gioia con la sorella! Avrebbe voluto parlarle, rimproverarla per essere stata così dura con Erik che non aveva fatto altro che dedicarsi completamente a lui, ma non trovava le parole tanto era avvilito.

Prima che potesse dire qualcosa, Sir Richard parlò di nuovo.

“In effetti questa potrebbe essere la soluzione migliore, Erik ha ragione” disse. “Si sta avvicinando l’inverno e nessuno potrà abitare in questo posto, però temo che non sia ancora prudente portare Edward a vivere con noi. Come hai potuto vedere, Maggie, la Regina non si fa scrupoli di piombare da noi a sorpresa e senza farsi annunciare e cosa succederebbe se decidesse di arrivare di nuovo e Edward fosse là? Come potremmo nasconderlo? Cosa ne sarebbe di lui e anche di noi per averlo nascosto? Di noi e di nostro figlio?”

Maggie trasalì. Non aveva pensato a questa eventualità, ma conoscendo l’ostinatezza e l’ambizione di Elizabeth non era affatto da escludere. Magari non subito, ma forse tra un mese o due, o in primavera, chissà? Edward non poteva essere completamente al sicuro a casa loro. E poi… le parole di Erik, nonostante tutto, le avevano toccato il cuore: lo aveva accusato di aver approfittato della fragilità del fratello, invece lui aveva insistito perché Edward tornasse a vivere con lei, e c’era una tale dolcezza nel suo sguardo e nella sua voce, un affetto infinito, una premura commovente che testimoniava più di ogni altra cosa quanto veramente amasse il giovane Teddy. Suo fratello era evidentemente molto felice con lui, sereno e appagato come non lo aveva mai visto, e chi era lei per giudicare il loro rapporto, chi era lei per ostacolare qualcosa che aveva ridato la vita a Edward, in tutti i sensi e nel modo più profondo e meraviglioso che potesse immaginare?

“Hai ragione, Richard, non sappiamo cosa potrà fare Elizabeth nei prossimi mesi e non voglio mettere in pericolo né Teddy né nessuno di noi” ammise Maggie, già pentita di essersi arrabbiata con Erik e di aver deluso e addolorato Edward. “La cosa migliore è che Edward abiti con Erik nella piccola casa che tu gli hai messo a disposizione e vi trascorrano l’inverno, poi decideremo cosa fare.”

“Io… mia Signora, volete davvero che continui a vivere con Edward e a occuparmi di lui?” mormorò Erik, commosso. “Non gli farei mai del male, ve lo giuro, io… ucciderei per lui, morirei per lui!”

Maggie vide lo sguardo infuocato e sincero di Erik mentre diceva quelle parole, vide illuminarsi Teddy nel sentirlo parlare così, una luce che gli veniva da dentro, dal cuore, e lo rendeva raggiante come mai era stato. Qualsiasi cosa potesse pensare, Erik era chiaramente la ragione di vita di Teddy e viceversa, non sarebbe stata lei a distruggere la loro felicità.

“Va bene, adesso andiamo a pranzo” concluse quindi Maggie con un sorriso, “così potremo parlare e organizzarci per il trasferimento di Edward e Erik nella casa in cui trascorreranno l’inverno. Abiteremo ancora più vicini e ci vedremo più spesso, spero che potremo anche passare le feste natalizie tutti insieme, senza brutte sorprese da parte di Elizabeth. Ho tanti regali da farti, Teddy, e non voglio sentire obiezioni perché farò dei bei doni anche a Erik, se li è meritati.”

“Oh, sì, che bello, il Natale!” esclamò Teddy con occhi sognanti, dimenticando la delusione di poco prima. Era felice che fosse tutto sistemato e che Maggie, proprio come aveva tanto desiderato, avesse accolto Erik nella loro famiglia. “Era tanto tempo che volevo festeggiarlo con le persone care, come quando ero bambino! Potrò avere un cane che non morde come regalo?”

Maggie e Sir Richard si scambiarono uno sguardo e sorrisero.

“Certo, un cagnolino che non morde lo avrai sicuramente!” disse lei.

Stretta al marito, si avviò verso il cottage, guardando Erik e Edward che camminavano davanti a loro, Erik che teneva un braccio attorno alle spalle del ragazzo, pensando che lui il suo regalo di Natale lo aveva già avuto, e Teddy che gli si affidava beato. Sì, Erik meritava di essere uno di famiglia e adesso comprendeva che Edward aveva tutti i diritti di fare finalmente le sue scelte nella vita, dopo tanti anni in cui era stato prigioniero e costretto a sottostare alla volontà altrui. Ecco, magari preferiva non pensare a loro due che facevano cose, ma a parte quello anche Maggie si sentiva rasserenata vedendo il fratello così felice.

Sperava soltanto che Elizabeth non intervenisse di nuovo a distruggere la loro felicità, purtroppo il pericolo continuava a incombere…

Fine ottava parte

 

 

* Edward Plantagenet fu giustiziato il 28 novembre 1499. Nella mia versione io ho anticipato un po’ i tempi, immaginando che Erik andasse a liberarlo a settembre, perché ho pensato che sarebbe stata dura la vita per quei due poveretti in un cottage gallese nel bosco in pieno inverno!

 

   
 
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