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Autore: selenvphilia    06/08/2021    0 recensioni
[Iwaoi ; AU ; long]
Oikawa ha smesso di giocare a pallavolo da sei mesi a causa di un avvenimento che lo ha segnato così profondamente da allontanarlo dalla sua più grande passione. Dopo essere scappato un anno e mezzo all'estero per non dover fronteggiare i propri sentimenti, Iwaizumi si rivedrà costretto a tornare per cercare di aiutare il suo amico d'infanzia a rialzarsi e nel frattempo dovrà tenere a bada quell'amore che durante tutto quel tempo si era solo assopito.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo




 
 
 
Si alzò fiacco quel mattino, trascinandosi fino al bagno quasi fosse un cadavere che cadeva a pezzi. Agiva senza prestare attenzione, per abitudine, il suo corpo si muoveva e ripeteva le stesse azioni che ogni giorno appena sveglio aveva fatto per anni. Prima una doccia che scacciasse via gli incubi ed i dolori notturni, poi toccava ai denti ed al viso, poi era il momento di sistemare i capelli ed infine quello di vestirsi e preparare la colazione. Anche quella restava la stessa da anni oramai, solo che questo dipendeva più dai gusti del ragazzo che dalle sue abitudini. La sveglia suonò: erano le sei del mattino, ma ad Oikawa non occorreva più uscire così presto per allenarsi. La pallavolo non faceva più parte della sua vita. Il grande re, il sovrano che aveva per anni guidato la squadra dell’Aoba Johsai sempre alla vittoria, adesso aveva lasciato andare la corona arrendendosi. Non si era mai sentito tanto vuoto come accadeva oramai da sei mesi a quella parte. Inizialmente l’allenatore della squadra aveva pensato si trattasse di un trauma passeggero, che l’accaduto in breve tempo sarebbe svanito dalla mente del grande alzatore e che questi sarebbe ritornato a giocare in massimo due settimane. Ma le sue previsioni erano sbagliate, totalmente sbagliate. Oikawa Tooru non si era più fatto vedere, era rimasto così segnato da arrivare letteralmente ad avere attacchi di panico ogni volta che qualcuno gli aveva lanciato la palla da gioco o lo aveva portato di forza nella palestra dove si tenevano gli allenamenti. Solo pensare alla pallavolo lo scombussolava, gli lacerava la mente ed il corpo senza che lui potesse farci nulla. Era stato un duro colpo, impossibile affermare il contrario. Oikawa era fatto per stare in campo, per giocare, per condurre, ma si era ridotto ad essere l’ombra di se stesso oramai. Ingoiò pacatamente l’ultimo boccone della propria colazione e si alzò afferrando la borsa contenete i libri per dirigersi verso l’università. All’epoca, ovvero solo due anni prima, lui ed Iwaizumi avevano affittato un piccolo appartamento non troppo lontano dalla sede universitaria per questo arrivarci a piedi non era nè faticoso né fonte di possibili ritardi.
Chissà cosa stai facendo adesso, Iwa-chan.
Se ne era andato via dopo appena sei mesi di convivenza, il suo amico di infanzia. All’inizio sembrava essere tutto a posto, le giornate trascorrevano tranquille e la vita studentesca non era pesante. Poi lentamente qualcosa era cambiato fin quando Iwaizumi non aveva preso la drastica decisione di andare via, senza fornire a quello che era stato l’amico di una vita alcuna spiegazione. Ora eccoli lì separati da un oceano e da tante verità non dette. All’inizio si era chiesto davvero tante volte come riportare indietro il ragazzo, si era anche domandato il motivo per cui si sentisse tanto solo e perso senza lui, ma quando lo stesso Iwaizumi aveva tagliato ogni ponte con lui si era rassegnato alla propria solitudine. Infondo un grande re era destinato a contare solo su se stesso, Oikawa lo sapeva bene.
 
«Oh?» gli occhi nocciola dell’alzatore si sgranarono appena.
«…Tooru» quella voce fredda, un po’ scostante ma che in realtà lasciava trasparire profonda preoccupazione l’avrebbe riconosciuta fra mille.
«…Hajime» non credeva a ciò che aveva dinnanzi a se.
«Io…» nel suo sguardo c’era incredulità: quello era davvero il suo grande re? No, quello non era il suo Oikawa Tooru. Non lo riconosceva affatto. «…sono tornato per prendermi cura di te. Torna a giocare a pallavolo con me».
Non comprendeva bene cosa stesse accadendo in quel momento. Iwaizumi se ne era andato via più di un anno prima ed adesso era tornato da lui per chiedergli di tornare a giocare a pallavolo? Che scherzo mai era quello? Oikawa lo guardò sorridente, degno della persona intelligente che era sempre stato e continuava ad essere.
«Iwa-chan, avresti dovuto avvertirmi che stavi tornando. Per tua fortuna in tutto questo tempo ho sempre tenuto in ordine l’appartamento quindi puoi andare tranquillamente a lasciarci le tue cose. Ci vediamo dopo, ho una lezione fra poco».
A quel punto ad Iwaizumi fu ben chiaro l’astio con cui l’altro gli stava parlando e per la prima volta in vita sua non poté che pensare di meritarsi totalmente quel trattamento. Era sparito per più di un anno ed ora se ne usciva in quel modo, presentandosi davanti a lui come un casuale passante, come se non avesse appena attraversato metà globo solo per trovarsi lì in quel momento. Quando vide il castano superarlo gli venne istintivo allungare una mano per fermarlo ma comprese che l’altro non gli avrebbe sicuramente dato ascolto.
«Dobbiamo parlare, Oikawa. Lo sai. E sai anche che la tua lezione inizia fra due ore».
«Sei davvero ben informato. Chi è stato a chiamarti qui? L’allenatore? Ushijima?» sorrise, sarcastico «certo: è stata mia madre. Giusto?» ecco, ora gli atteggiamenti strani della donna gli tornavano tutti e comprendeva la sua sparizione di una settimana: era andata da lui a pregarlo di ritornare per aiutare il suo sventurato figlio? Divertente. Lui non aveva bisogno dell’aiuto di nessuno però.
«Non fare il bambino e torna all’appartamento con me, non sono cose di cui discutere per strada».
So che sei fragile, che sei in frantumi, ti prego non nasconderti così Tooru.
Non ho bisogno di qualcuno che mi ha già abbandonato una volta Hajime.
«Non abbiamo nulla di cui parlare o discutere, Iwa-chan».
«Sto cominciando a perdere la pazienza, smettila…»
Era abituato all’acidità e alla superbia con cui a volte il proprio amico di infanzia trattava coloro che lo infastidivano, specialmente adulatori non richiesti, ma mai si sarebbe aspettato che un giorno anch’egli avrebbe subito un simile trattamento.
«Iwa-chan da quando ti scaldi così velocemente-»
Oikawa non concluse quella frase ma la cosa non lo infastidì. Il profumo di Iwaizumi gli riempì velocemente le narici mentre le sue spesse braccia lo stringevano a se in quell’abbraccio che valeva più di ogni parola che si sarebbero potuti scambiare.
«Mi sei mancato, Tooru. Non sarei dovuto partire. Lasciarti qui da solo è stato l’errore più grande che io abbia mai commesso nella mia vita».
Tempo prima, quand’era scappato, l’aveva fatto per non soffrire, per cercare di ignorare l’amore non corrisposto che era nato dentro di lui nei confronti di quel fragile sovrano che conosceva fin da bambino. In quel momento però si era reso conto che nulla era cambiato ed il desiderio di proteggere e tenere al sicuro Oikawa era tornato più forte che mai. Gli carezzò piano i capelli. Lo sapeva bene, Iwaizumi, che ancora una volta era l’unico a cui Oikawa stava mostrando le sue lacrime e tutte le sue crepe; e lui le avrebbe riparate.
 
Quando la madre di Oikawa si era presentata alla sua porta Iwaizumi non era stato capace di comprendere il motivo per cui quella richiesta d’aiuto lo avesse reso felice ed era stato proprio quello a farlo sentire orrendo. Il suo amico d’infanzia, il ragazzo di cui si era innamorato stava andando in frantumi e lui si sentiva felice del fatto che necessitasse del suo aiuto? Quale persona genuina e sana di mente avrebbe pensato qualcosa del genere? Eppure Iwaizumi l’aveva fatto. Il suo cuore, dopo un anno e mezzo, aveva ripreso a battere. Oikawa aveva bisogno di lui, della sua presenza. Non si era dimenticato del compagno che lo aveva abbandonato e non lo aveva nemmeno odiato per il medesimo motivo. A far decadere tutto l’egoismo e la codardia che lo avevano portato a fuggire e a nascondersi, però, era stata una consapevolezza straziante: Oikawa viveva per la pallavolo, senza di essa la sua esistenza non sarebbe mai stata completa. Quindi Iwaizumi lo sapeva, sapeva in quale dolore ed in quale disperazione l’alzatore fosse caduto; un baratro dal quale lui lo avrebbe tirato fuori ad ogni costo. Ed era stato per un simile motivo che aveva preparato le valigie ed era tornato da lui, senza guardarsi indietro o pentirsi di nulla. Stavolta avrebbe affrontato i propri sentimenti ed avrebbe aiutato il suo sovrano.
   
 
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