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Autore: Giuls_BluRose    07/08/2021    1 recensioni
Scritta per il Kiribaku Month, tema: Angst.
POV di Bakugou, accenni al Disturbo Post Traumatico da Stress.
Dal testo:
Affondi la testa nel cuscino e urli, la tua voce soffocata dalla stoffa umida. Fa male sapere che sei la causa della fine della carriera di un futuro eroe? Di una carriera neanche ufficialmente iniziata, tra l’altro.
E adesso lui ha preso la decisione che tutti si aspettavano, se ne è andato. Tu hai provato a convincerlo in tutti i modi, ma lui non ti ha dato ascolto: ha lasciato la U.A., ha preso le sue cose e se ne è tornato a casa da sua madre. La cosa peggiore, però, è stata vedere la paura, se non il terrore, nei suoi occhi mentre ti aveva davanti: sai che ci ha provato in tutti i modi, per due mesi ha tentato di recuperare la sua lucidità, ma non ci è riuscito e tu non puoi neanche biasimarlo. Adesso Kirishima ha sviluppato una paura irrazionale per i rumori forti, trema quando sente sbattere una porta e tu sei consapevole che non potrà più tollerare le tue esplosioni.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei sdraiato nel buio della tua stanza, rifiutandoti anche solo di alzare le tapparelle: la luce del sole è troppo forte per te da sopportare, anche il minimo raggio ti procura un fastidioso mal di testa. Hai perso il conto del tempo che hai trascorso chiuso in quel luogo, alzandoti solo per andare in bagno; resti immobile sotto le coperte, un caldo vagamente ristoratore che ti tiene lontano dal freddo invernale che sta iniziando a diventare sempre più pungente.
Il cellulare è nascosto nel comodino, ormai si starà scaricando: hai inserito il silenzioso e te ne sei quasi completamente dimenticato: ci sarebbe un unico contatto per il quale faresti un’eccezione, ma hai la certezza che non chiamerà e non messaggerà. Ti maledici per averci ripensato, ma non riesci a mantenere la promessa che ti eri fatto: non pensarci, almeno per una giornata, almeno per qualche ora.
E’ tutto inutile, quella chioma rossa è indelebile nella tua mente e sai che non se ne sarebbe andata in nessun modo. Un flusso di insulti verso la tua persona si fa strada nella tua testa: tante, troppe persone ti hanno detto che ciò che è successo non è colpa tua, ma tu non la vedi affatto in quel modo. Se solo fossi stato più attento, se solo avessi prestato più attenzione ai dettagli. Forse quello non sarebbe mai successo e, forse, lui sarebbe ancora lì con te.
Invece, come tuo solito, hai agito d’istinto e hai rovinato tutto, questa volta definitivamente.
Senti le lacrime iniziare a scendere sul tuo volto, calde e amare; senti la gola che inizia a bruciare e la testa che pulsa: probabilmente anche questa volta ti addormenterai a causa della tristezza. Ogni volta è la stessa storia: pensi di non avere più lacrime, pensi di averle finite, ed invece eccole qua, che si ripresentano sempre più copiose e pungenti.
Ecco in che condizioni verte l’aspirante eroe numero uno, il determinato Bakugou Katsuki: solo, fragile, disperato.
Ti sembri un bambino mentre ti stringi al cuscino, illudendoti che possa in qualche modo ricordarti il calore delle sue braccia, del suo corpo.
Eijirou: il ragazzo del quale sei innamorato da così tanto tempo, ma di cui ti sei reso conto solo l’estate scorsa: sei sempre stato troppo orgoglioso per poter vedere veramente i tuoi sentimenti, avevi un velo spesso che ti oscurava gli occhi e tu neanche te ne rendevi conto.
E quando finalmente ti sei accorto che forse quello che provavi per lui non era una semplice amicizia? E’ dovuto essere lui a baciarti, quella sera prima dell’inizio del nuovo trimestre altrimenti non te ne saresti mai accorto davvero; era stato un bacio rubato, di quelli che durano pochi secondi e dei quali l’altro si scusa immediatamente, ma era stato quello a farti capire così tante cose.
Kirishima, lo ricordi ancora, si era reso conto solo a posteriori di ciò che aveva fatto e potevi notare il rossore che aveva invaso tutto il suo volto, borbottava scuse continue e ad un certo punto se ne stava per andare. Fu in quel momento che il tuo corpo smise di rispondere alla tua volontà: ti eri mosso da solo, senza neanche riflettere sulle conseguenze, lo avevi preso per un braccio e lo avevi baciato, tu per primo questa volta.
Quel ricordo adesso è come una lancia che ti trafigge il petto impedendoti di respirare; perché devi sempre rovinare quello che di più bello hai nella vita?
Kirishima adesso se ne è andato e, sai per certo, che non tornerà questa volta, mai più.
Nella tua testa si susseguono le immagini di quel giorno maledetto, di soli due mesi prima: eravate in pattuglia insieme, come capitava spesso ormai durante i tirocini, quando avete sentito la folla gridare dalla strada principale. Ricordi il modo in cui il corpo del tuo ragazzo aveva reagito come un fulmine: si era lanciato nella mischia senza pensarci due volte, lasciandoti solo a dover rincorrere quei capelli rossi che si facevano sempre più lontani. Tu lo avevi seguito, arrivando velocemente nella via da cui provenivano le urla; lo avevi visto subito: Eijirou stava già combattendo contro un uomo vestito completamente di viola, che si muoveva veloce e alzava intorno a sé alte torrette di quello che sembrava un residuo di un’ombra. Ne avevi sentito parlare dai Pro Heroes: un villain in grado di manipolare le ombre, di portare oscurità anche nelle giornate più soleggiate. Ricordi anche di come il tuo cuore avesse perso un battito quando avevi visto la scena che ti si era presentata davanti: Eijirou che, senza esitazioni, era corso ad affrontarlo ed il villain che stava innalzando una cortina di oscurità intorno a loro, come se volesse impedire a chiunque altro di partecipare allo scontro.
E tu, in quel momento, forse preso dal panico, ti eri completamente dimenticato la regola base: pensare prima di agire.
Ti eri lanciato verso tutto quel buio, caricando nelle tue mani due esplosioni di grande portata: non stavi neanche pensando, eri corso verso di loro e avevi iniziato a lanciare colpi alla cieca, cercando di dissolvere il muro nero che ti si parava davanti.
Ricordi il sudore che ti colava sul volto, il senso di paura nel non vedere nulla se non fumo causato dalla furia dei tuoi colpi: il tuo respiro era affannoso, avevi visto i Pro Heroes arrivare dietro di te e correre nella direzione del villain, mentre piano piano il fumo e l’oscurità iniziavano a dissolversi. Per un attimo i tuoi occhi si erano mossi velocemente da una parte all’altra della scena per scorgere il tuo ragazzo, quando poi lo avevi visto: il tuo corpo si era paralizzato e il cuore per poco non ti era scoppiato nel petto. Il mondo intorno a te si era ghiacciato, i suoni si erano ovattati e la vista per poco non ti si era annebbiata: un corpo giaceva steso a terra, un corpo sanguinante, privo di sensi.
Best Jeanist, il tuo mentore, si era lanciato contro il villain, mentre un altro eroe, di cui ti sfuggiva il nome, era corso a soccorrere il ferito.
Avevi colpito Eijirou, senza volerlo le tue esplosioni avevano oltrepassato la barriera e lo avevano preso alla sprovvista. Il rosso era circondato da eroi e civili, mentre il lontananza sentivi il rumore dell’ambulanza: era stato prontamente caricato e portato in ospedale, mentre tu eri rimasto lì in ginocchio in terra, incapace di muoverti.
Ti stringi maggiormente nelle coperte, con il rimorso che non ti vuole abbandonare: sarebbe bastato aspettare un attimo, sarebbe bastato avere il sangue più freddo per qualche secondo. Adesso lui se ne è andato ed è tutta colpa tua, lo sai questo vero?
Non ti puoi dimenticare delle condizioni in cui lo hai visto quando hai raggiunto l’ospedale, non potrai mai dimenticare il rumore delle macchine per la respirazione che lo stavano tenendo in vita: le sue ferite erano gravi, le esplosioni lo avevano colto alla sprovvista e lo avevano colpito in pieno nel petto e sul volto.
Ti eri seduto accanto a lui, per giorni non avevi lasciato quella stanza di ospedale, neanche sotto la minaccia dei tuoi amici. Il tuo ragazzo era ridotto in quello stato per colpa tua e tu non ti saresti mai perdonato se gli fosse successo qualcosa.
Ancora, nel buio della tua camera, avevi impresso a fuoco l’immagine del volto del rosso, di quella grande cicatrice che si era creata sulla metà sinistra del suo volto: era un segno allungato, che partiva dalla fronte ed arrivava poco sopra le sue labbra. Ti era stato spiegato che l’impatto improvviso aveva preso anche il suo occhio e, probabilmente, avrebbe perso la vista da quel lato o, comunque, avrebbe riportato gravi danni. Mentre il medico spiegava la situazione tu ti eri fatto piccolo, minuscolo, e il tuo cuore si era definitivamente spezzato.
Il tuo ragazzo avrebbe avuto gravi danni e tutto perché tu eri stato un idiota e non avevi saputo valutare la situazione.
Affondi la testa nel cuscino e urli, la tua voce soffocata dalla stoffa umida. Fa male sapere che sei la causa della fine della carriera di un futuro eroe? Di una carriera neanche ufficialmente iniziata, tra l’altro.
E adesso lui ha preso la decisione che tutti si aspettavano, se ne è andato. Tu hai provato a convincerlo in tutti i modi, ma lui non ti ha dato ascolto: ha lasciato la U.A., ha preso le sue cose e se ne è tornato a casa da sua madre. La cosa peggiore, però, è stata vedere la paura, se non il terrore, nei suoi occhi mentre ti aveva davanti: sai che ci ha provato in tutti i modi, per due mesi ha tentato di recuperare la sua lucidità, ma non ci è riuscito e tu non puoi neanche biasimarlo. Adesso Kirishima ha sviluppato una paura irrazionale per i rumori forti, trema quando sente sbattere una porta e tu sei consapevole che non potrà più tollerare le tue esplosioni. Il suo occhio, fortunatamente, non è messo così male, ma la sua vista si è notevolmente ridotta, lasciandogli solo l’uso corretto dell’occhio destro.
Ricordi quello che ti ha detto quando si è svegliato: non è arrabbiato con te, sa che non lo hai fatto di proposito e che è stato tutto un grande errore. In questi due mesi non ti ha mai rinfacciato nulla, ma lo hai visto allontanarsi sempre di più, diventare sempre più solitario e taciturno.
Non ti sei stupito più di tanto quando, qualche giorno fa, è arrivata la notizia che avrebbe abbandonato la scuola, che se ne sarebbe tornato a casa sua. La sera prima che se ne andasse aveva passato ore nella tua camera, ti aveva tenuto stretto tra le braccia, baciando i tuoi capelli biondi. Ricordi la sensazione delle sue labbra leggermente disidratate che si posavano sulle tue, mentre tu continuavi a passare delicatamente le dita sulla sua nuova cicatrice.
Ti passi una mano sopra gli occhi, asciugandoti le lacrime: il vostro ultimo abbraccio, il vostro ultimo bacio, la vostra ultima serata insieme. Dalle sue labbra non era mai uscita quella frase, ma tu sai come stanno le cose: non state più insieme, Eijirou ti ha lasciato nel modo più dolce, ma allo stesso tempo amaro, al quale potesse pensare. Da quel giorno non ti ha più scritto, non ti ha più chiamato, non ti ha più cercato.
E tu ti ritrovi da solo con i tuoi pensieri, con i sensi di colpa, con il dolore di una perdita.
Sai che questa è la cosa migliore per lui, sai che cosa sta passando e che continuare a frequentarti peggiorerebbe solo le sue condizioni. Il tuo cuore però si sta dilaniando dal  dolore, lo senti che batte forte e non sembra degnarsi di rallentare.
Sei consapevole che non ti alzerai da quel letto ancora per giorni, così come sai che il dolore che stai provando non si dissolverà facilmente.
Tu sai di amare Eijirou e per lui vuoi solo il bene: se questo deve significare allontanarsi da lui e lasciare che si crei una nuova vita allora sai cosa devi fare, anche se sarà una delle decisioni più difficili e dolorose che dovrai mai prendere per il resto dei tuoi giorni.
Sarà difficile, avrai più e più volte la tentazione di prendere quel maledetto telefono e comporre il suo numero e ci saranno delle volte in cui saranno i tuoi amici a doverti strappare il cellulare di mano, un attimo prima che tu possa far davvero partire la chiamata. Saranno sempre loro a tenerti d’occhio, ad evitare che tu possa seguirlo per strada, nascosto e ben lontano, solo per poterlo vedere e per poter sapere cosa sta facendo della sua vita. Saranno periodi difficili dove, lentamente, le tue ferite interne diventeranno più piccole, anche se non guariranno mai completamente del tutto.
Tu crescerai, diventerai la versione migliore di te stesso, dell’eroe che hai sempre sognato di diventare. Ti diplomerai, inizierai come assistente del tuo mentore, ma pochi anni dopo sarai in grado di aprire la tua agenzia.
Sei diventato forte, vero Katsuki? Eppure lo senti, non è vero? Senti che c’è qualcosa che ti manca per essere completo, senti che il tuo cuore necessita di qualcuno per essere del tutto felice. Quel qualcuno che, però, se ne è andato ormai da tempo e sai che non tornerà.


Sono passati ormai dieci anni da quando hai iniziato a lavorare come eroe professionista, sei un uomo affermato e la società ti riconosce come valoroso e determinato. Senti di non essere triste, sai che la tua vita può ritenersi felice ed appagante.
In questo momento sei al parco vicino casa tua e tieni per mano quella che è la gioia più grande della tua esistenza: tua figlia.
Non ti sei sposato, non hai trovato nessuno che potesse davvero capirti e completarti, ma qualche anno fa hai sentito la necessità di allargare la tua famiglia, di avere qualcuno da amare e crescere. Hai deciso di adottare una bellissima bambina, la luce dei tuoi occhi, la tua piccola Akane: quel nome era perfetto per lei, già lo sapevi dalla prima volta che avevi visto la sua fotografia. È una bimba di circa sette anni, con i capelli rosso vivo che formano dei bellissimi ricci, così come i suoi occhi, rossi esattamente come i tuoi. Akane: rosso brillante, non avresti potuto trovare nome più calzante di quello. È una bimba timida, ma il suo sorriso sincero potrebbe illuminare una intera stanza completamente buia. Le lasci la mano e lei, piano piano, si allontana da te, senza mai però perderti di vista: la vedi andare nell’area giochi e salire su uno degli scivoli: sorridi a quella scena, sta imparando a lasciarsi andare e con il tempo si sta facendo dei nuovi amici. Sei seduto su una panchina e guardi la tua piccola che si è avvicinata ad un’altra bambina ed ha iniziato a giocare con lei: sorridi, sei orgoglioso del modo in cui sta crescendo e della bella persona che è destinata a diventare. Sei rimasto sorpreso quando, insieme, avete scoperto la verità: lei non ha un quirk e mai lo avrà. Ormai è una rarità non possedere una unicità, ma tu hai imparato dai tuoi errori e non permetterai mai che lei si senta inferiore per questo motivo. Pensi che sia un po’ ironico: uno degli eroi più famosi che ha una figlia senza quirk, ma a te non importa, sai che le cose veramente importanti sono altre e stai cercando di insegnargliele come meglio puoi. Spesso sei stato criticato per la tua scelta, ma tu non hai mai spiegato che, anche se ti fossi sposato, non sarebbe mai stato con una donna. Sai da anni di essere gay, ma non lo hai mai detto esplicitamente a nessuno, consapevole che tanto non sarebbe cambiato nulla: non ti saresti sposato in qualunque caso, quindi perché attirare ancora più critiche nei tuoi confronti?
Sono passati anni dall’ultima volta che sei stato innamorato, poi lui se ne è andato e tu non hai mai più provato quelle sensazioni per nessuno, ma adesso puoi concentrarti nel concedere tutto il tuo amore a quell’essere bellissimo che hai come figlia.
Sei ancora assorto nei tuoi pensieri e non ti accorgi di Akane che sta tornando allegra nella tua direzione, la piccola ti mette una mano sulla gamba e finalmente ti risvegli dalla tua distrazione. Le scompigli delicatamente i capelli e ti accorgi che sta tenendo per mano un’altra bambina: avrà circa la sua stessa età, pelle ambrata e due occhi verdi brillanti. Ti diverte vedere come i suoi capelli castani siano fermi in un paio di codini sprecisi, proprio come quelli che per anni avevi provato tu a ricreare su tua figlia, senza successo.
“Ciao.”
Sorridi ad entrambe, salutando la nuova arrivata.
“Papà, lei è Chou, la mia nuova amica.”
Le vedi ridere insieme e noti che tua figlia si sta trattenendo dal parlare, quindi la incoraggi.
“Cosa nascondi, tesoro?”
Gli occhietti rossi di Akane si illuminano, così come quelli dell’altra.
“Chou si è messa a ridere perché ha detto che il mio nome mi descrive bene, così lei mi ha spiegato il significato del suo.”
Tu rifletti su quelle parole, Chou: farfalla, un nome molto carino da dare ad una bambina.
“Lo volete dire pure a me, allora?”
Chou annuisce, con un sorriso timido.
“Mio papà ha deciso di chiamarmi così perché mi ha detto che il suo primo amore aveva un dettaglio che ricordava una farfalla. Era innamorato di un eroe, mio papà per un po’ ha frequentato l’accademia per eroi!”
Gli occhi della piccola brillavano di entusiasmo ed orgoglio, come se stesse parlando della persona più bella del mondo.
“Anche Chou è adottata ed ha solo il papà, proprio come noi!”
Le due bambine farfugliano qualcosa riguardo al fatto di andare anche dal padre di Chou e chiedere di poter giocare ancora anche fuori dal parco, tu non ci vedi nulla di male ed acconsenti nel poterle far stare ancora insieme. Segui con lo sguardo dove si stanno dirigendo e vedi, di spalle, un uomo alto con lunghi capelli neri. Rifletti sulle parole di Chou e sul significato del suo nome, ma non fai in tempo a vedere il volto di quell’uomo che il tuo cuore sembra bloccarsi, o ripartire, non sapresti dirlo.
Un uomo della tua età, uno sguardo dolce e sempre sorridente, ma ciò che ti toglie il fiato è vedere quella cicatrice che prende gran parte del lato sinistro del volto. Lo riconosceresti tra mille, quello è proprio lui. Senti il petto che sta per esplodere, le mani ti iniziano a sudare ancora più del solito; vedi Eijirou ridere mentre parla con tua figlia e la sua nuova amica, poi si volta ed i vostri occhi si incontrano nuovamente: rosso nel rosso, dopo anni che sembrano essere stati infiniti.
Il suo volto sembra essere lo stesso di quando era ragazzo, l’unica differenza visibile sono i suoi capelli, nuovamente del suo colore naturale e legati in una coda spettinata. Sei sicuro di leggere le tue stesse emozioni nei suoi occhi, si alza per venirti incontro insieme alle bambine e ti sorride. È un sorriso timido, strano, ma ti sta sorridendo, non te lo stai immaginando.
Forse il destino vuole essere magnanimo e darvi una seconda possibilità, forse avrai l’occasione di poter parlare con lui e averlo di nuovo vicino. Lo vedi arrivare verso di te, ti sembra un sogno ma stai davvero sentendo la sua voce nuovamente dopo tutto quel tempo.
“Ciao, Katsuki.”
E’ quasi un sussurro, per qualche secondo tutto scompare dal tuo campo visivo e siete solo voi due, ancora come al liceo. Puoi percepire i bisbiglii confusi delle due bambine, ma non puoi staccare gli occhi da quelli di lui.
Forse potrete sistemare le cose, forse avrete una seconda possibilità.
Lui ti sorride, un sorriso sincero, di quelli che tu hai sempre amato. E ne sei sicuro, in tutti quegli anni il tuo amore nei suoi confronti non è diminuito neanche di una virgola, lo ami come se fossi ancora un giovane ingenuo, lo ami come se nulla fosse mai successo.
Rispondi al suo saluto ed il mondo sembra finalmente girare per il verso giusto, tu senti che qualcosa dentro di te si è finalmente ricongiunto.



Note dell'autrice:
Buonasera! Ho deciso di partecipare, su twitter al kiribaku month. Posto quasi sempre fanart sul mio profilo, ma per il tema Angst ho deciso di aggiungere pure questa piccola OS. (Profilo Twitter: @Giuls_blurose)
No, non mi sono dimenticata di aggionrare Eroi incompresi (momento spam, se volete andate a leggerla, è una long kiribaku), il nuovo capitolo uscirà probabilmente domani!
Spero che questa piccola cosuccia vi piaccia, non sono molto pratica con il pov di Bakugou, ma mi sono voluta mettere lo stesso in gioco.
Se volete fatemi sapere cosa ne pensate, ne sarei felice.
Un bacio, alla prossima!

Giuls_blurose
   
 
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