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Autore: Flofly    08/08/2021    1 recensioni
Serie di One- shot sul rapporto tra Lucius e Draco nel corso degli anni. Si inserisce come flashback per la fanfiction " Il calice della Vita" ma le prime cinque storie contengono riferimenti minori e si possono leggere anche senza aver letto la storia precedente.
Genere: Fluff, Generale, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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Essere Padri, Essere Figli

 

1.L’attesa

 

Oh, my love

We've had our share of tears

Oh, my friends

We've had our hopes and fears

Oh, my friends

It's been a long hard year

But now it's Christmas

Yes, it's Christmas

Thank God it's Christmas

  • Queen - Thank God It's Christmas -

 

Natale era sempre stato il suo periodo preferito dell’anno. Da bambina con le sue sorelle si divertiva un mondo ad addobbare un gigantesco albero al centro dell’enorme salone dei ricevimenti di Villa Black. Crescendo, sia Andromeda che Bellatrix avevano perso interesse nelle decorazioni natalizie, mentre lei aspettava ancora con gioia il momento di poter far risplendere tutte le luci e ammirare il suo capolavoro.

D’altronde non era un caso che Lucius si fosse dichiarato proprio durante le festività natalizie del suo terzo anno. Certo, il fatto che in realtà fosse il party organizzato per il compleanno suo e dei gemelli , che cadevano ravvicinati, era solo un dettaglio. Narcissa era fermamente convinta che fosse stato lo spirito del Natale a spingerli uno nelle braccia dell’altra.

Per questo aveva voluto sposarsi a dicembre, nonostante il clima rigido. Il loro era stato il matrimonio dell’anno, se non del decennio. L’erede dei Malfoy e la più bella delle belle Black che si promettevano amore eterno nei giardini della Villa, avvolti dalla neve soffice di dicembre e contornati da mille luci dei colori del ghiaccio. Anche l’albero era al suo posto, sfavillante di cristalli che riflettevano la luce delle centinaia di candele sospese magicamente dal soffitto.

La gente sembrava quasi aver dimenticato che Andromeda fosse scappata qualche anno prima per stare con quello stupido sanguemarcio di Ted Tonks,maledetto lui e tutti i suoi dannati ascendenti. Lucius le aveva detto che poco dopo la fuga si erano sposati e  l’anno dopo avevano avuto una bambina. Una mutafurma, se già il resto non fosse abbastanza. Aveva saputo che l’aveva chiamata Nymphadora. Un nome bellissimo, lo sentiva rotolare dolcemente sulla lingua. Era sicura che fosse stata Andromeda a sceglierlo. Di certo quel maledetto natobabbano avrebbe scelto un nome banale e comune come lui.

Il pensiero della sorella come al solito le provocò una fitta di dolore.

Andromeda, la sua sorella preferita, quella che le accarezzava dolcemente i capelli per farla addormentare, che le portava i dolci di nascosto quando la madre glieli vietava perché diceva che aveva solo la bellezza dalla sua e non poteva rovinarsi diventando una vacca grassa, la stessa sorella che le diceva che era intelligente e brillante e che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa nella vita. Proprio lei, semplicemente un giorno se ne era andata, riducendosi a vivere in una villetta bianca con la sua nuova, stramaledetta e mezzosangue famiglia. E di sicuro non pensava più a loro, non pensava più a lei.

Erano passati  tre anni dal suo bellissimo matrimonio d’inverno. Tre anni meravigliosi in cui Lucius l'aveva riempita di attenzione e amore, nonostante la paura che le bloccava le membra ogni volta che lo sapeva con l’Oscuro Signore. Ma sapeva che lo stava facendo per lei, per la loro famiglia. Erano tempi bui, in cui il sangue faceva ogni differenza. Erano loro contro i babbani.

A Narcissa,però, questo interessava relativamente. L’unica cosa che voleva è che suo marito tornasse da lei e la baciasse e continuasse a guardarla con gli occhi pieni di amore come in quella sera lontana di dicembre. Quello che faceva quando era con l’Oscuro Signore non le importava, purché lui le fosse fedele. E sapeva bene che, nonostante la stima e la devozione che l’uomo provava nei confronti di Lord Voldemort, lei sarebbe stata sempre al primo posto.

Solo una cosa rovinava la sua vita perfetta: mancava la risata di un bambino nella sua splendida casa. Nessuna delle gravidanze che aveva avuto era andata oltre l’ottava settimana. Avevano tentato di concepire sin dai primi mesi di matrimonio, e all’inizio sembrava andare tutto per il meglio, ma poi aveva perso il bambino. O la bambina, era troppo presto per saperlo. E l’incubo si era ripetuto ancora, e ancora.

Aveva passato settimane a letto, incapace anche solo di alzarsi per il dolore che la divorava dentro. Non si capacitava del perché proprio per lei fosse una tale tortura.

Per tutti gli altri sembrava così facile. Molly Weasley era già alla quinta gravidanza, i Parkinson avevano annunciato di aspettare la prima figlia già tre mesi prima, mentre la moglie di Nott avrebbe partorito a breve. Persino quella Lily Evans, che aveva sposato il miglior amico di quel reietto di suoi cugino Sirius ed era poco più di una bambina,girava voce fosse incinta. Con tutta la noncuranza della sua età lo aveva annunciato dopo neanche un mese. 

Invidiava moltissimo Bellatrix che aveva chiaramente detto di non voler assolutamente avere figli. Il suo unico scopo era servire l’Oscuro Signore e non avrebbe certo perso tempo a portare in giro dentro di sé un essere inutile alla causa.

Quello che voleva lei, invece, era solo un bel bambino biondo da coccolare e viziare, da stringere la notte quando si sentiva sola e cullare cantandogli tutte le ninnananne che conosceva. E se non fossero bastate ne avrebbe imparate di nuove. 

Dopo un anno e mezzo di visite a medimaghi, esperti e chiunque potesse avere un minimo di competenza, all’inizio della primavera Lucius le aveva preso le  mani tra le sue e l’aveva pregata di smettere di pensarci. Sarebbero stati solo loro due e sarebbe andato bene così.

Narcissa sapeva che mentiva. Era l’ultimo dei Malfoy e generare un erede era ciò che si aspettavano tutti da loro. il più puro di tutti, con sangue di due delle più antiche famiglie delle Sacre 28. Fortunatamente suo suocero non viveva al maniero, ma ne sentiva il biasimo anche da lontano.

A volte pensava che fosse una maledizione. Si erano sposati per amore e non per un matrimonio combinato come gli altri e forse questa era la loro punizione.

Un giramento di testa più forte degli altri la costrinse a sedersi, una pallina con i decori blu ancora in mano. Erano gli addobbi più rari quelli blu, lo sapevano tutti, e questo in particolare era uno dei suoi preferiti.

Usò la magia per sistemarla, ma poi fu costretta a fermarsi. Si sentiva esausta. Erano settimane che si sentiva così. Era certa di essersi presa una qualche brutta forma di influenza.

Peccato che da lì a breve avrebbe dovuto ospitare il gran ballo di Natale che organizzava ogni anno a partire dal matrimonio, quando erano diventati i padroni di Malfoy Manor.

Lord Voldemort infatti aveva convinto Abraxas a lasciare il titolo e il possesso del maniero a Lucius dopo le loro nozze, senza aspettare la nascita del primo figlio maschio come sarebbe stata tradizione e l’uomo non aveva certo potuto opporsi.

Senza suo padre ,Lucius sembrava respirare sul serio per la prima volta da quando lo conosceva. Il Signore Oscuro era stato furbo, si era garantito un alleato per la vita.

Per questo il ballo era così importante. Dicembre era un mese difficile per suo marito da quando entrambi i fratelli se ne erano andati, erano sempre stati abituati a festeggiare insieme. Uno dei pochi momenti felici della sua giovinezza fuori da Hogwarts.

Per questo non poteva assolutamente permettersi di stare male e di essere in ritardo con i preparativi.

Si costrinse a rimettersi in piedi, ma dopo pochi passi la vista le si annebbiò e cadde in terra.

In lontananza sentiva la voce petulante dell’elfo domestico che la chiamava disperata.



 

Quando riaprì gli occhi la sua medimaga la guardava dal bordo del letto.

“Signora Malfoy, sono grata di constatare che il suo elfo domestico stava avendo solo una crisi isterica quando è apparso nel mio studio gridando che la sua padrona era morta stecchita sotto l’albero di Natale”.

Narcissa sorrise, imbarazzata. Dannato elfo, ci si metteva anche lui, come se non avesse già abbastanza cose a cui pensare.

“Come si sente ora?"- continuò la dottoressa tirando fuori un blocchetto e una piuma d’oca stregata, mentre le tastava il polso.

La strega bionda cercò di alzarsi, ma la medimaga la bloccò con un gesto risoluto, facendola sbuffare:

“Oh, insomma, la pianti. Ho solo avuto un capogiro per aver saltato la colazione, ho avuto troppo da fare”. Odiava essere trattata come una ragazzina.

La penna continuava  a scrivere mentre l’altra le rispondeva calma: “ Ecco, questo non potrà più farlo. Deve stare molto attenta a quello che mangia. Niente pasti saltati, niente caffè o alcol. Di alcun tipo. Cibo sano, tè leggero e prenda tutte le pozioni che le ho segnato”- le disse porgendole la ricetta dopo averla firmata- “ E congratulazioni, Signora Malfoy è incinta di più di tre mesi. Ha superato la fase critica, ora dovrebbe essere tutto in discesa. Ma deve assolutamente seguire alla lettera le mie indicazioni e restare a riposo assoluto fino al termine della gravidanza, se vuole conoscere il suo bambino”.

La donna rimase in silenzio, sbigottita, mentre la Medimaga spariva lanciando una manciata di polvere nel suo camino. Ricadde distesa sul letto, incapace di credere a quello che sarebbe successo. Si toccò piano il ventre, mentre una sensazione di euforia la pervadeva. Non sapeva perché ma questa volta era certo che tutto sarebbe andato per il meglio. Chissà però come l’avrebbe presa il suo amato e iperprotettivo marito.



 

Quando rincasò quella sera era notte inoltrata. Sarebbe voluto andare di corsa ad abbracciare la sua bellissima moglie ma si fermò prima in una delle stanze del primo piano per lavarsi via il sangue e l’odore di quei maledetti Sanguemarcio.  I suoi cognati erano ormai fuori controllo. Era difficile persino per lui vederli uccidere e torturare con tale foga, nonostante facessero parte dello stesso circolo dei più vicini all’Oscuro Signore.

Finalmente ripulito, dopo essersi fatto portare un cambio dall’elfo domestico, andò alla ricerca di sua moglie.Nelle loro stanze non c’era, ed era molto tardi. Chissà dove si era cacciata. 

Alla fine la trovò in salone, distesa sul divano vicino al gigantesco albero di Natale che brillava di luci calde e candele stregate, nastri dorati ondeggianti e addobbi che riluceva nel buio.Era sveglia e gli sorrise con calore quando si avvicinò per baciarla con dolcezza.

“Bentornato amore, mi sei mancato tanto oggi”- gli disse posandogli baci leggeri sulle labbra e sugli zigomi affilati, mentre gli accarezzava i capelli sulla nuca con movimenti circolari.

“Tu mi sei mancata come l’aria”. sorrise, con le labbra ancora sulle sue. Si sedette dietro di lei sul divano e l'abbracciò stretta.

La donna si appoggiò con la schiena contro il suo petto, rilassandosi  nel suo abbraccio, mentre continuava ad accarezzargli piano il braccio che la teneva stretta.

“La mezzanotte è passata. Buon compleanno, amore mio”- gli disse girandosi leggermente per guardarlo negli occhi: “ Mi dispiace ma quest’anno non potremmo dare alcun ballo per Natale.”

Lucius le sorrise, stanco. Il suo compleanno. Come se fosse una gran ricorrenza. Da ragazzo suo padre gli permetteva di organizzare una festa che interrompeva i giorni bui costretti al passare al Maniero, ma era più per garantirsi il miglior party dell’alta società e mostrare il suo status sociale. E poi doveva ringraziare quella festa se una certa bionda strega purosangue aveva finalmente capito che era lui l’unico amore della sua vita.

Il ballo, e il Natale in genere, erano sempre stati una fissa di Narcissa, a lui non era mai importato granché, gli bastava saperla felice. Però era molto strano che decidesse di annullare tutto quando mancavano pochi giorni.

“Cos’hai? Stai male? Chiamo un dottore”- le chiese preoccupato tenendole il volto tra le mani e cercando di capire se riusciva a notare qualcosa con lo sguardo. Era molto pallida, ma non sembrava stare male. Anzi, pareva raggiante.

“Non posso stancarmi con gli ultimi preparativi e l’albero è l’unica cosa che potrò fare quest’anno. A meno che, ovviamente , tu non decida di smetterla di passare le tue sere con i tuoi amichetti per dedicarti ad organizzare una festa perfetta. E conoscendoti non accadrà di certo- celiò la bionda rimettendosi comoda tra le sue braccia:”  E in ogni caso non posso stare in piedi per ore”.

L’uomo gelò. Ma cosa diavolo stava succedendo? Narcissa rise di cuore guardando lo sguardo terrorizzato del marito, sollevandosi a sedere sul divano, le lunghe gambe accavallate e gli occhi che brillavano.

“Oh, smettila di essere così melodrammatico. Non ho niente di grave. Non sono malata, sono incinta. Per fine giugno avremo il nostro splendido bambino tra le braccia”- disse felice.

La mente di Lucius smise di funzionare razionalmente. Non era possibile, non potevano ripassare per tutto quel dolore ancora una volta. Non l’avrebbe sopportato.

“Amore mio,ma come è possibile?”- riuscì a mormorare.

Una risata cristallina : “Vuoi sul serio che ti spieghi come nascono i bambini?”.

Lucius scosse la testa, ancora sbigottito : “ Avevamo detto di non provarci più.Che avresti ricominciato a prendere la pozione anticoncezionale”.

“Questo è quello che hai detto tu. Io non ho  mai detto di essere d’accordo. Ti ho detto che non mi sarei più dannata e che avrei lasciato fare alla natura. E ora sono incinta di tre mesi e qualcosina.”. gli disse sorridendo.

Lucius senti il terrore risalire in petto, mentre lei sembrava assolutamente tranquilla. Narcissa gli si strinse addosso, aggrappandosi al suo braccio e prendendogli le mani tra le sue:“Andrà bene amore mio, ne sono assolutamente sicura. Certo sarà costretta a letto e diventerò una mongolfiera ma ti posso assicurare che quest’estate avremo il nostro piccolo Draco a tenerci svegli la notte”- gli disse soffice all’orecchio.

L’uomo si passò una mano sugli occhi, voleva crederci cosi disperatamente. Ma se qualcosa fosse andato male, lei, l’amore della sua vita, non si  sarebbe più ripresa. E questo non poteva permetterlo. D’altro canto, cosa fare ormai? Era stato un vero idiota. Non si sarebbe dovuto fidare.

“Hai già scelto il nome? Non ti pare un po’ prematuro?”- riuscì a chiedere.

Sua moglie lo baciò su una guancia “ L’ho scelto tanto tempo fa. Nella mia famiglia si usa dare nomi di costellazioni o stelle, a parte il mio ovviamente. Ne avevo parlato anche con Arael. Anche lei trovava fosse il nome perfetto”.

Il pensiero della sorella gli procurò una fitta al cuore, ma al contempo fu un balsamo per le sue paure. Forse sarebbe andata bene sul serio.

“Draco”- ripeté sottovoce. Gli piaceva. 

Draco Malfoy Black. Il suo meraviglioso bambino tanto atteso era già tra loro.

La mascella contratta si rilassò in un sorriso.

“Draco”- mormorò un’ultima volta assaporandone il suono. Si girò verso sua moglie e la attirò a sé, baciandola con foga.

Aveva sempre saputo che lei era il suo tutto. La sua metà perfetta. La sua dea. 

Narcissa in risposta ridacchiò contro le sue labbra, incapace di trattenere la felicità:

“Mi amerai anche quando diventerò grassa e non vorrai fare sesso con me?”- gli chiese accocolandosi contro il suo petto, di nuovo stesi sul divano.

Lucius sbuffò:” Non dire sciocchezze, luce dei miei occhi. Il giorno in cui non sarò più attratto da te vorrà dire che sarò morto”.

Narcissa gli sorrise e lo baciò di nuovo, apparentemente soddisfatta della risposta, prendendogli una mano e posandosela sulla pancia. Anche se non poteva sentirlo muovere ancora, sapeva che una vita stava sbocciando dentro di lei e la sola idea la riempiva di una gioia infinita.

Si, questa volta sarebbe andata bene. Ne era certa, pensò guardando l’albero che scintillava davanti a loro.

“Il nostro piccolo miracolo di Natale”- le sussurrò Lucius all’orecchio, posando un bacio sul collo e stringendola di più a sé.

“Il miglior regalo del mondo”- mormorò lei, carezzando piano la mano ancora posata sul ventre.

“Il miglior regalo del mondo”- confermò lui.

   
 
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