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Autore: crazy lion    10/08/2021    0 recensioni
Julie è la capopalestra della sua città nella regione di Arbora. Eva è una sua amica e le due si sfidano. Chi vincerà?
Storia stilata con Emmastory.
Disclaimer: i Pokémon non mi appartengono, ma sono proprietà degli autori che li hanno ideati. Arbora è una regione inventata dalla mia amica Emmastory, che mi ha dato il permesso di utilizzare.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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LA PRATICA RENDE PERFETTI

 
Julie era seduta sul divano della sua stanza con in braccio Espeon, un gatto con due code e una gemma in fronte. Accarezzava il suo pelo morbido come velluto e lui faceva le fusa.
"Sei dolce, eh? Sì che lo sei!" esclamò la ragazza.
Il gatto miagolò in risposta, come se avesse capito, e poi le si sdraiò in grembo.
Qualcuno bussò alla porta, disturbando la quiete di quel momento. Julie fu costretta a mettere giù il gatto, che miagolò irritato.
"E adesso chi diavolo è?" parve chiedere.
"Sta' tranquillo, Espeon, poi ti prendo in braccio."
Pur essendo non vedente, Julie era riuscita a diventare non solo allenatrice di Pokémon, ma anche capo palestra.
Si avvicinò alla porta e la aprì.
"Sono io. Eva" disse la ragazza che le si trovava davanti.
Aveva diciannove anni e loro due erano amiche da un bl po'.
"Entra" le disse Julie, spostandosi per farla passare.
"In realtà volevo proporti una sfida amichevole fra Pokémon, o meglio, fra il mio Lillipup e il tuo Espeon, se anche voi lo volete."
Il gatto, ancora come se avesse compreso, si mise a girare intorno alle gambe della padrona miagolando a più non posso.
"Vuoi fare la sfida, ho capito. Va bene, allora ti aspetto in palestra" disse Julie, che prese la sfera poké di Espeon, il gatto in braccio e se ne andò. Poco dopo arrivò anche Eva.
"Lillipup, scelgo te!" esclamò quest'ultima. "Azione!"
Il Pokémon si mise a correre verso l'avversario e lo spinse.
Espeon si lamentò, perché quello spintone gli aveva fatto male, ma rispose subito con Cozzata Zen detto dall'allenatrice. Diede quindi una testata a Lillipup, e la testa di Espeon brillò di un colore simile a quello del suo corpo, viola in quel caso.
"Lillipup, vai con Rogodenti!" esclamò Eva, più agguerrita che mai.
I denti del Pokémon si trasformarono e divennero fatti di fuoco. Quando morse Espeon gli fece male, ma meno di quanto Julie si sarebbe aspettata.
"Espeon, ti senti bene?" gli chiese, notando che iniziava a respirare con leggero affanno.
Restando in silenzio, il Pokémon si limitò ad annuire, dando poi vita a un lieve mormorio.
"Bene, allora vai con Psichico!"
Anche lei era battagliera e avrebbe fatto di tutto per vincere quella sfida. Il Pokémon, tramite la telecinesi, spostò con poca fatica Lillipup, così piccolo da essere classificato peso piuma.
"Brava" le disse Eva. "Non è facile fare questa mossa" si complimentò poi, sinceramente impressionata. "Ma non basterà. Lillipup!" quasi urlò, volendo sincerarsi che il Pokémon riuscisse ancora a sentirla. Seppur a molti metri da terra, il piccolo Pokémon fece del suo meglio per voltarsi verso l'allenatrice, poi attese.
"Resta fermo e non muoverti, d'accordo?" provò a dirgli, già sicura della propria strategia. Annuendo a suo modo, come se avesse capito, il Lillipup non si mosse, e a occhi chiusi, lasciò che la mossa avesse il suo effetto, cullandolo a mezz'aria.
"Come?" commentò Julie, confusa. Combatteva da tempo, e fino ad allora nessuno aveva reagito in quel modo a una mossa come Psichico. Non sapendo cosa fare, Espeon si distrasse, e in quel momento, Lillipup fu libero. Veloce, si preparò ad atterrare, toccando terra senza un graffio, salvo una lieve ferita a una zampa.
"Bene!" dichiarò Eva, orgogliosa. "Che ti dicevo?" aggiunse poco dopo, rivolta a Julie.
Sorpresa come mai prima d'allora, questa non riuscì a parlare, ma scuotendo la testa, s'impose di non pensare e restare concentrata. Le sarebbe servito, se davvero voleva vincere. Dal suo canto, però, neanche Eva sembrava dare segni di cedimento.
"Presto, ora usa Pallaombra!" ordinò, indicando Espeon come bersaglio.
Non ce n'erano altri, quindi avrebbe potuto evitare di farlo, ma era divertente, e poi, come l'eterno ma amichevole rivale Aldrin, era utile, oltre a fare scena. Veloce, il cagnolino non se lo fece ripetere due volte, e nello spazio di un momento, una sfera a metà fra il viola e il nero gli uscì dalla bocca, diretta verso il Pokémon avversario. Per sua fortuna, il colpo andò a segno, e felice, Eva alzò i pugni al cielo.
"Bel colpo, cucciolo!" disse, restando a guardare mentre arretrava, pronto ad attaccare ancora.
"Va bene, è arrivato il momento di chiudere questa sfida. Azione!" decise, sicura di andare ancora a segno.
Capendo al volo, Lillipup si lanciò contro Espeon, ma Julie, quasi leggendole nel pensiero, reagì prontamente, e inaspettatamente, con la stessa mossa. In breve, i due Pokémon si scontrarono, e ognuno cercava di avere la meglio, ma purtroppo senza successo. Conoscendo il suo Espeon forse meglio di se stessa, Julie sapeva di avere le sue abilità psichiche dalla sua parte, ma sarebbe stato troppo facile, e lei non era quel tipo di persona. Piccolo ma combattivo, Lillipup prese a ringhiare, mentre Espeon invece soffiava, e poco dopo, qualcosa di inaspettato. Occupata a pensare a come reagire, Julie era rimasta in silenzio, e avvertito il pericolo, Espeon aveva deciso di agire da solo. In quel momento, il tempo sembrò fermarsi, e lentamente, una sfera energetica iniziò a prendere forma. Dapprima piccola, poi sempre più grande, mentre Lillipup, spaventato, non riusciva a muoversi. Colta alla sprovvista, Eva provò a dirgli di scappare, ma era tardi. Il suo piccolo amico aveva troppa paura, e sembrava non sentire niente e nessuno. Intanto, però, quella sfera sembrava crescere a dismisura, fino a esplodere in una pioggia di calde scintille. Seppur terrorizzato, Lillipup riuscì finalmente a scappare, e raggiunta Eva, si rifiutò di continuare.
"Credo sia patta, Julie!" quasi urlò la ragazza, alzando la voce per farsi sentire dall'amica. Ma invano. Preoccupata, era corsa dal suo Espeon, che con gli occhi fissi su Lillipup, aspettava. Nella sua mente lo scontro non era finito, ma Julie lo sospettava, forse stava pensando anche a qualcos'altro.
"Concordo!" si limitò a risponderle, per poi avvicinarsi e stringerle la mano.
Da allora in poi, la battaglia fu considerata conclusa, e uscite dalla palestra, le amiche andarono ognuna per la sua strada.
 
Sulle prime, Espeon sembrò riuscire a tornare alla vita normale assieme a Pikachu, Eevee e al resto del gruppo, ma ogni volta che lottavano, anche solo per gioco, lui riprovava a mettere a segno quella mossa fallita in precedenza, ma purtroppo senza risultati. Quando provava si assicurava di restare da solo così da non fare male a nessuno, ma ogni volta, il risultato era lo stesso. Un buon inizio seguito da quella pioggia di scintille incandescenti. In altre parole, qualcosa di neanche lontanamente vicino al vero risultato finale, finché, ben dieci giorni dopo, qualcuno non si accorse di ciò che stava facendo.
"Julie, Espeon mi sembra nervoso, che cos'ha?" le chiese Eva, che non aveva potuto fare a meno di notarlo.
"Hm? Non lo so, forse vuole solo una rivincita contro la tua squadra" rispose Julie, del tutto presa alla sprovvista.
"Se è così bastava dirlo. Stavolta userò Misquit. Sai, per variare" replicò subito l'altra, mettendo mano alla borsa con le Pokèball. Nervoso, Espeon prese a miagolare e ad agitarsi come un ossesso, finché le ragazze non lo seguirono nel bosco fino a una radura nascosta. Una volta arrivato, il Pokémon assunse la tipica posizione d'attacco, una zampa avanti alll'altra, pronto a scattare, ma con gli occhi fissi su un albero. Ancora una volta, con le giovani come testimoni, chiuse gli occhi per concentrarsi, e in silenzio, ricominciò. Di lì a poco, la sfera energetica che intendeva creare iniziò a prendere forma, e senza distrarsi, lasciò che l'energia scorresse libera, finché la sfera, stavolta iridescente, non si schiantò contro il tronco dell'albero. L'esplosione che ne risultò fu assordante, ma sforzandosi di tenere gli occhi aperti nonostante il fumo, Eva fu l'unica a vederlo.
"Santo cielo, Julie! Credo che quello fosse un Falcecannone!" esclamò, meravigliata.
"Cosa? Ma non gliel'ho insegnata io!" fu svelta a replicare l'altra, confusa come non mai.
Si allenava duramente, ed era vero, ma non ricordava affatto una cosa del genere.
"È proprio questo il punto. Lui voleva vincere, e ha cercato di farcela da solo. Non so se l'hai capito a tuo modo, ma sembra esserci riuscito solo adesso" spiegò Eva, che aveva assistito all'intera scena con muto stupore.
"Davvero? Espeon, è davvero così?" Julie non riusciva a crederci. Aveva letto di eventi simili, ma non le era mai capitato di assistervi.
Lento ed elegante, il Pokémon le si avvicinò, e non appena la ragazza posò la mano sul suo pelo, in prossimità della gemma, tutto le fu chiaro. All'improvviso vide ogni solitaria sessione d'allenamento, ogni tentativo e ogni fallimento, poi, finalmente, anche il successo. Commossa e orgogliosa, lei l'abbracciò, e paziente, il Pokémon la lasciò fare. Era vero. Non si poteva essere bravi in tutto, ma la pratica rendeva perfetti.
   
 
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