Erano tutti
fuori, già pronti per partire, quando si accorsero che
mancava una persona in
particolare.
‘Rikku!!!
Manca lei!!!’ disse Yuna, che era circondata dai suoi
guardiani. Ognuno doveva
avere la testa sovrappensiero per dimenticare la ragazza più
pimpante…e
stressante per qualcuno…del gruppo.
‘Oooopssss…
Mi sa che sta ancora dormendo!!’ rispose Wakka, facendo uno
strano sorrisino,
che a molti ricordava quell’odioso di Hypnel. Chissà
che fine ha fatto…
‘Se
lei
preferisce dormire lasciamola pure riposare!’ fece invece
Auron, che già forse
non ne poteva più di quella pazza molla vivente. Stava
già avviandosi per conto
suo.
‘Auron!!
Non possiamo lasciarla!! Già che ci siamo, aiutiamola a
trovare qualcuno!!
Insomma, hai portato qui la ragazza e Tidus, perché non
lei??’ continuò la
maga, che mostrava interesse invece per quella ragazza.
Lui si
fermò un poco, girandosi per metà con la testa.
‘Perché
non
credo che possiamo fidarci di lei…’.
Tutti si
lanciarono occhiatacce, eccetto il biondo, che guardava il cielo con
strana
felicità e con le mani dietro il collo, come per stirarsi.
‘Ma…perché?
Che ha di male?’ continuò l’ex-capitano,
alzando le spalle e continuando a
guardare il guardiano professionista. Eh…Wakka…
chissà che diresti se tu sapessi che è
un’Albhed!!
‘Non
lo so…
però la dobbiamo svegliare… anzi,
andrò io a svegliarla! Aspettatemi qui…e
fermate Auron…!’ rispose Yuna, correndo subito
verso la stanza di Rikku. Lei
dormiva come un piccolo angioletto sognante. Il bello è che
parlava nel sonno.
La cosa fece ridere non poco l’invocatrice, che rimase
silenziosa, e aprendo la
porta leggermente, per non spaventarla.
‘Cid…Cid…
yppeysu
bancu em lynelu… banò…taju
tende…lra…[Cid…Cid…abbiamo
perso il carico…
però…devo
dirti…che…]’.
Era coperta
fino al collo e sorrideva ampiamente. Portava le mani congiunte come in
preghiera
e poste sotto la sua guancia sinistra.
‘…ru…ru
luhucleidu ihy bancuhy lra se ry yeidydu…. Hu, huh ih
Albhed… lra
banò…allu…[…ho…ho
conosciuto una persona che mi ha aiutato…No, non un
Albhed…che
però…ecco…]’.
‘Ehm…Rikku?
Svegliati… dormigliona...ehehehe!!’.
Toccate
dolci qua e là la svegliarono pian piano. Yuna vide i suoi
occhi senza pupille.
‘Alzati… dobbiamo andare…gli altri
sanno aspettare…non Auron!!!’.
Lei si
alzò
dal letto con tutta calma. Forse era rimbambita, o forse era ancora o
quasi nel
sogno. Era davvero buffa.
‘Ehm…Yunie…che…che ore
sono?’ chiese, stropicciandosi
gli occhi.
‘Credo...mezzogiorno!!’.
La ragazza
Albhed si svegliò di colpo.
‘M…mezzogiorno??!! Cavolo…peccato...
è così bello
dormire!!’.
‘Me
ne sono
accorta…’ e le mostrò un bel sorriso.
Rikku si preparò in pochi minuti, così da
uscire subito.
Mentre
usciva dal locale si sistemò come meglio poté i
capelli, liscissimi, e quindi
facili da sistemare. Appena uscì si trovò il
cuore in gola impazzito. Aveva
bloccato il suo passo allegro come se avesse visto qualcosa di
incredibile e
scarsamente possibile. Aveva rivisto davanti a sé chi
l’aveva aiutata tempo fa,
che voleva conoscere ed incontrare.
‘Buongiorno!!’
le dissero contemporaneamente Wakka, Tidus e Lulu, ognuno a modo suo.
L’Albhed
ebbe gli occhi fissi a terra, come se provasse chissà che
vergogna in un primo
momento. Quante volte, in quei giorni, la sua speranza
l’aveva portata a
fantasticare, ad immaginare domande, risposte, passeggiate
ed…ehm…
‘Ehi!
C’è
qualcosa che non va? Oggi siete tutti strani!!’ riprese
l’ex-capitano ridendo,
avvicinandosi.
‘Rikku!!!
E’
da tanto che non ci vediamo!!’ esclamò il biondo,
sorridendole di fronte e
rifacendole il saluto con la mano. Era carico e sereno. Non
so che scusa tirare fuori… ma ormai ha troppi
sospetti…e mi sembra
di potermi fidare di lei, in fondo…
La bionda
vide il suo sorriso. Il fatto di vederlo lì, davanti ai suoi
occhi, fuori da
possibili sogni, le dava una carica impazzita, e si sentiva eccitata
quanto
mai.
‘Sei…qui!!!!??’—e
dopo si mise a correre abbracciandolo davanti a
tutti—‘…pensavo che fossi stato
spazzato via da Sin!! Quanto sono contenta di vederti!!!!!’.
Lei era ben
colorata sul viso, mentre lui lo era per imbarazzo. Tutti non fecero
altro che
ridere, anche se Kimahri sembrava più ruggire ed il
guardiano in rosso invece
non si faceva sentire.
‘Ehm…ok…ok…Rikku…ho…ho...capito
la tua
felicità…e…eheh…eh…he…’
le disse Tidus quasi sottovoce, senza sapere
quasi dove guardare. Più che un abbraccio sembrava una
morsa, e si chiedeva
perché tanto fervore. Ella poi si staccò dopo
alcuni secondi e si fermò a
fissarlo con le mani congiunte, felicissima. Avrebbe voluto quasi
saltargli
addosso a momenti. Come se non l’avesse già fatto.
‘Sei
vivo!!
Pensavo di non rivederti più!!! Davvero!!!’.
‘Ok…ok…
abbiamo tempo per parlarne… non stare rigida in quel
modo… Perché sei così
rossa?’ continuò lui, sorridendole, ancora un
po’ imbarazzato.
‘Oh…niente…sentivo…sentivo
caldo sotto le coperte…
ma…’—vede gli altri che la fissavano
allegramente—‘...dovevamo
andare…no?‘.
Molti
continuavano a ridere anche dopo. Come faceva a sentire caldo con quel
freddo??
Lei stessa chiese poi una giacca da Yuna. Una cosa era certa: era
imbattibile
nella carica e nella felicità.
Il sentiero
era pieno di neve, ghiacciato. Gli alberi del bosco si vedevano
sbiaditi per
via dell’umidità presente, e
tutt’intorno non c’era altro che bianco, bianco, e
bianco di collinette. Fortunatamente la neve era dura, e questo
impediva ai
pellegrini di sprofondare. Wakka, il Ronso ed Auron erano
già pronti a liberare
la strada, contro molti mostri diversi, ma sempre noiosissimi, che
facevano
perdere tempo a tutto il gruppo. Rikku restò affianco a
Yuna. Aveva bisogno di
consigli, pareri, aiuti. Ma qualcosa le diceva che doveva fare di testa
sua. Era
davvero eccellente nel trascinare le persone con il suo umore
incontrollabile.
Avrebbe aspettato il momento giusto.
‘Heeeeeeeeeeey!!!!’.
Dei tre,
solo Wakka si girò verso il biondo, che agitava il braccio
sinistro. ‘Cheeee??’.
‘Mi
sembra
divertente il…vostro lavoro!! Posso darvi una
mano?’.
‘NO!
Resta
al tuo posto, prima che fai danni più seri!’.
‘Oh,
avanti
Auron!...‘—poi continuò cercando di
imitare la sua voce bassa—‘…non vorrai
fare
una gran fatica…’.
Wakka
sembrò piuttosto divertito. Non era male ad imitare la sua
voce. Ma in un
istante il suolo vibrò ai loro piedi. Erano ormai arrivati
sul lago ghiacciato.
Una distesa enorme di ghiaccio, liscissimo, perfetto per pattinare.
Tutto era
bianco, anche il cielo, per via della grande umidità. Il
percorso continuava
più avanti, superando un arco di ghiaccio cristallino e
trasparente, che
ricordava quelle forme avviluppate del bosco. Ebbene? Perché
tremava il suolo?
‘Dannati
Albhed!!! Sono arrivati!!!’ esclamò
l’ex-capitano, quando vide un’enorme
macchina avvicinarsi da una collinetta a ridosso del lago, dotata di un
grosso
e robusto trapano di fronte, ed ai lati due braccia meccaniche che si
muovevano
a scatto e terminavano con grosse mani robotiche che si aprivano e si
chiudevano a pugno. Era cingolato e molto pesante, tanto da muoversi
molto
lentamente, ma in grado di superare ogni ostacolo. Sotto il trapano era
presente una fessura chiusa, da dove venivano lanciati proiettili e
missili. C’erano
tre tizi Albhed affianco ad esso: due erano quelli che avevano
già attaccato il
gruppo due volte [cap.11,22], mentre era presente un altro, di pelle
opaca non
tanto scura, e con il petto e le braccia coperti quasi totalmente di
tatuaggi
blu a forma di fiamma. Da quella distanza, era la cosa che
più si notava.
Sembrava essere il capo del gruppo.
‘Rikkuuuu!!!
Icy m’Eliomagilite!! Cbucdyde ty mì u jannye
dnyjumdy tymma pnylley
sallyhelra!! Yppeysu cybidu te diddu at uny ceysu jahide xie!!
[Rikkuuuu!!! Usa
l'Eliomagilite!! Spostati da lì o verrai travolta dalle
braccia meccaniche!!
Abbiamo saputo di tutto ed ora siamo venuti qui!!]’ si mise
ad urlare quel
tatuato, usando la mano come megafono. Gli altri due Albhed si
guardarono
squadrati.
‘Sy
l'è
yhluny xiammu, m'rye jecdu??!! [Ma c'è ancora quello, l'hai
visto??!!]’.
‘Tuppeysu
tenkmeamu!! [Dobbiamo dirglielo!!]’.
‘Sy
Cid jiuma lra… [Ma Cid vuole
che…!!]’.
‘Ri…Rikku??
Cosa…vogliono da lei?’ chiese Yuna, ma nessuno fu
in grado di rispondere, anche
perché la macchina approfittò subito della
discesa per aumentare la sua
velocità di avvicinamento. La neve che continuava a cadere
riduceva la
visibilità.
‘State
attenti!!’ gridò il guardiano professionista
impugnando la sua katana, quando la
macchina arrivò sul lago, causando un profondo tonfo che
fece indietreggiare
tutti. Un colpo di vento fece arrivare la neve sollevata
all’altezza degli occhi,
rendendo più difficile la situazione. L’unico a
non soffrirne fu il Ronso, che subito
attaccò la macchina con la sua potente lancia.
‘Yuna!!!!
Invoca un Eone!!!’ urlò Wakka, quando la macchina
si avvicinò verso di lui.
Sembrava essere dotata di una corazza dura e spessa, che forse solo la
magia
poteva sfondare.
‘Allora,
Auron??!! Posso SI o NO darvi una mano????’
ribatté Tidus al guardiano, con
aria provocatoria. Voleva proprio aver ragione.
Kimahri
venne colpito in pieno dalla mano meccanica sinistra, che lo
scaraventò
violentemente contro il lago durissimo. Lulu stava prendendo il libro
magico,
mentre Yuna già tirando fuori la sfera. La mano destra
libera della macchina la
anticipò e la acchiappò come una bambola,
sollevandola come niente. Per terra
caddero le sfere di Djose e di Besaid, e con esse anche la sfera
schiacciata
che gli venne data dal Guado a Guadosalam [cap.23]. Lei
cercò di vincolarsi in
ogni modo e cercò aiuto. I guardiani corsero insieme verso
la macchina, mentre
la maga afferrò al volo la prima sfera che gli era capitata
tra le mani per
lanciare un incantesimo.
Tidus vide
l’invocatrice tenuta come un cono di gelato in mano.
Recitò al volo una formula
con la mente, Blizzara, senza
l’uso di alcuna sfera. L’attacco magico
però si infranse in una invisibile
barriera magica che avvolgeva la macchina. Il fulmine dal cielo si
divise
appena toccò la barriera e si diffuse in altri posti,
tutt’attorno.
‘Cosa?!’
esclamò lui, mentre la macchina iniziava ad allontanarsi.
‘E’
protetto da una barriera magica con la formula Shell …’
rispose la maga.
Quella
macchina aveva tutta l’intenzione di portarsi via
l’invocatrice.
‘Co…cosa
facciamo??!!’ urlò l’ex-capitano al
gruppo, che non sapeva cosa fare per
bloccare la macchina. Il Ronso si rialzò appena riprese
conoscenza, con l’aiuto
della sua lancia.
Dalla
collinetta, scesero i tre Albhed, e con esse una persona, che era
però
indistinguibile sotto quella feroce caduta di neve. Volevano
raggiungere il
loro marchingegno.
‘Dispel!!! Dispel dovrebbe
funzionare!!! Esso elimina
la magia Shell… ma
serve la sfera di Bevelle per
fare un incantesimo simile!!!’ rispose Lulu, che non aveva
altre soluzioni.
Dalla
macchina iniziavano a liberarsi delle piccole scintille arancioni e
brillanti
dal basso verso l’alto. Wakka conosceva bene quelle
scintille, ed iniziò a
sudare freddo.
‘Stanno…stanno
usando l’Eliomagilite!!! Vogliono fuggire di
qui!!!’.
Quelle
parole furono pesantissime. Ma cosa potevano fare per fermarli, se la
magia non
funzionava? Un lampo colpì Auron, che si voltò di
scatto verso Tidus,
prendendolo per il braccio sinistro e spingendolo in avanti.
‘Cosa
aspetti??!! Vuoi o no usare Dispel??!! Tu lo puoi
fare senza sfere!!!’
gli gridò, agitandolo, ma lui non rispose. Si era fermato,
come tutti gli altri
guardiani dopo. Sulla macchina, avvolta dalla luce, erano presenti i
tre Albhed
in piedi, e con loro c’era anche quella bionda, pimpante e
caricatissima Rikku,
che si mise a gridare verso di loro, agitando una mano.
‘Perdonatemi…
ma non dovete preoccuparvi…lo facciamo per il suo bene!! Ci
sono altri modi che
la magia Sunshine per sconfiggere
Sin!! Ehm…Wakka!!! Ho preso io la tua
Eliomagilite… te la restituirò poi!!!’.
Detto
questo, si liberò una luce intensa per pochi secondi. La
macchina sparì di
colpo, e il silenzio calò sotto la neve gelida.
‘Yu…Yuna…’
balbettò il biondo, che forse non credeva ai suoi occhi,
fissando le ultime
luci e scintille. Affianco a lui era l’ex-capitano, ritto ed
immobile per
diversi minuti, con lo sguardo fisso, prima di esplodere
tutt’ad un tratto,
agitandosi come non mai.
‘RIKKU…UN’ALBHED????!!!
E CI HA INGANNATI TUTTI IN QUESTO MODO??!! HA FATTO
‘BASTA!!!’
lo rimproverò Auron, con sguardo fulminante. Dopo
sospirò per poi riprendere a
voce calma. ‘La ritroveremo…ovunque ella sia!!! Ci
hanno studiato nei
precedenti attacchi, ed hanno trovato il modo per
bloccarci…’.
‘Ma…non
abbiamo la minima idea di dove iniziare la
ricerca…’ rispose la maga, posando
lentamente il suo libro. Non si sapeva se era più
preoccupata o più arrabbiata
per quello che era successo.
‘E
SEMPRE
QUELLI!!! PERCHE’ NON DOVREI ODIARLI, EHHH?? QUELLO CHE FANNO
CON LE MACCHINE
PROIBITE, IL LORO PAGANESIMO!!! E…per colpa
loro…’—abbassò la
testa—‘…mio
fratello non c’è
più…’.
Il biondo
lo vide con quell’espressione abbattuta e persa, e si
avvicinò per confortarlo
e tirarlo su, e trasformò la sua incredulità in
determinazione, girandosi verso
gli altri. ‘Sentite… ha senso se ci mettiamo a
cercarla per tutta Spira andando
alla cieca?? Andiamo avanti, per ora!! Continuiamo il nostro dovere!
Prendiamo
la sfera di Macalania…al Tempio ci sarà qualcuno
che potrà darci
l’Eliomagilite! Facciamo questo per ora…cosa
possiamo fare? Stare qui fermi a
piangere sconfitti??’.
Alcuni
annuirono, altri rimasero o arrabbiati o perplessi. Cos’altro
si poteva fare,
quindi? Avere pazienza, prendere sfere ed informazioni…e
poi? Tutti guardarono
Auron, come chiedere con gli occhi “Facciamo
così”?
‘Facciamo
così… non abbiamo che altro
fare…’ fece infine lui, che subito si
incamminò verso
il sentiero che portava al Tempio, superando l’arco
ghiacciato. Lulu raccolse
tutte le sfere, notandone una stranamente schiacciata, ma la sua mente
era in
quel momento più preoccupata per la sua invocatrice. Il
dramma di Belgemine gli
tornò, puntuale, in quel momento.
Il freddo
era ancora più pungente con il rapimento di Yuna. Erano
tutti tesissimi e
pensosi, in cerca di una soluzione a tutti i costi. Non
si può stare tranquilli che subito accade
qualcosa…datemi un attimo
di respiro!!
Uccidendo
vari mostri qua e là, essi percorsero il sentiero ghiacciato
e scivoloso, fino
a raggiungere l’ingresso attraverso un altro percorso
coperto, che portava
sotto il lago ghiacciato. Il Tempio si trovava nello spazio tra il
ghiaccio
della superficie del lago e la sua acqua di sotto, distante centinaia
di metri
dalla superficie, che reggeva tutta la struttura del Tempio. Questo era
a forma
quasi ellittica, con diverse decorazioni di colore blu scuro-bronzo,
con strani
simboli e scritte sopra, e dalle cornici arrotondate e sporgenti. Si
notavano
due ingressi, uno a media altezza, l’altro nella parte
più bassa del tempio, e
i sentieri erano sempre di ghiaccio, e facevano un intero giro a
spirale
attorno prima di portare all’ingresso di media altezza. Il
percorso poi usciva
dalla parte posteriore per poi portare all’altro ingresso,
sempre a spirale,
riducendo la sua altitudine dall’acqua sottostante. Dalla
superficie del lago
ghiacciato, uscivano con forza, come in una giornata nuvolosa al
tramonto,
degli spiragli di luce fioca, dall’esterno. Quel sentiero non
sembrava finire
mai per Wakka, che sarebbe scoppiato di rabbia pura, e dato un cazzotto
a
chiunque Albhed gli sarebbe capitato a tiro.
Essi
arrivarono tutti muti presso l’ingresso. Il freddo era
indescrivibile, e, chi
più, chi meno, aveva continui brividi. Erano tutti nelle
mani del guardiano
professionista di Braska.
Sulla porta
era presente il sacerdote, vestito, anzi, imbottito. Un tipo calvo che
aveva
già fatto capire che aspettava l’arrivo
dell’invocatrice, e non tanto quello
dei guardiani. Ai lati della porta, erano delle insegne di colore
scuro, tutte
con uno strano simbolo sopra.
‘Salve
a
voi…’—e fece la
riverenza—‘…ma…la vostra
invocatrice dov’è??’. Già…vallo
a dire ora a tutta questa gente
quello che è successo!!
Auron,
stizzito, forzò il passo ed entrò senza guardarlo
in faccia. ‘Siamo noi che
dobbiamo superare il Chiostro della Prova, no? Quindi non è
necessario…’.
Gli altri
seguirono, mentre il sacerdote non fece altro che grattarsi la testa.
Aveva
ragione… erano loro che dovevano sconfiggere il
custode…
La sala
interna era tutta tappezzata di tende ed insegne già viste
fuori all’ingresso.
L’ambiente era ben illuminato, e il pavimento, di color
azzurro decorato in
bianco, diffondeva ancora di più la luce che proveniva
dall’alto. C’era tanta
gente che pregava al suo interno, e tanto, tanto movimento e fervore,
nonostante il freddo gelido. Vicino alle scale che portavano al
Chiostro, erano
presenti degli strani aggeggi, che facevano volare piccoli cristalli
brillanti.
‘Ciao!!!
Ragazzi!! E’ da tanto che non ci vediamo!!!’. Era
Shelinda. Portava un sorriso
indescrivibile: forse non era mai stata così contenta in
vita sua.
‘Le
nozze
si avvicinano!! E guardate quanta gente che qui prega per le nozze!!
Questo
matrimonio rinsalderà i legami tra i Guado e gli umani!!
E’ fantastico!!!
Ma…dov’è Yuna??’.
Nessuno
rispose. Anzi, si sfruttò l’acume di Auron. Dire
che era stata sparita, sarebbe
stato peggio di un attacco di Sin.
‘Fa
freddo…
e quindi siamo noi qui a prendere la sfera di
Macalania…’ rispose Wakka,
crucciato quanto mai.
‘Cosa
c’è??
Perché siete arrabbiato? Oh…guardate questa
gente!! Guardate quanto freme!!!’ e
la sacerdotessa invitò i guardiani a vedere attorno. Qua e
là era un via-vai di
gente che fremeva, pregava, cantava e addirittura suonava. Ella non
riuscì a
resistere e si unì alle folle di fedeli.
‘Dobbiamo
decidere chi entra nel Chiostro…’ fece notare la
maga, che non aveva nessuna
intenzione di perdere tempo.
Una Guado
era lì e fischiava fortemente. Cantava una strana melodia,
lenta, ed anche
solenne.
Quando
Tidus la sentì, si girò di scatto. Quella melodia
gli era molto familiare,
anzi…gli ricordava la sua infanzia. Come faceva a conoscere
quella melodia?! Si
avvicinò a lei, girata di spalle a contemplare la statua di
Braska.
‘Ehm…scusate…
voi…’.
Lei smise
di fischiare si girò lentamente. Portava un abito lungo e
decorato, di colore
blu scuro e pallido, ed agli estremi ricamato con colori marroncini e
con forme
più strane. L’abito la copriva dal collo alle
gambe completamente, e la sua
pelle era azzurrina, ma molto vicina al colore di quella degli umani, e
i suoi
capelli erano castani, lunghi e mossi, con lunghe frange che gli
cadevano sulla
fronte e si aprivano a finestra. Essi in parte erano raccolti dietro a
codino
con un elastico rosso. Le sue orecchie e le sue dita erano poco
allungate, e i
suoi occhi verdi chiari, uniti al suo candido viso giovane, le
conferivano un
aspetto quasi angelico e sublime.
‘Oh…
Ma!...
Voi non siete mica Tidus, della squadra dei Besaid Aurochs?’
chiese lei,
sorridendo e mostrando gran stupore.
‘Si…’.
Lei
continuò a sorridere. Non pensavo
di
essere conosciuto già…
‘Sono…sono
una vostra fan!!! Mi piace come giocate!!! Ehm…mi
presento!!! Mi chiamo
Isabelle (Seymour) Guado...’ e fece il segno di riverenza.
‘Se…Seymour??’
esclamò lui, mostrando sorpresa inarcando le sopracciglia.
Lei rise
contenendosi. Aveva un grande senso del galateo.
‘Sì…cioè…sono
sua cugina di primo grado! Sono la figlia del fratello di suo padre
Jyscal…’.