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Autore: Funlove96    13/08/2021    0 recensioni
Quattro amici e un'estate da vivere insieme, che succederà?
(NaLu/Shicca, accenni di Jerza e, chissà, forse qualche altra ship)
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Potevo inventare una descrizione molto migliore, ma la mia mente non mi aiuta molto, quindi spero di avervi incuriositi abbastanza con questa.
Questa raccolta partecipa all'iniziativa "Our summer, if we're together feel like summer" del forum Torre di Carta. Buona lettura e spero vi piaccia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shiki/Rebecca
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due: On the road.

Prompt: 11. “You had me hooked again from the minute you sat down | The way you bite your lip, got my head spinnin' around | After a drink or two I was putty in your hands | I don't know if I have the strength to stand.” (Troublemaker - Olly Murs)
12. “Parla, la gente purtroppo parla | Non sa di che cosa parla | Tu portami dove sto a galla | Che qui mi manca l'aria.” (Zitti e buoni - Måneskin)
15. “But someday, I will find my way back | To where your name Is written in the sand | 'Cause I remember every sunset | I remember every word you said | And we were never gonna say goodbye.” (Summer Paradise - Simple Plan)




"You had me hooked again from the minute you sat down... the way you bite your lip, got my head spinnin' around... after a drink or two I was putty in your hands... I don't know if I have the strength to stand..." risuonavano nell'abitacolo le note della famosa canzone di Olly Murs, mentre Rebecca la canticchiava e Shiki batteva l'indice di una mano sul volente a tempo col ritmo della musica, che dalla radio si spandeva per il mezzo, vagando libera per i sedili dove tre di loro si godevano la leggera brezza del condizionatore...
Tre, perché il rosato proprio non riusciva a non soffrire anche il più piccolo dosso che l'amico, nonostante guidasse a una velocità moderata per quelle stradine a ridosso delle campagne, dove erano poche le auto che vi passavano di tanto in tanto, prendeva senza molta scelta a causa del dislivello del terreno asfaltato. E ora, con l'espressione di chi avrebbe rimesso l'intera colazione a momenti e la testa posata sulle ginocchia di Lucy, Natsu aveva la stessa aria che aveva avuto fino a pochi attimi prima il cucciolone di Samoiedo, dal pelo bianco un po' sporco qua e là, che se ne stava ora accovacciato alla sua destra sul sedile posteriore, decisamente un posto più comodo dei cespugli che a malapena lo riparavano dal caldo sole, e da cui era uscito per attraversare la strada, rischiando di farsi investire dalla loro auto nemmeno mezz'ora prima...

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Aveva sterzato d'improvviso, Shiki, col risultato di far spaventare Rebecca e Lucy, e far cadere dal sedile Natsu, che si era ritrovato, oltre alla nausea, un naso dolorante a causa della botta presa contro il tappetino. Certo, non poteva lamentarsi del tutto, dato che per qualche secondo nel suo campo visivo si ritrovò Lucy, ma da un'angolazione molto diversa da prima, in cui il massimo che riusciva a vedere tra una fitta alla pancia e l'altra era il suo volto, per metà coperto dal prosperoso décolleté. Ora vedeva le gambe slanciate della ragazza spuntare dalla stoffa dell'abito. Una vista decisamente invitante anch'essa, che però gli era proibita, e non solo dal fatto che lei avesse le gambe serrate, ma anche dal doloroso pensiero che quella era la sua migliore amica, l'essere più prezioso che aveva accanto, e mai avrebbe rovinato quello che c'era tra loro solo perché, da bravo idiota, si era scoperto innamorato di lei un anno prima, quando, per un'intera estate che Lucy aveva deciso di passare in un altro paese per un viaggio, gli era mancata come l'aria, ritrovandosi a provare un sentimento del tutto nuovo nei suoi confronti. Un sentimento ben lontano dalla forte amicizia che li aveva legati per diciotto anni...
Il ragazzo dovette subito ridestarsi, per il naso dolorante e il fatto che letteralmente nessuno se lo stesse filando di striscio, per alzarsi e vedere anche lui cosa gli altri tre stessero guardando con così tanto interesse da dimenticarsi di lui.

Di fronte a loro un cagnolino bianco dall'aria spaventata se ne stava lì a tremare, impaurito da ciò che era appena successo, ci volle un po' prima che si potesse fidare abbastanza di loro da accettare il tramezzino al prosciutto che Shiki aveva recuperato dal proprio marsupio, al sicuro da un'ingorda Rebecca, che se un solo sguardo avesse potuto uccidere, lui sarebbe stato già lì stramazzato al suolo per come lo guardava male. "Povero piccolo..." Lucy si accovacciò di fronte all'animale, ora un po' più calmo sebbene i guaiti e il tremore non cessassero, tanto da farsi carezzare la testa dolcemente. "Non possiamo lasciarlo per strada..." finì trovandosi d'accordo con gli altri, e dopo un po' di tentativi -andati a vuoto a causa del piccolo che si dimenava e indietreggiava ancora impaurito- lo prese in braccio portandolo in auto. Alla fine il piccolo, dopo un po' di smarrimento, si acciambellò sul sedile posteriore dell'auto che, dopo qualche altro minuto ferma per permettere a Natsu di riprendersi, tornò a macinare i chilometri, e la chinetosi non tardò più di qualche secondo a farsi risentire...

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"Siamo quasi arrivati dai Natsu..." vederlo così le aveva sempre fatto un brutto effetto, le stringeva il cuore in una morsa troppo dolorosa per lei, che aveva capito di provare, per quel ragazzo dal carattere un po' bambinesco nascosto dietro il corpo di un uomo, dei sentimenti assai lontani dalla semplice amicizia, talmente tanto che se avesse avuto delle parole per descrivere la sensazione che provava accanto a lui ogni volta, sarebbero di certo state quelle che la voce del cantante stava pronunciando in quello stesso momento a tempo di musica...
"Why does it feel so good but hurt so bad? ... Whoa ... My mind keeps saying 'run as fast as you can' ..."
Perché aveva finito per provare quelle cose, tra sette miliardi di persone, proprio per quello che era il suo migliore amico non ne aveva idea, sapeva solo che da quando era tornata, un anno prima, dal viaggio che l'aveva portata a scoprire i posti più belli d'Italia, aveva portato con sé non solo il senso di colpa verso Natsu, ma anche quel qualcosa che, da quando lo aveva rivisto all'aeroporto venirla a prendere col sorriso chiedendole se si fosse divertita, era cresciuto a dismisura, divenendo ancora più forte e difficile da dissimulare man mano che passavano i mesi...
"Eccoci!" annunciò Shiki, indicando la stazione di servizio e fermando l'auto proprio lì davanti. "Io resto qui a fare rifornimento con Shiki e Lucy accompagna Natsu alla farmacia e poi al negozio di animali ok?" domandò Rebecca, ripetendo l'accordo che avevano raggiunto poco prima. Avevano dovuto fare una deviazione, ed erano ora diretti in una piccola località dove, secondo il navigatore, si trovava anche un negozio di animali, per acquistare il necessario per il cucciolo, ormai addormentato sui sedili posteriori.
Così i due ragazzi -Natsu un po' barcollante- scesero dalla macchina per raggiungere la propria destinazione, sotto il sole che non ne voleva sapere di lasciarli andare, torturandoli con la calura estiva che gli pizzicava la pelle...

"My heart is sinking as I'm lifting ... up above the clouds away from you ... and I can't believe I'm leaving ... oh, I don't know, know, know what I'm gonna do ..." cantavano i Simple Plan a tempo di musica, la stessa su cui Rebecca ancheggiava mentre il serbatoio si riempiva, buttando un occhio all'interno del veicolo, dove il cucciolo sonnecchiava tranquillo e Shiki muoveva il capo al suo stesso ritmo, facendo sì che le ciocche corvine danzassero a tempo di musica. Non si era mai soffermata troppo su di lui, è solo in quel momento realizzò quanto davvero le piacesse passare del tempo con lui.
Era un suo amico e che fosse bello non era un mistero per nessuno, ma soltanto in quegli istanti, mentre il sole batteva sui sedili dell'auto passando per i finestrini aperti, colpendo il petto coperto dalla candida camicia con le maniche tirate fino ai gomiti e aperta per i primi tre bottoni del ragazzo, si rese conto di quanto anche quel momento fosse prezioso per lei. Arrossì nel vederlo sorriderle attraverso lo specchietto, cercando di concentrarsi su ciò che stava facendo per non pensare all'imbarazzo di essere stata beccata, a fare cosa di preciso non lo sapeva nemmeno lei, e si voltò concentrandosi sulla musica, inconsapevole della vista che aveva appena offerto all'altro, rimasto a guardare i capelli biondo cenere muoversi a tempo di musica e della leggera brezza che si era alzata e risplendere al sole che, fortunatamente, era divenuto meno cattivo, nascondendosi di tanto in tanto dietro qualche nuvola di passaggio, offrendo finalmente sollievo dal caldo estivo...

Per fortuna le nuvole avevano deciso di dargli una mano, donando loro un bel pezzo di strada senza il sole cocente a troneggiargli sulla testa. "Quanto manca ancora?" continuava a brontolare Natsu, pochi passi dietro di lei che invece, a differenza sua che sentiva le sneakers bianche come due trappole a racchiudergli i piedi doloranti, sembrava quasi non avere ai piedi quelle torture chiamate tacchi, e continuava imperterrita seguendo le indicazioni del cellulare. "Siamo quasi arrivati..." gli rispose, troppo concentrata a guardare lo schermo per accorgersi dell'arrivo di quel ragazzo -poco più alto di lei, moro, con una camicia bianca, aperta per i primi tre bottoni, e dei jeans scuri- che stava girando l'angolo nello stesso istante in cui lo stava facendo anche lei, finendo inevitabilmente per urtarlo. Con un 'Mi scusi' appena accennato continuò a camminare finché... "Eccoci!" aveva detto fermandosi di fronte all'entrata su cui troneggiava l'enorme croce illuminata di verde, all'interno della quale erano riportati data, ora e gradi di temperatura, e nel farlo urtò appena il rosato, che non ricordava esserle così vicino fino a poco prima, un attimo brevissimo che però fu sufficiente per farle sentire il petto muscoloso posato sulla schiena e un brivido lungo di essa...
Entrò cercando di non pensarci e gli disse in tutta fretta di aspettarla fuori e che ci avrebbe messo poco...

"Loro non sanno di che parlo... voi siete sporchi, fra', di fango... giallo di siga fra le dita... io con la siga camminando... scusami, ma ci credo tanto che posso fare questo salto... e anche se la strada è in salita... per questo ora mi sto allenando e buonasera, signore e signori..."
Le parole di quella canzone attraversavano le cuffie e giungevano alle sue orecchie mentre, riparato dall'ombra della grande croce verde della farmacia, Natsu aspettava che la ragazza uscisse, e senza un motivo apparente, tra una nota e l'altra su cui il cantante di quella band -i Måneskin, a cui si era appassionato grazie a Lucy, che al ritorno dalle sue vacanze non aveva fatto altro che parlare di quella band scoperta per caso, sentendone decantare i vari riconoscimenti e vittorie avuti nemmeno pochi mesi prima. Strano per lei, che non era un tipo rock musicalmente parlando, ma era forse anche per questo che si era innamorato di lei, per la sua capacità di sorprenderlo ogni volta nonostante la conoscesse da anni- cantava quelle parole, ripensò a ciò che era accaduto poco prima...
"Mi scusi..." aveva detto a malapena Lucy al tizio che aveva appena urtato, troppo presa a guardare lo schermo del telefono per accorgersi di come l'aveva guardata lui invece. Ma a Natsu non sfuggì l'occhiata che quello le aveva riservato, e tantomeno l'espressione ebete che aveva fatto quando i suoi occhi si erano posati sui fianchi della ragazza, la quale spesso non si rendeva conto -lui sì, e purtroppo non era l'unico- che quando accelerava il passo questi prendevano ad ancheggiare di più accentuando le forme prosperose. Si parò subito dietro di lei, impedendo a quel tipo di continuare a spogliarla con gli occhi, che avrebbe reso neri entrambi, e molto volentieri, se solo lei non lo avesse distratto dai suoi pensieri omicidi...
"Eccoci!" aveva detto fermandosi, e così lui l'aveva urtata, facendo sì che un brivido scendesse lungo la spina dorsale nel sentire il proprio petto a contatto con la schiena di lei, per metà scoperta a causa del vestito. Pochi attimi che gli avevano scatenato qualcosa dentro, una sensazione ben conosciuta per lui, il cui pensiero, era certo, lo avrebbe accompagnato per molto tempo, forse per sempre...

Perché si era innamorato, tra tante persone, proprio della sua migliore amica, non lo sapeva, ma sapeva che mai avrebbe smesso di provare quel sentimento speciale, ed era pronto anche a soffrire quando lei gli avrebbe presentato, come già successo, un fidanzato. Era un masochista del cavolo e se lo ripeteva ogni volta, ma il suo cuore mai avrebbe smesso di battere in modo diverso per Lucy, solo per lei, e questa era una condanna che non si sarebbe tolto neanche se avesse potuto, perché di fatto non voleva smettere di soffrire. Mai avrebbe voluto smettere di provare quell'amore silenzioso, dolce e amaro al tempo stesso, in grado di dargli vita anche solo nel vedere il sorriso di quella creatura quasi eterea. La stessa che, tra la vice del cantante che continuava a ripetere l'orecchiabile ritornello ora gli stava davanti cercando di risvegliarlo dai suoi pensieri.
"Parla la gente purtroppo parla... non sa di che cosa parla... tu portami dove sto a galla... che qui mi manca l'aria..." e lo aveva appena riportato lei a galla, ma in una realtà troppo dolorosa. Quella sì, gli faceva mancare l'aria nei polmoni e il terreno sotto i piedi ogni singola volta che doveva farci i conti...
Ma non era quello il momento, si disse, perché l'espressione preoccupata di lei lo aveva messo in allerta e tutti i sensi erano scattati per farlo tornare al presente. Che fosse successo qualcosa dentro la farmacia?

"Natsu! Natsu ci sei?" gli agitò una mano davanti al volto, facendolo sussultare e stoppare la musica, sorridendo appena la vide. Un sorriso spontaneo, nato dalla voglia di farle passare quel broncio, adorabile sì, ma che non avrebbe dovuto scalfire il volto di una venticinquenne bella e solare come lei.
"Smettila di ridere e guarda la chat..." girò il cellulare che aveva in mano e su cui era aperta la schermata della loro chat di gruppo, dove Jellal aveva scritto qualcosa che lo spiazzò quando lo lesse...
"Il matrimonio è annullato, mi spiace ragazzi." era la semplice scritta che fece preoccupare entrambi, ed erano certi, anche gli altri due che ancora li aspettavano in auto...
   
 
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