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Autore: Allen Glassred    13/08/2021    1 recensioni
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Ogni storia è fine a sè stessa ed eventualmente collegata ad altre long, quindi potrete decidere di recensire quella che volete senza tener conto delle altre. Spero che questo originale Writegust sia di vostro gradimento e che vorrete lasciarmi un vostro parere sulle storie che più gradirete.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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- Questa storia fa parte della serie 'Write... '
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Day 13: Alpaca
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Amara, Amenadiel ed Azrael

 

La giovane Amara osserva colui che, di fatto, è suo fratello maggiore: Amenadiel. Il figlio di Michael ed Anael, che fu dato per morto assieme alla madre moltissimi anni prima salvo poi scoprire che, grazie all’intervento inatteso di Uriel e Gabriel, entrambi erano sopravvissuti e che Dio permise loro di ricongiungersi, rendendo un angelo Anael e rimandandola sulla Terra per poterle così permettere di crescere il bimbo che ora è un giovane uomo. La fanciulla si china e fa per raccogliere il peluche che è finito a terra, ma con cattiveria l’altro lo afferra malamente mentre punta il suo sguardo infuocato in quello della minore. “ Non toccarlo! Questo non è tuo, non ti permettere di insudiciare il solo ricordo che possiedo di mio padre! “. Calca sulla parola mio, sotto lo sguardo severo di un giovane dalla chioma bionda: anche lui figlio di Michael, al momento tuttavia la madre è ignota.

 

“ Amenadiel! “. Lo rimprovera severamente colui che si rivela essere Azrael, l’Angelo della morte. Ma il maggiore scuote il capo mentre colei che, volente o nolente, è sua sorella minore lo osserva con espressione neutra.

 

“ Amenadiel che cosa?! “. Tuona il maggiore, riprendendo la sfuriata. “ Questo è stato un dono di nostro padre, poco prima della mia nascita! E lo ha donato a me! Perché lui ama me, suo figlio! Il figlio avuto dalla donna che ama e che ha sempre amato, non il frutto di… di una squallida avventura! “. A quelle parole Azrael sembra alterarsi maggiormente.

 

“ Ma come ti permetti di…? “. Ma ad interromperlo è la stessa Amara: la ragazza, stanca degli insulti del maggiore e del suo disprezzo decide di prendere in mano la situazione.

 

“ Ora basta! “. Fa su tutte le furie, proseguendo di lì a poco sotto lo sguardo sbigottito di Azrael. “ Credevo che avremmo potuto conoscerci e formare una famiglia: siamo fratelli, condividiamo lo stesso sangue. Quando Anael, tua madre venne a chiedermi di incontrarti, era sua speranza che noi legassimo come sono riuscita a legare con Azrael. Invece vedo che sei solo un bambino capriccioso e viziato, non meriti nemmeno che sprechi il mio tempo con te “. Il suo sguardo brucia, in quel momento sia Amenadiel che Azrael rivedono in lei lo sguardo di loro padre e capiscono quanto, in fondo, la fanciulla gli assomigli. “ Non ci rivedremo mai più, non temere: non intendo perdere tempo con uno come te. Azrael, per te ci sarò sempre ma non chiedermi più di incontrare tuo fratello “. ora è lei a calcare sulla parola tuo, mentre il minore si sente tra due fuochi e non sa come comportarsi. “ Ah, un’ultima cosa… “. Detto questo e come se se ne fosse ricordata solamente ora, Amara estrae dalla borsa un peluche a forma di Alpaca: lo stesso posseduto da Amenadiel ed Azrael. In quel momento il maggiore sente qualcosa spezzarsi in lui, rendendosi improvvisamente conto di quanto sia stato crudele e stupido allo stesso tempo. La fanciulla lancia il peluche ai piedi del fratello per poi proseguire la frase. “ Non ti azzardare più a dire che sono il frutto di un errore: nostro padre amava anche mia madre, che ti piaccia o meno. Anael lo ha sempre saputo, ma a differenza tua sa cosa sia la famiglia e mi ha accettata: ha aiutato lei stessa mia madre a darmi alla luce, assieme a zio Gabriel. Mi ha protetta come un angelo custode, sperava che io, te ed Azrael saremmo potuti crescere insieme ed essere una famiglia. E nostro padre le lasciò questo peluche poco prima di andarsene: non sapeva che fosse incinta, ma le ha voluto lasciare… “. Si blocca: ritiene sia perfettamente inutile parlare, ormai non serve più. “ Addio per sempre, Amenadiel “. Conclude il proprio discorso la bruna, prima di dispiegare le proprie e maestose ali bianche ed alzandosi in volo, mentre alcune lacrime rigano il suo viso. Azrael nel frattempo si china a raccogliere il peluche, guardando severo il fratello maggiore.

 

“ Spero tu sia felice, perché hai appena perso per sempre l’unica sorella che avevi “. Fa, dispiegando a sua volta le proprie ali ora di colore nero. “ Vado a cercarla “. Commenta poi, alzandosi in volo e lasciando solo Amenadiel: suo fratello ha ragione, pensa. È rimasto solo, ha perduto la sorella ed il fratello è adirato con lui. La sua gelosia lo ha portato a ferire le persone che invece avrebbe dovuto proteggere, ora non gli resta che una cosa da fare: cercare di rimediare a questo suo sbaglio prima che sia tardi e, soprattutto, prima che Amara diventi un bersaglio facile per i demoni. In oltre pensa, deve restituirle il peluche. Deve scusarsi con lei per la sua stupidità, dirle quanto sia stato imbecille a dirle quelle parole crudeli e finalmente accoglierla in famiglia, com’è anche desiderio di sua madre Anael. In seguito pensa, dovrà parlare anche con Kelly: anche lei potrebbe diventare un facile obiettivo per i demoni, dev’essere protetta. E mentre lui era impegnato in quella sua assurda crisi di gelosia, potrebbe già essere stata aggredita e, se così fosse, non se lo perdonerebbe. Riflette un momento, poi prende una decisione: dispiega le proprie ali bianche, alzandosi in volo e dirigendosi verso l’abitazione di Amara e Kelly, come se uno strano presentimento lo avesse improvvisamente preso.

   
 
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