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Autore: My Pride    13/08/2021    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Deal with enemies Titolo: Deal with enemies
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: Flash Fiction [ 922 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Commedia

Avvertimenti: What if?, Slash


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Damian si sistemò gli occhiali sul naso, leccandosi la punta dell'indice per voltare distrattamente la pagina del libro che stava leggendo.
    Essendo venuta a conoscenza della sua convalescenza - e lui non voleva nemmeno sapere come avesse fatto -, sua madre aveva ben pensato di spedirgli una copia del Muqaddimah, per quanto lui avesse avuto il sospetto che si fosse trattato del libro autentico. Suo nonno aveva accumulato talmente tanta roba, nel corso dei secoli, che non sarebbe stato così strano se avesse trafugato un testo islamico che si occupava di teologia, scienze naturali, biologia e chimica e se ne fosse appropriato senza sé e senza ma. Dopotutto quando Ra's Al Ghul voleva una cosa, Ra's Al Ghul la otteneva. E Damian aveva deciso di restare nella sua ignoranza a riguardo. 
    Suddetto libro era rimasto stipato in qualche angolo della libreria per un bel pezzo, ma quel pomeriggio, complice il fatto che fosse solo in casa e che il tutore al braccio destro non gli permettesse di fare granché, aveva provato a dare a quel testo un'occasione, soprattutto perché sua madre raramente gli faceva dei regali senza che se ne fosse guadagnato il privilegio. Alla fine non si era nemmeno accorto di averne letto quasi metà, ed era stato il rumore delle chiavi che giravano nella toppa a risvegliarlo da quel suo torpore.
    «Ehi, D! Ho portato il cinese! Tofu alla Kung Pao, piccante come piace a te», canticchiò Jon nell'entrare allegramente, e Damian lo sentì trafficare nell'ingresso prima che la figura slanciata e massiccia del suo compagno si stagliasse sulla porta del soggiorno. Aveva un gran sorriso dipinto in viso, per quanto non si fosse accorto di avere un po' di sporco sotto l'occhio destro.
    Damian posò il libro sul tavolino, accennando un ringraziamento nell'invitarlo ad avvicinarsi. «Allora? Com'è andata?»
    «A lavoro o in missione?»
    «Entrambe le cose», rimbeccò nell'accennare allo sporco sotto l'occhio, e Jon sollevò gli occhiali per ripulirselo alla bell'e meglio prima di accomodarsi con lui sul divano.
    «A lavoro alla grande. Abbiamo avuto una soffiata su Luthor, domani si sveglierà con una brutta notizia in prima pagina», sghignazzò, posando la loro cena dinanzi a loro. Da quando era stato preso come giornalista in erba al Planet, la vena giornalistica ereditata dai genitori era schizzata fuori come se fosse rimasta sopita fino a quel momento. E pensare che da ragazzino non sapeva nemmeno scrivere i temi scolastici. «In missione... beh».
    Damian lo osservò per un lungo attimo, arcuando un sopracciglio prima di raddrizzare la schiena. «Problemi, Superman?» domandò scettico, e Jon si massaggiò il collo, a disagio.
    «Non esattamente, ma... si finisce sempre a contenere sparatorie, anche quando voglio solo cercare di parlare per evitare che si facciano male inutilmente». Scosse la testa, aprendo la busta che conteneva la loro cena. «Eppure la S sul mio petto dovrebbe far capire loro che è inutile spararmi addosso... e che i proiettili ritornano indietro», masticò tra sé e sé, allungando una mano per afferrare le bacchette e dividerle con un piccolo pop. «Come faccio a trattare con i miei nemici, quando si dimostrano così ottusi?»
    «Uccidili», replicò Damian con semplicità, e Jon lo guardò male. Per quanto fosse certo che scherzasse - perché scherzava, vero? -, Damian non era stato così estraneo a soluzioni del genere, quand'era un ragazzino. Adesso, almeno, si sentiva abbastanza sicuro di sé da poterne parlare e ironizzarci senza sentirsi in colpa per azioni manovrate da sua madre.
    «Un po' estremo, non credi? Speravo in una soluzione più... passiva».
    Damian sollevò la mano sinistra, unendo i polpastrelli di pollice e indice prima di socchiudere anche un occhio. «Uccidili solo un po'», propose, vedendo Jon aggrottare la fronte.
    «Così non aiuti, D».
    «Stammi a sentire, Jon». Damian lo guardò dritto negli occhi, e Jon poté leggerci la serietà che solitamente lo caratterizzava. «Potrai provare quanto vuoi a trattare con i criminali, ma capiscono un'unica cosa: la violenza. E quella è una soluzione che funziona per Batman... tu sei Superman. Anche quando non vorranno saperne, troverai sempre il modo per trattare con loro». Gli batté un pugno sul petto senza nemmeno pensarci due volte, e non aveva bisogno della vista a raggi X per sapere che sotto la camicia indossava la sua tuta. «Verità, giustizia, e un mondo migliore. Ricordatelo».
    Jon per un momento non disse nulla, limitandosi a fissare Damian. Il suo battito era calmo, la sua espressione risoluta, e poteva benissimo vedere, per quanto cercasse di nasconderlo, che un angolo della sua bocca si era sollevato impercettibilmente in un sorriso. E ben presto si ritrovò a ricambiarlo anche lui prima di abbracciarlo e nascondere il viso nell'incavo del suo collo.
«Grazie», sussurrò contro la sua pelle, e Damian sbuffò un po', vagamente ilare.
    «E di cosa... idiota», rimbeccò di rimando in un soffio, dandogli una pacca dietro la schiena. «Vedi di non dubitare più delle tue capacità di contrattazione».
    «Mi piace quando mi fai i complimenti», lo prese un po' in giro Jon, facendolo borbottare.
    «Mpf. La prima e ultima volta, ricordalo». In realtà non era affatto vero, ma quelli erano dettagli che poteva benissimo trascurare. «Mangiamo la nostra cena prima che si freddi, piuttosto».
    «Solo se lasci che a te ci pensi io».
    Damian lo guardò un po' male, squadrandolo come se fosse pronto a fulminarlo con lo sguardo, ma poi rilassò le spalle. «Mhnr... ma che non diventi un'abitudine», lasciò correre, e Jon sorrise.
    Il suo romanticismo era salvo, una volta tanto
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Toglietemi dalle mani l'iniziativa #incorrectquotes indetta
sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia, perché qui le cose stanno cominciando davvero a sembrare stranissime aha a parte questo, ecco il prompt a cui si ispira la fic:
Jonathan: How do I deal with my enemies?
Damian: Kill them
Jonathan: That's a bit extreme, I was hoping for a more passive solution
Damian: Kill them only a little

Jon e Damian in questa fiction sono una coppia ormai rodata, quasi sulla trentina. La frase di Damian "Verità, giustizia e un mondo migliore" è il nuovo motto di Superman. Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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