Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Lizzyyy02    14/08/2021    0 recensioni
Tutto al mondo ha un equilibrio. Tutti cercano di raggiungerlo, perché l'equilibrio è la perfezione.
Perché senza, sarebbe solo il caos.
Anche per gli angeli e i demoni è sempre stato così: le file schierate dalla parte delle tenebre dovevano essere dello stesso numero delle creature celestiali. Miliardi di anni a cercare di mantenere questo patto, sacro e antico come l'universo stesso, nonostante fosse fragile e precario, come un filo sottilissimo pronto a spezzarsi.
Ma cosa succederebbe se quel filo si spezzasse davvero?
Catherine è una normalissima ragazza all'ultimo anno di liceo quando, senza alcuna apparente motivazione, il suo corpo comincia a soffrire di terribili dolori, sempre diversi, ma ugualmente lancinanti, come se stesse avvenendo un profondissimo cambiamento dentro di lei, quasi una trasformazione...
Proprio in questo periodo due bellissimi e misteriosi ragazzi iniziano a frequentare la sua scuola, ma Catherine per qualche motivo, non riesce proprio a fidarsi di loro, soprattutto di uno in particolare.
Rivelazioni sconcertanti, misteri, un'attrazione che non dovrebbe esistere e una verità a cui Catherine non potrà sfuggire: lei sarà la causa della prossima guerra. Lei spezzerà l'equilibrio.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Catherine si svegliò in preda ai sussulti.

Respirava affannosamente per riempirsi i polmoni d’aria, eppure non osava muoversi.
Percepiva la schiena e la maglia del suo pigiama fradice di sudore...ma non mosse un muscolo.
Il suo corpo era intrappolato, e l’unica cosa che poteva fare era rimanere assolutamente ferma.

Neanche lei seppe con certezza per quanto tempo rimase così: immobile ma tremante, con gli occhi spalancati nel buio e i respiri sempre più profondi.
Dopo quella che le parve un’eternità, cominciò a calmarsi; piano piano il ritmo dei respiri rallentò e smise di tremare. Con molta cautela sfilò la maglia, cambiandola con la prima che le capitò a tiro nel cassetto del comodino.
Catherine cercò di capire come mai fosse così sconvolta, quando, improvvisamente, ricordò il sogno che aveva fatto.

Fu come un lampo nella sua mente, e le provocò un nuovo tremito.
Nel sogno era accasciata contro il muro all’interno di una stanza che non aveva mai visto. Sia i suoi piedi che le sue mani erano legati, e quando aveva provato ad urlare per chiamare aiuto, si era resa conto che aveva anche un bavaglio intorno alla bocca. Quella stanza era completamente vuota, nemmeno un mobile. C’era solamente una porta semiaperta da cui proveniva una luce molto forte, e delle voci.
Catherine ne distinse tre; poi sentì qualcuno avvicinarsi alla porta e spalancarla con violenza contro una di quelle quattro oscure e soffocanti pareti.
La luce accecante dietro la figura non permetteva alla ragazza di distinguerla, ma era sicura di aver già visto quella persona da qualche parte.
Sembrava tenere in mano qualcosa di lungo e affilato, eppure tutta la sua attenzione era stata calamitata da ciò che si allargava -o meglio, si dispiegava- dietro la sua schiena.

Proprio mentre quelle “cose” si ingrandivano al punto da coprire tutta la sua visuale, la scena cambiò.

Ora si trovava sul tetto della sua scuola. Il cielo era chiazzato di nuvole rosse e rosa a perdita d’occhio in un intreccio che avrebbe commosso chiunque: uno dei tramonti più belli che avesse mai visto.
Un vento tiepido le scompigliò dolcemente i capelli, procurandole la pelle d'oca.
Improvvisamente, dietro di lei, una voce le parlò. Era solo un sussurro, ma la ragazza lo percepì benissimo: «È nato l’ultimo angelo».

Le parve che la voce stesse sussurrando anche altro, ma questa volta non riuscì a capire. Quando si voltò per sentire meglio, dietro di lei vide solamente una distesa infinita di nuvole cremisi.

Istintivamente volse lo sguardo verso il basso. Sotto i suoi piedi si stagliava il vuoto più assoluto.

A quel punto si era svegliata di soprassalto.
Catherine non ricordava di aver mai fatto un sogno così realistico in vita sua, ma ciò che la preoccupava davvero era come aveva reagito il suo corpo.
Era stato solamente un sogno, eppure il suo istinto le gridava che era davvero una cosa importante.
Quasi senza rendersene conto, prese a parlare, nel vuoto della sua stanza: «Si, d-devo ricordarlo, io...devo…»

Lentamente la sua voce si fece sempre più flebile fino a diventare un sibilo inudibile. Catherine cadde nuovamente preda del sonno.

La mattina seguente aveva dimenticato gran parte del suo sogno.
   
 
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