Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Giuls_breath    15/08/2021    1 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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I Tyrell


 
Il giorno seguente, Loras Tyrell giunse in compagnia di sua nonna Olenna, una donna tanto minuta quanto arguta, gentile e autoritaria. Loras Tyrell era come Sansa lo ricordava: di corporatura snella e di aspetto molto attraente, con una folta cascata di riccioli castani e occhi dorati, vividi e intelligenti. Lei in compagnia di sua madre e suo fratello accolsero i loro ospiti e l’esercito che li aveva scortati fin lì. La nonna del giovane si dichiarò immediatamente favorevole alla loro unione, anche se più volte incrociando lo sguardo di Sansa, la ragazza ebbe come l’impressione che l’anziana donna avesse compreso o quantomeno intuito che qualcosa nel profondo della Stark si agitava turbandone la serenità.
I due giovani furono ben presto lasciati soli a passeggiare nel parco, mentre l’anziana Lady Olenna chiese di poter gustare del vino rosso per potersi rimettere in sesto dal viaggio lungo e noioso.
“Sei bellissima, Sansa.” le disse Loras sorridendole appena e camminando accanto a lei, le offrì il braccio per camminare insieme e vicini.
Sandor li seguiva a un po’ di distanza in quanto guardia del corpo della giovane.
“Grazie, ser.” disse la ragazza.
“Sei più alta dall’ultima volta che ti ho vista ad Approdo del Re.” constatò il Cavaliere.
“Sì, il tempo cambia le persone.”
“Già.” la osservò “Tu però sei cambiata solo in altezza, sei sempre così elegante, dolce e gentile.”
“Beh, non proprio.” lo contraddisse “Perdona la mia insolenza, ma sai, il tempo mi ha resa più schietta. Prima ero tremendamente superficiale, pensavo alle acconciature, ai ricami, a come dovevo comportarmi, ma poi c’è stata la fuga da Approdo del Re, sai… non sapevo mai se il giorno dopo sarei stata viva o morta.”
“Tua madre ha accennato qualcosa nella lettera indirizzata a mia nonna.” affermò Loras.
“Leggi la corrispondenza di tua nonna?” chiese Sansa perplessa.
Lui la guardò negli occhi “No, cioè… in realtà, lei mi aveva detto di questa cosa insomma del matrimonio combinato, solo che volevo sapere con chi avrei dovuto… sposarmi e allora ho letto.”
La giovane annuì anche se assunse l’aria leggermente contrariata “Non volevo offenderti” proseguì lui “ero solo curioso.”
“Non fa niente. Cosa ti piace fare nel tempo libero, Loras?” chiese lei.
“A parte usare la spada, beh leggere libri sulle antiche casate. E’ utile conoscere il passato. Ti insegna tanto.” asserì lui.
“Sì, immagino.” disse lei voltandosi verso Sandor che solo per un istante incrociò il suo sguardo per poi assumere un’espressione autoritaria e distaccata. Sansa tornò a guardare il cavaliere al suo fianco.
“Mi piace adornare il mio mantello e la mia armatura di fiori, sai è per questo che mi chiamano Cavaliere di Fiori.”
Lei sorrise “Sì, lo so.” distolse lo sguardo e si voltò verso Sandor che camminava a venti passi di distanza da loro, anche Loras si voltò “Ti mette a disagio lui?”
“Chi? Sandor? No! E’ grazie a lui se ho tutto questo e… se ho potuto rivederti.” concluse sorridendogli imbarazzata e aggiungendo quella frase solo per non sembrare una completa maleducata.
“Oh, te lo chiedo perché sei un po’ nervosa. E distratta.”
“No.”
“Sì. Guardi costantemente altrove. O alle nostre spalle. Sono io che ti metto a disagio?” le chiese.
Sansa si morse appena il labbro inferiore “Scusami. Non è colpa tua. E’ che…”
“Non vuoi sposarti.” completò lui.
Sansa non osò dirgli qual era il suo pensiero in merito: non era certa che lui avrebbe capito.
Abbassò il capo completamente a disagio.
“Tu sei così gentile, galante, ma…” non sapeva come concludere la frase.
“Non sei pronta per sposarti.” concluse lui sistemando una ciocca di capelli dietro il suo orecchio.
Sansa abbassò lo sguardo con aria colpevole, ma fu lui a parlare di nuovo “Nemmeno io lo sono, ma se devo fare un sacrificio per la mia famiglia, lo faccio.” lei deglutì “Io ti rispetterò sempre, Sansa. Non ti metterò mai fretta per… sai, avere… figli o altro. Ti tratterei bene. E so che la stessa cosa la faresti anche tu con me. Sarebbe un matrimonio basato sul rispetto reciproco.” Sansa lo guardò “Per te va bene?”
Sansa guardò di nuovo Sandor, lo guardò a lungo e intensamente, anche l’uomo la guardò e i loro sguardi si incatenarono, fu Loras a interrompere quel muto dialogo “Sansa, ho capito. Si vede. Ma non potrete. Non potrete mai stare insieme, tu e lui. Sì, tuo fratello l’ha nominato cavaliere, ma… la tua unione con lui è qualcosa che deve decidere lui. Spetta al capofamiglia decidere. E io ne so qualcosa.”
“E a te sta bene?” chiese lei guardandolo dritto negli occhi.
Lui si dondolò sui piedi “Non ho molta scelta. Se tu scegliessi di sposarti con me, sappi che insomma… mi imbarazza dirlo, ma… ehm, potrai scegliere di… stare con lui, io… insomma, ehm… quello che voglio dirti è che… potrai avere rapporti con chiunque tu voglia, non per forza con me.”
Sansa corrugò la fronte “Ma che matrimonio sarebbe se non è consumato? Credevo che il matrimonio fosse questo, oltre al rispetto e all’amore verso il proprio sposo.”
“S – sì, lo è. In teoria. In pratica ognuno fa quello che vuole. Sai quanti figli bastardi ci sono in questo e nell’altro continente!” esclamò lui.
“Ma io non voglio dare alla luce figli bastardi, so cosa vuol dire e non mi piace. Se devo sposarmi per dare poi alla luce eredi illegittimi, no. Non voglio sposarti. Scusami, Loras.” dette queste parole Sansa si voltò e fece per incamminarsi di gran fretta, ma le parole di Loras la raggelarono “Lo so, Sansa, ma non puoi evitarlo. Né io né te possiamo farci nulla.” Sansa si fermò qualche istante sbarrando gli occhi, poi si congedò del tutto fuggendo di buona lena seguita da Sandor.
Sansa non si fece vedere quella sera a cena, mandò Sandor dal fratello e dai suoi ospiti per scusarsi della sua assenza. Robb guardò a lungo prima il cavaliere poi guardò Loras e infine proseguì la sua conversazione con Lady Olenna circa la politica difensiva del Nord.
Sansa rimase in camera sua tutta la sera e tutta la notte, aveva il cuore che le doleva e la testa che le martellava senza sosta, cosa non avrebbe dato in quel momento per essere libera, per essere chiunque tranne Sansa Stark!
 
Il giorno seguente fu Lady Olenna a voler parlare con la giovane, Sansa indossò – a malincuore – il suo vestito più bello, i capelli le furono spazzolati e acconciati con gran cura, era bellissima, ma qualcosa strideva, la giovane stessa lo notava nell’osservarsi allo specchio, a Lady Olenna quel particolare non sarebbe di certo sfuggito!
Quando la dama di compagnia di Sansa ebbe finito, aprì la porta per permetterle di uscire, appena fuori la stanza la attendeva Sandor che fece un passo verso di lei e la guardò: ad altri forse sarebbe sfuggito quello sguardo, ma non a Sansa che lo vide intento a scrutarla da capo a piedi.
“Principessa.” esordì lui facendo un piccolissimo cenno.
“No.” disse lei scuotendo la testa, ma lui non la guardava già più, lei abbassò il capo e sospirando mestamente s’incamminò lungo il corridoio del castello.
I due giunsero nella Sala grande dove li attendevano  Catelyn Stark e l’anziana donna che vedendo la principessa sorrise, la madre, senza che la Tyrell lo notasse, le fece segno di fare un inchino quasi come se sua figlia fosse ancora una bambina da istruire; Sansa fece una piccola riverenza e disse “Mia signora, vi chiedo di perdonare la mia assenza di ieri sera.”
“Oh, bambina mia, tirati su!” esclamò alzandosi e sorridendole in modo affettuoso “Tranquilla, il tuo cavaliere qui ci ha detto che non eri in forze, spero vivamente che stasera tu lo sia.” Sansa sorrise appena per poi abbassare un momento lo sguardo e incrociare quello della madre che le restituì uno sguardo compiaciuto e al tempo stesso severo.
“Lo spero.”
“Bene! E ora mostrami il vostro delizioso giardino, so che c’è un Albero – Diga qui, vero?”
“Sì, mia signora, prego, da questa parte.” la invitò Sansa “Madre.” salutò con freddezza il genitore per poi darle le spalle.
Le due donne camminavano a passo lento lungo il giardino di Grande Inverno avvolto da un’insolita gelida nebbia e ad una certa distanza le seguiva Sandor che bramava nel sentire i discorsi delle due donne, non perché il discorso della vecchia gli importasse più di tanto quanto quello che lei, Sansa, avrebbe risposto alla donna. Sapeva che Lady Olenna non era proprio un agnellino, anzi il suo linguaggio estremamente diretto e pungente avrebbe potuto turbare Sansa e se così fosse stato, lui avrebbe voluto esserci.
Sì, ma come?
“Mi ha raccontato tuo fratello del tuo trascorso, che tragedia!” disse la donna passeggiando accanto alla giovane Stark “Deve essere stato un vero strazio vivere accanto a quel piccolo mostro laggiù! Non oso immaginare come sarebbe stato esserne la moglie.” commentò.
“Credevo che sposandomi lui sarebbe cambiato, ne vedevo gli aspetti migliori, anche se… non so come abbia fatto a vederne!” asserì Sansa a testa bassa.
“L’amore rende ciechi, come si suol dire. Ed è vero. Tu eri solo una bambina cresciuta negli agi, non sapevi nulla della vita vera, della sua crudeltà. E l’amore dei cantastorie stordisce fino a farci perdere il senso del reale. Tua madre mi ha detto che adoravi le ballate!”
“Sì, mia Lady.” intervenne fugacemente Sansa guardando ancora una volta alle sue spalle.
“A volte l’amore” riprese la donna “non ci permette di vedere con chiarezza le cose che ci circondano.” Sansa non poté evitare di abbassare il capo e guardare indietro, Sandor la stava guardando, lei riluttante tornò a guardare la donna “Ci sono persone o eventi che nessuno dovrebbe sopportare o subire.” sospirò “Anche il viaggio che hai intrapreso con la tua guardia per tornare a Grande Inverno deve essere stato terribile, insomma una ragazza del tuo lignaggio che vive nei boschi è terribile e poi lo stupro da parte del Bastardo di Bolton, ah!” esclamò lei “Un’altra persona nelle tue stesse condizioni si sarebbe già tolta la vita.” le disse schietta “E io forse l’avrei fatto e se fossi stata al tuo fianco te lo avrei suggerito! Meglio morta che carne priva di volontà nelle mani di un uomo qualsiasi.”
A Sansa lo stomaco si contrasse nervosamente, “Sono una Lady di Grande Inverno, non mi piego così.” le rispose freddamente.
“Lo so, ed è un bene e un male questo.”
“E perché mai?” le chiese corrugando la fronte.
“Perché non potrai mai vivere accanto a nessuno con questo tuo atteggiamento. Ed io ne so qualcosa. Tu sei una persona che solo da sola può vivere o accanto a qualcuno certamente di non alto lignaggio.”
“Mia signora, mi state offendendo.” replicò con tono glaciale Sansa.
“E perché? Perché dico la verità? Perché vedo anche quello che si cerca di nascondere? Perché non temo il giudizio di una ragazzina innamorata del soldato che l’ha riportata a casa?” a Sansa sembrò di ricevere uno schiaffo in pieno viso, le mancò il fiato “Ascoltami, ragazza, l’amore è qualcosa che né io né tu ci potremmo mai permettere, puoi provarlo certo, ma viverlo mai. Non ti è possibile né ora né mai, prima lo accetti e prima inizierai a vivere rassegnata. Capisco l’interesse di tuo fratello e tua madre nel favorire l’unione e da stratega lo appoggio, ma da nonna…” Lady Olenna scosse la testa “no.”
Sansa retrocesse di un paio di passi, poi disse “Mia signora, con il vostro permesso rientro nelle mie stanze, temo di non sentirmi troppo bene.” Sansa si allontanò a passo svelto dall’anziana lady con le lacrime agli occhi superando Sandor che vedendola correr via guardò prima Lady Olenna a cui fece un rapidissimo cenno e poi corse dietro Sansa.
Sansa sentì le lacrime bagnarle il viso, si fermò nel mezzo del giardino deserto avvolto dalla nebbia che la celava dalla vista di chiunque: si permise di singhiozzare, quando fu bruscamente voltata il suo pianto si fermò di colpo, ma quando vide che era Sandor che la guardava intensamente si permise di riprendere a piangere stringendosi a lui.
“Ho paura.” si consentì di dire “Io voglio… essere libera.”
Sandor la strinse a sé, non prima di essersi accertato che fossero realmente soli, non disse niente. Cosa mai avrebbe potuto dirle? Vorrei non averti mai riportata qui? Vorrei aver chiesto già diverse volte di poterti avere? Cosa? Si limitò a stringerla ancora più forte a sé posando una mano tra i suoi lunghi capelli rossi, quando incrociò i suoi occhi chiari resi ancora più vividi dalle lacrime, Sandor dimenticò chi era lei e chi era lui stesso, dove si trovavano, che potevano essere visti dalle altre guardie a difesa di Grande Inverno o dalla stessa Lady Olenna, la baciò. Un bacio in cui entrambi si persero e si ritrovarono, un bacio che fece loro dimenticare chi erano, che fece perdere completamente il contatto con la realtà. Un bacio in cui Sansa avrebbe voluto restare e vivere sempre, ma così non poteva essere, non per tanto.
Sandor si allontanò da lei facendo violenza quasi su se stesso “Principessa, ti riaccompagno nelle tue stanze.” disse cercando di riprendere il suo ruolo, ma la sua voce lo tradiva e lo stesso sguardo di Sansa lo fece sentire di colpo inadeguato. Non avrebbe mai voluto chiamarla così, avrebbe voluto chiamarla ‘uccelletto’, ma non gli era più permesso scherzare con lei.
 
Sansa non si fece vedere neanche quella sera a cena, mandò Sandor dal fratello e dai suoi ospiti per scusarsi della sua assenza. Non intendeva più rivedere Lady Olenna o suo nipote.
Sandor fece ritorno rapidamente da lei; bussò alla sua porta e Sansa aprì la porta “Glielo hai detto?”
Lui annuì, “Ti lascio sola, sarai stanca.”
“No, aspetta.” lo fermò lei “Vorrei andare a cavalcare.”
“A cavalcare, principessa?” chiese lui.
“Ti prego, non chiamarmi anche tu così! Quando mi chiamavi ‘uccelletto’ mi facevi sentire piccola sì, ma leggera e libera! Ed è così che voglio sentirmi anche stasera, ti prego. Fallo per me.”
Sandor acconsentì quindi e silenziosamente, attraversando un passaggio segreto, sgattaiolarono nelle stalle, da lì i due salirono sulla groppa di Straniero e dopo aver dato al destriero un colpo di speroni, i due si allontanarono nella notte.
 
 
L'aria era incredibilmente fresca e il lieve vento soffiava dolcemente tra i loro capelli, Sansa si sentì di nuovo viva, forte, libera.
Protese le braccia ai lati del cavallo, sfiorò l'erba che scivolava velocemente ai propri fianchi, le sembrò persino di sentire il vento toccarle i palmi delle mani.
Sansa sorrise e Sandor la vide "È la prima volta che ti rivedo sorridere dopo tanti giorni."
Lei si voltò verso di lui "Mi sembra di poter respirare di nuovo." tacque per un momento "La mia potrà sembrarti una frase sdolcinata e forse stupida, ma devo dirtela." lui rallentò l'andatura di Straniero "Mi sembra di poter respirare solo accanto a te."
Sansa lo guardò in volto, la metà bruciata era avvolta dalla semioscurità della luce della luna, l'altra parte del suo volto invece era completamente avvolta dalle tenebre.
"Sai a cosa pensavo mentre cadevo e pensavo che la mia vita finisse lì?" le disse Sandor, lei scosse la testa "Ho pensato a te, a quello che avevamo passato, alle frasi che ci eravamo detti. Ho pensato che almeno una cosa buona l'avevo fatta nella mia vita, una cosa preziosa l'avevo riportata dove doveva stare. Ho pensato di essere riuscito a insegnare a un uccellino a volare con le proprie ali." la guardò "Vedendoti così però in questi ultimi giorni mi ha fatto male, sai perché?
Perché so che la colpa di questo tuo malessere è la mia. Mai avrei voluto che soffrissi eppure non ti ho protetto da quel Bolton, non volevo che soffrissi eppure sono stato io la causa di ciò.
Io ti amo, ti voglio da... da sempre forse, ma più di tutto voglio che tu sia felice."
"Questo avverrà solo se resto con te." gli disse cogliendolo alla sprovvista, lui chiuse per un istante gli occhi e respirò profondamente, Sansa avrebbe voluto potergli dire che non avrebbe sposato Loras Tyrell, che la sola idea di sposare qualcuno che, aveva già premesso, non l’avrebbe amata mai la soffocava ancora di più dell’idea stessa di sposarsi, ma ciò che fece fu guardare avanti e osservare il fiume dinanzi a loro.
“Tu resterai con me.” le disse “Io sarò sempre la tua guardia del corpo, non penso che quel frocio di Cavaliere che sposerai ti dirà di no, se tu mi vuoi con te.”
“Pensi che lui sia…?” gli chiese Sansa.
“Non lo so, per la verità non me ne frega un cazzo di cosa preferisca, ma uno che si mette tutti quei fiori addosso…” rispose lasciando la frase in sospeso.
“Forse… vuole solo coprire il suo odore, magari puzza.” disse per poi sorridere all’idea che uno così curato come il Cavaliere di Fiori puzzasse, la frase fece sorridere anche Sandor.
“Profumerai tanto anche tu, uccelletto, magari di fiori di campo o di rose.” riprese lui “Sarai bellissima quel giorno, tutti ti invidieranno e invidieranno soprattutto lui.” Sansa abbassò lo sguardo per poi stringere appena gli occhi, sentì le mani di lui accarezzare le sue e stringerle come per infonderle coraggio di fronte a quella prospettiva che pareva tanto angosciante a lei quanto a lui “Io ci sarò sempre per te. Farò in modo che nessuno ti faccia più del male, che tu sia felice e che tu possa dormire sogni tranquilli.”
“Sogni tranquilli.” ripeté lei quasi sottovoce “Non avrei mai immaginato che finisse così per me. Insomma sì, quando ero prigioniera ad Approdo del Re avrei dato qualunque cosa pur di sposarmi con chiunque che non fosse Joffrey, ma oggi è ben diverso. Ti ho conosciuto, ho capito chi sei e mi piace quello che vedo.”
“Non esageriamo adesso. Resterò sempre un mostro con il volto mangiato dalle fiamme.”
Fu lei stavolta a stringere di più le sue mani “Io non esagero, dico solo la verità. Tu che fiuti la verità, sai che dico il vero.”
Lui sospirò poi guardò verso la luna e Sansa voltandosi vide la metà sana del suo volto “Sandor” lui la guardò “tu pensi di essere un mostro, ma ti assicuro che non è così. Tu mi hai vista dentro e hai capito che oltre alla ragazzina viziata e superficiale c’era altro, e anch’io ho visto altro oltre al tuo viso e alle tue cicatrici. Non è quello che appare a definirci, ma ciò che facciamo… ricordi?”
Lui posò una mano su una guancia della giovane e sussurrò il suo nome prima di posare delicatamente le sue labbra sulle sue e baciarla delicatamente. Sansa ricambiò con ardore e al tempo stesso con innocenza a quel bacio, a sua volta posò la sua mano sulla metà sfigurata di lui e se lui sobbalzò appena a quel contatto, poi anche lui si lasciò andare a quel trasporto e a quella dolcezza.
 
 
Tornarono al castello e, per rientrarvi senza essere notati, passarono attraverso lo stesso passaggio segreto usato per uscire. Sandor la riaccompagnò fin davanti alla porta di casa sua, poi le disse “Allora… buonanotte, è così che si dice no?”
Lei sorrise e rispose “Sì.” lui stava per andare via “Aspetta, resti ancora un po’ con me?”
Lui indugiò guardandola negli occhi “Uccelletto, non…”
Gli sorrise “Per favore.”
E lui entrò, mentre lei chiuse la porta a chiave dietro di lui…



______

Buongiorno e buon Ferragosto a tutti!
Vi dirò che scrivere questo cinquantesimo capitolo con questo caldo 
è stata veramente un'impresa, spero non ci siano errori di battitura, 
ma nel caso non me ne vogliate, spero apprezziate ugualmente!
E' un capitolo in cui succedono tante cose e
che è il prologo di quanto avrete intuito, forse, accadrà nel cinquantunesimo capitolo 
ed è al tempo stesso un capitolo che inizierà a far avvicinare la storia alla sua,
credo, giusta conclusione. 
Alla prossima! xoxo

 
  
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