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Autore: Vickk36_    16/08/2021    1 recensioni
Gemma è una ragazza alle prese con l’ultimo anno di medicina, determinata e intraprendente come poche. La giovane è impaziente di ottenere la sua laurea al più presto difatti, da quando il suo ragazzo, Andrea, l’ha tradita, facendole smettere di credere all’amore, ed i suoi genitori sono disinteressati alla sua vita, ella non si è concentrata in altro se non allo studio al fine di poter diventare ciò che ha sempre desiderato: Un medico. Ma i suoi obiettivi vengono messi a dura prova da un professore tanto irascibile e misterioso quanto importante, colto e dedito al lavoro: Riccardo Esposito.
I due ben presto, da un odio iniziale, si ritroveranno a far parte di qualcosa di può grande di loro e…di proibito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Spesso la vita ci sorprende,  ci lascia senza fiato e ci fa crescere: Essa non è mai prevedibile poiché ogni giorno ci pone sempre una sfida differenti dalle precedenti e,  a tal proposito, La vita di Gemma non era mai stata facile ma era solo grazie a se stessa e alla sua determinazione e tenacia che stava finalmente concludendo gli studi e pertanto, il giorno della sua laurea si stava avvicinando sempre di più. Il tempo passava e lei non poteva non essere più che orgogliosa di essere riuscita a contrastare il disappunto dei suoi genitori su tale scelta, sebbene questi ultimi fossero rimasti adirati per anni e anni riguardo la scelta, a parer loro inconcludente, della propria figlia,  e ad aumentare la sua sicurezza che, a causa della sua adolescenza vissuta nei peggiori dei modi, era svanita nel nulla.

 

Gemma, benché fosse una giovane donna che desiderava realizzare i suoi sogni e diventare qualcuno nel mondo della medicina,  era umana e come tutti, aveva dei sentimenti e delle emozioni che,  seppur provato a mettere a tacere in tutti modi esistenti, erano insopprimibili ed incontrollabili. Ciò che era successo con Riccardo Esposito non poteva considerarsi un errore bensì una nuova prova che l'universo le aveva offerto. Quella prova però, era molto diversa da quelle che fino ad allora aveva dovuto affrontare e che poi era riuscita a superare in modo eccellente.Non era nemmeno un'esame che una volta dato poteva non riproporsi più. No. Era molto di più, era qualcosa che, malgrado appena nato, poteva considerarsi indescrivibile. Appena ella percepiva la sua presenza il suo corpo mutava repentinamente e guardarlo ed immaginarlo in altre circostanze era inevitabile. Finalmente qualcosa tra la giovane studentessa ed il noto docente stava nascendo ma un altro problema si sovrapponeva ai tanti altri: Luca.

Gemma ormai, non lo sentiva più da giorni e nonostante avesse provato svariate volte a telefonarlo e fare qualsiasi cosa per incontrarlo era tutto inutile, lui non intendeva vederla e sentirla. La giovane si sentiva tremendamente in colpa per non avergli raccontato niente ed il modo in cui ne era venuto a conoscenza era deplorevole ma allo stesso tempo sapeva che era impossibile fare il contrario. Gemma si soffermò sopratutto sulla sua reazione che, seppur biasimabile, era comunque sospetta. Lei era un'adulta, maggiorenne da tempo, e pertanto non aveva bisogno di qualcuno che le facesse da babysitter o che le stesse con il fiato sul collo. Dunque, voleva mettere in chiaro quei dettagli con moderazione e provandosi a mettere nei panni di un ragazzo timido e riservato come Luca che, aveva solo lei come unica amica sulla quale fare affidamento. 

 

Quel martedì di Dicembre Gemma aveva il tirocinio e perciò, era impaziente di arrivare in ospedale ed assistere ad almeno un intervento,  qualora fosse stato possibile. All'idea che avrebbe rivisto Riccardo Esposito le vennero i brividi in quanto prevedeva che, almeno dal canto suo,  stare accanto all'uomo che la sera prima aveva appassionatamente baciato le avrebbe recato non pochi disagi. Ripensando nuovamente a quella sera, la giovane accennò un sorriso rammentando il modo in cui il professore l'aveva baciata ed ancora, in realtà, stentava a credere che quei momenti fossero veramente avvenuti. Ma,  poco dopo si rabbuiò per il suo migliore amico. L'ansia la stava mangiando viva e la paura di perderlo altrettanto. Doveva parlargli al più presto per cercare di risistemare tutto nonostante sapesse che le difficoltà non sarebbero state ben  poche ma quantomeno, si sentiva in obbligo a dargli delle spiegazioni e lo stesso avrebbe fatto con Chiara. 

 

Appena mise piede fuori casa, inspirò a pieni polmoni l'aria fresca invernale, chiuse gli occhi e, sebbene preferisse la stagione autunnale, un senso momentaneo di pacatezza la travolse attenuando la sua ansia e l'emozione nel rivedere Riccardo Esposito, grazie a quel piacevole gelido che le provocava la pelle d'oca lungo tutto il corpo.

Il policlinico universitario distava poco da casa sua e dunque Gemma decise di incamminarsi verso esso con un passo svelto. Era già in ritardo e, poiché sapeva quanto il suo professore odiava aspettare, si maledì in quanto lui  non le avrebbe sicuramente risparmiato la ramanzina, che puntualmente l'aspettava appena avrebbe messo piede nel reparto di ortopedia e traumatologia.

 

Dopo dieci minuti Gemma aveva di fronte a lei l'imponente struttura che ormai era diventata una seconda casa a causa di tutto il tempo passato all'interno di essa. Pensò, osservandola, che avrebbe avuto comunque nostalgia della sua città natale malgrado non vedesse l'ora di andare altrove poiché, come spesso si vuol dire, il cuore appartiene alla città in cui si è nati e cresciuti e abbandonarla non può mai non essere un colpo al cuore.

Sorrise, guardando tutti i tirocinanti, gli specializzandi e gli strutturati. Il suo percorso, nonostante le molteplici difficoltà, era stato sensazionale e l'università di medicina e chirurgia le aveva insegnato a non arrendersi alla prima difficoltà e a non farsi incutere dai tanti anni di studio, dai numerosi libri da studiare e dalle cose da ricordare, ma di godersi ogni piccolo momento e pensare  al finale di quella lunga strada che, in certi versi, sembrava quasi interminabile.

 

Gemma entrò nell'edificio dalla porta scorrevole e si incamminò verso il reparto che da tempo le interessava, sopratutto da quando aveva deciso di trattare tale materia per la sua tesi di laurea. Aspettò che l'ascensore arrivasse al piano terra e in seguito ci entrò scoprendo di non trovarci nessuno all'interno e ciò la rassicurò, non aveva un bel rapporto con gli sconosciuti.

Le porte scorrevoli si aprirono e lei, prima di mettere un piede fuori dall'ascensore si ritrovò davanti a se Riccardo, il quale, nonostante stesse aspettando da più di venti minuti il suo arrivo, fu rimasto piacevolmente sorpreso di vederla lì, a pochi centimetri da lui. Gemma trattene il respiro: Vederlo con il camice dava sempre un altro effetto. Quasi involontariamente il suo sguardo passò dalla testa ai piedi e viceversa ed il professore, sorrise di sottecchi notando che la  studentessa era improvvisamente diventata rossa. 

Improvvisamente lui si schiarì la voce e Gemma tornò alla realtà.

"Venti minuti di ritardo..." Affermò, volvendo lo sguardo verso l'orologio per poi riportarlo in modo severo verso Gemma .

"Lo so è solo che..." 

Riccardo Esposito agitò un dito in aria che impedì a Gemma di pronunciare altre parole. Ella restò stizzita aspettando nervosamente un accenno da parte del professore.

"Cosa devo fare con te , Gemma..." Disse in modo suadente. La studentessa rimase piacevolmente scossa da quell'improvviso cambio d'umore, la tensione infatti si alleggerì notevolmente.

"Sai che fine hanno fatto le persone come te che arrivano sempre in ritardo al lavoro?" Le chiese lui, studiando attentamente l'espressione di Gemma. Quest'ultima scosse la testa, preoccupata di conoscere la risposta ma al contempo impaziente di sapere.

"Hanno preso le loro cose e se ne sono andati altrove, cacciati dal sottoscritto. Vuoi che succeda anche a te?"

Il suo tono di voce cauto e paziente ingannava: Sicuramente con Gemma si stava trattenendo e ciò era ben evidente. Quest’ultima rise fra sè e sè  e continuò a stare al gioco di Riccardo Esposito. Chiaramente, dopo ciò che era successo la sera prima, dopo che lui le aveva proposto iniziare qualcosa di ancora non ben definito, non avrebbe preso gravi conclusioni nei suoi confronti, come sarebbe potuto succedere tempo a dietro. Ciò inquietava e divertiva, per la paradossale situazione.

"Sappiamo entrambi che non succederà" 

Gemma incurvò le labbra, facendo un sorriso malizioso. 

"Non sfidarmi" Concluse. Il professore si muoveva con sicurezza per i corridoi e fece un cenno con la mano a Gemma per muoversi. Tutti gli sorridevano e lo salutavano con un tono in cui era ben chiara l'ammirazione che provavano nei suoi confronti. Gemma sapeva che lui era un uomo di un certo prestigio, ma forse lo era ancora di più di come se l'era immaginato lei. 

"Oggi verrai in sala operatoria con me" Affermò Riccardo. A Gemma si illuminarono gli occhi: erano così luminosi che da essi poteva intravedersi la luce che ne scorgeva. 

"Davvero?" Domandò con euforia. Sembrava una bambina che aveva appena ricevuto un dolce o un regalo. Ma quello era più di un semplice e banale regalo: Finalmente avrebbe visto Riccardo Esposito in azione in sala operatoria. 

"Non te lo meriti ma...farò un eccezione. Spero di non averti sopravvalutata" Rispose lui. Voleva metterla alla prova, non era qualcosa di così raro ma neanche di così ovvio, e lei non intendeva deluderlo.

"Non la deluderò" Disse con sicurezza Gemma.

"Vai a cambiarti"

Il professore squadrò dall'alto verso il basso i vestiti di gemma e pensò che, chiaramente, quello non era il miglior modo per andare in sala operatoria e pertanto Gemma obbedì alla sua richiesta e con una rapida camminata si incamminò verso gli spogliatoi. Fu in quel preciso momento che Gemma capii in cosa avrebbe voluto specializzarsi, da anni infatti, come moltissimi studenti della sua facoltà, era sempre tentennante nella scelta della specializzazione poiché non era una scelta facile. Ma adesso, finalmente la certezza c’è l’aveva ed era soltanto grazie a Riccardo Esposito: lo studio dell’apparato locomotore e quindi dell’ortopedia e traumatologia l’aspettavo dopo la fine del percorso all’università. E lei non vedeva l’ora.

 

***

 

Dopo una stancate ma produttiva giornata di tirocinio,  Gemma stava al settimo cielo per aver visto Riccardo Esposito all'opera per la prima volta. Ricordò ancora le sue mani ferme e precise in ogni piccolo movimento. Tutto per lui doveva essere perfetto e se per Gemma inizialmente questa era solo un ipotesi, un'idea che s'era fatta fin dal primo giorno in cui lo aveva conosciuto, adesso era diventata una certezza.  

L'intervento sebbene non facile, era riuscito al meglio e senza nessuna complicazione e la pazienza con cui il suo professore, e ormai anche suo mentore, era invidiabile. Gemma si trovava nello spogliatoio da sola,  in quanto si era già fatto tardi, per cambiarsi. Si levò il camice che i tirocinanti erano obbligati ad usare a differenza degli strutturati, ed indossò dei jeans neri lunghi e una camicia bianca di sopra che metteva in risalto il suo prosperoso seno. Infine mise i suoi tacchi neri e la sua giacca del medesimo colore: Quest'ultima era più che altro un piumone infatti, poiché l'inverno a Venezia non era mai dei migliori in quanto freddo, umido e grigio, Gemma infatti indossava sempre quella. Mentre prendeva la borsa per andare via qualcuno la fermò:

"Stai andando via?" Le domandò una voce molto familiare. Gemma annuì muovendo il capo. Riccardo Esposito era appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate. La studentessa notò la sua stanchezza: I suoi occhi arrossati imploravano un sonno profondo e per poco non si chiudevano da soli.

"Si, lei...tu resti qui?" Rispose Gemma, correggendosi dal modo formale con il quale era sempre stata abituata a chiamarlo. Lui, capendolo, sorrise e la guardò negli occhi.

"Vedo che ancora non riesci a darmi del tu" Affermò, avvicinandosi a lei. Gemma non riusciva ad elaborare una frase di senso compiuto: Il modo famelico in cui lui la stava osservando, come se stesse aspettando di divorare il suo dolce preferito, era disarmante e la rendeva vulnerabile.

Ella si schiarì la voce.

"Sai, non tutti i professori sono soliti a baciare le proprie studentesse, devo abituarmi ad un Riccardo Esposito che non mi sarei mai aspettata" Disse sarcastica Gemma, emettendo una silenziosa risatina. Con la coda dell'occhio vide lui incupirsi impercettibilmente, sperò che quella, però, fosse stata una sua impressione.

"Insolente!" Esclamò tutto d'un tratto il professore.

"Lei non è da meno" Ribattè provocatoria Gemma. Riccardo allora si avvicinò ancora di più al suo volto e successivamente al suo orecchio dove posizionò le sue labbra a pochi millimetri da esso:

"Sta giocando con il fuoco signorina Ferrari" Sussurrò con tono persuadente. Gemma, quando riuscì a realizzare, una scossa le attraversò tutta la colonna vertebrale e una serie di brividi la percorsero. Ad interrompere quell’atmosfera fu un richiamo proveniente dalla porta che fece allontanare i due all'istante:

"Dottore la vogliono in sala operatoria, è un’emergenza" Disse, colui che doveva essere un infermiere. Gemma osservò attentamente quella scena e in seguito ne trasse delle conclusioni: Lei ambiva ad essere come lui cioè un medico brillante e dedito al suo lavoro. Scrupoloso come pochi e altrettanto severo e con un ego smisurato di se stesso, Riccardo Esposito era un grande esempio per Gemma.

"Arrivo immediatamente!" disse lui, camminando velocemente verso la porta senza voltarsi. La studentessa sapeva che fare il medico non era un lavoro qualunque bensì era fare l'eroe. Salvare le persone, renderle felici e curarle doveva stare prima di tutto, prima di ogni cosa. Ed era proprio quella consapevolezza che spingeva Gemma verso la fine di un percorso e l'inizio di un altro. E lei, mai si sarebbe arresa, mai avrebbe mollato la presa perché altrimenti non sarebbe stata se stessa, non sarebbe stata la vera Gemma Ferrari.

 

Angolo autrice

Ciao a tutti! mi scuso per la mia assenza ma in questo periodo, oltre ai miei numerosi impegni,  ho avuto bisogno di prendere una breve pausa per me stessa e chiaramente per riordinare le idee riguardanti la storia. Questo capitolo secondo me è importante per i prossimi sviluppi e in seguito capirete il perché,  non voglio anticiparvi niente.

Voi cosa ne pensate? ;-)

   
 
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