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Autore: Betz73    16/08/2021    8 recensioni
Seguendo gli eventi dell'anime, con una piccola licenza finale. Tutta l'idea è nata da quel NO pronunciato di fronte al caminetto. Poteva andare diversamente, però...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così è tornato di nuovo nelle nostre vite. Dopo sette lunghi anni è riapparso come un fantasma del passato, con un’entrata ad effetto che mi ha lasciato spettatore ammutolito, mentre tu gli correvi incontro con un entusiasmo negli occhi che non ti avevo mai visto… Gridando il suo nome con la gioia di una bambina che vede avverarsi il suo sogno più grande… Ho potuto soltanto restare a guardare la tua immagine che si allontanava sempre più da me, come se fossi diventato semplicemente un dettaglio del paesaggio alle tue spalle. Ancora mi rimbomba nelle orecchie il suono della tua voce che grida “Fersen!”. Avrei voluto poter allungare una mano per fermarti e tenerti accanto a me, ma sarebbe stato come stringere un pugno di sabbia…
Ti sei innamorata di lui, forse pensi di poter amare solo quest’uomo e nessun altro… Ma cosa conosce lui di te realmente? Cosa ne sa di quanto ti sia stato difficile decidere di indossare quella divisa, negli anni della tua adolescenza? Rinunciare a tutte quelle cose che fanno felici le altre ragazze? Lui ti stima, ammira forse anche la tua bellezza… ma quando ti guarda, Oscar, lui non ti vede… Non vede la persona straordinaria che sei, la forza che emana da ogni tuo gesto, il coraggio con cui affronti non solo le battaglie sul campo, ma soprattutto quelle nel tuo cuore. Avrà notato sì i tuoi splendidi capelli biondi, che il sole al tramonto arricchisce di sfumature ramate, e l’azzurro infinito dei tuoi occhi, che riflette la limpidezza del tuo sorriso. Ma quante espressioni conosce di quello sguardo? Sa forse cogliere i sentimenti che vi si celano quando il tuo animo combatte duramente per nasconderli al mondo? Rabbia, determinazione, stupore, tristezza, orgoglio? No Oscar, lui non li conosce. Lui non li vede.
Lo hai ospitato qui a palazzo, lo hai spinto a tornare dalla sua Regina… Volevi una prova che il loro grande amore fosse stato in grado di superare il tempo e la distanza? Ti sei cullata nella speranza che avesse realmente dimenticato i suoi sentimenti per lei, come lui ti aveva confessato, senza capire che le sue parole erano solo un maldestro tentativo di convincere se stesso. Per qualche giorno sembrava quasi reale, vero? Averlo qui, tutto per te… un’occasione unica per insinuarti nel suo cuore… Poi di fronte alle testimonianze di malcontento popolare per le strade di Parigi, ha deciso che il suo posto è, come sempre, al fianco di Maria Antonietta, della donna che ama. Non puoi immaginare quanto lo capisca… perché non sai quanto ti amo e quanto mi sarebbe impossibile rinunciare a te, non essere una presenza costante nella tua vita, anche se relegata nei confini della tua ombra.
Ti ho vista pensierosa e taciturna, ti ho sentita dare sfogo ai tuoi sentimenti sui tasti di un pianoforte mentre io, impossibilitato ormai ad esserti di alcun aiuto, mi tenevo occupato con César. Le mani impegnate in azioni ormai automatiche per me, ma il mio cuore rapito da quella musica in cui mi era impossibile non cogliere tutto il tuo conflitto interiore, mentre la mia mente mi imponeva a stento di rimanere al mio posto ed aspettare che superassi da sola anche questa nuova battaglia… La rabbia per quell’immobilità a cui mi costringevo era sul punto di esplodere…
Hai sempre negato il tuo essere donna fino a quella sera in cui per amore hai deciso di abbandonare per una volta la protezione della divisa e concederti un momento di pura femminilità. Ho tentato di minimizzare quella tua scelta così improvvisa, cercando di convincermi che ti avrebbe fatto apparire ridicola, quando sapevo in cuor mio che avrei dato qualsiasi cosa per vederti così almeno una volta. Ma non sopportavo che avessi deciso di farlo per lui, per un altro uomo. E poi ti ho vista, Oscar.
Io ti ho vista.
In cima a quelle scale, abbagliante nella tua straordinaria bellezza che quell’abito contribuiva ad esaltare, ma che io ho sempre riconosciuto in te. Sono rimasto senza parole, rapito in un istante di pura adorazione… Il cuore che salta uno e più battiti, la mente che imprime ogni singolo dettaglio di te, per poterlo rivedere ancora e ancora per il resto dei miei giorni… Impossibile dimenticare quel momento…
Finché ti ho dovuta accompagnare a quel ballo, con la morte nel cuore, e ti ho atteso, tormentato da mille immagini di te e lui insieme, stretti in un abbraccio con la complicità di una danza senza fine… il tuo viso sorridente per la gioia di sentire le sue mani su di te… Ed ho odiato con tutto me stesso quel vestito, maledicendo la tua decisione di indossarlo nonostante fosse sufficiente chiudere gli occhi per avere ancora perfettamente di fronte a me quella visione paradisiaca… Ma poi ti ho vista tornare alla carrozza, il viso ancora bagnato, gli occhi arrossati, un dolore nel tuo sguardo che non avevo mai conosciuto... Che cosa ti aveva fatto? Dov’era tutta quella felicità in cui ti immaginavo ormai perduta? Quale uomo avrebbe potuto resistere alla tua bellezza?
Avrei voluto parlarti, offrirti il mio conforto, ma mi è mancato il coraggio. Del resto non avevo alcuna parte da recitare nel dramma che stavi vivendo per il tuo amore non corrisposto… Dovevo accontentarmi di essere il protagonista assoluto del mio, da tutta una vita. Pensavo che mi sarei sentito sollevato nel vedere i tuoi sogni che si infrangevano, invece ho fatto mio anche quel dolore, perché l’ho letto nei tuoi occhi, l’ho sentito sotto la mia pelle, l’ho racchiuso nel mio cuore.
Poi i giorni sono trascorsi veloci, siamo stati assorbiti dalla vicenda del Cavaliere Nero, dal tuo ostinato bisogno di catturarlo, finché sono rimasto ferito all’occhio, tu sei stata presa in ostaggio e nel tentativo di salvarti ho dovuto imparare a vedere il mondo a metà. Non mentivo, sai, quando ti ho detto che ero felice di aver subito io quello sfregio! Come avrei potuto convivere con il senso di colpa se ti avessi lasciata correre un inutile rischio? Anche adesso che l’altro occhio comincia lentamente ad abbandonarmi, non sono pentito del mio sacrificio, se è bastato così poco per tenerti al sicuro…
Come vedi faccio del mio meglio per essere lo stesso uomo completo di un tempo. Nessuno deve sapere che presto potrei perdere completamente la vista… cosa te ne faresti di un attendente cieco? Il solo pensiero di dovermi allontanare da te per questa menomazione mi fa uscire di senno… Per questo accetto volentieri la tua disponibilità ad allenarmi con la spada per imparare l’arte della compensazione. Per te sarà puro esercizio fisico, ma questi incontri sono uno dei momenti che più amo perché ti ho tutta per me… Tranne oggi, in cui siamo stati interrotti. Di nuovo. Da lui.
So che non lo hai più incontrato da quella famosa serata. Immagino il tumulto di sensazioni che ti avrà attraversata nel rivederlo improvvisamente qui a palazzo Jarjayes. Posso vederle scorrere dietro quella calma fittizia con cui lo hai accolto. Apparentemente serena e perfettamente a tuo agio, una maschera perfetta con cui ingannare tutti.
Ma io ti vedo, Oscar.
Mi sono allontanato per non essere una presenza ingombrante per te. Forse hai intenzione di fare un ultimo tentativo con i tuoi sentimenti, forse vuoi solo dimostrare a te stessa di aver sepolto il tuo amore per Fersen… non voglio saperlo, già il lasciarti sola con lui richiede tutto l’autocontrollo di cui sono capace… Di fatto riesco a mantenere le distanze per poco, fino a quando decido di raggiungervi in salotto.
Non avevo intenzione di assistere a quel momento cruciale in cui lui ti ha afferrata per il polso spingendoti quasi a confessare che eri tu la donna misteriosa che si era presentata a quel ballo. Vedere la sua mano toccarti, tenerti stretta contro la tua volontà, mi ha fatto ribollire in un attimo il sangue nelle vene. Io, che ti ho sempre strappato un contatto solo con la scusa dei combattimenti tra di noi, anche quando ti ho spinto a picchiarmi per sfogarti contro le decisioni che tuo padre voleva importi. E quanto mi ha fatto più male doverti prendere a pugni, ancor più di tutti quelli che ho incassato da te… Ma era l’unico modo in cui avrei potuto darti il mio sostegno.. speravo solo facessi un’altra scelta per il tuo futuro…
Sei fuggita dall’uomo che ami, spaventata da questo confronto inatteso. Il calore del camino diffonde nella stanza il profumo del cognac che hai rovesciato nella fretta di allontanarti da lui… Fersen ti ha seguita, so bene che non tocca a me farlo in questo momento. Anche se non sai cosa darei per poterti stare accanto ed offrirti la mia spalla o qualsiasi altra cosa possa servire ad alleviare la tua sofferenza. Perché ora so che le sue parole verseranno nuovo sale sulla tua ferita non ancora rimarginata, e il tuo unico desiderio sarà quello di rimanere sola con il tuo dolore.
Sto per ritirarmi nella mia stanza quando ti vedo, china di fronte al caminetto, mentre raccogli i vetri del bicchiere, vittima insieme al tuo cuore di questo piccolo dramma. In silenzio mi avvicino, so che dovrei concederti quella solitudine che pensi potrebbe aiutarti a superare questo smarrimento, ma il mio affetto egoista non vuole rinunciare a te…
- Posso fare qualcosa per te, Oscar?
Ti volti a guardarmi, nei tuoi occhi un fiume di lacrime che sta per esondare. Ti prego, non rifiutarmi…
Mi avvicino piano chinandomi a terra. Apro le braccia per accogliere qualsiasi cosa tu voglia riversare su di me: dolore, disperazione, frustrazione, pianto… Forse il mio gesto ti ha stupita, riuscendo a vincere la tua costante necessità di autocontrollo… e ti affidi a me, mi stringi forte mentre i tuoi singhiozzi uno ad uno muoiono soffocati dal mio petto.
Sarebbe così facile ora alzare il tuo viso verso di me, scendere su quella bocca che è il mio tormento da ché ho memoria, e cancellare con un bacio il suo nome dalle tue labbra… Approfittare del tuo sgomento per abbattere quella barriera che ti circonda e ti rende sempre inaccessibile, anche solo per un istante, pur nella consapevolezza che risponderesti al mio desiderio fingendo che io sia un altro… Basterebbe così poco…
Se fossi un vigliacco lo farei, non sai quante volte ho sognato di baciarti come se fosse l’ultimo desiderio di un condannato a morte. Ma sentire su di me il tuo corpo che ancora trema, scosso dal pianto, mi insegna che è necessario proteggere la tua fragilità innanzi tutto da me stesso. E quando il tuo sguardo finalmente mi raggiunge, ad abbozzare quella che sembra quasi una scusa per esserti lasciata andare, riesco a trovare la forza per appoggiare le mie labbra sulla tua fronte calda, niente di più. Un gesto lieve e casto mentre con le braccia ti stringo un po’ di più e ti guardo con tutto l’amore di cui sono capace. Mi basta questo.
Finalmente ti sei calmata. Ti stacchi da me, asciughi le ultime lacrime e con un sorriso appena accennato ti alzi in piedi. Forse ti senti in imbarazzo per esserti appoggiata a me, ma il nostro abbraccio è già divenuto un tesoro prezioso che custodirò gelosamente nei giorni a venire. Non c’è bisogno di dire nulla, le parole non servono tra noi. Sei ormai pronta ad indossare di nuovo la tua armatura per proteggere il tuo cuore di donna, per fare in modo che nessuno possa mai accorgersi di questo tuo unico momento di debolezza.
Nessuno tranne me. Perché io ti vedo, Oscar. Sempre.
   
 
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