Serie TV > Peaky Blinders
Segui la storia  |       
Autore: Joy2000    16/08/2021    0 recensioni
Olivia è stata arrestata...e ci eravamo lasciati lì. Dal testo:" Non posso crederci. Chi ha osato toccare il mio pub? Chi si è permesso di darlo in pasto alle fiamme?"
TOM POV
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thomas Shelby
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
È sabato. Ho l’adrenalina a mille eppure cerco di controllarmi. Sono sveglio dalle 4 e adesso mi lavo il volto riepilogando le varie fasi del piano mentalmente. Ho dormito sereno grazie all’aiuto dell’oppio, nonostante Olivia si girava e voltava costantemente. Ora però sembra riposare a sonno pieno e non voglio svegliarla. In realtà sto sperando che non si svegli per la prossima ora, in modo che non partecipi all’operazione, ma conoscendola non approverebbe. Scendo di sotto, mentre carico la pistola e la ripongo nella fondina. Non ho fame e bevo solo un goccio di whiskey in modo da caricarmi ulteriormente e proprio mentre l’ultimo goccio mi scende giù per la gola, Lily mi dà il buongiorno con un casto bacio sulla guancia. Ha le occhiaie e gli occhi un po’ arrossati. Sembra aver pianto, ma decido di non chiederle niente. Mi limito a osservarla mentre riempie il mio bicchiere e beve anche lei l’alcolico, tutto d’un fiato. Trattengo un sorriso guardando la sua smorfia nauseata.
“Non è roba da donne” la provoco io in tono sarcastico, adoro infastidirla, vedere il fuoco nei suoi occhi, e ascoltare le sue brillanti risposte. Lei non esita a sorridermi beffarda.
“Sei stato tu ad offrirmelo la prima volta, ricordi? Quando mi hanno estratto il proiettile” mi rammenta lei, girandomi attorno e studiandomi spavalda. Ha uno sguardo così accattivante e ammaliatore che mi è difficile resisterle. Vorrei saltarle addosso, baciarla sul collo, sui seni, facendola penare prima di raggiungere le sue labbra morbide, ma rimango fermo, sotto il suo sguardo concentrato.
“Sì, ricordo anche come ti agitavi, come gridavi, sembravi una matta” continuo io sogghignando incrociando i suoi occhi apparentemente seducenti ma contrariati. So a che gioco sta giocando. Mi viene vicino, a un soffio dalla mia bocca e non mi tocca con le mani, sarebbe troppo semplice, bensì si limita a diminuire la distanza tra i nostri due corpi posando i fianchi e il basso addome sempre più vicino alla mia zona sensibile, che naturalmente reagisce. E lei lo sa, lo intuisce e glielo leggo negli occhi che mi brama almeno quanto io bramo lei. Eppure entrambi rimaniamo immobili, a stuzzicarci come bambini e ad assaporare l’attesa del piacere dal gusto dolce.
“Sai, non mi avevano mai estratto un proiettile, la sensazione è strana.” Dice in tono languido, mentre si lecca le labbra gustando le parole una dopo l’altra. “Ti senti un chiodo rovente dentro le carni, che vorresti solo immergere nel ghiaccio per trovare sollievo. Ma non puoi, perché il chiodo va estratto e tu puoi solo provare a combattere quel calore agitandoti o spogliandoti” continua mentre ora alterna lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra. Ha la bocca schiusa e si intravede la lingua rosea che vorrei assaggiare. Sto per perdere la pazienza. Mi chino su di lei per congiungermi alle sue labbra, e lei sembra fare lo stesso, ma un istante prima ancora di assaporare la sua dolcezza e la sua morbidezza, lei si allontana e mi sorride soddisfatta, con occhi pieni di malizia. Poi si dirige nuovamente verso il whiskey a due passi da me. E quella distanza mi uccide, mi strema e non me ne frega niente di apparire debole e fragile, perché infondo di fronte a lei sono me stesso, non devo necessariamente mostrare la mia forza e la mia freddezza. Si riempie di nuovo il bicchiere e se lo porta alla bocca mentre io mi avvicino a lei di soppiatto come una pantera. Ingoia l’alcolico e io le sto già respirando sul collo, dopo averle spostato i capelli lunghi da un lato.  Lily sussulta e la sua pelle è piena di brividi. Le cingo la vita con entrambe le braccia e lei si gira prontamente verso di me. Finalmente ci baciamo, lei mi morde le labbra desiderosa di me, e io la prendo in braccio, poggiandola sul tavolino in un modo bruto e goffo tanto da far precipitare il bicchiere a terra che fortunatamente rimane intatto e saldo come la presa di Olivia alla mia vita. Le alzo la camicia da notte e abbasso i pantaloni. Prendo a baciarla sul collo mentre lei ansima vogliosa, e geme e mi stringe i capelli e chiude gli occhi e getta la testa all’indietro. Percorro la strada del suo collo fino a raggiungerle i seni che traboccano dalla scollatura della camicetta. Glieli bacio glieli mordo mentre lei mi supplica di penetrarla. Adesso ho io il potere e la faccio crogiolare nel suo desiderio di appagamento. Risalgo su verso la sua bocca lasciandole baci a stampo mentre lei vorrebbe che non mi staccassi più. Poi esploro la sua bocca e lei ricambia entrando nella mia. Scende con una mano verso le mie parti basse ma io la blocco. Mi abbasso velocemente i pantaloni e la penetro languidamente, lentamente, mentre lei trattiene il respiro e apre gli occhi. Ci guardiamo mentre entro dolcemente in lei, entrambi con il fiato sospeso. E poi Lily esplode in un gemito quando la mia essenza la attraversa per intero raggiungendo il limite massimo di profondità.  Comincio a muovermi mentre ci baciamo voracemente, godendoci l’estremo piacere che ci doniamo a vicenda. Prendo il ritmo, e lei mi stringe le dita sottili nei capelli. Aumento di velocità, sentendo crescere in entrambi il bisogno di raggiungere l’orgasmo. Continuo a incalzare fino a esplodere in due voci intrecciate dalla passione e piene di goduria. Esco a malincuore da lei che respira affannosamente, come me d’altronde. Crollo su Olivia stremato e lei si avvinghia a me con braccia e gambe. Mi sollevo ritrovandomela in braccio come una pianta rampicante al profumo di lavanda, che vorrei mi stringesse ancora di più, ma mi limito a baciarla fugacemente e a rimetterla giù.
“Vestiti. Dobbiamo andare”
 
Sono passate da poco le dieci e io e il mio squadrone ci stiamo dirigendo a Londra con 3 auto piene di uomini e armi. Olivia siede di fianco a me e ha lo sguardo fisso sulla strada che scorre sotto di noi come un fiume in piena. È silenziosa, ma penso sia normale visto che ha una responsabilità enorme. Spero solo che tutto vada come previsto. Ci fumiamo una sigaretta senza proferire parola, entrambi concentrati sul percorso davanti a noi, io soprattutto perché sto guidando. Controllo che le altre due macchine mi seguano e puntualmente le trovo dietro di me. Non sono agitato, o perlomeno non lo do a vedere cercando di mantenere il sangue freddo come ho sempre fatto. Andrà bene, mi ripeto mentalmente da stamattina, eppure in qualche modo ho paura. Aver sognato mia madre qualche giorno fa non mi rassicura, anzi mi allarma ulteriormente e non voglio che il mio timore più grande diventi realtà. Scaccio via i pensieri macabri dalla testa e mando mentalmente a fanculo mia madre, che ormai non c’è più.
Arriviamo a Londra circa un’oretta dopo, sempre in orario. Siamo tutti vestiti di scuro, e in maniera elegante, in modo da confonderci con i londinesi raffinati e altolocati. Ci fermiamo in un vicolo per riepilogare il piano. Controllo che ognuno di noi abbia almeno un paio di armi addosso ben nascoste. Lily e io siamo gli unici ad avere solo una pistola, lei nel reggicalze e io sotto la giacca. La sento premere poderosa contro il fianco sinistro e quel contatto mi rassicura più di quanto possano fare i miei fratelli, che nel frattempo si passano una fiaschetta con dentro del rum fortissimo prodotto localmente dagli zingari. Me lo offrono ma io declino ripensando al sapore forte del whiskey di stamattina mischiato a quello dolce della bocca di Lily. Mi sta guardando e non mi scolla gli occhi di dosso, attenta ai ragionamenti che scorrono nel mio cervello, tra cui c’è il solito discorso che un sergente può fare ai suoi soldati, pieno di belle parole , di incoraggiamenti, di determinazione e di poca realtà, non perché non creda nei miei uomini, piuttosto perché ormai ho capito che per quanto un piano possa essere minuzioso, non sempre riesce nel modo previsto. Terminato il discorso gli uomini esultano felici e pieni di adrenalina e trattengo un sorriso perché risulterebbe troppo amaro in questo momento poiché i ricordi della guerra si fanno sempre più vividi. Anche i miei soldati reagivano così, ignari di ciò che era in serbo per loro.  Nel vociare generale la piccola voce di Lily si fa spazio tra le mie orecchie.
“Che hai Tom?” mi domanda con quei suoi occhi dolcissimi e luminosi, elettrici quasi come il suo stato d’animo. Una volta messo piede a Londra l’atteggiamento di Lily è mutato rapidamente e ora si mostra anche lei carica ed euforica. Ho così tanta paura di non rivederla più… ho un peso sul cuore, probabilmente ho preso la decisione sbagliata ma mi rendo conto anche io che adesso è troppo tardi per tirarci indietro. Provo a scacciare via i pensieri e a ostentare un sorriso per tranquillizzarla. Poi le rispondo:
“Niente, qualche ricordo della guerra”
“Presto sarà tutto finito e potremmo vivere insieme la nostra storia d’amore” mi dice lei, rassicurandomi mentre mi accarezza il viso delicatamente. Il suo tocco è come una brezza fresca in una giornata afosa, ha il profumo dei fiori, ha il sapore di casa. Mi limito a prenderle il volto tra le mani e a baciarla intensamente godendomi ancora una volta la sua essenza, sotto lo sguardo stupito e sbalordito di tutti. Ma in questo momento non me ne frega nulla di niente e di nessuno. Ho bisogno di sentire il suo sapore e di sentirmi al sicuro tra le sue braccia.
 
Sono le undici e 37 minuti e 50 secondi, 51, 52… Guardo l’orologio ossessionato dalla lancetta più sottile che si muove senza sosta. Siamo nascosti dietro una macchina anche se sono entrati tutti. Di tanto in tanto mi pare di sentire i cori dei bambini, che cantano con le loro voci bianche e angeliche. A breve il prete arriverà alle promesse “Vuoi tu Margaret Stone prendere il qui presente William Kimber come tuo sposo?” ancora attendo di sentire quelle parole. E ancora penso all’estremo atto di coraggio che sta dimostrando Margaret nell’accettare questo matrimonio. Povera ragazza, sicuramente non mi ha visto di buon occhio dopo che ho lasciato marcire in galera la sua sorellina, eppure le iridi chiare e quel suo sguardo sincero mostravano che in qualche modo mi aveva perdonato, o perlomeno aveva messo da parte la questione per far posto alla felicità di Lily. E anche per questo che merita di essere salvata, oltre che per il fatto che Kimber non la ama realmente, in quanto verme e non uomo.  Guardo la lancetta delle ore che raggiunge il 12 e quella dei minuti che finalmente è sul 9. Prendo per mano Lily, che voglio accanto a me,  e annuncio:
“Okay ragazzi, si comincia!”
Imbracciamo tutti le armi, come da ordini, prendiamo un bel respiro e entriamo nell’abbazia. Mi aspettavo di trovare tutti gli invitati vestiti in ghingheri, lo sposo sorridente e la sposa ancora con il velo abbassato, invece la chiesa è deserta e i banchi sono posti al centro nella navata principale, mentre sono liberi i lati con le colonne. C’è una calma piatta e un silenzio che non presagisce niente di buono. Gli altri mi guardano perplessi mentre io ho il sangue raggelato e un brivido mi percorre la schiena. Purtroppo so esattamente cosa sta succedendo…
“è un agguato!!” Urlo a gran voce prendendo prontamente sotto braccio Olivia per cercare di trascinarla via, ma all’improvviso da dietro le colonne escono otto, dieci, quindici uomini con cappelli neri e con dei mitra Thompson che iniziano a sparare alla cieca contro di noi. Il rumore dei proiettili è incessante e il frastuono e i fischi delle armi ci spaventano e ci fanno scappare come un gregge che viene attaccato da un branco di lupi inferociti e affamati. Corriamo tutti via terrorizzati mentre io tiro appresso Lily che ora sembra più pesante rispetto a stamattina. Vorrei proprio tornarci a stamattina, quando ancora il piano non era saltato, quando stavo facendo l’amore con la mia amante, carichi di adrenalina. Saliamo subito sulla macchina di Johnny Dogg, che originariamente era destinata a Olivia e Margaret ma che ora ospita me, la mia innamorata e i miei fratelli. Partiamo e ci allontaniamo presto dalla chiesa. Continuiamo a guardarci alle spalle per vedere se Kimber e i suoi scagnozzi ci stanno inseguendo, ma per fortuna nessuno all’orizzonte. Tiro un sospiro di sollievo. Ad un certo punto però mi sento la mano destra con cui tengo ancora stretta Lily, umida: è sangue. Mi volto verso di lei. Ha gli occhi socchiusi ed è sudata. Strabuzzo gli occhi incredulo: Lily è stata colpita, poco più su della pancia. La mia paura più grande è diventata realtà.
“Johnny corri!! Ci serve un medico!” grido disperato. Lui guarda su Olivia e rimane anche lui sconvolto. Nessuno se lo sarebbe aspettato. Sono stato un incosciente, non avrei dovuto portarla con noi.
“Piccola resisti ti prego!” le dico dolcemente prendendole la testa e tamponando sulla ferita che perde copiosamente sangue. Lei geme e si lamenta, biascicando parole insensate.
“Tom falle bere del rum” dice Arthur passandomi frettolosamente la sua fiaschetta. Olivia beve piccoli sorsi mentre il suo colorito diventa pallido.
“Accelera!” ordina John al nostro amico, ma la macchina ci sembra troppo lenta e tutti temiamo di non riuscire ad arrivare in tempo all’ospedale. Mamma ti prego, non adesso, non prendertela proprio adesso!


nda: okay sono sparita e lo ammetto, carico la fine della storia el volo proprio perchè sono davvero sommersa di impegni e casini vari...spero possiate capire. Grazie a chi legge e un grazie col bacino a chi recensisce! ;) -Joy
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Peaky Blinders / Vai alla pagina dell'autore: Joy2000