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Autore: elenabastet    19/08/2021    2 recensioni
Un universo alternativo, in cui André scopre della malattia di Oscar e decide di reagire.
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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AMAMI ANDRÉ

 

Rating: toni adulti e malinconici, riferimenti sessuali ma non cose presenti direttamente.

Fandom: Lady Oscar.

Note: Scena persa e AU, André scopre la malattia di Oscar. Il titolo cita la celebre aria de La Traviata di Verdi Amami Alfredo. Ma le cose forse possono andare diversamente.

 

 

Due notti. Erano due notti che Oscar e André avevano completato e consumato la loro unione, arrivando a condividere ogni cosa, anche l’amore e la passione. Il mondo intorno a loro stava crollando, la paura di cosa sarebbe potuto succedere a Parigi era palpabile, ma nel loro rapporto rinnovato avevano trovato un’ancora di salvezza, una ragione per vivere.

Oscar si girò nel letto: erano due giorni che la sua malattia non si faceva sentire, come una sorta di miracolo. Non avrebbe più potuto nascondere niente ad André, la loro intimità ormai costante non lo permetteva di certo. Lui era accanto a lei, abbracciato stretto, la lasciava muoversi, ma non poteva non accorgersi di cosa faceva lei, anche da addormentato. Il suo sonno era stato sempre leggero, riflesso di una vita passata sempre in uno stato di veglia su di lei.

Tra le sue braccia Oscar aveva scoperto amore, passione, tenerezza, dolcezza, desiderio e piacere, trovando una nuova complicità e un nuovo senso a tutto, dopo anni di vita insieme. Non voleva che tutto si rovinasse con la sua malattia.

Un disagio dentro i suoi polmoni la svegliò definitivamente: no, il mostro dentro di lei si stava risvegliando, doveva fare qualcosa, non poteva distruggere tutto, non così presto. Si alzò in fretta, mentre André mormorava qualcosa, e corse a mettersi dietro al paravento, tossendo di colpo l’orrore che era rimasto nascosto negli ultimi giorni e accucciandosi per terra disperata. Lui non poteva non sentire, purtroppo.

 

Mi sveglio di colpo. Oscar si è alzata in tutta fretta, l’ho sentita mentre lasciava le mie braccia. C’è qualcosa che non va, la sento ansimare e tossire. No, no…. Alain me l’aveva detto, Guarda che la tua Oscar è conciata male, l’ho sentita tossire, e io avevo dimenticato tutto, per la gioia di quello che è successo tra di noi in questi ultimi due giorni.

Mi alzo, so dove è andata, è dietro il paravento, sento che tossisce, sta male, sta molto male, io devo capire cosa le sta succedendo. Scosto il paravento e lei è per terra, raggomitolata, senza abiti come quando era a letto con me prima, scossa dalla tosse, e di colpo la vedo nella sua fragilità.

In mano ha un fazzoletto, rosso di sangue, lo vedo subito, le cose che contano nel bene e nel male, soprattutto, si palesano ancora ai miei occhi. Sangue… due notti fa c’è stato del sangue, poco, a suggellare la nostra unione, un sangue che mi ha riempito il cuore di ancora più tenerezza. Un sangue che l’ha fatta soffrire, anche solo per un attimo, e per colpa mia, ma che abbiamo amato. Questo è un altro sangue, la sta uccidendo.

Mi butto sulla mia Oscar, cerco di tirarla su, lei si dibatte:

“No, André, lasciami ti prego”.

Prendo l’acqua dalla bacinella vicino alla seggetta, e la aiuto a pulirsi del sangue, poi la prendo in braccio e la porto verso il letto, anche se lei non vuole, non può restare qui per terra.

Sono un idiota: avrei dovuto capirlo che non stava bene, era smagrita e il suo corpo l’ho esplorato bene, l’ho stretto a me, l’ho gustato e non ho voluto vedere la verità. Ansimava, e non era certo solo per il nostro amore. Sta male, scotta e trema.

“Oscar, devi dirmi cosa sta succedendo”.

Le prendo le mani, non con la foga di quella sera famosa, ma non può scappare.

Lei tira su la testa e la scuote.

“André, ho la tisi, il medico mi ha dato sei mesi di vita”.

No, non è possibile, non è giusto.

“Mi spiace, non ho voluto rovinare questi due giorni, hai già sofferto tanto per me.”

“Ogni momento passato con te, Oscar, vale la pena di essere vissuto. Ogni tuo respiro è vita per me.”

“Starò sempre peggio, perderò tutta me stessa, ti potrei contagiare, è meglio che mi lasci andare”.

Non posso sentire una cosa del genere: la avvolgo in una coperta, le tolgo i capelli dal volto, sento la sua fronte che scotta e cerco dell’acqua per raffreddargliela.

“No, io rimarrò con te e ti curerò, lotterò contro tutto per salvarti”.

“André, non è giusto...”

“Certo che è giusto, ora anche l’amore ci unisce, e restare insieme è l’unica cosa che conta, l’unica da fare”.

“Diventerò orrenda...”

“Non capiterà mai e comunque non lo permetterò”.

“Ti potrei contagiare!”.

“Ormai se doveva succedere è successo, e non mi interessa, io non ti lascio, mai, vivrò con te e morirò con te, non puoi mandarmi via dalla tua vita”.

“André. Io in questo momento vorrei solo continuare a stare tra le tue braccia a farmi amare”.

“Faremo anche questo, tutte le volte che vorrai. No, Oscar, tu non te ne andrai, rimarrai con me”.

Lei mi abbraccia, stringendomi forte e penso di colpo a quando eravamo bambini, quando aveva paura dei temporali e si rifugiava nel mio letto, senza malizia, una delle tante cose per cui suo padre l’aveva punita. Non ti lascio, Oscar, per nessuna ragione al mondo.

“Amami André”, mi sussurra, la tosse si è calmata, e lotteremo insieme.

“Su questo puoi essere certa sempre”, dico io, stringendola come a mandare via la morte dentro di lei. Via per sempre da qui.

 

Riprenderò poi anche le storie ad episodi e ne inizierò altre, ma le one shot ci saranno sempre.

  
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