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Autore: Aurora_Maria1004    21/08/2021    2 recensioni
(Storia dopo episodio Wishmakers S4)
Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte senza riuscire a muovermi o pensare correttamente.
Non era la prima volta che accadeva ciò, ma con il tempo risultava sempre più difficile proseguire normalmente la vita quotidiana, per non parlare quella da supereroe.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2
 
 
Presto arrivò l’ora di pranzo e riuscì ad allontanarmi dal gruppo senza dover inventare alcuna scusa. La mia mente non riusciva a trovare pace e l’agitazione rimaneva presente cosa che fu sentita anche da Tikki. Ogni minimo rumore in lontananza mi dava un senso di allerta, come se dovessi tenermi pronta, ma dopo l’attacco avvenuto al mattino per il momento niente sembrava fuori posto.
Non appena salutai tutti anziché dirigermi a casa decisi di andare a Passy Park, sapevo che la probabilità di incontrare qualcuno era minima e ciò di cui necessitavo oggi era solitudine e tranquillità.
Una volta attraversato il ponte de Bir-Hakeim cercai una panchina all’ombra e al riparo così che potessi dare a Tikki la libertà di poter uscire.
«Tieni Tikki, ho portato dei biscotti anche per te.» Le dissi non appena constatai che non ci fosse nessuno nei dintorni.
«Grazie Marinette, sono veramente buoni.»
Le sorrisi di rimando, contenta che le piacessero, e dopo un po’ mi misi comoda nella panchina rilassandomi.
L’aria calda primaverile mi dava modo di respirare in tutta calma, godendomi quel momento di solitudine; non accadeva spesso che avessi del tempo per me lontano da tutti e ciò era una boccata d’aria fresca in questo periodo totalmente fuori dal mio controllo.
La mia mente era carica di pensieri, uno peggio dell’altro, ma quello peggiore rimaneva Chat Noir. Dopo mesi e mesi di collaborazione rimaneva all’oscuro della mia identità, quando intorno a me tutti iniziavano a vedere la realtà.
Forse se tutti i portatori sapessero la verità sapremmo di chi realmente fidarci, sapremmo da chi andare, chi considerare fidato e chi no.
«Tikki, se tutti noi portatori sapessimo l’identità gli uni degli altri sarebbe così sbagliato?» Le chiesi scoprendomi gli occhi dal braccio e cercando una sua reazione. Si fermò prima di addentare il biscottino e mi guardò anch’essa come se cercasse di capire il mio stato d’animo.
Pessimo, ecco com’era il mio stato d’animo. Pessimo, confuso, turbato.
«Marinette… Non sarebbe sbagliato. Il maestro Fu ha dato a voi delle regole per tutelarvi dal male. Ora il guardiano della scatola sei tu, sei tu a decidere come tutelare noi e voi. Se sei sicura che smascherarvi sia la cosa più giusta, puoi farlo.»
«Tutti intorno a me stanno scoprendo la verità, forse sarebbe il caso che sia io a decidere e controllare chi deve conoscere cosa. Così magari la fiducia e sincerità sarà ricambiata anche nella quotidianità.»
«Puoi, se pensi che ciò sia la mossa migliore per sconfiggere Hawk Moth allora puoi riscrivere il libro.»
Ci pensai su, cercando di capire come poter fare ciò.
Ripensai a quando Luka venne akumizzato per le mie bugie, a quando per colpa mia Alya, Alix, Juleka, Rose e Mylene anche loro vennero akumizzate per la mia assenza e i miei doveri. A quando Juleka venne akumizzata per i nostri comportamenti, a quando Nino se la prese con Chat Noir.
Se fossimo stati tutti onesti gli uni con gli altri magari non sarebbe accaduto tutto ciò nuovamente. Se io fossi stata onesta con i miei amici nonché portatori non sarebbero nate tante situazioni evitabili.
«Dovrei parlarne prima con Chat Noir. Alla fine, sto pensando a me e i miei amici ma non metto in conto che anche lui ha una famiglia, amici, una vita oltre quella del supereroe.»
«Secondo me sarà felice di sapere la verità.» Mi rispose Tikki sorridente con il suo biscottino in mano ormai giunto al termine.
Faticavo a crederle. Certo, aveva voluto sin dall’inizio sapere le nostre identità, ma ora eravamo una squadra decisamente allargata, e il pericolo cresceva a dismisura. Più passavano i giorni più Hawk Moth diventava più forte, e l’unione del Miraculous del Pavone con quello della Farfalla rendeva ogni combattimento non solo imprevedibile ma addirittura difficile da affrontare.
«Ho deciso, riunirò tutti. Dovremmo essere furbi. Se sapremo di chi fidarci e come comportarci non avremo paura ne saremo impreparati.»
Tikki alla mia frase mi guardò semplicemente con uno sguardo curioso senza dirmi verbalmente nulla. Sapevo che era un qualcosa di diverso dai precedenti portatori, ma era inutile negare che seppur fossimo supereroi eravamo fragili da soli.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1 NUOVO MESSAGGIO DA SCONOSCIUTO.
Stasera ore 19 - Place des Vosges.

 
Una volta inoltrato il messaggio a tutti coloro che avevano ricevuto un Miraculous e che avrebbero continuato a far parte della squadra, decisi di prepararmi al meglio seppur i miei nervi erano tesi come una corda di violino.


«Significa che d’ora in avanti potrò stare con Alya?» Mi chiese Trixx
«Io andrò con Zoe o Chloe?»
«Io con chi andrò?»
«Ragazzi, piano. Trixx tu puoi andare con Alya, Pollen tu potrai stare con Zoe, Chloe ormai non può più far parte della squadra. Fluff tu ancora non sei stato assegnato, non è ancora il tuo momento. A tempo debito. Tutti gli altri, quando vedrete i portatori, state calmi e non portate agitazione. Tutto ciò è difficile anche per me. Ricordiamoci che il nostro obbiettivo e portare la pace a Parigi, ma soprattutto riportare a casa Duusuu e Nooroo. Sarà questo l’obbiettivo.»
Glielo spiegai nel modo migliore possibile, seppur mi ci ero affezionata tantissimo non potevamo dimenticarci la missione. Seppur fossimo un gruppo abbastanza ampio bisognava ammettere che ciò non stava facendo la differenza, Hawk Moth rimaneva più forte e Parigi non era libera.
Con estrema lentezza le 19 si avvicinarono e il mio cuore batteva all’impazzata. Mi ripetevo il mio discorso mentalmente più e più volte ma ora che l’ora era ormai giunta al termine, sembrava un discorso insipido, privo di tutto ma era normale, non ero LadyBug, quindi la semplice Marinette non poteva fare chissà cosa.
«E’ quasi ora Marinette, vuoi trasformarti?» Mi domandò Tikki.
Forse non era una brutta idea, forse avrei potuto salvarmi se qualcosa non andava per il verso giusto.
«Sì. Tikki, trasformami!»
Il tempo di vedere Tikki sparire che la luce rosa inondò la stanza. Era sempre strano trasformarsi, seppur il tempo fosse passato così velocemente, la sensazione del cambio di vestiti rimaneva una novità.
«Bene, Trixx, Pollen, Kaalki, Mullo, Daizzi, Sass, Wayzz, Roarr, Longg, Xuppu, venite con me. Voi altri, rimanete qui nella Box.»
Non appena mi sporsi dal balcone iniziai a vedere Alya e Nino quasi all’entrata del parco, mentre sparsi qua e là potevo vedere Max con Kim, Luka e Juleka con Rose e Mylene, da una parte Zoe e abbastanza distante Katami.
L’ansia che provavo diventava via via più pesante e la pesantezza che portavo sulle spalle e sul petto mi bloccava in ogni movimento.
Era la decisione giusta? Le nostre famiglie sarebbero state al sicuro? Ciò avrebbe fatto si che la missione si sarebbe conclusa?
Le domande scorrevano con un fiume in piena, ma non appena vidi atterrare Chat Noir vicino l’ingresso, sapevo che non potevo tardare.
Atterrai secondi dopo di fianco e quel poco di luce che i lampioni emanavano avevano fatto si che fossimo notati dando modo di avvicinarsi, seppur timorosi.
«Ragazzi, Chat Noir, vi ho convocati qui tutti insieme stasera.» Iniziai. Presi un profondo respiro e li guardai uno ad uno negli occhi.
«Lady Bug, non sei costretta.» Iniziò Luka.
Lo fermai quasi subito. Non potevo tornare indietro ormai.
«No Luka. Devo.»
«M’Lady non capisco, cosa succede? Perché, noi e questi ragazzi, sono qui?» Chiese Chat Noir.
«Ho preso una decisione, che spero possiate accettare. Siete liberi di fare un passo indietro e non verrete più contattati. Sarete esonerati da ogni azione.
Hawk Moth diventa sempre più forte e voi siete stati tutti portatori di un Miraculous.» Gli sguardi che si scambiarono furono tra meraviglia e stupore, e sentì chiaramente dal mio partner il fiato bloccarsi. «Perciò, visto il susseguirsi degli eventi recenti, come nuovo guardiano dei Miraculous, per questa missione voglio che tutti noi, chi decide di restare, saprà chi è chi. Non avremo maschere gli uni con gli altri. Sapremo di chi fidarci, sapremo starci vicini, saremo pronti.»
«Stai dicendo che possiamo toglierci la trasformazione?» Mi domandò Chat Noir.
La sua faccia era pallida, quasi non credesse a cosa stesse accadendo in questo preciso momento.
«Sì, esatto. Io, Lady Bug, non mi nasconderò più a nessuno di voi. Siamo una squadra. Quando siamo uniti, quando abbiamo la nostra trasformazione, ci fidiamo gli uni degli altri, siamo forti. Ma la probabilità che ciò ci renda più vulnerabili verso Hawk Moth è alta. Se qualcuno di voi non se la sente, se qualcuno ha paura per sé stesso, la propria famiglia, può andare. Non penserò mai che siate codardi. Questa battaglia è qualcosa che nessuno di noi si immaginava nella propria vita; quindi, capirò chi di voi vuole andare.»
L’ultima frase la dissi con meno enfasi, seppur ogni parola era vera, pensare che qualcuno di loro potesse andarsene era un qualcosa a cui non volevo pensare. Erano i miei amici, i miei compagni, ma ognuno di loro aveva caratteristiche che difficilmente avrei potuto trovare in qualcuno diverso da loro.
Una mano sulla spalla mi risvegliò dal mio pensiero, e non appena rialzai il viso, il viso sorridente di Rose mi scaldò il cuore. «LadyBug, nessuno vi lascerà soli. Proteggete Parigi da tempo e avete dato tutto per tenerci al sicuro, giorno e notte. Se avete bisogno di noi, rimaniamo»
«Ha ragione Rose. È scientificamente provato che una squadra che si fida del proprio capitano ha più opportunità di vincere e di avere una squadra felice.» Appoggiò Max con Markov al suo fianco.
«Ora possiamo uscire?» Chiese uscendo dal suo nascondiglio Kaalki con dietro i restanti.
«Amico!!» Urlò Nino vedendo Wayzz.
Ogni Kwami andò dal suo proprietario, salutandosi affettuosamente e chiacchierando tra loro.
Alya mi si avvicinò prendendomi in disparte cosicché nessuno potesse sentirci. «Chat Noir è d’accordo con questa idea?» Mi domandò guardando Chat Noir che rimaneva in disparte e silenzioso. Non era da lui non fare battute o rimanere così taciturno.
«Non ho avuto modo di parlargliene…»
«Ragazza, quel ragazzo è follemente innamorato di te da quando ti ha visto. Come pensi la prenderà sapendo che non sarà il primo a sapere della tua identità ma soprattutto che il tuo ex la conosce da prima di lui?»
«Beh, Luka sa anche di lui... Quindi non dovrebbe essere così sbagliato, no? Okay, sto mentendo, è un problema, un grande problema, e forse mi farò troppi pensieri, ma la missione viene prima di ogni cosa. Parigi è la nostra casa. Non posso pensare a relazioni o altro. Tenere tutti salvi è il mio obbiettivo, costi quel che costi.»
Non ero proprio sicura, ma salvare tutti dal pericolo di Hawk Moth era l’obiettivo principale.
«Chat Noir tutto okay?» Gli chiesi avvicinandomi a lui. Il suo silenzio e tranquillità era un qualcosa che non mi aspettavo, ma credo neanche lui si aspettava il momento tanto agognato da mesi e mesi.
«Qualcuno di loro sa già chi sei realmente?»
Il tono con la quale mi fece questa domanda era freddo, quasi estraneo, e ciò non me lo aspettavo minimamente.
«Sì…» Risposi sottovoce. Ammettere la verità mi faceva sentire sporca, come se non meritassi la sua vicinanza.
«Chi di loro?»
«Alya. Luka... Alya l’ha saputo da me direttamente, avevo bisogno di aiuto, una mano per non cadere… Luka, Visperion, l’ha scoperto durante l’incontro con Wishmakers. Siamo stati colpiti. Tutti e due.»
Con la coda dell’occhio vidi le nocche di Chat Noir stringersi in un pugno, e sentì il digrignare dei denti.
«Per tutto questo tempo loro lo sapevano. Io, il tuo partner, dopo aver preso ogni colpo per te, averti protetta, ascoltata, corteggiata, fidandomi ciecamente, lo saprò dopo due persone che son venute meno di me?»
Il suo tono si fece duro e alto, e gli occhi degli altri ragazzi erano su di noi. Non avevano torto, di lì a poco, i due supereroi di Parigini avrebbero discusso davanti a loro. Non avveniva spesso.
«Chat, non possiamo far sì che le nostre emozioni negative ci sovrastino. Non era intenzionale che qualcuno lo scoprisse prima di te!» Ribadì a tono.
«Oh certo, fammi indovinare, Alya è la prima ad averlo saputo perché magari siete migliori amiche e vuoi dirmi che tu sei Marinette?» Disse con voce aspra e sarcastica.
Una parte di me venne profondamente colpita duramente dalla sua frase.
Il tono usato, sarcastico e aspro, mi fece capire che forse mostrare che sotto la maschera non c’era altro che Marinette, una ragazza goffa, sbadata, maldestra, e balbettante, non era la miglior figura da mostrare.
Chi volevo prendere in giro, Marinette senza la tuta di LadyBug non era niente di speciale in confronto alle persone che avevo davanti. Un nuotatore, un informatico, un dj, una giornalista, due musicisti, insomma, cosa mai ero io?
Il silenzio che venne dopo la sua frase durò a lungo, forse troppo, ma non avevo da ribattere, e ogni briciola di coraggio avuto sino ad ora sembrò andar via. Forse era stata una brutta idea questa. Avrei dovuto tener fede al libro del Maestro.
«Chat Noir, con tutto rispetto, stai usando dei toni poco simpatici, a prescindere da chi sia, mi pare che da poco la famiglia di Alya è stata presa di mira proprio per la sua vicinanza con Lady Bug e perché portatrice di Miraculous, non pensi come questo avrebbe potuto influenzare la tua vita privata tempo fa se non ci fosse stata la riservatezza?» Chiese Nino con una calma che di certo io in quel momento non avevo.
Ricordare che la famiglia di Alya era stata messa in pericolo per causa mia aumentò i miei sensi di colpa per tutti e il desiderio di scappare era tornato impellente.
«Sapete cosa? Rimanete voi a scoprire chi c’è, io non ho più interesse a struggermi per qualcuno che non ha avuto la decenza di parlarmi prima di agire.»
Le sue parole furono come un pugno nello stomaco e le lacrime che già in precedenza si erano formate decisero di scendere senza il mio reale volere.
Abbassai subito il viso per non mostrare il dolore che in quel momento provavo, ma nel momento in cui i miei occhi si posarono sul terreno notai come Chat Noir usando il suo bastone se ne andò via, lasciandoci tutti senza parole, chi più di altri.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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