Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Illidan17    22/08/2021    0 recensioni
Sono le scelte che facciamo, a determinare chi siamo, non i nostri poteri. Usagi lo ha sempre saputo, e ora dovrà dimostrarlo... e non solo lei. Cosa sarebbe successo, nella seconda stagione, se i personaggi avessero preso decisioni diverse?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demando/Diamond, Serenity
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2

Allo specchio 

 

Saphir era nel laboratorio. Stava costruendo due droidi. Sentì dei passi. Li riconobbe all’istante. Era Petz. Erano le nove del mattino. 

-Puntuale come un orologio. 

-Per oggi è andata così. 

-Perché la sua giornata lo richiede. 

Ormai le giornate di Petz  e delle sue sorelle ruotavano attorno a quelle della principessa Serenity, la quale aveva degli orari fissi. Si svegliava alle sei; alle sette faceva una passeggiata nei giardini di un’ora; seguiva la colazione; il resto della mattina era dedicato alla sua istruzione, fino alle undici, ora della lezione di danza; il pranzo veniva servito a mezzogiorno; dopo pranzo, il principe richiedeva la sua presenza per tutto il pomeriggio, a prescindere dagli impegni e cenavano insieme, in privato o in pubblico; dopo cena, se non c’era una festa o uno spettacolo, la principessa rientrava nei suoi quartieri, dove leggeva fino alle undici, dopodiché si preparava per andare a letto. 

-Cosa studia oggi la principessa? 

-Ha deciso di dedicarsi alle lingue. Impara molto facilmente quella di Nemesis. 

Saphir la guardò. Aveva colto qualcosa, nella voce di Petz. 

-Mi sbaglio, o c’era una nota di affetto, in quello che hai detto? 

Petz sospirò e scosse la testa. Quando la finiva? 

-Se passassi la metà del tempo che passiamo noi con lei, ti affezioneresti anche tu, e capiresti perché tuo fratello è così preso. È veramente una bella persona. D'accordo, a volte è un po' goffa, quando si tratta di percorrere una superficie piana e solida ci deve essere sempre qualcuno con lei, ed è anche un po' triste, visto che è qui contro la sua volontà, ma è una ragazza molto dolce... e anche molto sveglia! 

Saphir inarcò un sopracciglio. 

-In che senso? 

-Si è accorta di Koan e Rubeus, di me e te, di Esmeraude... e si è accorta di te in quel senso! Io e lei abbiamo una cosa in comune. 

-E quale sarebbe? 

-Siamo sorelle maggiori. E ha un fratello più giovane. Ha capito subito che sei geloso. E se ne è accorto pure il principe! 

Adesso Saphir cominciò a sentire diversi campanelli d’allarme nella testa. Se Demando si era accorto che Serenity non era fra le sue persone preferite, poteva prendere dei provvedimenti... 

-Cosa mi consigli? 

-Comincia a rivolgerle la parola, a cena. E sii gentile. 

*** 

-Come vanno le lezioni, Serenity? 

Usagi sbattè le palpebre. Saphir le aveva rivolto la parola? Allora Petz diceva sul serio, sull’avergli detto due paroline... 

-Miglioro, grazie. 

Era l’ora di cena, questa volta in pubblico. Quel pomeriggio, il principe aveva partecipato alla sfilata con la famiglia reale... con lei al suo fianco. Avevano ancora gli abiti da parata. Indossava un vestito di damasco blu, con una scollatura a cuore e le maniche alla castellana. Un mantello era stato cucito alle spalle. Saphir continuò la conversazione. 

-Ho sentito che non hai troppa difficoltà con la nostra lingua. 

-In effetti sì. Somiglia molto al Lunare, la lingua che si parlava nel Regno Argentato.  

-Interessante. Mi domando se non hanno il ceppo in comune... Vale la pena approfondire l’argomento... 

Usagi cominciò a preoccuparsi. Lei che discuteva una teoria linguistica! Se ci fosse stata Ami... Però Saphir aveva ragione. Avrebbe dovuto mettere le grammatiche a confronto. Poi le venne in mente una cosa... Ma non poté svilupparla, per colpa di Esmeraude. 

-La parata è stata magnifica. Il popolo sembrava entusiasta, nonostante la principessa sia del Regno Argentato... 

Usagi non ci badò. Aveva compreso dall’inizio che Esmeraude era innamorata di Demando. E ovviamente non sopportava che la preferisse a lei! Come dar torto al principe? Sì, era molto bella, ma era un’oca giuliva di prima categoria! Makoto l’avrebbe definita una tardona. 

-Forse, avendo visto quanto è incantevole, avrà pensato che non doveva essere così male, averla come sovrana... 

Adesso era Demando a preoccuparsi. Rubeus che definiva incantevole qualcuno? O voleva farsi perdonare il fatto di averla colpita inavvertitamente? O più semplicemente, voleva chiudere il becco di Esmeraude, uno dei suoi passatempi preferiti? Comunque funzionò. Il resto della cena si svolse nella massima tranquillità. 

*** 

Usagi era seduta davanti al caminetto della sua stanza, e leggeva un libro. Era La Bella e la Bestia, però la versione originale, dove si parlava anche del passato dei protagonisti. Era anche meglio della fiaba che conosceva. Forse era quello il problema: trovare una storia che le interessava. In più, si identificava con la protagonista. 

Ad essere onesti, non era così male. Era trattata bene, non le mancava niente... a parte la libertà e la sua vita da “umana”. Non passava giorno che non pensasse alla sua famiglia, alle sue amiche... Oggi, per esempio, aveva pensato parecchio ad Ami. Quanto le sarebbe piaciuto riferirle le sue teorie, parlarle dei libri che leggeva... 

Si alzò e si guardò allo specchio. A volte non si riconosceva. Esmeraude voleva provocarla, ma era vero che la parata era andata bene. Il popolo si era inchinato al suo passaggio, anche se sospettava che avessero paura di Demando. Però gli sguardi che aveva incrociato erano di rispetto, e anche ammirazione. Anche i nobili la trattavano con il rispetto dovuto al suo rango. Aveva anche captato qualche pettegolezzo positivo nei suoi riguardi. Niente valeva, però, una giornata con le sue amiche. 

Posò una mano sulla superficie dello specchio. 

-Dove sei, Ami? Vorrei tanto parlarti... 

Il suo riflesso tremolò, fino a sparire. Al suo posto, vide una ragazza con un caschetto e gli occhi blu, che leggeva una lettera. 

-Ami? 

La ragazza continuò a leggere. Usagi picchiettò sul vetro, per sicurezza. Niente. 

-A quanto pare lo specchio mi permette di vederti, ma non di parlarti. 

Fu sommersa da un’ondata di tristezza. A cosa serviva vedere le proprie amiche, se non ci potevi parlare? Cominciò a piangere. Una lacrima toccò il Cristallo d’Argento, che si illuminò, e colpì lo specchio con un fascio di luce. Sembrava intatto. 

-Ma cosa... 

-Usagi? 

Ami la stava guardando, gli occhi fuori dalle orbite. 

-Ami, mi puoi sentire? Sei sola? 

-Sì, mamma è all’ospedale. Come hai... 

-Credo sia opera del Cristallo. Non so posso ripeterlo.-guardò un momento l’orologio sulla toilette-Ho solo mezz’ora di tempo, dopodiché entrerà una damigella per prepararmi per andare a letto. Ascolta bene... 

Usagi le raccontò tutto, senza tralasciare alcun dettaglio: dov’era, come la trattavano, chi era Chibiusa, le sue teorie. Terminò con delle istruzioni. 

-Se la bambina si rifiuta di dirvi quello che sa, ditegli chi sono, ma con tatto e delicatezza. Credo che avrà delle riserve. 

-Comprensibile. C'è differenza fra te adesso e fra dieci secoli. 

-Un’altra cosa: in mia assenza il capo è Minako. 

-Sei sicura? Rei potrebbe... 

-Non mi fido di Rei. Non dopo quello che ho scoperto. Se pone obiezioni, ricordale perché l’ho chiamata traditrice. 

Ami annuì. Usagi le aveva accennato che Endymion aveva un’amante, nel trentesimo secolo. 

-Hai ricevuto la borsa di studio? 

-Come... 

-La lettera. Allora? 

Ami sorrise. 

-Sì, l’ho ricevuta. 

-Grandioso! Per dove? 

-Berlino. 

-In Europa? Quando parti? 

Ami la guardò stupita. 

-Tu... saresti d’accordo... con la mia partenza? 

-Certo, Ami. Ovviamente, la scelta è tua. Posso capire che in questo momento tu sia un po' indecisa, ma queste occasioni non capitano tutti i giorni! Comunque, se decidi di partire, prenditi l’attrezzatura da guerriera Sailor. Può darsi che trovi un modo per raggiungermi... in Germania. 

-Non l’aveva considerato da questo punto di vista... Già che ci sono, vedrò di verificare le tue teorie. Se il Regno Argentato ha lasciato delle tracce sulla Terra, forse lo ha fatto anche Nemesis. 

-Andrà tutto bene Ami, non... 

Il Cristallo cominciò a lampeggiare fino a spegnersi del tutto. La comunicazione si interruppe. Usagi si accasciò per terra, priva di forze. Solo un paio di braccia le impedirono di sbattere contro lo specchio. 

*** 

-Dunque, riassumendo... Usagi in qualche modo si è messa in contatto con te, e ti ha riferito cosa è successo mentre eravamo state drogate dalla piccola peste, giusto? 

-Sì, Makoto. Come ho detto, è stata rapita... 

-...Dai membri di una casata reale che regna su un pianeta di nome Nemesis. Artemis, che cosa sappiamo di questo posto? 

Ami aveva chiesto una riunione subito dopo il contatto con Usagi. Ora erano tutti al quartiere generale nascosto nella sala giochi di Motoki. I due gatti stavano trafficando con il computer, 

-Non molto, Minako. Poco prima della caduta, avevano tentato un primo contatto con la regina Selene. Pare che il principe Adamas avesse chiesto la mano della principessa Serenity... Un momento! Sembra la regina fosse favorevole! Però è successo qualche giorno prima del disastro. Dubito che la principessa lo sapesse. 

-Comunque, le poche informazioni che abbiamo collimano con quello che ha riferito Usagi. Un giorno sulla Terra corrisponde a otto giorni su Nemesis. 

-E allora cosa aspettiamo, Luna? Ci sarà un pure un modo per arrivare lì! 

-Calmati Rea. Possiamo teletrasportarci, ma non viaggiare nel tempo. È nel trentesimo secolo, ricordi? 

-D’accordo, Makoto. Ma Chibiusa ne è capace, ricordi? Ci deve aiutare! 

-Non possiamo costringerla. È ancora una bambina... 

-Ma se le diciamo che sappiamo tutto, e che Usagi è sua madre... 

-E ti aspetti che ci creda? Non so se ti ricordi come si comportava con lei... E Usagi è stata chiara: dobbiamo andarci con i piedi di piombo. 

-E intanto, per quando saremo arrivate, sarà già sposata a quel principe... quella bambina non nascerà mai! 

-Rei, smettila, non sei il capo! 

Tutte si voltarono verso Ami. Era arrabbiata. 

-Come, prego? 

-Mi hai sentita: non sei tu al comando. Usagi ha passato la consegna a Minako. È lei, che prende le decisioni, ora. Ti ricordo che il pasticcio nel trentesimo secolo lo hai creato tu, insieme a Mamoru. 

Calò un silenzio assordante. Nessuno osava più proferire una sillaba. Alla fine Makoto prese la parola. 

-C’è una cosa che non capisco: perché non lo avete detto a Usagi? D'accordo, avrebbe sofferto, ma avrebbe capito: non teneva Mamoru al guinzaglio! Vi avrebbe lasciati andare. Invece lo ha saputo da un... chiamiamolo rivale, che starà facendo di tutto per apparire migliore di lui. Non che si debba impegnare molto... 

Lo sguardo di Rei da avvilito diventò pensieroso, e poi allibito. Le ragazze capirono che stava avendo una rivelazione. Si dovette sedere. 

-Vi devo dire una cosa, e vi prometto che lo dirò a Usagi, non appena ci potrò parlare. Io volevo dirglielo, davvero, ma Mamoru tendeva sempre a rimandare. Voleva aspettare che fosse più grande per capire... Ma ora mi sto chiedendo se glielo voleva dire veramente.  

*** 

Demando guardava Usagi dormire. Lei non poteva saperlo, ma lui avvertiva sempre un’anomalia nell’aria. Il suo terzo occhio si aperto da solo, per captare qualcosa. Aveva capito subito che la principessa stava usando il Cristallo d’Argento. Però, siccome quella pietra a volte faceva di testa sua, decise di spiarla con discrezione. E aveva ragione. Non avrebbe mai potuto incantare lo specchio per parlare con qualcuno. 

Aveva assistito alla conversazione di nascosto. Parlava con una delle sue guerriere, Sailor Mercury. Poteva anche dirle la sua posizione, tanto non avrebbero potuto raggiungerla. E a quanto pare il Coniglio non l’aveva riconosciuta come sua madre. Tuttavia, dimostrava di essere una vera leader, dando le consegne e dispensando consigli. Poi il Cristallo Nero cominciò a consumare l’energia del Cristallo d’Argento, con le conseguenze del caso. L'aveva presa in tempo. 

A dire il vero, quando Rubeus gliel’aveva portata, le aveva tolto la spilla, per prendere quella pietra, ma il Potere Nero la stava uccidendo. Saphir aveva fatto appena in tempo a montare il Cristallo su una catenina, e a mettergliela al collo, salvandole la vita. Ma la contaminazione era inevitabile. A poco a poco, il Potere Nero entrava dentro di lei. Se non altro, aveva accettato la sua condizione. E aveva accettato di essere sua moglie. Eppure, era convinto che lei gli stesse nascondendo qualcosa, un dettaglio di cui lei era a conoscenza e che avrebbe fatto la differenza, lo stesso che le aveva permesso di accettarlo come compagno con così tanta facilità. Guardò il Cristallo d’Argento. 

-Sarai anche il suo servo più fedele, ma mi domando se non la ucciderai, facendo di testa tua... 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Illidan17