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Autore: Angela Rosa    28/08/2021    2 recensioni
Anche se Fred gettava ogni tanto provocazioni pungenti verso la ragazza, lei sembrava troppo occupata a risolvere dell'altro.
Anche se, ogni volta, nel momento in cui il ragazzo le rivolgeva la parola, il cuore di Hermione batteva più forte del normale.
Ma lei, imperterrita, continuava ad ignorarlo.
Prima o poi sarebbe passata.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie '"Fred..." , "Si, Granger?"'
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La fissava intensamente con quel suo sguardo magnetico. E lei puntualmente alzava gli occhi, guardava lui che la fissava, si imbarazzava, roteava gli occhi, deglutiva, e riprendeva a leggere, tuffandosi nella lettura appena interrotta. Solo che, quando interrompeva la lettura per rimproverare i soliti comportamenti petulanti di Harry, le veniva facile recuperare la concentrazione. Quando invece succedeva che la lettura veniva interrotta, perchè uno dei Weasley, e precisamente un gemello, che quando sorrideva si socchiudeva leggermente un occhio rispetto all'altro, ritrovare la concentrazione era un'impresa fatidica. Ma nonostante ciò continuava imperterrita a tenere la testa coperta dal libro e gli occhi fissi sulle parole, cercando disperatamente di ritrovare la dannata concentrazione e sperando che quel solito gemello ficcanaso non venisse a levarle il prezioso libro dalle sue mani.
Solo che la speranza era vana e la sua concentrazione pure. Quindi si ritrovava a combattere per tenere ben salda tra le dita la sua copia di Storia di Hogwarts, mentre le mani del gemello, quello che quando sorrideva socchiudeva leggermente un occhio rispetto all'altro, tentavano di portargliela via. E quel sorriso ad Hermione, con quell'occhio leggermente socchiuso, non le facilitiva la ripresa di Storia di Hogwarts. Quindi si ritrova a sottostare ai compromessi del gemello, che era sempre in vena di darle fastidio, di fare baldoria inutile pur di non ridarle il suo libro e la sua poltrona vicino al fuoco.
Subito dopo cominciava a porle quelle domande imbarazzanti che lei nella sua vita aveva sempre volutamente evitato.

Come quella volta al suo terzo anno di Hogwarts mentre passeggiava sulle rive del lago Nero, si imbatté in uno dei gemelli, che così di getto le domandò: 《Chi ti piace? 》 E lei rimase alquanto stupita nel ricevere una simile domanda e avvalendosi della facoltà di non rispondere, scappò via. Si imbarazzò moltissimo, si sentì le guance andare a fuoco e un tremolio strano alle gambe, perchè chi le piaceva le stava proprio davanti agli occhi, proprio colui che le aveva posto quella domanda. Quel gemello Weasley, con quell'occhio che si socchiudeva più rispetto all'altro quando sorrideva, colui che si divertiva un po' troppo ad infastidirla, colui che le rivolgeva in gran segreto, solo a lei, quel sorriso sghembo.

Quando un anno dopo, l'abitudine preferita del gemello Weasley era diventata tediarla in maniera regolare, quella strana sensazione di tremolio alle gambe crebbe in modo esponenziale, tanto che la ragazza non riusciva a trovare una risposta a quello che le stava succedendo.
Hermione Jean Granger aveva sempre evitato certi discorsi e determinati argomenti, perchè al momento non le interessavano. Invece le importava lo studio, aiutare Harry e divertirsi con i suoi compagni di Grifondoro: tutto molto semplice.
Il resto non era contemplato nella sua vita, al momento.

Ma purtroppo tutti questi piani, si smontarono non appena lei incrociò quasi per la prima volta il sorriso di un Weasley, "quelli con i capelli rossi," che le sorrideva con un occhio leggermente più chiuso dell'altro. E da quel momento in poi si rese conto che colui che le sorrideva era proprio Fred Weasley che aveva questa piccola distinzione dal gemello George. E lei non riuscì mai, con la sua mente brillante, a capire come mai lui le interessava così tanto, nonostante avesse un seguito esorbitante di ragazze. Lei che era così completamente differente da lui, così chiusa, educata, seria e responsabile.
Cosa ci trovava in lei, che non era mai con la divisa succinta, che aveva i ricci sempre scompigliati e mai in ordine, lei che si arrabbiava per ogni singolo comportamento inopportuno. Cosa ci trovava in lei, che era più piccola e di certo meno, meno bella, delle ragazze che lui frequentava?
Perché le ragazze dello stesso anno di Fred Weasley, anche delle altre case, erano molto belle e interessanti. Quindi poggiare quello sguardo sghembo su di lei, era quasi un paradosso.
Ma soprattutto... cosa ci trovava lei in lui?
Di certo non spiccava d'intelligenza quanto lei, di certo non era ben educato quanto lei, di certo il suo hobby preferito non era la lettura, ma bensì il Quidditch, quel gioco dannato che si fa in sella a quelle dannate scope e lei odiava volare, mentre lui amava librarsi in aria.
E allora?
 
Allora Hermione decise di frenare, provandoci, quei sentimenti che in anno e in anno crescevano per il ragazzo più provocante della famiglia Weasley. Li reprimeva in fondo al petto, non dando loro modo di trapelare fuori, perchè sarebbe stato così deleterio per tutti quanti.
Ma dopo il terzo anno che lui si avvicinava con quella domanda assai pericolosa – "Chi ti piace?" –, era difficile trattenersi da non rispondergli "tu", dal momento che ormai la risposta lei la sapeva già."
 
Al quarto anno, lui peggiorò. Continuò quasi tutti i giorni ad importunarla, qualche volta tentò di entrare nel dormitorio femminile, ma venne subito ricacciato fuori.
"Ma cosa vuole da me?" si domandava esasperata Hermione ogni volta che lui la provocava e ammiccava nei suoi confronti. Quel tremolio alle gambe andava crescendo ogni volta che lui si palesava davanti ai suoi occhi, l'imbarazzo le acuiva il rossore alle guance e il cuore martellava più forte.
Al quarto anno della ragazza, Fred prese seriamente l'impegno di darle fastidio.
《Cosa ti piace di me? 》 Chiedeva maliziosamente.
《Quando te ne stai zitto. 》
《Non stai mai al gioco Granger. Ma riuscirò a farti innamorare di me. Ho ancora tre anni buoni. Ma tanto ce la farò nell'impresa prima di maggio. 》 Disse fiero e orgoglioso della sua proposta.
《Non sono una scommessa, ora levati. 》
Purtroppo però, in cuor suo, lì, proprio in fondo, in quell'angolo dove teneva seppelliti i sentimenti per il ragazzo dal sorriso sghembo e dall'occhio socchiuso rispetto all'altro quando sorrideva, non c'era bisogna della scommessa, visto che quest'ultima era già stata vinta da anni da Fred, prima di quella proposta.
 
Al quinto anno, quando lei, Ron ed Harry diventarono ancora più uniti, perché le visioni di Harry erano più fitte, perché lei credeva ad Harry, credeva a Silente e quello che era successo l'avevano così turbata che i sentimenti per il gemello erano passanti irrimediabilmente in secondo piano.
Hermione passava tanto tempo con Harry e Ron, a pianificare, a parlare delle visioni di Harry, a commentare i piani dell'Ordine, tanto che, quei sentimenti nati anni prima per quel gemello Weasley che quando sorride un occhio si chiude leggermente rispetto all'altro, sfumarono, pensò lei, in una semplice cotta passeggera. Hermione si sentì liberarsi di un peso, tanto che non ci pensò più. 
Era passata.
Gli incontri con Ron e con Harry, erano frequenti e molto chiusi e non davano modo a nessun di entrare. E tutto ciò faceva sembrare Hermione, molto più interessata a uno dei due ragazzi, come quel giorno di San Valentino disse Cho ad Harry.
 
Purtroppo non era così. E qualcuno non se ne era poi tanto accorto.
Quel qualcuno era quel gemello Weasley, quello che sorrideva sghembo solo a lei, quello che quando sorrideva l'occhio destro si chiudeva di più rispetto al sinistro.
Un giorno la vide ridere così tanto forte con Ron che si infastidì, etichettando suo fratello, un goffo e buono a nulla.
Ricordandosi, effettivamente, non era riuscito nella sua scommessa dell'anno prima a far cadere nelle sue braccia Hermione, ma aveva detto chiaramente che aveva ancora tre anni, ora due in realtà, ma ce l'avrebbe fatta lo stesso, perché lui era Fred Weasley e nelle sue scommesse non aveva mai fallito.
Con l'avvento dell'esercito di Silente, un'idea brillante di Hermione, gli incontri con i gemelli Weasley erano frequenti e nei vari insegnamenti di Harry, capitava che lei finiva in coppia con Fred. E cominciò con l'esercito, parallelamente, il dannato tremolio alle gambe della ragazza.
Fred era alquanto soddisfatto e ci provava in tutti i modi di far capitare lei in squadra con lui, costringendo Ron a duellare con George.
Lei però, brillante e impeccabile, faceva sempre fuori Fred e lui dopo esser stato schiantato dall'altra parte della Stanza delle Necessità, continuava a sorriderle. Con quel sorriso sghembo e con quell'occhio leggermente socchiuso rispetto all'altro. E lei aveva notato, ora che tutte le ragazze erano lì, che a Katie, ad Angelina, ad Alicia, quegli sguardi non li rivolgeva, li conservava solo per lei, che anche da schiantato continuava a sorriderle, come se non fosse successo nulla. E questo pensiero la annullava.
Lei piaceva a lui?
E come da copione, poi, faceva finta di niente.
Lui però aveva bisogno di parlarle, di darle fastidio, di prenderla in giro, di provocarla ma lei sfuggiva subito dopo con Ron ed Harry ed era impossibile beccarla sola.

Volle il caso che, un giorno qualunque, di un incontro qualunque dell'esercito di Silente, lei aspettava stranamente da sola i membri dell'ES nella Stanza delle Necessità, tutti in ritardo per le nuove regole dettate dalla Umbridge. Soltanto che non tutti stavano tardando. Un gemello Weasley, quello che quando sorrideva si socchiudeva leggermente un occhio rispetto all'altro, la vide sola da lontano, senza quel rompi scatole di suo fratello e di Harry e approfittando del momento non tanto lungo a disposizione, entrò dentro la sala e le si avvicinò.
《Hai scelto il fratello sbagliato. 》 Disse lui molto serio, facendola spaventare, giocando con la sua bacchetta.
《Come scusa? 》 Disse lei sottile, chiudendo il libro che stava leggendo, non avendo davvero capito il senso della domanda, se mai ve ne fosse uno, ovvio.
《Hai scelto il fratello sbagliato. 》 Ripeté compunto, poggiandosi con la schiena al muro e puntando gli occhi sulla bacchetta che roteava tra le dita.
《Ma cosa stai dicendo? Io non ho scelto nessuno. 》 Continuò lei con una punta di ilarità, stringendo il libro tra le dita.
《Ron è un buono a nulla. 》, 《Perchè dici queste cose? 》 Chiese interrogativa. Fred le si avvicinò: 《Perché ti ho osservata, come fai con me: dopo avermi mangiato con gli occhi per ore qui dentro, scappi via con Ronnie. Granger, non lo trovo molto corretto da parte tua. 》 Continuò lui serio. Le guance della ragazza a sentire quelle parole, si colorarono di un leggero rosato. 《Intanto, io non ti mangio con gli occhi. E poi non scappo da e con nessuno.》 Disse lei decisa, anche se le parole iniziarono a graffiarle la gola.
《Devo smentire almeno la prima. Te la ricordi la promessa che ti ho fatto un anno fa? 》 Si avvicinò pericolosamente alla ragazza, che portò il libro sul petto, come una sorta di scudo, cercando di proteggere quello che provava per il ragazzo che in quel momento voleva uscire fuori allo scoperto. Nel frattempo si disse che non poteva di certo essere una semplice cotta passeggera.
《Si, più o meno sì. E non ci sei per niente riuscito. 》 Ammise risoluta e soddisfatta della sua risposta assolutamente non vera.
《Beh, per tutti gli eventi che sono accaduti, alla fine era un po' improbabile che potesse succedere. Ma poi ho detto che ho ancora a disposizione due anni. 》 Continuò lui, offrendole quel suo sorriso sghembo. 《Mpf...》 sospirò lei. "Dannato sorriso. Dannato tremolio."
《Ma comunque, non mi servono. So perfettamente che ti sei innamorata di me ancora prima di quella stupida scommessa. Quindi evita di chiuderti con Ronnie qui dentro. 》 Proferì, fiero di provocare il rossore sul viso della ragazza.
Infatti il rossore alle guance aumentò. E lei rimase paralizzata. "Come diamine fa a saperlo?" Deglutì e lo guardò intensamente in quei detestabili occhi verdi che la scrutavano dall'alto in cerca di risposte, di reazioni.
《Beh, ti sbagli invece. 》 Credeva di aver parlato con tono molto alto e stizzito. Invece non era proprio così. Uscì un filo di voce che diede al ragazzo le risposte ai suoi dubbi.
《Vedremo. 》 Disse lui ricomponendosi soddisfatto e sorridendole si avviò verso i compagni che stavano arrivando, facendo restare una Hermione atrofizzata dai suoi stessi sentimenti e da quel sorriso magnetico.
Non era passata per niente e lei aveva imparato a mentire.
Quel giorno non posò i suoi occhi su Fred neanche una volta e così facendo confermò al gemello, il sentimento che provava per lui.
E nei giorni e settimane successive lei cercò disperatamente di sfuggirgli.
Ma lui era più furbo di quello che Hermione credeva.

Fred lo aveva capito a un certo punto che lei provasse attrazione nei suoi confronti. Solo che era stato cieco per un bel po' di tempo. All'inzio era solo l'amica di Ronnie e finì lì. Successivamente si rese conto, che quella ragazza dai capelli sempre in disordine amante dello studio e dei libri, era la ragazza più brillante della scuola, con una sensibilità unica che la contraddistingueva.
E per quanto lei negasse apertamente di non voler essere distratta da niente e da nessuno, provocando così l'idea di essere una ragazza senza sentimenti, fredda e vuota, Fred capì in un solo istante, che lei non solo aveva dei sentimenti, non solo non era un ammasso informe di lettere, codici e libri, ma dimostrava così ingenuamente i propri sentimenti che era da matti non essersi accorti di lei. Da matti non amarla, non provare a capirla. Il rossore alle guance, quei suoi piccoli occhi marroni smarriti e le dita bianche, ecco perchè lui voleva lei, perchè non era come le altre, era così.
Semplicemente così.
E a lui piaceva così, più difficile e molto più intrigante.
Con le altre ragazze, sicuramente molto belle, queste cose non le notava. Non erano così ingenue da farsi scappare un battito, erano esperte, in gamba. Ma anche noiose e molto facili, ci stavano sempre. Mentre lei i battiti se li faceva scappare, i rossori, gli sguardi imbarazzati.
Lui lo sapeva. Lui lo sapeva che lei era ormai persa di lui. Di quel sorriso sghembo, e di quell'occhio leggermente socchiuso rispetto all'altro e a Fred serviva solo una conferma. Perchè tanto lei cadeva sempre nelle sue provocazioni.
 
Allora Fred per coglierla con le mani nel sacco, utilizzò la sua tecnica infallibile. Importunarla, certo, ma confondendosi con George.

Hermione aveva già programmato da giorni che lei un sabato sarebbe rimasta a scuola, invece di andare ad Hogsmade, visto che aveva dei compiti arretrati per via dell'ES ed era l'anno dei GUFO e per non prendersi dal panico, rinunciò alla sua uscita, per finire i compiti, facendo promettere da Harry e Ron che le avrebbero portato delle caramelle dal negozio Zunko.
Così Fred origliando volentieri questa conversazione con George architettarono il piano il giorno prima e così quel sabato decise di restare anche lui ad Hogwarts, invece di farsi il suo solito giro produttivo ad Hogsmade, dicendo in giro che colui che restava al castello era George per via di un dolorosissimo mal di pancia, per colpa di alcune caramelle andate a male.
Così facendo George che in realtà era Fred, rimase al castello, mentre il vero George insieme a Lee, andò ad Hogsmade.
Hermione a sentire quella notizia non fece di certo i salti di gioia.
Avrebbe preferito restare da sola a studiare in sala comune.
Ma visto che era George e non Fred e visto che stava male, nessuno le avrebbe recato fastidio, e si proclamò serena.

Quel sabato quindi dopo aver saluto Ron ed Harry, si avviò, soddisfatta di avere il silenzio tutto per se, in sala comune, pronta ad iniziare a studiare.
Vide il falso George andare avanti e indietro dalla sala comune. Usciva e rientrava.
Hermione si fece due calcoli, chissà cosa stava combinando, se stava male...
Poi si disse non interessata a questa faccenda e continuò a ricopiare i testi della Umbridge.
Il falso George, stava attirando la sua attenzione. E ci stava pure riuscendo. Indossò come fece George, i vestiti dell'altro, per sembrare ancora più simili e dare meno nell'occhio, anche se a George poco interessava se ad Hogsmade lo riconoscevano, l'importante fosse che Fred riuscisse nel suo piano.
A metà mattina, mentre la ragazza era concentrata a riscrivere parola per parola il testo di Difesa contro le Arti Oscure sulla sua pergamena, un falso George, stanco di andare avanti e indietro a mozzo, le si fermò davanti divertito.
《Buongiorno. 》 Sogghignò.
《'Giorno. 》 Rispose lei, senza alzare lo sguardo.
《Chi sono? 》 Chiese lui, ridendo tra sé e sé.
《George. 》 Disse fredda.
Stava funzionando.
《Ne sei sicura? 》 Ghignò.
Lei alzò gli occhi, non per esserne sicura, ma per fulminarlo con lo sguardo, dato che la stava infastidendo inutilmente.
Quando alzò lo sguardo sul gemello, quest'ultimo stava sorridendo.
"Quel sorriso."
Sorrideva con quell'occhio che si chiudeva di più rispetto all'altro.
Lei vacillò.
《Sei Fred? 》 Chiese insicura e il cuore cominciò a martellarle nel petto, iniziando ad agitarsi.
"L'ha fatto apposta."
《Come hai fatto? 》 Chiese contento che riuscisse a distinguerlo dall'altro gemello. Voleva dire qualcosa.
《Lo so e basta. Ora levati. 》 Rimise la testa sulla pergamena e continuò a trascrivere, provando ad ignorarlo.
《Come fai a saperlo? 》 Continuò lui ridendo.
《Lo so. 》
《Rispondimi. 》
《No.》
《Rispondimi. 》
Le prese da sotto il naso la pergamena. Hermione fu costretta ad alzarsi.
《Ho detto di no, ridammeli! 》
《Rispondimi o non ti dò i tuoi amati compiti indietro. 》 Lui li teneva in alto e lei saltellava cercando di recuperarli.
《Ridammeli. 》 Piagnucolò.
《No.》 Continuò divertito.
《Ora. 》
《No. 》
《Weasley. 》
《Granger. 》
 《Ti avverto Fred. 》
《Tu rispondimi e io me ne vado via a farmi i fatti miei. 》 Disse lui.
《Perchè lo vuoi sapere? 》 Era nel panico, cercava di sviare in tutti i modi possibili quel discorso imbarazzante.
《Sono pochi a riconoscerci. 》
《Beh sono stata con voi per tanti anni ormai. 》 Continuava questa conversazione alla cieca.
《Da cosa ci distingui Granger? 》 Fred non voleva sentire storie. Solo la verità.
《Mi chiamo Hermione. 》
《Lo so come ti chiami piccola, ora rispondimi. 》 Continuò divertito.
"Piccola? E da quando?"
La ragazza era esausta. Fred teneva in alto i suoi compiti e lei non riusciva a recuperarli, la stava torturando con quella domanda e allora si decise a rispondere, così l'avrebbe lasciata in pace.
《Da... Da... Una particolarità che George n-non ha. 》 Balbettò con un filo di voce, sedendosi sul divanetto, stanca.
《Ah. 》 Sospirò il gemello, interessato. Si sedette anche lui e si avvicinò alla ragazza, così poteva osservare il colorito delle sue guance.
《Q-quando sorridi... il tuo occhio destro si socchiude leggermente r-rispetto al sinistro. 》 Terminò lei e voltò la testa da un'altra parte, per non guardarlo negli occhi verdi, magnetici.
《Quindi tu ci riconosci da questo? 》 Disse lui dopo qualche secondo. meravigliato. È una piccolissima particolarità, quasi infinitesima.
《Si. 》 Ammise sospirando.
《Quindi mi osservi. 》 Ridacchiò il gemello.
《Assolutamente no. 》 Si mise subito sulla difensiva.
《E invece sì. 》Sghignazzò.
《Ti ho detto di no, sono stata con voi per tanto tempo e vi so distinguere ormai. 》
《Bugiarda. A te piaccio, mi osservi perchè ti piaccio, mi guardi perchè muori dalla voglia di stare con me e mi osservi quando sorrido. Altrimenti questa infinitesima particolarità, non l'avresti mai notata e dopotutto chi è che non mi osserva quando sorrido?!》 Continuò divertito e contento.
《Posso riavere indietro la mia pergamena ora? 》 Incalzò la ragazza con fare serio.
"Sgamata."
《Non ancora. La parte più bella e divertente deve ancora avvenire Granger. 》Lui si avvicinò a lei e con le dita le spostò una ciocca di capelli dal suo viso, portandola dietro il suo orecchio.
Il cuore di Hermione stava esplodendo. Fred la stava toccando così delicatamente. Fred le stava accarezzando il volto, le dita di Fred piano, si mossero verso la sua bocca.
《Io ti piaccio. E anche da un bel po' credo, lo dicono le tue guance... Vorrei sapere da quando però. 》 Sussurrò e nel frattempo le sue dita solcarono le labbra di lei.
《Di certo non te lo vengo a dire da quando tempo mi...》 Rispose lei quasi con perfidia, ma quella perfidia si disperse nelle sue stesse parole, nei suoi stessi respiri. Aveva toppato e alla grande. Aveva ammesso che gli piaceva.
Quelle dita l'avevano confusa.
《Ah! Ah! Quindi ti piaccio! Lo hai detto ora! 》 Colta con le mani nella cioccolata.
Si era scavata la fossa da sola con quella stupida domanda a trabocchetto. Dopotutto Fred era il RE dei trabocchetti.
Si nascose la testa tra le mani.《E alla fine ho perso quella scommessa. Perchè tutto è avvenuto prima di quell'accordo. Non me lo potevi dire subito Granger che ti piacevo da morire, così evitavo tutta questa fatica? 》 Disse sarcastico e poi le prese le mani, per vedere il rossore espandersi tra la sua pelle, era così bella quando era imbarazzata, così piccola, così dolce.
《Ti sto dicendo che...》Ma non fece in tempo a finire quella frase che si ritrovò le labbra del gemello sulle sue. Lei avvampò. Lì per lì era tentata di levarlo via, ma poi lui continuò a baciarle le labbra con così tanta dolcezza che lei ricambiò.
Poi lui si staccò.
E lei cercò le sue labbra ancora, le rincorse ancora.
《Allora Granger? Quando lo ammetterai? Ennesima prova che mi vuoi. Non riesci proprio a staccarti da me! 》 Lo guardava con così tanta rabbia, ma allo stesso tempo era così imbarazzata e bella, che fu difficile anche per lui staccarsi da quelle labbra così morbide, perfette.
La stava torturando. Lei si fece ancora più piccola e si vergognò duplicemente delle sue azioni.《I-io...》Fred si avvicinò nuovamente ad Hermione, aveva il volto così minuto e rosso. Così delicato e dolce. Glielo prese di nuovo fra le dita, si avvicinò al suo orecchio e piano sussurrò: 《Ti svelo un segreto Granger, anche a me piaci, ancora prima di quella scommessa, mi sei sempre piaciuta. 》
Fugacemente le posò un'ultima volta le sue labbra su quelle di Hermione e si allontanò, lasciandole le pergamene nelle sue mani.
 La ragazza era paralizzata. Solo il cuore si strappava dal petto. Le dita tremavano.
《Fred! Fred! 》 Chiamò con la voce che le graffiava la gola.
《Si, Hermione? 》 Si voltò lui, felice.
《L'hai fatto apposta di restare al castello? 》
《Certo che l'ho fatto apposta, quando ti avrei baciata sennò? 》 Le sorrise. Ed Hermione perse un battito. Quel sorriso, quel maledetto sorriso, con quel maledetto occhio socchiuso leggermente rispetto all'altro.
Fred si allontanò e lei si rimise a sedere.
La pergamena tra le mani, i capelli dietro le orecchie e le labbra piene di Fred.







*Angolo dell'autrice:
E' la mia prima storia su questa meravigliosa coppia. 
In primis vorrei dire che se ci sono imperfezioni, perdonatemi, ma spero che con le vostre recensioni riuscirò a migliorare.
Sono contenta di poter scrivere qui e cercherò di portare altre storie su questa coppia. Accetto critiche costruttive per imparare, perchè non ho mai scritto nulla che poi ho pubblicato e dei pareri mi aiuterebbero molto.
Spero tanto che vi sia piaciuta e grazie per essere arrivati fin qui! 
   
 
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