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Autore: Shily    28/08/2021    0 recensioni
1977
È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt.
Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota.
Una sfida, un gioco e un boato.
Poi il buio.
--
2023
"Ma che è successo?" chiede Sirius, tentando di alzarsi con difficoltà dal pavimento.
Un grugnito alla sua sinistra gli indica che anche James sta riscontrando i suoi stessi problemi.
"Coraggio, andiamo," li esorta un dolorante Remus. "Sembra non esserci più nessuno fuori. Usciamo, andiamo a dormire e dimentichiamo questa storia."
I quattro ragazzi si avviano velocemente verso l'uscita.
"Ragazzi," James si guarda intorno, una volta uscito dalla stanza. "Non sembra anche a voi che ci sia qualcosa di diverso?"
Gli altri si stringono nelle spalle, e si dirigono a passo spedito verso la torre di Grifondoro.
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, I Malandrini, James Sirius Potter, Lily Evans, Lily Luna Potter | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
Capitoli:
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2. I Caposcuola di Grifondoro 


James si alza a fatica, i pensieri gli rimbombano nella testa e le orecchie fischiano fastidiosamente.

Si guarda intorno: Sirius è a gattoni sul pavimento, una mano a mantenere la testa, l'altra che impugna la bacchetta; Remus è ancora stesso, ha gli occhi socchiusi e le labbra in movimento: James immagina stia contando. Lo fa sempre.

E poi il suo sguardo viene calamitato unicamente dall'ombra rossa al suo fianco. James non si da il tempo per pensare, per valutare se è giusto o sbagliato, se è compromettente.

James non si da tempo e subito si precipita al fianco di Lily. Le mette una mano dietro la nuca e l'altra sulla schiena, aiutandola ad alzarsi.

Pensa che un contatto così non l'hanno mai avuto, che le sue mani non hanno mai toccato così tanta pelle di Lily Evans. E ancora una volta, si trova egoisticamente a gioire di tutta quella situazione.

"Ti sei fatta male?" chiede preoccupato.

Lily scuote la testa, si passa una mano tra i capelli e abbozza un sorriso.

"Ma che diamine è successo?" sbotta a quel punto Sirius, del tutto intenzionato a mettere da parte le buone maniere.

"Io... io non ne ho idea," ammette James. "Dovremmo andare a vedere come stanno gli altri."

Remus annuisce a quelle parole e, seppur a fatica, si alza in piedi con la testa che gira a mille. "Coraggio, andiamo. Da fuori non arrivano più rumori, devono essersene andati."

Sirius lo imita, trattiene un'imprecazione e si avvicina alla porta.

"Ce la fai?" James si rivolge a Lily, aiutandola ad alzarsi.

La ragazza ridacchia e allunga una mano verso di lui, aggiustandogli gli occhiali sul naso. "Sto bene," ripete l'ennesima volta. "Dico sul serio. Piuttosto, dovresti concentrato su Sirius: credo stia per avere un tracollo nervoso."

Entrambi si voltarono verso il ragazzo in questione, riuscendo così a sentire la fine del suo monologo: "Ma io l'avevo detto: andiamo a cena, è Natale. Ma loro no, non mi ascoltano mai. E poi la strana macchina Babbana fa boom."

James ridacchia divertito e si avvicina agli altri due, prontamente seguito da Lily: "Allora, via libera?"

Remus, con l'orecchio contro la porta, annuisce concentrato. Si scambiano un veloce sguardo con gli altri tre, prende un respiro profondo e apre la porta.

Sirius lo segue immediatamente e si affaccia guardingo nel corridoio. "Via libera."

"Ragazzi," esclama James, col naso puntato verso l'alto nell'atto di guardarsi intorno, "Non vi sembra che ci sia qualcosa di diverso?"

Gli altri si stringono nelle spalle, tutti molto scossi per quanto accaduto - e per la cena saltata, ci tiene a precisare un Sirius imbronciato.

"Coraggio, andiamo," li esorta Remus.

"Dite che dovremmo dirlo a qualcuno?" chiede James a bassa voce, svoltando l'angolo.

In risposta ottiene un breve silenzio. La prima a ridestarsi è Lily, non si volta verso di lui, continua a tenere lo sguardo puntato sugli scalini, sui passi che deve compiere.

"No," afferma sicura. "Succedono già abbastanza cose di questi tempi, non credo che a qualcuno importi di una stupidata macchina da scrivere Babbana."

"Potremmo fare una ricerca in Biblioteca," propone Remus, dubbioso. "Anche se non saprei bene cosa cercate."

Sirius sbuffa distrattamente e fa per leggere l'orario all'orologio da polso: "Quasi mezzanotte?" esclama stralunato. "Per la barba di Merlino, quanto tempo abbiamo passato chiusi lí dentro?"

"Oh, beh. Sbrighiamoci allora, non voglio perdermi gli auguri in Sala Comune," risponde James, ripensando a tutti i vischi incantanti che comparivano ogni anno alla mezzanotte del venticinque Dicembre.

Con un po' di fortuna, quell'anno sarebbe riuscito a rubare un bacio a Lily Evans.

"Prongs, controlla un po' la Mappa. Via libera?"

Ed è in quel momento che si accorge che lui la Mappa non l'ha più. L'aveva con sé mentre cercavano Lily nei sotterranei, mentre scappavano dai professori e anche mentre..:

"Accidenti!" si da una botta in fronte. "L'ho lasciata nella stanza. Faccio una corsa," e senza aspettare una risposta scappa nuovamente verso i sotterraneo.

"Ma insomma," sbotta a quel punto Sirius, incapace di trattenersi oltre, "Ma tu ci dovevo proprio andare a quell'appuntamento con Matt Thompson?"

Lily lo guarda stralunata prima di accigliarsi indispettita. "Ho già detto che doveva solo riconsegnarmi i libri, Black. E nessuno ti ha chiesto di venire, te lo assicuro."

Sirius, in risposta le fa il verso: "E non hai pensato alla gravità della situazione? Sei un Caposcuola, non dovresti trasgredire le regole."

"Dí un po', Sir," interviene Remus, "Ti sei svegliato dalla parte sbagliata della cuccia?"

Sirius fa per risponde piccato a quell'affermazione, ma la figura affannata e di ritorno di James lo convince a lasciar perdere.

"Allora? La Mappa?"

"Lei..." si piega sulle ginocchia, riprendendo fiato, "Una cosa stranissima. La Mappa non c'è più e neanche la stanza."

In risposta ottiene solo tre espressioni sbigottite.

"Ma che stai dicendo?"

"Te lo giuro, Remus. È scomparsa, al suo posto c'è solo un quadro."

Lily lo guarda scettica: "Probabilmente ti sei solo sbagliato. I corridoi di Hogwarts sono tutti uguali e tu non sei pratico dei sotterranei. Torneremo domani a cercare quella pergamena."

"Quella non è una pergamena," sala subito su, Sirius.

Remus alza gli occhi al cielo, del tutto propenso a ignorare la vena polemica e irritabile di Lily e Sirius. "Ha ragione lei, James. È sicuramente così, ora torniamo alla torre prima di essere beccati."

James annuisce, seppur poco convinto. Eppure lui è convinto di ricordare perfettamente dove si trovi la porta.

Non poteva sbagliarsi.

Tuttavia i suoi pensieri vengono presto dirottati verso un altro problema. Una luce illumina prepotentemente il suo viso, incastrandosi tra gli occhi e costringendolo a nascondersi dietro una mano.

"E voi chi siete? E perché non siete nei vostri dormitori?"

Com'é che aveva detto, Remus? Tornare alla
Torre prima di essere scoperti?

Certo.

⚡️

"Allora, si può sapere chi siete?"

A fare un passo in avanti fu Lily, con il suo miglior sorriso cordiale. Accidenti, ma chi hanno messo di ronda quella sera?

"Siamo I Caposcuola, tranquilla. Puoi abbassare la bacchetta, non riesco a vederti?"

"Ho lasciato i Caposcuola poco fa," la ragazza prende una piccola pausa, "Chi siete?"

Lily a quel punto si indispettisce. Johnson? Folks?

Chi ha messo di ronda?

"Senti, è tardi, non abbiamo voglia di questo giochetti. Non riesco proprio a ricordarmi chi sei, Jenkins?"

"Forse Boots?" azzarda James.

"Ma si può sapere chi diamine siete voi quattro?"

"Ma chi diamine sei tu?" interviene con forza Sirius. "Questi due sono i due Caposcuola e questo gioco non piace a nessuno. Siamo tutti stanchi."

"Lo sapevo che non dovevo farmi convincere per il cambio ronda," mormora il Prefetto ('cambio delle ronde? Domani mi sentiranno,' esclama tra sé Lily, troppo stanca in quel momento per battagliare). "Quanti ne siete, quattro? Dieci punti in meno a ognuno per..." strinse gli occhi, "Grifondoro. Dovevo immaginarlo, siete sempre voi."

Con sorpresa di tutto loro, questa volta a mormorare un imprecazione ben colorita - da far arrossire Lily  sulla punta delle orecchie - é Remus.

"Tu togli punti a noi!" esclama James e assume la Posa, quella che i Malandrini chiamano 'del piumaggio': petto esageratamente in fuori, mento puntato verso l'alto e mani dritte dritte sui fianchi. "Io tolgo punti a te. Ben venti punti in meno a..." si sistema gli occhiali con evidenti difficoltà e strinse gli occhi: "Corvonero," conclude incerto.

La ragazza a questo punto non può fare altro che scoppiare in una sonora, isterica risata che assomiglia a un ululato.

"Ma che..." mormora Sirius.

Lui vuole solo andare a mangiare. Niente di più, niente di meno, e proprio non capisce perché tutto quella sera sembra essersi messo contro di lui.

"Voi siete tutti matti, davvero. Ora tornate nel vostro dormitorio, coraggio."

"Voglio sapere chi sei," si punta Lily, con la stanchezza improvvisamente scivolata via. "E
chi esattamente avresti fatto cambio turno. James e io passiamo le giornate per cercare di tenere conto di ogni vostra minima richiesta e devo venire a scoprire che voi vi scambiate i turni tra di voi?"

"James e chi?" chiede lei stridula e visibilmente con la pazienza ormai al limite. "Ascoltate, all'inizio poteva anche essere divertente, ora non più. Non fatemi chiamare i veri Caposcuola e tornatevene a letto."

"I veri..." a Lily le parole si bloccano per la rabbia.

"Basta così," interviene Remus, sempre più confuso e impallidito, "Portaci da un professore."

"Voi cosa?" gracchia lei e lancia uno sguardo all'orario. "Ma siete forse ammattiti. È passata la mezzanotte ed è pure Halloween, non ho intenzione di beccarmi una punizione. Gli altri hanno organizzato una festa e..."

"Halloween?!" esclamano quattro voci all'unisono.

Lily fa un passo indietro, poggiandosi al muro dietro di se e portando le mani a massaggiare le tempie.

"Questa è tutta matta," è invece il commento di Sirius, per nulla interessato di ferire i sentimenti della ragazza.

"Cinque punti in meno a Grifondoro," esclama allora il Prefetto.

Remus ferma con un braccio qualsiasi protesta di Sirius. "Portaci subito da un professore. Immediatamente."

E qualcosa, nello sguardo e nel tono del ragazzo, devono aver convinto la ragazza a fare come l'è stato detto.

⚡️

"Jordan," esclama un uomo aprendo la porta. È in pigiama, ha i capelli scompigliati e i piedi scalci. Lo sguardo però, no, quello è vigile e a dimostrarlo lo è anche la bacchetta ben salda alla mano.

È fermo, pronto e reattivo. Lo è sempre dalla guerra. Non ha mai smesso.

"Professore, mi scusi davvero. Ho avuto un problema con dei ragazzi di Grifondoro e non ne voglio sapere di andare a dormire, insistono di voler parlare con un professore."

Il professore, a quel punto, abbassa la bacchetta e fa un passo in avanti. Qualcosa, però, nel suo sguardo costringe anche la ragazza - Jordan - a indietreggiare.

Il professor Paciock è visibilmente sbiancato, osserva i nuovi arrivati con espressione tremante e torna a impugnare la bacchetta con fermezza, quasi davanti a lui si trovasse una minaccia e non un gruppo di diciassettenni.

"Va bene così, Jordan. Ti ringrazio, da qui ci penso io," risponde distrattamente e la ragazza tentenna sul posto. "Fa' una cosa," la richiama, "Torna nel tuo dormitorio. È tardi, finisco io di dare uno sguardo ai corridoio."

La ragazza si apre in un sorriso radioso, ringrazia il professore - che è un po' il preferito di tutti gli studenti, fatta forse eccezione per quel musoni di Serpeverde - e scappa via prima che l'uomo possa cambiare idea.

Per alcuni istanti si sente il rumore dei suoi passi che si allontano, mentre in quel bizzarro gruppo improvvisato cade il silenzio.

Neville Paciock, alla soglia dei quarant'anni, si sente improvvisamente tornate trent'anni indietro. Ha di nuovo tredici anni, è tremendamente spaventato da ciò che ha davanti e ha la bocca così asciutta da non riuscire a parlare.

L'unico pensiero che lo attanaglia, costante da quando ha aperto la porta, è di essersi sbagliato.

"E lei adesso chi é?" sbotta Sirius, ormai al limite del contegno e della stanchezza. E della fame, per la barba unta e stinta di Merlino.

"Andiamo," risponde pragmatico il professoressa. Si infila velocemente una vestaglia e si chiude la porta alle spalle.

"Signore," chiama incerto Remus. Mille parle gli affollano i pensieri, e troppe poche idee su come buttarle fuori. "Professor..."

"Paciock," gli va incontro l'uomo.

"Professor Paciock, sarebbe possibile parlare col coordinatore di Grifondoro?"

I tre ragazzi dietro di lui, anche loro intento a seguire a passo svelto il professore sconosciuto, a quelle parole per poco non baciano l'amico.

E in realtà, se Remus non avesse delle gambe così lunghe, Lily lo avrebbe anche fatto.

La professoressa McGranitt è la soluzione al loro problemi, e non capiscono come hanno fatto a non pensarci prima. Certo, con ogni probabilità si beccheranno una punizione con i fiocchi ma - come affermerà poi James senza esitazione - sarebbero disposti a lucidare tutto il settimo piano a mano, pur di poter dare un senso a tutta quella situazione.

Il professoressa davanti a loro, tuttavia, incurva di poco le spalle e sospira. "Sono io il direttore di Grifondoro," a quelle parole i quattro ragazzi si fermano immobili in mezzo al corridoio, inorriditi.

"La McGranitt è morta?" è, infine, il flebile sussurro di Sirius.

Pochi secondi dopo, sono sia Remus che James, in simultanea, a tirargli un bel pugno assestato.

L'uomo, ancora una volta, non risponde e non si volta a guardarli. Lily trattiene sulla punta della lingua una frecciatina, perché sebbene lei non sappia chi sia, rimane pur sempre un professore, e per quella sera si è messa sufficientemente nei casini.

"Entrare," si limita a dire lui, pragmatico ancora una volta, dopo aver sussurrato una parola a mezza voce verso un Gargoyle.

"Professor Paciock," esclama la voce di una donna senza premurarsi di nascondere la sorpresa. "Cosa succede? Uno dei ragazzi è ferito?"

"Professoressa... preside," si corregge l'uomo immediatamente, "Mi scusi se la disturbo a quest'ora ma..."

"Professoressa McGranitt," è l'esclamazione quasi urlata, sollevata di Sirius. "Ma allora è viva."

Ma questa volta nessuno si premura di zittirlo, perché c'è una cosa che tutti stanno osservando e che Black sembra non aver notato.

La professoressa McGranitt é viva, sí, ma - e James non riesce a trovare un termine diverso per descriverla - é vecchia. Una crocchia di capelli grigi ha definitamente sostituito la chioma scura e giovane della professoressa che sono da sempre abituati a vedere.

Sul suo viso, ormai, si potrebbe delineare una mappa con i segni del tempo e... James distoglie lo sguardo. Chiunque sia quella donna, non è la sua professoressa.

"Ma che diamine succede?" esclama allora lui, forse per l'ennesima volta in quella stramba serata.

Neville, a quelle parole, non può fare altro che continuare a torturarsi le mani, perché quello mom può essere vero. Loro non possono essere lì, vero e vivi davanti a lui.

L'uomo si volta verso la professoressa di una vita, e la osserva indietreggiare, poggiarsi con entrambe le mani al bordo della sedia per farsi forza e lasciarcisi cadere sopra con un tonfo.

Si porta una mano sul petto, contro il cuore che batte forte, all'impazzata, quasi volesse impedire che esca fuori. Perché in quel trentuno Ottobre duemilaventitre, e con alle spalle non una ma ben due Guerre Magiche, Minerva McGranitt è ben certa di trovarsi davanti quattro morti viventi.

Davanti a lei i James Potter, Lily Evans, Remus Lupin e Sirius Black del millenovecentosettantasette la osservano con la medesima espressione terrorizzata.




Shily's corner: 
Eccomi già con il secondo capitolo. Sto cercando di fare capitoli più brevi ma anche più frequenti, piuttosto che lunghi, lunghissimi e una volta ogni otto mesi. 
Vi anticipo già che - finalmente! - nel prossimo capitolo ci sarà il primo incontro tra i Malandrini e i Potteri-Weasley. 
Nel frattempo, vi invito a lasciare una piccola recensione se vi va, un commento che mi possa aiutare 

   
 
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