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Autore: Betz73    28/08/2021    5 recensioni
Sarebbe stata una buona occasione nella storia che tutti conosciamo. Ho smpre pensato che quel test col pugnale avrebbe potuto portare a qualcosa di più...i tempi erano maturi!!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Le ultime giornate erano state piuttosto faticose. Nessuna marcia, nessuna esercitazione, ma l’impasse in cui sembrava già essersi arenata l’Assemblea degli Stati Generali nei suoi primi giorni di vita non presagiva nulla di buono. E tutte quelle ore in piedi, a stazionare fuori dalla Sala dei Tre Ordini, erano forse più logoranti di qualsiasi azione militare, sia per Oscar che per i suoi soldati della guardia. Li aveva almeno sostenuti il bel tempo, ma quella sera in particolare sembrava che la pioggia non volesse smettere di cadere.
Oscar e André erano rientrati a palazzo Jarjayes al tramonto, in attesa di riprendere il turno la mattina successiva. Ad accompagnarli era stata purtroppo la terribile notizia che il Delfino era caduto in una nuova crisi dalla quale con ogni probabilità non si sarebbe ripreso. Sua Maestà Maria Antonietta aveva già abbandonato l’assemblea per correre al suo capezzale, nella ormai vana speranza che la salute cagionevole del futuro Re di Francia potesse in qualche modo superare questo ennesimo crollo.
La mente di Oscar era però concentrata in tutt’altra preoccupazione… Il suo affetto per il piccolo Louis Joseph non era in discussione, specialmente dopo l’ultima visita in cui lo aveva portato a cavalcare in groppa a César, ed aveva addirittura ricevuto una promessa di matrimonio! A ripensarci, ancora adesso un sorriso le sfiorava le labbra… No, il suo pensiero era tutto per André, il “suo André” come ormai lo chiamava sempre nel suo cuore… che proprio quel pomeriggio aveva mancato la semplice presa di una bottiglia, lanciatagli per altro da breve distanza. Possibile che si trattasse solo di stanchezza, come aveva detto Alain? Oppure il suo occhio destro iniziava davvero a dargli qualche problema? Già non riusciva ad immaginare quanto fosse difficile affrontare la vita di tutti giorni senza poter vedere il mondo nella sua interezza, ed aveva dovuto imparare a convivere con la consapevolezza di essere stata la causa di quel tremendo incidente, ingoiando il senso di colpa insieme alla rabbia per non averlo potuto proteggere. Perché era stato invece André a sacrificarsi per lei, a correre in suo aiuto, a mettere la sua sicurezza prima di tutto, prima di se stesso. Andava sempre così, da ché avesse memoria… Lei, il degno “figlio” di suo padre, destinato a grandi cose nella carriera militare, un tempo Comandante della Guardia Reale, avrebbe dovuto cavarsela sempre da sola, preparata a qualsiasi tipo di minaccia, e invece quante volte era stato André ad intervenire? A salvarla all’ultimo minuto? Persino con il caso di Jeanne De La Motte, l’aveva trascinata fuori dal suo nascondiglio prima che tutto saltasse per aria. C’era sempre André al suo fianco, anche nei momenti più rischiosi, e non aveva mai esitato per lei, per proteggerla… Doveva accertarsi che stesse davvero bene, altrimenti la sua permanenza nel corpo della guardia nazionale lo avrebbe messo in costante pericolo. Sarebbe ricorsa ad un metodo poco ortodosso, ma a questo punto le interessava solo scoprire la verità….
André guardava ignaro fuori dalla finestra, come se fosse possibile intravedere qualcosa nel buio, attraverso quel muro d’acqua che batteva incessantemente sui vetri. Chissà che effetto gli avrebbe fatto sapere di essere al centro dei pensieri della donna che amava da tutta la vita, e di aver finalmente conquistato un posto nel suo cuore dopo tutte le volte in cui si era visto invece apertamente respinto… Non ultimo in occasione del suo arruolamento tra i soldati della guardia, un malcelato tentativo di starle accanto sempre e comunque, nonostante la sua palese intenzione di allontanarlo dalla sua vita dopo quella maledetta sera…
Si era pentito subito di quel terribile gesto, di essere stato sul punto di usarle violenza… Si era guardato con orrore quella mano che ancora tratteneva un pezzo della camicia mentre Oscar giaceva in lacrime sul letto, indifesa, oltraggiata da quell’impulso incontrollato con il quale aveva superato un punto di non ritorno, lo sapeva bene… Tuttavia non era riuscito in alcun modo a dimenticare il contatto con la sua bocca, calda e morbida, anche se quel bacio che aveva sognato di darle innumerevoli volte non era stato condiviso e si era presto trasformato in un grido di aiuto. Aveva sbagliato tutto…
La rabbia che le sue parole di rinuncia avevano scatenato, e quello schiaffo in pieno viso per costringerlo a spiegare perché una rosa non potesse mai essere un lillà, avevano in realtà scoperchiato un vaso di Pandora da cui erano usciti in egual misura amore, frustrazione, passione e disperazione… fino a travolgere tutto e a snaturare in parte quel sentimento così profondo e puro che in tutti questi anni aveva trasformato la sua Oscar nella persona più preziosa al mondo, un tesoro da custodire gelosamente e difendere da ogni pericolo. Un compito che lui stesso aveva tradito in prima persona nell’urgenza di confessarle quell’amore divenuto ormai incontenibile…
Aveva ottenuto il suo perdono, almeno stando a quanto Oscar gli aveva detto nei giorni successivi a quella fatidica notte, ma per il bene di entrambi si era imposto di non oltrepassare mai più quel limite, accontentandosi di rimanere al suo fianco come ombra vigile ed attenta, per vegliare sulla sua incolumità come sempre gli era riuscito di fare, anche a costo della sua stessa vita. Non avrebbe mai conquistato il suo cuore, ma ci sarebbe sempre stato per lei, perché sapeva di essere l’unico in grado di proteggerla…
Furono le parole di André a rompere per prime quel silenzio scandito soltanto dalla violenza del maltempo contro la finestra del salotto.
- Ancora pioggia… Sembra che il Delfino di Francia stia molto male. Le Loro Maestà sono partite per il castello di Meudon. Sembra che questa sia una crisi molto grave.
- Non sarebbe la prima volta che il Principino supera una crisi molto grave. Sono sicura che si riprenderà. Vedrai, André…
- Lo spero… - il suo tono era sinceramente dispiaciuto.
- Comunque c’è un’altra cosa che mi preoccupa molto in questo momento…
Lo sguardo di Oscar stava già osservando la figura di André per calcolare come meglio sorprenderlo…
- Bene, sentiamo – fu la sua laconica risposta.
Nella mano destra stringeva l’arma che le avrebbe forse permesso di capire se i suoi timori fossero fondati. Si alzò in silenzio dal tavolo, la tazza di cioccolata bevuta per metà ancora davanti a lei, e giunse alle spalle di André, pronta a sferrare quella specie di attacco, con l’animo in agitazione come se avesse dovuto tendere un’imboscata ad un nemico invisibile.
- Andrè – lo chiamò, puntando il pugnale di fronte al suo occhio destro appena lui si voltò.
- Ma che significa questo, Oscar? – fu la sua risposta una volta messa a fuoco la lama così pericolosamente vicina.
- Tu ci vedi davvero bene, André?
La sua domanda era un aperto gesto di sfida.
- Ma cosa ti viene in mente! Hai in mano un pugnale, risale al 1612, e da allora è sempre appartenuto alla famiglia Jarjayes. Ti basta questo?
No, ancora non le bastava…
- Perché non giuri di non avere problemi all’occhio destro?
- Beh, se è uno scherzo posso anche ridere. Ah ah ah!
Sembrava sincero, anche un po’ spavaldo con quella risata finale. Forse si era sbagliata vista la prontezza con cui non solo aveva visto il pugnale, ma aveva anche esattamente identificato quel cimelio di famiglia, senza alcuna esitazione. Era quasi sollevata dal proprio insuccesso.
- Scusa…
Oscar stava per abbassare il braccio, quando improvvisamente la mano di André le afferrò il polso. Impossibile non riconoscere quello stesso contatto, il calore sprigionato da una presa ferrea che aveva stupito entrambi per la forza con cui li aveva uniti prima che tutto precipitasse: le braccia bloccate e poi allargate, quel bacio imposto, e poi il crollo dei loro corpi sul letto, il grido, lo strappo… In un attimo rividero tutta la scena…
Il tempo sembrava essersi cristallizzato, nessuna parola avrebbe potuto descrivere le sensazioni che improvvisamente si affollarono in quei due cuori che, uno all’insaputa dell’altro, avevano iniziato a correre seguendo lo stesso ritmo impazzito. Qualcosa però era cambiato rispetto a quella sera, ed Oscar ne era consapevole. Non aveva paura, non era più spaventata dall’uomo di fronte a lei, non adesso che quel suo sguardo d’amore era divenuto un punto di riferimento ogni volta che guardava in mezzo a quei soldati sapendo che avrebbe incrociato il suo, e che l’avrebbe fatta sentire al sicuro, protetta, amata… Percepire di nuovo le sue mani su di sé fu come essere attraversata da una scarica elettrica, e si ritrovò a desiderare con tutta l’anima che André non la lasciasse più andare, ma che la tenesse stretta e si avvicinasse a lei per offrirle di nuovo le sue labbra, che quella notte le avevano rivelato così tanto della loro vita insieme…
Ma non accadde.
André si era mosso d’impulso, forse il suo addestramento da soldato lo aveva messo sulla difensiva di fronte alla minaccia di un’arma, seppur brandita da qualcuno che non gli avrebbe mai fatto male. Ma no, non si era trattato di questo, e lui lo sapeva bene. La verità era che Oscar gli si era avvicinata così tanto da poter sentire il suo profumo, aveva respirato i suoi capelli, persino la sua pelle, e non aveva potuto impedire al suo corpo di reagire a quell’accorciarsi dello spazio tra loro, che aveva desiderato per tutta la vita. Quando lei era stata sul punto di abbassare il braccio era stato il suo cuore a trattenerla, più che la sua mano, in una reazione istintiva che soltanto in un secondo momento gli aveva ricordato la colpa commessa mesi prima. Solo allora l’aveva lasciata andare, consapevole di non doverla più spaventare per paura che potesse di nuovo fuggire da lui, questa volta per sempre.
Ma neppure quello accadde.
Le dita di André non la trattenevano più, eppure Oscar non si era mossa. Il gesto tra loro era rimasto come sospeso, in attesa che il tempo ricominciasse a scorrere. Poi fu tutta questione di un attimo.
Oscar d’improvviso abbandonò il pugnale, che cadde a terra senza che nessuno dei due lo degnasse di uno sguardo, ma invece di allontanarsi da André, coprì con un ultimo passo la breve distanza che ancora li separava, e con entrambe le mani si aggrappò alla sua camicia per attirarlo verso di sé e pretendere con forza quel bacio che lui sembrava avesse deciso di negarle.
Il contatto con la sua bocca fu come un brivido improvviso che lo toccò fino in fondo all’anima. La sua mente non ebbe il tempo di capire, razionalizzare quel momento. Si ritrovò semplicemente a desiderare sempre di più…. La sorpresa iniziale lo lasciò senza fiato, ma ben presto prese possesso di quelle labbra come aveva sognato ogni singola notte, mosso da quella stessa passione che aveva percepito in lei, nel modo in cui l’aveva tirato a sé, nella necessità di fondere il proprio respiro col suo. E Oscar lo ricambiava con la medesima intensità, accettando fiduciosa qualsiasi cosa fosse disposto a donarle. Il suo bacio era dolce e violento allo stesso tempo, impossibile stabilirne un ritmo in quel crescendo di sensazioni che prendevano velocemente il sopravvento. Lentamente le lambì le labbra con la lingua finché desiderio e stupore insieme gli concessero di entrare in quel paradiso che sapeva di cioccolato. Cercò affamato la risposta di lei, che non tardò ad arrivare, così profondamente partecipe che le era ormai impossibile trattenere i primi gemiti di piacere.
André cercava di mantenere un minimo di autocontrollo ma sarebbe stato più semplice raggiungere la luna… Sentire il corpo di Oscar aderire al proprio era come esporsi ad un incendio contro il quale non esisteva alcuna possibilità di proteggersi, ma solo un irrazionale bisogno di consumarsi dentro lo stesso fuoco. Le sue braccia la avvolsero e la tennero stretta a sé, sempre più vicina a quel cuore che da tempo le aveva donato. E l’eccitazione non tardò a manifestarsi perché i vestiti di entrambi erano ormai solo un debole ostacolo alla smania che li stava travolgendo… Doveva fermarsi prima di prenderla lì, in mezzo alla stanza, farla sua su quel pavimento, con il rischio che un domestico potesse scoprirli…
Riuscì con fatica a staccarsi da lei. Entrambi senza fiato, ma ancora incollati l’uno all’altra, desiderosi di riprendere al più presto quel contatto necessario più dell’aria… Ma non era il luogo né tanto meno il momento adatto. Ci volle qualche minuto perché potessero recuperare la forza e la lucidità sufficienti per parlare… I loro sguardi furono i primi a ritrovarsi.
- Oscar…amore… ho sognato così tante volte di baciarti… ma pensavo che tra di noi si fosse eretto un muro insormontabile… che io stesso avevo contribuito a costruire…
Il rimpianto per quel gesto bruciava ancora nelle parole di André. Toccava ad Oscar lenire quella ferita che in lei aveva già trovato una cura. Sarebbe riuscita finalmente ad aprirgli il suo cuore?
- Mi dispiace per tutto il tempo in cui ti ho tenuto lontano da me, è stata una follia… Adesso so che ti voglio sempre al mio fianco, André. La tua presenza mi dà il coraggio di affrontare tutto quello che sta capitando nel mondo là fuori. Il tuo amore è la roccia su cui voglio costruire il nostro futuro insieme. Io… sono innamorata di te. Ho dovuto compiere tanti sbagli prima di rendermi conto che ti amo e che non posso vivere senza di te.
André era rimasto senza parole, sopraffatto da una gioia così intensa che temeva gli sarebbe scoppiato il cuore.
- Ti amo Oscar, non mi ricordo un solo giorno della mia vita in cui non sia stato sorretto dal mio amore per te. Niente e nessuno potrà più dividerci ora che ci siamo finalmente trovati. Noi ci apparteniamo, per sempre.
Chinò il viso per suggellare questa promessa con un nuovo lungo bacio perché sentiva già la mancanza di quelle bellissime labbra che gli avevano appena donato la felicità più grande, quella di essere amato dalla sua unica ragione di vita.
Quell’attimo perfetto venne interrotto solo da un suono lugubre, che gettò un’ombra sulla luce abbagliante che ancora li avvolgeva. Fu Oscar la prima ad accorgersene.
- Non senti le campane? Queste sono le campane di Notre Dame. André, significa che il Delfino di Francia sta morendo…
Era un dolore separarsi da lui, ma Oscar doveva recarsi a palazzo per porgere le sue condoglianze ai sovrani in un momento così tragicamente difficile. La cruda realtà aveva bussato di nuovo alla loro porta, invadendo con prepotenza questo piccolo angolo di paradiso. Ma entrambi erano certi che nulla sarebbe stato più come prima ora che sapevano di appartenere l’una all’altro. Erano pronti ad affrontare il futuro insieme, per quanto potesse essere pieno di ostacoli, perché il loro amore li avrebbe protetti da qualsiasi pericolo, come aveva fatto da sempre.
   
 
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