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Autore: mattmary15    28/08/2021    0 recensioni
James Tiberius Kirk ha salvato il suo equipaggio con un gesto tanto eroico quanto disperato e ha battuto Khan al suo stesso gioco. Ora lo aspetta una buona convalescenza e il ritorno alla sua adorata Enterprise.
Probabilmente anche una medaglia e un picchetto d'onore. Questo almeno è quello che sperano Spock e Bones, gli amici sempre pronti a difenderlo. Sarà davvero così oppure una nuova avventura comincerà proprio dal punto in cui erano rimasti dopo l'ultima battaglia? La vita nello spazio non è facile, ma spingersi fin dove nessuno è mai stato prima si rivelerà piuttosto complicato. Jim, Spock e Bones dovranno andare oltre i loro limiti e, se possibile, riuscire a tornare indietro.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 5
Dove finisce una missione, ne inizia un'altra

Il piano di Kirk aveva funzionato perfettamente. 
Spock aveva manomesso la navetta e costretto Mudd a portarli fino a bordo della Discovery. Il contrabbandiere non aveva opposto alcuna resistenza, convincendo Jim che i suoi timori fossero fondati. Mudd li avrebbe venduti ai Klingon non appena ne avesse avuto la possibilità. Jim quindi lo congedò promettendogli che se avesse tirato loro un tiro mancino, si sarebbe ritrovato in difficoltà maggiori di quelle in cui stava cacciando la Discovery e invitò poi Spock e Stamets a fare del loro meglio nel più breve tempo possibile. 
Lorca si complimentò con lui per come aveva gestito tutta la situazione e Burnham lo ringrazio più volte per quanto aveva fatto durante il blitz all’edificio radio.
“Siamo pronti per inserire le coordinate, capitano Lorca.” Disse Stamets che sembrava molto fiducioso nel lavoro che avevano fatto per collegare la rete neurale del tardigrado alla rete di micelio ricreata seguendo le spore.
Lorca guardò dritto negli occhi Jim e gli sorrise.
“Capitano Kirk, ha mandato un messaggio alla federazione. Dove ci aspettano?” 
“A distanza di sicurezza dalla stazione orbitante Jupiter.” Kirk lo disse senza smettere di ricambiare lo sguardo di Lorca. 
Spock ebbe la sensazione che il suo capitano stesse saggiando qualcosa nell’altro uomo. Tese appena il legame senza avere intenzione di farsi percepire da Jim.
“Cosa stai cercando, Jim?” 
Il gesto repentino di Kirk che si voltò a guardare lui con gli stessi occhi indagatori che fino ad un attimo prima erano fissati su Lorca, gli fecero capire che aveva fallito.
Lo sguardo meravigliato di Kirk tornò però subito a guardare altrove. Forse per nascondere le sue emozioni, forse per concludere quello strano gioco di silenzi con Lorca. La voce del capitano della Discovery lo riportò alla realtà.
“Allora, tenente Stamets, ha sentito il capitano Kirk? Inserisca le coordinate della stazione orbitante di Giove. Burnham vada sul ponte e comunichi il codice nero.”
Nell’udire quell’ordine, Bones si avvicinò a Jim.
“Perché non torniamo nella tua cabina? L’ultima volta che abbiamo saltato, sei stato male. E per oggi non ti ho neppure somministrato il farmaco.”
“Sto bene. Sul serio.”
“Non stai bene. Ti ho rattoppato la ferita al braccio alla meglio. Non sei passato in infermeria e non ho neppure controllato che a quegli ematomi,” disse indicando un punto all’altezza dello stomaco, “corrispondano emorragie.”
“Sto bene. Mi sento me stesso come non mi succedeva da tempo. Non rovinarmi la sensazione!” Si lamentò Jim.
“Non mi ascolti mai. E poi mi tocca raccogliere i pezzi!”
“Per questo sei mio amico.” La voce di Burnham nell’interfono li richiamò tutti all’erta.
“A tutto l’equipaggio, codice nero. Ripeto, codice nero. Tutti ai propri posti!” 
Le luci si spensero e quelle di emergenza si accesero. Le spore inserite da Stamets nel sistema di alimentazione della nave viaggiarono nei condotti sigillati fino alla stanza di compensazione in cui il tardigrado era stato collocato. La creatura si agitò ma il computer di bordo ricevette delle coordinate specifiche e comprensibili.
“Funziona!” Esclamò Stamets. “Prepararsi al salto in tre, due, uno.” 
Ci fu una vibrazione intensa e una luce accecante. 
Jim sentì la presenza di Spock nella sua mente e vi si ancorò per non lasciarsi andare alla sensazione di ondeggiare sulla cresta di un baratro.
“T’hy’la.”
Quella parola ebbe il potere di tenere Jim ben saldo alla realtà nonostante di fronte a sé l’immagine dello spazio profondo lo attirasse verso un punto preciso dove vedeva una nave di cui riconosceva il profilo ma non riusciva a pronunciare il nome.
Le luci si riaccesero e la voce di Burnham uscì di nuovo dall’interfono.
“Signore, vediamo la stazione spaziale orbitante di Giove. Abbiamo comunicato via radio la nostra posizione. Apro il canale riservato?”
“Lo giri nel laboratorio, specialista.” Rispose Lorca.
“Qui è Lorca, capitano della U.S.S. Discovery, ci ricevete?”
“Qui è l’ammiraglio Blackwell, signori, abbiamo ricevuto il vostro s.o.s. e vi autorizziamo allo sbarco. Ponte 4. Il capitano Kirk, il comandante Spock e il dottor McCoy troveranno l’Enterprise al ponte 16. La Discovery è stata autorizzata a proseguire la sua missione principale.”
“Ricevuto, ammiraglio. Passo e chiudo.” Lorca tirò un sospiro e si rivolse a Jim. “A quanto pare, ha funzionato.”
“A quanto pare sì.”
“Siamo stati una bella squadra. Quasi mi dispiace doverla lasciare, capitano Kirk.”
“Dispiacerebbe anche a me se non potessi tornare a bordo della mia nave. Non gliel’ho già detto? Due capitani sono troppi per una nave anche se è bella e potente come la Discovery.” Disse tendendogli una mano che l’altro strinse con presa ferma.
“Ci rivedremo alla sua cerimonia, credo.”
“Preferirei incontrarla altrove.” Rispose lui. 
“Magari accadrà.” Lorca lasciò la mano di Jim e lui rimase con la sensazione che il capitano  avesse frainteso il senso delle sue parole. Ad ogni modo era tardi per correggersi. Sorrise a Stamets e al guardiamarina Tilly e fece un cenno a Bones e a Spock. Quest’ultimo, nel corridoio, si fermò.
“Chiedo il permesso di andare a salutare Micheal.” Jim lo guardò e annuì.
“Certo. Salutala da parte mia. Dille che è stato un piacere conoscerla.” Spock fece un cenno del capo e si voltò.
“Potevi andare a salutarla anche tu.” Disse Bones e Jim scosse il capo.
“A lei farà più piacere scambiare due parole da soli.”
“Questa tua versione saggia mi spaventa.” Jim sorrise.
“Ho riflettuto.”
“Su cosa?”
“Sulle tue parole,” rispose camminando verso la sala teletrasporto, “non ero mai stato paragonato ad una crudele ex moglie!” Bones rise. 
“Non credo sia merito mio se sei rinsavito.”
“Sono ancora arrabbiato ma Micheal dice che ci sono cose che Spock non mi ha detto e che deve essere lui a parlarmene. Forse non ho ben chiaro il quadro delle cose. Devo documentarmi su una cosa che si chiama Pon-Farr. Puoi aiutarmi?” Bones quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
“Come hai detto?”
“Pon-Farr. O qualcosa di simile.” Bones decise di non infilarsi in quel momento in una conversazione complicata.
“Ci penseremo più avanti. Ora ti faccio una domanda e vorrei che tu mi rispondessi senza molti giri di parole.
“Dimmi.”
“Che ci facciamo qui? Perché non ci siamo teletrasportati vicino alla Terra e come mai L’Enterprise è qui?”
“Ho avuto un presentimento.”
“Perché lo sospettavo? Che presentimento?”
“Non ti piace Lorca, vero?”
“Me lo hai già chiesto.”
“E tu non mi hai risposto. Io però ho pensato. Ho pensato a cosa potesse non piacerti e ho capito che dava fastidio qualcosa anche a me. C’è qualcosa in lui che è ostile. Qualcosa che ti impedisce di avvicinarti a lui. Qualcosa che ti tiene a distanza.”
“Perché è uno stronzo!” Jim rise.
“No, lo fa di proposito. Appare in quel modo per tenere le persone a debita distanza. Chi lo farebbe?”
“Uno stronzo?”
“Uno che nasconde qualcosa. Si tratta di capire cosa. Ho dato a Burnham le coordinate della Jupiter perché su Nuova Vulcano ho letto nei rapporti che mi consegnavate durante la convalescenza, che è stata affidata all’ammiraglio Blackwell. L’ammiraglio è molto amica di Pike. Se Lorca fa parte di un altro schieramento, lei può dircelo. Inoltre non porterei mai d’iniziativa  vicino alla Terra una nave come la Discovery. E’ armata tale e quale alla Jupiter.”
“Chi diavolo sei tu?” Esclamò Bones. “E dimmi che ne hai fatto del mio amico Jim!” Kirk si fermò a guardarlo incuriosito. “E fai anche quella faccia? Una settimana fa mi preoccupavo che fossi abile al comando e ora citi a memoria i diari di bordo dell’Enterprise stilati da Pike, ricordi il contenuto dei rapporti, parli di schieramenti tra ammiragli della flotta. Non li hai mai guardati i rapporti, tu!” Jim fece spallucce.
“Diciamo che è quello che avete sempre pensato di me. Quando sono avventato, scelgo di esserlo.”
“Non so se questo alleggerisce o aggrava la tua posizione.”
“Ad ogni modo, non mi piace il modo con cui Lorca considera il modo di trattare con i Klingon. Ha una nave che si teletrasporto ovunque nello spazio. Non credi che potrebbe essere la Discovery la misteriosa nave che ha violato la zona neutrale?”
“A quale scopo rischiare tanto?”
“È quello che non so.”
“E Burnham? Coprirebbe il suo capitano?”
“Non mi sembra il tipo di persona che accetti passivamente di seguire ordini moralmente sbagliati. Spock è più adatto di me a chiederglielo.”
“Ha i tuoi stessi dubbi?”
“Questo non lo so, ma neanche a lui piace Lorca.”
“Lo dici perché il legame è tornato?”
“Per un momento. È strano, Bones. Per un momento sembrava tornato tutto com’era prima dell’incidente sulla Jupiter.”
“E poi?”
“Poi è passato. Però ti confesso che mentre saltavamo, mi è successo qualcosa. Mi sono ricordato una cosa.”
“Cosa?”
“Jhon mi ha parlato prima di morire. Non ne ero sicuro. I miei ricordi erano confusi. Ora so che mi disse qualcosa riguardo al fatto che ogni medaglia ha due facce.” Bones lo guardò con un’espressione confusa.
“Non mi sembra una grande rivelazione.”
“Forse no, ma credo che mi sia tornato in mente ora perché è vero. Ogni medaglia ha due facce. Come Lorca, come Spock, come me, come tutto questo nuovo casino diplomatico.” Bones lo trattene per un braccio e lo costrinse a fermarsi e a guardarlo negli occhi.
“No, Jim, no. Forse è vero che ogni medaglia ha due facce, che Lorca ne ha, ma tu, tu sei la persona più diretta che conosca. Tu hai solo la tua brutta faccia da sempliciotto dell’Iowa e i tuoi occhi puliti da capitano. Non farti convincere da nessuno del contrario.” Jim sorrise in modo triste.
“Allora perché quando mi guardo allo specchio non mi riconosco più?”
“Perché hai vissuto un’esperienza traumatica e non ti sei dato abbastanza tempo.” Jim sospirò e annuì.
“Andiamo.”
Raggiunsero il teletrasporto e sbarcarono sulla stazione orbitante di Giove.


Micheal era ancora intenta a raccogliere i dati del salto quando le porte del laboratorio si aprirono e suo fratello comparve sulla soglia.
“Sono venuto a salutarti, Micheal.”
“Ti hanno dato l’autorizzazione allo sbarco?” Spock annuì.
“Il messaggio che hai inviato ha raggiunto il suo destinatario.”
“Lieta di aver fatto la mia parte.”
“Non ho mai avuto dubbi riguardo alla tua efficienza.”
“Perché mi sembra che tu lo dica nutrendo invece fortissimi dubbi?”
“In realtà i miei dubbi non riguardano la tua persona, né desidero che costituiscano motivo discussione tra noi.”
“Parla pure liberamente. Sono tua sorella. Sarei felice che parlassimo con tutta la sincerità di cui siamo capaci.”
“La catena di comando di questa nave ti ha mai dato motivo di preoccupazione?” Burnham non manifestò alcuna sorpresa nell’udire quella domanda o così parve a Spock.
“No, mai. Non mi è stato mai impartito alcun ordine che mi abbia moralmente dato motivo di sindacarlo. Sull’opportunità di alcune scelte, non ho voce in capitolo.”
“Capisco.” Rispose Il vulcaniano.
“Tuttavia,” riprese lei, “il comandante Saru ha spesso voluto annotare nel diario di bordo alcune osservazioni riguardo a determinati ordini del capitano. È di lui che in fondo parliamo, giusto?” Spock annuì e precisò.
“Dato che dobbiamo parlarci con franchezza, sarò il più diretto possibile. Hai mai avuto modo di ritenere che il capitano Lorca abbia agito al di fuori delle sue competenze?”
“Il capitano Lorca è decisamente un uomo d’azione. Durante la mia breve missione con il capitano Kirk, ho travato diverse similitudini tra lui e il capitano Lorca. Però proprio dopo aver visto Kirk in azione, mi sono resa conto che sono del tutto diversi.”
“Cosa intendi?”
“Il tuo capitano tiene al suo equipaggio più che alla sua stessa vita. Non posso dire lo stesso del mio. Sono stata assegnata alla Discovery da poco ma ho letto i diari di bordo e posso confermare che l’unica cosa che ha la priorità per Lorca, è la missione. Detto questo, non posso dire che in mia presenza abbia mai violato le regole.”
“Grazie, Micheal. Spero che le nostre strade si rincontrino presto. Fino ad allora, lunga vita e prosperità.” Spock sollevò una mano per accompagnare il gesto di rito alla formula.
“Aspetta,” fece Burnham, girandosi e prendendo una cosa dal giaccone che aveva indossato in missione. Allungò una mano e l’aprì. Il ciondolo che Spock aveva dato a Jim mentre era in convalescenza era nel palmo.
“Come mai lo hai tu?”
“Kirk lo aveva con sé prima di entrare nella base radio. Me lo ha affidato perché temeva di essere catturato e non voleva che i Klingon lo collegassero alla flotta stellare. È stato molto coraggioso e ha pagato il prezzo della missione da solo. Non ho avuto modo di ridarglielo. Potresti farlo tu? Mi ha detto che é molto importante per lui e che se gli fosse accaduto qualcosa, dovevo darlo a te.”
“A me?” Lei annuì.
“Mi ha detto che era una cosa personale e non ha voluto spiegare.” Spock lo prese e lo strinse in una delle sue mani. Lei proseguì. “Mi ha detto che tocca a te. Però non sono certa che siano affari miei.” Suo fratello la guardò con un’espressione indecifrabile. Rimasero in silenzio per un momento che sembrò a Micheal interminabile. Poi Spock sospirò.
“E’ Jim. La persona che è legata a me. E’ Jim.” Micheal sorrise bonariamente.
“Per questo è risentito dal fatto che sei promesso a T’Pring!”
“Te lo ha detto lui?”
“Niente affatto ma chiunque lo capirebbe,” disse prima di guardare la reazione stranita di Spock, “qualunque umano almeno. Non è un problema irrisolvibile comunque. Basta parlarsi.”
“È alquanto complicato farlo in questo momento. Nessuno dei due, ritengo, è ancora consapevole di quanto implichi il legame.”
“Si chiamano relazioni, Spock, sono sempre complicate.”
“Non disapprovi?” Chiese lui all’improvviso.
“Perché dovrei. E, ad ogni buon conto, non spetta a me approvare o disapprovare chicchessia.”
“Grazie, sorella.”
“Lunga vita e prosperità, fratello.”
Spock chinò appena il capo e così fece Micheal. 
La donna si augurò di rivederlo presto e tornò a scaricare i dati del salto sul suo pad. I suoi pensieri però rimasero agganciati alla conversazione con suo fratello e ai suoi dubbi su Lorca. Gli aveva risposto che non aveva mai avuto motivo di sindacare un suo ordine, ed era vero. Era anche vero che non lo aveva fatto perché condivideva molto del modo di pensare di Lorca. Il timore che la sua fiducia in quell’uomo fosse mal riposta, la preoccupò ma fu felice di sapere che qualcuno lo seguiva con l’obiettività che lei non avrebbe potuto adoperare nella situazione in cui era. Decise che avrebbe comunque osservato i movimenti del suo capitano, convinta che Spock, parlandole, avesse comunque provato a chiederle aiuto.
Terminò il lavoro, spense il pad e tornò in plancia.



 
  
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