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Autore: Ai_Sellie    28/08/2021    1 recensioni
Solo una semplice raccolta di frammenti di vita, ambientata in un universo in cui nessuno sa fare i miracoli e Archibald e Vittoria sono solo due persone come tante. Nulla di più, nulla di meno.
(Perché sono bellissimi e meritano tutto l'amore del mondo. ♥)
[Modern!AU]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Archibald, Berenilde, Vittoria
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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C'è un piccolo accenno ad un dettaglio sul personaggio di Archibald che è molto spoiler, ma secondo me lo si coglie davvero solo se si conosce già tutta la storia.
Tenetelo comunque presente, vi prego. é_è



You gave me the world that I wanted
What did I do to deserve you?

(“In case you don’t live forever” – Ben Platt)




Vittoria strappa gli ultimi due fogli rimasti attaccati al libro e te ne porge uno, poi comincia con cura e precisione a piegare il suo, senza più bisogno di alcuna istruzione.
Tu cerchi di imitarla seguendo con attenzione ed un po’ di fatica ogni suo movimento, ma non la interrompi mai; neanche quando, ad un certo punto, quasi rischi di perderti tra le varie pieghe che, nonostante la sua pazienza nello spiegarti ancora e ancora come si fa, a te continuano a sembrare comunque tutte uguali.
Appena finisce alza gli occhi e sorride.
Ti posa di fronte la piccola ranocchia di carta appena creata, poi appoggia i palmi aperti sul tavolo e si protende verso di te, visibilmente curiosa ed eccitata.
Chini appena la testa ed apri il pugno per mostrarle il risultato dei tuoi sforzi, ridacchiando.
« Eh, la mia non è così bella » ridi, appoggiando di fianco alla sua una rana molto simile, ma decisamente più brutta e malriuscita.
« Non sono magico come te ».
Viste una di fianco all’altra sono talmente uguali e diverse – una rappresentazione così tangibile e perfetta di quello che ai tuoi occhi sarete per sempre tu e Vittoria – che per un secondo ti viene quasi da ridere.
Ti imbamboli a fissarle, come ipnotizzato – una perfetta e bellissima, l’altra storta e con gli angoli accartocciati su loro stessi; uguali e talmente diverse da dare l’impressione di non potersi incontrare mai –, i pensieri che si accavallano l’uno sull’altro e lo sguardo lontano, proiettato per un secondo verso un futuro che forse non avrai mai, ma nonostante l’impegno con cui ti prodighi ogni giorno per evitare che chiunque se ne accorga – che Vittoria se ne accorga – qualcosa evidentemente in quel momento ti sfugge perché quando sbatti le palpebre e sollevi nuovamente lo sguardo, pronto a sorriderle, lei ti fissa immobile per un momento, poi fa leva sulle mani e si allunga verso il tuo viso.
Strofina un po’ timidamente la punta del naso contro il tuo, come fai sempre tu quando vuoi vedere di nuovo il suo sorriso, poi si scosta appena, le sopracciglia incurvate.
È bellissima asserisce nella lingua dei segni, seria come non l’hai mai vista, puntando nel tuo uno sguardo talmente profondo e maturo che, per un attimo, ti gira la testa.
Com’è possibile che una ragazzina della sua età riesca ad avere uno sguardo del genere? Com’è possibile che Vittoria conosca uno sguardo del genere?
Ed anche se non lo fosse non importa, sono insieme.
Forzi le labbra a tirarsi in un sorriso talmente ampio che ti sembra quasi di sentirle sul punto di spaccarsi.
« Hai ragione. Così si tengono compagnia! » esclami allegro.
Vittoria non scoppia a ridere, non sorride, ti guarda e basta, le sopracciglia ancora più incurvate e lo sguardo ancora più profondo.
Senti il sorriso creparsi perfettamente a metà e sei certo che ormai è solo questione di secondi, prima che anche le labbra facciano la stessa fine, quando Vittoria sale completamente sul tavolo e si lancia in avanti, gettandoti le braccia al collo.
Per l’impeto e la sorpresa perdi l’equilibrio e scivoli dalla sedia, sbattendo il sedere sul pavimento.
« Ma cos- » mormori, stordito.
Vittoria serra la stretta ancora di più. Si stringe al tuo petto fin quasi a toglierti il fiato ed affonda la faccia nella camicia come se non desiderasse altro che fondersi completamente con il tuo corpo e diventare una cosa sola.
Cerchi di spostare le mani, per ricambiare l’abbraccio o anche solo accarezzarle la schiena, giusto il tempo necessario per calmarla e capire che cosa le sia preso, ma qualcosa te lo impedisce.
Un malessere strano, diverso da quello che, negli anni, hai imparato tuo malgrado a conoscere così bene, e che ti chiude la gola e lascia immobile a domandarti cosa stia succedendo.
Senti il battito del cuore rimbombarti così forte nelle orecchie da stordirti.
Rimani paralizzato ad ascoltare il suo respiro, finché non la senti infine muoversi e quando chini la testa, lei ha sollevato la sua.
Pianta per la terza volta quello sguardo nel tuo, facendoti deglutire tuo malgrado, mentre forzi l’ennesimo sorriso destinato a spezzarsi, poi muove le mani e segna una frase. Una sola frase che si marchia a fuoco nelle tue viscere e ti si conficca a fondo nella carne come un’enorme spina incandescente, poi affonda nuovamente la faccia nel tuo petto e lì rimane.
Deglutisci e ricambi l’abbraccio, gli occhi vagamente sgranati, stringendotela addosso come se non desiderassi altro che fonderti completamente con il suo corpo e diventare una cosa sola.
Non sei solo.
  
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