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Autore: Ai_Sellie    28/07/2021    1 recensioni
Solo una semplice raccolta di frammenti di vita, ambientata in un universo in cui nessuno sa fare i miracoli e Archibald e Vittoria sono solo due persone come tante. Nulla di più, nulla di meno.
(Perché sono bellissimi e meritano tutto l'amore del mondo. ♥)
[Modern!AU]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Archibald, Berenilde, Vittoria
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Stesso universo di "You're my slice of life" o anche no, come preferite, ma sempre modern!AU. 

Non contiene spoiler, a meno che non si voglia considerare Vittoria in quanto tale.
(Okay no, forse un piccolo dettaglio c'è. Non saprei però, è veramente un accenno minuscolo...


You say I'm your hero
But you are the one that saved me
("Imagine" - Ben Platt)


 

« Quindi, ricapitolando: se lo lascio così si chiama foglio, ma basta che lo piego un po’ e non si chiama più foglio ma origami? Ma è magia! »
Vittoria, seduta a cavalcioni sulle tue gambe ed incastrata tra il tuo petto ed il braccio con cui le hai circondato la vita, continua a ridere senza sosta, la testa piegata all’indietro ed il corpo scosso da continui tremiti – senti i muscoli della sua pancia contrarsi ad intervalli regolari sotto le tue dita.
Quando riesce a smettere, rimane pensierosa per un secondo, poi allunga un braccio sul tavolo e stacca un quadrato di carta dal libro che è corsa a mostrarti con tanto entusiasmo appena sua madre, con un ultimo saluto, si è chiusa la porta del tuo appartamento alle spalle – è solo un impegno da una mezz’oretta, torno a prenderla subito ci ha tenuto a ribadire un’ultima volta, prima di uscire, come se a te importasse davvero di simili dettagli tanto insignificanti.
A volte ti sorprendi tuo malgrado a domandarti se Berenilde abbia anche solo un briciolo di consapevolezza di quanto quella ragazzina sia importante per te o se riesca sul serio a credere che sia solo l’ennesimo gioco con cui passare il tempo finché non ti sarai stufato.
Sfoglia qualche pagina poi, una volta scelta la figura che ha intenzione di ricreare, comincia ad eseguire le varie pieghe seguendo le istruzioni.
Rimani in silenzio ad osservare paziente le sue dita muoversi un po’ lente e impacciate finché, una volta finito, si volta appena tra le tue braccia e ti mostra sul palmo il risultato dei suoi sforzi.
« È una rana! »
Vittoria sorride orgogliosa e poggia l’origami nuovamente sul piano, poi con la punta dell’indice schiaccia un punto in mezzo alle zampe posteriori dell’animale. Il piccolo anfibio di carta spicca un breve balzo e sparisce oltre il bordo del tavolo.
« Oddio, ma è viva! Hai creato una rana viva! » esclami con entusiasmo.
La ragazzina ride di nuovo e tu con lei, mentre si volta e tu ti chini sul suo viso.
« Sei magica » ridi, strofinando la punta del naso contro il suo.
Quando Berenilde torna a prenderla, esattamente mezz’ora dopo averla lasciata lì, inarca vagamente un sopracciglio nel trovarla che ride tra le tue braccia. Tu ricambi lo sguardo e semplicemente sorridi, ma lei inaspettatamente non commenta.
Sorride a sua volta e ti ringrazia per l’aiuto, scusandosi nuovamente per essere stata costretta a chiederti quel favore con così poco preavviso, poi recupera il cappotto di Vittoria dall’attaccapanni e glielo infila nonostante le sue insistenti proteste e i suoi tentativi più energici del solito di sfuggire alla sua presa.
Declina con un piccolo cenno del capo ed un sorriso di cortesia il tuo invito a fermarsi per cena, giustificando il rifiuto con un importantissimo impegno a cui non può assolutamente mancare e di cui a te non importa in realtà nulla.
« Può fermarsi solo Vittoria » proponi allegro, pur essendo già perfettamente consapevole di come andrà a finire. « Te la riporto a casa entro la mezzanotte, come ogni principessa che si rispetti, promesso ».
Gli occhi di Vittoria si illuminano come quelli di una bambina il giorno di Natale.
Berenilde sostiene il tuo sguardo per una manciata di secondi, poi semplicemente sorride.
Afferra con delicatezza la mano con cui la figlia si è aggrappata alla sua manica ed esce dall’appartamento con un ultimo saluto.
Tu rimani fermo sulla soglia a guardarle scendere le scale e quando Vittoria, decisamente contrariata e arrabbiata, si volta un’ultima volta nella tua direzione, arricci il naso e le fai l’occhiolino solo per il piacere di vedere la sua smorfia imbronciata distendersi almeno un po’ in un piccolo sorriso.
Poi rientri in casa.
Torni in salotto e ti pieghi sulle ginocchia per raccogliere dal pavimento la rana di carta, ma è solo quando ti risollevi che ti accorgi che il libro di Vittoria è rimasto sul tavolo, dimenticato tra i pezzi di carta strappata e i tuoi tentativi falliti di trasformare un foglio in un origami.
Sorridi.
Visto l’entusiasmo con cui te lo ha mostrato ed insegnato ad usare, domani dovrai necessariamente riportarglielo; sei assolutamente certo che rientri nei tuoi compiti di padrino perfetto, vederla sorridere.
La piccola ranocchia di carta, invece, trova posto in camera da letto, nel cassetto del comodino, dove conservi con cura tutti i disegni e i piccoli doni che Vittoria ti ha fatto fino a quel momento.
  
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