Serie TV > Il paradiso delle signore
Ricorda la storia  |      
Autore: Helen_Rose    29/08/2021    0 recensioni
Si tratta di una fanfiction scritta sull'onda della rabbia e dell'impotenza, desiderosa di cambiare ciò che avevo visto, pur sapendo che era impossibile; ma psicologicamente mi ha aiutata, devo dire, e spero sia utile anche a voi.
Come sarebbe andata se ... Roberta fosse stata più lucida, e Marcello un bugiardo più mediocre.
Sarebbero stati in grado di superare questo e oltre; ne sono più che certa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Erano tutte menzogne?". Marcello non risponde, pietrificato, incapace di mentire, di rifilarle con nonchalance una tale balla.
"Marcello, guardami in faccia e dimmi se le tue erano tutte menzogne, se non hai mai smesso di giocare così come giocavi all'inizio, quando per te ero una delle tante.
È così? Sono rimasta una delle tante senza neppure accorgermene? Tutte le belle parole pronunciate, la proposta di matrimonio, questo anello, davvero non significano nulla? Rispondimi, ho detto!". Marcello è sul punto di crollare. Trattiene il respiro e le lacrime per non sbottare.
"Spiegami che c'entra lei, cosa diamine c'entra Ludovica in tutto questo! Eh? Non rispondi? Non vi siete mai frequentati, ha quasi rovinato la vita a tua sorella e tu ora te la baci così, nel retro della caffetteria? Io cosa sono per te? Non conto più nulla?"
...
"Devo mandarla via per avere delle risposte da te? Tanto lo so che starà ascoltando tutto. Dimmi che è un incubo. Marcello, parla, per l'amor del cielo, parla".
Pungolarlo così sta servendo, anche se lei non lo fa consapevolmente. Parla a ruota libera, accecata dal dolore, dall'odio, dalla confusione e incredulità, dall'impotenza.

Lui non replica. Fa per andarsene, ferita. "Non voglio vederti mai più. Mi fai schifo".
È troppo. È troppo dover sopportare tutto questo disprezzo, che lui non merita. È troppo dover vedere il viso della donna che ama stravolto da una sofferenza che lui le sta infliggendo solo per proteggerla. Nessuno dei due si merita tutto questo. Credeva di essere più forte, ma non è così.

Fa uno scatto istintivo, la trattiene per un braccio, le pianta gli occhi nocciola nei suoi azzurro cielo: "Aspetta, Roberta. Ora ti spiego tutto ... Ti prego, ascoltami". Stupita, lei annuisce. "Ma da soli, però". "Certo". Coinvolgere Ludovica gli era stato necessario, ma decisamente non è il caso che assista a un confronto così privato. Gli dispiace doverla liquidare così, ma la aggiornerà senz'altro in seguito.

Mentre Marcello raggiunge Ludovica nel retro, Roberta si accascia su una sedia e cerca di non cedere a un crollo nervoso. È stato uno dei periodi più stressanti della sua vita, eppure, mai come ora si era sentita tanto elettrizzata, felice, appagata. Ha - forse, a questo punto, aveva - l'uomo della sua vita al suo fianco, a sostenerla in tutto e per tutto, pronto a mettere da parte la sua realizzazione professionale pur di farla felice. Lei aveva già pianificato le presentazioni ai suoi genitori, la loro nuova vita a Bologna. Il matrimonio no, non era il tipo da pensare ai dettagli di queste frivolezze formali; quella era Gabri.
Possibile che, con un solo gesto, si possa mandare in pezzi una felicità come quella che si stava finalmente godendo, senza sensi di colpa e autoflagellazioni di sorta? Persino Federico si era detto contento per lei, per loro; senza rancore, in amicizia. Vedendo Marcello che si baciava quella, l'istinto primario era stato quello di prenderlo a sberle: essere scaraventata a terra dopo aver rimbalzato sulla macchina che correva a tutta velocità verso di lei, l'aveva decisamente ferita molto di meno.

Eppure, l'altro lato del suo istinto, quello più razionale e direttamente collegato alla sua pancia, al suo cuore, a tutto ciò che era legato a doppio filo all'essere del suo Marcello, le fa suonare ogni possibile campanello d'allarme, avvertendola del fatto che il tutto è francamente assurdo.
Marcello la ama profondamente e gliel'ha dimostrato in ogni modo. Ormai è quasi passato un anno dal loro primo bacio ... Quanto si era dannato per averla, per poi tenersela stretta, quasi senza passi falsi. Ma in quei giorni aveva avvertito i suoi atteggiamenti insoliti, lo vedeva inquieto, teso, preoccupato ... Di una cosa, però, non aveva mai dubitato neppure per un secondo, come aveva detto a Laura: della sincerità, purezza, onestà del suo amore.

Marcello ha spiegato tutto a Ludovica e la sta congedando. Roberta non le rivolge neppure uno sguardo: per lei, non esiste.
"Allora? Si può sapere che ti è preso?". Marcello fa un profondo respiro. È dura. Ma sa perfettamente da dove cominciare.
"Ho sbagliato tutto, Roberta. Tutto. Come ho potuto essere così ingenuo da credere che ti saresti bevuta tutto, come quando, un anno fa, finsi di non provare nulla per te, lasciandoti libera di stare con Federico?
Come ho potuto credere di ingannarti così? Sei troppo intelligente, sei la donna più intelligente che io conosca, e ormai mi sai leggere dentro, sai tutto di me". Pausa.
Roberta ha assunto un'espressione da sfinge. Tutto quel che ha detto è la verità. "È tornato nella mia vita quel maledetto Mantovano. Si chiama Sergio Castrese, ma tutti usano questo soprannome per lui.
Avevo un debito di gioco con lui, ma poi è finito in galera, dove credevo che sarebbe rimasto per un bel po'. Mi sbagliavo. Mi ha trovato e pretende che gli restituisca il debito, ma non ho tutti quei soldi. Per fortuna, Armando mi ha aiutato con i suoi risparmi e, in più, qualche giorno fa il Mantovano si è deliberatamente preso una parte degli incassi della caffetteria, perché l'alternativa sarebbe stata l'anello che ti ho regalato. E non glielo avrei mai lasciato, neppure sotto una seria tortura". Roberta è incredula. Altro che innamorato, Marcello si farebbe impiccare pur di non rinunciare a lei, a ciò che hanno costruito. Non che avesse bisogno di conferme, ma ...
"Marcello, ma sei impazzito? E se l'anello fosse stato la risoluzione a tutti i tuoi ... I nostri problemi?". Perché sì, quel che riguarda lui, riguarda anche lei, è ovvio. "Avresti potuto darglielo, sai benissimo che ti avrei sposato comunque! A me non potrebbe interessare di meno di queste cose. L'anello è stupendo, ma si ricompra".

Ora, quello incredulo è Marcello. Non che avesse bisogno di conferme, eppure ... Accenna il primo vero sorriso dopo giorni. "Amore mio, non avrei mai potuto farlo. E comunque, non sarebbe stato sufficiente
... Non ho finito di raccontarti tutto. Il Mantovano ha preteso che, per iniziare a saldare il debito secondo i suoi comodi, facessi dei viaggi in Svizzera per suo conto. Trasporto illegale di denaro. È per questo che ho dovuto lasciarti andare alla Scala senza di me: mi ha commissionato un viaggio all'ultimo secondo. So che ci tenevi e non hai idea di quanto mi odi per averti rovinato una bella serata con Gabri".
Lei sbuffa, spazientita: "Marcello, parli come se non mi conoscessi affatto. Mi avrebbe fatto piacere andare alla Scala con te, ma non è questo che conta. Avanti".
Niente da fare, è proprio meravigliosa.
"Ero convinto di aver finalmente raggiunto un accordo con lui, ma mi ha fatto capire che non me ne sarei mai liberato. Tra i viaggi che mi ha commissionato, ce n'era uno per trasportare il denaro di Ludovica. Sulle prime, ci siamo salutati come se nulla fosse. Quando ho capito di averti fatto una proposta di matrimonio che non avrebbe mai avuto un seguito, ci siamo rivisti e le ho chiesto di aiutarmi a ... Lasciarti. Sì, lo so, è stato orribile anche solo pensarlo, ma il Mantovano mi ha minacciato infinite volte di farti del male, Roberta. Quella macchina che ti ha quasi investita ... La guidavano i suoi uomini". Roberta rimane pietrificata. Ha corso il serissimo pericolo di morire. Uno shock. "Capisci? Non potevo, non avrei MAI potuto coinvolgerti. Sei la persona più importante della mia vita, soprattutto da quando Angela è partita. L'unica con cui riuscissi a immaginare un futuro felice. Eppure, avrei accettato di perderti, se fosse servito a proteggerti dal bastardo".
"Ma sei impazzito?". Roberta gli si scaglia contro, colpendolo su un braccio. "Tu mi avresti allontanata così, senza uno straccio di spiegazione, autoflagellandoti?"
"Roberta, tu non capisci: quel farabutto ha fatto pestare Armando a sangue, per avermi aiutato. Gli ha praticamente frantumato delle costole. Mi ha distrutto che abbia pagato lui le conseguenze di tutti i miei errori. Ti pare che avrei mai potuto ...". La sua voce inizia a incrinarsi pericolosamente. Il solo pensiero di Roberta ferita da qualcuno lo devasta. Tant'è che non è riuscito a sopportare di ferirla lui stesso, né coi fatti, né a parole.

Roberta ha capito. Si sforza di calmarsi. "Marcello, una delle cose che sopporto di meno, in un rapporto, è la mancanza di comunicazione. Non sono una donzella in cerca di salvataggio. Sono la tua fidanzata, anzi, teoricamente anche la tua futura moglie. Insabbiare verità scomode non mi pare un gran bell'inizio, tu che dici? Sappi che ti avrei odiato ancora di più se mai avessi scoperto la verità a cose fatte, rendendomi conto di essere stata tenuta all'oscuro, estromessa. Decisamente".
Una forza della natura. L'ha sottovalutata. "Roberta, non si tratta solo di proteggerti. Ammetto di essermi vergognato parecchio, di aver temuto che mi avresti giudicato male. Non sai tutto del mio passato. Non potevo coinvolgerti. No". "Marcello, ma tu devi esserti innamorato di un'altra persona! Ma seriamente! Tu credi che ti avrei condannato, respinto?"
"Il mio passato non ha nulla dell'onestà che ti contraddistingue, Roberta. So che sei comprensiva, ma ho avuto paura, sì"
"Ma quando ti ho detto che giudico le persone per quel che sono, e non per quel che fanno, pensavi che mi riferissi solo al tuo lavoro come barista e ora piccolo imprenditore? Marcello, io ti conosco: non mi serve una fedina penale immacolata per ricordarmi della bella persona che sei. Fuori e dentro. Ho preso tutto il pacchetto e non me ne sono mai pentita. C'ho messo
un bel po' a capire di doverti dare una possibilità, e tra tutti i miei sbagli, tu sei l'unico che rifarei. I miei sbagli sono stati il non capire subito di poterti amare".
Altro che provocargli incredulità: Roberta ha ampiamente superato le più rosee aspettative che Marcello non si è mai concesso di avere, ultimamente. Si sarà sognato tutto? È un vero peccato che, nella realtà, si fatichi molto a distinguere.

"E io mi sarei fatto scappare una donna eccezionale come te per vigliaccheria?" sussurra lui, dilaniato, eppure sentendosi profondamente amato, come mai prima.
"E tu ti saresti fatto odiare da me per anteporre quello che credevi fosse il mio bene al tuo?" ribatte lei, con le lacrime agli occhi, distrutta al pensiero di tutta la sofferenza che Marcello ha cercato di portare unicamente sulle sue spalle, da solo, senza l'appoggio della sua amata.
"L'ho già fatto una volta, ricordi?"
"Sì, e si è rivelata una pessima idea, da parte mia per averti assecondato, anche"
"Lo so, ma speravo che stavolta la lontananza ti avrebbe aiutata a metterci una pietra sopra e a guardare avanti, non voltandoti più indietro, dimenticandomi".
Roberta sospira e alza gli occhi al cielo, tra le lacrime che ormai scorrono a fiumi: non può credere che quel giraffone alto, grosso e strutturato cada come una pera cotta sui principi basilari dei sentimenti. "Come faccio a dimenticarmi il mio cuore? Come avrei potuto fare, sentiamo".
"Vedo che stai mettendo parecchio impegno nel rigirare le mie parole contro di me" commenta lui, ormai sconfitto, arreso, finalmente, di fronte alla potenza del loro amore, che è sempre stato capace
di superare qualunque barriera. Prende le mani di Roberta tra le sue e si gode la vista della ragazza più bella del mondo, scompigliata, tesa, sofferente, ma che non gli è mai sembrata così degna del suo amore, anzi, al cui confronto si sente piccolo e inadeguato. Non sarà la Venere più sorridente di tutte, al momento, ma la sua forza sta brillando di luce propria. "Ognuno usa le armi che ha a disposizione
per tentare di sconfiggere l'insulsa testardaggine di un uomo coi paraocchi".
Ora è lui a sbuffare. "E va bene, devo arrendermi. Potrai mai perdonarmi?"
"No. Forse. Vedremo" replica, accennando uno dei suoi celebri sorrisetti di scherno, di quando si diverte a tormentarlo.
"Hai ragione, non me lo merito" ribatte lui per tutta risposta, non si sa se più calato nella parte o pensandolo per davvero.
"Ma smettila. Certo che sei perdonato, e in qualche modo faremo, vedrai".
"Sono davvero convinto di non meritarlo. Perché dovresti perdere tempo con uno come me, quando potresti scegliere un ingegnere con la testa sulle spalle?"
"Perché non voglio e non mi interessa un noiosissimo ingegnere. Voglio te, solo te, Marcello Barbieri, perché sei unico al mondo e sei un uomo eccezionale".
Lo ha detto davvero? L'ha ribadito ancora?
"Potresti ripetermelo, grazie?"
"Ti amo, uomo eccezionale" lo asseconda lei, ben volentieri, disegnando con un dito il profilo del suo naso, come allora.

A quel punto, un abbraccio liberatorio si era fatto attendere anche troppo. Ed è un abbraccio come erano soliti darsene loro: lui si abbassa e, stavolta, incassa il viso nella spalla di lei ben volentieri. Ha bisogno di restare in quello spazio per sempre, di perdercisi ancora una volta.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il paradiso delle signore / Vai alla pagina dell'autore: Helen_Rose