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Autore: NightWatcher96    31/08/2021    1 recensioni
Collocato dopo il Festival Sportivo, con la sconfitta di Izuku da parte di Shoto. Il resto è decisamente molto casuale.
Kacchan x Deku molto fluff
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

Se mi chiedete il senso di questa One Shot io vi rispondo che è ispirata a Run with the Wind, un anime bellissimo che ricorda molto Haikyuu. Beh, per il resto, Enjoy!!



 

La gamba gli faceva male, ardeva e stava mandando in fumo i suoi sforzi di tornare ad essere un Hero, seguire la stessa via di tutti gli altri suoi compagni.

Da quando si era scontrato con Shoto Todoroki, l'arto inferiore che Recovery Girl gli aveva messo miracolosamente in sesto dopo che aveva usato il cento per cento dell'One for All, aveva iniziato a dargli fastidio.

Il dolore era localizzato al ginocchio, o più precisamente all'osso che la donna gli aveva detto di avergli operato con estrema fatica e lui si era rassicurato, anzi, beato, che con quelle così amorevoli cure sarebbe tornato in sesto immediatamente, come la prima volta che aveva combattuto contro Katsuki.

Invece, a distanza di sei mesi, lentamente ma inesorabilmente, quella stessa gamba sinistra aveva iniziato a fargli male. Tutto era iniziato dopo una sessione di allenamento particolarmente dura con All Might per poter controllare un po' meglio l'One for All. Lì per lì aveva pensato che fosse stato troppo acido lattico.

Sapeva che il regime di addestramento di Toshinori Yagi era duro ma per lui, poiché ricevuto un Quirk a quattordici anni, era stato ovvio impegnarsi molto più degli altri per iniziare la sua carriera da Hero. Per questo non si era mai lamentato.

Poi anche durante le corse mattutine che spesso la 1-A per faceva per iniziare il riscaldamento, la situazione non aveva fatto altro che peggiorare. Dopo neanche il primo giro, infatti, una fitta lo aveva fatto rallentare sotto gli sguardi perplessi dei suoi insegnanti, rispettivamente EraseHead e Present Mic.

Anche da seduto, durante le lezioni di Midnight, aveva trovato difficoltà a piegare o allungare la gamba e spesso aveva dovuto soffocare un gemito particolarmente forte con una mano, fingendo un colpo di tosse.

Ora, però, gli faceva così male che non era riuscito ad alzarsi dalla panchina dello spogliatoio per poter indossare il suo costume da Hero e iniziare a simulare un combattimento contro Eijiro nella Palestra Gamma.

Tutti erano già pronti, li sentiva mormorare dall'esterno degli spogliatoi, soprattutto Ochako con Denki e lo stesso Eijiro. Per qualche istante anche il solito Kacchan.

Sorrise, Izuku Midoriya, guardando distrattamente il supporto bianco che fungeva da tutore sul ginocchio, correndo fino a metà polpaccio. Il ginocchio tremava sotto la sua mano con quella cicatrice che serpeggiava intorno; il dolore era insopportabile e ad intermittenza.

-E' forte...- pensò, inalando una profonda boccata d'aria.

Puntò lo sguardo al soffitto ad occhi chiusi, cercando di concentrarsi in modo da dominare il dolore. Aveva promesso ad Aizawa che non sarebbe mai stato più un peso per la classe e per questo aveva continuato a perseverare nonostante il dolore.

Era convinto che fosse guarito, era certo che si sarebbe potuto riscattare e invece era bastato un piccolo cedimento a distruggere il suo castello di cristallo.

Sentì il pizzicore delle lacrime risalire dalle narici fino agli occhi: no, non poteva piangere! Si affrettò a cancellare in fretta la sensazione acquosa e a dischiudere le palpebre.

Fu in quell'attimo travagliato da pensieri cozzanti che udì dei passi che si avvicinavano. Calò immediatamente la tuta blu ma rimase seduto.

"Che cazzo fai ancora qui? Gli altri ci aspettano, Deku!".

Il verdino sorrise un po' alle parole crude di Katsuki, per via di quel lieve accenno di preoccupazione così estraneo a un tipo esplosivo di fatto e di Quirk.

Izuku lo vide sollevare un sopracciglio. Sembrò domandare il motivo del perché fosse seduto in terra con il ginocchio dolorante piegato e le mani premute sul pavimento piastrellato.

"Scusami, Kacchan. Arrivo subito" sorrise, guardando la sua gamba con l'ombra di un'espressione normale.

La silhouette del biondo gli si allungò dinanzi; con pochi passi e con fare imponente, riuscì a interferire contro la luminescenza dorata dei neon che a fila illuminavano dal soffitto della larga stanza. izuku, di riflesso, lo guardò con occhi limpidi e curiosi.

Kacchan spostò l'attenzione e i suoi occhi rubini verso il ginocchio alzato, poi si ritrasse un po' e tolse le mani dalle tasche del suo costume da Hero.

"Non abbiamo tutto il giorno. Aizawa ci verrà a cercare e saranno cazzi tuoi" sbuffò, senza smettere di guardarlo. "Perché non hai messo il tuo costume? Sei un palo nel culo, Deku!" sbottò ancora, senza dargli un attimo per rispondere.

Il verdino ridacchiò un po': era quello il modo del suo amico d'infanzia di dimostrare, più o meno, la sua preoccupazione. Ad un occhio esterno Kacchan sarebbe sembrato semplicemente un bullo con la sua preda preferita; eppure, Izuku si sarebbe battuto con le unghie e con i denti per dimostrare che quello era solo una dimostrazione di tenerci a una vecchia e solida amicizia.

Doveva alzarsi. O seriamente Aizawa avrebbe riservato una delle più sadiche punizioni e probabilmente espellendoli addirittura.

Fece richiamo a tutte le energie nel corpo per potersi alzare: lì per lì fu semplice ma non appena il baricentro del suo corpo si stabilizzò su entrambi gli arti inferiori sentì una dolorosa fitta e perfino uno scricchiolio sinistro.

Izuku perse un po' l'equilibrio e sbattè di schiena contro alcuni armadietti, richiamando l'attenzione di Katsuki che si era messo a leggere velocemente alcuni messaggi sul cellulare senza andarsene via.

"Se stai male dovresti andare da Recovery Girl e farti esonerare" borbottò con occhi attenti alla ricerca di qualsiasi ferita.

Odiava Deku ma non così tanto da volerlo lasciare ferito sul ciglio di qualche strada.

"Mi sono alzato troppo in fretta. Tu vai pure avanti, Kacchan. Sto arrivando" mentì Izuku, ignorando il dolore lancinante alla gamba ma in fiera posa in piedi. L'altro lo guardò ancor più attentamente. "Vai, ho detto. Non voglio che tu prenda una punizione da parte di Aizawa sensei".

"Tsk!" bofonchiò il biondo, marciando piano vicino alla porta.

Izuku inclinò piano il capo, non capendo perché fosse ancora fermo e di spalle.

"Io voglio batterti ma se non sei al pieno delle tue forze non è molto sportivo" e detto ciò si allontanò.

Izuku dapprima sorrise poi si mordicchiò ferocemente le labbra e iniziò a infilarsi velocemente il costume. Non c'era tempo per esitare, non poteva rimanere indietro.

Lo aveva promesso!

 

 

Come aveva intuito, Eijiro non era un tipo che amava stuzzicare come Katsuki ma preferiva andare all'attacco per poter concludere in fretta e ottenere subito un vantaggio.

Aveva sconfitto in un batter d'occhio Tsuyu, Denki e perfino Yaoyorozu e ora teneva testa a Izuku, attaccandolo con una velocità disarmante sotto gli occhi stupiti di Shota, la classe e All Might.

Perfino Shoto sembrava molto colpito dalla velocità del rosso crinito.

Izuku, invece, cominciava a sentire il corpo intorpidito da quei continui scatti per evitare di essere brutalmente colpito dall'Indurimento di Red Riot e non riusciva ad avere la giusta mobilità per poter contrattaccare anche con finte o capriole.

La sua mente era un'alternanza intermittente tra torpore e foschia di dolore.

"Mi dispiace, Midoriya. Quest'oggi tu sarai sconfitto".

Queste parole lo colpirono come migliaia di aghi: Izuku scattò fuori dalla sua trance di una visione distorta e offuscata dalla stanchezza ed iniziò a stringere i denti, perché voleva combattere contro Kacchan.

Eijiro si spostò rapidamente sulla sinistra, poi saltò verso destra e spiccò un agilissimo salto considerando che il suo corpo indurito era molto più pesante. Colpì Izuku con un gancio diretto allo stomaco ed esultò decisamente prima del previsto.

Izuku, infatti, aveva visto lo spiraglio di quel petto nudo mentre arrivava il gancio. 

Allora colpì con un violento Detroit Smash che prima arrestò incredibilmente il pugno di Red Riot, poi lo scagliò di corpo pesantemente ed ironicamente contro All Might che nella sua Muscle Form lo raccolse tra le braccia.

"Midoriya vince. Bakugo, preparati" istruì Shota, vagamente sorpreso dall'ottimo contrattacco del verdino.

"Bravo, Deku-kun! E' stato un potente pugno!" esclamò raggiante Ochako, alzando una mano con il suo miglior sorriso soddisfatto.

"Tutto bene, Kirishima Shonen?" fu la domanda un po' apprensiva del Number One Hero, mentre lo rimetteva con i piedi in terra e puntava vagamente un'occhiata fugace su Deku che attendeva che Kacchan si mettesse di fronte a lui, pronto e carico.

"Sì, sensei. Per fortuna il mio Quirk mi ha schermato dall'impatto o mi sarei fatto seriamente male. Ma Midoriya, piuttosto? Il colpo non gli ha causato nulla?".

No, Izuku stava bene. All Might sorrise mentre pensava che pian piano quel giovane stava iniziando a padroneggiare quell'importantissimo Quirk.

"Tutto a posto, Kirishima Shonen. Guardiamo l'ultimo incontro".

Il rosso annuì festosamente, ponendosi a braccia conserte per godersi uno spettacolo unico.

Shota alzò un braccio e lo abbassò velocemente dando prontamente il via allo scontro. Com'era prevedibile, Katsuki caricò le braccia oltre il corpo per poter scattare in uno sprint dato da piccole esplosionidelle mani e a raffica.

Raggiunse in un batter d'occhio Izuku e lo sorprese con una ginocchiata violenta al volto.

Lo sgomento generale arrivò qualche secondo dopo da parte di tutti gli studenti:  il rumore di carne colpita e ossa fratturate era esploso come un fuoco d'artificio.

Katsuki si beò per aver vinto in poco più che venti secondi, tuttavia Izuku gli afferrò tremante il ginocchio a due mani e lo scaraventò duramente in terra.

"Incredibile! Ero convinto che Bakugo l'avesse già sconfitto!" esclamò incredulo e felice Eijiro, pompando il pugno verso il soffitto.

Katsuki, però, attutì la caduta con una capriola, guardando Izuku che era rimasto fermo e in difesa.

-Non attacca?- pensò stupito, poi sogghignò. -Attaccherò io, allora!-.

E così fece: si lanciò in un affondo, rotolò in una capriola fulminea e colpì Izuku alla gamba sinistra, all'altezza del ginocchio con un calcio rasoterra.

Il verdino fu sbalzato letteralmente in terra, contro un muretto di cemento che era rimasto miracolosamente integro in un allenamento di potenziamento dei Quirk della 1-B con Cementos.

"Fine incontro: vince Bakugo" sentenziò Shota. "Per oggi è tutto. Tornate ai vostri dormitori e sbrigate i compiti assegnati".

Katsuki si rialzò in piedi con un ghigno vittorioso. Non condivideva molto che Shota avesse preferito incontri dove chi avrebbe colpito e atterrato per primo l'avversario avrebbe vinto ma era contento di aver mollato un calcio quasi in un Minus Tempo pressoché imprevedibile.

Izuku era in ginocchio, con un graffio superficiale sulla guancia. Non c'era traccia di rabbia o rancore sul suo viso. Se lo aspettava: con un infortunio a limitarlo come il suo era ovvio che avrebbe perso contro la velocità imprevedibile di Kacchan.

Si fece leva sul ginocchio destro per alzarsi quando una fitta dolorosa lo fece raggelare, più forte della precedente nel bel mezzo dello scontro: un dolore bianco e bollente esplose, l'equilibrò svanì dopo pochi attimi.

Izuku crollò duramente al suolo con un forte gemito di dolore. Rimase rannicchiato in posizione fetale con il ginocchio premuto sotto le mani.

Katsuki fu il primo a intervenire: in un attimo gli si fiondò al capezzale nonostante non sapesse cosa fare. Pensò bene di issarlo in braccio e di portarlo da Recovery Girl. Era inutile rimuginare su cosa fare... non quando c'era una Hero molto più idonea per tale compito...

 

 

Izuku sospirò pesantemente, accarezzandosi distrattamente il ginocchio sotto a un pesante tutore. Ricordava molto bene quel giorno di circa un mese fa e ringraziava ancora Katsuki per la sua tempestività nel condurlo da Recovery Girl.

La donna era parsa dispiaciuta per le condizioni in cui gravava il ginocchio rosso e gonfio e si era sentita in colpa per essere stata, a suo dire, superficiale con quell'operazione ma alla fine aveva provveduto a rimetterlo in sesto.

"Un mese di assoluto riposo. Ti monitorerò. La tua rotula ha una frattura e necessita di guarire prima di valutare un'altra operazione" erano state le sue parole.

Almeno non doveva usare la stampella, ma quel dolore c'era e lui iniziava a perdere le speranze di poter tornare come prima. Pian piano si era allontanato dai suoi amici, preferendo stare da solo.

"Ti fa male?".

A quella voce improvvisa sobbalzò, guardando alla sua destra dove un biondo gli era comparso dinanzi con una bottiglia d'acqua in mano. Gliela porse.

Faceva piuttosto caldo che neanche stare seduto su una panchina del parco che costeggiava i dormitori aiutava. Era sudato e anche assetato.

"Un po'" ammise Izuku, accettandola per prendere subito un sorso.

Katuki gli si sedette accanto svogliatamente, poi lo guardò di sottecchi. Izuku era piuttosto carino, il volto lentigginoso gli conferiva un aspetto di eterno fanciullo. Aveva degli occhi limpidi sebbene sempre un po' tristi e delle piccole labbra molto invitanti, dischiuse.

La sua attenzione fu rapita da una goccia di acqua che delineava indisturbata la linea della guancia. Il biondo percepì un richiamo dentro lo stomaco, qualcosa che non aveva mai sperimentato insieme a un torpore delle dita formicolanti.

Voleva toccare ed esplorare novità.

Katsuki premette un bacio sulla guancia di Izuku, facendogli drappeggiare un braccio sulle spalle in modo da concedergli di accoccolarsi sul forte petto. I due si misero a guardare il bellissimo tramonto, il sole era una palla color oro che spiccava su un cielo rosato, rosso e più bluastro verso l'infinito.

Una brezza piacevole di vento arrivata da est accarezzò dolcemente i loro visi.

Katsuki di nuovo osservò il viso di Izuku: il sole sembrava averne sfumato i lineamenti rendendoli quasi angelici. Teneva gli occhi abbassati ma riusciva a scorgerne lo splendore come due smeraldi. Il verde aveva appena ottenuto una bellissima nuance brillante che ricordava vagamente il colore a gradiente delle sue esplosioni.

Non resistette: gli sollevò il mento e gli rapì le labbra con un bacio molto più delicato. 

Durò poco; se per Izuku fu un po' come un dispetto per Katsuki fu motivo di sogghignare e nel mentre cancellare un po' di umidità da quelle amabili labbra.

"Ti fa male?" chiese ancora, ora più serio con la mano poggiata sul ginocchio.

"Sì. Però, almeno, posso contare su di te, no?" chiese il verdino. "Non avrei mai pensato che saremmo arrivati fino a questo punto".

Katsuki gli strinse la piccola mano con la cicatrice, intrecciò le loro dita prima di tenerle con più forza. Ancora non si capacitava di come si fossero avvicinati ma non voleva sprecare ciò che era nato per caso. Una volta sua madre gli aveva detto che le cose fuori da ogni logica erano quelle che davano maggiormente soddisfazione.

In quelle settimane di terapie, infatti, si era ritrovato a dare supporto a Izuku e una sera si erano semplicemente baciati. Era stato un epilogo perfetto dopo un silenzioso gioco di sguardi nato pr caso.

Lo avrebbe ricordato in eterno quel momento: sul tavolino basso sotto le loro mani un quaderno con un compito di algebra. Poi, tutti e due avevano allungato il collo e le labbra si erano toccate, con un brivido eccitante in tutto il corpo.

Un qualcosa di semplice, come uno schiocco rumoroso. Eppure, dentro di loro era scoccato qualcosa di magico e stupendo, dando immancabilmente inizio a una nuova opportunità per i loro sentimenti ormai radicati in qualcosa di ben differente da una semplice amicizia.

"Kacchan, se il mo ginocchio non dovesse più tornare come prima? Che ne sarà di me?" chiese Izuku, improvvisamente mesto.

"Recovery Girl è una Hero molto in gamba quando si tratta di cure mediche. Dovresti avere più fiducia in lei".

Il verdino guardò il tutore bianco che spiccava sotto i jeans corti che indossava sotto una normale maglietta azzurrata.

"Recovery Girl ha detto che sto migliorando. Ma quando sento le fitte penso che forse tornerò al punto di partenza..." replicò Izuku, prima di alzarsi.

Katsuki lo vide gemere un po' a una fitta ma almeno era in piedi. Zoppicante, ma almeno in piedi.

"Passo dopo passo, Deku. Così come noi due" gli disse ed anche lui fu presto su entrambe le gambe. 

Lo portò dolcemente in un abbraccio, scavalcando la sua spalla con il mento.

La brezza di nuovo soffiò dolce e fresca, mentre il cielo iniziava ad imbrunirsi: era quasi ora della cena. Da una finestra della cucina dei dormitori già arrivava un profumino succulento: doveva essere certamente Rikido Sato.

"Curry per cena, eh?" mormorò improvvisamente Izuku, ridacchiando.

"Sì, ma non sarà abbastanza piccante per me" sbuffò Katsuki.

E di nuovo lo baciò dolcemente, le loro fronti si toccarono leggermente. 

Katsuki concesse ad Izuku di camminare senza il suo aiuto; lì per lì il primo passo fu arduo e strascinato. Il secondo, però, più determinato, il terzo sicuro.

"Non lo puoi vedere ma stai migliorando, Izuku" sorrise Katsuki.

Il verdino lo imitò mentre la forza per camminare fino al dormitorio gli accresceva una determinazione provata solo in rare occasioni. Certo, non fu facile, il dolore non tardò a giungere ma era deciso a dimostrare a se stesso e a Katsuki, sempre al suo fianco, che ce l'avrebbe fatta!

Era una sfida come un'altra. Aveva superato momenti peggiori in fondo, no?

Quando vide la porta bianca del dormitorio e i gradini lì si fermò: il suo corpo si appesantì improvvisamente e si ritrovò a inciampare nei suoi stessi piedi.

Katsuki immediatamente lo bloccò per un polso, indeciso se sostenerlo come una sposa o farlo salire sulle sue spalle. Pensò alla seconda come una migliore opportunità. Izuku non obiettò mentre saliva su di lui.

Il viso di Izuku, stanco e arrossato, era finalmente libero dall'oppressione dei dubbi.

La gamba tremava ma in fondo Recovery Girl aveva detto di perseverare nella mobilità.

Katsuki si era imposto di aiutarlo perché quel giorno si era sentito in colpa. Avrebbe dovuto intuire dal ritardo, dal trovare Izuku seduto in terra e a combattere in modo quasi prevedibile, che qualcosa era accaduto. 

La sua vittoria era stata una sorte di bluff. Sperava di chiedergli la rivincita a un'occasione migliore.

"Andiamo a casa, Izuku".

"Sì, Kacchan" sospirò l'altro, accoccolato con il viso sulla spalla.

Non era da solo. Izuku aveva il suo Katsuki e lo avrebbe aiutato: sarebbero stati uniti e avrebbero vinto contro ogni avversità. Non sarebbe stato neanche facile, ma in fondo il cammino di un Hero era così, una scalinata lunga e tortuosa.

L'importante sarebbe stato farlo gradino dopo gradino, senza mai arrendersi, anche se difficile. Tutto sarebbe partito da solo un passo.

Anzi, ancora un passo verso il Plus Ultra!

 

The End

 

  
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