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Autore: Justice Gundam    31/08/2021    1 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 82 - Misteri sotto la Settima Strada

"Molto bene, Gardevoir, mia cara." disse Radomus, mentre assieme all'elegante Pokemon Psico/Folletto si dirigeva verso un'altra stanza. "Come ho detto, ci sono molti elementi che ancora ci sfuggono... e tra questi, c'è il fatto che non abbiamo trovato traccia di Bennett, il giovane amico di Luna che è entrato a far parte della Chiesa d'Alfa."

"So per certo che Bennett è diventato uno dei loro iniziati. E la sua abilità nell'uso dei Pokemon Coleottero è notevole." continuò Gossip Gardevoir, la calda voce telepatica che riecheggiava nella mente del maestro di scacchi. "Detto questo, la sua abilità nelle battaglie di Pokemon, per quanto non inconsiderevole, non è ancora al livello di Pius o di Angela, e se dovessimo giungere ad uno scontro, non dovrebbe essere troppo problematico."

"Lo so bene. E anche il giovane Bennett lo sa. Proprio per questo non si farà cogliere impreparato." affermò Radomus. "Al momento, la priorità di Bennett è di convincere la nostra amica comune, la giovane Luna, ad unirsi anche lei al loro gruppo di fondamentalisti. Quindi, penso che la cosa più importante da fare sia tenerla d'occhio, senza tuttavia interferire nella sua vita privata."

Gossip Gardevoir disse di sì con la testa. "Se mi è concesso... suggerirei di contattare Miss Sierra a Zirconia e metterla a parte di quanto sta accadendo a Bennett e Luna." continuò. "Ritengo che lei, meglio di chiunque altro, potrebbe far comprendere a Miss Sierra quanto difficile sia la nostra attuale posizione, e quanto importante potrebbe essere il suo supporto. Se c'è qualcuno che può convincere Bennett e Luna, quella è lei."

L'espressione del maestro di scacchi si fece pensierosa, anche se non perse mai la sua verve. "Sì... in effetti hai ragione. Questa sarebbe senza dubbio la scelta più logica. Purtroppo... gli uomini e i Pokemon non sono esattamente creature di logica. Nessuno di noi può dire che i suoi pensieri non siano in qualche modo influenzati da preferenze personali. O dalle nostre esperienze. E nel caso di Miss Sierra... queste esperienze potrebbero farle fare delle scelte che non riusciremmo subito a comprendere."

La Pokemon sbattè gli occhi sorpresa, mentre Radomus si schiariva la voce e riprendeva il discorso. "Con questo, non voglio assolutamente dire che la sua scelta sia sbagliata, nè che lo sia la nostra." affermò. "Ognuno di noi deve semplicemente fare quello che ritiene giusto, nel rispetto della libertà degli altri. Miss Sierra ha i suoi motivi per le sue decisioni."

"Credo di capire. Va bene. Se è come dice lei, allora immagino che non sia giusto imporre a Miss Sierra le nostre scelte." affermò Gossip Gardevoir. "In ogni caso, cercherò di non impormi troppo su Luna. La proteggerò senza invadere la sua privacy."

"Grazie, mia cara. Credo che la Chiesa d'Alfa o il Team Meteora faranno presto la loro mossa contro di noi." affermò Radomus. "Sarà meglio organizzarsi e fare in modo che anche Adrienn e la signorina Sandy siano pronti a tutto."    

 

oooooooooo

 

Le doppie porte del santuario segreto si apalancarono con un cigolio sinistro, e diverse torce appese ai muri si accesero come per magia quando Padre Elias mosse i suoi primi passi all'interno della grande sala. Il sacerdote dai capelli bianchi si guardò attorno con aria stoica e spocchiosa, accompagnato da Bennett, Pius, Angela ed un gruppo di chierici di rango inferiore. Dopo aver mosso qualche passo all'interno della sala, Elias si fermò al centro di essa e si guardò attorno, come per decidere se fosse un nascondiglio degno di loro.

"Ecco... padre Elias..." affermò infine Bennett, affiancandosi all'alto sacerdote. "Al momento, questo è quello che siamo riusciti a fare. Comunque... non si preoccupi, non credo che dovremo trattenerci a lungo. Giusto... il tempo necessario a trovare Luna e convertirla al sentiero della luce."

Elias disse di sì con la testa. "Andrà bene come nostra base operativa. Il sommo Arceus è in tutte le sue chiese." affermò. "Non sarà certo la mancanza di ornamenti o di altri orpelli a rendere meno degna la casa del nostro signore."

"Quello che conta è la devozione con cui facciamo la sua volontà." affermò Pius con un cenno educato della testa. Ad un suo permesso, i chierici di rango inferiore cominciarono ad affaccendarsi e si dispersero nelle varie stanze per mettere ogni cosa al suo posto. "Adesso però, se vogliamo fare la volontà del sommo Arceus, dobbiamo ritrovare le Quattro Chiavi. Ognuna delle quali è nelle mani di un diverso membro della resistenza."

"Il sommo Arceus ci guiderà e farà in modo che ognuna di essa cada nelle nostre mani." affermò il leader della Chiesa d'Alfa con la stessa monolitica certezza con cui diceva ogni cosa. "Mi rendo conto che è il Team Meteora è in una posizione alquanto delicata, e che alcuni dissapori interni stiano minando la loro lealtà e la loro devozione... ma una volta che le Quattro Chiavi saranno al loro posto, ci muoveremo prima che la figlia del Male faccia la sua mossa."

"Che il supremo Arceus sia lodato." intonò Angela, con un sorriso inquietante e lo sguardo perso, come se fissasse qualcosa di magnifico e spaventoso al tempo stesso, che solo lei poteva vedere. "L'emissaria di Giratina, la figlia di Necrozma... la divoratrice di luce... cadrà ben presto nelle nostre mani, e quanto è vero il sommo Arceus, non la tratteremo meglio di come lei ha trattato la gente di Reborn City. La luce della giustizia la colpirà, e la ridurrà in cenere e polvere!"

Bennett si aggiustò gli occhiali e represse un brivido. Pensava di essersi ormai abituato a certe esternazioni di fede (o forse sarebbe stato meglio dire fanatismo?) da parte dei suoi "confratelli", ma vederli adesso in quello stato gli confermava che si trovava in un territorio a lui del tutto sconosciuto, dove qualsiasi azione doveva essere ben ponderata. Il suo scopo era e rimaneva sempre quello - ritrovare Luna e riportarla sulla retta via. Ma a volte si chiedeva ancora se per caso non avesse commesso un grave errore ad affidarsi a quel branco di zeloti. Sarebbero stati comprensivi nei confronti di Luna? Lui aveva cercato di essere più chiaro possibile, nel dire che Luna non aveva colpa per quello che stava accadendo, e che aveva solo bisogno di essere convinta. Ma quando si ha a che fare con dei pazzi, come indubbiamente erano Elias ed Angela, non ci si poteva attendere che pazzia.

Ironicamente, in tutto questo era Pius quello che gli ispirava più fiducia. Il sacerdote dai capelli neri, pur non meno devoto dei suoi compagni, dava almeno l'impressione di essere un po' più tranquillo e razionale. Forse lui, più di tutti gli altri in quella specie di setta, sarebbe stato disposto a rivolgergli un orecchio amico.

"Se posso dire la mia..." affermò Bennett, in modo da richiamare l'attenzione su di sè. Elias e i suoi due attendenti si voltarono lentamente, mentre il resto del clericato continuava a svolgere il proprio compito e l'alto sacerdote dai capelli bianchi chinò leggermente il capo per dare a Bennett il permesso di parlare. "Io penso che la prima cosa da fare sarebbe cercare Luna, in modo da attirare qui Radomus. Con un elemento di spicco della resistenza nelle nostre mani, i nostri nemici non avrebbero altra scelta che venire a cercarci, e con un po' di fortuna, porteranno con sè alcune delle Chiavi."

Pius si sfregò il mento, apparendo non troppo convinto di quello che il giovane entomologo proponeva. "Hmm... posso comprendere la tua preoccupazione, giovane iniziato, e in effetti, la tua premura di salvare l'anima della tua amica è lodevole. Ma non vorremmo che il tuo zelo ti portasse a non riflettere sulle circostanze." affermò l'uomo.

"Non essere pusillanime, fratello Pius." ribattè prontamente Angela, infervorata all'idea di poter finalmente prendersi una rivincita su chi l'aveva umiliata in precedenza. "Questa potrebbe essere un'ottima occasione per porre fine una volta per tutte alle interferenze di quegli infedeli, e per ottenere il nostro scopo."

"Non metto in dubbio che sarebbe un'ottima occasione, ma temo che l'idea del nostro nuovo accolito sia troppo semplicistica, con tutto il dovuto rispetto." ribattè con tutta calma Pius. "I nostri nemici non sono degli sprovveduti. Si renderanno subito conto che stiamo cercando di costringerli a portare con loro le Quattro Chiavi, e per questo si premureranno di nasconderle in un luogo dove non potremo trovarle."

"Credo che in questo caso abbia ragione fratello Pius." affermò Elias. "Apprezzo il desiderio di renderti utile, giovane Bennett, ma temo che tu li stia sottovalutando. Non saranno così sventai da portare con loro le Chiavi."

"In effetti, non è proprio necessario che ci portino le Quattro Chiavi. Stavo pensando ad un'altra possibilità, in effetti." rispose Bennett. "Se dovessimo catturare Radomus, sarebbe un grave colpo per la resistenza, e sarebbero costretti a tentare una missione di salvataggio. Con Luna e Radomus nelle nostre mani... possiamo attirare i nostri nemici in una trappola e sistemarli una volta per tutte. E poi... finalmente potremo mostrare loro la retta via e riportarli sul cammino della luce."

Angela ghignò sinistramente. "Heh... a quanto vedo, il nostro nuovo confratello ha già compreso l'importanza della nostra missione e il vero scopo della Chiesa d'Alfa." affermò.

Bennett cercò di non dare a vedere che stava deglutendo, innervosito dalla personalità della donna. Ogni volta che lei lo guardava negli occhi, si sentiva come una formica che guardava verso qualcuno che stava per schiacciarla. "Beh... certo, ormai mi è abbastanza chiaro." affermò il ragazzo, cercando di rabbonire la fanatica. "Noi... siamo qui per spazzare via tutti i falsi dei che la gente di Reborn venera... il denaro, il prestigio, l'orgoglio, i piaceri terreni... tutto ciò che rende la vita indegna di essere vissuta."

"Esatto. Solo una vita vissuta sul cammino della virtù del sommo Arceus è meritevole." affermò Elias. L'uomo chiuse gli occhi e ripensò intensamente alla sua gioventù, a quando aveva conosciuto Solaris, e ai giorni in cui si erano conosciuti e si erano ritrovati affratellati in una sacra missione comune. Ache Solaris, a modo suo, era un'anima persa... un'anima che aveva bisogno della sua guida e della sua protezione, soprattutto in vista di ciò che si sarebbe scatenato entro breve.

"Solaris, hai fatto un patto con Giratina, pur di realizzare uno scopo nobile." riflettè il sacerdote tra sè. "Dobbiamo ricordare qual è il nostro scopo, e che i mezzi che utilizziamo possono finire per farcelo dimenticare. Ma non ti preoccupare... sono convinto che alla fine riusciremo a mettere ordine in questo caos. E' solo questione di tempo, una volta che Luna e Radomus saranno nelle nostre mani."

"Non sarò certo io a mettere in discussione il favore del sommo Arceus, e so che stiamo combattendo per una causa giusta." affermò infine Pius, cercando di riportare il discorso su binari un po' più ancorati alla realtà. "Tuttavia, dobbiamo prima di tutto pensare ad un modo per catturare la giovane Luna. Senza di lei, non possiamo dare inizio al piano."

"Se permettete, potrei cercare io di farla venire da voi." affermò una voce giovanile provaniente da un'arcata vicina. Anche senza voltarsi verso quella galleria, Elias sapeva bene che si trattava di Taka... e infatti, un attimo dopo, il figlio di Lord Solaris emerse dal passaggio, passandosi una mano tra i capelli con apparente nonchalance. Ma in realtà, se qualcuno avesse guardato con un po' di attenzione, avrebbe potuto cogliere qualche indizio che il ragazzo provava ansia e nervosismo. E del resto, padre Elias non poteva fargliene una colpa. Il loro progetto era arrivato a quel punto, e Taka avrebbe dovuto ben presto fare i conti con il suo passato.

"Giovane Taka." affermò Elias, senza mai variare il tono della sua voce. Il sacerdote restava calmo e sicuro di quello che diceva... una calma quasi innaturale che faceva trepidare ancora di più il giovane membro del Team Meteora. "So che tu e la giovane Luna vi conoscete da abbastanza tempo, ormai. Ma sei sicuro di poterla incontrare e convincere? Credo che anche lei sappia che fai parte del Team Meteora."

"Sei sicuro? Sei sicuro?" il Chatot di Taka svolazzò attorno al suo allenatore prima di posarsi sulla spalla. Il ragazzo accarezzò il variopinto Pokemon sulla testa e gli fece un sorriso e un cenno di assenso, poi guardò in direzione di Elias e rispose con un gesto affermativo, per quanto un po' insicuro.

"Sì... sono convinto di potercela fare, Padre Elias." disse il giovane comandante, e si aggiustò la sciarpa rossa che portava attorno al collo. "Una volta che l'avrò convinta a seguirmi, potremo sapere da lei dove si trovano le altre Chiavi e... attirare il resto della resistenza in trappola."

Mentre parlava, Taka deglutì e strisciò la suola della scarpa contro il terreno, sentendosi terribilmente a disagio. In effetti, quello di cui stava parlando era un inganno perpetrato ai danni della sua amica. Luna avrebbe avuto ogni buona ragione per odiarlo, da quel momento in poi... e Taka stesso era tutt'altro che orgoglioso di quello che stava per fare. Ma che altra scelta aveva? Suo padre aveva degli obiettivi ben precisi, e Taka sapeva di non poter disobbedire. Lui e suo padre avevano fatto tanto per arrivare fino a quel punto... erano stati disposti a dannarsi l'anima pur di restituire Reborn alla sua purezza di un tempo... e adesso, quello che Taka si trovava a fare era ben poca cosa, in confronto alle azioni commesse dal Team Meteora fino a quel momento.

"Molto bene, giovane Taka." affermò Pius con un cenno della testa. "Se te la senti, possiamo affidare a te questa missione. Detto questo, non cercare di fare più di quanto tu non ti senta. La nostra missione è importante, ma la Chiesa d'Alfa si preoccupa del benessere dei suoi figli."

"Sei sicuro?" continuò Chatot. Il Pokemon Normale/Volante spiccò il volo e si aggirò brevemente attorno a Pius, e poi ad Elias, per poi tornare sulla spalla di Taka quando quest'ultimo gli fece un cenno.

"Ringrazio per l'interessamento, padre Pius..." disse Taka, facendo un cenno della testa, mentre gettava uno sguardo a Bennett, che attendeva accanto ad Elias. Il ragazzo con gli occhiali lo stava fissando con un'espressione che metteva Taka ulteriormente a disagio, e il giovane comandante del Team Meteora riusciva quasi a percepire l'invidia e l'antipatia che Bennett esprimeva pur restando in silenzio. Aveva come la sensazione che presto o tardi avrebbero dovuto chiarire un po' di cose tra loro... magari in un combattimento di Pokemon. "Allora, se non ci sono altre questioni a cui rivolgere la mia attenzione, io comincerei ad intraprendere il mio compito."

"Non ce ne sono." affermò Angela con espressione stranamente calma ma al tempo stesso trionfante. "Ti facciamo i nostri migliori auguri, giovane Taka. Cerca di tornare con la ragazza."

"Sì... certamente." disse il giovane comandante del Team Meteora, e fece cenno al suo Chatot di volare accanto a lui. Il Pokemon simile ad un merlo variopinto gracchiò allegramente e si affiancò a Taka mentre quest'ultimo si dirigeva, con passo un po' pesante, verso l'uscita del tempio. Attorno a lui, accoliti e sacerdoti si affaccendavano per portare mobili e suppellettili, e alcuni stavano trasportando volumi sacri e libri di preghiere, ansiosi di rendere il loro nuovo nascondiglio un posto degno della venerazione del loro dio.

"Non sarò certo io a mancare di rispetto ad Arceus... dopotutto, nella tradizione del mio popolo, anche lui gode di elevata considerazione." riflettè tra sè il giovane, mentre iniziava a salire una rampa di scale e si dirigeva verso la sua stanza personale. il tempo di raccogliere i suoi effetti personali, e poi sarebbe venuto per lui il momento di fare quello che sperava di non dover fare mai...

"Accidenti... a volte mi chiedo come siamo arrivati a questo punto..." pensò tra sè il ragazzo. "Guardate a cosa mi sono ridotto... a volte mi verrebbe il desiderio di dare la colpa a quei ragazzi di Hoenn che ci siamo portati dietro... ma non sarebbe giusto. Anche loro stanno facendo quello che credono giusto, come del resto lo sta facendo mio padre. D'altro canto, noi abbiamo dei precisi doveri, e non possiamo ignorarli soltanto perchè non ci fa piacere fare quello che va fatto... mi piacerebbe solo che ci fosse qualche altra soluzione, ma ormai la cosa non dipende da me, giusto? Posso solo obbedire... e fare quello che è necessario."

Il suo Chatot si rese conto che lo stato d'animo di Taka era alquanto cupo, e si posò sulla spalla del suo allenatore per fargli almeno sentire la sua vicinanza. Se non altro, il giovane comandante era grato per il fatto che il suo Pokemon fosse sempre con lui. Qualunque fosse la situazione, il legame tra un allenatore e i Pokemon con i quali aveva sinceramente legato era sempre forte come nient'altro...

 

oooooooooo

 

Luna doveva ammettere che quello che voleva essere semplicemente un giro di ispezione attraverso le strade di Reborn City si stava rivelando un'esperienza che le stava aprendo gli occhi. Per gran parte della sua vita, aveva vissuto in luoghi protetti, dove aveva semplicemente sentito parlare delle condizioni di degrado e miseria in cui viveva molta della popolazione di Reborn City. E non ne era certo rimasta indifferente, avendo più volte cercato di aiutare devolvendo delle cospicue somme di denaro in beneficenza... Adesso, però, che si trovava a vedere con i suoi stessi occhi in che situazione si trovava la capitale della loro regione... l'impatto era completamente diverso.

Al fianco della ragazzina bionda camminava uno dei suoi Pokemon preferiti - il suo Umbreon, una creatura dall'aspetto altero ed elegante, ricoperto da una pelliccia nera e lucida con degli anelli dorati che brillavano nell'atmosfera buia ed opprimente di Reborn City. Luna lo aveva chiamato Cheshire, ed era semprestato uno dei suoi compagni più fedeli e determinati. Anche ora che i due passeggiavano assieme per le vie di Reborn City, Luna si sentiva sicura che nessun malintenzionato avrebbe osato tentare nulla contro di lei, a meno di non voler incorrere nella gelida ed implacabile ira del suo Umbreon.

"Certo... non mi sarei mai aspettata che la situazione fosse così seria, Cheshire..." disse la ragazzina, finalmente trovando una panchina di legno rosicchiato dai Rattata, in parte ricoperta di vernice rossa ormai in disfacimento. L'elegante Umbreon saltò agilmente accanto alla sua allenatrice e gettò uno sguardo minaccioso in direzione di un piccolo sciame di Noibat che stava svolazzando sopra di lei. "Come è stato possibile che la nostra città si sia ridotta in questo modo? Il Team Meteora ha certamente peggiorato molto le cose... ma mi impressiona pensare che l'indifferenza della gente di Reborn ha fatto sì che i problemi diventassero sempre più seri con il passare del tempo."

"Eon..." disse il Pokemon Buio. Gli anelli dorati sul suo corpo si illuminarono debolmente, e l'evoluzione oscura di Eevee guardò verso il cielo, forse sperando una volta tanto di vedere qualche stella. Macchè. La coltre di smog che già da qualche anno avviluppava la grande metropoli era sempre lì presente e impediva di vedere il cielo notturno. Ogni tanto, quando guardava lassù, il Pokemon si chiedeva se mai un giorno la gente di Reborn avrebbe potuto rivedere le stelle, come accadeva tanto tempo prima...

Attorno a loro, si susseguivano le ormai solite scene di vita della metropoli corrotta - vagabondi che facevano gruppo per sentirsi meno soli, con i loro Pokemon che si aggiravano nei dintorni. Qualche sparuto vigilante che gettava un'occhiata, cercando di vedere se c'era qualche problema - più perchè doveva farlo che perchè pensava davvero di avere la possibilità di fare qualcosa. Dandosi un'occhiata attorno, Luna ebbe l'impressione di cominciare a capire come mai Reborn City fosse in condizioni così disastrose.

"Ho l'impressione che gli abitanti di questa città si siano rassegnati, Cheshire." disse a voce bassa Luna, mentre accarezzava delicatamente il suo Umbreon sulla testa. Il Pokemon oscuro abbassò le orecchie in segno di apprezzamento, ma continuò a far scattare qua e là il suo sguardo acuto. "Hanno paura del Team Meteora... anche ora che la resistenza sta facendo qualche passo avanti, molti non sono convinti che ce la possano fare. Quindi preferiscono restare fermi e con la testa bassa, e sperano di cavarsela, di non attirare l'attenzione dei nostri nemici."

"Uuuumbreon..." esclamò Cheshire. Per dare un po' più enfasi alle sue parole, l'Umbreon svanì per un istante, lasciando visibile soltanto la sua bocca, che in quel momento era sollevata in un sorriso sardonico. Riapparve un attimo dopo e mosse la coda rabbiosamente, in modo da rendere chiaro quello che voleva dire... ma Luna, un po' più accomodante, rispose grattandolo dietro un orecchio e spiegando il suo punto di vista.

"Beh, non posso esattamente fargliene una colpa." affermò. "Quando si vive per tanto tempo sotto una tale minaccia, si finisce per pensare che non ci sia più modo di venirne fuori. Può essere che molti di loro ci odino... voglio dire, odiano noi della resistenza perchè secondo loro diamo delle false speranze di liberarli dal Team Meteora. Ma... non per questo voglio smettere di lottare. E' l'unico modo per fare sì che il nostro paese si risollevi da questa terribile posizione."

"Mi pare di capire che sei ancora rimasta la sognatrice di una volta, Luna..." sentì una voce maschile chiara e schietta che proveniva da dietro di lei, e avendo l'impressione di averla già sentita prima, la ragazzina bionda sgranò leggermente gli occhi. La sua vista, ormai abituata all'oscurità, riuscì a distinguere una figura umana con una sciarpa legata attorno al collo che avanzava con sicurezza ma allo stesso tempo con aria abbattuta... e per un attimo, Luna perse il controllo delle sue emozioni e sgranò gli occhi, riconoscendo il suo interlocutore.

Non c'era modo di sbagliarsi... anche se era passato già un bel po' di tempo dall'ultima volta che si erano visti, Luna riconobbe immediatamente Taka, il ragazzo con cui lei aveva convissuto gran parte della sua esistenza. Gli occhi di Luna si spalancarono quando realizzò chi aveva di fronte, e si alzò di colpo, guardando il ragazzo con la sciarpa come se volesse essere sicura di non essersi confusa.            

No, nessun errore. Quello era proprio Taka. Magari con qualche anno in più rispetto all'ultima volta, e la biondina ebbe l'impressione che i suoi occhi avessero perso quella luce, quella vivacità che avevano una volta... ma non c'era modo di sbagliarsi. Quello che aveva davanti era proprio il suo amico d'infanzia...

"Ehilà, Luna." disse Taka, con un sorriso un po' stentato. "Era da un bel po' che non ci si vedeva, eh?"

"Taka..." rispose lei, senza neanche alzare la voce. Si limitò a sorridere gentilmente e si avvicinò a lui. "E' vero, era da parecchio tempo che non ci vedevamo. Come... come vanno le cose? Ho sentito che... in questi ultimi tempi, tuo padre sta portando avanti dei grossi progetti."

Taka si sfregò la nuca con una mano: non potè non cogliere il velato tono di accusa che stava dietro una frase solo apparentemente innocua. Evidentemente, l'identità del leader ufficiale del Team Meteora non era più un segreto...

"Lo sai come vanno queste cose, Luna." disse Taka, un po' imbarazzato. Si guardò attorno, cercando di non pensare troppo ai vagabondi agli angoli delle strade, ai cumuli di rifiuti, agli edifici fatiscenti e ai Pokemon che frugavano nei bidoni alla ricerca di cibo. Sembrava quasi che ogni cosa, da quelle parti, volesse ricordare a Taka le conseguenze delle azioni del Team Meteora... e soprattutto, il fatto che anche lui avesse collaborato a tutto questo.

"No, Taka... io non so come vanno queste cose." rispose Luna, facendosi più severa. "Io... non ero d'accordo con quello che mio padre stava facendo. Per questo me ne sono andata e ho cercato un posto dove avrei potuto vivere come preferivo, senza essere costretta a fare cose di cui un giorno mi sarei pentita. Perchè non vuoi fare lo stesso anche tu... in fondo, so che anche tu non approvi di quello che sta facendo il Team Meteora. E con questo, ovviamente, voglio dire anche tuo padre."

Taka strinse i denti, cercando tuttavia di mostrare un'espressione neutrale. Accidenti, Luna sapeva sempre cosa dire per disarmarlo e farlo sentre un vigliacco... ma non poteva farsi convincere così. doveva in qualche modo convincerla ad andare con lui e a collaborare con il piano di Padre Elias...

"Mio padre... sì, è vero, ha fatto molte cose di cui non vado fiero. Ma... mi trovo in una posizione un po' particolare, non ti sembra? Voglio dire, non ho scelto io di nascere il figlio del capo del Team Meteora, e uno degli ultimi esponenti del Popolo delle Meteore. E' un'eredita che ha il suo peso, non credi? E non posso ignorarla semplicemente per un mio capriccio..." Mentre parlava, Taka continuava a pensare, a cercare di trovare una scusa che convincesse Luna a seguirlo. Si sentiva sempre più un verme per il fatto che stava effettivamente manipolando i sentimenti della sua amica d'infanzia, ma era ormai convinto di non avere altra scelta.

Luna non sembrò arrabbiata... soltanto, stanca e comprensiva. "Io... non voglio giudicarti per quello che pensi, Taka." affermò, mentre il suo Umbreon gironzolava sospettoso attorno al ragazzo con la sciarpa, annusandolo come se si tenesse pronto ad attaccare non appena Taka avesse fatto qualcosa che non andava. "Ma vorrei chiederti se davvero pensi che la tua devozione valga davvero tutto quello che sta succedendo. Immagino che... tu ti sia guardato attorno, vero? Hai visto in che stato di degrado si trova Reborn City? Il Team Meteora è in gran parte responsabile per tutto questo... davvero credi che i vostri antenati sarebbero contenti di quello che state facendo in loro nome?"

"No... no, hai ragione... questo è vero, non credo proprio che potremmo giustificare le nostre azioni davanti a loro." ammise Taka, mentre i due giovani si incamminavano verso un ponte pedonale, evitando le scene di povertà e degrado che li circondavano. Alcuni dei vagabondi sembravano adocchiare i due ragazzi e pensare che sarebbero stati delle interessanti fonti di guadagno e di rapina... ma lo Umbreon e il Chatot che si aggiravano attorno a loro facevano subito capire che non ci sarebbe stato verso di aggredirli.

Taka continuò a pensare a cosa dire, anche ora che si trovava sempre più d'accordo con Luna. Per come la vedeva lui, gli sarebbe piaciuto poter piantare tutto e andarsene dal Team Meteora... ma come l'avrebbe presa suo padre? E cosa avrebbe fatto Lin se avesse scoperto che lui aveva deciso di mollare l'organizzazione? Il ragazzo rabbrividì al solo pensiero. Quasi nessuno sapeva qualcosa di quella donna demoniaca... a sentire gli altri uomini del Team Meteora, Lin era il diavolo in persona, sapeva tutto, poteva fare ogni cosa... A volte il ragazzo aveva il terrore che Lin sapesse già dei subbi che albergavano in lui, e lo stesse lasciando in vita soltanto per il piacere sadico di farlo disperare...

"Tuttavia... forse adesso potremmo cercare di parlare con mio padre... e anche con il tuo." affermò infine Taka. In quel momento, doveva ammettere che stava cominciando a vedere una via d'uscita che non avrebbe comportato fare del male a nessuno. Forse era una speranza assurda, ma Taka stava cercando di tenersi aggrappato ad essa, come un naufrago ad un pezzo di legno. "So che... le ultime parole che tu e tuo padre vi siete scambiati non sono state esattamente le più edificanti, ma... insomma, se ci fosse la possibilità di convincerlo, di farlo rinsavire..."

Luna ed Umbreon si guardarono negli occhi, e la Eevolution oscura storse il naso, ancora non fidandosi troppo del giovane. Con un sospiro, la ragazzina bionda accarezzò Cheshire sulla testa per poi dare la sua risposta a Taka. "Non lo so, Taka... mio padre è un testardo. Crede di avere ragione soltanto lui... e tutti quelli che non rientrano nel suo modo di vedere le cose sono malvagi, stupidi o illusi. Già diverse volte ho provato a farlo ragionare, senza successo..."

Taka disse di sì con la testa, e guardò verso il marciapiede polveroso mentre lui e la sua vecchia amica si dirigevano verso una stradina dall'aspetto un po' più pulito rispetto alle altre. In effetti, non poteva dire che questa impressione di Luna fosse sbagliata. Padre Elias... non era esattamente una persona con cui si poteva discutere. Non era interessato a capire o ad ascoltare il punto di vista di chi non convideva il suo punto di vista, ed era una persona di mentalità terribilmente chiusa. Detto questo... chissà, forse c'era un modo di farsi comprendere anche dal fanatico più incrollabile, o almeno di fare in modo di venirsi incontro. In fondo, quello che bastava fare era semplicemente presentare il proprio punto di vista in modo tale che risultasse conveniente anche a lui...

"Forse... forse potremmo provare in due a convincerlo." rispose Taka. Il suo Chatot sbattè le ali con ancora più entusiasmo, e Cheshire sbattè gli occhi, forse convincendosi che avrebbe potuto fidarsi, almeno un po' di quel ragazzo. "Voglio dire, i nostri padri sono amici di vecchia data, no? Credo che Padre Elias mi ascolterà. Se... se fossimo in grado di convincere i nostri genitori che il loro obiettivo si può ottenere anche senza violenza... forse sarebbe quello di cui il Team Meteora ha bisogno per uscire da questa spirale in cui si trova!"

"E forse, darebbe il colpo di grazia ai piani di Lin..." pensò tra sè il ragazzo. "In effetti... se fosse possibile... chissà, forse sono io che mi sto facendo una serie di illusioni... ma se c'è anche soltanto una possibilità di porre fine a questa follia senza fare del male a nessun altro tranne che a quella donna... credo che sia almeno il caso di tentare."

Luna ci pensò su, guardando negli occhi il suo Pokemon. Cheshire fece illuminare leggermente gli anelli che decoravano il suo corpo elegante, e la ragazzina lo guardò attentamente per alcuni secondi.

"Eon, umbreooooon..." rispose Cheshire, la cui voce melodiosa riecheggiò nelle menti dei due ragazzi per alcuni secondi. Comprendendo quello che il suo Pokemon voleva dire, Luna fece un cenno con la testa e si rivolse nuovamente a Taka.

"Va bene, Taka... credo che possiamo fare almeno un tentativo. Ma... stai attento, non vorrei che i tuoi compagni di team sospettino di te. E' proprio l'ultima cosa di cui hai bisogno in questo momento." affermò infine Luna. I due ragazzi e i loro Pokemon avevano percorso un bel po' di strada senza accorgersene, e adesso le strade ampie del centro della metropoli lasciavano man mano il posto a vicoletti angusti e case in muratura grezza, il terreno punteggiato di pozzanghere che rendevano difficile camminare. Le strade dissestate e i cumuli di spazzatura che si erano formati ai lati di molti vicoli non miglioravano certo la situazione...

Taka tirò un piccolo sospiro di sollievo, contento di essere riuscito a destreggiarsi tra due opzioni che gli sembravano ugualmente sgradevoli. "Grazie, Luna... tu non hai idea di cosa significhi per me sentirmi dire queste cose, e da te, poi..." affermò il ragazzo, cautamente ottimista. "Okay... allora, se ti va bene, ti guido fino a dove si trovano i miei... colleghi, diciamo così. Tuo padre è con loro... ma non ti preoccupare, ti accompagnerò e farò in modo di parlare anch'io con lui. Sono sicuro che ad un certo punto dovrà pur ascoltarci."

"Grazie, Taka." rispose la biondina. Cheshire disse di sì con la testa e si guardò rapidamente attorno. Chiunque altro non sarebbe riuscito a vederlo, ma un movimento appena percettibile a diversi metri di distanza, e una forma eterea che guizzò agilmente tra gli edifici, rassicurò la Eevolution oscura che ci fosse qualcuno che li stava tenendo d'occhio. Evidentemente, Radomus aveva pensato a tutto anche questa volta...

Ripromettendosi di proteggere la sua allenatrice, Cheshire riprese a seguirla attraverso le stradine di Reborn City, senza mai perdere d'occhio Taka e il suo Chatot...

 

oooooooooo

 

"Aaaah, eccoci qui! E' sempre un piacere tornare a fare rapporto a Padron Radomus!" disse tra sè Gossip Gardevor, materializzandosi nella sala dove l'eccentrico maestro di scacchi stava attendendo aggiornamenti. Come immaginava, trovò Radomus seduto tranquillamente ad esaminare una pila di documenti, con una tazzina di caffè fumante appoggiata sul tavolo vicino a lui, e uno dei suoi Pokemon, il suo Slowking, in piedi accanto a lui come un fedele attendente. Quello che sorprese un po' Gossip Gardevoir fu la presenza di Adrienn e Sandy, entrambi in piedi accanto al tavolo in attesa di quello che Radomus doveva dire.

"Questo è quello che siamo riusciti a determinare, signor Radomus." stava dicendo in quel momento Sandy. "Se riuscissimo a convincere una decina di persone, allora sarebbe possibile ristrutturare completamente quella zona e renderla abitabile per una varietà sostenibile di Pokemon Coleottero. Sarebbe un buon inizio per ripopolare Reborn City e sviluppare delle zone verdi, dico bene?"  

Radomus ci pensò su per un po' di tempo. "Hmm... sì, in effetti mi sembra un'idea fattibile." rispose il maestro di scacchi. "Tuttavia, c'è il fatto che bisognerebbe scegliere delle varietà di Pokemon Coleottero abbastanza resistenti, che siano in grado di adattarsi all'ambiente. Per esempio, Venonat o Weedle andrebbero bene, mentre Ladyba o Scatterbug sarebbero ancora troppo vulnerabili all'ambiente inquinato."

"E a questo proposito... forse sarebbe una buona idea cercare di assicurarci la collaborazione di un certo numero di Grimer e Muk, in modo che possano eliminare più rapidamente le sostanze inquinanti e i rifiuti." rispose Adrienn. Il giovane dall'aspetto androgino stava dando un'occhiata alle mappe della città, cercando di decidere quale potesse essere la mossa giusta per cominciare a ripulire certe zone. "Inoltre, credo che sarebbe una buona idea cercare di espandere le zone verdi che già ci sono."

"E anche rimettere a posto le strade principali. Questo favorirebbe le comunicazioni tra i quartieri e permetterebbe di sveltire le operazioni." disse Sandy. "E i miei Pokemon Terra potrebbero dare una mano in questo senso."

"Mi sembra una valida idea, signorina Sandy..." cominciò a dire Radomus, prima che la presenza di Gossip Gardevoir, che si era messa ad attendere con pazienza che il maestro di scacchi avesse finito, attirasse la sua attenzione. "Oh... sembra che la nostra Gossip Gardevoir sia tornata. Dimmi pure, cara... c'è qualcosa che non va riguardo Luna?"

Gossip Gardevoir fece un inchino, e la sua voce calda risuonò telepaticamente nelle menti di Radomus e dei suoi due compagni. "Ci sono degli sviluppi che potrebbero essere molto importanti, signor Radomus." disse l'elegante Pokemon Abbraccio. "La signorina Luna ha appena incontrato il signorino Taka, il figlio di Lord Solaris, il leader ufficiale del Team Meteora. Ritengo che abbia deciso di farsi prendere volontariamente per guidarci ai leader dell'organizzazione. Sicuramente, posso presupporre che il cosiddetto leader spirituale della Chiesa d'Alfa, Padre Elias, sia nei dintorni."

Adrienn sbattè gli occhi e corrugò la fronte. "E' un azzardo non da poco. Luna si sta esponendo ad un grave rischio."

"Sono sicuro che abbia valutato attentamente i pro e i contro. Luna non sarà una ragazza aggressiva, ma la sua intelligenza non è da sottovalutare." affermò Radomus. Si alzò con calma dal suo posto e ordinò le carte accumulate sul suo tavolo. "Detto questo, lo scopo di Luna era indubbiamente fare sì che noi la seguissimo fino al nascondiglio del Team Meteora. Dobbiamo muoverci e raggiungerla."

Sandy annuì rapidamente. "Gardevoir, sei in grado di condurci nel luogo dove hai visto Luna e quel Taka per l'ultima volta?" chiese, al che la graziosa Pokemon Psico/Folletto fece un cenno di assenso e mosse un braccio per indicare che era il momento di agire.

"Non è un problema. La signorina Luna e il signorino Taka hanno lasciato una traccia psichica che per i miei sensi è abbastanza evidente." rispose. "Ora, signori... vi teletrasporterò nel punto dove ho lasciato Luna e Taka. Prego, seguitemi. E raccomanderei caldamente di restare uniti. I signorini si stavano dirigendo verso la Settima Strada di Reborn City."

"Il quartiere più malfamato..." rispose Sandy con un sospiro. "Il Team Meteora è andato proprio a nascondersi tra i loro simili."

Adrienn scacciò ogni riserva. "Se ci fosse bisogno, abbiamo i nostri Pokemon a proteggerci. E comunque, credo che ci penseranno su un paio di volte prima di aggredire un gruppo." rispose. "Va bene... per favore, Gardevoir, portaci da loro."

"Subito e volentieri." rispose Gossip Gardevoir. Tenne la mano a Radomus, che rispose con un educato cenno e abbassandosi il cappello sulla fronte. Poi, anche Adrienn e Sandy si unirono, e i quattro formarono un cerchio mentre la Pokemon Abbraccio si concentrava sul punto dove aveva lasciato i due giovani. Visualizzò nella sua mente un punto vicino, dove Luna e Taka stavano andando, e una volta che ebbe presente dove si trovava, attivò i suoi poteri psichici. Il quartetto scomparve in un breve gioco di luci, immergendo la sala nel silenzio...

 

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E un attimo dopo riapparirono, sentendo la sgradevole sensazione dell'aria secca e inquinata di Reborn City che arrivava loro in faccia. Sandy si fece aria con una mano e fece una smorfia di disgusto, ma aprì rapidamente gli occhi e si guardò attorno.

Come immaginava. Quello era l'ingresso ad una delle zone più temute e malfamate di Reborn City, la Settima Strada, un posto dominato da bande che imponevano le loro leggi sul loro territorio, e in cui i tutori dell'ordine - già abbastanza in difficoltà per conto loro - non si recavano mai, sapendo che sarebbero stati rapidamente sopraffatti. Il gruppo si trovava ai margini di una piazzetta, su un angolo di marciapiede da cui si dipartiva una strada più piccola... e a circa cento metri di distanza, una grande scala di gradini intagliati nella roccia, ormai  diventati color fuliggine a causa dell'inquinamento, scendeva verso un quartiere da cui proveniva quella che sembrava essere musica heavy metal. Nessuno dei quattro si intendeva molto di musica moderna, ma sembrava proprio il tipo di musica che trdizionalmente si sarebbe associata a bande di strada e simili individui.

"Uff... okay, credo proprio che siamo arrivati." commentò Adrienn. Tssì un paio di volte, sentendo l'aria colma di fuliggine che gli irritava la gola e i polmoni. "Gossip Gardevoir... riesci da qui a seguire le tracce che Luna e Taka si sono lasciati dietro?"

La Pokemon Psico/Folletto mosse lentamente un braccio davanti a sè per farsi scudo dalla polvere fuligginosa che minacciava di entrarle negli occhi e nella bocca. "Malgrado la condizione di questo luogo, non è difficile per me seguire una traccia di energia mentale." rispose. "Per quanto possa essere sgradevole l'idea di cercare da quelle parti, sento che la loro traccia porta giù da quelle scale e verso la Settima Strada. Sono pronta a scommettere che il covo del Team Meteora qui a Reborn è da quelle parti... o se non altro, il loro avamposto dal quale minacciano la pace e la sicurezza della nostra città."

"Non che ci sia molto da minacciare, almeno in questo momento..." disse tra sè Sandy, mentre iniziava a seguire la Pokemon Abbraccio verso la scala, accompagnata da Radomus ed Adrienn. "Però è vero, se il Team Meteora non verrà sradicato, non ci sarà alcuna possibilità di far tornare Reborn City quella che era una volta. Prego, Gardevoir... guidaci. E tu... Hippowdon, puoi venire a farci da guardia del corpo?"

La giovane donna aprì una Pokeball poco prima di iniziare a scendere le scale... e da essa uscì un massiccio Pokemon simile ad un ippopotamo di colore giallo, che diventava nero sulla schiena. Sul dorso erano presenti dei piccoli buchi simili a dei vulcani in miniatura, dai quali uscivano dei rivoletti di sabbia, e la sua bocca era armata di grossi denti quadrati, e sembrava abbastanza potente da stritolare un'anguria.

"Hippo!" tuonò il Pokemon Grandepeso, con un paio di sbuffi di sabbia che scaturirono dai crateri sulla sua schiena.

Radomus disse di sì con la testa, approvando la prudenza della giovane esperta di Pokemon Terra. "Sì, credo che sarebbe una buona idea premunirci." rispose. "Penso che faresti bene a far uscire anche tu uno dei tuoi Pokemon, giovane Adrienn."

Il giovane ermafrodito dai capelli bianchi stava già cercando tra le sue Pokeball qualcosa che andasse bene. "Certamente, signor Radomus. Credo di avere già qualcosa che fa al caso nostro." affermò infine, per poi far cadere la Pokeball, che si aprì a contatto con il terreno e fece uscire un Pokémon di colore viola-rosato, simile ad un bulldog in grado di stare in piedi, con una mandibola inferiore sporgente e degli enormi, affilati canini sporgenti. Aveva un collare nero intorno al collo con due piccoli disegni bianchi su di esso, e due strisce nere sulle braccia, mentre le sue orecchie erano ampie e a forma di arco.

"Grrrrrranbull!" ringhiò il Pokemon, che già dava l'impressione di essere ansioso di affrontare qualsiasi cosa il Team Meteora potesse mandare contro di loro. Gossip Gardevoir fece a sua volta un cenno deciso, e il gruppo iniziò a scendere verso il quartiere più malfamato di quella città in preda all'anarchia, da cui provenivano urla, imprecazioni, musica assordante, risate sguaiate e versi di Pokemon che lottavano senza regole. Sandy rabbrividì e si tenne vicina al suo Hippowdon, che strinse gli occhi ed interruppe il flusso di sabbia che scorreva dai suoi crateri, in modo da non disturbare la sua allenatrice.

"Powdon..." esclamò con voce rimbombante il Pokemon di Terra, come se volesse rimproverare la sua allenatrice per il poco coraggio che stava dimostrando. Ciò nonostante, si mise a camminare davanti a lei, guidando lentamente il gruppo verso le stradine fuligginose ed infestate di rifiuti. Vide un branco di Rattata che correvano rapidamente verso una discarica di rifiuti, cercando di accaparrarsi un po' di cibo... e vide un terzetto di teppisti, con le giacche di cuoio e i pantaloni stracciati, che si esibivano in un numero di breakdance, ridendo e comportandosi come se non ci fosse nessun altro per le strade.

"Ecco. Questa è la Settima Strada." affermò Adrienn, guardandosi attorno nervosamente. Il suo Granbull gli fece cenno di non agitarsi e cominciò ad annusare l'aria... ma si arrese quasi subito, ripugnato dall'odore di fumo, rifiuti e peggio che permeava l'aria. Con aria disgustata, guardò verso un vicoletto buio e vide un Koffing che vi fluttuava dentro, sentendosi perfettamente a suo agio in quell'atmosfera inquinata. "Anche se Reborn City già di per sè non è un posto molto sicuro, questa zona è proprio il peggio che si possa trovare da queste parti."

"Se è così, è più prudente cercare di trovare la signorina Luna e il signorino Taka quanto prima." affermò telepaticamente Gossip Gardevoir. Si concentrò ancora un po', cercando di ignorare l'odore pestilenziale che permeava quelle strade malfamate... e riuscì a percepire la presenza di Luna e Taka, che avevano percorso una serie di strade fino a raggiungere la zona più interna del ghetto. "Okay, li ho trovati." rispose infine la graziosa Pokemon. "Per favore, seguitemi... e tenetevi ben vicini gli uni agli altri. Credo che ci sia un malintenzionato ad ogni angolo, e non è un luogo in cui è conveniente fermarsi a lungo. Non si addice alla nostra dignità di allenatori."

"Su questo, mia cara Gardevoir, non potresti trovarmi più d'accordo." rispose Radomus. Adrienn e Sandy notarono con stupore che aveva di nuovo cambiato copricapo... e adesso indossava un cappello di feltro che non sarebbe stato fuori luogo in un film di gangster! Senza fermarsi ad osservare il desolante spettacolo del ghetto in rovina, il terzetto di allenatori cominciò ad addentrarsi nel quartiere, con Hippowdon e Granbull che lanciavano delle occhiate minacciose a chiunque provasse ad avvicinarsi con cattive intenzioni.

"Aspettateci, ragazzi." disse tra sè Adrienn con evidente ansia. "Stiamo venendo a prendervi."

 

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Taka si guardò attorno con attenzione e il suo Chatot svolazzò brevemente tutt'attorno, in modo da assicurarsi che non ci fossero occhi indiscreti che avrebbero potuto scoprire il rifugio della Chiesa d'Alfa. Dopo qualche secondo passato a volare in tondo senza trovare nulla di interessante, il Pokemon canoro atterrò di nuovo sulla spalla di Taka, che gli diede una grattata sulla schiena. "Okay, Chatot... hai visto qualcosa? Strada sgombra?"

"Strada sgombra! Campo libero! Nessuno in vista! Cha-chatot!" Il Pokemon simile ad un pappagallo sbattè vivacemente le ali e si appollaiò soddisfatto sulla spalla del giovane comandante, mentre Cheshire, lo Umbreon di Luna, completava la sua ricognizione e giungeva rapidamente accanto alla sua allenatrice. Chiuse gli occhi e sembrò svanire per un paio di secondi, trattenendo la luminosità dei suoi anelli fino quasi a diventare un tutt'uno con l'oscurità, in modo che si vedesse soltanto il sorriso ironico che sfoderò.

"Va bene, Taka... cercherò di darti una mano." disse Luna, mentre accarezzava la testa del suo Pokemon. "Spero di potermi rendere utile in qualche modo."

"So che farai il possibile, Luna. Purtroppo, però... temo di non poter garantire nulla." affermò Taka. Con passo deciso, il giovane comandante del Team Meteora si avvicinò ad un muro di mattoni ricoperto di un rado tappeto di muschio annerito. "Padre Elias non è esattamente noto per la sua moderazione. Detto questo... vale la pena tentare. Okay, seguitemi. Adesso è il momento della verità, per così dire."

Il ragazzo si avvicinò al muro e appoggiò la mano destra su un pannello quasi invisibile, ricoperto com'era di muschio rinsecchito. Immediatamente, il pannello rientrò nel muro di qualche millimetro, e si sentì un lieve rumore di pietra che strisciava sulla pietra quando una porta segreta si aprì nella parete accanto ai due ragazzi. Luna fece un passo indietro per la sorpresa ma rimase calma e attese che il passaggio si fosse aperto del tutto. Finalmente, Taka disse di sì con la testa e fece cenno alla sua amica di seguirlo. "Scusa, Luna... vado avanti io, sai com'è... non si può mai essere troppo prudenti."

La biondina sorrise lievemente e gli fece un cenno di assenso. Con un fare più sicuro di quanto in realtà non si sentisse, il giovane comandante del Team Meteora entrò nel corridoio accompagnato dal suo Chatot, con Luna e Cheshire che seguivano a breve distanza, percorrendo dei corridoi in pietra grezza al termine dei quali si cominciava già a vedere una luce in lontananza. La pietra grezza lasciò presto il posto a muri levigati e a pavimenti in marmo, decorati con rappresentazioni di Pokemon Leggendari, in particolare di una ben nota creatura simile ai kirin della leggenda - un quadrupede dalla pelle del colore dell'alabastro, con una grande ruota dorata che cingeva il suo corpo.

"Questa è... la sede centrale della Chiesa d'Alfa?" chiese Luna, sentendosi allo stesso tempo intimorita e sorpresa. "Sinceramente... mi aspettavo qualcosa di un po' più tecnologico. O magari un po' più grandioso. Questo posto... mi sembra un po' anonimo, ad essere sincera."

"In effetti... però è stato fatto per permettere alla Chiesa d'Alfa di nascondersi meglio. Dopotutto... anche loro stanno lavorando per il Team Meteora, e devono nascondersi a... quei pochi tutori della legge che rimangono a Reborn." disse Taka, per poi sfoderare un sorriso ironico. "Anche se in effetti, con tutto quello che avete fatto in questi ultimi tempi tu e i tuoi amichetti della resistenza... so che molti si sono offerti di dare una mano alla polizia. Molte Agenti Jenny sono pure tornate in servizio!"

Luna riuscì a ridacchiare brevemente... prima che la luce alla fine del corridoio si facesse più intensa, ricordandole che era arrivato il momento di affrontare il problema più impellente. Con un sospiro, la ragazzina bionda si preparò a confrontarsi con gli uomini del Team Meteora, e uscì dal corridoio assieme a Taka...

E quello che vide non appena uscita la lasciò per un attimo senza fiato.

Ad accoglierli, trovarono subito tre accoliti vestiti di bianco, guidati da una figura snella che Luna conosceva molto bene...

"Bentornata, Luna. E' passato un po' di tempo dall'ultima volta." disse Bennett, tenendosi gli occhiali con una mano e rivolgendo alla ragazzina un sorriso affabile. "Sei... ehm... sei venuta per accogliere la salvezza che la nostra Chiesa ti sta offrendo?"

"Bennett..." mormorò Luna sgranando gli occhi, mentre Taka storceva il naso. Si aspettava che avrebbero dovuto vedersela con Bennett, ma così presto...?         

   

 

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CONTINUA...

 

 

 

  
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