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Autore: hermy09    01/09/2021    0 recensioni
"Dovrei iniziare a chiamarti principe Jason" .
"No...".
"Sapevo non ti sarebbe piaciuto, ecco è ufficialmente il soprannome giusto" .
"Non ha alcun senso" .
"Si invece. La storia di base abbiamo detto che c'è. L'aspetto stereotipato anche. In più sei sempre tutto composto e diplomatico, anche se è tutta scena... Non guardarmi così!" .
"Ogni volta che parlo con te mi ricordo perché non lo facevo mai".
"E hai pure salvato dai guai una persona che non sopportavi, due volte! Me! Se non ti rende un cavaliere..." .
"Limitati a principe per favore".
Dopo essersi lasciato con Rachel, un improvviso avvicinamento al suo vicino di casa Jason Grace farà scoprire a Percy che ci sono molte cose su se stesso che in realtà non sa. E ovviamente, trattandosi di Percy gli porterà anche molti guai.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Jason/Percy, Percy Jackson, Rachel Elizabeth Dare, Reyna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Svegliatosi l'indomani la prima cosa che Percy pensò fu: "Ho sete". Sentì che alzarsi era impossibile. Percy si maledì per aver alzato così tanto il gomito. Ricomporre Jason era la parte più complicata. Pareva non essere fisicamente in grado di aprire gli occhi. Una volta che riuscirono a mettersi entrambi in piedi cominciò il mal di testa. Erano nel bagno, mentre Percy cercava due Oki nell'armadietto dei medicinali, Jason stava seduto sul water chiuso e si sporgeva verso il lavandino per bagnarsi la faccia. "Mannaggia a te". "Una volta mi fai pena e guarda come mi fai ridurre". Percy sciolse l'Oki in un bicchier d'acqua per Jason. "Non è colpa mia se reggi poco, dovresti cominciare ad abituarti". Jason lo guardò torvo. Percy gli passò il bicchiere, che il ragazzo bevve tutto d'un sorso. Una volta finito fece una espressione disgustata. "Odio le medicine". E tossì. "Ti va di mangiare? E smettila di guardarmi così" disse Percy. Jason non la smise. "Vorrei lavarmi i denti". Nel cassetto sotto al lavandino Percy trovò uno spazzolino ancora da utilizzare. Jason si lavo i denti, e dopo essersi sciacquato la bocca si leccò le labbra Percy ebbe un flashback della sera prima. Cercò di trovarsi qualcosa da fare e decise di andarsi a cambiare. Quando Jason tornò nella sua stanza era del tutto vestito tranne per i pantaloni della tuta. Sentendosi tutto a un tratto più consapevole della situazione finì di vestirsi in tutta fretta per evitare di stare in mutande davanti a Jason, ma il ragazzo non lo aveva neanche visto. Jason mostrò il cellulare a Percy. 10 chiamate perse da "Thalia. Deve essersi accorta che non sono tornato a casa". "Richiamala". Disse Percy. "E che le dico. Non voglio dirle che sono qua". Percy lo guardò confuso. "Dovrei spiegargli che sono qua perché mi sono ubriacato. E mi romperà le scatole se lo scopre. ". "Credo che lo scoprirà comunque... Fai un brutto odore". Jason si sentiva un po' sudato e lavarsi i denti non era bastato a mandar via l'odore di alcol. "È la tua stanza. Quale stupido decide di dormire in mansarda?"

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Mentre Jason faceva la doccia Percy non sapendo cosa fare si rifece il letto e vi si sedette ad aspettare. Non avendo nulla da fare ritornò a pensare troppo. Jason ricordava l'accaduto vero? Certo che doveva ricordarlo, non avevano bevuto fino ad un blackout totale, avevano avuto solo un brutto post sbornia. Semplicemente di sicuro a Jason non importava, perché effettivamente non era una cosa importante. Ma allora perchè Percy ci stava ancora pensando? Dovevano evitare che qualcuno lo sapesse? C'era il pericolo che Jason lo raccontasse a qualcuno? Controllò il telefonino, ma come c'era da aspettarsi nessun segno di vita da Rachel. Invece trovò un messaggio da parte di Grover. "Ehi amico ho saputo di ieri sera Tutto bene?". Percy stava per spegnere lo schermo e non rispondere, ma Groover si meritava un risposta, non glielo stava chiedendo con malizia, era il suo migliore amico "Diciamo di sì, non preoccuparti" Dopo aver visualizzato Grover lo chiamò comunque. "Ti ho già detto che sto bene, non preoccuparti". "Lo so" gli rispose Grover. "Ma non ero sicuro fosse vero, ieri alla festa non c'ero". "Ora che ci penso hai ragione, come mai non c'eri?" Jason rientrò in camera. Percy gli aveva dato un cambio, ma era evidente che la maglietta di Percy fosse troppo piccola per Jason. "Pronto Percy, ci sei?" "Ehm, sì. Scusa non ho ben capito". "Ti dicevo che da questa settimana lavorerò anche il venerdì e il sabato sera". "Ma non facevi già il doppio turno?" "Sì ma ora arriva l'estate e questo è l'unico fast food della città e dintorni". Percy sospirò. "Capisco". "Comunque avrei voluto esserci per prendermela con quel cretino di Luke". "Tu attacar briga con qualcuno? Soprattutto uno dell'ultimo anno?" "Beh... Di sicuro lo avrei guardato storto tutto il tempo". Percy riuscì a ridere un po'. Ma smise subito pensando al fatto che se Grover aveva saputo in meno di 24 ore cosa era successo la sera prima, ormai chiunque doveva saperlo e ne stava parlando. Fantastico. "Senti un'altra cosa... È vera la cosa di Drew?". "Qualèecosa di Drew?". Percy si sentì gelare "Che hai pomiciato con Drew?" "Grover... Chi usa più la parola pomiciare??". Percy dovette smentire anche questa voce. Si salutarono e Percy mollò il telefono sul letto svogliato, per poi sdraiarsi a guardare il soffitto. "Era scontato che lo sapessero tutti sai?". Jason si stava mettendo le scarpe. "Se la scena è stata come me l'hai descritta ieri sera". Jason tirò i lacci per stringere meglio la scarpa. "Questo posto è schifosamente piccolo". Percy guardò attorno a se e poi verso Jason, indeciso se offendersi. "Non la tua stanza, tonto. Questa città". Percy fece un verso di frustrazione. "Lo so, e questa estate mi sentirò in trappola più del solito". "Sei diventato un topo?". "I miei piani per questa estate erano rilassarmi e stare con la mia ragazza, ora sono senza ragazza e senza piano". "Che piagnone". Jason si mise in piedi. "Allora ascolta, questo è il mio alibi". Percy si girò a guardarlo. "Diremo a Thalia che ero qui per consolarti per ciò che è accaduto ieri". Percy protestò "Ma così sembrerà che io sia disperato. Parlerà con Rachel, non voglio che creda che mi importi". "Non ci sono alternative, e poi sappiamo tutti che ti importa". Percy mise il broncio. "Stavo dicendo, dirò a Thalia che sono stato qui per quello, e sicuramente non mi crederà, quindi..." "Ehi". Jason aveva preso il cellulare di Percy. "Come sapevi la password". "Fai sul serio? 0000". Ah già, non così difficile. "Ho messo il mio numero. Se Thalia dovesse cercarti, e sicuramente lo farà, nega tutto se dovesse farti domande che non coincidano con la nostra versione dei fatti, intesi?". "Va bene, ma non capisco tutta questa agitazione. Come mai non vuole che tu beva, siete per caso mormoni?". "Fidati meglio evitare. Perciò come esco da qua?". Con non poca fatica Percy riuscì a far risalire Jason dal lucernario e farlo arrampicare giù. Sua mamma era ancora in casa. Provò a salutare Jason con la mano ma quello filò subito via senza guardarsi indietro. Quando Percy scese giù in salotto, sua madre si limitò a dirgli "Hai fatto le ore piccole ieri sera eh?" A Percy non andava per nulla di parlarle di Rachel, o farle notare che fosse ancora un po' in post sbornia, perciò si nascose tutto il giorno dietro le faccende di casa. Tanto non è che avesse altri impegni. Verso sera controllò il telefono per vedere se ci fossero messaggi da Thalia. La ragazza non lo aveva cercato, in compenso vide l'anteprima di un messaggio, che non aprì, da parte di un suo compagno di nuoto. "Ehi Percy, scusa se ti disturbo, ma ho saputo di ieri sera e volevo solo sapere se...". Percy decise che non poteva reggere. Era già la seconda persona che gli chiedeva della faccenda. Rachel non si era fatta sentire e a Percy venne in mente una idea. Aprì il suo profilo su instagram e cancello l'unica foto che aveva postato con lei. Pensò si smettere di seguirla per evitare di vedere foto con Luke, ma era inutile, non poteva evitarli per sempre. Ma decise che almeno sul cellulare poteva nascondersi dal circolo di chiacchiere del suo paese. Disattivò i suoi profili social. Disinstallò anche whatsapp. Ecco ora era raggiungibile solo per questioni di vita o morte. Grover sarebbe stato contento, non faceva che dirgli che a tutti farebbe bene un "detox dai social". Dopo pochi minuti ricevette un messaggio da Jason. "Ho preso il tuo numero da Thalia. Non ha chiamato vero?". "No. Ti avrei avvisato". Jason ci mise un po' a rispondere. "Non si sa mai con te". "..." "Comunque. Thalia non ti ha detto nulla per aver dormito da me?" "No. Si è comportata in modo molto strano, quando gliel'ho detto non era per nulla sorpresa e non mi ha fatto domande" "La fortuna dei novellini". "Ma dai. Comunque non ti ho cercato per questo". "E per cosa" "Potrei avere un modo per farti venir fuori dalla trappola". "Chiamami, non ho messaggi illimitati". "Ma perché non rispondi su whatsapp?". "Storia lunga. Chiamami ho detto". Per quanto Jason fosse testardo Percy riuscì a farsi telefonare. "Da mio padre hanno bisogno urgentemente di un bagnino". "E quindi...?". "E quindi che, sbaglio o ti vanti dalla sera alla mattina di essere il capitano della squadra di nuoto? ". "Ehi, io non mi vanto". "Comunque, il bagnino che avevamo assunto ci ha bidonato all'ultimo. Non serve neanche che tu faccia un colloquio e pagano bene". "Quanto bene?". "Più di quanto possa sperare che qualcun' altro dia a un tipo come te". "Non ti smentisci mai". Percy preferiva Jason brillo. "Sei tu che fai domande sciocche. Di preciso non so quanto paghino, ma in base al mio di stipendio, fidati che la busta paga è profumata. Inoltre avresti l'alloggio incluso senza detrazioni". Ah già, il residence era lontano. "Mmh, non sarà che mi hai un po' raccomandato?". "E allora? Dopo che sono costretto a passare tutta l'estate qua figurati se non posso fare almeno questo. E comunque è una situazione particolare, apriamo tra pochissimo e senza bagnino la piscina non può essere usata. I figli piccoli dei ricchi sono troppo stupidi e viziati per nuotare bene". "Tu sei uno stupido figlio di ricchi". Percy sperò che Jason si immaginasse il suo ghigno. "Io vengo cresciuto da povero. Allora cosa ne pensi?". "Quando si comincia ?" chiese Percy. "Parto domani pomeriggio. Ti offro anche il passaggio". "Che cavalleria". "Ordini del superiore". "Va bene ma, domani? Così su due piedi? Devo avere il tempo di parlarne con mia madre, fare la valigia. Che devo portare?". "Parlane con tua madre stasera. Nel frattempo, se mi lasci la sua mail, le invio il contratto che firmerai per farglielo vedere, e a te scrivo cosa devi portarti per sopravvivere".
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E così il giorno dopo Percy caricò le valigie sull'auto di Jason. O meglio, nel bagagliaio della macchina guidata dall'autista della famiglia Grace. "A volte mi scordo che siete ricchi". "Preparati in questa settimana non potrai fare a meno di pensarci". Jason chiuse il bagagliaio e salirono in macchina. Thalia aveva un' animo punk. Quindi nonostante i soldi che Percy supponeva dovessero avere, non si poteva capire semplicemente dall'apparenza che era praticamente una futura ereditiera. A Percy piaceva prendere in giro Jason dicendogli che fosse uno snob super pettinato, con quei suoi maglioni da cui usciva sempre il colletto di una camicia che metteva a scuola. Ma era più una questione di stile, Jason non ostentava chissà quale lusso nella vita di tutti i giorni. "Mi stupisce con quanta rapidità tua madre ti abbia spedito". Sally era stata contentissima della proposta. Diceva che era un ottimo modo per responsabilizzare Percy. Lui sospettò che fosse anche contenta di esser libera di poter stare col suo compagno. Ma non la biasimava, aveva fatto la madre single per tutta la vita. Meritava un po' di spensieratezza. "Beh, era una super occasione". Lui e Jason erano seduti entrambi nei sedili posteriori. Un vetro li separava dall'autista così che avessero un po' di privacy. "Senti un po' ma perchè devi lavorare tu?" chiese. "Mio padre è un sostenitore del modello self-made man. Dice che solo perché siamo i suoi figli non dobbiamo adagiarci, e capire il valore dei soldi guadagnati con fatica, come lui da giovane". Recitò Jason non troppo convinto. "Ma comunque a me non importa granché del pensare se sia giusto o no. Lui mi chiama solo d'estate perché vuole che durante l'anno mi impegni con lo studio. Essendo suo figlio, non lavoro duramente quanto il resto dello staff, e poi in fondo non mi dispiace il residence. Andare fuori città per tre mesi è rigenerante". Sarebbero stati via fino ai primi di Settembre. Praticamente avrebbero fatto ritorno un giorno prima che iniziasse la scuola. Percy era felice di non doversi far vedere in giro per un po' dopo l'umiliazione pubblica, chissà magari una volta tornati sarebbe già stata dimenticata da tutti. Ma si chiese se a Jason davvero andasse bene star via tutto quel tempo. Non ne avevano mai parlato sul serio non essendo amici, ma era abbastanza sicuro che si frequentasse con Piper, la sua vice nel club di dibattito. Jason era uno molto impegnato a scuola, coinvolto nel comitato studentesco. C'era anche qualcuno con cui si faceva vedere in giro spesso. Possibile non avesse amici che gli sarebbero mancati? Percy non ce la fece a chiedergli nulla. In fondo le cose non erano molto cambiate tra loro due. Poteva considerarsi una semplice tregua dal loro continuo punzecchiarsi, non una vera amicizia. Dopo un po' Jason tornò silenzioso e si appisolò. Percy invece mise le cuffiette e cercò di rilassarsi.
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Durante le 4 ore di viaggio a Percy venne di fare pipì, con grande disappunto di Jason, e si fermarono ad una stazione di benzina. Poi gli venne fame, e passarono da un Mc-Drive, ma la macchina non poteva essere sporcata e mangiarono in piedi in un parcheggio, con lieve disappunto dell'autista, che di sicuro voleva solo finire il suo lavoro e tornare a casa. Alla fine verso le 20:30 finalmente arrivarono. Il residence si presentava per bene già dal cancello in ferro, con lo stemma di una grossa aquila al centro. L'ingresso si apriva con un curatissimo giardino e una grande fontana in pietra con al centro un'alta scultura di un... Tritone? Jason mandò un sms, nel frattempo si fermarono al parcheggio e l'autista scaricò i bagagli. Trasportarono le valigie per un po' di metri attraversando il giardino fino a quando arrivati vicino a quello che doveva essere l'ingresso delle abitazioni Percy vide una ragazza. Aveva la pelle un po' scura, i capelli castani, e indossava una polo viola con il logo del residence. Aveva una espressione seria ma quando vide Jason si illuminò. "Jace!" Jason lasciò la valigia per abbracciarla. "Reyna, questo è Percy Jackson il nuovo bagnino. Percy lei è Reyna, una mia amica e collega". La ragazza gli strinse la mano. Percy cercò di interpretare il loro rapporto, e intuì fossero amici di lunga data. Mentre veniva portato ai dormitori dello staff si aggiornavano chiacchierando animosamente. La stanza di Percy era fortunatamente una singola, non era granché, ma sembrava comoda e funzionale. Reyna chiese se avessero già cenato. Percy rispose di sì, ma i due lo ignorarono e decisero che avrebbe mangiato di nuovo. Nel frattempo che si dirigevano...Percy in realtà non lo sapeva, Reyna e Jason gli mostrarono il residence. La piscina dove avrebbe lavorato, l'area comune, i bagni dello staff, la sala da pranzo. Percy si fece anche dare informazioni essenziali tipo la password del wi-fi. Nonostante in giro le luci fossero accese il residence era vuoto e silenzioso. "Domani apriamo al pubblico, la maggior parte dello staff arriverà in mattinata. Noi siamo già qua perché siamo gente che conta". Jason alzò gli occhi al cielo e spiegò. "I genitori di Reyna sono soci di mio padre. Lavorano anche loro qua all'amministrazione e menagement, perciò a Reyna tocca il mio stesso triste destino". "Chiamalo triste". Disse Reyna, e tirò fuori un grande mazzo di chiavi. Erano nella cucina del ristorante del Residence. Presero del gelato da uno dei frigoriferi grandi quanto un armadio. "Siete sicuri che possiamo?" chiese Percy". "Il tuo amico è un po' agitato" disse Reyna prendendo tre ciotole e i cucchiai . "Non sono agitato. Sono solo... Impressionato. E poi non sono <>". Cominciarono a mangiare. "Tranquillo, ci farai l'abitudine. Calcola che da domani sarà pieno di gente e ti sembrerà tutto ancora più grande" disse Reyna. Jason fece una faccia strana. E Reyna si mise a ridere. Percy era confuso "Che c'è?". "A Jason è arrivato il freddo al cervello". "Ma non è mica una bevanda ghiacciata, è solo gelato" osservò Percy. "Si ma Jason non tollera le cose fredde, sarà che lo è già troppo lui". Jason alzò gli occhi al cielo. "Hai una intera estate davanti Reyna, non sprecare tutte le tue battute in una sera". "Sono contenta che te lo sei portato" Reyna indicò Percy col cucchiaio "Serviva una novità". "Oh non avere grandi aspettative". "Ehi, io sono qui" disse Percy. "E poi Grace dovresti rivalutare l'avermi portato qua con te. Potrei stravolgerti l'estate. L'ho già fatto l'altra sera". "Che è successo l'altra sera?" chiese Reyna interessatissima. "Non è successo niente!" Jason ingoiò il gelato in tutta fretta. "Ieri sera ho sbloccato la versione di Jason brilla. Fin'ora conoscevo solo Jason irritante". "LO HAI CONVINTO A UBRIACARSI?". "Non mi sono ubriacato!" corresse velocemente Jason. "Ho solo bevuto qualche birra in più". Reyna diede un colpetto a Jason con la spalla e poi si rivolse a Percy. "E dimmi, come era". "Oh mi ha ascoltato senza interrompermi o perdere l'attenzione per la prima volta nella sua vita e poi... " Percy fece una pausa che mise Jason in tensione "Beh è diventato molto più... Espansivo". Jason diede un calcetto a Percy sotto al tavolo che sussultò un po'. "Il giorno dopo è tornato il solito scorbutico di sempre come puoi vedere. Ma va perdonato per avermi offerto un lavoro". "A proposito di lavoro. Mi raccomando, domani alzati presto, ci sono molte cose da fare e devi essere pronto prima che arrivino i clienti. Siamo molto fiscali con gli orari qua" disse Reyna. "Non preoccuparti, posso farcela". "Ad addormentarti di sicuro". Jason mangiò l'ultima cucchiaiata di gelato. "Mi sa che il tuo problema sarà svegliarti, dormi come un sasso, sbavi pure". Una volta tornati ognuno nella propria stanza, Percy disfò la valigia e puntò la sveglia presto. Non sapeva perché, ma durante il viaggio aveva dato per scontato che avrebbe diviso la camera con Jason. Mandò un messaggio a sua madre che voleva che le desse la buona notte e poi cercò di addormentarsi.
   
 
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