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Autore: hermy09    09/09/2021    0 recensioni
"Dovrei iniziare a chiamarti principe Jason" .
"No...".
"Sapevo non ti sarebbe piaciuto, ecco è ufficialmente il soprannome giusto" .
"Non ha alcun senso" .
"Si invece. La storia di base abbiamo detto che c'è. L'aspetto stereotipato anche. In più sei sempre tutto composto e diplomatico, anche se è tutta scena... Non guardarmi così!" .
"Ogni volta che parlo con te mi ricordo perché non lo facevo mai".
"E hai pure salvato dai guai una persona che non sopportavi, due volte! Me! Se non ti rende un cavaliere..." .
"Limitati a principe per favore".
Dopo essersi lasciato con Rachel, un improvviso avvicinamento al suo vicino di casa Jason Grace farà scoprire a Percy che ci sono molte cose su se stesso che in realtà non sa. E ovviamente, trattandosi di Percy gli porterà anche molti guai.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Jason/Percy, Percy Jackson, Rachel Elizabeth Dare, Reyna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Pronto? Cheese".
Reyna aveva portato Percy a fare la foto per il tesserino dello staff. Ne prepararono due. Uno per il cartellino da appuntare alla divisa dello staff, e uno per un badge da appendere al collo quando stava in piscina.

Quella mattina avevano anche sbrigato faccende burocratiche come la firma del contratto, assicurazione e altro. Percy nella sua ignoranza si era immaginato che avrebbe incontrato il signor Grace in persona, ma ovviamente di lui si occupò un semplice menager della struttura.
Gli avevano consegnato la divisa base dello staff. Lui non aveva ricevuto la polo viola che indossavano Reyna e i manager, ma una azzurro chiaro.
Tuttavia Reyna gli disse di risparmiare tempo e indossare direttamente il costume da bagno. Percy fu felice di vedere che era un modello a pantaloncini rosso, e non a slip.
Mentre lo accompagnava in piscina Reyna gli aveva elencato tutte le regole che avrebbe dovuto seguire, anche se Percy faticava a starle dietro. Una volta arrivato alla sua sedia Reyna lo salutò perché doveva andare a "fare l'accoglienza". Percy si mise la crema solare, e prima che arrivasse qualcuno in piscina, assecondò l'impulso di soffiare il fischietto che aveva al collo.
Quella mattina non aveva visto Jason, probabilmente anche lui si occupava di accogliere i residenti.
A Percy faceva ridere l'idea di Jason che faceva lo splendido mentre diceva "Benvenuti al resort Olympus!".
Sistemò le sdraio ed aprì gli ombrelloni.
Dopo un paio di orette cominciò ad arrivare gente.
Vedendo che le prime persone erano due vecchiette pronte a piazzarsi sul lettino tutto il giorno, Percy pensò che quel lavoro non era per nulla male.
Pensò male per l'appunto.
Dopo un po' dei bambini piccoli arrivarono letteralmente correndo e si tuffarono in piscina. Dettaglio importante che Reyna gli aveva detto di attenzionare sempre: non avevano i braccioli.
Percy entrò in acqua per assicurarsi che il primo giorno non iniziasse con bambini annegati e li riportò ad uno ad uno a bordo piscina.
I mostriciattoli ridevano divertiti, e con tutta la calma del mondo arrivarono quelle che dovevano essere le loro mamme.
"Non si corre, regola numero uno della piscina" i bambini lo ignorarono del tutto e sentendosi chiamare andarono dalle madri.
Fortunatamente passarono il resto del tempo in braccioli quindi Percy non dovette stargli dietro. Ma uno di loro in particolare sembrava interessato a lui.
"Ehi!" sentì dire dopo che gli arrivò uno schizzo.
"Non si schizza chi sta fuori dalla piscina" provò ad ammonirlo Percy, ma venne ignorato, di nuovo.
"Cosa è quella cosa che hai al collo?".
"È il mio badge" disse Percy mentre glielo mostrava.
"Ti chiami Percy?".
"Sì" gli rispose.
"Che nome buffo".
Ma il suo nome non era buffo...
"Io mi chiamo Magnus".
Quella pulce si chiamava come un gelato e lo prendeva pure in giro?
"Non esiste questo nome".
"E invece sì, guarda".
Il bambino gli mostrò la targhetta di metallo che aveva al collo.
Si chiamava per l'esattezza Magnus Chase.
"Come mai ridi?"
"Fai ridere, hai il naso rosso".
Naso ros... Percy aveva messo la crema protettiva... MA NON SULLA FACCIA.
Andò subito a metterla e sentì un lieve bruciore. Sperò non fosse troppo tardi.
Nel frattempo il bambino si era allontano, distratto dai suoi amichetti.

_______________________________________

"Ammetto che me lo aspettavo, ma addirittura al primo giorno".
Stavano cenanado prima che iniziasse l'animazione della serata.
Appena Jason lo aveva visto era scoppiato a ridere, e ora non faceva che prenderlo in giro.
"Sta attento mentre mordi la piadina".
Reyna gli aveva fatto usare una crema per le scottature e ne aveva il naso pieno.
"Ero troppo concentrato sul lavoro e mi sono dimenticato. Vuol dire che prendo la cosa con serietà"
"Sai, quasi ti sta bene, sembri un personaggio dei cartoni animati perennemente in imbarazzo" continuò Jason.
"Sembra ti abbiano messo il fard" disse Reyna.
"Va bene ho afferrato, si nota molto" rispose Percy.
"Non preoccuparti, è normale, anche a noi è capitato le prime volte. Anche se non stiamo in piscina, facendo avanti e indietro stiamo tanto al sole.
"Oggi io sono stato fortunato" disse Jason. "Mi hanno messo per un po' alla reception dell'edificio B1".
"Un buon upgrade per chi ha iniziato come facchino" disse Reyna.
"Facevi il facchino?" chiese Percy.
"Te l'ho detto. Mio padre, duro lavoro, il valore del denaro eccetera eccetera.
"Mio padre è più del tipo spendi e spandi, praticamente sono qua perché crede io sia troppo viziata".
"Tu sei viziata" disse Jason.
"Mi piacciono le cose belle. Percy, se potessi farlo tu non compreresti il più possibile cose che trovi belle?".
"Beh, non ha torto" disse Percy a Jason.
Jason si alzò e raccolse le sue stoviglie.
"Ricordatevi che ci sono cose che, per quanto ci piacciano, non possiamo avere. Neanche comprandole".
E si allontanò per posare tutto.
"Che barba" disse Reyna infilzando l'ultimo pezzo di pollo con la forchetta.

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"Reyna, sbaglio o quelle tre mi stanno fissando?".
Quella sera c'era in programma una festa in piscina per l'apertura della stagione estiva. Nulla di straordinario. Servivano da bere e c'era la musica.
Jason era la, ma mentre Percy e Reyna ciondolavano fingendosi occupati, lui dava una mano e non si era fermato un attimo.
"No Jackson, ti fissano ma con aggiunta di risatine. E questa mi sembra una occasione ottima per illustrarti altre regole".
"Ancora regole?".
"Già" disse Reyna. "Ti avviso che per noi membri dello staff è severamente vietato flirtare e avere qualunque tipo di contatto troppo ravvicinato con la clientela".
"Ma questa è una di quelle regole che c'è ma nessuno segue davvero, giusto?" disse Percy.
Il sorriso beffardo di Reyna cadde.
"No, questa è una di quelle che può farti licenziare".
Le ragazze in lontananza avevano preso a bisbigliare.
"Percy questa è gente ricca, e la gente ricca AMA denunciare. Tipo il cameriere che ha messo incinta una cliente due estati fa... ".
Percy sussultò. "E la cliente ha denunciato il ragazzo??".
"No, i genitori della ragazza, che aveva 16 anni, denunciarono il resort. E sai chi odia le denunce? Il signor Grace".
"Lo spaventoso padre di Jason?".
"Proprio lui".
"Afferrato" disse Percy.
"Ottimo".
Proprio in quel momento arrivò Jason che prese posto accanto a loro su uno degli sgabelli.
"Oddio, non ricordavo che fare il cameriere fosse così stancante. Perché voi non state facendo nulla?".
"In realtà spiegavo a Percy il protocollo castità".
"Oh Percy è appena stato mollato, è già entrato in protocollo castità".
"Ehi, non mi hanno mollato".
"Ah vero, peggio".
"Che è successo?" chiese Reyna subito incuriosita.
"Niente" disse Percy.
"Ah no Percy. Regola non scritta, non puoi non rispondere alle domande di Reyna" disse Jason.
"Questa regola valeva per Jason, e ora si estende anche a te" precisò Reyna. "Ora dimmi: chi ti ha spezzato il cuore in tempo per l'estate?".
"La mia ex" borbottò Percy.
"Grazie mille, nome?" disse Reyna.
"Che dico a fare il nome? Nemmeno la conosci".
"Ma dai dal nome si capiscono tante cose" rispose Reyna.
"Piper una volta ha detto che Rachel era un nome da t...".
"JASON" lo interruppe subito Reyna.
"Stavo riportando le sue parole, sai che non uso questi termini" disse Jason
"E certo, ti ho educato io" rispose Reyna fiera. Jason le soffiò in viso per darle fastidio.
"E perciò, si chiama Rachel giusto?"
"Sì, e Piper ci ha visto bene, perché non si è esattamente comportata da santa".
Percy riassunse in breve la serata provando anche ad apparire distaccato, ma fu subito sottolineato da Jason quanto quella sera ci fosse rimasto male.
"Beh che dire, un po' stronza si può dire lo sia" disse Reyna.
Percy annuì.
"Ed è amica di tua sorella Thalia?" chiese rivolta a Jason.
"Già" disse Jason "Hanno insieme questa band scarsa".
Percy sentì la nausea al pensiero che prima sentendo una frase del genere avrebbe difeso le loro performance mediocri.
"E questo tizio, Luke, va a scuola con voi?" chiese Reyna.
"Non più da settembre. Si è diplomato quest'anno" spiegò Percy.
"Almeno a scuola starò tranquillo".
"A-a-ah. No Jackson! Atteggiamento errato".
Percy non ebbe il tempo di rispondere perché Reyna continuò.
"Lei è in torto, deve essere lei quella preoccupata per quando tornerete a scuola".
"Ti assicuro che l'ho vista molto serena. Non credo che ciò cambierà" disse Percy.
"Beh se questo è il tuo spirito è sicuro".
"Che dovrei fare scusa? Non voglio tornare con lei, quindi non mi importa".
"Dovrebbe importarti il non fare la figura del fesso".
Jason intervenne: "Ha ragione Reyna".
"Grazie Jay"
"Che dovrei fare secondo te allora?" chiese Percy.
"Data la sua tranquillità nell'essere stata beccata a tradirti non devi assolutamente mostrarti turbato. Evita sceneggiate del tipo toglierle il saluto o bloccarla sui social. Deve vedere e mangiarsi le mani piuttosto". Iniziò Reyna.
"Al momento ho disattivato tutti i social comunque" spiegò Percy.
"Va bene un po' di mistero per adesso. Dopotutto sei fuori città tutta l'estate. Ma appena torni riapri tutto".
Reyna continuò a spiegare. "Se qualcuno dovesse chiederti dell'accaduto dimostrati sicuro di te ma distaccato. Non far sembrare che ti importi troppo parlandone dettagliatamente o parlando male di lei. Ma nemmeno evita l'argomento infastidito, al massimo cerca di dare l'impressione che per te sia acqua passata, e quindi inutile parlarne".

"Wow "Reyna la ragazza di città". Cosa è questa mente diabolica da ragazza di paesino?" chiese Jason.
"La mia migliore amica gestisce la pagina spotted-gossip del nostro liceo. Ho imparato un paio di cose".

"Per finire, dato che in realtà sappiamo quanto ci pensi e brami vendetta, se c'è qualcuna che ti piace e ci sta, frequentala. Punti in più se a lei sta antipatica".

"Quanto siete dozzinali, perché non vi andate a sedere laggiù?". Jason indicò il gruppetto di ragazze di prima.

Reyna si girò di scatto verso Percy che guardava curioso le ragazze.

"Ero seria comunque. Niente ragazze, qui".

_______________________________________

Arrivato alla sera Percy era stanchissimo. Solo che non riusciva a dormire.
La prima sera essendo ancora un po' in post sbornia era crollato, ma adesso non riusciva a prendere sonno in una stanza che non fosse la sua. Verso le tre gli venne un'idea fissa, sentiva di dover andare al bagno. Ma dove stava? Non ne aveva idea. Di andare in giro al buio a cercare alla cieca e col rischio di sbagliare non gli andava, quindi pensò a una soluzione ancora più infelice.

Per la seconda volta bussò alla porta della stanza di Jason.
Nessuna risposta. Bussò di nuovo, leggermente più forte.
Stava per tornare indietro ma stavolta la porta si aprì.
"Jackson" Jason sussurrava ma si intuiva che fosse seccato.
"Sei sonnambulo per caso?".
"Mi serve un aiuto ".
"Per cosa!?" Jason aveva, come diceva la madre di Percy, il cuscino stampato in faccia.
"Devo andare in bagno, ma non so dov'è".
Jason si passò una mano sulle tempie.
"Entra".
"Eh?".
"Più tempo stai qua a parlare più rischiamo di svegliare tutti, entra ho detto".
Percy entrò. Jason chiuse la porta e accese la lampada che aveva sul comodino.
"Per stasera usa il mio bagno, domani ti mostro dove sono quelli dello staff".
"Perché tu hai il bagno in camera?"
"Piantala e vedi di sbrigarti, ho sonno"
Percy entrò nel bagno e cercò di fare più in fretta possibile. Era piccolo ma c'era il water, la doccia, un lavello e uno specchio, tutto ciò che occorreva insomma.
Quando uscì trovò Jason seduto sul letto, che gli chiese subito: "Mi spieghi come fai a non sapere dove sono i bagni dei dormitori?".
"Ho usato tutto il giorno quelli vicino alla piscina" rispose Percy.
"Scusa se ti ho svegliato".
Jason aveva una espressione un po' infelice. "Ero comunque sveglio, non sto riuscendo ad addormentarmi stasera".
Percy si guardò attorno. La camera di Jason era decisamente diversa dalla sua.
"Hai la tv... E un mini frigo!".
Percy lo aprì.
"No ma fai con comodo".
"Uffa solo coca cola".
"Sei sempre in cerca di guai? Non terrei mai alcolici qui".
"Lo so, ma almeno un energy drink" Percy chiuse lo sportello.
"Beh, vorrei evitare di andare in giro alle 2 perché devo far pipì".
Percy sbruffò.
"Dovresti farti controllare per questa cosa" continuò Jason. "Durante il viaggio ci hai fatto fermare due volte".
"Sono un persona normale IO, sei TU ad essere così contenuto da reprimere dei bisogni fisiologici per tutto quel tempo".
Percy vide che quella sua scenetta era riuscita a far sorridere un po' Jason, e per qualche motivo fu contento.
"Perché non ti riesce di dormire?"
"Mi capita. La fregatura è che sono stanco, ho lavorato abbastanza" disse Jason.
"Però ti piace, o no?" chiese Percy.
Jason scostò il braccio che gli copriva gli occhi per guardare Percy e ci riflettè un attimo.
"Non lo so, credo mi piaccia poter stare lontano per tre mesi".
"A volte non ci penso al fatto che tu sia un ragazzo di città. Non ti piacerà mai la vita da piccola cittadina".
"Mh, più o meno" mormorò Jason.
Percy avrebbe voluto restare a parlarne di più, ma Jason gli ricordò per fare il bagnino doveva dormire bene. Percy augurò la buonanotte a Jason e tornò nella sua stanza.

_______________________________________

La mattina dopo in piscina Percy subì un attacco. Le due ragazze di ieri sera, che aveva scoperto si chiamavano Kelli e Tammi, si erano messe a prendere il sole in piscina e continuavano a fissarlo. Lo avevano anche chiamato un paio di volte con qualche scusa inutile, tipo aprirgli una sdraio in più per le borse.
Doveva ascoltare Reyna, ma comunque non gli fu difficile. Nessuna delle due sembrava essere il suo tipo, non valeva per nulla la pena rischiare. Pur di evitarle alla fine si ritrovò a intrattenere i bambini. Magnus, il bambino della mattina precedente, lo aveva preso a simpatia e aveva deciso di presentargli i suoi due amichetti.
"Loro sono Sadie e Carter". I due fratellini lo guardavano come quando da piccolo guardi un giocattolo nuovo che non vedi l'ora di distruggere.
Non potendosi distrarre troppo i bambini si accontentarono che facesse l'arbitro mentre loro giocavano.
"Marcoooo" gridò Magnus mentre teneva gli occhi chiusi.
Sadie emerse da un lato della piscina, e Carter da quello opposto.
"Polo!" urlarono in coro, lasciando Magnus visibilmente confuso.
"A-a-ah! Non si sbircia" lo ammonì Percy.
Le due ragazze nel frattempo dovevano essersi annoiate e si erano appisolate sotto l'ombrellone.
Poco dopo Sadie e Carter salirono in superficie prendendo Magnus alla sprovvista e gli schizzarono dell'acqua. A quel punto il bambino si tuffò a raggiungerli e fu allora che Percy la sentì.
"Dei del cielo!!".
Una signora parecchio ingioiellata, con un costume dorato abbastanza poco sobrio, grandi occhiali da sole, e i capelli acconciati in una treccia si alzò dal suo lettino.
Percy stava sistemando le sdraio di una coppia di clienti che era andata via quando la signora lo chiamò da lei.
"Ragazzo!".
Percy si affrettò.
"Devi cacciare quei mostriciattoli". Disse con tono severo. A Percy i prepotenti non erano mai piaciuti.
"Non credo di poterlo fare".
"Beh credo che dovrai farlo comunque, o ti faccio licenziare".
Percy cercò di mantenere la calma.
"Signora, dirò semplicemente ai bambini di fare più attenzione, ma non posso cacciarli così, sono cose che possono capitare. E poi le madri non sono neanche qua al momento, e non ne sarebbero contente". 
"Devi rivalutare la gerarchia nel trattare la clientela signorino" disse la donna.
Percy non poteva crederci.
"Tutti qua in piscina son clienti paganti sullo stesso piano, non ci sono clienti di serie B...". Percy non potè continuare perchè la donna iniziò ad urlare.
"Hai la minima idea di chi io sia??".
A salvarlo in quel momento arrivò Reyna quasi correndo.
"Signora Grace! Che piacere non la aspettavamo già qua".
Percy ora era davvero confuso.
"Perdoni il bagnino, è nuovo. Ha ancora molto da imparare, grazie per averlo ripreso al posto mio, ahahahah". Reyna cercava di mantenere un tono cordiale e tranquillo ma aveva una risata più che nervosa.
Disse all'orribile signora che se voleva la spa era appena stata preparata e in qualche modo la convinse ad andare, dopo altre mille scuse.
Quando si fu allontanata Reyna prese Percy per un braccio. Andarono dietro la cabina del bagnino lontano dai clienti.
"Chi era quella e perché hai...".
"Non hai idea di che stavi per fare Percy!". Reyna era in modalità capo.
"Stavi litigando con Era Grace, la terribile matrigna di Jason".

_______________________________________

Un reclamo già al suo secondo giorno di lavoro... Percy pensò che doveva essere l'equivalente di quando era finito dal preside la prima volta.
Stava attendendo seduto su una  davanti a un ufficio. Volevano licenziarlo? Reyna aveva detto che c'era una minima possibilità che nessuno ascoltasse Era. Percy sperò non lo licenziassero, non voleva tornare a casa.
Una volta entrato in ufficio, un uomo che doveva essere sulla trentina, con l'aria di chi era stato disturbato e ora era molto infastidito da qualcosa lo fece sedere.
Percy aveva la sensazione che fosse stato proprio il suo incidente di prima a indispettirlo.
Cominciò a spiegargli quanto difficile fosse la situazione, quanto Era fosse arrabbiata, e arrivati a parlare del fatto che in fondo lavorava da pochissimo Percy fu certo lo avrebbero licenziato... Quando la porta si aprì.
"Signorino Grace, sono occupato".
Percy non era mai stato così felice di vedere la testolina bionda di Jason sbucar fuori da una porta.
"Mi manda Era" disse Jason. Percy cercò lo sguardo del ragazzo, ma era molto preso dalla parte. Parlò con il manager dicendo che si era accordato personalmente con Era e non c'era da preoccuparsi.
Alla fine Percy fu lasciato andare.
Usciti dalla porta Jason si scompose e lo fulminò con uno sguardo che somigliava un sacco a quello di Reyna.
Percy allora tirò fuori la sua espressione più pietosa.
"Non hai nulla da dire?".
"Grazie, grazie, grazie. Sei la mia grazia salvatrice..." Percy voleva abbracciare Jason, ma quello lo sposto subito dopo due secondi.
"È la seconda volta che mi fai cacciare in un guaio".
"Reyna mi ha detto solo dopo chi fosse Era, io non ne avevo idea. Non sapevo nemmeno avessi una matrigna". Piagnucolò Percy.
"Vieni con me, ti spiego mentre termino una cosa".
"Non devo tornare in piscina?"
"Ti stanno sostituendo. A proposito: avrai contro anche Reyna adesso, lei odia stare in costume".

   
 
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