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Autore: Chiara PuroLuce    03/09/2021    3 recensioni
Patty è sempre stata gelosa del rapporto di amicizia che lega Holly ad Amy, ma ora ha deciso di cambiare rotta.
Amy ha sempre cercato di avvicinare Patty, ma lei le si era sempre negata e con che grinta, ma se un bel giorno...
Una storia che tratta di un legame di amicizia, tanto insolito quanto vero che riserverà non poche sorprese alle due ragazze e non solo a loro.
Tratto dal prologo:
Cosa ci azzeccavano loro due insieme? Niente, eppure…
«Amy, lasciamelo dire, ho l’impressione che da oggi si scriverà un nuovo inizio per noi due. Ma che non lo sappia nessuno, mi raccomando.»
«Come? E perché?»
«Perché io non ti sopporto, ufficialmente. Lo sanno tutti. E così dovrà continuare a essere.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yayoi Aoba/Amy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Sai Patty, non mi hai ancora detto come mai Mister Wow è con te e non con tua nonna che si è tenuta Oscar.»

Patty si chiedeva quando Holly avesse ceduto alla curiosità e con lui anche gli altri della squadra – quelli che conosceva per lo meno – che erano in attesa di una risposta.
Si erano tutti riuniti per colazione e subito dopo si sarebbe tenuta una riunione extra di quella sgangherata nuova squadra. Loro manager si sarebbero trattenute giusto il tempo per essere presentate a tutti e poi li avrebbero lasciati da soli.

 
«Ah, ma non è nonna che me l’ha affidato» disse guadagnandosi l’attenzione degli amici «è lui che è voluto venire con me.»

«Come sarebbe a dire… lui?»

«Sì, Holly, quando ha capito che me ne stavo andando, Mister Wow ha deciso di planarmi sulla spalla. A nulla sono valsi i tentativi di nonna di riprenderselo. Alla fine, lei ha ceduto, a malincuore. Ha dichiarato che dopotutto non riusciva più a stargli appresso come doveva vista la sua età e che era meglio stesse con me fin da subito. Ha detto anche che occuparsi di Oscar era più semplice per lei e che lo farà castrare come prima cosa.»

A quella frase tutti risero, specie coloro che erano presenti per assistere alla performance di Oscar con Micia, la gatta di Miki.
 
«Quindi ora quel meraviglioso pennuto è tuo a tutti gli effetti… fantastico!» Dichiarò lui. «A proposito, dov’è?» S’informò poi.

«Sul suo trespolo in camera a sonnecchiare in attesa del bagnetto. Anzi, volete divertirvi un po’ prima della riunione? Tanto manca ancora un po’ al suo inizio» propose e tutti annuirono incuriositi.

Lasciò un attimo i ragazzi alla loro colazione, poi andò in camera a recuperare la vaschetta colorata – sotto lo sguardo vigile di Mister Wow che aveva già capito cosa l’aspettava di lì a poco – lasciò la porta aperta e tornò dagli amici. Sotto i loro occhi attenti, preparò tutto per il bagno ed emise un fischio prolungato. Nel giro di un minuto scarso, Mister Wow planò in mezzo a tutti e si posizionò di fianco alla vaschetta, in attesa del segnale. Appena Patty aprì il rubinetto giallo, Mister Wow vi entrò e iniziò a sguazzare nell’acqua, per poi aprire le sue immense ali e muoverle felice, le richiuse e si mise sotto il getto d’acqua gorgogliando.
 
«Ecco, adesso ne avrà per un po’ e poi crollerà addormentato per tutta la mattina.»

Anche Kohana era attratta dalla visione pennuta e si alzò su due zampe per vederlo meglio, avvicinandosi per annusarlo. Ma quello non la degnò di uno sguardo e continuò a fischiettare mentre si lavava.
 
«Eh, ti è andata male sai?» Disse Patty rivolta alla cagnolona accarezzandola sulla testa. «Quando fa il bagnetto, vede solo l’acqua e basta.»

«Incredibile, non ci si crede quasi» intervenne Julian «e non parla neanche. È la prima volta che sta zitto da quando lo conosciamo» concluse poi e tutti annuirono.

«Il potere del bagnetto» commentò lei «ma tranquillo, potrebbe iniziare a cantare, quello sì.»

«Come sarebbe a dire…» iniziò Bruce, ma fu subito interrotto dal pennuto.

«I’m singing in the rain…»

A quell’uscita dell’Ara Giallo Blu tutti scoppiarono a ridere di gusto, e lei poteva anche capirli. Impossibile stare seri con un pennuto canterino intento a lavarsi il piumaggio.
 
«Ehi, Frank Sinatra versione pennuta, ti diverti? Sei sempre il solito.»

«Just singing in the rain…» continuò quello imperterrito.

«E non pensate lo faccia solo perché ci siete voi. Ogni volta che fa il bagnetto, canta e fischietta tutto felice» specificò Amy.

«Mentre allaga la cucina» aggiunse lei. «Forse dovremo filmarlo e metterlo su You Tube»

«Meglio ancora, io fossi in voi gli aprirei un blog a pagamento e pubblicherei un paio di video alla settimana. Mi sembra di capire che sia un pappagallo inusuale e quindi attirerebbe subito del pubblico. Pubblico che si iscriverebbe al blog per rimanere aggiornato sulle sue nuove trovate e – nel frattempo e in automatico – pagherebbe per vederle. Pensateci.»

A parlare era stato Diaz che catalizzò l’attenzione di tutti. I traduttori si affrettarono a informare gli altri calciatori che annuirono in risposta e iniziarono a fioccare le idee per fare diventare Mister Wow una star del web.
Dio che confusione. Ma pazienza, mi ci abituerò!, pensò Patty.

 
«Ma è sempre così?» Chiese a Holly dopo essersi seduta accanto a lui che le offrì del pane imburrato.

«Sempre, ma è anche divertente. Mister Wow è riuscito con la sua semplicità a fare qualcosa che bramavamo da tempo» le disse lui guadagnandosi un suo sguardo curioso e subito specificò «unirci come gruppo e creare armonia. Guardati attorno e dimmi se non ho ragione.»

E lei lo fece. Cavoli, era vero. Se i pasti precedenti erano stati all’insegna della tensione, del silenzio quasi totale e delle incomprensioni, questo era tutt’altra cosa. Anche se non ci si capiva molto, tutti si impegnavano per aprire un dialogo e tutti stavano sorridendo degli strafalcioni in altre lingue che ne uscivano.
Ed era tutto merito del suo pappagallo? Era proprio il caso di dire… “Wow, Mister Wow!”

 
«Ed è una cosa che gli europei possono solo sognarsi in questo momento. Gli servirebbe un Mister Wow anche a loro, almeno per un po’» continuò lui «ma noi non glielo presteremo mai, giusto ragazzi?» Urlò infine.

«Mai!» risposero tutti in coro gli amici, seguiti dagli altri ragazzi che lo dissero nella loro lingua e poi si sforzarono di tradurlo in giapponese tra le risate generali.

«Maaai, mai, maaai!» ribadì il pennuto in questione scatenando nuova ilarità. 

«Non dimentichiamoci che lui è la nostra Mascotte Ufficiale, nessuno ce lo toccherà neanche di striscio e ora, sistemate, lasciamolo a lavarsi in tutta tranquillità e andiamo alla riunione» intervenne Mister Gamo appena entrato con Mister Turner assistendo alle ultime battute.

«Ok, ma… chi resta con Mister Wow? Non mi va l’idea di lasciarlo solo in un luogo che non conosce ancora bene» chiese lei.

«Io!» le rispose la vocina del piccolo Ennosuke. «E Kohana rimarrà con noi a fare la guardia. Vero amica mia?»

E la Shiba Inu bianca e nera abbaiò in risposta, agitando la coda a più non posso. Patty guardò Susie per capire cosa ne pensava lei e l’amica annuì piano.
 
«D’accordo allora. Vi affido Mister Wow» disse a entrambi «Eno, ricordati cosa ti ho detto la volta scorsa sul bagnetto di questo chiacchierone qua.»

«Non devo toccarlo mentre si lava perché non gli piace» ripeté lui dopo averci riflettuto qualche secondo.

«Bravo, ottima memoria» lo lodò Susie che gli mise davanti un foglio e dei pennarelli mentre le amiche iniziavano a liberare la tavola. «So quanto ti piace disegnare, fai volare la fantasia e buon divertimento. Noi torneremo prima di subito» gli disse poi stringendolo in un breve abbraccio scherzoso.

«Chiederò anche a Steff di tenere d’occhio la situazione fino al nostro ritorno. Eno sarà anche dovuto crescere in fretta, ma è sempre un bambino e sarei più tranquilla a saperlo al sicuro. Senza contare che lo conosce già» le disse lei sottovoce, ricevendo un cenno di assenso dall’amica e subito virò in direzione della cucina.

Per fortuna la loro presenza in sala riunioni fu breve e poterono mantenere la parola data e quando tornarono, Patty notò il suo pennuto sullo schienale di una sedia che dormiva beato e sfinito ed Eno lì vicino che gli stava facendo un ritratto con Kohana che dormiva ai suoi piedi. Le scappò un sorriso.
 
«Non si è praticamente mosso da lì per tutta la vostra assenza.»

La voce di Steffen la face saltare per aria, Patty si girò e se lo vide davanti in versione lavorativa con tanto di asciugamano appoggiato a una spalla.
 
«Mi preoccupa un po'. È troppo adulto per la sua età, bisognerebbe aiutarlo a farlo tornare bambino» continuò l’amico.

«E come pensi di fare? Hai un piano in mente?» Gli chiese sotto gli sguardi attenti delle sue amiche.

«Ehi, io sono solo un umile Souce Chef in carriera, non ne so nulla di bambini, anche se mi stanno simpatici. Ho notato che un certo calciatore qui dentro – che ha occhi solo per una certa bellezza piccoletta e dai corti capelli castani – si è molto affezionato a lui e viceversa. Potrebbe essere la chiave per il successo dell’impresa» disse guardando Susie che arrossì. «Ma per il momento, visto che il difensore armadio è occupato con la squadra…»

«Che cosa?» Gli chiesero tutte insieme piene di curiosità.

«Bè… lasciate fare a me, credo di avere appena avuto un colpo di genio.»

Poi Patty lo vide avvicinarsi a Eno, sedersi accanto a lui, fargli i complimenti per il bel ritratto di Mister Wow – a definirlo tale ci voleva coraggio essendo una massa informe e colorata, riconoscibile solo dal becco e dalle zampe, oltre che dal nome scritto sopra la sua testa – e poi…
 
«Ho bisogno di un aiutante in cucina» gli disse «quelli che ho sono tutti occupati e a me serve qualcuno che mi aiuti a fare dei biscotti alle mele. Ti va di essere il mio aiuto pasticcere? Sei bravo a sbucciarle?»

«Io? No, non l’ho mai fatto» gli rispose sinceramente.

«Ah, ma allora dobbiamo rimediare. Vieni, ti faccio vedere come si fa» poi si alzò e si diresse in cucina, senza curarsi di essere seguito o meno.

«Lavoro minorile, Steff?» Gli urlò dietro in tono scherzoso.

«Gioco utile e divertente, almeno così mi diceva mio nonno quando mi metteva a fare il suo secondo. Questione di punti di vista, Patricia» gli rispose lui girandosi e facendole l’occhiolino dopo averle lanciato un bacio volante che lei finse di scansare con la testa facendolo ridere.

Qualche secondo dopo Eno si alzò, regalò il suo disegno a Patty – che gli promise di appenderlo in bella vista appena arrivata a casa – e poi seguì Steff, dopo avere ottenuto l’ok da parte di Susie.
 
«Che dolce. Susie, cara, ormai sei diventata il suo punto di riferimento» le disse Amy.

«È vero, cerca sempre la tua approvazione prima di fare qualcosa. Non sono sicura sia un bene, ma per lui sei importante» esordì Jenny «sei una specie di nuova mamma.»

«Esatto e a un certo difensore alto e spallato, viene riservato lo stesso trattamento, sbaglio forse? Che sia un segno?» Rincarò la dose Maki dandole piccole spallate e strizzandole l’occhio.

«Ma… ma no, che andate a pensare ora. Eno è un caro bambino, ma io lo sto solo aiutando a uscire da un brutto periodo per poi trovare una famiglia che lo ami incondizionatamente. Io sono solo la sua assistente sociale e Cliff… bè, è bello che abbia legato con lui e che si sia offerto di ospitarlo alla palazzina, ma… non fatevi strani film mentali adesso.»

«Uff, capiscila una buona volta. Lui ti ama. Una persona che si offre di fare una cosa del genere – ancora prima di conoscere il bambino – lo fa solo per un motivo» le disse Patty.

«Lo so che mi ama. Ieri notte me l’ha fatto capire bene» e poi aggiunse vedendole sbarrare gli occhi «solo un piccolo diverbio in cucina, quel luogo dove si va quando si ha sete. Diciamo che mi vuole, ma è così ostinato nel non ammetterlo che preferisce vedermi con Diaz e quando gli ho fatto capire che avrei seguito il suo consiglio, bè… mi ha baciata come non aveva mai fatto prima e mi ha detto che non sarei andata da nessuna parte, men che meno con l’argentino.»

Wow, Patty era impressionata. Ma – per quanto le sarebbe piaciuto indagare oltre sullo strano rapporto di quei due – avevano del lavoro da svolgere. Così, distribuì i compiti e la giornata poté iniziare.
 
 



E finì in un turbinio di lavoro non indifferente. Avessero avuto un minuto libero… e invece no.
Amy era distrutta. Dopo avere badato alla nuova squadra per tutto il giorno; dopo avere lavorato per un paio d’ore con Steff e l’Allegra Brigata alla realizzazione del loro locale mentre i ragazzi erano impegnati con la mini riunione di fine giornata; dopo essersi stretta a Julian per ricaricare le pile… voleva solo distendersi un po’, ma…

 
«Ehi, sicura di non addormentarti mentre parli?»

… aveva promesso a Patty di dedicarle una mezz’oretta lontano da tutti e tutte.
 
«Sicura. Devo solo prendere il ritmo giusto per fare tutto e poi vedrai che non mi ferma più nessuno» le rispose sedendosi accanto a lei e sbadigliando. «Non so perché, ma ultimamente mi sento sempre spossata alla sera.»

«In effetti ho notato che da qualche settimana sei ko. Dovresti prendere appuntamento con il tuo medico e farti prescrivere qualche esame. Potrebbe essere anche tutto questo caldo eccessivo che ti butta giù. Magari un bell’integratore potente ti rimetterebbe in sesto» le suggerì.

«Sì, hai ragione. Appena ho un minuto libero domani, lo chiamo e lo fisso per sabato che Mister Gamo ci ha dato una giornata libera come ringraziamento per avere cambiato idea. Vieni con me?»

«Ma sì dai, così poi facciamo un salto alla Palazzina Fiorita e ne approfitto per parlare con gli inquilini e per andare anche da Vanesia che mi deve aggiornare e… fare un bel massaggio rilassante.»

Amy non era sicura che Patty ne avesse bisogno – data tutta la tensione che scaricava con Holly ultimamente – ma si limitò a sorridere e non disse nulla.
 
«Sei felice, Amy?» Le chiese l’amica fraintendendo il suo gesto.

«Molto. Per me, per te… e per tutto quello che ci sta accadendo ultimamente e che non pensavamo potesse accadere mai. In pochi mesi abbiamo ribaltato la nostra vita. Tu, invece, lo sei? Non dovrei neanche chiedertelo, ti si legge in faccia.»

«Lo amo, Amy. Non credevo possibile che lui mi ricambiasse – non dopo tutti i nostri trascorsi in cui ci odiavamo a vicenda – eppure… è merito suo se ora lo sono, felice intendo. Quanto tempo perso però.»

«No, non perso amica mia» la riprese lei «ma passato ad amarlo dietro l’odio e l’astio.»

Patty sorrise e lei l’abbracciò stretta di slancio. La loro amicizia era stata un toccasana per lei e si ergeva sopra tutto e tutti. Era vero anche che all’inizio aveva timore di quella ragazzina battagliera che l’aveva approcciata fuori dallo stadio con fare bellicoso solo perché aveva osato tifare per Holly durante una partita. Si era nascosta dietro la sua educazione e l’aveva spiazzata. Negli anni successivi, Patty non aveva mutato atteggiamento nei suoi confronti e lei evitava di trovarsi da sola in sua presenza. Anego, la chiamavano i suoi amici, e mai aveva sentito nomignolo più azzeccato prima d’ora. E poi era cambiato tutto e lei, Amy, ringraziava sempre per quello. Aveva capito che Patty usava il suo alter ego più come difesa che come attacco e, una volta divenuta sua amica, le aveva chiesto come facesse a tenere separati quei due aspetti di sé.
 

 
«Non è sempre facilissimo, Amy. Tutti credono che Anego sia la vera me, ma non è così. Io sono quella che vedi ora» le aveva detto mentre, seduta sul suo letto, stava abbracciata a un orsacchiotto con un occhio solo e un orecchio svuotato dalla gommapiuma. «So essere dolce se voglio, ma non vedo il perché mostrarlo al di fuori della mia famiglia. Loro non capirebbero.»

Patty l’aveva invitata a casa sua per la prima volta, dopo che la settimana precedente era stata lei ospite della famiglia Aoba, conquistando i suoi genitori con la sua simpatia e allegria. Si erano divertite moltissimo. Anche lei aveva fatto colpo sui genitori dell’amica che, inizialmente, furono sbigottiti nel conoscerla. A parte Eve che passava da Patty ogni tanto, nessun’altra ragazza aveva mai varcato quella soglia.
 
«E così preferisci che ti credano un maschiaccio, Patty? Perché? Sei una ragazzina stupenda che merita di essere conosciuta da tutti» le aveva detto con foga e profonda convinzione.

«No, ci ho provato per un po’, Amy, e qual è stato il risultato? Risatine e prese in giro. Mi hanno sottovalutata da quando ho avuto la sfortunata idea di vestirmi con la divisa femminile. E perché? Perché credevo che Holly mi notasse finalmente e invece non mi vede neanche e anzi, mi reputa… bè, lo sai, te l’ho detto, no?»

«Sì, che… che stupidino. Lo facevo più intelligente.»

«Stupidino? Ahahah, Amy, ti adoro quando cerchi di dire le parolacce e non ce la fai. Guarda, la dico io al tuo posto. Holly è proprio un cretino, un’idiota, uno stronzo! E dire che un tempo lo stimavo e avrei strisciato per un suo sorriso. Bene, da oggi in poi cambia tutto.»

E lì avevano riso entrambe, prima che la madre di Patty arrivasse con dei dolci e la proposta di passare il fine settimana a casa loro, sempre se i suoi erano d’accordo. Non ci furono problemi e quello fu il primo di molti pigiama party esclusivi per loro due ai quali partecipavano sempre con gioia. Poco per volta, la loro strana e insolita amicizia, divenne sempre più forte, unica, rara, bellissima e sincera.
 
 
Amy guardò Patty e le sorrise. Quanti anni erano passati da allora, e la loro amicizia ne era uscita sempre più rafforzata, semmai.

 
«Mi fa strano vederti in rapporti solo amichevoli con Steff. Sia tu che Holly intendo» le disse tornando al presente.

«Lascia sconvolta anche me questa cosa, ma forse è così che le cose dovevano andare dal principio tra noi. E poi si vede lontano un miglio che ama Miki con tutte le sue forze, anche se sono due perfetti imbranati. Steff si merita di essere felice e devo ammettere che lei è la persona giusta per il nostro caro vichingo nudista, non trovi?»

E lì, dopo un attimo di smarrimento, entrambe scoppiarono a ridere memori del loro primo incontro con il loro dirimpettaio.
 
«Oddio, che vergogna» le disse tra le risate «diciamo che lui è stato il primo che abbia mai visto così e non me lo scorderò mai. Anche se Julian crede di essere riuscito a surclassarlo e non dovrà mai saperlo» le sussurrò infine con fare complice.

«Io di certo non glielo dirò mai» intervenne una voce dietro di loro che le fece trasalire. «Pensavo non avessi visto nulla, occupata com’eri a chiuderti gli occhi con le mani e poi se non erro ti sei anche girata per non cadere in tentazione.»

E mentre Patty riprendeva a ridere sguaiatamente, e Steff si sedeva accanto a loro per terra, lei arrossì di colpo e…
 
«Ecco, proprio così» le disse ancora Steff accentuando il suo imbarazzo per avere rifatto il gesto incriminato. «Ma guarda che non c’è niente di male ad ammettere che in tenuta nudista sto una meraviglia.»

«Oh, ma basta, smettila» gli disse mentre quei due non accennavano a calmarsi «cambiamo argomento, per favore.»

«Forse è meglio» intervenne Patty «anche se devo ammettere che hai perfettamente ragione Steff, sei una visione senza vestiti» disse poi rivolta a lui e sventolandosi la faccia con fare teatrale.

«Oh, Patricia, sei un balsamo per il mio ego, grazie» le disse dandole una pacca sulla spalla e facendola vacillare dal contraccolpo.

Amy guardò quei due e sorrise istintivamente. Sì, erano nati per essere più amici che amanti e per fortuna l’avevano capito anche loro per tempo. Un po’ di sana paura e gelosia di perderla per sempre, instillata in Holly, aveva fatto il resto e l’aveva spinto a dichiararsi a Patty. E doveva congratularsi anche con se stessa. Sì – quella di spifferare al capitano la sua decennale amicizia con Patty e di fargli capire che lei era pronta a lasciarsi conquistare da un adone nordico – era stata un’ottima trovata.
 
«Biscotti al cioccolato?» Propose lui facendo comparire un sacchetto davanti ai loro occhi.

«Ma... e questi da dove arrivano?» Chiese lei.

«Esatto, a merenda ci hai dato quelli di mele ed Eno era così orgoglioso di se stesso che li spacciava per suoi» gli ricordò Patty.

«Li ho fatti io – solo per voi – con le mie dolci e allenate manine e con un pizzico di amore che non guasta mai in aggiunta.»

«Ma smettila!» Gli dissero insieme tirandogli due pugnetti scherzosi sulle braccia.

Amy rise di gusto quando lo vide sdraiarsi drammaticamente a terra blaterando di essere stato ucciso da due bellissime ragazze pazzoidi. Chi l’avrebbe mai detto che lei, Amy la timida, avrebbe stretto un legame anche con lui. No, timida no, non lo era da più da quando aveva iniziato a frequentare Patty. I biscotti erano buonissimi e gli chiese anche la ricetta. Era divertente parlare con loro due.
 
«E ora, carissimo Steff, dicci tutto di te e di una certa psicologa timida, ma non troppo» gli disse Amy. «È davvero brava a fare il burlesque? Perché immagino che un numerino privato, tutto per te, l’abbia fatto, no? Se non erro hai ancora il suo borsone con tanto di boa di piume.»

«Possiamo unirla al fan club del “vichingo nudista” – che saresti tu se non l’hai ancora capito – oppure è troppo presto?» Rincarò la dose Patty.

«Eppure non mi sembrava di averci messo niente di strano dentro» borbottò lui riprendendosi il sacchetto «ridatemi questi biscotti.»

«Ehi, ormai dovresti averlo capito che la nostra Patty – oh, pardon, Patricia per te – è fatta così, quindi… mollali o te ne pentirai amaramente» gli disse Amy indicando il bottino.

«E guarda che quando si tratta di cioccolato – in qualunque forma esso sia – lei non scherza mai» specificò Patty con aria battagliera.

«Lo so, l’ha preteso come pagamento per il suo aiuto con il locale» le ricordò lui. «E comunque no, ancora sono una vostra esclusiva, ma miro a diventarlo solo suo e presto anche» confessò alle due amiche.

«Perché non vieni anche tu con noi Sabato?» E quando lui la guardò con curiosità, Amy specificò. «Lascia qui gli altri e fai un salto alla Palazzina Fiorita con noi – ormai grazie a Holly abbiamo iniziato a chiamarla così – e fai una sorpresa a Miki, in tutti i sensi. Poi ci ritroveremo verso sera per tornare qua. Io ho una visita medica da fare, Patty vuole passare da Vanesia per un massaggio… rilassante e tu potrai dedicarti con calma a lei.»

E lui, con somma sorpresa di Amy, accettò dopo essere arrossito come un peperone maturo.
 
«Visita medica, Amy?» Le chiese preoccupato.

«Stanchezza infinita, caldo… un binomio da non sottovalutare» gli rispose lei accompagnando le parole allargando le braccia come fossero bracci della bilancia e muovendole su e giù.

«Se lo dici tu, speriamo sia proprio così, anche se…» le disse con fare misterioso, ma non finì la frase e lei non indagò. 
«Massaggio rilassante, Patricia?» Disse poi rivolto alla sua venere giapponese, come l’aveva sempre definita, inarcando un sopracciglio. «Sei insoddisfatta… sessualmente? Bè, potevi anche dirmelo e ci pensavo io a te, non la nostra Vanesia.»
 
«Steff… grazie per l’interessamento, ma no. Sono pienamente soddisfatta della mia vita amorosa con Holly, siamo assolutamente compatibili su quel piano. Ho solo voglia di un massaggio, tutto qui.»

«Va bene, se preferisci così… liberissima di farlo» disse lui e poi aggiunse con un pizzico di malizia. «Visto che a quanto pare siete in astinenza del mio fisico mozzafiato e senza veli… che ne dite se replicassimo il nostro primo incontro? Ora o anche un’altra volta, fa lo stesso per me. Cavoli, ora che ci penso, dovrei iniziare a farmi pagare e non farmici trovare per caso» rifletté picchiettandosi il mento con aria pensosa.

«Steff!» Urlarono insieme le due amiche.

Mentre Patty cercava di strozzarlo, Amy ne approfittò per rubargli il sacchetto coi biscotti e se ne mangiò subito uno. Una goduria. E l’ora successiva passò in un lampo.
 
 



A qualche metro di distanza da quello strano trio, Holly e Julian fissavano la scena. Non riuscivano a sentire cosa si stessero dicendo, ma sembrava essere qualcosa di molto divertente.

«Mi fa piacere vedere che non sei più geloso di lui, capitano» gli disse l’amico.

«Sì, anche a me. Steff mi ha fatto passare dei brutti momenti, ma devo dire che grazie alla sua presenza, ho capito che Patty non era una mia esclusiva e che chiunque poteva portarmela via se non mi davo una mossa» gli rispose con sincerità.

«Era ora, oserei dire. A me basta solo pensare che Amy l’ha visto nudo per andare a fuoco e… oh, ma anche Patty l’ha visto.»

«Mh… dovevi proprio ricordarmelo?»

E niente, Julian si divertiva a prenderlo in giro e poi se la rideva pure. Sì, il fatto che Patty avesse visto e ammirato il vichingo nudo, non gli era ancora andato giù del tutto. Meno male che poi Patty si era concessa totalmente solo a lui e che avesse superato il loro vicino in fatto di nudità. Per quanto potesse sembrare incredibile, Patty amava vederlo nudo e lui non aveva problemi a mostrarsi a lei.

«Sei preoccupato, Julian? Guarda che tra i due quello a doverlo essere di più sarei io. Hai uno sguardo così serio…» gli chiese, vedendolo pensieroso.

«Sono in ansia per Amy, la vedo stanca. Non ha mai sofferto il caldo, anche se quest’anno il sole picchia come non mai. Eppure… quando pensa che non la guardo, si lascia andare a certi sospiri e si appoggia ovunque o si siede di getto. Non capisco cos’abbia e lei non mi dice nulla. Sono sicuro che se indagassi mi sentirei dire che sto vaneggiando. Un tempo si sarebbe confidata con me per chiedere aiuto o conforto, ora no… è indipendente e molto più forte, non si azzarderebbe neanche a pensarlo e questa cosa mi manca. Mi piace quando fa affidamento su di me.»

Holly poteva solo convenire con lui. Amy era un’altra persona da quando aveva iniziato a frequentare Patty. Era cambiata per gradi, tanto che aveva ingannato tutti, ma ultimamente… era uscita fuori la sua vera natura.
Guardò il trio che continuava imperterrito a chiacchierare e scherzare e sorrise.

«Non darti troppo pensiero, amico. Sono sicuro che se avesse qualcosa – qualsiasi cosa, importante o meno che sia – verrebbe subito da te a dirtelo» lo rincuorò battendogli sulla spalla. «Ehi, che dici, dobbiamo andare a disturbarli?» Gli domandò poi indicando i tre con la testa.

«Mh… sarei tentato, ma no, lasciamoli stare. Sembrano divertirsi e dopo una giornata così intensa, è giusto che si facciano due risate tra loro. A proposito, Holly, vorrei parlarti di una cosa che ho notato durante la mini partita di oggi ed è anche abbastanza importante. Domani ne parlerò anche con i mister, ma prima volevo vedere se anche tu la pensi come me.»

E lui acconsentì, forse sapeva già di cosa volesse parlargli l’amico. Adorava i loro confronti, portavano sempre dei benefici alla squadra. Dopo un ultimo sguardo ai tre strani amici, seguì Julian.
   
 
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